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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 134

Oncoematologia: la nuova frontiera degli anticorpi BiTE

Posted by fidest press agency su venerdì, 27 novembre 2020

Una vera rivoluzione, quella che caratterizza gli anni recenti della ricerca in oncoematologia. Oggi per alcuni tumori del sangue si può parlare di eradicazione della malattia, una prospettiva impensabile fino a poco tempo fa. Questo grazie a terapie innovative con un’efficacia profonda, che riescono a debellare la malattia minima residua, e allo stesso tempo maneggevoli, perché somministrabili a domicilio.Con l’evolversi delle terapie cambiano anche le metafore usate dai media per descriverle: la nuova frontiera oggi è rappresentata dal ‘ponte’ che contraddistingue l’innovativo meccanismo d’azione degli anticorpi BiTE (Bi-specific T-cell Engagers) detti anche a doppio bersaglio, perché si legano contemporaneamente a due target, connettendo le cellule T, gli agenti più potenti del sistema immunitario, alle cellule tumorali. Grazie a questo ponte, le cellule T possono agire a distanza ravvicinata sulle cellule tumorali, riconoscendole, legandosi ad antigeni specifici e rilasciando molecole che ne provocano la morte.Oggi, con l’emergenza sanitaria Covid in corso, assume ancora più valore la possibilità di fare la terapia infusionale al proprio domicilio, consentendo ai pazienti in trattamento, categoria fragile ed esposta ai rischi del contagio, di evitare continui spostamenti. Blinatumomab, capostipite della classe degli anticorpi BiTE, può essere somministrato a casa dal paziente con Leucemia Linfoblastica Acuta. Ogni 3-4 giorni è necessaria la sostituzione della sacca presso il Centro ematologico, che in alcune realtà può essere fatta a domicilio grazie a un servizio di assistenza domiciliare. L’obiettivo, alimentato anche dalle necessità della pandemia, è quello di poter arrivare ad attivare la sostituzione della sacca a domicilio per tutti i pazienti sul territorio. In Europa vengono diagnosticati ogni anno circa 7.000 nuovi casi di Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA), tumore del sangue che colpisce i precursori dei linfociti, un particolare tipo di globuli bianchi deputati a combattere le infezioni e altri tipi di malattia1. Tra questi, si stima che almeno 5.000 siano pazienti pediatrici; in Italia ogni anno circa 400 bambini ricevono una diagnosi di LLA.2Blinatumomab è stato recentemente approvato da AIFA per il trattamento della Malattia Residua Minima (MRD) in pazienti adulti con LLA originata da precursori delle cellule B (con espressione della molecola CD19 sulla superficie delle cellule leucemiche e negativa per il cromosoma Philadelphia) e per il trattamento di pazienti pediatrici di età pari o superiore a 1 anno con LLA originata da precursori delle cellule B (con espressione della molecola CD19 sulla superficie delle cellule leucemiche e negativa per il cromosoma Philadelphia) quando la malattia si ripresenta o non regredisce dopo due precedenti linee di trattamento o dopo essere stati sottoposti a trapianto di cellule staminali. L’efficacia di blinatumomab è confermata anche nella pratica clinica quotidiana. Il trattamento della Malattia Residua Minima – vale a dire debellare le cellule invisibili alla valutazione al microscopio ottico, che possono permanere anche quando la malattia non dà più sintomi e i parametri sono rientrati nella norma, aumentando il rischio di ricadute – è considerato la premessa per arrivare in futuro all’eradicazione della LLA in pazienti in remissione completa. Blinatumomab è la prima e unica terapia ad aver ricevuto questa approvazione regolatoria a livello globale. Il futuro è già qui, ma sono ancora molte le prospettive che si aprono con l’utilizzo degli anticorpi bispecifici BiTE, anche in combinazione con altre terapie e anche per altri tipi di tumore: tra queste, è già stata testata con successo la possibilità per i pazienti con LLA di una terapia completamente ‘chemio free’, associando blinatumomab a una terapia a bersaglio molecolare.

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