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Archive for 13 luglio 2023

T. Rowe Price – Banche centrali: gli atteggiamenti falco potrebbero provocare una recessione

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Arif Husain, Head of International Fixed Income and Chief Investment Officer, Fixed Income, T. Rowe Price.Potremmo incappare in un errore di policy monetaria globale? Le recenti posizioni falco assunte da alcune delle principali banche centrali dei mercati sviluppati rendono questa domanda pertinente. Esiste il rischio concreto che queste banche centrali possano irrigidirsi eccessivamente nel tentativo di contenere l’inflazione contribuendo a spingere l’economia globale verso la recessione, oltre a indurre una recessione dei mercati finanziari. La banca centrale cinese, dall’altro lato, potrebbe commettere un altro tipo di errore, non allentando la politica a sufficienza per sostenere l’economia del Paese.La Bce ha fornito quello che probabilmente è l’esempio recente più evidente di una posizione estremamente falco da parte di una grande banca centrale. Nella riunione di giugno, ha aumentato i tassi di 25 punti base e la Presidente Christine Lagarde ha dichiarato di aspettarsi un altro rialzo a luglio. L’aspetto più significativo è che la Bce ha sorpreso i mercati alzando le previsioni sull’inflazione per il 2025, fatto che ha dato un segnale fortemente ribassista. In seguito alla revisione delle previsioni di aumento dell’inflazione, riteniamo che la Banca centrale europea potrebbe addirittura procedere a un nuovo rialzo nella prossima riunione di settembre. Tuttavia, come la maggior parte delle banche centrali, la Bce non ha una solida esperienza nel prevedere con precisione l’inflazione, per cui c’è la possibilità netta che l’inflazione possa essere inferiore alle previsioni, con conseguente eccessivo irrigidimento della politica monetaria. La Fed ha indicato che prenderà in considerazione gli effetti cumulativi dell’inasprimento delle politiche al momento di stabilire di quanto aumentare ancora i tassi, segnalando che probabilmente passerà più tempo tra un rialzo e l’altro. Sarà sufficiente per evitare una recessione? La vischiosità dell’inflazione core statunitense e il focus della Fed sul ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% potrebbero facilmente indurla a spostare i tassi troppo in alto e ad essere lenta a tagliare quando l’economia entrerà in recessione. La BoE sembrava posizionata dalla parte giusta quando è stata una delle prime banche centrali dei mercati sviluppati ad aumentare i tassi dopo il rimbalzo economico del 2020 dalla recessione indotta dalla pandemia. Tuttavia, ha poi adottato un atteggiamento rilassato per gran parte del 2022. Di conseguenza, è rimasta indietro nella lotta all’inflazione e l’inflazione dei prezzi al consumo nel Regno Unito è schizzata ben oltre il 10%. Ora i lavoratori del settore pubblico nel Regno Unito chiedono massicci aumenti di stipendio, sollevando il timore che possa instaurarsi una spirale salari-prezzi. Invece di alzare troppo i tassi, la Cina potrebbe non tagliarli in modo abbastanza aggressivo per sostenere la crescita economica. A giugno la PBOC ha abbassato il tasso sui prestiti a medio termine a un anno di soli 10 punti base, il primo taglio dall’agosto 2022. Sebbene abbia seguito con tagli minori i tassi di riferimento sui prestiti a uno e cinque anni, l’economia cinese sta palesemente vacillando dopo l’ondata di politiche post-zero-Covid e potrebbe avere difficoltà a raggiungere anche l’obiettivo di crescita annuale relativamente modesto del 5% che il governo ha fissato per il 2023. Al contrario, alcune banche centrali dei mercati emergenti stanno riuscendo a ridurre l’inflazione dopo aver aumentato i tassi in modo più rapido e significativo. Le banche centrali di paesi come il Brasile stanno ora prendendo in considerazione tagli dei tassi, il che ci porta a chiederci se le obbligazioni in valuta locale di questi paesi siano prezzate con un premio al rischio eccessivo e se i titoli sovrani dei mercati sviluppati abbiano un premio al rischio sufficiente. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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Schroders migliora i processi di investimento quantificando la gestione del capitale umano

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

Schroders annuncia la nascita di un nuovo modello di analisi per misurare il valore creato dal capitale umano. Il modello include una serie di metriche contabili quantitative che possono essere utilizzate, insieme a tecniche qualitative, per consentire agli investitori di comprendere meglio come la gestione del capitale umano possa contribuire ai ritorni e alla produttività di una società. Realizzata con il supporto accademico dell’Oxford Rethinking Performance Initiative presso la Saïd Business School dell’Università di Oxford e del California Public Employees’ Retirement System (CalPERS), l’analisi conferma che il capitale umano è un chiaro motore della produttività e della redditività aziendale e che le aziende con solidi modelli di gestione del personale creano rendimenti e valore più elevati per gli investitori.Di seguito alcuni dei principali risultati della ricerca: Possiamo definire e misurare in cosa consistano le ricadute di una buona gestione del capitale umano e perché vediamo ragioni strutturali e cicliche per concentrarsi su questo aspetto nel contesto attuale. I ritorni del capitale umano sono positivamente correlati con ritorni prospettici superiori (rispetto a un determinato benchmark o un indice) su più orizzonti temporali e nella maggior parte dei settori, anche dopo aver considerato il ritorno del capitale investito e aggiustato per una serie di fattori La gestione del capitale umano può avere molteplici conseguenze sui bilanci delle società Ciò detto, c’è un elemento di rischio nel focalizzarsi eccessivamente su una misurazione oggettiva del capitale umano. La sua analisi deve necessariamente combinare una valutazione qualitativa con una quantitativa. Con i KPI per identificare una buona gestione del capitale umano, possiamo considerare i driver del cambiamento e mostrare come ottimizzare la produttività del capitale umano. Maggiori informazioni sulla ricerca e i suoi risultati sono disponibili qui. Questo strumento si aggiunge all’Engagement Blueprint di Schroders. Ulteriori informazioni su Schroders sono disponibili al sito http://www.schroders.com.

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J. SAFRA SARASIN: Messico, quanto durerà lo status di beniamino del mercato?

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Mali Chivakul, Emerging Markets Economist di J. Safra Sarasin.Dalla fine del 2022, il peso messicano (MXN) si è apprezzato dell’11,2% e le azioni messicane hanno guadagnato il 12,5%. I rendimenti delle obbligazioni in valuta locale (benchmark a 10 anni) sono scesi di 100 pb dai picchi di novembre.Prevediamo che l’inflazione continui la sua tendenza al ribasso. L’inflazione headline a maggio ha raggiunto il 5,8%, grazie al calo dei prezzi dell’energia e di altri beni non essenziali. L’inflazione core, tuttavia, si è dimostrata più rigida. La rilevazione dell’inflazione core di maggio, pari al 7,4% a/a (0,32% su base mensile), indica una graduale riduzione dello slancio sequenziale (dallo 0,52% su base mensile di marzo). Non ci aspettiamo che l’inflazione core scenda rapidamente, dato che il mercato del lavoro continua a essere rigido. La crescita dei salari reali è ancora elevata, mentre il tasso di disoccupazione è in costante calo.La forte domanda interna ha spinto il PIL del primo trimestre al 3,7% annuo, battendo le aspettative. Gli investimenti fissi lordi in macchinari e attrezzature sono stati particolarmente forti, a testimonianza del boom del settore manifatturiero. Prevediamo che la forte attività si protrarrà anche nel 2° trimestre.Le rimesse rimangono a livelli elevati (anche se la crescita su base annua è ora del -2%) e dovrebbero contribuire a sostenere i consumi. Prevediamo un rallentamento dell’economia solo nel 4° trimestre, quando gli Stati Uniti entreranno in recessione. La crescita robusta e le elevate aspettative di inflazione a 12 mesi rendono difficile per Banxico iniziare a tagliare i tassi di interesse quest’anno.Lo slancio del nearshoring potrebbe agire sull’economia messicana come lo shock del NAFTA (North American Free Trade Agreement). Dopo la firma dell’accordo commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada, gli investimenti diretti esteri sono passati da circa 10-15 miliardi di dollari all’anno a circa 25-30 miliardi di dollari negli anni precedenti alla crisi finanziaria globale. Anche i flussi commerciali sono aumentati in modo sostanziale. Tuttavia, non è chiaro se l’accordo NAFTA stesso abbia portato a un miglioramento dei saldi delle partite correnti, poiché l’accordo è stato firmato un anno prima che il Messico attraversasse una crisi finanziaria (e una consistente svalutazione) nel 1995. Gli investimenti diretti esteri (IDE) sono stati forti nel primo trimestre. Sebbene la qualità delle infrastrutture e l’offerta di manodopera del Messico siano simili a quelle di molti Paesi del Sud-Est asiatico (si pensi al Vietnam o alla Thailandia), la vicinanza agli Stati Uniti lo rende un caso unico. Un importante aspetto negativo di un aumento degli IDE greenfield è la questione della sicurezza. Nonostante un certo miglioramento rispetto al 2018, la situazione della sicurezza in Messico rimane la peggiore tra i principali mercati emergenti.Altri due fattori che potrebbero favorire (o ostacolare) maggiori IDE in Messico sono la capacità infrastrutturale e l’efficacia del governo. Per quanto riguarda la capacità infrastrutturale, la generazione e la distribuzione dell’energia elettrica costituiscono un aspetto importante. Il governo del presidente AMLO ha favorito il produttore di energia elettrica statale e non ha sostenuto le energie rinnovabili. Ciò potrebbe diventare un ostacolo ai nuovi investimenti.Le prossime elezioni generali del giugno 2024 potrebbero offrire l’opportunità di essere più positivi sull’efficacia del governo messicano. Il partito del presidente AMLO, Morena, ha appena vinto importanti elezioni regionali ed è in testa nei sondaggi per le elezioni presidenziali. Se il successore di AMLO si dovesse discostare dalla sua scelta di sostenere l’azienda di energia statale, ciò significherebbe maggiori IDE nel settore dell’energia pulita.

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Market view

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Alvaro Sanmartin, Chief Economist, Amchor IS. Titoli di Stato: i tassi d’interesse rimarranno relativamente alti più a lungo di quanto attualmente previsto dai mercati. Non escludiamo che nei prossimi trimestri si possa assistere a un graduale appiattimento delle curve dei rendimenti sia negli Stati Uniti sia in Europa, con la parte breve della curva che rimarrà vicina ai livelli di chiusura di giugno e la parte media e lunga della curva che si sposterà leggermente verso l’alto. Continuiamo a vedere chiari rischi di rialzo per la curva dei rendimenti giapponese. Azioni: vista la buona tenuta macro negli Stati Uniti e in Europa e considerando che non escludiamo ulteriori spostamenti verso l’alto delle curve dei rendimenti nei prossimi trimestri, riteniamo che il segmento value/ciclico del mercato, comprese le banche europee, dovrebbe fare meglio di quello growth/difensivo. Dal punto di vista geografico, alla luce di quanto sopra e dei livelli di valutazione relativi, preferiamo i mercati europei e dell’Asia emergente agli Stati Uniti. Credito: continuiamo a preferire le obbligazioni societarie perché nel nostro scenario macro centrale i tassi di default non dovrebbero aumentare troppo. In ogni caso, visto che gli spread sono tornati a scendere sensibilmente, riteniamo sensato combinare l’esposizione al credito con posizioni ben selezionate in obbligazioni governative emergenti in valuta locale grazie a un gruppo di Paesi emergenti per i quali prevediamo elevati tassi di crescita relativa e che beneficiano anche di una solida governance economica, di bassi deficit pubblici e di un’inflazione ragionevolmente bassa. Valute: i livelli del dollaro intorno a 1,10 ci sembrano interessanti per rendere questa valuta una buona copertura per gli investitori in euro. Allo stesso tempo, visti i buoni segnali che il Giappone sta generando, riteniamo che anche lo yen possa essere una buona posizione di copertura per il resto dell’anno. Per il resto, abbiamo una visione positiva su valute come corona norvegese, dollaro neozelandese o dollaro australiano; continuiamo inoltre ad apprezzare le valute dei mercati emergenti con una buona governance macro.

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AMCHOR IS – Segnali incoraggianti, in attesa della pausa delle banche centrali

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Alvaro Sanmartin, Chief Economist, Amchor IS. L’economia statunitense continua a mostrare segni di tenuta, confermando che i rischi di recessione per il resto dell’anno sono piuttosto bassi. Allo stesso tempo, sembra che la politica monetaria moderatamente restrittiva della Fed stia iniziando a correggere il forte eccesso di domanda generato dalla pandemia. Sul fronte dei prezzi sottostanti, continuano i segnali di (graduale) moderazione, grazie ai rialzi dei tassi di interesse e anche perché le aspettative di inflazione rimangono ben ancorate. Pertanto, il nostro scenario centrale per gli Stati Uniti rimane invariato: crescita economica moderata, ma positiva per il resto dell’anno; progressivo controllo dell’inflazione; ulteriori rialzi dei tassi a luglio, seguiti da una pausa prolungata. Nel caso dell’Eurozona, riteniamo che la debolezza recentemente evidenziata da alcuni dati macro sarà temporanea. In particolare, il nostro scenario centrale per l’Eurozona continua a indicare una crescita positiva nei prossimi trimestri, con il settore del turismo che gode di prospettive molto favorevoli e con la domanda aggregata che continua a beneficiare di significativi venti favorevoli: politica fiscale espansiva, calo dei prezzi delle materie prime importate, aumento dei salari, disoccupazione ai minimi storici, buona posizione in termini di bilancio di famiglie e imprese. Per quanto riguarda la politica monetaria della Bce, analogamente a quanto detto per la Fed, ci aspettiamo un ulteriore rialzo dei tassi a luglio, una pausa prolungata dopo settembre e un appiattimento della curva dei rendimenti dovuto a un movimento verso l’alto nella parte centrale e lunga della curva.Tornando all’economia statunitense Cosa sta succedendo al settore manifatturiero? Nell’analizzare i recenti sviluppi del settore manifatturiero negli Stati Uniti (e altrove), occorre tenere presente che la performance dell’industria è stata fortemente influenzata al rialzo nel periodo immediatamente successivo alla pandemia, per due motivi. Da un lato, perché la domanda aggregata si è inizialmente spostata verso i beni a scapito dei servizi, che hanno impiegato più tempo a normalizzarsi. Dall’altro, perché le imprese industriali, temendo all’epoca una carenza di forniture, hanno esagerato i livelli degli ordini per accumulare scorte “cuscinetto”. In questo contesto, riteniamo possibile che l’attuale debolezza del settore industriale in molti paesi sia più il riflesso di una normalizzazione degli eccessi del passato che un indicatore anticipatore di recessione.Per il resto, negli Stati Uniti le aspettative di inflazione a medio termine rimangono ben ancorate, mentre quelle a breve termine hanno subito una flessione verso il basso. Nell’Eurozona, nonostante la debolezza mostrata da alcuni dati nell’ultimo periodo, riteniamo che alla fine prevarrà uno scenario macro simile a quello degli Stati Uniti. In particolare, riteniamo che i buoni fondamentali della domanda aggregata menzionati in precedenza porteranno a una crescita positiva per il resto dell’anno, con una disoccupazione che rimarrà vicina ai minimi storici.Riteniamo inoltre che l’inflazione di fondo inizierà presto a mostrare segni di moderazione, grazie alla politica monetaria della Bce e al fatto che le aspettative sui prezzi sono ben ancorate anche nel nostro continente. Questo, a sua volta, potrebbe consentire alla Bce di alzare i tassi un’ultima volta a luglio, per poi iniziare una lunga pausa dopo la riunione di settembre.In Cina, i rischi geopolitici stanno portando, a nostro avviso, a una valutazione eccessivamente negativa della situazione macroeconomica del Paese.A questo proposito, continuiamo a ritenere che la crescita economica cinese si attesterà molto probabilmente intorno o addirittura sopra il 5,5% quest’anno, con un settore dei servizi dalle prospettive favorevoli e un settore immobiliare che non crediamo possa destare grandi preoccupazioni.Allo stesso tempo, rimaniamo positivi sull’Asia emergente nel suo complesso grazie a crescita in linea con il potenziale nel 2023, inflazione in calo, bassi deficit pubblici, buon equilibrio delle partite correnti. Vediamo anche segnali incoraggianti in alcune economie dell’America Latina come Messico e Brasile. Per quanto riguarda il Giappone, gode ancora di un’apprezzabile spinta propulsiva “post-pandemia”. e di politiche monetarie e fiscali chiaramente espansive. Per i prossimi trimestri prevediamo che la crescita economica tenderà ad essere superiore al potenziale, con un output gap sempre più positivo. In secondo luogo, prevediamo un comportamento sufficientemente dinamico sia dei prezzi sottostanti sia dei salari. A loro volta, entrambe le cose apriranno la strada a un nuovo allentamento della politica di controllo delle curve da parte della BoJ, forse già a luglio o, in caso contrario, entro la fine dell’anno.

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GAM: Sette fattori da tenere a mente nel terzo trimestre

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di David Dowsett, Global Head of Investments di GAM Investments. Nel secondo trimestre del 2023, abbiamo assistito a una performance molto forte del Nikkei 225 e del Nasdaq. La performance del Nasdaq e dell’S&P 500 riflette la convinzione o l’illusione dell’intelligenza artificiale, a seconda della vostra opinione. È da notare che gli asset a lunga duration, guidati dai titoli tecnologici, hanno ottenuto buoni risultati, mentre le obbligazioni non hanno avuto successo. I gilt hanno registrato la performance peggiore nel secondo trimestre, in quanto sono stati i titoli più colpiti dai tentativi della Banca d’Inghilterra di recuperare terreno dopo aver sottovalutato la minaccia dell’inflazione.Il 2023 è stato finora un anno forte per gli asset finanziari. La storia che abbiamo raccontato all’inizio dell’anno, secondo cui il 2023 sarebbe stato un anno di ripresa dopo l’orribile performance del 2022, si sta confermando, anche se la sorpresa è stata la relativa sottoperformance del reddito fisso nel suo complesso, visto il continuo irrigidimento delle banche centrali. Un’altra sorpresa è stata la sovraperformance del mondo sviluppato rispetto ai mercati emergenti e, in particolare, alla Cina. Il 2023 avrebbe dovuto essere l’anno in cui la Cina sarebbe rientrata nell’economia globale e sarebbe uscita dalla Covid. Al momento questo non è particolarmente visibile nei prezzi degli asset.Sette fattori da tenere a mente nel terzo trimestre: 1. Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è il più basso dal 1969 e si aggira intorno al 3,5%. 2. L’occupazione giovanile cinese è ai massimi storici. 3. Il bilancio federale degli Stati Uniti nel 2024 sarà equivalente alla terza economia mondiale. Oltre alla Cina e agli Stati Uniti, il principale attore dell’economia globale è il governo federale statunitense. Ciò è dovuto all’espansione a cui stiamo assistendo attualmente nella sua politica fiscale. 4. Negli ultimi 12 mesi, la Banca del Giappone ha acquistato 1.100 miliardi di dollari di titoli di Stato giapponesi. Ciò equivale al 24% del PIL giapponese. 5. Senza i 28 top performer dell’S&P 500, l’indice sarebbe negativo da un anno all’altro, a dimostrazione del fatto che in quel mercato c’è un’elevata concentrazione di rendimenti piuttosto che un’ampia gamma di rendimenti. 6. Il guadagno di mercato dei sette maggiori nomi del settore tecnologico negli Stati Uniti quest’anno è superiore al PIL tedesco. Ciò dimostra l’entità della creazione di ricchezza in questi sette titoli – Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla – tutti ampiamente detenuti dagli investitori azionari statunitensi. 7. Se si vuole fare un ulteriore passo avanti, la capitalizzazione di mercato di Apple, Microsoft e Google è ora più grande di quella dell’intero universo azionario dei mercati emergenti (EM). L’universo azionario EM contiene società che teoricamente servono 6,5 miliardi di persone, ma la capitalizzazione di mercato di tre sole società è più grande di quella. (abstract fonte http://www.verinieassociati.com

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Intermonte: un nuovo bond per puntare sull’inversione della curva dei tassi

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

In uno scenario in cui il ciclo di rialzi dei tassi sembra ormai avviato verso la fine, con il consenso generale degli operatori che prevede possibili tagli da parte delle banche centrali già entro la metà del prossimo anno, intercettare le attese del mercato sull’andamento futuro dei tassi diventa fondamentale per remunerare gli investitori in modo efficiente. Ne è consapevole Intermonte – Investment bank indipendente specializzata in intermediazione, ricerca, capital markets, M&A e advisory sul mercato italiano – che ha ideato un nuovo Bond a 5 anni, emesso da Goldman Sachs, con una struttura Fixed Rate to Inverse Floating Rate Note, proprio per adattarsi a una curva dei tassi invertita, con la parte a breve, più sensibile alle decisioni di politica monetaria, più alta e la parte a lungo ribassata, coerente con l’ipotesi di un forte rallentamento dell’economia o, addirittura, di una possibile recessione.Il titolo (codice ISIN XS2552813722), denominato in euro, è quotato sul mercato Euro TLX di Borsa Italiana e scadrà il 20 giugno 2028. Per i primi due anni è prevista una cedola annuale fissa del 5,25% lordo (“Fixed Rate”), mentre per gli ultimi tre anni è prevista una cedola annuale pari alla differenza tra il tasso fisso del 5,25% e l’Euribor a tre mesi, con Cap al 5,25% lordo e Floor all’1,2% lordo (“Inverse Floating Rate”). Il tasso Euribor a tre mesi, cioè il tasso di interesse interbancario, rappresenta un ottimo parametro perché approssima molto bene il tasso sui depositi, diventato punto di riferimento per le mosse della BCE.Il bond consente all’investitore di ottenere un tasso superiore agli attuali livelli di mercato, e questo, secondo la view di Intermonte e del consenso, dovrebbe durare per i primi due anni, nei quali verrà pagato un tasso fisso del 5,25% lordo (contro il 3,75% lordo pagato dal BTP a 5 anni). Ma anche nei tre anni successivi, se si verificherà la prevista inversione e i tassi inizieranno a diminuire, grazie al meccanismo reverse e al calo dell’Euribor a tre mesi, il bond continuerà ad offrire rendimenti superiori a quelli del mercato, tanto più elevati quanto più rapida sarà la discesa dell’Euribor a tre mesi. Il bond non prevede l’opzione di rimborso anticipato.

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BCE ancora “falco”: cosa aspettarsi ora

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Davide Petrella, Portfolio Manager di Moneyfarm. La BCE si trova a dover fare i conti con un’inflazione elevata e persistente: dopo otto rialzi consecutivi dei tassi di interesse, il target del 2% è ancora lontano e, come se non bastasse, la dinamica inflattiva è fortemente disomogenea nei vari Paesi dell’Eurozona. Dopo l’ultimo aumento di 25 punti base deciso a giugno, la stessa presidente Lagarde, in occasione del Forum di Sintra, ha dichiarato che i rialzi dei tassi di interesse non si fermeranno, a meno che non subentri un mutamento sostanziale delle prospettive di inflazione. La BCE sembra quindi intenzionata a restare “falco”: al momento viene dato per certo un nuovo rialzo di 25 punti base nel prossimo meeting del 27 luglio, ma non sono da escludere successivi aumenti nei prossimi mesi, almeno fino alla normalizzazione dei livelli di inflazione, che attualmente si prevede tornerà intorno al 2% solo nel 2025.I livelli attuali di inflazione sono ben al di sopra della media storica: guardando all’ultimo ciclo di rialzi dei tassi, tra il 2005 e il 2007, all’epoca la necessità della stretta decisa dal presidente Trichet fu una diretta conseguenza della significativa espansione del credito del biennio precedente, che stava iniziando a minare la stabilità dei prezzi, oltre che del prezzo del greggio, significativamente sopra le attese. Tuttavia, mentre allora l’inflazione era solo leggermente al di sopra del target del 2%, nel 2022 il valore medio dell’inflazione è stato dell’8,4% e per il 2023 si prevede un valore medio del 5,4%, in entrambi i casi valori ampiamente superiori al target. Oggi, inoltre, le cause dell’inflazione sono diverse rispetto al passato: alla base dell’improvvisa impennata dei prezzi vi sono anzitutto le riaperture legate al post-pandemia che, dopo mesi di restrizioni, hanno causato un aumento repentino della domanda; ad inasprire questa dinamica hanno poi contribuito la parziale disgregazione delle catene di approvvigionamento e, soprattutto, lo shock subito dai prezzi dell’energia a seguito dell’invasione russa in Ucraina. A complicare il quadro anche la disomogeneità dei livelli di inflazione nei vari Paesi dell’Eurozona: mentre la Germania resta il “malato” d’Europa, con un aumento medio dei prezzi nel mese di giugno pari al +6,4% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, la Spagna ha registrato un +1,9% e il Portogallo un +3,4%. Se quindi, da una parte, la politica monetaria restrittiva della BCE potrebbe essere funzionale all’abbassamento dei livelli dell’inflazione tedesca, dall’altra, per Paesi come Spagna e Portogallo nuovi rialzi dei tassi forse non sarebbero necessari. Dopo anni di stimoli monetari elevati e tassi di interesse negativi, Lagarde si trova oggi a gestire una situazione particolarmente complessa: l’impennata dell’inflazione nel 2022 ha reso necessaria l’attuazione di una politica monetaria restrittiva con una rapidità senza precedenti nella storia dell’Eurozona, che potrebbe condurre a conseguenze negative, ad esempio sul fronte dell’indebolimento della domanda di prestiti bancari che, a sua volta, potrebbe causare un rallentamento dei consumi e della crescita di svariati settori, dall’immobiliare all’edilizia. Per i prossimi mesi lo scenario rimane particolarmente incerto e le mosse della BCE dovranno basarsi sulla lettura dei dati di inflazione e crescita economica. Tuttavia, il fatto che “l’inflazione nell’area dell’euro sia troppo elevata e che prevedibilmente lo rimarrà per troppo tempo” fa sì che il Consiglio direttivo della BCE sia pronto ad utilizzare ogni arma a sua disposizione, nei limiti del mandato, per riportare i livelli di inflazione entro l’obiettivo del 2%.

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I titoli azionari degli Stati Uniti sono in difficoltà, ma il Giappone presenta prospettive positive

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments. Ogni recessione statunitense è stata accompagnata da un mercato azionario debole. Sebbene il consenso preveda una crescita negativa degli utili per l’S&P 500 nel prossimo anno, non riteniamo che le previsioni riflettano appieno il probabile calo degli utili. Se da un lato ci aspettiamo che i titoli azionari degli Stati Uniti siano in difficoltà, dall’altro il Giappone offre prospettive positive. Le società giapponesi sono sempre più orientate a restituire agli investitori le eccedenze di liquidità. La Borsa di Tokyo richiede alle società con un prezzo delle azioni inferiore al valore contabile di elaborare un piano per risolvere il problema.Vediamo molte opportunità negli asset di rischio, dato che la recessione statunitense sarà probabilmente lieve e che i recenti progressi delle azioni statunitensi si sono concentrati in pochi titoli. Prevediamo un’inversione di tendenza nel mercato britannico l’anno prossimo e ci aspettiamo che i mercati emergenti siano resistenti, dato che, senza i discutibili benefici dei salvadanai Covid e del quantitative easing, hanno già aumentato i tassi di interesse e affrontato i necessari aggiustamenti economici. Il rendimento reale dei titoli decennali del Treasury Inflation-Protected Securities (TIPS) degli Stati Uniti è dell’1,5%. Si tratta di un livello più che doppio rispetto a quello pre-Covid e ben superiore al -1,0% all’apice del quantitative easing. Riteniamo che ciò offra un rendimento ragionevolmente interessante per l’investimento più simile a un investimento a basso rischio. Su questa base, continuiamo a privilegiare i titoli di Stato.

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Quale direzione prenderà l’economia globale?

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments. Mentre il settore dei servizi è stato dinamico, quello manifatturiero è stato ostacolato da una domanda più debole e da un eccesso di giacenze di magazzino. Di conseguenza, la crescita è stata assorbita dalle aree dell’economia ad alta intensità di lavoro e a bassa produttività, facendo aumentare l’occupazione, i salari e l’inflazione. Nelle economie industrializzate, per raggiungere gli obiettivi di inflazione del 2%, potrebbe essere necessaria per l’inflazione resistente una fase di recessione. Le banche centrali hanno risposto con aumenti molto rapidi dei tassi di interesse di circa il 2%, un aumento che andrebbe interpretato come un semplice “togliere il piede dall’acceleratore”, considerando che il punto di partenza era a zero. Prevediamo una lieve recessione negli Stati Uniti a partire dalla fine dell’anno. Questo significa che i titoli azionari statunitensi saranno in difficoltà, sebbene altre economie e mercati degli asset appaiano meno sincronizzati. La debolezza dell’economia europea ci lascia perplessi. La fiducia dei consumatori europei è risalita rispetto ai minimi storici, i loro risparmi durante la pandemia da Covid non sono stati spesi, i prezzi del gas naturale sono ora una frazione del loro picco e i salari reali sono destinati ad aumentare. Tutto ciò dovrebbe sostenere una ripresa dall’attuale fase di debolezza. Forse stiamo semplicemente osservando le cose sbagliate. Le statistiche economiche si concentrano sui settori manifatturieri più facili da valutare e gli investitori guardano a quelli dell’economia principale, cioè quella tedesca. Il settore manifatturiero si è rivelato più debole rispetto a quello dei servizi, essendo quest’ultimo più difficile da misurare, mentre l’industria manifatturiera tedesca è stata particolarmente colpita dalla chiusura o dalla delocalizzazione di aziende che facevano affidamento sul gas naturale russo a basso costo. Altri indicatori, come i volumi di vendita al dettaglio in Spagna sono aumentati del 6% rispetto all’anno precedente, mostrando un quadro più positivo. Prevediamo che la Banca Centrale Europea continuerà a inasprire la politica monetaria nel corso dell’anno, concentrandosi sulla forte crescita dei salari e sulla potenziale fase di accelerazione dell’economia dovuta alla ripresa dei consumi.

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Continua la ripresa del comparto calzaturiero italiano

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

Nel primo trimestre del 2023 ha registrato una crescita del fatturato del +13,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. E’ la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che evidenzia anche un progresso del saldo commerciale (+21%). Nonostante il trend favorevole nelle principali variabili congiunturali, non mancano però elementi di preoccupazione. Sono diversi, infatti, i segnali di affievolimento (per certi versi fisiologico) della crescita, dopo il rimbalzo registrato nel 2021 e l’ulteriore consolidamento del 2022 che, seppur con un andamento piuttosto disomogeneo tra le aziende, hanno permesso al settore nella sua generalità di tornare sui livelli di fatturato del 2019 pre-Covid: le previsioni delle aziende sui ricavi nei trimestri successivi al primo, sebbene permangano positive, evidenziano una progressiva decelerazione, mentre in termini di volume il rallentamento risulta ancora più evidente, con alcuni segni negativi che già emergono nel confronto con la prima frazione dello scorso anno. Calano infatti nei primi 3 mesi, seppur lievemente, le quantità esportate (-2%) e quelle prodotte (-1% l’indice Istat della produzione industriale).Il report indica inoltre come non si arresti il processo di selezione tra le imprese (-107 attive rispetto a dicembre, pari al -2,8%), mentre rimangono pressoché stabili gli addetti (-0,3%). Calano nuovamente, dopo il picco eccezionale indotto dall’emergenza pandemica, le ore di cassa integrazione autorizzate nella filiera pelle (-20,4% nei primi 5 mesi), nonostante l’inversione di tendenza del bimestre aprile-maggio (+12,6%): 5,7 milioni le ore autorizzate nel complesso, comunque ancora superiori del +76,2% rispetto ai primi 5 mesi 2019 pre-Covid. Tornando all’export, il dettaglio per tipologia merceologica mostra andamenti disomogenei. Il comparto delle calzature con tomaio in pelle – primo per importanza con un’incidenza del 63% sulle vendite estere in valore – è l’unico a presentare nel primo trimestre incrementi dell’export sia in valore (di poco superiori alla media, +18,6%) che in volume (+1,4%) a confronto con gennaio-marzo 2022; denota però, in quantità, ancora un divario non trascurabile rispetto al 2019 (-16,6%). Tra le voci del comparto, sensibile riduzione per le calzature in pelle da bambino (-12% in volume), che interrompono il recupero dell’ultimo biennio; segni positivi per i segmenti “uomo” (+4,7% in paia globalmente, malgrado la flessione della tipologia marginale “stivali alti”) e “donna” (+1,5% in quantità, con un +2,2% per le scarpe da passeggio, +4,2% per i sandali e un -24,5% per gli stivaletti/scarponcini). Per effetto di questi movimenti, la Lombardia (con un +49,5%) ha superato la Toscana (-6%) nella graduatoria dell’export per regione, salendo nel periodo analizzato al secondo posto dietro al Veneto, che evidenzia un incremento del +12,6%. Con l’eccezione della Toscana e della Puglia (rimasta stabile, -0,2%), tutte le altre aree a vocazione calzaturiera presentano aumenti a due cifre; del +20,3% la crescita delle Marche (con intensità analoga per Fermo, +23,3%, e Macerata, +21,8%, e più moderata per Ascoli, +13,6%), grazie alla quale hanno superato del 4% i livelli del primo trimestre 2019 pre-Covid. La Campania, nonostante un +22,2%, è invece la sola, tra queste, ancora al di sotto di allora (-3,8%). Tornando ai numeri della Toscana, va sottolineato che, al netto dei flussi verso la Svizzera, l’export risulterebbe anch’esso in crescita a doppia cifra (+14,3%) in linea con la media nazionale, escludendo la presenza di particolari criticità rispetto alle altre aree. (abstract by Industria calzaturiera italiana)

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Piena approvazione FDA di Lecanemab per Malattia di Alzheimer: SIN e SIN-DEM pronte a raccogliere la sfida

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

La piena approvazione appena concessa dalla FDA (la Food & Drug Administration USA) al farmaco Lecanemab (Leqembi®) per la malattia di Alzheimer prodotto da Eisai-Biogen apre nuovi scenari che richiederanno un ulteriore sforzo da parte di tutti gli attori coinvolti nella gestione della classe dei farmaci innovativi cui Lecanemab appartiene. REGISTRO USA. In USA, ad esempio, Medicare richiederà a medici e farmacisti ospedalieri di attivare un registro ove riportare informazioni cliniche su ogni paziente prima e durante il trattamento col farmaco in modo di avere dati di Real World Evidence a lungo termine. PIANO DEMENZE. Nel nostro Paese, grazie al Piano delle Demenze e alla rete dei Centri per i Disturbi Cognitivi e per le Demenze, sono garantite in quasi tutto il territorio sia diagnosi tempestive e accurate sia cure adeguate. Le istituzioni sono vicine alle famiglie dei malati con Alzheimer e sono già in atto diverse iniziative che mirano a portare al centro delle attività del SSN la malattia di Alzheimer e le demenze. SIN e SIN-DEM. La Società Italiana di Neurologia (SIN), insieme all’Associazione Autonoma Aderente alla SIN per le Demenze (SIN-DEM), è pronta a raccogliere la sfida che nasce dalla nuova opportunità di un prodotto che rallenta il decorso nelle fasi iniziali di malattia pur comportando un certo rischio di effetti collaterali in alcuni pazienti.La piena approvazione della FDA ha infatti confermato che Lecanemab è efficace e ha un profilo rischi/benefici positivo. PAZIENTI A RISCHIO. I rischi di edemi ed emorragie cerebrali emersi negli studi preclinici sono risultati correlati a specifiche categorie di pazienti e siamo certi che in tutto il mondo ciò rappresenterà un’importante linea guida di trattamento per i pazienti a rischio e cioè: chi assume anticoagulanti, chi presenta microemorragie cerebrali alla RMN, chi ha un genotipo APOE4. 27 PER CENTO. L’approvazione FDA si è basata su uno studio molto ampio che ha dimostrato come Lecanemab determini in 18 mesi una progressione clinica inferiore del 27% rispetto al placebo. Il dato è certamente incoraggiante ma richiederà comunque studi di efficacia e sicurezza più lunghi.EMA e AIFA. Ancora non sappiamo quale sarà la decisione di EMA e AIFA, ma siamo consapevoli del fatto che la Malattia di Alzheimer è molto complessa e che già oggi si può fare molto controllando i fattori di rischio cardiovascolari e adottando stili di vita adeguati.Sarà importante non trovarci impreparati e la Società Italiana di Neurologia e la SINDEM sono pronte.Social Network SIN https://www.facebook.com/sinneurologia

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Nel Risorgimento italiano l’idea “rivoluzionaria” non mancò di segnare autorevoli richiami

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

La prima avvisaglia l’abbiamo avuta nel 1848 ma fu “borghese e cittadina”. La sua mancata vitalità si ripose in una società, dove il solco tra città e campagna era profondo, “dove non esisteva ancora un proletariato industriale, né una classe intellettuale e politica compatibili a quella francese o britannica o tedesca.” “Un fenomeno, quindi, con un carattere che la differenzia da qualsiasi altro contemporaneo moto europeo, presentandosi quale rivolta di popolo e di governi insieme, non fu tuttavia, autoctono, anche se le prime fucilate di quell’anno fatale furono sparate a Palermo.” Un disagio che si avvertì anche nel primo ventennio del Novecento e che si concluse in un clima di diffusa incertezza e di generale disorientamento. Per Eugenio Garin “sono anni di turbamento e d’inquietudine in cui tutti i problemi non risolti, anzi esasperati e moltiplicati dalla conclusione della prima guerra mondiale, vennero via via riemergendo con conseguenze pratiche nefaste.” E aggiunse Giovanna Ioli: “La caduta dei punti di riferimento e la trasformazione dei valori avrebbero segnato anche gli artisti italiani che si andavano affermando in quegli anni.” E soggiungeva: “Un’istanza di eticità, una ricerca del nuovo, l’apertura alle voci europee, una tendenza alla riflessione, la competenza di arte e critica, un drammatico confronto con le istanze sociali e politiche, avrebbero creato un forte disagio e un fermento in contrasto con le varie consorterie locali che si avviavano verso sterili e circoscritte polemiche strapaesane e stracittadine sui fogli de “Il selvaggio” e de “L’Italiano” fondati entrambi nel 1924.”“Il crollo del fascismo, alla fine del luglio del 1943, – scrive Giuseppe Lionelli – ancor più alla fine della guerra, nell’aprile del 1945, e il rapido recupero di un clima di libertà e d’iniziativa, portò a un nuovo fervore di discussioni, in Italia su nuova e vecchia cultura.” (Riccardo Alfonso)

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Roberto Fiasella – Cavalli: Forme che raccontano una storia

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

Forte dei Marmi domenica 16 luglio ore 18 Museo Ugo Guidi via Civitali 33 (16 – 28 luglio 2023) propone la sua 178° mostra, inaugurando la mostra di Roberto Fiasella dal titolo “Roberto Fiasella . Cavalli – che raccontano una storia”, con disegni e sculture. L’esposizione è curata da Lodovico Gierut che ha scritto anche il testo in catalogo con interventi di Jimenèz Deredia e Vittorio Guidi. L’esposizione al MUG sarà visitabile in seguito su appuntamento al telefono 348-3020538 o museougoguidi@gmail.com. Via Matteo Civitali, 33 – Forte dei Marmi. La Casa Museo Ugo Guidi è inserita nei Luoghi della Cultura del MiBAC, è stata aperta dal FAI, dalla Associazione Nazionale Case della Memoria e dalla Associazione Dimore Storiche Italiane, è nelle guide TCI e Lonely Planet. Il MUG è stato inserito da Google a livello planetario nel The Guide-Tab.Travel. 100 foto di opere di U. Guidi su Wikimedia (Wikipedia) e realtà aumentata del MUG su Ministero Beni Culturali- MIC visibile su Virtique.

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Capital Group: La liquidità parcheggiata può essere un segnale rialzista

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

A cura di Matteo Astolfi, Head of Client Group Italy di Capital Group. Per gli investitori la liquidità è diventata fondamentale, tanto da indurli a liberare gli asset dagli investimenti azionari e obbligazionari e portare il mercato monetario USA fino al totale record di 5.400 miliardi di dollari USA al 31 maggio 2023. Questa fuga verso la liquidità e gli investimenti alternativi alla liquidità (tra cui fondi del mercato monetario e Treasury a breve termine) è comprensibile a seguito della contemporanea flessione di azioni e obbligazioni lo scorso anno dovuta all’aumento dei tassi di interesse, dell’inflazione e al rallentamento della crescita economica. Molti investitori hanno spostato i depositi dalle banche ai mercati monetari a causa della continua volatilità e dei rendimenti relativamente elevati degli strumenti liquidi. Tuttavia, nel 2023 le condizioni sono cambiate e gli investitori di lungo periodo potrebbero decidere di riconsiderare il loro approccio. I livelli di liquidità hanno raggiunto il massimo in prossimità di due recenti minimi del mercato. Durante la crisi finanziaria globale, ad esempio, gli asset dei fondi del mercato monetario hanno raggiunto il picco due mesi prima del raggiungimento del minimo da parte dell’indice S&P 500, ossia il 9 marzo 2009. Il mercato azionario ha registrato un rendimento del 40% nei tre mesi successivi e del 55% nei sei mesi successivi. Analogamente, durante la pandemia, i livelli dei fondi del mercato monetario hanno raggiunto un massimo nelle settimane successive al marzo 2020, quando l’indice S&P 500 ha toccato il minimo. Dopo le pesanti perdite subite nel 2022, gli investitori più avversi al rischio potrebbero valutare la possibilità di allocare un po’ di liquidità in azioni che distribuiscono dividendi, che offrono reddito e un potenziale di apprezzamento del capitale, e in alcune obbligazioni a breve e medio termine, che hanno offerto rendimenti più elevati rispetto al 2022. Potrebbe essere il momento giusto per investire la liquidità? La volatilità dei mercati ha accelerato la fuga alla liquidità di molti investitori. Pur essendo comprensibile, questa reazione ha di fatto indotto ad accantonare qualsiasi obiettivo di investimento e a rinunciare al potenziale di rendimento a lungo termine. Crediamo che molti investitori siano diventati scettici rispetto alle strategie bilanciate nel momento sbagliato. In futuro, i portafogli bilanciati, indipendentemente dal fatto che siano 60/40 o 65/35, potrebbero continuare a rappresentare un approccio di successo. L’obiettivo di un portafoglio per il 60% azionario e il 40% obbligazionario è realizzare rendimenti interessanti, riducendo al contempo il rischio. Gli investitori sono stati colpiti duramente nel 2022 nel momento in cui la Fed ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse, date le perdite subite da azioni e obbligazioni. Con l’inflazione ormai vicina alla normalità e la pausa della Fed, potrebbe essere il momento giusto per gli investitori di tornare ad adottare una strategia bilanciata. Le valutazioni delle varie azioni sono più interessanti e le obbligazioni offrono un reddito superiore e un potenziale di rendimento più elevato. Negli ultimi quattro cicli rialzisti a partire dal 1995, investire dopo l’ultimo rialzo dei tassi della Fed ha permesso di realizzare ottimi rendimenti, sia per le azioni che per le obbligazioni. Inoltre, i rendimenti migliori si sono ottenuti nei primi 12 mesi successivi all’ultimo rialzo dei tassi.

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Vacanze: quasi 9 milioni di italiani non partiranno perché non possono permetterselo

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

Sommando chi ancora è indeciso e chi già è sicuro di non fare le valigie, sono quasi 9 milioni gli italiani che indicano come motivo delle mancate ferie il fatto che, semplicemente, non se lo possono permettere economicamente. Queste alcune delle principali evidenze emerse dall’indagine che Facile.it ha commissionato all’istituto di ricerca EMG Different. Ad averlo dichiarato sono soprattutto gli intervistati appartenenti alla fascia anagrafica 35-44 anni; tra di loro ben il 64,3%, ovvero 1,6 milioni, ha dichiarato che resterà a casa per motivi economici. A livello territoriale, invece, sono gli abitanti del Sud Italia (59,1%) e delle Isole (60%) coloro che – in percentuale – rinunceranno in misura maggiore alla partenza a causa di difficoltà economiche. Il 59,5% di chi non partirà per ragioni economiche, ovvero oltre 5 milioni di italiani, ha dichiarato che ad incidere sulla situazione è stato l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni vissuto durante l’ultimo anno; il dato sale al 66,7% tra i residenti del Centro Italia e raggiunge addirittura il 69,4% tra i 45-54enni; questo vuol dire che quasi 7 italiani su 10 con un’età compresa tra i 45 e i 54 anni rinunceranno alle vacanze perché gli incrementi eccessivi dei prezzi hanno causato una condizione di difficoltà. Il 35,8% di chi resterà a casa per ragioni economiche, invece, ha detto che rinuncerà a causa degli incrementi dei costi legati al viaggio; ad averlo ammesso sono soprattutto i giovani tanto che più di 1 rispondente su 2 (53,8%) appartenente alla fascia 18-24 anni ha dato questa motivazione. Il 26,4% si trova in una situazione di difficoltà economica a causa di un imprevisto (33,3% tra i 25-34enni e gli abitanti del Nord Est e delle Isole), mentre il 22,3% a seguito della perdita del lavoro proprio o di un membro della famiglia; la percentuale è più alta e pari al 35,3% nel Nord Ovest del Paese e al 36,8% per gli intervistati con un’età compresa tra i 55 e i 64 anni.Oltre alle motivazioni di tipo economico, però, ci sono altre ragioni per cui tanti italiani non si concederanno una vacanza o ancora non ne sono sicuri; il 17,2%, ovvero 2,9 milioni, ha dichiarato che andrà in vacanza durante un altro periodo dell’anno (probabilmente per evitare i costi dell’alta stagione), percentuale che sale al 19,4% tra i 25-34enni e al 23,3% tra i residenti nel Nord Est, arrivando addirittura al 32,7% per i rispondenti appartenenti alla fascia anagrafica 65-74 anni. Il 12%, invece, ha detto di non avere ferie, dato vero soprattutto tra i più giovani (18,2% dei 18-24enni e 27,8% dei 25-34enni), mentre l’11% non potrà partire perché deve accudire persone anziane; in questo caso ovviamente la tendenza si inverte per questioni anagrafiche: sono principalmente i rispondenti con un’età compresa tra i 55 e i 64 anni (19,7%) coloro che – sempre percentualmente – rinunceranno ad una vacanza per accudire persone anziane. Il 9,5%, infine, non partirà per curare il proprio animale (13,3% tra i 45-54 anni e 14,3% nelle Isole). Anche se si cerca di classificare la Pandemia come un brutto ricordo del passato, questa sembra ancora influenzare sensibilmente la quotidianità di alcuni rispondenti, tanto è vero che sono più di 400mila coloro che dichiarano che staranno a casa per paura di contrarre il Covid mentre si è via. L’identikit di chi non parte Tra coloro che, invece, non sanno ancora se partiranno o meno, vale a dire oltre 9,3 milioni di connazionali (22%), i più indecisi sono risultati essere i 65-74enni (27,2%) e i residenti nelle Isole, dove la percentuale ha raggiunto il 26%. (fonte: bounceses-ec1.facile.it)

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Il Pnrr, le politiche sociali e il terzo settore

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

E’ stato presentato il report dal titolo “Il Pnrr, le politiche sociali e il terzo settore” realizzato in collaborazione con il Forum Nazionale del Terzo Settore. Nel documento è stato passato in rassegna le misure di interesse per i soggetti che operano in questo ambito, soffermandosi in particolare su alcuni investimenti del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedicati a tre fasce di popolazione particolarmente fragili: gli anziani, le persone disabili e quelle senza dimora. Al termine di un complesso iter le risorse assegnate per progetti in questi ambiti ammontano complessivamente a circa 1,31 miliardi di euro. A livello regionale, il territorio a cui sono stati assegnati più fondi è la Lombardia (circa 200 milioni di euro). Seguono Lazio (152,5 milioni), Campania (123,5 milioni) ed Emilia Romagna (circa 107 milioni). La presentazione del report è stata anche l’occasione per fare un punto sullo stato di avanzamento del Pnrr che come noto presenta diverse criticità. Non ultima la trattativa in corso con la commissione europea per la revisione del piano di cui ad oggi si sa pochissimo. Per questo torniamo a chiedere al governo maggiore trasparenza.

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Design italiano: a Dubai è fusione tra Yatch Design e Blockchain

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

Dubai. Giovanni Sorrentino, stimato designer di yacht, conosciuto nel mondo per le sue collaborazioni con marchi internazionali come Silent Yachts e Tecnomar for Lamborghini, sta per rivoluzionare il mondo dell’arte e del lusso con la sua ultima impresa innovativa. Unendo la sua abilità artistica alla tecnologia all’avanguardia della blockchain, Sorrentino sta per lanciare una serie di collezioni esclusive di NFT (Token Non Fungibili) che presenteranno i suoi disegni dettagliati di yacht su tela, realizzati con cura.Ogni NFT nelle collezioni mostrerà una splendida serie di yacht a tema cromato, con ogni design che rappresenterà una combinazione di colori unica: dall’affascinante acquamarina del mare all’ametista vibrante e ai toni dorati e avvolgenti del topazio giallo.L’attenzione ai dettagli di Sorrentino e il suo impegno incondizionato per l’eleganza saranno protagonisti in queste squisite opere d’arte digitali.Ciò che distingue questa impresa è l’eccezionale opportunità che offre ai collezionisti. Ogni acquisto di NFT garantirà al compratore nelle future collezioni un’esperienza di yacht esclusiva e gratuita nella città affascinante di Dubai.Sorrentino ha stretto partnership con importanti compagnie di charter di yacht per offrire un esperienza senza precedenti a bordo di uno degli yacht disponibili a Dubai, permettendo ai collezionisti di immergersi nel mondo del lusso degli yacht e di vivere in prima persona la bellezza della vita marina.Il lancio delle collezioni di NFT di Giovanni Sorrentino è destinato a ridefinire i confini tra arte, tecnologia e lusso. La fusione perfetta tra arte digitale e autenticazione blockchain non solo presenta una strada innovativa per gli appassionati d’arte, ma introduce anche una nuova era di connessione tra il mondo dell’arte e delle esperienze straordinarie.Le collezioni di NFT saranno disponibili su una importante piattaforma di arte digitale, permettendo agli appassionati d’arte, agli intenditori di yacht e ai collezionisti digitali di tutto il mondo di acquistare queste opere esclusive. Il lancio è avvenuto l’8 luglio 2022 e l’entusiasmo intorno all’evento è già palpabile all’interno della comunità artistica.La fusione di arte, yacht di lusso e tecnologia blockchain di Giovanni Sorrentino è destinata a conquistare il pubblico a livello globale. I design visionari e la promessa di un’esperienza esclusiva a bordo di uno yacht a Dubai stanno già suscitando l’interesse dei media e dei leader del settore.https://opensea.io/collection/untitled-collection-37479999620 Fonte: ComunicatiStampa.net

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The combat engineers risking all to break through Russian lines

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

By Tom Nuttall Deputy digital editor The Economist. All eyes will turn to Vilnius, the Lithuanian capital, on Tuesday, as the most consequential NATO summit in years kicks off. Ukraine’s bid for speedy accession has exposed differences among the 31 allies: eastern Europeans, France and Britain are keen to press ahead; Germany and, crucially, America are warier. Expect a fudge: Ukraine will be told it is making progress towards membership, but must still make military and political reforms. But, following America’s confirmation that it will send controversial cluster munitions to Ukraine, Volodymyr Zelensky’s government can at least look forward to starting serious negotiations on receiving security commitments partly based on those enjoyed by Israel and Taiwan. Think arms, intelligence and financial aid—for years to come. Meanwhile, the allies are set to approve an update to NATO’s defence posture in Europe that amounts to what one senior official calls “the most dramatic change…since the fall of the Berlin Wall.” And they will hope to convince Recep Tayyip Erdogan, Turkey’s mercurial president, to lift his veto on Sweden’s accession to the club. Our correspondents will provide coverage as the summit unfolds. Ukraine’s counter-offensive proceeds apace, albeit more slowly than some of the country’s backers would like. One crucial task is carried out by “sappers”, or military engineers, charged with clearing land of mines laid by the Russian invaders. In a gripping piece of—literal—on-the-ground reporting from Zaporizhia region, close to the front line, our correspondent speaks to some of the brave soldiers conducting this terrifying work under constant threat from Russian drones, artillery and booby-traps. And its importance extends beyond securing military gains. When I spoke to Ukrainian refugees across Europe earlier this year, several mentioned fear of unexploded mines as a reason not to return home. The main front in America’s battle against inflation is the labour market. Although figures on Friday showed that job growth continues to slow, employment and vacancy rates remain sky-high—as understaffed restaurants, building sites and retailers know only too well. After a brief pause in June, the Federal Reserve is likely to resume interest-rate hikes later this month. The hope is that policymakers can cool the labour market (and slow wage growth) without causing unemployment to spike. The worry is that economies rarely respond to monetary policy that neatly. As our new piece argues, the stresses are starting to show. Are you reading this email anticipating a soul-sapping commute tomorrow morning—or a stress-free day of home-working punctuated by regular sorties to the fridge? The home-office denizens among you will have been disheartened by our recent Free exchange column demolishing what we called the “working-from-home illusion”. Tomorrow we hope to move the WFH debate on further with some exclusive survey figures from a leading expert in the field.

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Patrick Mcgrath: Scrivere di follia

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 luglio 2023

Collana i Fari, trad. Alberto Pezzotta, pp. 288, 20 euro. Editore: La nave di Teseo. La follia, il gotico e la perversione sono i temi che rendono unica l’opera di Patrick McGrath. In questo libro l’autore di Spider fa luce sulla sua infanzia nel manicomio criminale di Broadmoor, di cui suo padre era il direttore, alla ricerca delle fonti profonde della propria ispirazione. Racconta storie vere, di cui spesso è stato testimone, e riflette sul fascino inquietante degli abissi della mente. Nella seconda parte passa ad analizzare una serie di capolavori della letteratura Gotica (Frankenstein, Il Monaco, Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde, Dracula, i racconti di Poe) e non (Dickens, Conrad), arrivando a scrittori contemporanei come Martin Amis e William Trevor. Alla ricerca dei loro lati nascosti, McGrath fa una personalissima psicoanalisi dei testi letterari, per mostrarne l’originalità e l’attualità. E insieme riesce a ricostruire una storia della scoperta dell’inconscio e della pulsione di morte nella cultura occidentale, da Lord Byron a Freud.

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