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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 169

Fondo Cometa su come sostenere le imprese italiane e la crescita del Paese

Posted by fidest press agency su sabato, 17 febbraio 2024

La previdenza complementare e in particolare i fondi pensione negoziali possono dare un contributo importante allo sviluppo economico e sociale del Paese. Si tratta di superare le strozzature del mercato italiano, favorendo gli investimenti diretti dei fondi pensione nelle imprese e nelle infrastrutture italiane con una misura di politica economica che introduca uno strumento a protezione dei capitali investiti.È questa la proposta presentata oggi pomeriggio dal prof. Riccardo Realfonzo, Presidente del Fondo Cometa, nell’audizione tenutasi presso la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. La proposta parte dalla constatazione che la previdenza complementare investe poco nel Paese e la gran parte del risparmio previdenziale viene investito all’estero. I dati COVIP evidenziano infatti che il sistema della previdenza complementare (fondi negoziali, casse, fondi aperti e PIP) raccoglie circa 223 miliardi di euro ma – oltre un 15% allocato nel debito pubblico italiano – solo il 5% viene investito nelle aziende del Paese, percentuale che scende al 3% per i fondi pensione negoziali. La proposta avanzata dal Fondo Cometa prevede la costituzione di uno strumento di investimento diretto – che potrebbe vedere la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti – che raccolga quote di risparmio versate dai fondi pensione indirizzandole verso il tessuto produttivo italiano grazie alla presenza di un meccanismo di protezione dei rendimenti.Il Presidente Realfonzo ha mostrato che il meccanismo di protezione dei rendimenti può essere concepito tecnicamente con almeno due soluzioni diverse (fondo rotativo e partecipazione di CDP all’investimento diretto con una attribuzione differenziata dei rendimenti). In entrambi i casi, il fondo pubblico posto a base dell’operazione va ad integrare i rendimenti nei casi in cui essi fossero inferiori a un valore soglia di rendimento che potrebbe essere la rivalutazione del TFR, e al contrario ne risulterebbe alimentato in presenza di extarendimenti. Il fondo di protezione dei rendimenti non avrebbe la natura tecnica di garanzia assicurativa poiché opererebbe nei limiti della dotazione stanziata e sarebbe dipendente dalla dinamica di mercato. Con questo meccanismo, le risorse della previdenza complementare potrebbero essere utilizzate per favorire la crescita economica e occupazionale del Paese, con le opportune forme di monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei rendimenti degli investimenti.

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