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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Economia circolare, innovazione e lavoro

Posted by fidest press agency su domenica, 13 ottobre 2019

Nonostante in Italia il numero di giovani che non studiano e non lavorano (Neet) sia il più alto tra tutti i Paesi Ue, manca una strategia nazionale sull’occupazione giovanile che tenga conto dei divari intergenerazionali, territoriali, educativi e di genere. Inoltre, permangono fortissime differenze territoriali, con le regioni del Mezzogiorno ben distanti da quelle del Centro e del Nord in termini di output economico e di occupazione. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro si attesta al 35,6% nel Mezzogiorno rispetto al 20,5% dell’Italia, la quota dei Neet invece risulta pari al 34,4% nel Mezzogiorno contro il 24,1% della media nazionale.Per quanto riguarda l’innovazione e le infrastrutture del Paese, a fronte di qualche miglioramento, continua a mancare una politica industriale coerente e impegnata nella realizzazione dell’Agenda 2030.
In particolar modo, aumenta la diffusione della banda larga tra le famiglie, l’uso di internet, il tasso di ricercatori e la quota di merci trasportate su ferrovia, ma anche qui permane il divario tra territori. Le regioni che migliorano maggiormente tra il 2010 e il 2017 sono il Piemonte e l’Emilia-Romagna. La distanza del Mezzogiorno dalle regioni del Nord è dovuta al divario sia del valore aggiunto dell’industria manifatturiera rispetto al totale dell’economia, 9% rispetto al 16% della media nazionale, sia del numero di ricercatori per 10mila abitanti, 12 nel Mezzogiorno contro il 22 dell’Italia.Su consumo e produzione responsabili, si evidenzia un diffuso miglioramento, in particolare in centro Italia. È il Lazio la regione che mostra l’avanzamento più incisivo, mentre Trento presenta il miglior risultato complessivo sul Goal 12 grazie alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani (75% nel 2017) e al numero di imprese registrate Emas. Occorre però accelerare la transizione verso un’economia circolare, attraverso l’innovazione dei modelli di produzione, l’introduzione di incentivi legati alla rendicontazione non finanziaria e l’uso generalizzato del Green Public Procurement.

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