Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Archive for 6 luglio 2023

Torna il Roma Fringe Festival 2023

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Roma dall’ 11 al 26 luglio 2023. Oltre alla sede storica del Teatro Vascello, Via Giacinto Carini, 78 la programmazione sarà declinata in altri 2 importanti teatri romani: Il Teatro Parioli e la Sala Umberto. In questi tre teatri si alterneranno 21 spettacoli provenienti da tutta Italia, 21 compagnie dunque, per altrettante drammaturgie inedite e traduzioni di testi stranieri poco conosciuti dal pubblico italiano, per accendere i riflettori sul Teatro Indipendente e su quella compagine teatrale che non vive di fondi pubblici, di finanziamenti e di supporti istituzionali. Come ogni anno, il Roma Fringe Festival porta in scena una fetta importante delle tendenze teatrali contemporanee, uno specchio fedele del mondo che stiamo: si parla di nuovi futuri e nuovi orizzonti, con uno sguardo lucido che passa attraverso sperimentazioni e inediti linguaggi, tra tradizione e ricerca, proponendo originali forme e inaspettati messaggi. Il Fringe di Roma – diretto da Fabio Galadini – parte dal basso perché si basa sulla convinzione che tutti, al di là del sostegno pubblico possano e debbano creare ogni giorno per tutto l’anno. Anche quest’anno la selezione degli spettacoli che porterà a decretare il vincitore del premio Miglior Spettacolo Roma Fringe Festival 2023 si dividerà in due fasi. Nella prima fase verranno valutati tutti gli spettacoli in scena dal 11 al 24 luglio sui palchi del Vascello, Parioli e la Sala Umberto di Roma, fino a decretare i 3 finalisti. In questa prima fase la giuria sarà composta dai direttori (o loro delegati) dei 12 teatri che aderiscono a Zona Indipendente, una rete di teatri dislocati su tutta la penisola che si sono messi in gioco per creare una rete Fringe nazionale. Saranno loro ad attribuire i premi del Roma Fringe Festival come Miglior Regia, Miglior Drammaturgia, Speciale Off, Miglior Attrice, Miglior Attore. I 3 spettacoli scelti come finalisti avranno a disposizione una ulteriore replica, nella finale che si terrà alla Sala Umberto il 26 luglio, di fronte a una giuria selezionata cui spetterà il compito di assegnare il premio come Miglior Spettacolo Roma Fringe Festival 2023. Tutti i premi di categoria verranno annunciati durante la finale del 26 luglio. A uno dei 3 spettacoli finalisti verranno consegnati il Premio Alessandro Fersen assegnato dalla Fondazione Alessandro Fersen e il Premio della Critica assegnato da critici e giornalisti accreditati presieduti da Katia Ippaso. Lo spettacolo a cui verrà assegnato il premio come Miglior Spettacolo Roma Fringe Festival 2023, vincerà una tournée di 12 date italiane presso i teatri del circuito Zona Indipendente, che ospiteranno lo spettacolo vincitore nella stagione 2022/2023.

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Chi comprerà il debito Usa?

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm. Nonostante il recente accordo sulla sospensione del tetto del debito abbia escluso in extremis la minaccia di un default Usa, i mesi di stallo hanno comunque avuto significative ripercussioni sulle casse del Tesoro americano che, se a metà del 2022 presentavano un attivo nel proprio “conto corrente” di circa 1000 miliardi di dollari, nell’ultimo mese sono scese a soli 150 miliardi (quando normalmente la copertura delle spese correnti imporrebbe un saldo di almeno 500 miliardi di dollari). L’erosione di queste riserve, dovuta al pagamento delle spese statali nei mesi precedenti l’accordo sul debt ceiling, rende ora necessario ricostituire uno stock di liquidità con almeno 600/700 miliardi di dollari (in aggiunta ai 500 miliardi da destinare al pagamento delle spese statali). Una simile somma, da finanziare nel giro di pochi mesi attraverso l’emissione di titoli di Stato, potrebbe creare notevole stress sul mercato. Soprattutto occorrerà capire se a finanziare il debito americano saranno le banche oppure i fondi di mercato monetario che, al momento, detengono oltre 5.000 miliardi di dollari in vari asset e investono sia in titoli di debito a breve termine, che nella cosiddetta Reverse Repo Facility, un meccanismo che consente loro di prestare denaro alla Fed overnight, in cambio di titoli di Stato a breve. I fondi investiti in questa facility, non entrando nel sistema economico, non hanno un impatto diretto sulla liquidità del sistema finanziario. Nel caso in cui i principali acquirenti del debito Usa fossero le banche, queste, trasferendo le proprie riserve di cash verso i titoli di debito, determinerebbero una riduzione della liquidità sul mercato, poiché le stesse riserve non sarebbero più utilizzabili per finanziare la crescita attraverso prestiti a consumatori e imprese. In base a questa ipotesi, non sarebbe improbabile assistere a una riduzione delle riserve del sistema bancario americano dagli attuali 3.000 miliardi ai 2.500 miliardi di dollari, un livello di per sé non basso, ma che potrebbe sollevare dei dubbi sulla stabilità del sistema bancario a stelle e strisce, già indebolito dai continui rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed e dal fallimento, nel marzo scorso, di tre istituti di credito regionale. La riduzione di liquidità sul mercato potrebbe quindi compromettere ulteriormente la solidità dell’ecosistema bancario statunitense, rendendolo più vulnerabile e meno pronto ad affrontare eventuali shock, e determinando potenzialmente una serie di effetti negativi a catena, in quanto le società di intermediazione, gli hedge fund e altre istituzioni finanziarie vedono nel mercato la propria fonte di finanziamento primaria. In ogni caso, l’immissione di nuovi titoli di Stato sul mercato metterebbe sotto pressione le banche su due diversi fronti:il primo riguarda la concorrenza: famiglie e imprese, invece di mantenere i propri depositi in banca, sarebbero incoraggiate a investire nel debito Usa, che offrirebbe loro rendimenti superiori. Come conseguenza, per attrarre nuovi clienti le banche sarebbero costrette ad aumentare i tassi di interesse sui depositi e, per cercare di non erodere eccessivamente i propri margini di profitto, finirebbero con l’aumentare i tassi d’interesse sui prestiti a imprese e privati; il secondo riguarda il rialzo dei tassi di interesse: una corsa ai titoli di Stato andrebbe a ridurre l’ammontare complessivo delle riserve a cui le banche hanno accesso presso la Fed, riducendo la liquidità all’interno del sistema finanziario e spingendo ulteriormente verso l’alto i tassi. Nonostante la banca centrale statunitense stia studiando piani per ridurre la liquidità di riserva in modo molto graduale, il timore ultimo è quello di assistere a un episodio simile a quello verificatosi nel settembre 2019, quando la gestione della liquidità contribuì ad un rialzo del tasso interbancario effettivo della Fed dal 2,14 al 2,25%, costringendo la banca centrale ad intervenire con iniezioni di liquidità per un totale di 260 miliardi di dollari, cifre che non si vedevano dal 2008. La seconda e più probabile opzione di acquisto è quella dei fondi di mercato monetario che, con oltre 1.960 miliardi di dollari investiti nella Reverse Repo Facility, acquistando la maggior parte del debito potrebbero coprire l’intero fabbisogno del governo. Al contrario, se il Tesoro americano riuscisse ad emettere dei titoli di Stato con scadenza a breve termine e a garantire un tasso allettante creerebbe le condizioni ideali per l’acquisto del debito Usa da parte dei fondi, riuscendo al contempo a minimizzare le conseguenze in termini di liquidità e a mantenere le riserve bancarie sopra il livello di allarme.Per il momento, il piano sembra comunque funzionare, con la Reverse Repo Facility che ha visto esborsi non lontani dai 300 miliardi di dollari nell’ultimo mese, vicini all’emissione complessiva di T-Bills da parte del governo nello stesso periodo. (abstract by http://www.moneyfarm.com)

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Comgest: Tecnologia e innovazione di qualità

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

By Zak Smerczak, Analista & Gestore del fondo Comgest Growth World. A maggio i mercati si sono presi una pausa a livello globale, anche se con alcune notevoli differenze tra loro. I titoli tecnologici, nel complesso, hanno registrato buone performance sull’onda dei risultati strepitosi di NVIDIA, che la società ha attribuito a una netta svolta nell’adozione dell’intelligenza artificiale da parte dei suoi clienti.ASML, produttore leader a livello mondiale di macchinari per litografia EUV (ultravioletto estremo) impiegati nella fabbricazione di semiconduttori avanzati, ha segnato un rialzo poiché il mercato ritiene (giustamente, a nostro parere) che la società possa trarre vantaggio dall’aumento generalizzato della domanda di potenza computazionale. Analogamente, Microsoft ha continuato a beneficiare di quella che il mercato considera una posizione di vantaggio nel campo dell’intelligenza artificiale in rapida ascesa. A questo punto, l’esito delle nostre ricerche ci porta a condividere questa visione positiva. Eli Lilly, leader nella cura del diabete, si è rafforzato ulteriormente poiché il mercato guarda con interesse ad alcuni dei prossimi eventi relativi alla gamma di farmaci della società, soprattutto nel trattamento dell’obesità.L’Oréal ha ceduto parte dei forti guadagni realizzati dall’inizio dell’anno, penalizzato dai timori di una ripresa fiacca in Cina e di consumi discrezionali sottotono negli Stati Uniti. Intuit ha pubblicato risultati migliori delle attese e ha rivisto al rialzo le previsioni per l’intero esercizio, ma la divisione di consulenza fiscale ha deluso le aspettative, generando timori che riteniamo ingiustificati. Nike è stata penalizzata dalla debolezza di alcuni comparti dei consumi discrezionali, tra cui gli articoli sportivi. Riteniamo che sia importante continuare a guardare a un’elevata qualità che può contribuire a offrire agli investitori una preziosa visibilità in un contesto globale di incertezza.

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Weekly market outlook

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

A cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investment. L’economia statunitense sta rallentando e sembra destinata a subire una lieve recessione. Il sostegno alla spesa dei consumatori derivante da tutta la liquidità accumulata durante la pandemia – i cosiddetti “salvadanai da Covid” – si è esaurito. I dati diffusi la scorsa settimana lo hanno confermato: la spesa dei consumatori sta crescendo lentamente e il tasso di risparmio è in aumento. La ripresa dei rimborsi dei prestiti agli studenti a settembre, che valgono in media 400 dollari al mese per ogni beneficiario, rappresenterà un ulteriore colpo. Allo stesso tempo, la spinta temporanea all’edilizia abitativa derivante dalla riduzione dei tassi ipotecari all’inizio della primavera e dallo smaltimento delle scorte da parte dei costruttori di case è ormai alle spalle. Il CAPEX è in calo. I dati sull’occupazione sono attesi per venerdì e, qualunque sarà il loro valore, il quadro generale è di rallentamento. L’offerta di manodopera è aumentata, quindi anche una ragionevole crescita dell’occupazione farebbe aumentare la disoccupazione.Allo stesso tempo, l’inflazione è in calo. I prezzi dei beni alimentari e dell’energia si sono ridotti e anche l’inflazione core ha subito un netto rallentamento. Il Federal Open Market Committee (FOMC) si riunirà il 26 luglio per determinare i tassi di interesse, e i dati che si avranno da qui ad allora, in particolare quelli relativi all’IPC e all’occupazione, determineranno se procedere con un ulteriore aumento. In ogni caso, pensiamo di essere vicini al picco. La questione principale è se la Federal Reserve procederà a dei tagli in modo aggressivo nel 2024. Prima del crollo della Silicon Valley Bank a marzo, il mercato prevedeva che il tasso sui Fed funds avrebbe chiuso il 2024 al 4,25%; quest’ultimo è poi sceso precipitosamente al 2,8%, ma da allora si è riportato sopra il 4%. Pensiamo che i tassi statunitensi l’anno prossimo saranno inferiori alle aspettative del mercato, e certamente più bassi di quanto la Fed ci faccia credere.Intanto, nel Regno Unito l’inflazione core è andata nella direzione opposta: attualmente, infatti, è significativamente più alta delle aspettative e, per questo, abbiamo dovuto alzare le nostre previsioni sull’inflazione di fine anno: invece del 3%, ora ci aspettiamo un probabile 4%. Si tratta comunque di un calo notevole, che consentirebbe al Primo Ministro inglese di raggiungere l’obiettivo di dimezzare l’inflazione (che al momento della sua definizione era pari al 10%). I prezzi dell’energia sono già scesi ed entro ottobre le bollette delle famiglie dovrebbero registrare un calo di circa il 20% su base annua, in netto contrasto con gli aumenti di oltre il 200% registrati all’inizio dell’anno. Anche l’inflazione dei prezzi dei beni alimentari dovrebbe ridursi notevolmente, passando dal picco di quasi il 20% di marzo a una sola cifra. Sono in arrivo altre notizie migliori, con anche un calo dell’inflazione dei prezzi dei beni. Gran parte di questo andamento riflette i prezzi internazionali, ma anche la forza della sterlina sta contribuendo. Stimiamo che la debolezza della sterlina stia aggiungendo quasi due punti percentuali all’inflazione attuale; entro Natale questo effetto sarà scomparso.Ma tutto ciò non rappresenta un calo sostenuto dell’inflazione, e la forza della crescita salariale del Regno Unito manterrà la pressione sulla Banca d’Inghilterra affinché aumenti ulteriormente i tassi. Il miglioramento della fiducia sta incoraggiando i consumatori britannici ad attingere ai loro salvadanai da Covid. A differenza dei cugini statunitensi, l’anno scorso i consumatori britannici non hanno speso, spaventati dalla prospettiva di bollette energetiche alle stelle durante l’inverno. Poiché la paura si è attenuata, i consumatori stanno ora spendendo di più. Tuttavia, con il tempo, l’impennata dei tassi ipotecari del Regno Unito frenerà la spesa di quest’ultimi, indebolirà il mercato del lavoro e rallenterà l’inflazione salariale. Tuttavia, riteniamo che uno scenario simile si realizzi nel 2024. Per il momento, la domanda dei consumatori manterrà in vita l’economia britannica.Che cosa significa questo per i mercati? Se abbiamo ragione rispetto a una recessione negli USA, gli asset di rischio si troverebbero in difficoltà. Il dollaro spesso sale in un simile contesto, ma se i differenziali dei tassi di interesse si muoveranno a sfavore degli Stati Uniti, come ci aspettiamo, potrebbe accadere il contrario. In ogni caso, le obbligazioni dovrebbero registrare un aumento. Non prevediamo una profonda recessione negli Stati Uniti, quindi il sell off dei titoli azionari dovrebbe essere limitato e fornire un’opportunità di acquisto, sostenuta dalla prospettiva di tassi di interesse più bassi. Ma la debolezza potrebbe essere evidente prima.

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RBC BlueBay – Obbligazionario emergente: come investire per coglierne a pieno il potenziale

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

A cura di Polina Kurdyavko, BlueBay Head of Emerging Markets e Senior Portfolio Manager, RBC BlueBay. Anche se i mercati e le dinamiche economiche continuano a essere incerte e più rischiose, gli emergenti offrono opportunità durature e interessanti. In effetti, i fondi in valuta locale e valuta forte, i prestiti e i fondi absolute return sono ben posizionati per coglierne il potenziale. Le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse con circa 18 mesi di anticipo rispetto alle banche centrali dei mercati sviluppati e questo ha contribuito a gestire e contenere l’inflazione, che ha già raggiunto il picco nella maggior parte dei Paesi emergenti e in alcuni è già in discesa. I rialzi dei tassi hanno dato fiducia agli investitori nazionali in quei Paesi emergenti che si affidano principalmente al mercato interno per i finanziamenti. Gli investitori, quindi, dovrebbero riflettere con attenzione prima di adottare posizioni corte sulle valute con tassi d’interesse a due cifre. Sul fronte dei bond in valute forte, mentre i rendimenti attesi sono legati al tasso di insolvenza previsto, il tasso di default rimarrà probabilmente a una cifra medio-bassa e gli investitori potrebbero essere ben compensati per l’opportunità offerta dal debito emergente. Il debito sovrano oggi rende poco meno del 9%. Se consideriamo nel complesso due elementi positivi come i rialzi dei tassi d’interesse e i prezzi elevati delle materie prime, con rendimenti prossimi alla doppia cifra sulla valuta forte, possiamo dire che gli investitori stanno vedendo alcune interessanti opportunità d’investimento.Nell’attuale contesto di mercato, l’approccio barbell è una strategia utile per trovare un equilibrio in questa asset class più rischiosa di altre.Propendiamo per un sovrappeso, dunque, su tutto ciò che costituisce la parte del portafoglio che fa “dormire sonni tranquilli”, come il Medio Oriente e i titoli sovrani di alta qualità in America Latina.Non sorprende che un altro vento favorevole per i mercati emergenti sia stato l’elevato prezzo delle materie prime. Questo è importante perché, storicamente, la maggior parte delle crisi dei Paesi emergenti è stata innescata da una crisi della bilancia dei pagamenti.In questo caso invece, i Paesi emergenti hanno registrato un miglioramento delle dinamiche delle partite correnti. Mentre le regioni ricche di petrolio, come il Medio Oriente, ne hanno beneficiato maggiormente, anche i Paesi dell’America Latina stanno registrando un trend positivo nelle eccedenze delle partite correnti grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime.L’altra parte del “metodo barbell” riguarda i crediti recentemente andati in default. Se negli ultimi due anni un Paese è andato in default sul proprio debito sovrano e non ha debiti da pagare nei prossimi due anni, potrebbe offrire rendimenti interessanti, con le probabilità a breve termine di un nuovo default che rimangono basse.Inoltre, i fondi che investono sui prestiti nei mercati emergenti si troveranno in una posizione vantaggiosa, dato che i prestiti sono legati a tassi variabili, che protegge gli investitori dal punto di vista della duration. Si ottiene quindi un premio di illiquidità a due cifre, senza il rischio di credito. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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PGIM Fixed Income: Cina, ripresa tutt’altro che tipica

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Gerwin Bell, Lead Economist per l’Asia del team Global Macroeconomic Research di PGIM Fixed Income. Il metodo tradizionale della Cina di stimolare la crescita quando necessario o desiderato (ad esempio, dopo la crisi finanziaria globale del 2008) ha prodotto benefici a catena in tutta l’economia globale. La Cina ha aperto il rubinetto del credito per stimolare gli investimenti pubblici e privati, questi ultimi particolarmente concentrati nel settore immobiliare. Hard commodities e i beni strumentali necessari per sostenere questi investimenti hanno di conseguenza dato una spinta agli esportatori di materie prime, come Cile, Brasile e Australia, e di beni strumentali, come quelli della Germania e dell’Europa orientale.L’aumento contenuto dell’attività di consumo della Cina è stato accompagnato da una moderazione dei suoi indicatori tradizionali di investimento, come la domanda di hard commodities, tra cui il rame, il minerale di ferro e il cemento, e dell’attività commerciale con l’Europa. Osservando il quadro degli eventi, le autorità cinesi hanno lanciato un’iniziativa al Congresso del Partito Comunista dell’ottobre2022 per rilanciare il settore con vari incentivi. Tuttavia, ciò ha prodotto solo miglioramenti temporanei ai margini (ad esempio, il completamento di edifici già avviati) e la domanda sembra già indebolirsi a metà dell’anno ancora in corso. È improbabile che il mercato immobiliare cinese riceva un sostegno significativo dal mercato del lavoro, che è peggiorato in modo significativo, soprattutto per i giovani e per i laureati. Infatti, il tasso di disoccupazione giovanile è salito a un picco storico di oltre il 20% – questo prima che oltre 10 milioni di nuovi laureati entrino nel mercato del lavoro alla fine dell’estate del 2023. I punti precedenti sollevano la questione del perché la Cina non torni ai metodi di ripresa economica già sperimentati. In linea di massima, i rendimenti ridotti e i rischi crescenti di questi metodi hanno reso le autorità riluttanti a perseguirli. Partendo dal livello macro, inondando ripetutamente l’economia di credito, la Cina si è posta in un dilemma ciclico di debito. Un rapporto debito/PIL di circa il 300%, con un tasso d’interesse medio intorno al 5%, produce una spesa annua per interessi pari al 15% del PIL, a fronte di un tasso di crescita del PIL nominale del Paese che di recente è stato del 6%-8%. Pertanto, da un punto di vista creditizio fondamentale, la spesa annua per interessi della Cina è doppia rispetto alla crescita organica del PIL: non è mai una bella storia quando un mutuatario deve contrarre ulteriore debito solo per pagare gli interessi. Tuttavia, i fattori di crescita a medio termine della Cina appaiono sempre più deboli, in quanto costituiti da un eccesso di capacità manifatturiera e da un deterioramento della demografia in presenza di un rapido invecchiamento della popolazione. Un modo per valutare questi fattori di crescita è la produttività totale dei fattori, ossia l’efficacia con cui un Paese utilizza le proprie risorse per generare crescita. Questa misura è diminuita rapidamente in Cina negli ultimi 10 anni.Dato che i principali fattori fondamentali della crescita cinese a medio termine si stanno indebolendo, la nostra previsione del PIL per il 2024 indica una moderazione al 4,5% che probabilmente continuerà. Nell’arco di cinque anni, la crescita del Paese potrebbe avvicinarsi al suo potenziale, leggermente inferiore al 4%, per poi ridursi a meno del 3% nei prossimi 10 anni. Per quanto riguarda la sfera geopolitica, le crescenti tensioni tra Cina e Stati Uniti hanno certamente un peso nella nostra visione. Gli sviluppi nel Mar Cinese Meridionale forniscono un esempio del perché non vediamo un miglioramento delle condizioni a breve. Se la leadership cinese considera il Paese come una potenza globale emergente – ritornando a una posizione che occupava in epoca preindustriale – questa proiezione è evidente a livello regionale nell’espansione navale e nella costruzione di isole nel Mar Cinese Meridionale, che è un’importante rotta di navigazione globale. Tuttavia, gli Stati Uniti e i loro alleati regionali continuano a opporsi a questa espansione. Questi punti di vista non allineati – la convinzione della Cina di avere il diritto di rafforzare la propria presenza regionale e le intenzioni degli Stati Uniti di mantenere le norme internazionali del secondo dopoguerra – sono alla base dell’escalation delle tensioni. In un contesto economico, la tensione geopolitica è evidenziata dal crescente divario tecnologico tra la Cina e gran parte del mondo sviluppato, che esita sempre più a condividere con la Cina i progressi e i dati. Sebbene la Cina rappresenti un mercato importante, il divario espone la Cina al rischio di diventare un’isola tecnologica e di dati, con le relative implicazioni per la crescita.Con il perdurare del dibattito e dell’incertezza sulla direzione dell’economia globale, la Cina non sarà più il motore della crescita che traghetterà l’economia mondiale in generale fuori da ogni stagnazione. Nel medio termine, infatti, l’indebolimento dei fondamentali e l’enfasi sui consumi interni potrebbero comportare un ritmo di crescita che converge rapidamente con il mondo sviluppato. Il secondo punto riguarda la prospettiva che, con il tempo, lo yuan cinese sostituisca il dollaro statunitense come valuta di riserva mondiale. In effetti, il conto capitale della Cina è strettamente controllato, il che non è qualcosa a cui gli investitori globali sono abituati, o che desiderano, quando impiegano capitali all’estero. Pertanto, per il prossimo futuro, lo yuan non rappresenta una minaccia per il primato del dollaro, soprattutto se la ripresa della Cina assume una forma diversa da quelle del passato. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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Schroders – Turchia e Grecia: geograficamente vicine, economicamente distanti

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

A cura di Andrew Rymer, CFA, Senior Strategist, Strategic Research Unit, e Rollo Roscow, Emerging Markets Fund Manager, Schroders, Pur essendo vicine dal punto di vista geografico, da quello economico il contrasto tra Grecia e Turchia non potrebbe essere più netto.Nel contesto degli investimenti azionari nei mercati emergenti a livello globale si tratta di mercati piccoli, ma nell’ultimo decennio le vicende legate a queste due economie hanno fatto notizia. Oggi la Grecia rappresenta una storia di ripresa economica sostenuta da riforme strutturali a lungo termine, mentre la Turchia deve affrontare un urgente aggiustamento economico per evitare una crisi ancora più profonda. Le condizioni macroeconomiche in Grecia ora sono molto più stabili, e il calo dei prezzi dell’energia negli ultimi nove mesi è stato di supporto. Nel frattempo, i finanziamenti dell’Unione Europea, nell’ambito del Piano di ripresa e resilienza, forniranno 30,5 miliardi di euro tra il 2022 e il 2026, suddivisi in 17,77 miliardi di euro di sovvenzioni e 12,73 miliardi di euro di prestiti. La Grecia punta al Net Zero entro il 2050. La bozza del Piano nazionale per l’energia e il clima, pubblicata all’inizio di quest’anno e attualmente in fase di consultazione, prevede un aumento significativo della produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Il turismo rimane un importante motore di crescita e si stima che contribuisca direttamente al 20% del Pil. L’anno scorso, la Grecia è uscita dalla sorveglianza fiscale dell’Ue, in vigore da 12 anni nell’ambito degli accordi di salvataggio. La mossa ha fornito al governo una maggiore flessibilità nella spesa di bilancio. L’obiettivo dell’avanzo primario (al lordo dei costi di interesse) è stato abbandonato e la politica fiscale può essere allentata.In Turchia, le prospettive di crescita economica a lungo termine sono sostenute da una popolazione giovane e in crescita. La sua vicinanza ai mercati del Medio Oriente e del Nord Africa, che offrono anch’essi un’opportunità di crescita a lungo termine, potrebbe inoltre fornire interessanti opportunità per le esportazioni. Tuttavia, l’elevato livello di debito in valuta estera del settore aziendale, in particolare delle banche, dovrà essere ristrutturato e c’è un elevato rischio di rollover del debito estero. Sebbene sia diminuita negli ultimi mesi, l’inflazione rimane non ancorata, con un tasso nominale vicino al 40%. Il tasso di riferimento della politica monetaria si attesta ora al 15%, dopo essere stato aumentato dall’8,5% sotto la guida del nuovo governatore della banca centrale. Anche se un ritorno a una politica più ortodossa sarebbe benvenuto, l’indipendenza della banca centrale è stata compromessa negli ultimi anni e la credibilità richiederà tempo per essere ripristinata, supponendo che nel frattempo la politica segua un percorso convenzionale. Negli ultimi anni, la percezione del rischio della Grecia è diminuita in modo significativo. Una politica fiscale più controllata è stata positiva. Il ritorno di Nuova Democrazia nel 2019 ha dato maggiore fiducia riguardo alla sostenibilità finanziaria. Di conseguenza, il costo dell’assicurazione del debito greco è diminuito ed è ora inferiore persino a quello dell’Italia. Per contro, il costo dell’assicurazione del debito turco è triplicato negli ultimi cinque anni. Tra le due economie, continuiamo a privilegiare la Grecia. Le prospettive di crescita economica sono solide, grazie al sostegno del Fondo di ripresa dell’Ue, e le valutazioni del mercato in aggregato rimangono interessanti. Sebbene in Turchia si stiano adottando le prime misure per adeguare le policy e portare l’economia su basi più sostenibili, permangono rischi significativi. Nel frattempo, i mercati si interrogheranno sulla longevità di questo impegno. Dall’altra parte dell’Egeo, le prospettive sono le più rosee da oltre 15 anni. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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La Rai riparte

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

“Con l’approvazione dei palinsesti e dello schema di contratto di servizio, inizia ufficialmente il nuovo corso della Rai, improntato al pluralismo per la costruzione di un nuovo immaginario della cultura nazionale. Queste partite, che di solito richiedono mesi di attesa, oltre ad essere state risolte in poco tempo, hanno riscosso un ampio consenso nel Cda, con un solo voto contrario. Commenteremo i palinsesti e il nuovo corso quando saranno pubblicati, ma si può dire che Roberto Sergio e Giampaolo Rossi stanno ripristinando un servizio pubblico di livello e non dichiaratamente a favore di una parte politica, realmente plurale e capace di competere con i grandi broadcaster.” Così dichiara il Presidente della Commissione Editoria della Camera e deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone.

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Il richiamo della montagna

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Sabato 8 luglio un incontro al Rifugio Alpino Toesca. Andare a vivere lontano dalla città e sulle montagne è una prospettiva che, anche a causa dei cambiamenti di questi anni, attrae molte persone: richiede però un’attenta valutazione rispetto al nuovo stile di vita e un progetto solido, anche dal punto di vista economico. Per questo la Città metropolitana di Torino, in collaborazione con il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino e con Social Fare, il Centro per l’Innovazione Sociale, lavora da tempo al progetto “Vivere in montagna”. Dopo l’apertura di uno sportello informativo e l’organizzazione degli incontri “Scuola di Montagna”, il prossimo appuntamento nell’ambito del progetto è “Il richiamo della montagna”, un evento previsto sabato 8 luglio a partire dalle 14,30 a Bussoleno, in Val di Susa, al Rifugio Alpino Toesca.Un’opportunità imperdibile per approfondire il significato di una esperienza di vita nelle terre alte, per riflettere e stimolare l’emersione di nuove domande e spunti utili a coloro che stanno pensando di spostare la propria vita in montagna. All’incontro Andrea Membretti, sociologo del Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università degli Studi di Torino, dialoga con Paolo Costa, filosofo e autore de “L’arte dell’essenziale – Un’escursione filosofica nelle terre alte”.

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Nuovo libro di Andrea Riccardi “Il grido della Pace”

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

E’ una riflessione di grande attualità sulla necessità di creare una cultura della pace e un movimento spirituale e sociale che metta la pace al centro dell’interesse e della politica. La guerra in Ucraina e tanti altri conflitti nel mondo infatti, significano sempre distruzione, morte e caos, e scatenano le forze peggiori.

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Stop a green pass riconosciuti all’estero

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

“Incremento di certificazioni emesse, rispetto al giorno precedente: zero”. Dal 1° luglio è così. Il Ministero della Salute dgc.gov.it non rilascia più certificazioni Covid digitali riconosciute all’estero per nuovi eventi di vaccinazioni, test o guarigione da Covid 19. È infatti scaduto il regolamento UE 953/2021 che fissava il quadro per il rilascio del Eu Digital Covid Certificate (Eu-Dcc). In poco più di due anni, da maggio 2021, il Ministero della Salute in Italia ha emesso attraverso la piattaforma nazionale 341 milioni e mezzo di certificati di avvenuta vaccinazione o guarigione o test negativo. Restano ancora utilizzabili i certificati con validità in corso ma il loro riconoscimento fuori dai confini potrebbe non essere garantito: ad esempio in caso di scadenze tecniche del certificato di firma. In Italia, la Certificazione Eu-Dcc è emessa solo attraversola Piattaforma nazionale del Ministero della Salute,in formato sia digitale sia cartaceo. «Il sito ministeriale dice che le Asl possono fornire la certificazione in inglese, ma non c’è alcun applicativo per tradurre il certificato vaccinale degli hub o dei servizi d’igiene aziendali o della farmacia, né i green pass fin qui emessi dal Ministero erano in lingua inglese. Non è la sola complicazione. Il certificato di avvenuta vaccinazione è solo una delle possibilità, ci sono anche guarigioni, tamponi negativi, ed esenzioni: tutti i dati prima ancora che alla dogana del paese d’approdo ora passano per la compagnia aerea. Davvero non ci sono problemi di privacy? Infine, potrebbe accadere che le Asl invitino a far scaricare il certificato anche al di fuori dei canali interni (Servizi di igiene e prevenzione, sportelli aziendali) e cioè al medico curante. Ma l’emergenza è finita e nella nostra convenzione non è previsto questo compito, che -osserva Pirro -pur “sporadico” richiede tempo e richiederebbe quindi un compenso da trattare fra regioni e sindacati. Senza contare altri problemi di “contorno”: i paesi di destinazione in genere prevedono date di validità nazionali per i green pass, non coordinate con la scadenza europea. Gli ultimi non hanno scadenza, molti cittadini si sono vaccinati l’ultima volta mesi e mesi fa. Rischiamo una situazione difficile da governare anche se per ora riguarda pochi». (Abstract by Doctornews33)

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Tamponi e test diagnostici in farmacia

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Continuano ad aumentare in farmacia, almeno in alcuni territori, le richieste di test diagnostici che prevedono il prelevamento di campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo, tra cui quello per la rilevazione dello streptococco, o di sangue capillare. La normativa che si è susseguita durante la crisi pandemica ha apportato significative innovazioni al quadro relativo alla farmacia dei servizi e alle prestazioni che le farmacie possono effettuare, in particolare in relazione ai test diagnostici. Si tratta di un impianto che è stato messo a regime, svincolandolo dal contesto emergenziale e andando ad “ampliare, di fatto, le prestazioni professionali del farmacista”. Come sottolinea un recente approfondimento di Federfarma, “tale disciplina ha superato il concetto di autodiagnosi, consentendo al farmacista di utilizzare dispositivi ad uso professionale per l’effettuazione del prelievo di sangue capillare e il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo, che non siano stati espressamente destinati dal produttore ad attività di laboratorio”. A fronte di una domanda in crescita da parte dei cittadini, a ogni modo, sono sempre di più i farmacisti che si stanno interessando al tema e che avanzano interrogativi, in particolare su quali siano i test permessi. “I dispositivi ad uso professionale utilizzabili in farmacia” continua la comunicazione “sono i cosiddetti near patient testing (NPT) o point of care test (POCT). Si tratta di dispositivi medici per analisi decentrate, identificati – articolo 2 dell’IVDR – come qualsiasi dispositivo che non sia destinato all’autotest ma all’esecuzione di test al di fuori di un ambiente di laboratorio, generalmente vicino o al fianco del paziente da parte di un operatore sanitario. Tali test diagnostici ad uso professionale sono utilizzabili autonomamente dal farmacista in farmacia”, a condizione che i “relativi referti non debbano essere firmati da un medico di laboratorio o da altro professionista, all’interno del laboratorio, specificamente individuato (come per esempio il direttore tecnico di laboratorio, che può essere solo ed esclusivamente un medico, un biologo o un chimico)”. Ma quali sono gli adempimenti collegati all’effettuazione dei test? “Per i dispositivi ad uso professionale utilizzabili in farmacia, il farmacista deve consegnare obbligatoriamente il referto o l’esito, sulla base di quanto previsto nel Protocollo, senza tuttavia effettuare alcuna attività di diagnosi. EÌ buona prassi ricordare al cittadino che l’esito del test deve essere visionato dal medico curante, per le valutazioni e le diagnosi del caso”. In merito poi alla fase di somministrazione, un aspetto importante riguarda il consenso informato. Al riguardo, è opportuno “munirsi della prova” scritta “dell’espressione del consenso da parte del cittadino”, utilizzando il modulo predisposto. By Francesca Giani in abstract fonte: Farmacista33

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Mostra Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Torino Martedì 18 luglio 2023, h.12.00 via delle Rosine 18 CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. Si compone di oltre 200 immagini ed è curata dal direttore artistico di CAMERA Walter Guadagnini e dalla curatrice Monica Poggi, presenta la carriera di Dorothea Lange (Hoboken, New Jersey, 1895 – San Francisco, 1965), autrice che è stata, come scrisse John Szarkowski, “per scelta un’osservatrice sociale e per istinto un’artista”. Il percorso di mostra, visitabile dal 19 luglio all’8 ottobre a CAMERA a Torino, si concentra in particolare sugli anni Trenta e Quaranta, picco assoluto della sua attività, periodo nel quale documenta gli eventi epocali che hanno modificato l’assetto economico e sociale degli Stati Uniti. Fra il 1931 e il 1939, il Sud degli Stati Uniti viene infatti colpito da una grave siccità e da continue tempeste di sabbia, che mettono in ginocchio l’agricoltura dell’area, costringendo migliaia di persone a migrare. Dorothea Lange fa parte del gruppo di fotografi chiamati dalla Farm Security Administration (agenzia governativa incaricata di promuovere le politiche del New Deal) a documentare l’esodo dei lavoratori agricoli in cerca di un’occupazione nelle grandi piantagioni della Central Valley: Lange realizza migliaia di scatti, raccogliendo storie e racconti, riportati poi nelle dettagliate didascalie che completano le immagini. È in questo contesto che realizza il ritratto, passato alla storia, di una giovane madre disperata e stremata dalla povertà (Migrant Mother), che vive insieme ai sette figli in un accampamento di tende e auto dismesse.La crisi climatica, le migrazioni, le discriminazioni: nonostante ci separino diversi decenni da queste immagini, i temi trattati da Dorothea Lange sono di assoluta attualità e forniscono spunti di riflessione e occasioni di dibattito sul presente, oltre a evidenziare una tappa imprescindibile della storia della fotografia del Novecento. La mostra offre quindi ai torinesi e ai turisti un’occasione imperdibile per conoscere meglio l’autrice di una delle immagini simbolo della maternità e della dignità del XX secolo e interrogarsi sul presente.

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Decreti Pa e omnibus: fisco, giustizia, lavoro e sport

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Questi i temi del prossimo Focus di Norme & Tributi Dalla rottamazione delle cartelle alla criptovaluta e ai nuovi esami per avvocati e professionisti, fino alle misure per attutire i rincari dei prezzi nell’edilizia in uscita con Il Sole 24 Ore giovedì 6 luglio. Un’analisi dei principali contenuti dei due importanti decreti legge entrati in vigore a maggio e a giugno, che hanno toccato moltissime materie. Da cosa succede nella rottamazione delle cartelle dopo la scadenza del 30 giugno alla rivalutazione delle criptoattività e ai nuovi esami per avvocati e professionisti. Passando per le nuove norme fiscali per lo sport e il Terzo settore, le novità sulla giustizia, quelle su agricoltura e zootecnia, le misure per attutire i rincari dei prezzi nell’edilizia e le nuove assunzioni nella pubblica amministrazione.

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Guida del Sole 24 Ore VIAGGI DEL SOLE. Le mete in Italia e all’Estero e i diritti del turista

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

È in uscita con il quotidiano venerdì 7 luglio. Il Sole24Ore propone una serie di mete estive per le vacanze proponendo sia gli aspetti meno noti delle mete turistiche più gettonate che quelli ancora sconosciuti, da conoscere con il ritmo lento della scoperta.

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Presentazione stampa di ContemporaneaMente Gualdo Tadino • Festival in Umbria dell’arte contemporanea

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Roma lunedì 10 luglio 2023, alle ore 11.30, presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura (via del Collegio Romano 27), la presentazione stampa di ContemporaneaMente Gualdo Tadino • Festival in Umbria dell’arte contemporanea. Interverranno: Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino; Catia Monacelli, direttrice del Polo Museale di Gualdo Tadino e curatrice del Festival; Cesare Biasini Selvaggi, curatore del Festival. Il Festival si svilupperà in più fasi a partire dal mese di agosto. Da settembre le giornate studio: • Musei e territorio tra presente e futuro, dalle strategie di management e direzione artistica alle pratiche artistiche, i processi partecipativi, le politiche pubbliche, i mediatori e le comunità • Quale futuro per il giornalismo culturale? Dalla carta al web e i social, dall’Intelligenza artificiale a IoT e social networking, dai pubblici ai prodotti culturali, a confronto giornalisti, editori, studiosi

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“Intelligenza artificiale grande sfida ma l’uomo deve rimanere al centro”

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

“L’intelligenza artificiale è sicuramente una delle frontiere più affascinanti per le imprese, una grande sfida che deve però comportare un sforzo di investimento enorme per mantenere l’uomo al centro”.A dirlo è Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione italiana donne e dirigenti d’azienda (Aidda), che ha partecipato all’Assemblea di Assolombarda dove sono intervenuti la premier Giorgia Meloni e il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi.“Sempre più imprese usano l’intelligenza artificiale – spiega Giachetti – ma è importante che questo avvenga dentro una prospettiva strategica chiara, che non rincorre l’innovazione tecnologica fine a se stessa ma la utilizza a servizio dell’uomo e la trasforma in un fattore reale di creazione di valore. Sulla strada del progresso non dobbiamo mai perdere di vista che deve essere l’uomo e la legge della Vita che reggono il timone della tecnologia, e nella legge della Vita la dimensione della cura è valore centrale e ricordiamo che solo una significativa presenza del genere femminile nel sistema delle decisioni può dare garanzia di presenza effettiva di tale dimensione”.“Per noi imprenditrici – sottolinea la presidente di Aidda – le valorialità non sono rappresentate solo dalle donne che occupano ruoli importanti all’interno delle imprese, ma rappresentano un concetto più ampio, che implica adottare la dimensione della “cura” nelle scelte di ogni giorno e avere la consapevolezza che tutto è interconnesso nella vita”.

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Caritas Internationalis si unisce all’appello delle Chiese etiopi nell’esortare l’Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID)

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

E il Programma Alimentare Mondiale (PAM) a riprendere immediatamente la distribuzione degli aiuti alimentari. Tali aiuti sono stati sospesi il 30 marzo 2023 nella regione del Tigray, dopo che grandi quantità di cibo destinate alla popolazione erano state dirottate e vendute sul mercato locale. La sospensione è stata poi estesa all’intero territorio etiope all’inizio di giugno. «Per tre mesi, milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria sono state private del cibo, con conseguente peggioramento delle condizioni di salute e di sicurezza di coloro che già soffrono gravi traumi e privazioni a seguito di una guerra in atto da due anni e di una prolungata siccità», sottolinea il Segretario Generale di Caritas Internationalis, Alistair Dutton. Sebbene continuino gli altri aiuti vitali, tra cui i programmi di nutrizione per le donne e i bambini, l’acqua potabile e il sostegno alle attività agricole e allo sviluppo, la sospensione delle distribuzioni di cibo sta minacciando ulteriormente le vite, soprattutto per le persone anziane o in cattive condizioni di salute, i bambini e gli sfollati interni. «Le persone stanno morendo di fame. Nelle ultime settimane, centinaia di persone sono morte nella regione settentrionale del Tigray, in Etiopia, a causa della carenza di cibo. Questo non è né umano né morale», continua Dutton. Il furto e la corruzione negli aiuti alimentari non devono essere tollerati e i responsabili devono essere chiamati a risponderne. È necessario condurre un’indagine approfondita e mettere in atto meccanismi di responsabilità trasparenti per evitare future sottrazioni di aiuti. «Ma non possono essere le persone innocenti a soffrire nel frattempo», aggiunge il Segretario Generale della Confederazione Caritas, notando come l’imperativo umanitario impone che la preoccupazione principale debba essere quella dei milioni di etiopi in condizione di grave insicurezza alimentare, che dipendono dall’assistenza umanitaria, e che non devono essere costrette a pagare per gli abusi commessi da altri. La Confederazione Caritas fa eco agli appelli di diversi leader religiosi etiopi. In una lettera congiunta indirizzata al governo dell’Etiopia, a USAID e al Programma alimentare mondiale, il Cardinale Berhaneyesus (Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica dell’Etiopia) e il Reverendo Kes Yonas (Presidente della Chiesa Evangelica Mekaneyesus dell’Etiopia) affermano che ulteriori ritardi nella consegna del supporto alimentare porterebbero solo ad un’ulteriore catastrofe umanitaria. Abune Mathias, Patriarca della Chiesa ortodossa etiope Tewahedo, sottolinea inoltre come la sospensione di questo sostegno vitale stia causando gravi sofferenze alla popolazione a causa della grave insicurezza alimentare. Il vescovo cattolico di Adigrat, monsignor Tesfaselassie Medhin, ha dichiarato che la morte di centinaia di persone per fame non può essere il prezzo da pagare per adeguare il sistema. Pertanto, Caritas Internationalis si unisce alla richiesta dei leader religiosi etiopi a USAID e al PAM di riprendere immediatamente la distribuzione degli aiuti alimentari ed evitare le prevedibili conseguenze devastanti per coloro che hanno il diritto di ricevere gli aiuti. «L’USAID e il PAM hanno annunciato che l’assistenza alimentare sarà ripresa solo quando saranno in atto forti misure di monitoraggio, ma le persone non possono aspettare. Gli aiuti alimentari devono raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno adesso. Ogni singolo giorno può fare la differenza», afferma Dutton.

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Caritas: Usaid, WFP Food Aid suspension in Ethiopia is “Neither humane nor moral”

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Caritas Internationalis joins the appeal of Cardinal Berhaneyesus, Rev. Kes Yonas, Patriarch Abune Mathias, and Rev. Bishop Tesfaselassie Medhin in urging US Agency for International Development (USAID) and World Food Programme (WFP) to resume life-saving food distribution immediately. The food aid was suspended on the 30th of March 2023 in the Tigray region after “widespread and systemic” diversion of large amounts of food meant for hungry people was discovered. The pause was extended to the entire Ethiopian territory in early June. “For three months, millions of people in need of vital assistance have been deprived of food, drastically reducing the health and security of those already suffering from severe trauma and deprivation following a two-year war and prolonged drought,” stresses Caritas Internationalis’ Secretary General, Alistair Dutton. Even if other vital assistance, including nutrition programs for women and children, safe drinking water and support for agricultural activities and development, is continuing, the suspension of food distributions is threatening lives even further, especially for the people who are elderly or in poor health, children and IDPs. “People are starving to death. In recent weeks, hunger has killed hundreds of people in Ethiopia’s northern Tigray region as result of food shortage. This is neither humane nor moral,” continues Dutton. Theft and corruption in food aid must not be tolerated, and the people responsible should be brought to account. A thorough investigation must take place, and robust and transparent accountability mechanisms must be put in place to prevent future diversion. “But innocent people cannot be the ones that suffer in the meantime,” adds the Secretary General Caritas Confederation, stating that humanitarian imperative dictates that the primary concern needs to be the millions of hungry people in Ethiopia who depend on principled humanitarian assistance, and they must not be made to pay for the egregious abuses committed by others. Caritas echoes the appeals of several Ethiopian religious leaders. In a joint letter addressed to the Government of Ethiopia, USAID and the WFP, Cardinal Berhaneyesus (President of the Catholic Bishops’ Conference of Ethiopia) and Rev. Kes Yonas (President of the Mekaneyesus Evangelical Church of Ethiopia) say that further delays in the delivery of food support would only lead to further catastrophe for those in need. Abune Mathias, Patriarch of the Ethiopian Orthodox Tewahedo Church, also stresses how suspending this vital support is resulting in severe suffering of people due to hunger. The Catholic Bishop of Adigrat, Tesfaselassie Medhin, said the deaths of hundreds of people due to starvation cannot be the price to pay to fix the system. Therefore, Caritas joins the Ethiopian religious leaders’ plea to USAID and WFP to immediately resume food aid distributions to avoid the predictable devastating consequences for those who have the right to receive aid. “While USAID and WFP announced that food assistance will only be resumed when strong monitoring measures are in place, people cannot wait. Vital aid must reach all those in need now. Every single day counts,” says Dutton.

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Voli aerei costosi: Le inutili iniziative del governo

Posted by fidest press agency su giovedì, 6 luglio 2023

Quando ormai i buoi sono scappati dalla stalla, ecco che Mister Prezzi, figura governativa per “vigilare sul corretto andamento dei listini e dei prezzi sul mercato” convoca le compagnie aeree per chiedere loro “come mai i vostri prezzi sono lievitati di circa il 30%”, Mentre non si capisce a che possa servire questo incontro visto che la stagione di punta è ormai tutta piena, sappiamo già quale sarà la risposta dei vettori aerei: “tutto costa di più, anche il carburante perché ora, che i mercati all’ingrosso sono in forte calo, utilizziamo quello di diversi mesi fa quando la situazione era il contrario di oggi”. Ma, si sa, farsi belli dicendo di fare gli interessi dei consumatori è uno sport preferito da molti. E Mister Prezzi è proprio una di quelle figure che, senza poteri, riferisce cosa succede e che tutti già sanno, ma siccome lo dice lui… capirai… Risultato? Nulla, assolutamente nulla.Il problema dei prezzi alle stelle è affrontato in modo completamente sbagliato. Non è rivolgendosi alle specifiche categorie che si ottiene qualcosa, ma modificando i meccanismi che portano a far lievitare i prezzi nel mercato. Iniziativa che spetta a legislatore e governo che, in merito, se ne stanno non solo lavando le mani, ma ci stanno anche prendendo in giro facendoci credere che il fatto che Mister Prezzi confermi che i prezzi siano alti, sia di per sè un passo verso la soluzione. Occorre andare alla radice dei problemi, cioè liberalizzare ancora di più e defiscalizzare: creare, cioè, il terreno perchè le esigenze degli imprenditori possano essere soddisfatte grazie ad una minore fiscalità, e perché tra gli imprenditori si crei maggiore concorrenza con, per esempio, l’emersione di chi considera di investire sulle offerte a costi più contenuti. Oggi, a luglio iniziato, quanto viene fatto non serve a nulla. Che quand’anche il governo dovesse finalmente capire che bisogna agire sulla leva fiscale, i risultati si vedrebbero solo fra molti mesi. Occorre non fare le politiche per propaganda della propria presunta bellezza ma, andando alla radice dei problemi, cambiando e levando gli ostacoli per l’armonia del mercato tra produttori e consumatori. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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