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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Archive for 17 luglio 2023

GAM: Tre catalizzatori positivi per il settore bancario

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Grégoire Mivelaz, gestore della strategia Credit Opportunities di GAM.Quest’anno è stato straordinario. Tre mesi fa, le banche regionali statunitensi ci hanno colto di sorpresa, così come la velocità con cui si sono svolti gli eventi con Credit Suisse. Gli investitori si chiedevano se il debito subordinato e le obbligazioni contingent convertible (CoCo) AT1 (Additional Tier 1) fossero lo strumento giusto. Due settimane fa, BBVA è tornata sul mercato di CoCo At1, con una domanda superiore all’offerta. Abbiamo anche assistito alla stagione degli utili delle banche statunitensi, britanniche e svizzere, che si sono dimostrate in linea con le previsioni. Tuttavia, i titoli dei giornali negativi hanno avuto un impatto. Il prezzo delle azioni delle banche europee è aumentato di oltre il 10% su base annua. Per quanto riguarda le azioni delle banche europee, il mercato ritiene che l’aumento dei tassi sia positivo per la redditività e i margini di interesse netti. Questo non ci sorprende, ma ciò che riteniamo sorprendente è che il debito subordinato europeo è salito solo dell’1% da un anno all’altro. Quando i prezzi delle azioni delle banche europee sono forti, di solito gli spread dovrebbero restringersi e i prezzi salire. L’high yield europeo è salito del 4,8%, il che significa che il debito subordinato ha sottoperformato in modo massiccio l’high yield da un anno all’altro. Riteniamo che ciò sia sorprendente se si considera il rischio di recessione. A nostro avviso, la sottoperformance del debito subordinato rispetto all’high yield europeo è dovuta ai titoli del primo trimestre. Ora che i titoli sono più chiari, riteniamo che il futuro sia roseo per il settore finanziario. Le banche regionali statunitensi e quelle europee sono due realtà diverse e il mercato azionario le sta valutando come tali. Un messaggio importante è che il settore bancario statunitense non è debole, ma una parte del settore ha avuto dei problemi, mentre le banche più grandi rimangono forti. Il crollo della Silicon Valley Bank è stato causato da carenze normative e di gestione del rischio. Dal 2019, una banca con un bilancio inferiore a 250 miliardi di dollari non è soggetta allo stesso quadro normativo, agli stress test e ai requisiti di liquidità di quelle con un bilancio superiore a 250 miliardi di dollari. Di conseguenza, abbiamo assistito al fallimento di quelle banche considerate “piccole” dal punto di vista normativo. Questo non è il caso dell’Europa, dove le banche con un bilancio superiore a 30 miliardi di euro sono soggette a requisiti normativi. Inoltre, se la liquidità è gestita correttamente, i deflussi di depositi hanno un impatto minore. Le banche europee hanno un indice di copertura della liquidità (LCR) del 160%, di cui oltre il 100% è depositato presso la Banca Centrale Europea (BCE) in forma liquida. Siamo convinti che i fondamentali delle banche europee siano solidi, che le valutazioni siano interessanti e che i dati tecnici siano buoni. Ad esempio, i tassi sono molto più alti. Il mercato si aspettava una recessione negli Stati Uniti quest’anno. Tuttavia, i dati non l’hanno ancora dimostrata e l’inflazione di fondo è molto vischiosa. La situazione è difficile per le banche centrali, che hanno già effettuato rialzi consistenti ma che dovranno fare di più. Tuttavia, i titoli finanziari beneficiano dei rialzi dei tassi. Ad esempio, i profitti di HSBC prima degli accantonamenti stanno passando da 20 a 30 miliardi all’anno grazie all’aumento dei tassi. Per quanto riguarda l’high yield, invece, Moody’s prevede tassi di default del 3,9% nel migliore dei casi e del 15,1% nel peggiore. Il ciclo di default è già iniziato, con un aumento delle insolvenze di oltre l’1% su base annua. Il problema è il prezzo; il crossover per l’high yield europeo è all’interno di 400 bps, il che significa che il mercato sta valutando un default del 2,7%. Tuttavia, il mercato sta valutando tutti gli esiti peggiori per il debito subordinato, che a nostro avviso non si concretizzeranno. Riteniamo che i default potrebbero rivelarsi più impegnativi per l’high yield che per gli emittenti investment grade con rating singolo A, che beneficiano dell’aumento dei tassi. Quello che è successo tre mesi fa è stata una delle più grandi crisi finanziarie dal 2008/2009. Tre mesi dopo, il ritorno delle banche con i CoCo AT1, con una domanda superiore all’offerta, evidenzia che il mercato ha assorbito gran parte di quei titoli. Abbiamo avuto tre catalizzatori positivi: la stagione positiva degli utili, le banche che hanno richiamato le loro obbligazioni callable perpetue e il ritorno delle banche sul mercato.

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Con la riapertura della Cina, le valutazioni azionarie sono interessanti ma la cautela è d’obbligo

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Julie Dickson, Investment Director azionario di Capital Group. Quando si pensa di investire in Cina, le sfide sono evidenti. Le tensioni geopolitiche sono elevate, la crescita a medio-lungo termine potrebbe rallentare il passo rispetto al ritmo mantenuto nei decenni precedenti e il settore immobiliare è impantanato nel debito. Detto questo, la Cina non ha rinunciato al ruolo di seconda economia al mondo per dimensioni e offre alcune opportunità di investimento nonostante i rischi. In Cina ci sono grandi imprenditori e i grandi mercati a cui hanno accesso non sono scomparsi nonostante le preoccupazioni geopolitiche e le restrizioni imposte al settore privato. L’economia cinese sembra in miglioramento dopo che il governo ha eliminato le restrizioni dovute al COVID alla fine del 2022 e ha ristabilito la priorità della crescita. Gli aeroporti sono in fermento. Cinema e ristoranti sono pieni. E i turisti cinesi stanno affollando le destinazioni asiatiche preferite.Sia le multinazionali sia le imprese locali potrebbero beneficiare della riapertura del paese. Il colosso dei beni di lusso LVMH ha visto impennare la domanda proveniente dalla Cina. Starbucks e McDonald’s hanno in programma di aprire altri negozi. Nel frattempo, i produttori nazionali di beni di consumo, gli hotel e gli operatori dei casinò di Macao potrebbero beneficiare enormemente della ripresa dell’economia.Ma la cautela è d’obbligo. Sebbene le valutazioni delle azioni cinesi rimangano depresse rispetto alle medie di lungo periodo, è necessario valutare il premio al rischio che si applica alle azioni, che incide sul multiplo che si è disposti a pagare per tali azioni.

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Capital Group: Outlook per i mercati azionari

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Julie Dickson, Investment Director azionario di Capital Group. In Europa, i leader globali si destreggiano nella nuova realtà L’economia europea ha dimostrato un’ottima tenuta nonostante la guerra in Ucraina, l’inflazione alle stelle e l’aumento dei tassi di interesse. I consumatori hanno continuato a spendere, viaggi e turismo sono aumentati e le società europee beneficiano di una combinazione di crescita interna modesta e di opportunità internazionali, tra cui la riapertura dell’economia cinese.Infatti, alcune delle multinazionali europee di maggior successo sono molto abili a sfruttare flussi di reddito esterni, dall’Asia all’America Latina fino agli Stati Uniti. Ad esempio, il farmaco per la perdita di peso Wegovydi Novo Nordisk ha registrato un’enorme domanda a livello mondiale, che ha indotto la società danese quasi a raddoppiare le previsioni di vendita rispetto al 2019.In Europa, alcune società possono prosperare anche in un contesto economico difficile ma è importante la ricerca fondamentale bottom-up.Nel settore dei beni di lusso, molti dei marchi d’élite del mondo hanno sede in Europa, ma i relativi clienti vivono in tutto il mondo. Il colosso francese del lusso LVMH ha registrato un fatturato record di 86 miliardi di dollari USA nel 2022, grazie soprattutto alla forte domanda proveniente da Stati Uniti e Giappone.Una delle ragioni per cui queste società hanno il potenziale per superare le controparti locali è che sono soggette a forze competitive globali, che possono incentivare l’innovazione. L’esperienza che acquisiscono è difficile da replicare. Le Big Tech sono tornate. Molti dei titoli che hanno sostenuto l’ultimo ciclo rialzista del mercato sono anche alla guida della nascente ripresa, tra cui Amazon, Apple, Microsoft, Meta e Nvidia –ossia i cinque titoli decisivi per il rialzo dell’indice S&P 500 di quest’anno (dati al 31 maggio).Non sappiamo se questo trend proseguirà, ma finora l’indice Nasdaq Composite, ad alto contenuto tecnologico, ha guadagnato circa il doppio rispetto al rendimento dell’indice S&P.Oggi, tuttavia, i titoli tecnologici non sono più l’unico investimento su cui puntare. Nell’ultimo anno il mercato ha iniziato a offrire maggiori opportunità anche nei settori di energia, sanità e prodotti industriali, oltre che tra i tradizionali titoli orientati al valore e che distribuiscono dividendi. I rendimenti hanno smesso di essere realizzati solo da una dozzina di società statunitensi, ma ora risultano più equamente distribuiti in tutto il mondo. Il mercato ha registrato un forte ampliamento dalla fine del 2021, a differenza di quanto accaduto nei sei anni precedenti. Ci sono molti temi secolari robusti e di lungo periodo in settori diversi da quello tecnologico. Per quanto ci riguarda, siamo incoraggiati da tutte le opportunità che stanno emergendo in varie parti del mercato.Anche in Giappone alla fine è arrivato il momento di incrementare i salari in un contesto di aumento dell’inflazione.Non c’è dubbio che il contesto demografico del Giappone sia stato critico nell’ultimo decennio. Tuttavia, le cose potrebbero cambiare, in quanto l’impennata dell’inflazione post-pandemia ha costretto le società giapponesi ad agire. In un paese in cui gli incrementi salariali sono rari, quasi il 30% delle società giapponesi leader di settore ha annunciato aumenti quest’anno. Ad esempio: Nintendo e Hitachi hanno annunciato incrementi rispettivamente del 10% e di quasi il 4%. Fast Retailing ha deciso di aumentare i salari dei dipendenti fino al 40%. Gli ingenti aumenti salariali saranno controproducenti per gli utili aziendali ma i margini di profitto sono ai massimi da molti decenni; pertanto, molte società giapponesi possono permettersi di condividere la ricchezza. Funzionari pubblici e sindacati giapponesi sono d’accordo e hanno promosso un aumento generalizzato degli stipendi di circa il 3,8% quest’anno, pari all’incirca all’inflazione inerziale, salita al massimo degli ultimi 41 anni (fonte: Statistics Bureau of Japan). La disponibilità delle società a concedere aumenti salariali è perfettamente correlata alle relative aspettative di crescita della domanda a tre anni di distanza e questa tendenza potrebbe essere di buon auspicio per la spesa al consumo in futuro.

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Il mondo diventa più caldo, ma almeno l’inflazione inizia a raffreddarsi

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

Una diminuzione della crescita dei prezzi di base dal 5,3% al 4,8% sarà sicuramente accolta con favore dalla Federal Reserve, tuttavia, vale la pena notare che l’incremento dello 0,2% di questo mese fa seguito a sei mesi consecutivi di aumenti mensili al ritmo dello 0,4%.Prevediamo che l’inflazione si attenuerà a circa il 3% quest’anno, ma sarà probabilmente difficile tornare all’obiettivo del 2% della Fed, a meno che non si verifichi un indebolimento significativo del mercato del lavoro negli Stati Uniti e una diminuzione dei consumi negli Stati Uniti.Tuttavia, dato che l’attività economica rimane vivace e il mercato del lavoro è storicamente in tensione, non vediamo motivo per cui la Fed debba affrettarsi ad allentare la politica monetaria, soprattutto considerando i mercati azionari e del credito in rialzo e un dollaro più debole che contribuiscono a migliorare le condizioni finanziarie. Alla fine, continuiamo a prevedere che gli effetti ritardati delle precedenti strette monetarie raggiungeranno l’economia nei prossimi trimestri.Di conseguenza, si può concludere che la valutazione forward dei tassi statunitensi non si discosta in modo significativo dal fair value. Da questo punto di vista, riteniamo che i tassi statunitensi si trovino in un contesto di trading in un range più tattico, come è stato il caso sin dall’inizio del 2023. La Bank of England guidata da Bailey continua a trasmettere un messaggio più accomodante rispetto ad altre banche centrali con cui ci confrontiamo, sembrando riconoscere i limiti di ciò che la politica monetaria può ottenere, basandosi sull’affermazione che gran parte dell’attuale inflazione è stata il risultato di uno shock sul lato dell’offerta. A parte questo, riteniamo che il picco dei tassi nel Regno Unito sarà inferiore a quanto attualmente previsto dai mercati e abbiamo individuato valore nella parte iniziale della curva dei tassi del Regno Unito, basandoci sulla view che i tassi di base arriveranno al 5,75% alla fine del 2023, ben al di sotto del 6,25% attualmente previsto.Scorsa settimana i mercati europei sono stati più tranquilli, prendendo spunto dai movimenti degli Stati Uniti. Nel frattempo, un dollaro più debole ha fatto salire l’euro sopra 1,10 dollari, con il tasso di cambio che ora si attesta sulla media degli ultimi cinque anni. Un euro più forte dovrebbe contribuire a moderare l’inflazione, anche se ci chiediamo fino a che punto questa tendenza possa proseguire. Da inizio anno l’economia europea ha registrato una performance inferiore rispetto agli Stati Uniti, con gli ultimi due trimestri che hanno segnato una recessione tecnica nella zona euro, con dati consecutivi che registrano uno -0,1% su base trimestrale. Riteniamo che i prossimi trimestri saranno più incoraggianti, aiutati dai prezzi energetici più bassi e dagli effetti dei piani di stimolo fiscale precedentemente annunciati. In Giappone, i dati sui salari più alti di giugno hanno portato a un aumento dei rendimenti dei bond giapponesi dai minimi.Tuttavia, prima di arrivare alle riunioni delle banche centrali, la prossima settimana saranno pubblicati i dati sull’inflazione nel Regno Unito e in Giappone, che saranno oggetto di particolare attenzione da parte nostra, date le rispettive posizioni lunghe e corte nei due mercati.Guardando agli indicatori di volatilità del mercato, il VIX, a 13,5, continua a scambiare vicino ai minimi post-pandemia. Tuttavia, al momento c’è molto da discutere e da decidere in merito allo scenario macro e non manca l’incertezza sulla posizione dei mercati tra sei mesi. Ciò che sembra meno discutibile è che il 2023 si prospetta come l’anno più caldo nella storia del pianeta. Mantenersi calmi ed equilibrati potrebbe essere qualcosa su cui riflettere durante i mesi estivi. (abstract by Mark Dowding, Fixed Income CIO, RBC BlueBay Asset Management)

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Il maggiore azionista di GAM sostiene l’offerta di Liontrust

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

Silchester International Investors LLP (“Silchester”) ha informato GAM che, in considerazione della revisione strategica effettuata da GAM e in assenza di alternative valide, porterà in adesione le proprie azioni – 27.623.323 azioni, pari a circa il 17,3% del capitale sociale di GAM (iscritto nel registro delle imprese) – nell’ambito dell’offerta di Liontrust Asset Management Plc (“Liontrust”), in quanto Silchester ritiene che ciò sia nel migliore interesse dei propri clienti. Azionista dall’agosto 2011, Silchester conosce bene il settore dell’asset management, i processi di approvazione regolamentare a livello globale e il management di GAM.David Jacob, Presidente di GAM Holding AG, ha dichiarato: “Sono lieto che Silchester abbia confermato che porterà in adesione le proprie azioni nell’ambito dell’offerta di Liontrust. Questo rafforza il fatto che questa è l’unica offerta disponibile per gli azionisti di GAM. Siamo convinti che l’offerta di Liontrust garantisca la certezza di un passo avanti per tutti gli stakeholder di GAM e ci aspettiamo che riceva prossimamente l’approvazione delle autorità competenti. Il Consiglio di amministrazione continua a raccomandare vivamente l’offerta di Liontrust a tutti gli azionisti”. Il periodo di offerta è iniziato il 28 giugno 2023 e dovrebbe scadere il 25 luglio 2023; l’attuale Consiglio di amministrazione di GAM e il Consiglio di gestione del Gruppo hanno accettato di offrire le proprie azioni. I risultati finali del periodo di offerta principale dovrebbero essere pubblicati il 31 luglio circa e il completamento della transazione è attualmente previsto per il quarto trimestre del 2023, subordinatamente al soddisfacimento o alla rinuncia delle condizioni dell’offerta. Gli azionisti che aderiscono all’offerta di Liontrust potranno continuare a vendere le loro azioni su una seconda linea di negoziazione per le azioni portate in adesione. Il fatto che gli azionisti abbiano aderito o intendano aderire all’offerta di Liontrust non ha alcun effetto sul loro diritto di partecipare e, in particolare, di esprimere il proprio voto all’Assemblea generale straordinaria di GAM attualmente prevista per il 25 agosto 2023.

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GAM: I portafogli bilanciati tornano sugli scudi

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR. La grandezza di un investitore sta nella sua capacità di adattarsi a una nuova epoca, scriveva Bill Gross. Entriamo in una nuova epoca finanziaria, è terminato il lungo periodo di tassi eccezionalmente bassi, sostegni monetari straordinari e assenza di inflazione, anni di festa ininterrotta delle azioni e in particolare delle azioni growth, spinte a livelli record. Poi l’inflazione è riapparsa in condizioni straordinarie, prima “l’effetto molla” della domanda nel 2021, poi lo shock energetico nel 2022. Le banche centrali hanno reagito con lentezza, salvo recuperare il ritardo con aggressivi aumenti dei tassi e, in questa estate che si annuncia torrida, la manovra non è ancora conclusa. L’atteso dato sull’occupazione di venerdì 7 luglio non ha spostato di molto le analisi di scenario, i 209.000 nuovi posti di lavoro creati in giugno sono stati al di sotto delle attese, i dati dei mesi precedenti sono stati rivisti al ribasso ma, complessivamente, il mercato del lavoro tiene. La disoccupazione è scesa a 3,6% dal precedente 3,7%, la partecipazione della forza lavoro resta a 62,6%. Non abbastanza per distogliere la Federal Reserve dall’intenzione già annunciata di tornare ad alzare i tassi nella riunione di fine luglio. Un consiglio antico e ormai anche un po’ logoro è quello di evitare il timing nei mercati però, negli ultimi tempi, è diventato difficile individuare il timing anche nel ciclo economico. Non sappiamo cosa accadrà nel prossimo futuro, troppo ampio il ventaglio dei possibili esiti, possiamo però dire con ragionevole sicurezza che il futuro richiederà agli investitori, come sempre ha fatto, flessibilità, pragmatismo, capacità di adattamento. Il cambiamento dello scenario cambia le cose anche nelle scelte di investimento, il “safe haven” degli investimenti non consiste in una singola classe di attivo ma nella diversificazione non ingenua di Harry Markowitz. Il ritorno dei rendimenti nel reddito fisso fa tornare sugli scudi i portafogli bilanciati e consente di riequilibrare l’esposizione azionaria con obbligazioni governative e societarie di buona qualità: anche se la Federal Reserve non ha ancora terminato la fase di aumenti, la fine del ciclo restrittivo è prossima. È questione di tempo, le banche centrali riusciranno a curvare l’inflazione, non rivedremo le performance dei decenni sontuosi degli ultimi decenni ma le obbligazioni tornano a rappresentare valore, torna la loro efficacia nel compensare il rischio dell’eccesso di ottimismo nelle aspettative degli utili azionari. La protezione del capitale passa anche per le strategie alternative, market neutral e strategie obbligazionarie meno dipendenti dal più generale movimento dei mercati bond, ad esempio la parte corta della curva, le obbligazioni MBS, le obbligazioni ILS, il debito subordinato. Nella componente azionaria, oltre ai temi ricordati nelle scorse settimane, Europa, economie emergenti, settori del lusso e della tecnologia, si può guardare con interesse alle valutazioni delle small-mid cap, alle aziende che trarranno vantaggio dagli investimenti nella sicurezza delle catene dell’approvvigionamento o nella transizione energetica: tornano interessanti le società dei settori industriale, energetico, dei materiali. In questa fase in cui la manovra delle banche centrali non è ancora completata e il rischio di errori di policy non ancora escluso, la parola chiave è pragmatismo e capacità di adattamento.

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PIL UK migliore delle attese: a maggio -0,1%

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. Maggio si chiude con una contrazione dello 0,1% per il PIL del Regno Unito, con cali dello 0,6% nella produzione e dello 0,2% nell’edilizia, contro un calo complessivo previsto dello 0,3%. Il bilancio è dunque migliore delle aspettative, nonostante gli stop alla produzione in occasione di tre festività britanniche abbiano avuto un impatto notevole sui numeri del mese. Ampliando l’orizzonte temporale, la contrazione di maggio segue il modesto aumento dello 0,2% di aprile e chiude il trimestre senza significativi segnali di ripresa. Una crescita così stagnante, sebbene migliore del previsto, continua a rappresentare una sfida per il governo, impegnato nella negoziazione dei salari dei dipendenti pubblici. Il binomio dato dall’alto costo del debito e da una pressione fiscale già elevata, lascia infatti al governo ben poche alternative per affrontare il problema del costo della vita nel settore pubblico.

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Il commercio globale continuerà a stimolare la rapida crescita asiatica

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management. La globalizzazione è stata un motore di crescita potente per l’Asia, in particolare per le sue economie emergenti e continuerà a esserlo, nonostante i timori diffusi di una deglobalizzazione. La contrazione del commercio globale non è generalizzata: sono la sua natura e la sua composizione che stanno cambiando. Gran parte di questo cambiamento avviene in Asia, un effetto collaterale del rapido sviluppo della regione, che a sua volta è una conseguenza della globalizzazione. In effetti, i Paesi asiatici emergenti sono arrivati a un punto in cui dispongono di tutto il necessario per sostenere la crescita. Si tratta di un insieme di economie diversificate e complementari e, in quanto tale, dipende sempre meno dal resto del mondo. Abbonda, inoltre, di tutte le principali fonti di crescita, ben distribuite tra le varie economie interconnesse: commercio, capitali, competenze e forza lavoro. Gli analisti più ribassisti rimarcano spesso il fatto che il commercio mondiale di beni ha raggiunto il picco massimo nel 2008 e da allora è in calo. Nell’affermarlo, non tengono conto di due fattori. I timori per la fine della globalizzazione sono generalmente esagerati, ma nel caso dell’Asia sono del tutto fuori luogo. L’integrazione e l’interdipendenza nella regione crescono costantemente. I quattro blocchi economici asiatici presentano una varietà e una complementarità sufficienti a sostenere autonomamente la crescita, anche in caso di un livellamento del commercio di beni in altre parti del mondo. Negli ultimi anni, i progressi dell’Asia sono stati ostacolati dal COVID, dall’aumento dei tassi d’interesse e dalle tensioni geopolitiche. Tuttavia, la tendenza al rialzo dell’economia regionale può contare su uno slancio intrinseco. (abstract by Pictet Asset Management)

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Prosegue il cammino dell’inflazione USA verso il target del 2%

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. Proseguono gli sforzi della Fed per riportare l’inflazione entro il target del 2%: al momento l’inflazione complessiva negli Stati Uniti è scesa al 3%, mentre l’inflazione core, indicatore che esclude dal paniere i prezzi di energia e generi alimentari, è al 4,8% su base annua. A livello mensile, entrambi gli indicatori sono aumentati dello 0,2% a giugno, il rialzo più contenuto dei prezzi dal 2021. Se, da un lato, assistiamo al rallentamento dell’inflazione complessiva, dall’altro la Fed non potrà ignorare l’aumento (anche se lieve) dei prezzi core e, con ogni probabilità, sarà chiamata a proseguire la sua lotta all’inflazione. Dopo la pausa di giugno, si prevede quindi che a luglio la banca centrale statunitense riprenderà il ciclo di rialzi dei tassi d’interesse con un aumento di 25 punti base. Dopo il picco del 9,1% toccato nel giugno 2022, il tasso di inflazione complessiva sta progressivamente tornando verso il target del 2%, un obiettivo che la Fed vuole assolutamente centrare.

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Il futuro dell’economia globale in tre domande chiave

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm. Quanto ancora durerà l’inflazione? Cominciando dall’analisi della dinamica inflattiva, nonostante l’aumento dei prezzi sembra stia lentamente tornando sotto controllo negli Stati Uniti e in Europa, l’inflazione resta la variabile chiave da cui, in qualche modo, dipendono tutte le altre. Se la direzione sembra quindi quella di un rallentamento, la questione relativa al tempo che l’inflazione impiegherà a tornare entro il target del 2% è ancora aperta. A complicare il quadro anche il fatto che vi siano diverse componenti e unità di misura dell’inflazione: ad esempio, se nel primo semestre il calo del prezzo dei beni energetici ha contribuito in gran parte alla diminuzione dell’inflazione complessiva, in Europa come negli Stati Uniti, dove la traiettoria è chiaramente in discesa (dal 4% al 3% a giugno), la misura core, che esclude dal paniere i prezzi di energia e generi alimentari, non sta rallentando altrettanto velocemente (4,8% a giugno contro il 5,3% di maggio). Tuttavia, i segnali sono nel complesso positivi: la componente legata ai servizi abitativi (come affitti e bollette), che rappresenta il principale driver dell’inflazione complessiva, ha dato i primi segni di normalizzazione e ci sono buone ragioni, anche legate alla dinamica immobiliare e al prezzo degli affitti, per credere che si procederà in questa direzione. Anche misure di inflazione meno volatili, spesso utilizzate dai banchieri centrali per prendere decisioni legate ai tassi, come l’inflazione supercore (che non tiene conto dei costi abitativi), sono tornate a crescere in linea con il passato (intorno allo 0,3% mese su mese). Gli analisti al momento prevedono una graduale normalizzazione dei livelli di inflazione, fino a sfiorare la soglia del 2% entro la fine dell’anno, sia negli Stati Uniti, sia in Europa, anche se qui i ritmi di discesa sembrano essere più lenti e i mercati prezzano almeno altri due aumenti dei tassi nell’Eurozona, ma ne potrebbero servire di più. Quando arriverà la fine dei rialzi dei tassi? Alla dinamica inflattiva è strettamente collegata anche l’inversione della curva dei tassi d’interesse. Gli analisti sembrano concordi sul fatto che si sia quasi raggiunto il picco del ciclo di rialzi dei tassi: ci si attende al massimo due rialzi dei tassi negli Stati Uniti, mentre nell’Eurozona due rialzi vengono dati per scontati, ma potremmo vederne fino a quattro. Crescita o recessione? Con i rialzi dei tassi a cui abbiamo assistito negli scorsi mesi, la possibilità di una recessione era data quasi per scontata nel 2023. In realtà, la performance economica ha continuato a sorprendere in positivo, come si può notare dagli indici di sorpresa per Europa, USA e Cina, che misurano la performance dell’economia rispetto alle aspettative (sotto). Cina ed Europa hanno deluso, mentre gli Stati Uniti si sono ripresi dopo un inizio anno sottotono. Mentre il settore manifatturiero rallenta, quello dei servizi traina la crescita. Anche il mercato del lavoro, sia in Europa che in Usa, ha dato segnali di ripresa sorprendenti. Insomma, l’economia americana stupisce in positivo e rimane forte, spostando ancora una volta più avanti la possibilità di una recessione. Guardando ai prossimi mesi, potrebbe essere utile analizzare il sentiment e le attese per il PIL: negli Usa, gli ultimi indici PMI aggregati, che misurano il sentiment dei direttori degli acquisti delle aziende, sono fermi a 53 punti, in territorio di espansione, spinti dal settore dei servizi. I dati di crescita del Pil per il primo trimestre sono stati positivi e sopra le attese (2% contro 1,1%), mentre le attese da qui a fine anno sono aumentate da circa lo 0,5% a quasi l’1,5%, secondo Bloomberg. (abstract)

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“FLASH Inflazione USA giugno: indice core al minimo dal 2021”

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte. Inflazione USA di giugno inferiore alle attese soprattutto per la componente core, dove l’indice arriva al 4,8% (il minimo dal 2021), e al 4% in termini supercore (cioè al netto anche della componente affitti). Come da attese, sono in calo i prezzi di auto e trucks usati (-0,5% m/m), mentre risultano in calo anche le tariffe aeree (-8,1% m/m). A sorpresa dato che siamo nel pieno della stagione degli spostamenti per vacanze. I redditi reali medi settimanali ritornano in positivo, per la prima volta da aprile 2021. IN SINTESI Il dato di oggi non dovrebbe mettere in discussione il rialzo di 25pb a luglio, mentre restano perplessità sulla necessità di un ulteriore rialzo a settembre. La notizia è positiva per i consumi, il che potrebbe portare la FED a cercare di utilizzare tutti i tecnicismi del caso (ad esempio il tasso reverse repo ed altro), per poter lavorare di più sul calo della liquidità e meno sui tassi, tenendo così sotto controllo i consumi e assicurandosi un trend calante dell’inflazione. Il dato conferma la possibilità che i tassi di mercato possano aver raggiunto il picco, con una possibile conseguente prosecuzione del trend di inversione della curva. Da un punto di vista operativo, i tassi governativi risultano essere al momento appetibili, cercando di lavorare sugli estremi della curva per sfruttare il buon rapporto rischio/rendimento del comparto a breve e i potenziali capital gain della parte entro i 10 anni

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Schroders – Fed: ecco perché continuiamo ad aspettarci un rialzo a luglio, nonostante il rallentamento dell’inflazione

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders. L’inflazione statunitense si è raffreddata a giugno, con il tasso annuale dell’IPC sceso al 3% dal 4% di maggio. Gli effetti base sono stati utili, dato che gli aumenti dei prezzi dell’energia rispetto a un anno fa sono usciti dall’indice, tuttavia, la variazione mensile è stata inferiore alle aspettative, con un aumento di appena lo 0,2%. Lo stesso vale per il tasso core (IPC al netto di beni alimentari ed energia), anch’esso cresciuto meno del previsto, dello 0,2% su base mensile.Con l’affievolirsi dell’inflazione, la Fed farà un passo indietro rispetto a un ulteriore inasprimento e annullerà l’annunciato aumento dei tassi quando si riunirà alla fine del mese? La banca centrale statunitense aveva dichiarato di voler saltare un rialzo e di voler fare una pausa a giugno per “valutare ulteriori informazioni e le loro implicazioni per la politica monetaria”, ma l’intenzione era ancora quella di aumentare i tassi a luglio. Le proiezioni dei tassi d’interesse contenute nel dot plot della riunione di giugno hanno mostrato che i membri della Fed intendevano aumentare i tassi di 25 punti base a luglio e a settembre. I dati di qualche giorno fa sull’inflazione statunitense, migliori del previsto, suggerirebbero che la politica stia allentando le pressioni sui prezzi, dato che l’aumento dei tassi di interesse riduce la domanda. Anche i dati chiave sui salari della scorsa settimana sono risultati inferiori alle aspettative, con l’economia che ha generato meno posti di lavoro del previsto a giugno. Nei prossimi giorni sentiremo ulteriori commenti da altri funzionari della Fed, ma la nostra sensazione è che la banca centrale resterà ferma sulla decisione di alzare i tassi questo mese per due motivi. In primo luogo, permangono le preoccupazioni per l’inflazione e il mercato del lavoro. I tassi di inflazione sottostanti rimangono elevati. Anche se inferiore alle aspettative, il mese scorso il tasso core si è attestato al 4,8% su base annua, ancora ben al di sopra del target della Fed. Inoltre, il mercato del lavoro rimane rigido. Il mese scorso il tasso di disoccupazione è sceso al 3,6%, ben al di sotto delle stime di equilibrio o del NAIRU (Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment), e il rapporto tra offerte di lavoro e disoccupati è stato di 1,6 a maggio. Il mercato del lavoro si sta raffreddando, ma è ancora sufficientemente rigido da consentire una forte crescita dei salari. Questi effetti di secondo impatto hanno il potenziale di perpetuare l’inflazione aumentando il costo del lavoro in tutta l’economia, cosa che la Fed vorrà evitare. Il secondo motivo è che, in questo momento, un’eventuale inversione di rotta scatenerebbe un rally dei mercati obbligazionari, che allenterebbe le condizioni finanziarie. Un simile sviluppo contribuirebbe a sostenere l’attività e a compensare la politica complessivamente restrittiva. Considerati gli sforzi compiuti dalla Fed per convincere i mercati di essere seriamente interessata all’inflazione e di non essere in procinto di cambiare rotta, sembrerebbe troppo presto per questo passo. La nostra opinione è che vedremo ancora un aumento dei tassi a luglio. Tuttavia, il dibattito si intensificherà e non ci aspettiamo una mossa a settembre. La prossima mossa dovrebbe rivelarsi l’ultimo rialzo di questo ciclo, con successivi tagli.

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Arabia Saudita: Opportunità dal punto di vista degli investimenti

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Meera Patel, Senior Manager – Sustainable and Thematic Investments di GAM. A sei anni dall’inizio del piano i cambiamenti registrati in Arabia Saudita sono chiaramente evidenti. Tre trasformazioni chiave e le relative opportunità da evidenziare sono: L’ascesa delle donne saudite – Tutto è iniziato nel 2017 con l’abolizione del divieto di frequentare palestre femminili, seguito dalla rimozione del divieto di guida l’anno successivo; il 2019 è stato un anno di trasformazione nelle riforme sociali per le donne in Arabia Saudita. Il sistema di tutela, che richiede essenzialmente il permesso di un tutore maschio per svolgere attività come il lavoro o i viaggi internazionali, è stato allentato e sono state introdotte protezioni contro la discriminazione sul lavoro. Ciò ha portato a un rapido aumento della partecipazione femminile alla forza lavoro. Tra i settori chiave che potrebbero beneficiare del potenziale aumento del reddito disponibile vi sono i servizi di fitness/, i beni di lusso, i ristoranti e le automobili. Introduzione del turismo – I visti per i turisti stranieri sono stati introdotti nel settembre 2019, e sono state annunciate diverse riforme sociali in vista di questo evento. Nel 2017 è stato abolito il divieto di intrattenimento (cinema e concerti) e l’anno successivo è stato rimosso l’obbligo legale per le donne di indossare il copricapo e l’abaya. I principali beneficiari saranno probabilmente gli alberghi e le strutture ricettive, le compagnie aeree e le infrastrutture aeroportuali, nonché l’aumento della domanda di attività ricreative domestiche. Momento di miglioramento – Le riforme sociali sono strettamente legate alle riforme della governance; queste ultime sono quelle che più di ogni altra cosa stimoleranno l’interesse degli investitori internazionali. C’è ancora molto lavoro da fare in questo senso per approfondire i mercati dei capitali e la liquidità. Nel 2022 abbiamo assistito a diverse riforme legali che hanno incoraggiato il miglioramento di indicatori quali Stato di diritto, Qualità della regolamentazione ed Efficacia del governo. Sebbene le scarse classifiche sulle libertà politiche e civili rimangano una sfida per molti investitori, riteniamo che l’Arabia Saudita sia attualmente sottorappresentata negli indici e nei portafogli dei mercati emergenti. I fattori succitati evidenziano le potenziali opportunità derivanti da quella che potrebbe essere una delle più grandi storie di riforma del mercato nel prossimo decennio.

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GAM: Arabia Saudita, una storia di riforma del mercato

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Meera Patel, Senior Manager – Sustainable and Thematic Investments di GAM Con l’aumento degli investimenti sostenibili, la componente sociale è probabilmente la più difficile da misurare e interpretare ed è l’area in cui abbiamo più lavoro da fare come investitori. Le misure ambientali, come le emissioni di carbonio, possono essere misurate nel tempo, ma chi stabilisce quali sono le migliori pratiche per gli standard sociali e a che punto il profilo di rischio sociale di un Paese lo rende una valida opportunità di investimento? Ciò è guidato da organismi come l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) o l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR); ma ci sono una serie di misure strutturali che possono fornire potenti intuizioni su come i decenni futuri potrebbero svolgersi da una prospettiva sociale.Interpretare gli sviluppi sociali è fondamentale per comprendere il profilo demografico e lo sviluppo di un Paese, nonché i conseguenti aumenti di produttività e la creazione di valore. Sebbene si tratti di un paese in fase nascente, e pur rimanendo consapevoli dei suoi scarsi risultati in materia di diritti umani e delle sue classifiche sulle libertà politiche e civili, riteniamo che non ci sia esempio più calzante delle significative riforme sociali in atto in Arabia Saudita, sostenute dal piano Vision 2030 che mira a ridurre la dipendenza dal petrolio.Uno sviluppo fondamentale da sottolineare è l’introduzione delle politiche necessarie per colmare il gap per quanto riguarda il rispetto degli standard internazionali in materia di stato di diritto, giustizia e supervisione governativa. Si tratta di un passo nella giusta direzione; si prevede che si continuerà a insistere su queste nuove politiche e sulle azioni basate su dati concreti per dare alle imprese la fiducia di investire a lungo termine e per rispondere alle preoccupazioni dei gruppi per i diritti umani. Già nel 2022, Amnesty International aveva denunciato esecuzioni di massa, processi iniqui presso la Corte penale specializzata (SCC) e sgomberi forzati in Arabia Saudita.L’Arabia Saudita sta vivendo una trasformazione pubblica e multigenerazionale su diversi fronti che si traduce in un’economia più aperta.La seconda area chiave da evidenziare è la Saudi Green Initiative, che mira a raggiungere l’azzeramento delle emissioni a livello nazionale entro il 2060, affrontando le sfide combinate della sicurezza energetica e della promozione della transizione energetica. Sono stati stanziati 700 miliardi di dollari per gli investimenti nella crescita dell’economia verde, ma il paradosso intrinseco è rappresentato dalle entrate petrolifere inaspettate del Paese, pari a 326 miliardi di dollari solo nel 2022.

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“L’obiettivo del fondo sovrano è quello di preservare le filiere che stanno alla base del nostro Made in Italy”

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

Lo ha detto Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, in apertura del convegno Made in Italy Pre-Summit 2023 Boosting Global Competitiveness, organizzato dal Sole 24 Ore con Financial Times e in collaborazione con Sky Tg24 soggiungendo: “Infatti il modello interno cinese non funziona e ora anche la Cina ha bisogno di commerci internazionali. Siamo passati dal distacco commerciale al dover trovare aree con commerci che non portino a scontri e conflitti. In merito al futuro dell’accordo dell’Italia con la Cina sulla Via della Seta, non spetta a me dare indicazioni, ma al presidente del Consiglio, posso dire che sarà una decisione gravida di conseguenze. L’accordo è stato sottoscritto in un mondo diverso dal punto di vista politico, che non era così frantumato come da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Questo ha ricompattato la Nato e ha portato anche alla minaccia del nucleare. Quindi l’Italia deve prendere decisioni consone con il nuovo scenario internazionale” “Ma dobbiamo preservare anche – ha precisato- la possibilità di approvvigionarsi di materie prime e quindi aiutare anche le nostre imprese in questo senso. C’è una riflessione europea sul fondo sovrano e il ministro Urso si è espresso a favore del fatto che l’Ue dovrebbe aiutare a livello europeo. Al momento il fondo sovrano non ha ancora le dotazioni che uno si auspica ma che credo potrà servire da volano per aiutare l’economia”.

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Polly Barton: Porno Una storia orale

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

Trad. Clara Miranda Scherffig, pp. 416, 19 euro. Per capire l’effetto del porno nelle nostre vite, dovremmo innanzitutto parlarne. Ma parlarne in maniera aperta e onesta è complicato, perché mette in gioco stereotipi sessuali, aspettative sociali e rivela una vita intima di cui non sempre ci sentiamo sicuri. È questa la teoria di fondo di Polly Barton, che attraverso una serie di conversazioni informali con diciannove amiche e conoscenti prova a scandagliare il modo in cui il porno ci provoca eccitazione, disagio e turbamento, offuscando i confini della nostra intimità e aprendo nuovi spazi di esplorazione, che spesso hanno un costo, soprattutto per le donne. In un momento storico in cui sembra che siamo tutti disposti a parlare di sesso, di quello che ci piace e di quello che non ci piace alla luce del consenso, Barton dimostra che la cultura sex positive non si è estesa al mondo del porno, e che l’ottimismo emancipatorio rischia di occultare gli aspetti più politici insiti nel porno mainstream: dalla sopraffazione dell’altro alla diffusione di stereotipi di genere. Con questo saggio aperto di matrice femminista, Barton non vuole parlare solo di pornografia, ma dell’arte della conversazione: il metodo ideale per superare alcune paure e scoprire qualcosa di più sulla natura del sesso che vogliamo fare, e quello che vogliamo vedere. “La cosa che ho capito molto chiaramente è che non parlare di qualcosa col tempo può favorire un atteggiamento difensivo in cui la vergogna rischia di sbocciare. Anche se non abbiamo molto di cui vergognarci. Confessare può dare sollievo. Non si tratta tanto del contenuto della confessione quanto della semplice consapevolezza che un argomento non è più un tabù” – Polly Barton. Editore La Nave di Teseo.

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Emilia Hart Weyward

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

Titolo originale: Weyward Collana:Le strade Pagine:406 Prezzo cartaceo:€ 20C Prezzo eBook:€ 9.99 Traduzione di Enrica Budetta Fazi Editore. Tre donne. Cinque secoli. Un segreto. La caccia alle streghe non è mai finita. Hanno fatto di tutto per metterci in gabbia, ma una donna Weyward sarà sempre libera e selvaggia. 2019. Con il favore del buio della sera, la trentenne Kate fugge da Londra alla volta del Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna ereditata da una prozia che ricorda appena. Avvolta da un giardino incolto su cui torreggia un acero secolare, la dimora la proteggerà da un uomo pericoloso. Presto, però, Kate inizierà a capire che le sue mura custodiscono un segreto molto antico.1942. Mentre la guerra infuria, la sedicenne Violet è ostaggio della grande e lugubre tenuta di famiglia. Vorrebbe soltanto arrampicarsi sugli alberi e poter studiare come suo fratello, ma da lei ci si aspetta tutt’altro. Un pensiero inquietante, poi, la tormenta: molti anni fa, poco dopo la sua nascita, la madre è scomparsa in circostanze mai chiarite. L’unica traccia di sé che ha lasciato è un medaglione con incisa la lettera W. 1619. La solitaria Altha, cresciuta da una madre che le ha trasmesso il suo amore per il mondo naturale, viene accusata di stregoneria; rinchiusa nelle segrete di un castello, presto sarà processata. Un contadino del villaggio è morto dopo essere stato attaccato dalla propria mandria, e la comunità locale, coesa, ha puntato il dito contro di lei: una donna insolita. E le donne insolite fanno paura. Ma le Weyward appartengono alla natura. E non possono essere addomesticate. Intrecciando con maestria tre storie che attraversano cinque secoli, Emilia Hart ha dato vita a un potente romanzo sulla resilienza femminile e sulla forza salvifica della solidarietà tra donne in un mondo dominato dagli uomini.

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Il Politecnico di Torino primo in Italia nella classifica CENSIS degli Atenei per la comunicazione e i servizi digitali

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

Il Politecnico di Torino si colloca al primo posto, rispetto agli altri politecnici italiani (Milano, Bari, IUAV), nell’ambito della comunicazione e dei servizi digitali offerti ai propri studenti ed è secondo per l’offerta di strutture didattiche, anche in virtù del grande impegno profuso con l’attuazione del Masterplan di Ateneo, volto alla rifunzionalizzazione e razionalizzazione dei propri spazi. Il Politecnico di Torino è al primo posto in termini di occupabilità con un punteggio pari a 110 che corrisponde alla massima valutazione possibile, svettando su tutti gli Atenei italiani (pari merito con quello di Milano). Migliorano i punteggi nelle categorie “Servizi” e “Borse” rispetto al ranking precedente e l’Ateneo torinese si colloca al secondo posto in Italia tra i Politecnici, con un punteggio complessivo di 91,5.Nella classifica degli Atenei italiani sul tema della didattica, Censis si rivolge a due macro-indicatori: la progressione di carriera degli studenti (rilevata in funzione del tasso di persistenza tra il I e il II anno di corso; del tasso di iscritti regolari; del tasso di regolarità dei laureati) e i rapporti internazionali (valutati in base alla mobilità degli studenti in uscita; della numerosità di Università straniere ospitanti; degli studenti iscritti stranieri).Il Politecnico di Torino è primo assoluto in Italia nella classifica generale degli Atenei italiani per quanto attiene le Lauree triennali che fanno riferimento ai settori dell’Ingegneria industriale e dell’informazione, e si colloca quinto in Italia per le lauree triennali nell’ambito dell’Architettura e dell’Ingegneria civile, grazie a un ottimo bilanciamento tra i due macro-indicatori di riferimento per il Censis.Anche nelle lauree magistrali il Politecnico di Torino consegue risultati di elevato profilo, posizionandosi al quarto posto a livello nazionale nei settori dell’Architettura e Ingegneria civile, e al secondo posto tra i Politecnici per l’Ingegneria industriale e dell’informazione.

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Leucemia mieloide acuta

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

E’ un tumore del sangue particolarmente aggressivo. Circa il 40%2 non è idoneo alla chemioterapia intensiva standard, perché anziano e fragile, spesso a causa di altre patologie. E proprio per questi pazienti, una nuova terapia, venetoclax in combinazione con un agente ipometilante (azacitidina), la cui rimborsabilità è stata recentemente approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)3, sta cambiando radicalmente le prospettive di cura. Questo trattamento innovativo è in grado di migliorare la sopravvivenza globale e i tassi di remissione, con risposte rapide e durature. Senza dimenticare la qualità di vita, che viene preservata. I passi avanti nella cura sono evidenziati nel Convegno “InnoVENtion in AML- Reaching new goals with venetoclax in AML treatments”, che si chiude oggi a Napoli.“La leucemia mieloide acuta è una neoplasia ematologica aggressiva ed eterogenea, che nasce nel midollo osseo, la ‘fabbrica’ delle cellule del sangue – afferma Felicetto Ferrara, Direttore Ematologia all’Ospedale Cardarelli di Napoli -. La malattia si caratterizza per la proliferazione incontrollata di cellule patologiche, i blasti, a livello del midollo osseo, del sangue periferico e di altri organi. La cellula madre che produce le cellule del sangue si altera, il suo percorso fisiologico viene deviato e si determina così la leucemia. Tra le cause vi sono mutazioni del DNA, che possono essere determinate dall’esposizione a radiazioni, a sostanze chimiche cancerogene o dal processo di invecchiamento. Anemia, stanchezza, pallore legati alla riduzione dei globuli rossi, sanguinamenti ed ematomi, legati alla carenza di piastrine, e infine le infezioni sono i principali sintomi. Le alterazioni dei valori dell’emocromo portano alla diagnosi, che passa anche attraverso il prelievo di midollo osseo. L’età media alla diagnosi è di 68 anni. Proprio i pazienti anziani o fragili, perché colpiti da altre patologie, non sono però in grado di tollerare la chemioterapia intensiva standard, seguita dal trapianto allogenico di cellule staminali, se indicato”.La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è di circa il 28%.

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Morte cardiaca improvvisa (MCI)

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

E’ causa ogni anno il decesso di circa 1.000 persone al di sotto dei 35 anni, persone che spesso sono apparentemente in ottima salute, e tra questi non mancano gli atleti. È la causa prevalente di morte improvvisa nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti ed è spesso la prima – e purtroppo l’ultima – manifestazione di una patologia sottostante e fino ad allora ignorata che, in assenza dell’obbligo di approfondirne la causa, rimane senza diagnosi. Nel nostro Paese, infatti, la legge prevede l’obbligatorietà del riscontro diagnostico nella morte improvvisa del lattante e del feto, non altrettanto nel caso di morte improvvisa giovanile. Un vuoto normativo che il Parlamento ora avrebbe l’occasione di riempire. Per farlo occorre intanto calendarizzare la proposta di Legge n.862 “Disposizioni per l’introduzione dell’obbligo di diagnosi autoptica istologica e molecolare nei casi di morte improvvisa in età infantile”, firmata dai Deputati Marco Lacarra, Nicola Carè e Debora Serracchiani e presentata il 3 febbraio 2023, con l’appoggio della SIC – Società Italiana di Cardiologia. Si tratta di una proposta presentata in precedenza da Paolo Siani, già Deputato della XVIII Legislatura, e decaduta con la fine della legislatura, ma che ha un larghissimo sostegno nel mondo clinico e tra le associazioni di pazienti. Un appoggio così forte che tra questi soggetti, grazie all’intermediazione di OMaR – Osservatorio Malattie Rare, si è creata una vera e propria rete di oltre 50 tra associazioni di pazienti e clinici che lo scorso maggio, in seguito alla morte di Diego Gigante, un ragazzo di soli 15 anni deceduto durante un allenamento a Fiano Romano – l’ennesimo di una lunga lista di decessi simili – hanno firmato una lettera, indirizzata al Ministro della Salute Orazio Schillaci, al Presidente della Camera On. Lorenzo Fontana e ai vertici della Commissione XII Affari Sociali della Camera dei Deputati, che sollecita la calendarizzazione in tempi brevi della proposta di legge n.862. Per sottolineare l’urgenza di avviare l’iter legislativo, richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei parlamentari di tutti gli schieramenti sul tema della morte cardiaca improvvisa, presentare e discutere i contenuti della proposta di legge, è stato organizzato, in collaborazione con Osservatorio Malattie Rare, il convegno “Morte improvvisa infantile e giovanile, scienza e associazioni insieme per la prevenzione”, tenutosi questa mattina presso la Sala Matteotti di Palazzo Theodoli-Bianchelli della Camera dei Deputati e moderato dall’avvocato Roberta Venturi, Responsabile delle Relazioni Istituzionali di OMaR – Osservatorio Malattie Rare.

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