Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 145

Archive for 10 ottobre 2019

Ue. Bocciata la commissaria Goulard

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Di Luigi Garofalo La francese Sylvie Goulard non sarà la commissaria al mercato unico digitale e quindi la responsabile diretta dell’implementazione dell’Agenda Digitale Europea della nuova Commissione Ue. La sua candidatura è stata bocciata dal Parlamento europeo e rischia di far slittare il voto in plenaria a Strasburgo per tutta la commissione guidata da Ursula von der Leyen, previsto per il 23 ottobre: potrebbe essere rinviato alla plenaria di novembre.
Goulard, sostenuta dal presidente francese Emmanuel Macron, era stata designata al Mercato Interno, alla Difesa, alla nuova direzione Industria e Spazio e a promuovere anche il Mercato Unico Digitale. L’ex ministra della Difesa francese si è vista così respingere la candidatura con una grossa maggioranza nel voto degli europarlamentari delle commissioni Mercato Interno e Industria dell’Europarlamento che l’hanno ascoltata in audizione per la seconda volta (la prima audizione avvenuta il 3 ottobre scorso). Tra gli eurodeputati chiamati ad esprimersi con voto segreto, 82 hanno votato contro, 29 a favore e uno si è astenuto. Contro Goulard hanno votato il Ppe, i Verdi, la sinistra del Gue e i sovranisti. Spaccati i socialisti. La bocciatura ha una forte valenza politica, perché è vista dagli analisti come un affronto a Macron, il king maker delle nomine europee per la nuova legislatura. Il pretesto per respingere la candidatura è stato il comportamento “non etico” tenuto da Goulard quando era eurodeputata, che non è stato lasciato in secondo piano dagli attuali parlamentari europei. L’uso di fondi Ue per lavori non documentati l’ha già portata a restituire 45mila euro all’Europarlamento e l’ha coinvolta in indagini ancora in corso dell’antifrode Ue, Olaf di Bruxelles, e della magistratura francese, che la costrinsero a dimettersi da ministro della Difesa poco dopo la nomina. In più, durante le audizioni al Parlamento Ue le sono state contestate consulenze pagate “oltre 10mila euro al mese” dalla lobby/think-thank Usa Berggruen Institute durante il suo mandato di eurodeputata. A Goulard la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva assegnato la pesante delega per promuovere il mercato unico digitale. Ora a chi passerà: a un nuovo commissario indicato da Macron o sarà affidata ad interim magari a Margrethe Vestager? Ossia alla vice presidente esecutiva e commissario alla Concorrenza (da lei dipende la DG Competion), investita già dell’incarico di supervisionare alla realizzazione di un’Europa pronta per la “Digital Age”. (fonte: key4biz.it Direttore Raffaele Barberio)

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Aggressione turca su territori curdi

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

“La prima questione che va ricordata è la richiesta di alcuni Stati europei e di diversi partiti italiani di favorire l’ingresso della Turchia nell’Ue. Spero abbiano il buon gusto di chiedere scusa, visto che sono gli stessi che stanno condannando le operazioni militari di Erdogan.Tra questi campioni di strategia figura anche il governo pentaleghista, che firmò un documento-missione in tal senso. Abbiamo fatto bene a schierarci contro quest’ipotesi, vista la sostanziale incompatibilità dell’attuale presidente turco con metodi e valori occidentali. Siamo esterrefatti del cinismo mostrato in queste ore dalla comunità internazionale: tante astratte condanne e nessuna azione concreta per difendere il popolo curdo che pure è stato determinante, come forza d’interposizione terrestre, nella sconfitta dell’Isis. L’Italia e l’Europa, che hanno in Asia minore interessi territoriali stringenti prendano l’iniziativa e restituiscano ai curdi l’amicizia di cui hanno beneficiato. finora”.E’ quanto dichiara Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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15° Giornata del Contemporaneo

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Bologna Sabato 12 Ottobre 2019 dalle 15,00 alle 18,00, in occasione della 15° Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani – alla quale la galleria Spazio Testoni, in Via D’Azeglio 50 a Bologna, ha aderito anche per questa edizione, si festeggerà insieme con gli artisti il finissage di SPAZIO TESTONI’s HISTORY # 1 – HUMAN PLACES – Luoghi Umani che consente ai visitatori di rivedere alcune delle opere che sono state presentate da SPAZIO TESTONI in mostre personali, collettive e fiere, di Filippo Centenari, Ulrich Egger, Andrea Francolino, Fabio Giampietro, James Kalinda e Alan Maglio, che hanno come tematica che le accomuna luoghi in cui si concentrano, si stabiliscono o si incontrano gli esseri umani, siano essi luoghi reali, storici o contemporanei, ma anche virtuali oppure meramente finanziari, così come le espressività di questi artisti li hanno rappresentati con tecniche e prospettive di osservazione diverse.www.spaziotestoni.it,

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Intervento militare turco pianificato in Siria: possibile ricaduta del terrorismo in Europa

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

L’Associazione per i popoli minacciati (APM) chiede la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per mettere in guardia la Turchia dalle conseguenze del suo intervento militare in Siria. L’intervento militare non solo allontanerebbe a tempi indeterminati la possibilità di pace e stabilità in Siria ma rischia di comportare seri pericoli anche per l’Europa. Se il cosiddetto Stato Islamico (IS) riprendesse forza, migliaia di miliziani dell’IS potrebbero tornare liberi e costituire un serio pericolo in Europa. Dopo che la Turchia ha per anni sostenuto i movimenti islamici nella vicina Siria, nessuno pensa veramente che possa ora mandare a processo i miliziani dell’IS. Ciò nonostante il presidente Statunitense Donald Trump ha passato alla Turchia la responsabilità per i prigionieri dell’IS, attualmente sotto custodia delle Forze Democratiche Siriane (Syrian Democratic Forces) a maggioranza kurda. Dopo l’annuncio dell’offensiva turca, le forze kurde hanno dichiarato di non poter più controllare e difendere i campi di prigionia in cui si trovano i miliziani dell’IS poiché hanno ora priorità militari più urgenti. Ma se i prigionieri dell’IS dovessero tornare in libertà potrebbero costituire
un serio pericolo per la sicurezza non solo nella regione ma anche in Europa. L’APM chiede quindi una forte iniziativa dell’Europa che deve farsi finalmente carico dei circa 10.000 miliziani dell’IS provenienti dai paesi europei. Essi devono essere ricondotti nei loro paesi insieme ai loro familiari dove dovranno essere processati per i crimini commessi o, dove possibile, reintegrati in società con specifici programmi di sorveglianza. L’Europa deve finalmente prendere in mano la situazione e assumersi le proprie responsabilità, sia per la popolazione civile della Siria del nord, sia per garantire le condizioni di pace in Medio Oriente così come in Europa.

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Offensiva militare nel nord-est della Siria

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Save the Children chiede a gran voce a tutte le parti coinvolte di fermare l’escalation delle violenze e di assicurare in ogni modo possibile la protezione e la sicurezza delle migliaia di bambini, e delle loro famiglie, già sfiniti da una guerra che dura ormai da più di otto anni e la cui vita da oggi è ulteriormente a rischio”, dichiara Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children.Nella zona teatro dell’offensiva, sottolinea Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – 1,65 milioni di persone hanno già bisogno di assistenza umanitaria, tra cui più di 650.000 sfollati. In grave pericolo, inoltre, gli oltre 9.000 minori, di oltre 40 nazionalità diverse, che attualmente vivono in condizioni già precarie in tre campi sfollati presenti nell’area e che rischiano di perdere la vita se le operazioni belliche dovessero portare a una interruzione degli aiuti umanitari. “Ogni guerra è una guerra sui bambini e le conseguenze di queste operazioni sulla loro vita potrebbero essere devastanti – prosegue Filippo Ungaro – I bambini che vivono nei campi, nella loro vita, non hanno conosciuto altro che violenze e distruzione. Bisogna pertanto agire immediatamente, prima che sia troppo tardi: la protezione dei civili deve essere una priorità per le parti coinvolte e ci appelliamo ai governi stranieri affinché mettano in campo tutti gli sforzi necessari per mettere in salvo i bambini e le donne nei campi, al fine di rimpatriarli prima che l’accesso diventi ancora più complicato”.

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“Musica Antiquaria” L’armonia dell’antico

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Musica antiquaria.JPGCesena Sabato 19 e domenica 20 ottobre 2019 a Cesena Fiera risuonano le melodie degli strumenti antichi. Dopo l’ottimo esordio del 2017, torna in una terra patria di lirica e classica, Musica Antiquaria, la mostra mercato contraddistinta dall’essere l’unico evento dedicato all’universo dell’antiquariato di settore.Organizzata da Blu Nautilus con la direzione artistica del collezionista M° Artemio Versari, Musica Antiquaria non solo vanta il primato di essere l’unica in Italia nel suo genere, ma si caratterizza per la sua impostazione “scientifica”, con un’attenta selezione degli espositori coinvolti e degli oggetti messi in mostra. Protagonisti sono liutai restauratori, commercianti di alta liuteria e di strumenti musicali di vario tipo, scuole di musica e conservatori, librerie specializzate.Basterebbe questo a farne un’occasione di grande interesse nell’ambito specifico della cultura musicale e organologica locale, regionale e nazionale, ma “Musica Antiquaria” offre molto di più.Non solo tutto l’universo della musica d’epoca sarà rappresentato per una due giorni di grandi proposte espositive, ma ad affiancare la parte commerciale anche momenti di ascolto di altissima qualità, curati da musicisti concertisti di fama internazionale, per vivere pienamente l’atmosfera che solo una musica proveniente dalla viva “voce” di uno strumento del passato sa regalare.Due i nomi di spessore internazionale presenti a Cesena Fiera: il violinista Christian Joseph Saccon, solista di grande pregio e docente al Conservatorio di Torino, e il musicista e compositore Eliot Lawson, enfant prodige del violino, ormai cresciuto e ammirato in tutto il mondo.E le sorprese continuano: musicisti e allievi avranno la rara possibilità di provare a cimentarsi con preziosi strumenti d’epoca messi a disposizione dagli espositori.Inoltre, per i due giorni di manifestazione sarà possibile usufruire, per quanti posseggono uno strumento a corda, ma non ne conoscono il valore, di un servizio di perizia concesso del tutto gratuitamente dal maestro Artemio Versari. Tutti i protagonisti e il programma in via di definizione sul sito http://www.ceraunavoltantiquariato.it (foto: musica antiquaria copyright cesena fiera)

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Quando la Fotografia cambiò l’Arte, alla Pinacoteca Zust

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Rancate (Mendrisio), Canton Ticino – Svizzera Venerdì 18 ottobre, ore 11.00 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst. A cura di Matteo Bianchi in collaborazione con Mariangela Agliati Ruggia ed Elisabetta Chiodini Quanto può influire un’invenzione tecnica sul modo in cui guardiamo il mondo? Cosa è accaduto alla pittura e alla scultura quando, a metà Ottocento, la fotografia arriva a sconvolgere il concetto stesso di arte, come da secoli lo si era inteso?
Cosa ne è dell’opera d’arte ‘nell’epoca della riproducibilità tecnica’, arrivata oggi alle estreme conseguenze, in un mondo in cui siamo sommersi dalle immagini?
È nota la frase di Paul Gauguin: ‘Sono entrate le macchine, l’arte è uscita… Sono lontano dal pensare che la fotografia possa esserci utile’. Un pregiudizio aleggiò infatti per molti decenni nei confronti della nuova tecnica: con l’arte si crea, con la fotografia si riproduce solo meccanicamente. Essa darà invece origine a un nuovo modo di rapportarsi al reale e molti saranno i pittori che sapranno farne un uso originale.
La mostra propone un confronto serrato e stimolante tra fotografie, dipinti, incisioni, disegni, libri, permettendo di ricostruire il processo creativo seguito dagli artisti e di comprendere come quella di metà Ottocento fu una vera e propria rivoluzione, senza ritorno, nel modo di vedere la realtà e di diffondere conoscenze e informazioni.
Ed è a uno straordinario artista che di questa transizione fu protagonista, Jean-Baptiste Camille Corot, che viene riservato un omaggio particolare, con una suite d’eccezione di suoi cliché-verre, punto di trasmutazione tra fotografia e arte figurativa. Oggi rarissimi, sono letteralmente ‘immagini di vetro’, visioni dal grande fascino.
Attorno, sfilano opere di pittori attivi tra Arras, Barbizon e Fontainbleau. La mostra presenta inoltre una ricca carrellata di lavori dei più noti artisti ticinesi e italiani dell’epoca: Fontanesi, Carcano, Induno, Faruffini, Dell’Orto, Michetti, Pellizza da Volpedo e Morbelli, solo per citarne alcuni.
Tre approfondimenti sono inoltre dedicati a Luigi Rossi, Filippo Franzoni e ai Vela, Vincenzo, Lorenzo e Spartaco. Un’apposita sezione, infine, documenta tecniche e strumenti a supporto della riproduzione delle immagini: macchine fotografiche e lastre d’epoca, stereoscopio, pietra litografica, tavola silografica, rame.

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Restauro del Polittico di S. Giovanni in Val d’Afra di Matteo di Giovanni

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Sansepolcro (Ar) sabato 12 ottobre alle ore 16.30, giorno del 527° anniversario della morte di Piero della Francesca, sarà presentato il restauro del Polittico di S. Giovanni in Val d’Afra di Matteo di Giovanni, presso il Museo Civico Piero della Francesca di Sansepolcro. Alla cerimonia interverranno Mauro Cornioli, Sindaco del Comune di Sansepolcro; Gabriele Marconcini, Assessore alla Cultura del Comune di Sansepolcro; Maria Cristina Giambagli, Direttore del Museo; Stefano Casciu, Direttore del Polo Museale della Toscana; Felicia Rotundo, Funzionario Storico dell’arte della Soprintendenza di Arezzo, Siena e Grosseto e Giovanni Pennacchini, Presidente della Fondazione Piero della Francesca.
I saluti delle autorità saranno seguiti da due interventi a cura di Alessandro Angelini, dell’Università di Siena, che inquadrerà l’opera nel cotesto culturale in cui è stata creata e di Rossella Cavigli e Ciro Castelli che spigheranno i risultati e le ricerche del restauro della tavola.La serata sarà accompagnata da performance musicali a cura del Centro Studi Musicali della Valtiberina.Il restauri del capolavoro di Matteo di Giovanni , durati circa cinque anni, sono stati effettuati dalla restauratrice Rossella Cavigli del Polo Museale, inizialmente in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure (per la parte tecnica), sotto la direzione della storica dell’arte Paola Refice della SABAP, a cui è subentrata Felicia Rotundo, presso il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza di Arezzo.Il riposizionamento del Polittico rappresenta per il Museo un momento molto importante, perché permette di restituire al Mondo un’opera importantissima, di mostrare i risultati delle indagini scientifiche effettuate sull’opera durante il restauro e di approfondire gli studi storico artistici, sotto l’alta supervisione della Soprintendenza. Il Museo auspica, inoltre, il coinvolgimento futuro, oltre che dell’Opificio delle Pietre Dure, dei tecnici inglesi della National Gallery, per lo studio della connessione dell’opera con il Battesimo di Piero della Francesca.La storia della Trittico di San Giovanni in Val D’afra è molto complessa, poiché è stato realizzato in più tempi, con la partecipazione di Antonio d’Anghiari, Piero della Francesca e Matteo di Giovanni.Al primo si rifece la progettazione dell’impaginato generale dell’opera, realizzato poi da un carpentiere locale, a cui è stata commissionata la parte lignea nel 1433. Il prezioso intagliato, che ancora oggi si può osservare nelle cornici, nei capitelli fogliati, nelle cuspidi e nella foggia degli archetti trilobati, rientra nella tradizione tardo-gotica senese.L’esecuzione della tavola centrale con il Battesimo, dipinta da Piero della Francesca, è da riferire probabilmente agli anni 1444-1447, dopo il soggiorno fiorentino del Maestro.
L’Opera, destinata alla Chiesa di S. Giovanni in Val d’Afra da Sansepolcro, portava con sé i segni della dedicazione della Chiesa stessa al Battista. I molteplici incarichi di Piero non gli consentirono con probabilità di prestare fede agli impegni assunti e, intorno al 1455, Matteo di Giovanni subentrò all’incarico. Il complesso fu scomposto e privato dello scomparto centrale nel 1857, per essere venduto alla National Gallery di Londra, dove fece il suo ingresso nel 1861.
Matteo di Giovanni eseguì su fondo d’oro i laterali con i Santi Pietro e Paolo e la predella, dove sono raffigurati gli stemmi della famiglia Graziani e della Chiesa a cui il trittico era destinato. La zona basamentale è suddivisa in cinque scene, con Storie del Battista, Crocifissione e Quattro Dottori della Chiesa. Nei laterali le figure dei Santi emulano lo stile di Piero, nella possente volumetria dei corpi, accentuata dal forte chiaroscuro. Si tratta di una delle pagine più alte della poetica figurativa di Matteo di Giovanni, nativo di Sansepolcro, ma operante a Siena nell’entourage del Vecchietta.Il Polittico appare comunque incongruo nelle dimensioni rispetto alla tavola centrale del Battesimo, che rendono necessari ulteriori studi e approfondimenti circa i tempi e le modalità di esecuzione dell’Opera.
La tavola è stata smontata in due occasioni: nel 2009, in seguito all’avvio della campagna di studio sulla carpenteria e all’esecuzione di indagini in funzione della sua comparazione con il Polittico della Misericordia di Piero, durante il quale, a causa di vari fattori di criticità, sono stati eseguiti minimi interventi di messa in sicurezza, e nel 2014, in occasione dei lavori di adeguamento del Museo per l’antisismica, durante il quale il Polittico è stato nuovamente smontato ed è stato deciso di programmare l’intervento di restauro vero e proprio che verrà presentato per l’occasione.Gli interventi musicali, in programma all’inizio e al termine della presentazione, sono a cura del Centro Studi Musicali della Valtiberina, con il soprano Barbara Strozzi e al clavicembalo Enzo Del Dottore che eseguiranno brani di Barbara Strozzi (di cui ricorre il quattrocentenario della nascita) e di autori a lei contemporanei.

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Mostra Lea Stein: “Tutto cominciò da un bottone…”

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Casalmaggiore (CR) 19 ottobre 2019 – 16 febbraio 2020 Museo del Bijou di Casalmaggiore Via Porzio 9, nel centro storico, a pochi passi da Piazza Garibaldi Orario: da martedì a sabato: 10.00-12.00 / 15.00 – 18.00; domenica e festivi: 15.00- 19.00 Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 2,50; cumulativo con il Museo Diotti € 4,50. Gratuito la prima domenica del mese e con l’Abbonamento Musei Lombardia. Visita guidata € 45,00.
L’artista francese, considerata la designer più innovativa nel campo dei gioielli in materiale plastico, ha scelto il Museo del Bijou per raccontare la sua vita e soprattutto il percorso creativo che l’ha resa una vera icona di stile, adorata da collezionisti di tutto il mondo. A rendere possibile questa mostra, prima in Italia, Lorena Taddei, antiquaria milanese, già collaboratrice fin dal 2017 del Museo del Bijou ai tempi della mostra “Galalite, bachelite & Co. 121 impugnature d’ombrello e altre meraviglie”, che ha fatto da trait d’union fra l’artista e il Museo.
Direttamente dall’archivio parigino di Lea Stein sono così pervenuti a Casalmaggiore centinaia di pezzi mai esposti prima: le spille più rare, fra cui le strabilianti serigrafate, gli oggetti di tabletterie (alcuni dei quali creati per la Maison Guerlain), bracciali, anelli, collane e bottoni… Fiumi di bottoni!
La mostra (aperta fino al 16 febbraio 2020 nella Sala Zaffanella del museo) è curata da Lorena Taddei, in collaborazione con Roberto Cavaglià, Elisabetta Ghidini e Paolo Zani, e con le foto di Luigi Briselli. Traduzioni di Silvia Tomasoni.
Unico in Italia, il Museo del Bijou, fondato nel 1986 a Casalmaggiore, storico e importante distretto di bigiotteria sorto nel XIX secolo, ospita oltre 20 mila pezzi di bigiotteria, dalla fine dell’Ottocento alle soglie del nuovo Millennio.

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II Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Si svolgerà domenica 20 ottobre 2019 in tutte le principali piazze italiane. La conferenza stampa è stata aperta dall’intervento del Presidente di Fondazione Inarcassa Egidio Comodo: “Poco più di un anno fa presentavamo la prima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, una scommessa. Oggi siamo qui, molto soddisfatti dei risultati ottenuti: coinvolti 7000 professionisti solo nella fase informativa, 500 piazze e circa 9000 unità abitative. La nostra è innanzitutto un’attività di sensibilizzazione affiancata dal supporto di uno strumento essenziale ancora poco conosciuto rispetto all’importanza che dovrebbe avere: il Sisma Bonus. Con questa nuova edizione, anche grazie all’ultimo decreto crescita, rinnoviamo il nostro obiettivo che è quello di spiegare al cittadino che diversi sono gli strumenti che abbiamo per mettere in sicurezza il nostro patrimonio edilizio”. A seguire l’intervento del Presidente del CNI Armando Zambrano: “La seconda edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione sismica ha riscontrato una grande disponibilità da parte degli Ordini degli ingegneri e degli architetti, nonché quella delle altre professioni tecniche che aderiscono alla RPT e di altre associazioni. Segno che da parte del nostro mondo c’è una forte disponibilità ad affrontare questo problema. Purtroppo, non altrettanto possiamo dire per quanto riguarda la politica che, al di là del Sisma Bonus, fatica ad attivare iniziative atte a diminuire il rischio sismico, anche introducendo degli elementi che vadano verso l’obbligatorietà degli interventi. Oltre tutto, oggi i professionisti hanno a disposizione tecniche per intervenire sui fabbricati senza l’obbligo, da parte dei cittadini interessati, di abbandonare le abitazioni. Insomma, non esistono più alibi”.“Dopo l’edizione pilota dell’anno scorso, l’iniziativa “Diamoci una scossa” è arrivata a regime e si conferma come una occasione per incentivare la cultura della prevenzione sismica nel nostro Paese passando in primo luogo attraverso la responsabilizzazione dei professionisti tecnici”. Ha dichiarato il Coordinatore del Dipartimento Cooperazione, Solidarietà e Protezione Civile del CNAPPC, Walter Baricchi. “Il nostro è un impegno civile che punta a orientare e informare il pubblico affinché acquisisca un maggior grado di consapevolezza delle situazioni di rischio e comprenda le potenzialità delle soluzioni tecniche e di sostegno economico oggi disponibili. Considerata la situazione, ormai nota a tutti, in cui versa il patrimonio edilizio e infrastrutturale italiano – sempre più caratterizzato da obsolescenza – serve interiorizzare che la manutenzione per essere efficace deve essere parte di una più generale strategia che riguardi la rigenerazione di città e territori.” Ha concluso Baricchi.La conferenza è stata chiusa dal Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Salvatore Margiotta, che ha dichiarato: “La seconda Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica e il programma di prevenzione attiva ‘Diamoci una Scossa!’ dimostrano lo spirito di servizio che motiva migliaia di tecnici e Professionisti, attraverso il coordinamento degli Ordini di appartenenza, a mettersi gratuitamente a disposizione dei cittadini per diffondere la cultura della prevenzione sismica, favorendo un concreto passaggio ‘dal sapere al fare’. Un esempio virtuoso di collaborazione come virtuoso il rapporto tra Stato e privati che rappresenta la chiave di svolta per vincere sfide importanti. In quest’ottica il Sisma Bonus, norma positiva, migliorata e certamente migliorabile, e che sarà prorogato in legge di bilancio. Un’opportunità e un investimento per il futuro di un paese come l’Italia, dal patrimonio edilizio antico e dalla vulnerabilità sismica enorme.” Ha concluso il Sottosegretario. (Nicolò Marcon)

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Tripla affermazione per l’innovazione Novartis all’edizione 2019 del Prix Galien Italia

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Il Prix comunemente noto come il ‘Nobel’ della farmacologia, ed è la prima volta che un’azienda raggiunge un simile traguardo in un’unica edizione.
Nato in Francia nel 1970 con l’obiettivo di valorizzare le più importanti innovazioni nel campo della ricerca farmacologica, il Prix Galien si svolge anche in Italia dal 1992 ed è diventato nel tempo uno degli appuntamenti più prestigiosi e attesi della comunità medico scientifica nazionale. Tra le aziende farmaceutiche attive nel nostro paese, Novartis è quella che ha ricevuto il maggior numero di riconoscimenti nel corso di questi anni.I vincitori dell’edizione 2019 sono stati selezionati all’interno di una short list di 14 candidati e la premiazione è avvenuta oggi a Milano.Le tre terapie che hanno ottenuto quest’anno il Prix Galien sono rappresentative dell’ampiezza di orizzonti e della versatilità della ricerca Novartis, impegnata su piattaforme terapeutiche d’avanguardia e in grado di offrire risposte altamente innovative alle esigenze dei pazienti.
Luxturna (voretigene neparvovec), rivoluzionaria terapia genica per il trattamento di malattie ereditarie della retina associate a mutazioni nel gene RPE65, ha ottenuto il Prix Galien nella categoria dei Medicinali per Terapie Avanzate.
Nella stessa categoria si è guadagnata una Menzione Speciale Kymriah (tisagenlecleucel), prima terapia cellulare CAR-T al mondo, indicata per leucemia linfoblastica acuta e per il linfoma diffuso a grandi cellule B. Kisqali (ribociclib), inibitore delle chinasi per il trattamento del tumore al seno avanzato, in grado di ottenere un significativo miglioramento nella sopravvivenza e nella qualità della vita delle donne con questa patologia, ha infine ottenuto il premio nella categoria dei Farmaci di Sintesi Chimica.
La terapia genica voretigene neparvovec è la prima opzione terapeutica per gravi malattie ereditarie della retina associate a mutazioni nel gene RPE65, come l’amaurosi congenita di tipo 2 di Leber (LCA2) e la retinite pigmentosa di tipo 20 (RP20). Sono patologie altamente invalidanti, che colpiscono soprattutto bambini e giovani adulti, il 50% dei quali è condannato alla cecità legale entro i 16 anni di età. Con un’unica somministrazione, fornisce al paziente una copia ‘funzionante’ del gene coinvolto nella genesi della malattia, che agisce al posto del gene mutato ed è potenzialmente in grado di ripristinare la visione e migliorare la vista. Approvata dall’Agenzia Europea dei Medicinali, la terapia è in attesa di introduzione in Italia nei prossimi mesi.
Tisagenlecleucel, prima terapia cellulare CAR-T (recettore chimerico per l’antigene delle cellule T) sviluppata al mondo, rappresenta una svolta storica nella lotta contro il cancro, oltre ad essere un esempio tangibile della frontiera della medicina di precisione. Utilizza infatti le cellule T del paziente, che vengono riprogrammate in laboratorio per riconoscere e distruggere le cellule tumorali e quindi reinserite nel paziente stesso. Tisagenlecleucel è il primo ed al momento unico CAR-T ad essere disponibile in Italia in grado di offrire una speranza di cura a pazienti italiani, sia ad adulti con Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL), sia a bambini e ragazzi con Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) a cellule B, che siano diventati resistenti alle altre terapie, o nei quali la malattia sia ricomparsa dopo una risposta ai trattamenti standard.
Ribociclib, inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6, una nuova classe di farmaci in grado di rallentare la progressione del tumore, è una delle maggiori innovazioni degli ultimi anni nel trattamento del carcinoma mammario HR+/HER2-. Disponibile in Italia per il trattamento di prima linea delle donne in post-menopausa con un tumore al seno avanzato in associazione con l’inibitore dell’aromatasi, ribociclib è fino ad ora l’unico inibitore di CDK4/6 ad aver dimostrato una sopravvivenza globale positiva in due studi clinici di fase III, dimostrando una sopravvivenza globale provata con molteplici combinazioni sia in post-menopausa sia in donne giovani, in pre o peri-menopausa. Somministrabile per via orale il farmaco unisce all’aumento della sopravvivenza, la maneggevolezza del trattamento.

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Le donne, la maternità e il lavoro

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

“I dati diffusi oggi dall’Istat sull’occupazione femminile rappresentano l’ulteriore conferma degli ostacoli insormontabili che le donne e in particolare le mamme, nel nostro Paese, si trovano ad affrontare quotidianamente. Le donne con figli sempre più spesso devono rinunciare a lavorare a causa degli impegni familiari e una scarsa rete di servizi per la prima infanzia aggrava il quadro”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
In Italia, sottolinea Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – tra le donne tra i 25 e i 49 anni con figli minorenni, più di 4 su 10 non hanno un lavoro, mentre più del 40% delle madri con almeno un figlio preferisce il part-time pur di continuare a mantenere un’occupazione[1]. Dati che si inseriscono in un contesto di denatalità ai minimi storici (meno di 440 mila nascite nel 2018) e aggravato dall’impossibilità nel conciliare vita privata e impegni professionali, radicate difficoltà di carriera e di crescita salariale, forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri, una scarsissima offerta di servizi educativi per l’infanzia. Un quadro critico che si riverbera sul benessere delle madri, ma che affonda le radici nelle pesanti disparità di genere in Italia.“Ề fondamentale che il nuovo Governo dia seguito agli impegni annunciati in favore delle famiglie, investendo risorse adeguate per aumentare l’offerta degli asili e per favorire la conciliazione di entrambi i genitori tra lavoro e vita privata così come indicato dall’Europa. C’è bisogno di una vera politica di sostegno alla genitorialità sul medio e lungo termine”, ha concluso Raffaela Milano.

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L’editoria italiana si presenta alla 71ma edizione della Buchmesse con 252 editori

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Francoforte (Germania) Si consolida la presenza dell’editoria italiana alla Buchmesse, la principale manifestazione del settore a livello internazionale, in programma a Francoforte dal 16 al 20 ottobre 2019.Saranno 252 gli editori e agenti letterari italiani presenti. Lo Spazio Italia, stand collettivo italiano, riunirà 134 editori in oltre 500 metri quadrati di spazio espositivo e sarà la vetrina tricolore alla 71ma edizione del più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti editoriali e per la promozione della cultura e dell’editoria italiana all’estero.Tra gli editori italiani presenti anche 4 aree regionali: Lazio, Piemonte, Sardegna e Veneto.La Buchmesse attende complessivamente più di 7.300 espositori da oltre 102 paesi, con la Norvegia paese ospite d’onore e un’offerta di circa 4.000 eventi.La tradizionale collettiva italiana – organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), dal Ministero dello Sviluppo Economico e ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – si troverà nella Hall 5.0, stand C37 e C38.
All’interno dello stand italiano è stata realizzata un’area incontri di circa 40 metri quadrati grazie al supporto dell’Agenzia Nazionale del Turismo Enit in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura di Colonia e Berlino. In questo spazio si svolgeranno incontri dedicati al pubblico professionale e istituzionale dal mercoledì al venerdì, mentre sarà aperto al pubblico generico nel weekend in un’ottica di avvicinamento al 2023, quando l’Italia sarà l’ospite d’onore.Sarà il Sottosegretario al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo Anna Laura Orrico – accompagnata dal presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi – a inaugurare il padiglione italiano nella giornata di apertura, il 16 ottobre alle 10.30, insieme a tutti gli editori italiani presenti. Seguirà alle 11.30 la presentazione alla stampa dei dati del Rapporto sullo stato dell’editoria italiana 2019.

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Ferdinand Von Schirach: Castigo

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Cos’è la verità? Cos’è la realtà? Come siamo arrivati a diventare ciò che siamo? Ferdinand von Schirach racconta dodici destini. Dodici storie che mostrano quanto sia difficile rendere giustizia a una persona, e quanto prematuri siano spesso i nostri concetti di «buono» e «cattivo». Dodici storie interconnesse che svelano quanto la patina di civiltà di una società sia sottile, e quanto gli abissi dell’animo umano siano profondi. C’è un uomo che ordina una bambola gonfiabile per posta. Dieci giorni dopo, procura alla sua bambola vestiti, biancheria, scarpe, camicie da notte e una sciarpa; impara a cucinare per non dover andare al ristorante la sera, lasciandola sola; spesso guarda film d’amore con lei, sviluppando, giorno dopo giorno, una torbida ossessione destinata a consumarsi in tragedia. C’è una donna accusata di aver ucciso il marito, in un villaggio bavarese, a seguito di una pratica sessuale che prevedeva l’uso di una muta da sub. Oppure, ancora, c’è il caso del «piccolo» uomo, un tale che spera in una lunga pena detentiva a seguito di spaccio di cocaina, perché solo in carcere riesce a sentirsi grande e rispettato.Traduzione dal tedesco di Riccardo Cravero e Irene Salvatori Euro 17,00 192 pagine
Ferdinand Von Schirach (1964, Monaco di Baviera) è un penalista e scrittore tedesco. Celebre in Germania soprattutto come autore di thriller, nel corso della sua carriera Ferdinand von Schirach si è occupato di alcuni dei crimini che hanno coinvolto maggiormente l’opinione pubblica tedesca, fornendogli il materiale che avrebbe poi ispirato i suoi romanzi, tra cui si segnalano: Un colpo di vento, Il colpo Collini e Tabù, tutti editi da Longanesi. Per il teatro ha scritto l’opera Terror. Le sue opere sono state tradotte in più di 35 lingue. Attualmente vive a Berlino. Neri Pozza editore.

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Sebastian Faulks: I fantasmi di Parigi

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

La ricercatrice americana Hannah e l’adolescente marocchino Tariq hanno poco in comune, ma entrambi sono sensibili ai fantasmi di Parigi. Hannah ascolta la straordinaria testimonianza delle donne che erano presenti durante l’occupazione tedesca; nel suo desiderio di comprendere le loro vite, e attraverso di esse la sua, scopre una città piena di connessioni. Nei sobborghi, Tariq sta cercando una madre che conosce a malapena. Per lui, nella sua innocenza, i boulevard, la stazione della metropolitana e ogni angolo di strada sono fonte di sorpresa.
Hannah e Tariq si incontreranno e si scopriranno a vicenda quando l’accademica permetterà al giovane di occupare la stanza libera nel suo appartamento.
In questo romanzo profondamente toccante, Faulks affronta il passato di una nazione e la sua identità. Con grande originalità e umorismo, I fantasmi di Parigi riflette sui diversi modi in cui il passato e il presente restano strettamente intrecciati nonostante lo scorrere degli anni. Traduzione dall’inglese di Massimo Ortelio Euro 18,00 272 pagine. Neri Pozza editore.
Sebastian Faulks nasce a Donnington, nel Berkshire. Dopo la laurea a Cambridge nel 1974, lavora per il Daily Telegraph, il Sunday Mirror e, in qualità di direttore letterario, all’Independent. Nel 1984 pubblica il suo primo romanzo: A Trick of the Light. Con la trilogia francese, composta dai romanzi La ragazza del Lion d’Or, Il canto del cielo (BEAT 2012) e La guerra di Charlotte, ha conosciuto il grande successo internazionale. Con Neri Pozza ha pubblicato Dove batteva il mio cuore (2016).

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Libro di Michele Ainis: La repubblica dei paradossi

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Uscita prevista: 31 ottobre. Dall’autore di Il regno dell’Uroboro, Risa e La costituzione e la bellezza (con Vittorio Sgarbi), un saggio lucido e sferzante che mette in luce tutte le incongruenze, i cortocircuiti, le manchevolezze e i paradossi di un sistema democratico che, per essere rimesso in sesto, va prima analizzato e compreso.
Demofollia è frutto di trent’anni di riflessioni, articoli, interventi sui paradossi della democrazia italiana, che ora come mai sono esplosi. Filo conduttore è la descrizione del paradosso della democrazia italiana, che deriva dal pessimo rendimento della politica, dai suoi umori volatili e incoerenti, dallo “sguardo corto” con cui viene amministrata la cosa pubblica.
Michele Ainis compone un glossario di quelle parole così abusate e così controverse: asilo, legittima difesa, sovranismo, autonomia, bilancio, fake news, ius soli, legge elettorale, paura, poltrone, razza, sicurezza, utopia, terza repubblica.
(by La Nave di Teseo)

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Libro: Michele Houellebecq

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Uscita prevista: 7 novembre. a cura di Agathe Novak-Lechevalier. Con testi inediti dello stesso Houllebecq e contributi e interviste altrettanto inediti, tra gli altri, di: Julian Barnes, Frédéric Beigbeder, Emmanuel Carrère, Teresa Cremisi, Bernard-Henry Lévy, Sam Lipsyte, Michel Onfray, Iggy Pop, Salman Rushdie, Yasmina Reza…
Inafferrabile, inclassificabile, irriducibilmente ambiguo: Houellebecq, immancabilmente, ci sfugge. Salvo, forse, nel caso specifico di questo volume, luogo ideale per un approccio plurale e per la commistione dei generi. Qui possiamo ricomporre la traiettoria percorsa da uno scrittore singolare, mettendo in luce le esitazioni, i punti di rottura, le “biforcazioni” e le numerose deviazioni che contribuiscono a costruirla. Nel suo tipico mescolare i testi rari o inediti, i saggi universitari, le testimonianze di amici, scrittori, artisti, musicisti, amici o nemici (e tutto il ventaglio di opzioni che tra questi due estremi si ha a disposizione), questo testo vuole rendere conto della complessità e del fascino di un autore e di un’opera, dal momento che entrambi hanno l’ambizione di salvare un’epoca – la nostra – dallo sbiadimento. (by La Nave di Teseo)

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Siria del Nord: no a intervento militare turco

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

La comunità internazionale mette in guardia dalle conseguenze del previsto intervento militare turco in Siria e critica duramente la pianificata istituzione di una zona di sicurezza al confine con la Turchia. Secondo il diritto internazionale, una zona di sicurezza, o safety zone, deve servire a tutelare la popolazione civile ma quello che intende fare la Turchia è proprio il contrario. La creazione di questa zona di sicurezza prevede infatti lo spostamento forzato della popolazione civile residente per insediarvi migliaia di profughi siriani arabi fuggiti in Turchia dalla guerra. Quello che la Turchia in realtà persegue è la sostituzione della popolazione kurda residente lungo la frontiera tra Siria e Turchia con persone di origine araba. Definire tale operazione “istituzione di una safety zone” è un eufemismo che in realtà cela una ulteriore e gravissima violazione del diritto internazionale che si aggiunge a quella dell’intervento militare.
L’istituzione forzata della safety zone con grande probabilità innescherà una fuga di massa della popolazione residente creando una nuova ondata di profughi e rischia di causare gravi conflitti etnici dall’esito imprevedibile.
Secondo l’articolo 7 dello Statuto della Corte Penale Internazionale il trasferimento forzato della popolazione civile costituisce un crimine contro l’umanità e, anche se la Turchia non riconosce la Corte Penale Internazionale, la definizione dei crimini contro l’umanità, così come fissati negli statuti della Corte, è internazionalmente vincolante. Lo spostamento forzato delle persone, così come pensato dal governo turco, andrebbe a cambiare drasticamente la composizione etnica in Siria del Nord e costituisce a sua volta un grave crimine contro la popolazione civile.

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“LegalMente: al di là della psichiatria forense”

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

Palermo dal 17 al 19 ottobre 2019 Aula Magna dell’Ordine dei Medici di Palermo a Villa Magnisi. Giunto alla IX edizione il congresso organizzato dall’Associazione StupendaMente e dalla Clinica Psichiatrica Universitaria di Palermo, dal tema “LegalMente: al di là della psichiatria forense” si terrà presso l’Aula Magna dell’Ordine dei Medici di Palermo a Villa Magnisi dal 17 al 19 ottobre. Per l’Associazione. esser giunti già alla undicesima edizione rappresenta un traguardo significativo per l’importanza che ha questo evento scientifico riuscendo a portare a Palermo i nomi nazionali più importanti della psichiatria, della farmacologia, della psicologia. “La sfida, credo vinta, dichiara il presidente e socio fondatore dell’Associazione StupendaMente Marcello Alessandra – della nostra associazione che mi onoro presiedere, è stata quella di combattere lo STIGMA che da sempre ha relegato la psichiatria a disciplina di serie b; si è deciso così di raccontare la psichiatria in modo diverso e dimostrare che lo psichiatra non è il “medico dei pazzi”, il paziente non è qualcuno di cui vergognarsi e tenere rinchiuso perchè pericoloso, gli psicofarmaci sono farmaci che come tutti gli altri e vanno somministrati sotto controllo medico e non sono da demonizzare. E ancora, si è data la parola a chi veramente aveva qualcosa da raccontare”. La peculiarità dell’ evento, è l’aver da sempre coinvolto attivamente i magistrati, con i quali ci si è confrontati su tematiche importanti e difficili, vedi ad esempio i casi di reato commessi da soggetti riconosciuti affetti da patologia psichica. Quest’anno verrà inoltre trattato, con la presenza tra gli altri del procuratore Luigi Patronaggio, la spinosa problematica della salute psichica dei migranti. Una delle nuove emergenze in campo psichiatrico è certamente la “collocazione/ricovero” dei pazienti accusati di reato che un tempo sarebbero stati ricoverati negli OPG (ospedale psichiatrico giudiziario) oramai chiusi e sostituiti dalle REMS (residenze x l’esecuzione misure di sicurezza), strutture presenti sul territorio nazionale ma con una capienza insufficiente per le richieste degli psichiatri. Capita così di trovare nei reparti di cura (Servizio Psichiatrico diagnosi e Cura) soggetti che non dovrebbero occupare quel posto, difficili/impossibili da gestire in un normale reparto psichiatrico, con tutti i rischi per la sicurezza del personale e degli altri pazienti ed in più impediscono il ricovero di chi ha più bisogno. Come ogni anno ci sarà una sessione dedicata alla parte farmacologica con i nuovi antipsicotici ed antidepressivi. In Italia c’è un altissimo consumo di ansiolitici ed antidepressivi. Si parlerà anche di psicopatologia al femminile e psicopatologia della vita postmoderna, così come di riabilitazione psichiatrica.

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Ergastolo ostativo un deterrente? Che sciocchezza!

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 ottobre 2019

È proprio vero che in Italia (forse anche all’estero) una bugia detta tre volte diventa una verità. In questi giorni si sono succedute dichiarazioni di alcuni membri delle istituzioni, forse in buona fede —ci si passi il bisticcio di parole con l’attuale Ministro della Giustizia— a dir poco inesatte, alcune anche irrazionali e altre incostituzionali. Tra esse spicca la seguente: « Uno degli strumenti a disposizione della giustizia italiana è quello dell’ergastolo ostativo. Una delle tante intuizioni del magistrato Giovanni Falcone che ci ha permesso di contrastare con fermezza mafiosi e terroristi» (da Il messaggero del 6 ottobre u.s.). Notizia falsa, da tanti punti di vista, perché l’ergastolo ostativo nasce dopo le stragi Falcone e Borsellino e mai questi due Giudici, amanti della Legge e della Carta costituzionale si sono pronunciati su questo argomento. Ci sarà sempre il rischio che qualche detenuto dal carcere dia ordini o mandi messaggi, o chi continuerà a delinquere quando uscirà. Cionnondimeno, la maggioranza dei reclusi, con un trattamento più umano, potrebbe essere stimolato a cambiare ed a migliorarsi. Riteniamo che ci sia solo un modo per sconfiggere certi fenomeni criminali e secolari, ed è quello di stimolare i prigionieri mafiosi a liberarsi dalla “cultura” che li ha portati in carcere.Purtroppo, c’è chi non ha ancora capito che la mafia non è tutta in quei detenuti condannati all’ergastolo “ostativo” e al regime di tortura del 41-bis che ormai, dopo tanti anni di carcere, non contano più nulla. Il pericolo piuttosto è fuori, perché si può essere culturalmente mafiosi e non infrangere nessuna legge ed avere la fedina penale pulita, o usare la giustizia in modo strumentale, come terreno di caccia per accrescere consenso politico, mediatico e fare carriera .Il responsabile della Procura antimafia nazionale « considera l’attuale disciplina italiana sull’ergastolo “un deterrente”» (così Il fatto quotidiano, 6 ottobre 2019). L’ergastolo ostativo un deterrente? Che sciocchezza! Il mafioso non inizia e non smette di essere mafioso e il terrorista non evita di farsi saltare in aria per paura dell’ergastolo o della pena di morte. È sconfortante constatare come alcuni professionisti non abbiano ancora compreso che il carcere in Italia non è la medicina ma, piuttosto, la malattia, che fa aumentare la criminalità e la recidiva. E che molto spesso aiuta a formare cultura criminale e mafiosa. Ci permettiamo di ricordare ad alcuni politici, che fanno certe dichiarazioni per avere consensi elettorali, che il carcere, così com’è oggi in Italia, non rieduca nessuno e non è per nulla un deterrente, anzi, fa peggiorare le persone. Crediamo che “maggiore sicurezza” dovrebbe significare carceri vuote, perché fin quando ci saranno carceri piene vuol dire che i nostri politici hanno sbagliato mestiere. La nostra Costituzione stabilisce che la condanna deve avere esclusivamente una funzione rieducativa e non certo vendicativa. E non deve essere tanto la pena ad essere certa, quanto piuttosto il recupero, per cui in carcere un condannato deve stare né un giorno in più né uno in meno di quanto serva. Anzi: ci deve stare il meno possibile, per non rischiare di farlo uscire peggiore di quando è entrato. Forse qualcuno commetterà ancora dei reati, ma molti fattori dimostrano che la maggioranza, con un carcere più giusto e umano, potrebbe rientrare nella società e diventare un cittadino migliore.Finora le politiche ultraventennali del “carcere duro” e del “fine pena anno 9.999” hanno portato più vantaggi alle mafie (almeno a quelle politiche e finanziarie) che svantaggi, dato che anche gli addetti ai lavori affermano che l’élite mafiosa è più potente adesso di prima.Crediamo che alla lunga l’ergastolo ostativo abbia rafforzato la cultura mafiosa, perché ha innescato odio e rancore verso le istituzioni anche nei familiari dei detenuti. Con il passare degli anni gli stessi familiari incominciano a vedere lo Stato come un nemico da odiare e c’è il rischio che i figli, che si potrebbero invece salvare, diventino loro stessi dei mafiosi.

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