Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Archive for 23 luglio 2023

Governo Meloni ha scritto un’importante pagina di politica estera

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Con la conferenza su sviluppo e immigrazione, al quale hanno preso parte oltre 20 tra capi di Stato e di governo, l’Italia intende guidare nel Mediterraneo il processo per stabilire un nuovo rapporto tra Europa e Africa, puntando da un lato, su cooperazione, sviluppo e stabilità, dall’altro sulla lotta all’immigrazione illegale. Solo così si potrà dare attuazione al quel piano Mattei che resta un impegno del governo Meloni”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Giangiacomo Calovini, capogruppo in commissione Affari esteri.

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Più alti, più a lungo: la svolta epocale dei tassi

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm. C’è un’espressione che ha preso piede negli ultimi tempi per descrivere l’attuale situazione: “higher for longer”, cioè tassi più alti, più a lungo. Rispetto al passato, quando valeva l’adagio contrario (“lower for longer”), oggi il contesto è completamente diverso. Nel tentativo di combattere l’inflazione, le banche centrali hanno varato una delle più aggressive strette monetarie degli ultimi decenni. A questi fattori si è aggiunta anche una maggiore volatilità: il risultato è un cocktail che ha effetti a livello macro e sulle strategie di investimento, con il ritorno in auge dell’approccio multi-asset.Gli investitori temono, anzitutto, la possibile rottura del faticoso equilibrio tra tassi più alti e stabilità finanziaria che le banche centrali stanno cercando di mantenere. Il secondo timore degli investitori riguarda un’eventuale stretta creditizia, che, aggravata dalla debolezza del settore bancario americano, potrebbe esercitare una pressione al ribasso sull’indebitamento. Per il momento, tuttavia, i dati di aprile contenuti nell’ultimo rapporto trimestrale della Fed sulle condizioni di credito non mostrano un peggioramento rispetto al trimestre precedente. Anche se queste restano piuttosto restrittive, i numeri sembrano indicare che il peggio sia passato. Lo stesso discorso vale per l’Europa, dove le statistiche relative agli standard di erogazione del credito segnalano un miglioramento sia per i dati passati sia per le aspettative future. Nel complesso, è difficile fare previsioni sull’impatto che potrebbero avere tassi di interesse elevati per un lungo periodo, anche se è probabile che continueranno a pesare sulla crescita economica e, in misura minore, sulla stabilità finanziaria. Questa è una delle principali ragioni per cui le nostre posizioni in portafoglio sono ancora relativamente conservative. In un contesto simile, è infatti complicato prevedere gli andamenti degli asset rischiosi e capire quale classe di attività registrerà le migliori performance. Tuttavia, ci sono due punti chiave che gli investitori devono tenere a mente: 1. Le obbligazioni sono tornate attraenti. Dopo anni di rendimenti nulli, anche i titoli di Stato a breve scadenza offrono ritorni interessanti. In questo contesto, torna in auge l’approccio multi-asset, perché un ambiente di tassi elevati a lungo rende la diversificazione ancora più fondamentale. In caso di recessione o di crisi finanziaria, le cose potrebbero però cambiare rapidamente. 2. I mercati non sempre si fidano delle banche centrali. Spesso i mercati possono ipotizzare un percorso diverso della politica monetaria. In questo caso, la narrazione “più alti, più a lungo” non li spaventa perché potrebbe non riflettersi nei prezzi degli asset. Per quest’anno i mercati non si aspettano un taglio dei tassi, mentre scontano tassi più bassi, sia negli Stati Uniti che in Europa, già per il primo semestre dell’anno prossimo. (abstract by http://www.moneyfarm.com)

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Capital Group: Aziende biotech, perché conviene essere profittevoli

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di Steve Smith, Investment Director, Capital Group.Una semplice ricerca online di titoli biotecnologici potrebbe dare i seguenti risultati: Titoli biotecnologici con un potenziale da blockbuster, Titoli biotecnologici con il maggiore upside e persino Here or Zero – 3 titoli biotecnologici ad alto rischio che vi faranno diventare ricchi o ridurranno al verde. Questi titoli riflettono la percezione generale degli investimenti biotecnologici – ad alta crescita e ad alto rischio. Ma questa percezione è vera? Investire in titoli biotecnologici significa davvero investire in società con utili attuali scarsi o nulli, nella convinzione che una manciata di farmaci promettenti possa alla fine trasformare il business? La risposta potrebbe essere sia sì che no. Il settore è certamente pieno di start-up che stanno bruciando mucchi di denaro nella speranza di diventare le nuove Pharmacyclics o Acerta Pharma, sviluppatrici rispettivamente dei rivoluzionari farmaci contro la leucemia Imbruvica e Calquence. Tuttavia, esistono anche società biotech che non appartengono al campo speculativo. Si tratta di società multinazionali con farmaci commercializzati e un track record duraturo di redditività, nonché di aziende che stanno per immettere sul mercato nuove terapie basate su tecnologie consolidate. Quest’ultimo gruppo è particolarmente interessante, in quanto i nostri risultati hanno rivelato che investire in società biotecnologiche in fase di transizione verso un periodo di redditività sostenuta ha portato a rendimenti interessanti. Due delle maggiori società biotecnologiche dell’MSCI All Country World Index (ACWI), Regeneron Pharmaceuticals e Genmab, sono i primi esempi di questa osservazione. Nel caso di entrambe le società, si è registrato un aumento significativo dei rendimenti azionari una volta che i loro EPS (Earnings per share) hanno iniziato ad avvicinarsi al territorio positivo. Per Regeneron, ciò è stato osservato nel 2011-2012 grazie al lancio di Eylea, un trattamento per la degenerazione maculare senile “umida”. Per Genmab, la tendenza è iniziata nel 2012-2013, quando ha concluso un accordo mondiale con Janssen per lo sviluppo e la commercializzazione del suo farmaco contro il mieloma multiplo Daratumumab.I prodotti terapeutici dell’azienda, basati sull’interferenza dell’acido ribonucleico (RNAi), funzionano iniettando RNA nell’uomo con l’obiettivo di individuare un gene malfunzionante che causa una malattia e silenziarlo. L’efficacia dell’RNAi è già stata convalidata con quattro approvazioni di farmaci destinati a malattie legate a danni ai nervi, ai reni e al fegato, mentre Alnylam ha presentato alla Food and Drug Administration statunitense l’approvazione di ONPATTRO. ONPATTRO è stato sviluppato per il trattamento della cardiomiopatia, che potrebbe aprire un altro mercato significativo per Alnylam nel corso del decennio. Secondo le stime di Datastream, Alnylam dovrebbe essere positiva in termini di free cash flow nel 2024. Gli investimenti biotecnologici sono spesso associati a start-up ad alto rischio e ad alto rendimento, con asset in fase iniziale il cui percorso di sviluppo può essere pieno di incertezze. Tuttavia, non tutte le società biotech devono essere considerate un investimento speculativo. Ci sono aziende del settore con farmaci generatori di reddito sviluppati sulla base di tecnologie collaudate e che sono redditizie. Per questo ci concentriamo su aziende biotech come queste, che potrebbero offrire un’interessante combinazione di crescita degli utili nel breve periodo e potenziale di crescita nel lungo periodo. (fonte: http://www.verinieassociati.com/)

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Schroders: settore dei beni verso la ripresa, nonostante i timori di recessione

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di David Rees, Senior Emerging Markets Economist, Schroders. Una caratteristica dell’insolito ciclo economico globale nell’era post-pandemica è che il mondo è stato pieno di sorprese, con l’attività economica che è diventata meno sincronizzata. A livello nazionale, la Cina sta da poco uscendo dalla sua politica zero-Covid. Nel frattempo, altri mercati emergenti stanno per iniziare a ridurre i tassi d’interesse con l’attenuarsi dell’inflazione, mentre molti mercati sviluppati stanno ancora inasprendo la politica monetaria nel tentativo di combattere l’inflazione. Anche a livello settoriale si è registrata un’importante divergenza: i servizi hanno messo a segno una buona performance, mentre il lato dei beni dell’economia globale è stato debole. Il lato dei beni ha performato bene durante la fase iniziale della pandemia di Covid-19, poiché le esigenze sanitarie e i lockdown hanno concentrato la domanda nel settore. Tuttavia, è rimasto indietro con la riapertura delle economie e il riequilibrio della domanda verso i servizi, favorito da ampi stimoli fiscali. In effetti, secondo i dati compilati dal Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis (noto come CPB), la produzione industriale globale è stata sostanzialmente stagnante dalla fine del 2021 e nelle economie avanzate è in recessione dal terzo trimestre dello scorso anno. Le economie emergenti se la sono cavata un po’ meglio, ma solo grazie ai mini-boom della produzione in concomitanza con i lockdown in Cina.Nel frattempo, anche gli indicatori monetari globali suggeriscono che il settore dei beni è vicino a un punto di svolta. Sebbene la relazione tra l’aggregato monetario ristretto (M1) reale globale – che misura le banconote e le monete in circolazione – e il PMI manifatturiero globale di S&P non sia perfetta, storicamente si è rivelata un’utile guida ai punti di svolta. Inoltre, al di fuori dell’Europa, sebbene rumorosi, i rapporti tra nuovi ordini e scorte dei principali PMI manifatturieri pubblicati da S&P Global sembrano aver invertito la rotta. Anche la serie dei nuovi ordini meno le scorte dell’indice ISM manifatturiero suggerisce che qualcosa si sta muovendo, così come altri indicatori di mercato che puntano nella stessa direzione.Ad esempio, il rapporto tra i settori dei beni di consumo discrezionali e quelli di prima necessità del mercato azionario statunitense implica anche un rimbalzo al di sopra di 50 dell’indice ISM Manufacturing nei prossimi mesi.È ancora presto, e la nostra view di base è che i mercati sviluppati scivoleranno in recessione nel corso dell’anno, guidati dagli Stati Uniti. La prospettiva di una recessione, in un momento in cui le scorte non sono particolarmente basse, è un ovvio argomento a sfavore di una forte ripresa del settore dei beni, dato che di norma sarebbe necessario un aumento della domanda finale. Tuttavia, il nostro lavoro sul “cambio di regime” a livello globale ha evidenziato che le aziende potrebbero iniziare a passare dalla gestione delle scorte “just in time” a quella “just in case”, il che potrebbe sostenere la creazione di nuove scorte. In ogni caso, queste tendenze meritano un’attenzione particolare, dato che una ripresa del ciclo globale dei beni è storicamente un catalizzatore positivo per alcuni mercati che si trovano in una situazione complessa, come l’azionario emergente e le materie prime. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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Robeco: Come soppesare la doppia materialità dell’industria chimica

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di Rachel Whittaker, Head of SI Research di Robeco. Valutare gli investimenti attraverso la logica della doppia materialità è una sfida che gli analisti SI affrontano quotidianamente. Si tratta di considerare l’impatto che le aziende hanno sul mondo. Per industrie come quella chimica, valutare effetti complessi e potenzialmente opposti è difficile. L’opinione pubblica sta cambiando atteggiamento nei confronti delle sostanze chimiche e del loro possibile uso generalizzato, rendendo gli investimenti in questo settore una scelta complicata. Le sostanze chimiche sono fondamentali per produrre oggetti di uso quotidiano: dal cibo all’acqua potabile e ai prodotti sanitari, dalle abitazioni ai vestiti, e molto altro ancora. Molte sostanze chimiche utili sono anche pericolose per l’ambiente e per la salute umana. Abbiamo sviluppato oltre 350.000 prodotti chimici di sintesi, la cui produzione dovrebbe triplicare entro il 2050. Oggi i governi di tutto il mondo riconoscono la necessità di regolare maggiormente la gestione dei prodotti e dei rifiuti chimici pericolosi, che avrà importanti ripercussioni finanziarie sulle aziende che li producono e li utilizzano. La Strategia UE in materia di sostanze chimiche sostenibili, pubblicata nel 2020, è destinata a dare all’industria chimica il più grande scossone degli ultimi decenni e rientra nel Green Deal europeo, un pacchetto di iniziative politiche plurisettoriali che mirano alla transizione green e alla neutralità del carbonio entro il 2050. Tra i suoi obiettivi figurano: Vietare le sostanze chimiche più dannose nei prodotti di consumo Migliorare la valutazione del rischio Stabilire un processo più semplice, secondo il principio “una sostanza, una valutazione” Promuovere la resilienza dell’approvvigionamento e la sostenibilità delle sostanze chimiche critiche Aumentare gli standard a livello globale, investendo solo in prodotti chimici sicuri e sostenibili.La strategia avrà ripercussioni su un terzo delle sostanze chimiche di uso comune, interessando articoli di uso quotidiano come prodotti per la pulizia, cosmetici, vernici e materie plastiche. Secondo le stime entro il 2040 saranno vietati prodotti per un valore di circa 70 miliardi di euro (circa il 12% dei prodotti chimici europei).Nel valutare l’impatto di sostenibilità di un’azienda, ci concentriamo sull’impatto intrinseco dei suoi prodotti sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) in linea con la tassonomia della sostenibilità dell’UE. Consideriamo positivamente le sostanze chimiche che danno un contributo positivo diretto agli SDGs, come quelle che favoriscono l’energia rinnovabile, l’acqua pulita, i medicinali e l’accesso a cibo nutriente. Se da un lato le materie prime a base biologica possono ridurre le emissioni nocive per il clima, dall’altro possono avere effetti negativi sulla biodiversità. Siamo in linea con i principali organismi industriali, come l’Investor Initiative on Hazardous Chemicals (IIHC), che stimola i produttori a una maggiore trasparenza e all’arresto della produzione di sostanze chimiche persistenti. Attualmente l’iniziativa conta 50 investitori istituzionali (tra cui Robeco), per un totale di 10.000 miliardi di dollari di patrimonio in gestione.Nel valutare le aziende chimiche, ci concentriamo sull’impatto e sulla stewardship dei prodotti, sulla strategia climatica e sull’eco-efficienza operativa, in particolare sul fronte della gestione dei rifiuti pericolosi e della governance aziendale. A guidare la decisione finale è l’approccio d’investimento di ciascuna strategia, ponendo dei vincoli stringenti laddove necessario, per garantire che nessuna società responsabile di danni significativi finisca nei nostri fondi più sostenibili. Non è un lavoro facile – gli investimenti sostenibili non sono una pozione magica – ma siamo felici di promuovere una maggiore sostenibilità in settori controversi come quello chimico. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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J. SAFRA SARASIN: Immobiliare Azionario Europeo, ben valutato sotto ogni punto di vista

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di Wolf von Rotberg, Equity Strategist di J. Safra Sarasin. Il settore immobiliare dell’area euro ha sottoperformato il mercato europeo in generale del 65% dal 2020, con una forte accelerazione del relativo calo quando i tassi hanno iniziato a salire nel 2022, soprattutto a causa di player dell’immobiliare tedesco. Il settore è ora scambiato con il prezzo relativo più basso rispetto al mercato da almeno 20 anni a questa parte, compresa la crisi finanziaria globale e i suoi postumi. Non è solo il prezzo relativo a sembrare interessante dopo questo sell-off durato 3 anni. Anche la recente stabilizzazione dei rendimenti dei Bund tedeschi suggerisce che il settore ha superato il momento peggiore ed è pronto per un rimbalzo. Questo ovviamente porta a chiedersi se sia il momento giusto per aggiungere un’esposizione al real estate. Per quanto riguarda i prezzi delle case, riteniamo che sia opportuno concentrarsi sulla Germania per trarre alcune conclusioni per l’eurozona, dato che il settore immobiliare tedesco domina il mercato azionario dell’eurozona ed è stato determinante per la sua recente sottoperformance.Finora, i prezzi delle case in Germania sono scesi di un relativamente moderato 5% dal picco di giugno 2022, tornando ai livelli di dicembre 2021. Questo fenomeno è stato a malapena contabilizzato nei bilanci, rendendo le attuali valutazioni prezzo-valore contabile eccessivamente attraenti.Per capire se l’attuale sconto sul prezzo di mercato del settore immobiliare rispetto al più ampio mercato azionario dell’area euro scomparirebbe in un rigoroso “stress test”, ricaviamo il calo dei prezzi delle case necessario per portare i rendimenti da locazione a livelli tali da ristabilire il tipico spread rispetto ai tassi dei mutui (160 pb negli ultimi 20 anni). Ipotizziamo che i canoni di locazione e i tassi dei mutui rimangano invariati, il che rende lo scenario più grave di quanto sia probabile nella realtà. Ciò implica un aumento del rendimento da locazione al 5,2%. Ciò richiederebbe una correzione dei prezzi delle case del 35% rispetto al livello attuale. Applicando questa correzione del 35% al valore contabile del settore immobiliare, quest’ultimo rimane valutato in modo molto interessante rispetto al resto del mercato, il che lascia intendere un sostanziale cuscinetto per assorbire le correzioni dei prezzi degli asset.Il secondo punto di resistenza, che ci rende cauti nell’aggiungere un’esposizione eccessiva, nonostante le valutazioni visibilmente interessanti, è l’indebitamento. L’immobiliare è in larga misura il settore (escluse le banche) con l’indebitamento più elevato nell’area euro. Il suo rapporto debito netto/EBITDA di circa 12 volte non solo è elevato rispetto ad altri settori, ma è anche ai massimi da 20 anni e ben al di sopra dei livelli precedenti alla crisi finanziaria. In caso di grave crisi macroeconomica, è difficile prevedere la reazione dei mercati del credito e la disponibilità di finanziamenti a fronte di un portafoglio immobiliare che potrebbe essere difficile da valutare. Ciò potrebbe costringere le società con maggiore indebitamento a vendere gli asset a un forte sconto rispetto al loro valore contabile, con possibili gravi ripercussioni. In conclusione, il settore immobiliare dell’area euro sembra essere esposto a uno scenario piuttosto negativo per i prezzi delle case e per gli utili. Aggiungeremmo quindi con cautela un’esposizione, dato il sostanziale potenziale di rialzo se i tassi dovessero scendere senza un significativo rallentamento macro. Tuttavia, siamo cauti nell’assumere un rischio eccessivo, visti i rischi di coda che derivano dal notevole indebitamento del settore. (abstract http://www.verinieassociati.com/)

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“La Musa dei Mercati”

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR. I mercati stanno scommettendo con convinzione sulla fine delle politiche restrittive da parte delle principali Banche Centrali. I più recenti dati d’inflazione sono confortanti, la dinamica dei prezzi prosegue nella giusta direzione. Negli Stati Uniti la core è scesa inaspettatamente sotto il 5%, +4,8% anno su anno, grazie alla discesa dei prezzi delle auto usate e degli affitti. Anche in Area Euro e UK l’indice dei prezzi è in diminuzione, ma siamo ancora lontani dal livello target del 2%, specialmente nel Regno Unito (ultimo dato +7,9% per la headline, + 6,9% per la core). I dati macro restano comunque positivi, i leading indicators dei paesi sviluppati sono compatibili con una crescita economica ancora in salute seppur in rallentamento. La componente dei servizi, in particolare, mostra una certa resilienza mentre appare più debole il manifatturiero. Anche la stagione delle trimestrali finora non ha fatto brutti scherzi anzi, i risultati dei principali player bancari americani hanno battuto le stime degli analisti non solo per il contributo dei margini d’intermediazione tornati corposi dopo i numerosi rialzi dei tassi ufficiali, ma soprattutto grazie alla forte ripresa delle attività di finanziamento, segno che la Corporate America per ora viaggia ancora su binari sicuri. Se lo scenario più probabile è quindi quello di rallentamento o moderata recessione a inizio 2024, allora le prospettive per la seconda parte dell’anno dovrebbero essere ancora favorevoli ai mercati finanziari. Ci sono però alcuni elementi che vanno in controtendenza, primo fra tutti la debolezza dell’economia cinese che stenta a riprendersi. Con il mercato immobiliare ancora in grave difficoltà, i consumi anemici malgrado la fine delle restrizioni anti-Covid e il tasso di disoccupazione giovanile che ha superato il 20%, è probabile che nei prossimi trimestri le conseguenze sulla crescita globale si facciano sentire in modo più sensibile. Le Autorità cinesi si sono attivate per stimolare la ripresa economica ma al momento senza grandi risultati, occorrerà quindi monitorarne attentamente le prossime mosse. Al momento quindi il quadro resta più favorevole per i mercati sviluppati, con la tecnologia sempre sugli scudi grazie all’euforia legata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, attenzione alle valutazioni. Nelle ultime sedute, però, è cresciuto l’interesse anche verso le small cap, che erano state fortemente penalizzate a causa dei timori di un hard landing. Se una frenata brusca della crescita è davvero scongiurata, allora c’è ampio spazio di ripresa per il segmento. Lo stesso dicasi per la componente obbligazionaria: la parte breve del credito offre una carry molto attraente al quale non eravamo più abituati, mentre la parte lunga della curva governativa americana, quando gravita in area 4%, è a nostro avviso interessante viste le aspettative d’inflazione che, secondo la Fed, dovrebbe tornare al 2,1% entro il 2025.

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PGIM Fixed Income: Riflessioni in vista della riunione della FED

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di Guillermo Felices, Global Investment Strategist di PGIM Fixed Income. Sebbene la riunione del 26 luglio sarà probabilmente priva di controversie in termini di decisioni sui tassi di interesse, la dichiarazione della Fed e la conferenza stampa saranno estremamente rilevanti per i mercati. Come il mercato, ci aspettiamo che la Fed annunci un aumento dei tassi di 25 pb, che dopo luglio rimanga in pausa fino alla fine dell’anno e che in seguito proceda con tagli molto graduali. Tuttavia, i nuovi dati sull’attività sono stati più forti del previsto in giugno e luglio. Il mercato del lavoro rimane resiliente e anche il mercato degli immobili residenziali (molto sensibile agli interessi) mostra segni di ripresa. Sul fronte dell’inflazione, le notizie sono state generalmente positive, in quanto sia l’inflazione complessiva che quella core (pur rimanendo elevata) sono scese gradualmente. Rimangono però le preoccupazioni per l’inflazione core dei servizi, che rimane alta e vischiosa. La Fed dovrà spiegare come vede la tenuta dell’economia statunitense. Se accennerà alla necessità di una politica monetaria restrittiva più a lungo, i rendimenti degli UST all’estremità anteriore della curva potrebbero risalire con un possibile traballante aggiustamento della duration e degli asset rischiosi.

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Inflazione UK sotto le attese: a giugno scende al 7,9%

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. A giugno l’indice dei prezzi al consumo del Regno Unito scende dall’8,7% di maggio al 7,9%, un dato più basso rispetto all’8,2% delle attese. Parallelamente, anche l’inflazione core scende dal 7,1% al 6,9%. L’inflazione complessiva (headline inflation) scende grazie alla riduzione dei prezzi di energia e carburante e nonostante il costo dei generi alimentari abbia registrato un aumento.Di certo i dati di giugno usciti oggi saranno accolti come un segnale positivo da Banca D’Inghilterra e Tesoro britannico, preoccupati per il potenziale impatto sull’economia di un’inflazione persistente, mentre il governo, sotto pressione per le proteste salariali dei dipendenti pubblici, continua a temere che un’eventuale spirale salari-prezzi possa rallentare la lotta all’inflazione. Considerando che l’inflazione del Regno Unito resta tre volte superiore al target, la Banca d’Inghilterra sarà cauta a dichiarare vinta la battaglia e verosimilmente continuerà con una politica monetaria aggressiva. Tuttavia questo dato di giugno migliore delle attese potrebbe essere sufficiente a limitare il prossimo aumento dei tassi a 25 punti base.

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Il portafoglio dei fondi pensione in Italia

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Tra un’inflazione che, seppure in calo, risulta ancora elevata e il più aggressivo rialzo dei tassi di dagli anni ’80 a oggi, per i fondi pensione si aprono diverse opportunità sul fronte degli investimenti alternativi, dal private debt al private equity, passando per il real estate e, soprattutto, il settore delle infrastrutture. Tuttavia, il grosso delle attività dei fondi pensione italiani rimane ancora oggi concentrato sugli investimenti tradizionali. La svolta della politica monetaria mondiale avvenuta nell’ultimo anno, che ha messo fine all’epoca del denaro a costo zero riportando i tassi in territorio positivo, ha fatto tornare in auge il comparto investment grade e fixed income, che avevano risentito dei bassissimi rendimenti dell’ultimo decennio. La rinnovata attrazione per queste asset class ha tuttavia messo in ombra gli investimenti alternativi. Quest’ultimi, infatti, ad eccezione di un paio di iniziative da parte di un pull di fondi pensioni nel settore delle infrastrutture, pur registrando un trend in lieve crescita rispetto agli ultimi anni, restano ad oggi molto deboli. Dato anche l’attuale contesto di mercato, nel mondo degli investimenti alternativi al momento sono le infrastrutture di tipo equity a suscitare il maggiore interesse. Nel complesso, però, l’approccio dei fondi pensione verso strumenti alternativi non è cambiato negli ultimi anni. Ad oggi l’investimento dei fondi pensione in strumenti alternativi avviene secondo due modalità: in modo indiretto, attraverso i mandati di gestione, o in modo diretto, investendo in un determinato fondo o in una strategia. Nel primo caso, gli investimenti sono realizzati da un pull di fondi pensione. In quest’ambito, l’ultimo mandato è stato il progetto Vesta, dedicato al settore delle infrastrutture in Europa e in Italia, a cui hanno partecipato cinque fondi pensione. Per quanto riguarda invece l’investimento diretto, i fondi puntano a diversificare il più possibile, con una preferenza per i mercati italiani ed europei. Trattandosi, infatti, di un comparto in cui si stanno muovendo ancora i primi passi, la tendenza riscontrata è quella di concentrarsi sui mercati che si conoscono meglio. Per quanto riguarda i fondi pensione italiani, questa categoria di investitori istituzionali presenta una netta preferenza per il mondo Esg (governance ambientale, sociale e aziendale), prediligendo in particolare il settore delle infrastrutture. La nostra strategia si basa sul principio che ogni investimento deve essere additivo al portafoglio dal punto di vista del rischio e del rendimento, nonché dal punto di vista della sostenibilità. Abbiamo sviluppato un modello proprietario di costruzione dinamica del portafoglio, che ci consente di raggiungere gli obiettivi di rendimento e crescita del fondo con una volatilità minima durante i diversi cicli economici. Inoltre, la sostenibilità gioca un ruolo primario nell’ambito della strategia di investimento di ESIF. Lavoriamo, infatti, a stretto contatto con il nostro team di Investimento Reesponsabile per integrare la sostenibilità in tutte le fasi del processo di analisi e selezione dei progetti in cui investire. Analizzando, in particolare, la compatibilità di un potenziale asset con gli obiettivi e i valori del fondo, creiamo un piano di sostenibilità incentrato sui risultati e integrato nel piano aziendale in ottica di lungo termine. E a seguito dell’acquisizione, ci impegniamo attivamente con tutte le parti interessate per garantire l’allineamento e il conseguimento di risultati sostenibili. La sostenibilità, del resto, è uno degli aspetti che sta contribuendo a spingere gli investimenti in asset privati e, soprattutto, nelle infrastrutture. Infatti, la sempre maggiore attenzione dedicata agli investimenti sostenibili premia, in particolar modo, il settore infrastrutturale, trattandosi di una asset class strettamente legata al sociale, all’assenza di impatto e alla transizione energetica. Tutti fattori che caratterizzano le infrastrutture come un comparto che risulta più facilmente e meglio di altri allineabile agli obiettivi ESG. By http://www.columbiathreadneedle.it

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Cia: battaglia “salva-grano” italiano

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Più di 51 mila firme, raccolte con la petizione su change.org, e un dossier di richieste e proposte per salvare il grano e la pasta Made in Italy, sono sul tavolo del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. È questa l’ultima azione messa a segno, oggi a Roma, da Cia-Agricoltori Italiani, nella battaglia nazionale per fermare il pericoloso attacco al settore cerealicolo.Con Fini al Dicastero di Via XX Settembre anche una nutrita delegazione Cia che ha dato voce alla mobilitazione, partita online con la raccolta firme e proseguita con incontri e manifestazioni sul territorio, in particolare in Puglia dove si è raccolta l’adesione di istituzioni e politica, interi comuni e migliaia di consumatori. “Avanti così, non ci fermeremo -ha dichiarato il presidente di Cia Puglia, Gennaro Sicolo, al termine dell’incontro-. Stiamo portando avanti una battaglia di civiltà, per costruire un futuro per i nostri territori la cui economia deve tutto alle produzioni agricole autoctone. È arrivato il momento di dare concretezza a quella ‘sovranità alimentare’ che al momento appare solo come scritta sulla targa del ministero”. Per Cia è, dunque, urgente stoppare le speculazioni commerciali sulla pelle dei produttori e dei consumatori, fermare chi spaccia grano estero piazzandolo come italiano e porre dei limiti all’arrivo indiscriminato sul territorio italiano di grani stranieri. Queste, alcune delle istanze al centro dell’incontro e contenute nel dossier che ha animato la petizione.Nell’ultimo anno, il prezzo del grano duro è crollato da 560 a 330 euro a tonnellata e sono forti i rischi che il prezzo possa scendere ancora. Da mesi il prezzo è sceso in media del 40%, mentre quello della pasta sullo scaffale del supermercato è aumentato del 30%. Quanto ai costi di produzione, nell’ultimo anno hanno visto aumenti superiori al 40% passando da circa 800 euro per ettaro a 1.400 euro. Con gli attuali prezzi di vendita gli agricoltori lavorano in perdita e si rischia sempre più l’abbandono della produzione Made in Italy, mentre aumentano le importazioni dall’estero. In Italia, infatti, arrivano più di 2 milioni di tonnellate di grano duro all’anno per un fabbisogno dell’industria di 5,8 milioni di tonnellate complessive. L’ultimo rapporto Anacer registra un aumento del 6,3% delle importazioni totali dei cereali di granella, dovuto in gran parte alla crescita dell’import di grano duro, con +396 mila tonnellate nei primi 4 mesi del 2023.Il grano, sottolinea, infine, Cia, è l’emblema di quello che sta accadendo a tutti i prodotti d’eccellenza dell’agricoltura italiana, con un abnorme ricorso alle importazioni che annichiliscono il lavoro straordinario dei nostri agricoltori, vessati da carichi fiscali, burocratici e da costi di produzione che mortificano i loro sacrifici. Senza contare gli effetti dei cambiamenti climatici e la mancata equa redistribuzione del valore lungo la filiera, che è sempre a danno del settore agricolo. (Abstract) Fonte: https://we.tl/t-ABgjXVy3OS

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Pagamento degli incarichi aggiuntivi nella scuola italiana: oltre le beffe anche l’inganno

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Come è noto gli incarichi aggiuntivi per il personale della scuola (collaboratori dei Ds, figure di sistema, personale non docente) è determinato in sede di contrattazione di istituto sulla base del fondo MOF che il assegna alle scuole autonome. Vediamo le beffe: A) per i docenti l’unità oraria è retribuita a 17,50 lordo dipende (dal prossimo anno scolastico avrà un incremento del 10%) che al netto non supererà 11 euro/ora. Adesso mi chiedo: in quale ambito della PA il lavoro straordinario e di alto profilo ha tale retribuzione? B) le ore di servizio o gli importi forfettari sono determinati in contrattazioni di istituto, spesso al ribasso rispetto al carico di lavoro e dunque INIQUE! Adesso passiamo all’inganno: considerato il grave ritardo nel caricamento del fondo nei POS delle scuole (fine agosto) e considerato il periodo di ferie del personale amministrativo, sarà molto probabile che le somme spettanti ad oltre 100000 docenti e molte migliaia di unità di personale non docente saranno caricati nei cedolini di settembre e molto più probabilmente in quelli di ottobre. Che dire? Forze politiche tacciono (forse perché non conoscono), Ministero tace seppur conosce, sindacati tacciono seppur ben conoscono e dovrebbero tutelare gli interessi legittimi di TUTTI i lavoratori e di TUTTE le lavoratrici della scuola. ANCoDiS però NON TACE! By Rosolino Cicero

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Questo l’allarme rivolto dalla SIOeChCF al mondo della sanità

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

PNRR: MASE, Corte dei Conti approva operato su agrivoltaico e smart grid. Via libera della Corte dei Conti sezione controllo sulla gestione delle amministrazioni a due linee strategiche del PNRR gestite dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: agrivoltaico e sviluppo delle smart-grids. La magistratura contabile ha riconosciuto infatti pienamente la correttezza e la puntualità dell’operato del MASE sui due diversi investimenti, che mirano in un caso a migliorare la resilienza delle reti elettriche e, nell’altro, ad incrementare la sostenibilità, la transizione green e l’efficienza energetica del comparto agricolo italiano.“E’ un segnale importante – afferma il Ministro Gilberto Pichetto – anche in virtù dell’ottimo risultato raggiunto con l’Europa nel negoziato sulla terza e quarta rata del Piano. Il nostro dovere – conclude – è spendere le risorse per raggiungere gli obiettivi: lo stiamo facendo con grande impegno, rispettando la tabella di marcia su tutti gli interventi di competenza del Ministero”.L’indagine della Corte conferma di non riscontrare ritardi o criticità nel percorso di pieno raggiungimento dei traguardi per gli interventi del dicastero di Via Colombo per migliorare la resilienza delle reti elettriche di distribuzione a eventi metereologici estremi e per le manifestazioni di interesse sull’aumento della resilienza nella rete di trasmissione di energia in alta e altissima tensione per l’intero territorio nazionale. Analogo giudizio positivo per confermare la corretta procedura del MASE sulla realizzazione di nuovi impianti agrivoltaici anche di natura sperimentale. L’investimento, gestito in stretta collaborazione con GSE e CREA, mira ad incentivare l’ammodernamento tecnologico e la riconversione del processo produttivo in chiave di sostenibilità ambientale, sia delle realtà economiche agricole che zootecniche.

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Pubblico Impiego, USB: no all’elemosina dell’una tantum, rinnovi contrattuali subito

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Dopo la miseria e la truffa del taglio del cuneo fiscale, per eludere la questione salariale arriva la trovata geniale della famigerata una tantum, che dovrebbe figurare nelle buste paga del mese di agosto in sostituzione del rinnovo contrattuale, con tanto di arretrati da gennaio 2023. Nonostante le cifre che circolano sui giornali, evidentemente tarate sulla dirigenza, mediamente i salari dei lavoratori pubblici aumenteranno di ben 30,44 euro lordi al mese e gli arretrati di sette mesi ammonteranno addirittura a 213,08 euro lordi, sempre mediamente. Con un’inflazione che ha viaggiato per molti mesi a due cifre regalandoci una media nel 2022 e nel primo semestre del 2023 tra l’8 e il 7%, un obolo pari all’1,5% dei salari, oltre a lasciare intatta la perdita del potere d’acquisto, è un vero insulto alla dignità dei lavoratori del pubblico impiego. L’azione di governo della Meloni ormai ha ben chiarito che siamo di fronte ad un governo contro i lavoratori, che non investirà un euro sulla Pubblica Amministrazione e per i dipendenti pubblici, che sta drammaticamente esaltando le disuguaglianze. Notizie di questi giorni ci dicono che l’inflazione non ha solo colpito i salari dei lavoratori, ma anche le casse pubbliche e che diminuiranno ulteriormente le risorse disponibili per la PA. Nel prossimo autunno tutto questo risalterà con tale evidenza che neanche l’informazione da ventennio del Governo Meloni riuscirà a nasconderlo e USB Pubblico Impiego continuerà a lottare con ancor maggior determinazione per un salario equo e dignitoso, contro la crescente precarietà nel pubblico impiego e per un reale rilancio dei servizi pubblici contro le disuguaglianze.

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L’ultimo film firmato da Andrea Purgatori

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Del lavoro di questi ultimi mesi con Purgatori, Monica Guerritore parlerà in occasione dell’incontro pubblico sul film, che si terrà lunedì 24 luglio alle 18, al Parco del Castello Pasquini di Castiglioncello in provincia di Livorno, nell’ambito della rassegna “Le notti del Cormorano 2023”. Anna. Una voce umana, la prima pellicola nella storia su Anna Magnani, attualmente in preparazione, è l’ultimo film a cui ha collaborato il grande giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori, recentemente scomparso.

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La nuova mappa del petrolio europeo

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Da quando l’Ue ha imposto sanzioni alla Russia, la “mappa del petrolio” mondiale è stata ridisegnata: un nuovo studio di Transport & Environment (T&E), l’organizzazione ambientalista indipendente europea, mostra come sono cambiati i flussi di approvvigionamento del combustibile fossile in Europa. Il vecchio continente, lontano dal ridurre la sua domanda di petrolio, ha semplicemente sostituito le importazioni dalla Russia con quelle provenienti da altri paesi produttori, perdendo così – ancora una volta – un’opportunità storica per tagliare il consumo di fossili e ridurre la dipendenza dall’import. Cresce l’import dall’Arabia Saudita. Nel gennaio 2022, la Russia rappresentava il 31% delle importazioni europee di petrolio. Nel marzo 2023, a seguito delle varie sanzioni, la quota era scesa ad appena il 3%. Tuttavia, questo non è coinciso con alcuna riduzione nei consumi, purtroppo. Alla fine del 2022, gli Stati Uniti hanno sostituito la Russia come primo esportatore in Europa, con l’11% delle importazioni dell’Ue. Seguono a ruota la Norvegia e l’Arabia Saudita. Oltre a quelle dai fornitori tradizionali, sono cresciute le importazioni mensili dall’Angola verso l’UE, aumentate di sei volte raggiungendo quasi i sei milioni di barili. Anche la quota delle esportazioni brasiliane e irachene è aumentata.L’80% dell’import Ue proviene da 10 giacimenti. L’aumento delle importazioni europee ha coinciso con un incremento della produzione e delle esportazioni globali di petrolio. Ad esempio, il 70% dell’aumento della produzione petrolifera statunitense, tra il 2021 e il 2022, era destinato all’Ue. L’analisi di T&E mostra che l’80% dell’aumento delle esportazioni di petrolio verso l’Europa proviene da soli dieci giacimenti petroliferi. La maggior parte della crescita delle esportazioni proviene dal Texas, a cui seguono il giacimento Johan Sverdrup – il più grande della Norvegia – e il giacimento brasiliano Lula.18 “bombe climatiche” riforniranno l’Ue fino al 2030. Nonostante l’ampio consenso degli scienziati sul fatto che lo sviluppo di nuovi progetti di upstream di idrocarburi sia “incompatibile” con l’obiettivo di rispettare la soglia dei 1,5°C di aumento delle temperature medie del Pianeta, continuano a essere pianificati, su scala globale, nuovi progetti di estrazione petrolifera, specie nei Paesi chiave che riforniscono l’Ue. Duecento tra questi (alcuni operativi, altri in programma) sono le cosiddette “bombe climatiche” oil & gas, che emetteranno più di 1 giga tonnellata di CO2 nel corso della loro vita e supereranno di gran lunga il budget di carbonio residuo per contenere il cambiamento climatico entro il 1,5°C. T&E ha identificato 18 tra questi progetti che, allo stato attuale, si prevede alimenteranno i consumi petroliferi europei fino al 2030. Cina e India, porte per il petrolio russo in Ue. Le importazioni di prodotti petroliferi raffinati da Cina e India sono cresciute rispettivamente del 70% e del 13% nell’ultimo anno. Fonti evidenziano che questi Paesi importano petrolio russo a basso costo e lo riesportano nell’Ue come jet fuel e diesel sul mercato globale. T&E sottolinea che creare una “porta di servizio” per il petrolio russo è contrario alle sanzioni dell’Ue; e mette in guardia verso la possibilità che miliardi di euro siano transitati dall’Ue alla Russia, col rischio di finanziare la guerra contro l’Ucraina.I trasporti trainano una domanda di petrolio troppo alta. Il consumo di petrolio in Europa è cresciuto del 2% rispetto all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’analisi mostra che, nonostante lo sforzo a livello continentale per ridurre il consumo di gas, che nel periodo considerato è sceso del 15%, gli europei non stanno facendo altrettanto per abbattere i consumi di petrolio.Al contrario di altri Paesi, che con l’avvio del conflitto in Ucraina hanno rapidamente cercato di diversificare le fonti di import di greggio, l’Italia ha visto crescere, nel 2022, il consumo di petrolio russo (+65% rispetto all’anno precedente), che è arrivato a rappresentare il 19% delle importazioni italiane (il 13% nel 2021). Questo dato si spiega in larga parte con la presenza di una raffineria di proprietà russa, la ISAB, nel porto siciliano di Augusta. I dati dei primi mesi di quest’anno mostrano quali Paesi hanno compensato il calo dei primi tre esportatori: l’Iraq è diventato il maggior esportatore verso l’Italia, con un’impennata del 15% tra il 2021 e l’inizio del 2023. Anche le importazioni dagli Stati Uniti sono aumentate (del 140%), tanto che gli USA figurano ora tra i primi cinque esportatori di petrolio verso l’Italia. La crescita percentuale maggiore è tuttavia quella del greggio dal Kazakistan (+460% rispetto al 2021), che ora è il sesto esportatore in Italia; ugualmente sono cresciuti i flussi dall’Arabia Saudita, quinto Paese esportatore con il 17%.

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Parlamento Europeo: Una delegazione della commissione trasporti in visita a Napoli e Ischia

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Dal 24 al 26 luglio alcuni eurodeputati della commissione trasporti si recheranno a Napoli e Ischia per fare il punto sull’impatto delle inondazioni dello scorso anno sul settore turistico e per esplorare le vie per rendere più ecologica la mobilità.Una delegazione di sette membri della commissione per i trasporti e il turismo (TRAN) del Parlamento europeo, guidata dalla presidente Karima Delli (Verdi, FR), si recherà in Italia la prossima settimana. I deputati inizieranno la loro missione nel porto di Napoli per conoscere lo sviluppo di imbarcazioni a basse emissioni. Incontreranno le autorità locali e visiteranno la più antica ferrovia europea (Napoli-Portici) per discutere di soluzioni innovative per un trasporto più resiliente e sostenibile. I due giorni successivi i membri della delegazione saranno a Ischia. Incontreranno le autorità locali per valutare l’impatto dell’alluvione del novembre 2022 sul settore turistico e la sua ripresa e discuteranno dello sviluppo del trasporto marittimo, inclusi i collegamenti da e per l’isola.In vista della visita, Karima Delli (Verdi, FR) ha dichiarato: “Avremo l’opportunità di discutere e scoprire le migliori pratiche in materia di turismo sostenibile in un’area bellissima ma molto turistica, nonché di toccare i temi della multimodalità, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, l’ecologizzazione della mobilità nelle piccole isole e la decarbonizzazione del trasporto marittimo”. Delli sarà affiancato da altri sei eurodeputati: Magdalena Adamowicz (PPE, PL), Lucia Vuolo (PPE, IT), Isabel García Muñoz (S&D, ES), Josianne Cutajar (S&D, MT), Giuseppe Ferrandino (Renew, IT) e Annalisa Tardino (ID, IT). Al termine della visita, mercoledì 26 luglio, i deputati terranno una conferenza stampa alle 11.15 al Palazzo Reale di Ischia. Per qualsiasi domanda relativa ai media o per accreditarsi alla conferenza stampa, si prega di contattare l’addetto stampa del Parlamento europeo in Italia.

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Covid-19, ecco quali antivirali hanno funzionato

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Lo studio «segna un passo importante verso un approccio basato sulle evidenze per il trattamento del COVID-19 nei pazienti ad alto rischio» e «fornisce informazioni di dettaglio sull’efficacia dei trattamenti che possono aprire la strada a un approccio più personalizzato alle future strategie terapeutiche». È quanto riportano gli autori di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Regional Health – Europe che ha analizzato i dati del monitoraggio condotto dall’Agenzia Italiana del Farmaco sui medicinali antivirali orali per il trattamento del COVID-19 durante la pandemia. «Questo studio è stato l’occasione per evidenziare nel caso degli antivirali e degli anticorpi monoclonali per il COVID-19 l’importanza del coordinamento tra Ministero della Salute, AIFA e Regioni – sottolinea Pierluigi Russo, direttore dell’Ufficio Registri di Monitoraggio AIFA – nel quale AIFA, grazie a metodologie di analisi statistiche basate sul machine learning, ha fornito un contributo sostanziale, ampliando le opportunità di ricerche future e arricchendo le informazioni disponibili nei processi decisionali».La pubblicazione è stata accolta con molto interesse dalla comunità scientifica sia per la robustezza e la mole dei dati raccolti tramite i Registri di Monitoraggio AIFA, sia per la metodologia statistica applicata nell’interpretazione dei risultati. Indagini rigorose condotte su dati robusti acquisiti nella vita reale sono infatti in grado di fornire evidenze cliniche preziose sull’efficacia e la sicurezza di terapie che hanno ottenuto un’autorizzazione per l’uso in emergenza, in seguito ai risultati favorevoli ottenuti da studi clinici randomizzati. Lo studio ha confrontato la mortalità nei pazienti COVID-19 trattati con molnupiravir o con nirmatrelvir più ritonavir durante l’era Omicron (tra febbraio e aprile 2022). Dall’analisi dei dati è emerso che il trattamento precoce con nirmatrelvir più ritonavir era associato a un rischio significativamente ridotto di mortalità per tutte le cause entro il 28° giorno rispetto a molnupiravir, sia nell’intera popolazione studiata che in alcuni sottogruppi di pazienti, compresi quelli pienamente vaccinati con la dose di richiamo. Di contro, in un sottogruppo dei pazienti per i quali erano disponibili dati di tollerabilità è stata riportata un maggiore frequenza di eventi avversi nella coorte trattata con nirmatrelvir più ritonavir. (fonte Doctor33)

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18th International Summer School on Crystal Growth

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Il Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma ospita dal 24 al 28 luglio la 18th International Summer School on Crystal Growth. Co-organizzata dall’Ateneo e dall’Istituto IMEM-CNR, la scuola raccoglierà circa 130 partecipanti da tutti i continenti. Gli avanzamenti in campo scientifico e tecnologico molto spesso dipendono dalla disponibilità di nuovi materiali funzionali artificiali. Le proprietà funzionali dei materiali, elettriche, magnetiche e ottiche in primo luogo, sono direttamente correlate alla composizione chimica e alla struttura microscopica dei materiali, e si manifestano quasi esclusivamente in materiali allo stato solido cristallino. Quando si parla di cristalli non bisogna dunque pensare a niente di “esoterico”, bensì a componenti essenziali del nostro vivere quotidiano: un comune smartphone, ad esempio, contiene almeno una dozzina di cristalli di materiali diversi, e se oggi le radiografie forniscono in tempo reale l’immagine senza passare attraverso lastre fotografiche è perché sono stati sviluppati cristalli scintillatori, che convertono i fotoni X in fotoni di luce visibile, rivelabili da una comune fotocamera e poi digitalizzati. Ma l’esempio più impressionante è dato dal Silicio: un semplice elemento semiconduttore che consente di avere computer e un intero mondo digitale, dalle telecomunicazioni alla lavatrice intelligente. Come sarebbe oggi la nostra società senza i monocristalli di Silicio? L’importanza della cristallogenesi non si manifesta solo nel campo dei materiali funzionali e si estende alla medicina, alla mineralogia, all’industria farmaceutica e alimentare. I calcoli renali e lo zucchero sono cristalli, anche il principio attivo di molti farmaci è un cristallo, e l’aspetto e la consistenza del cioccolato sono funzione della modalità di cristallizzazione del burro di cacao. Come “crescere” cristalli, in forma massiva o come nanostrutture o come film sottili, è il tema della Summer School in programma all’Università di Parma. La scuola, che si svolgerà nella sede didattica del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, è diretta da Roberto Fornari, docente del Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche, e da Edmondo Gilioli dell’Istituto IMEM-CNR. Le lezioni sono articolate in tre blocchi: fondamenti teorici della crescita cristallina, processi e tecnologie di crescita, esempi e casi studio. Sono inoltre previste tre visite serali ai laboratori di crescita cristallina dell’IMEM. La partecipazione a ISSCG-18 è infatti autenticamente internazionale, con persone in arrivo dalla Spagna alla Finlandia, dall’Australia al Brasile: tutte motivate a imparare a “mettere in ordine gli atomi o le molecole” per ottenere cristalli inorganici, organici o biologici, utili per lo studio di proprietà fondamentali e per nuove applicazioni. By https://isscg-18.unipr.it/

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Revealed: The Best and Worst Cities in the World to Commute to Work

Posted by fidest press agency su domenica, 23 luglio 2023

Although hybrid and remote workers are growing in their volume, many employees still have to fare the daily commute in and out of the city. Consequently commuting employees are unable to enjoy the benefits of reduced travel, such as the reduction in travel costs and the extra couple of hours in the day to catch some rest or work on their side hustles.With this in mind, we at Moneyzine.com wanted to explore the best method of commute for employees to minimise the opportunity cost of their daily commute.This led us to investigate the best and worst cities in the world to commute to work via public transport and car. Bucharest’s time consuming commute average results in a high value opportunity cost for resident commuters. In fact, a fifth of their yearly salary could have been earnt in the time they spend on their daily commute over the course of the year. Although Paris has a slightly shorter average commute time than Bucharest, it’s expensive fares result in commuters in the French capital also facing an opportunity cost of 73 days full pay per year. The data we present here is based on analysing multiple variables. We have used the average hourly wage in each city, along with the average length of each commute method. This allows us to establish approximately how much the time you spend commuting is worth; reported here as the ‘opportunity cost’ per city Opportunity cost, in essence, refers to what you give up when you choose one option instead of another. When considering commuting time versus your annual salary, the opportunity cost is the value or benefits you could have gained from using that time differently. By spending time on your commute, you miss out on opportunities for personal enjoyment, quality time with loved ones, or even additional work. It’s important to weigh the trade-off between commuting and the potential value you could have derived from that time. (abstract by da: Paige Claydon)

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