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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 172

Fascicolo sanitario e digitalizzazione sanità

Posted by fidest press agency su sabato, 10 febbraio 2024

Il Parlamento ha intrapreso un percorso per implementare i fascicoli elettronici. In quest’ambito è stata audita la Federazione degli Ordini dei medici in questi giorni e ha sottolineato la disponibilità degli ordini ad un confronto con le Istituzioni medico aziendale- pensione Tra le vie per alleggerire le liste d’attesa o per dispensare ovunque in Italia farmaci con ricetta senza problemi ce n’è una teorica resa ardua dal “troppo” federalismo: far girare i dati dei fascicoli sanitari anche in altre regioni, ovviamente su input del paziente. L’adozione di fascicoli sanitari e di sistemi informatici “accoglienti” per questi ultimi nelle varie regioni è la soluzione. Ben lo sa il Parlamento che ha intrapreso un percorso per implementare i fascicoli elettronici. In quest’ambito è stata audita la Federazione degli Ordini dei medici in questi giorni. Parlando alla Commissione Affari Sociali della Camera, il Segretario Fnomceo Roberto Monaco ha sottolineato la disponibilità degli ordini ad un confronto con le Istituzioni, anche “finalizzato al raggiungimento degli obiettivi posti dal PNRR”. Fnomceo appoggia l’istituzione di un’Agenzia Sanitaria per la Salute Digitale e di una rete di centri di dati coordinati con lo European Health Data Space, dove tutti i soggetti pubblici e privati condividano dati anonimi, con l’intento di ottenere una maggiore equità dei servizi e di ottimizzare i tempi e le risorse. In più, chiede due anagrafi digitali, una per i vaccini ed una sulle donazioni di sangue. L’intervento di Monaco ha analizzato in particolare due risoluzioni. Una a cura dell’onorevole Simona Loizzo (Lega) impegna il Governo a promuovere l’interoperabilità dei fascicoli dei residenti nelle varie regioni. Ad oggi, fascicoli di una regione non sono in genere leggibili dalle banche dati di un’altra. La Federazione condivide non solo l’avvio di una progressiva digitalizzazione in sanità, ma anche l’istituzione di un registro dedicato per ogni patologia per una programmazione mirata e sostenibile. Temi entrambi oggetto della seconda risoluzione a cura dell’onorevole Gian Antonio Girelli (Pd). Per gli ordini, digitalizzazione e produzione di dati possono “favorire l’integrazione tra Servizi Sanitari regionali e le Piattaforme nazionali”, e “concorrere a definire un nuovo modo di declinare la prestazione professionale”. Certo, serve “una regolamentazione che riesca a favorire l’innovazione senza violare la riservatezza”. Anche l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo nel rendere le prestazioni sanitarie più efficienti, veloci e sostenibili, ma sul suo uso occorrono regole etiche: Fnomceo sta aggiornando il Codice di Deontologia.Monaco ribadisce poi la necessità che il trattamento dati nel FSE sia a soli fini di prevenzione, diagnosi e cura, e sia attivato solo “da soggetti operanti in ambito sanitario, con esclusione di periti, compagnie di assicurazione, datori di lavoro, associazioni o organizzazioni scientifiche e organismi amministrativi anche operanti in ambito sanitario”. Oltre alla cooperazione applicativa tra regioni, il FSE dovrà consentire quella tra sistemi informatici di territorio ed ospedale, affinché si interfaccino i diversi setting dove i professionisti operano. È poi fondamentale tutelare i dati personali anche per via della “grande concentrazione di dati: attacchi informatici sarebbero straordinariamente pericolosi”. A proposito dei dati forniti direttamente dal paziente, citando la risoluzione Loizzo, Monaco sottolinea l’esigenza di “distinguere in modo chiaro i dati obiettivabili e certificabili, dai dati rilevati in modo soggettivo o provenienti da metodiche di rilevazione non note o certificate”. Servono campagne di informazione per cittadini, medici ed operatori sanitari sulla raccolta dei dati, “in particolare quelli riferiti dai pazienti”. La formazione degli operatori non va solo focalizzata sulle tecniche di digitalizzazione “ma anche sulle procedure appropriate per garantire qualità, sicurezza ed eticità del trattamento”. Il consenso dei cittadini “dovrebbe invece essere legato alla consapevolezza di favorire, con i propri dati, un beneficio per la collettività”. Sarebbe infine auspicabile la realizzazione di un’Anagrafe Nazionale Digitale dei vaccini e di un’analoga Anagrafe Digitale sulle donazioni di sangue e plasma da inserire nel contesto dell’ecosistema dati sanitari e un maggior uso dei registri di patologia. “L’Italia, infatti, è stato il primo Paese ad introdurre registri di monitoraggio dei farmaci, rappresentando quindi una best practice a livello europeo”. (fonte Doctor33)

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