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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 172

Nel Risorgimento italiano l’idea “rivoluzionaria” non mancò di segnare autorevoli richiami

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

La prima avvisaglia l’abbiamo avuta nel 1848 ma fu “borghese e cittadina”. La sua mancata vitalità si ripose in una società, dove il solco tra città e campagna era profondo, “dove non esisteva ancora un proletariato industriale, né una classe intellettuale e politica compatibili a quella francese o britannica o tedesca.” “Un fenomeno, quindi, con un carattere che la differenzia da qualsiasi altro contemporaneo moto europeo, presentandosi quale rivolta di popolo e di governi insieme, non fu tuttavia, autoctono, anche se le prime fucilate di quell’anno fatale furono sparate a Palermo.” Un disagio che si avvertì anche nel primo ventennio del Novecento e che si concluse in un clima di diffusa incertezza e di generale disorientamento. Per Eugenio Garin “sono anni di turbamento e d’inquietudine in cui tutti i problemi non risolti, anzi esasperati e moltiplicati dalla conclusione della prima guerra mondiale, vennero via via riemergendo con conseguenze pratiche nefaste.” E aggiunse Giovanna Ioli: “La caduta dei punti di riferimento e la trasformazione dei valori avrebbero segnato anche gli artisti italiani che si andavano affermando in quegli anni.” E soggiungeva: “Un’istanza di eticità, una ricerca del nuovo, l’apertura alle voci europee, una tendenza alla riflessione, la competenza di arte e critica, un drammatico confronto con le istanze sociali e politiche, avrebbero creato un forte disagio e un fermento in contrasto con le varie consorterie locali che si avviavano verso sterili e circoscritte polemiche strapaesane e stracittadine sui fogli de “Il selvaggio” e de “L’Italiano” fondati entrambi nel 1924.”“Il crollo del fascismo, alla fine del luglio del 1943, – scrive Giuseppe Lionelli – ancor più alla fine della guerra, nell’aprile del 1945, e il rapido recupero di un clima di libertà e d’iniziativa, portò a un nuovo fervore di discussioni, in Italia su nuova e vecchia cultura.” (Riccardo Alfonso)

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