Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 166

Archive for 7 giugno 2024

Ci siamo: Il voto degli italiani alle europee

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

By Enrico Cisnetto. Dopo una campagna elettorale insopportabilmente tanto lunga quanto vuota, tutta giocata sul solito insulso copione dello scontro ideologico per cui la destra è fascista e la sinistra comunista, finalmente si va alle urne. È un voto per l’Europa, anche se di Europa non si è affatto parlato, salvo per dire che la si vorrebbe diversa senza spiegare perché e soprattutto come cambiarla. Dimentica di quanto di Europa già c’è, non poco, e ignara di quanto e cosa manchi per completare l’integrazione, la politica italiana ci ha offerto solo slogan aggressivi, posizioni estremizzate, temi semplificati, e mostrando un’ansia da prestazione elettorale che è spia di sorprese che probabilmente usciranno dalle urne. In più, si è persino concessa il rischio di una crisi istituzionale con sguaiato attacco al Presidente della Repubblica cui è poi stata messa una toppa peggiore del buco. Forzature che, oltre a consolidare sul piano internazionale l’idea che siamo un paese inaffidabile, finiranno per indurre ancora più italiani dei già tanti (troppi) che non vanno a votare, a restare a casa. Mentre è opportuno che si abbia bene a mente che questa volta come non mai siamo di fronte alle più importanti elezioni della storia europea, non fosse altro per il contesto internazionale in cui questa consultazione si svolge. L’Europa, infatti, è in una condizione di “pre guerra”, schiacciata com’è a nord-nordest dal conflitto scatenato dalla Russia contro l’Ucraina, base di partenza per un progetto di destabilizzazione del Vecchio Continente cui fa da pendant, a sud, il non meno pericoloso scontro in atto contro Israele, innescato dall’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso e proseguito con la reazione di Tel Aviv nella striscia di Gaza, ma soprattutto per via dei molteplici fronti aperti dalle varie forze organizzate e finanziate dall’Iran. Europa, per di più, su cui pesa l’incertezza dell’esito delle elezioni americane di novembre, decisive per determinare gli assetti prossimi del mondo. In gioco, dunque, non c’è come nel passato la scelta tra continuità e discontinuità politica in un contesto tutto sommato stabile e determinato, ma quella ben più ardua di come affrontare uno scenario che non ha precedenti dal 1945 ad oggi. Detto questo, è pur vero che il responso popolare del 9 giugno è destinato a produrre conseguenze decisive anche sui nostri equilibri politici nazionali. Sia perché si deciderà il ruolo dell’Italia nel contesto continentale – nel quale oggi è isolata, a dispetto della politica dei sorrisi – scegliendo tra l’atrofizzazione, che il nazionalismo sovranista comporta, e il tentativo di aprire una nuova stagione puntando sulla piena integrazione nel contesto europeo. E sia perché le elezioni rappresenteranno una sorta di tagliando per il governo Meloni, che a 20 mesi dalla nascita e avendo percorso solo un terzo della legislatura è stato (pericolosamente) sottoposto da chi lo guida allo stress test del plebiscito “pro Giorgia”. Tuttavia, sarebbe un grave errore se gli elettori si facessero influenzare dalla campagna elettorale e compissero le loro scelte guardando solo ed esclusivamente alle questioni nazionali. Cioè, per capirci, senza sapere o non tenendo in debito conto della collocazione dei partiti italiani nelle diverse famiglie politiche europee e, di conseguenza, senza porsi la domanda se la loro preferenza potrà favorire il fatto che l’Italia risulti sintonica con gli altri paesi, specie quelli più grandi e fondatori della Ue, o se, al contrario, potrebbe decretarne un definitivo, letale isolamento. E qui siamo all’ineludibile domanda sul “che fare”, sabato e domenica. Sono tantissimi quelli che in questi ultimi giorni mi hanno posto questo benedetto quesito, manifestando non solo incertezza ma anche un vero e proprio senso di smarrimento. A testimonianza che alla vigilia del voto c’è ancora un numero straordinariamente alto di cittadini che brancolano nel buio. Non spetta a TerzaRepubblica dare una specifica indicazione di voto. Ma fare qualche valutazione che aiuti a compiere una scelta consapevole, questo sì, fa parte del nostro dna.Partiamo da un paio di presupposti, forse scontati ma che è bene ribadire. Il primo riguarda l’Europa: chi ci legge e ci conosce sa che di fronte al trilemma “più Europa”, “meno o niente Europa” e “tanta Europa quanta già ce n’è”, noi siamo senza incertezze per la prima delle tre opzioni. Anzi, per essere precisi, siamo a favore della realizzazione degli Stati Uniti d’Europa. E dunque, siamo per tutte quelle forme di progressiva integrazione politica, economica e istituzionale che portino all’obiettivo di una governance continentale sul modello United States of America. Il secondo attiene all’Italia: è giunta l’ora di dire addio una volta per tutte ad un sistema politico basato su una contrapposizione tutta giocata in chiave ideologica, guardando al passato, e che costringe ad alleanze forzate che finiscono per impedire alle maggioranze di governare e alle opposizioni di fare seriamente il loro lavoro. E siccome queste differenze interne al centro-destra e al centro-sinistra si riflettono nelle diverse e persino opposte collocazioni in sede europea, il “comandamento” che mi sento esprimere per il voto di sabato e domenica è il seguente: scegliete sulla base delle dislocazioni europee e non nazionali dei partiti, siate consapevoli di dove finiranno, a Strasburgo e non a Roma, gli europarlamentari che contribuirete ad eleggere. Usando questo criterio, non vi sarà difficile scartare dal novero delle possibilità di voto non solo le forze anti-europeiste, a-europeiste o non pienamente europeiste – sono quelle che sostengono la sovranità italiana debba prevalere rispetto a quella europea – ma anche quelle solo fintamente europeiste (cambiare idea è sintomo d’intelligenza, a patto però che il processo sia limpido e solare, e non affidato a slogan) e quelle che pur essendo sempre state dalla parte dell’Europa ora si sono affidate a leadership sconclusionate che hanno messo in lista candidati cui sembra stia più a cuore Putin che Bruxelles. Come ha notato Massimo Franco, “il populismo, sia nella versione di destra che in quella grillina e di sinistra, usa l’Ue quando fa comodo, ma la rigetta appena serve alla polemica”. Lo so, con questa scrematura resta davvero poco. Ma, d’altra parte, quello che noi di TerzaRepubblica abbiamo definito “il partito che non c’è”, fatto per i tanti italiani “non allineati”, spesso “astensionisti consapevoli”, che non vogliono abbandonarsi alla logica del “tanto peggio, tanto meglio”, che non si illudono di fronte alle facili soluzioni, alle narrazioni da social, alle semplificazioni mediatiche, appunto non c’è. Manca una forza liberaldemocratica, riformatrice, europeista, centrale nella geografia politica, non perché centrista, ma perché capace, collocandosi al centro dello scacchiere politico, di scompaginarlo, imponendo nuove regole e nuove istituzioni. Sulla scheda non la troveremo. Troppo poco per convincervi ad andare ai seggi? Se così fosse lo capirei. Io stesso, preso dalla disperazione e non certo dal qualunquismo, ho più volte praticato l’astensione dal voto. Ma questa volta sconsiglio, a me prima ancora che a voi, di fare questa scelta. Troppo decisive, queste elezioni, per permetterci il lusso di quella coerenza. Nell’età dell’insicurezza che viviamo, dentro un presente fatto di mille incertezze, il nostro futuro è l’Europa. E l’Europa o va verso una maggiore integrazione, o non va da nessuna parte. Buon voto. (Abstract by Enrico Cisnetto direttore http://www.terzarepubblica.it)

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L’Unione europea tra le sfide del presente e del futuro e uno sguardo al passato

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

Qui ad “Economia per tutti” avevamo voglia di volare un po’ alto, di interrogarci sulla competizione, nel mercato delle risposte alle grandi domande, tra le varie forme di sapere e Alexandra ha fatto il miracolo: è andata a scovare uno studioso che si avvicina potentemente a quella miscela sinergica. Lui è Alfonso Lanzieri, è una delle voci che, con l’account @alfo_lanzieri, giustificano la permanenza sul fu Twitter, ma soprattutto insegna Filosofia sia alla Federico II di Napoli sia alla Facoltà Teologica partenopea. La chiacchierata con Alfonso è di quelle che rischiano di mettere a nudo la brutalità di sintesi della newsletter tanti sono gli spunti, i rimandi, i varchi di riflessione apertisi anche solo in una mezz’ora di confronto.Muovendo dal ricordo della maestra dell’Alieno, abbiamo indagato le differenze tra le diverse strade del sapere. Quelle che si basano su un apparato matematico procedono per accumulazione di sapere e così pervengono ad almeno temporanee soluzioni, mentre quelle di tipo più squisitamente filosofico hanno una storia in luogo di soluzioni. Una storia fatta anche di ritorni, di cadute all’indietro. Il nicciano ritorno dell’uguale, ci mette però in guardia Lanzieri, quando si tratta delle sfide della storia non è mai così perfettamente uguale. La storia umana ci pone davanti a situazioni che presentano sì analogie con il passato, ma che in realtà contengono anche elementi di assoluta novità. Con una felice abilità, non così frequente tra i filosofi, a creare ponti immediati tra temi di riflessione e la storia che si sta scrivendo oggi, il nostro interlocutore ci propone l’esempio della nuova ondata di antisemitismo. Del tutto inedita, nel suo punto di partenza, rispetto all’antisemitismo studiato, esorcizzato e che si sperava vinto negli ultimi decenni: se prima. cioè, la caccia agli ebrei muoveva da un identitarismo occidentale che li considerava irriducibilmente non assimilabili all’Occidente, oggi, tutto al contrario, l’ebraismo diviene bersaglio proprio in quanto assimilato all’Occidente, in quanto Israele è considerato epitome dell’Occidente L’odio di sé dell’Occidente, la presenza di così numerose, o almeno rumorose, sacche di nemici interni all’Occidente, proprio mentre più cruenta ed insidiosa diviene la sfida delle autocrazie, occupa una parte cospicua della conversazione con Lanzieri. Sembra ieri che, con la vittoria nella Guerra Fredda (vittoria di un modello, anziché militare, e perciò tanto più rilevante e potenzialmente duratura), pareva finita la Storia con l’affermazione di un canone occidentale composto di libero mercato, istituzioni statali liberaldemocratiche e progresso tecnologico. Oggi quella narrazione pare dissolta e brutalmente rovesciata. Com’è potuto accadere? La risposta proposta da Lanzieri sia articola su più livelli. C’è la percezione diffusa che un processo di crescita economica che pareva inarrestabile si sia invece sostanzialmente fermato (fulminante in questo senso l’immagine usata da Alfonso di una “gigantesca agenzia di rating che in un certo qual modo sta nel subconscio di tutti”). Ma gioca anche una crisi valoriale nel senso che molti ormai pensano che valori occidentali come democrazia, libertà, progresso, diritti umani, non abbiano un riferimento reale, ma siano solo le maschere della nostra volontà di potenza, non siano frontiere da difendere, ma dispositivi di potere da svelare, denunciare, combattere. Le vecchie talpe rappresentate dalla vulgata marxista e da quella strutturalista, spiega Lanzieri, si sono alleate e questi sono i risultati del loro scavo. Anche molta altra, però, è la carne al fuoco di questa puntata: quanto è fondata e su cosa è basata la sensazione che le autocrazie possano infine prevalere sulle democrazie per una maggiore efficacia decisionale? Non è piuttosto la molteplicità dei centri di potere la chiave di una maggiore, e alla fine vincente, dinamicità ed adattabilità delle democrazie? E ancora: quanto conta il fattore religioso nel successo del trumpismo? E’convinto conservatorismo o è riduzione della fede a cattolicesimo civile, a sovrastruttura che garantisce conservazione di una certa identità culturale prima e più che di fede? Ma Lanzieri, in conclusione, ne ha anche per i difensori delle democrazie, per i partiti antipopulisti: d’accordo la competenza, d’accordo snocciolare i numeri corretti, ma mai dimenticarsi di usare anche il vocabolario del sogno, del desiderio, della mitologia. Guai a liquidare tutta questa sfera emotiva come populismo e demagogia, perché altrimenti populisti e demagoghi ne prenderanno il monopolio. By Andrea (Alieno Gentile) La via della conoscenza. Con Alfonso Lanzieri

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“22° Slalom dell’Agro ericino”

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

Trapani. L’imperdibile appuntamento per gli amanti delle emozioni forti si svolgerà domenica 16 giugno lungo il celebre e impegnativo percorso della Cronoscalata Monte Erice. Le iscrizioni sono ufficialmente aperte e si chiuderanno mercoledì 12 giugno alle ore 12:00. Le attività prenderanno il via sabato 15 giugno con la verifica unica (dalle ore 10.00 alle ore 13.00) e le verifiche sportive e tecniche che si svolgeranno dalle 15:00 alle 19:30 nella zona pedonale di Lido Valderice. Tra le novità di quest’anno, il briefing con i piloti che si terrà sabato 15 giugno, dalle ore 17:00 alle 19:30, presso il Camping di Lido Valderice. Il tracciato dello Slalom dell’Agro ericino, lungo 4 km, metterà a dura prova i concorrenti con undici insidiose barriere di rallentamento. Saranno presenti tutti i leader del Campionato Italiano, pronti a sfidarsi in questa avvincente gara di abilità e velocità tra i birilli. Sito web ufficiale http://www.kinisia.it.

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Mercati globali: Medio Oriente

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Paul Doyle, Responsabile Azionario Large Cap Europa di Columbia Threadneedle Investments. Non va dimenticato il peggioramento della situazione in Medio Oriente, responsabile di un terzo della produzione globale di petrolio. Il prezzo del petrolio è ad oggi salito a causa della forza dell’economia statunitense, della produzione mondiale che ha toccato il punto minimo e delle regole dell’OPEC. Un eventuale shock petrolifero causato da una guerra tra Israele e Iran provocherebbe una recessione; tuttavia, anche uno shock petrolifero minore innescherebbe non pochi problemi sul fronte dell’inflazione. Per ulteriori informazioni si veda il sito internet di Columbia Threadneedle Investments: http://www.columbiathreadneedle.it

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Mercati globali: sviluppi in Cina

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Paul Doyle, Responsabile Azionario Large Cap Europa di Columbia Threadneedle Investments. I veicoli elettrici arrivano in massa dalla Cina, che ora è il più grande esportatore di auto. Il dumping, fenomeno in base al quale i produttori esportano un prodotto in un altro paese a un prezzo inferiore rispetto alla norma, farà aumentare le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Gli avvii di nuove costruzioni di abitazioni in Cina continuano a crollare: le aree in cui sono state avviate nuove costruzioni sono diminuite del 61% da marzo 2021 e le rispettive vendite di case si sono dimezzate[7]. L’ingerenza del governo eviterà un crollo del mercato immobiliare, motivo per cui i prezzi delle nuove case sono scesi solo del 3%. Il mercato secondario è però sceso del 20% in alcune città. Si tratta di un problema a breve e a lungo termine, dato che i dati demografici della Cina sono così negativi che la popolazione attiva potrebbe diminuire del 60% entro il 2099. In Cina è in atto una deflazione: il deflatore del PIL è sceso dell’1% nel quarto trimestre; i prezzi delle esportazioni sono scesi dell’11%; il salario mensile dei nuovi assunti è in calo dallo scorso giugno; l’indice dei prezzi per la produzione è sceso del 2,7% su base annua. Tutto questo fa aumentare i tassi di interesse reali. Il governo sta iniettando liquidità nell’economia, ma in misura minore rispetto ad altri episodi di aumento della spesa pubblica come nel 2009, nel 2012, nel 2016 e nel 2020. Per ulteriori informazioni si veda il sito internet di Columbia Threadneedle Investments: http://www.columbiathreadneedle.it

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Mercati globali: sviluppi positivi per l’Europa

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Paul Doyle, Responsabile Azionario Large Cap Europa di Columbia Threadneedle Investments. In Europa il PIL reale è rimasto invariato nel quarto trimestre e non è aumentato quasi per nulla in tutto il 2023. Abbiamo assistito ad una contrazione del PIL tedesco a causa dell’abbandono del gas russo a basso costo e dell’introduzione di politiche net zero. Mentre l’Europa meridionale ha registrato un andamento migliore: il settore manifatturiero è in ripresa, sebbene i dati rimangano per lo più contrastanti. Benché deludente, l’andamento dell’inflazione europea evidenza una continua tendenza discendente, con conseguente aumento dei salari reali e della fiducia dei consumatori. Assistiamo, comunque, ad un inasprimento degli standard di erogazione dei prestiti, ad una riduzione dell’offerta di moneta e ad un impulso al credito negativo. L’Europa meridionale è quella che ha registrato i risultati migliori negli ultimi tempi, ma nei prossimi 12 mesi due terzi dei prestiti giungeranno a scadenza e dovranno essere rinnovati a tassi superiori – per l’Europa nel suo complesso la percentuale è del 30%. La politica fiscale non sarà di aiuto in questa situazione, dato che l’Europa sta subendo una stretta fiscale dell’1% quest’anno, con un inasprimento ancora maggiore in Germania. Nonostante la crescita del PIL sia stata nulla nell’Eurozona, l’anno scorso la disoccupazione è scesa al 6,4%[5] (per quanto i posti di lavoro vacanti stiano diminuendo).Il calo della pressione inflazionistica e il miglioramento dell’impulso al credito solleveranno l’economia dell’Eurozona, per cui la BCE potrebbe decidere di operare un taglio dei tassi inferiore rispetto a quello auspicato dagli investitori. L’impulso al credito è passato dal 3,2% nel 2022 a un disastroso -5% nel 2023, un dato che fa riflettere sull’anno di crisi appena trascorso. Tuttavia, è improbabile che l’impulso al credito crolli di nuovo, quindi anche se il credito aggiuntivo dovesse passare a zero, si tratterebbe di una notizia positiva, con una conseguente crescita del PIL reale. Oggi l’inflazione media in Europa è del 2,4%[6], con i prezzi in discesa e i salari reali in crescita. L’aumento dei rendimenti obbligazionari aveva contribuito a rendere negativo l’impulso al credito ma, di conseguenza, una moderazione dei rendimenti dovrebbe ridare slancio al credito. L’indagine sul credito bancario nell’Eurozona mostra infatti come le condizioni di credito non siano più restrittive e come la riduzione dell’indebitamento stia rallentando.Sebbene nulla di ciò dipinga un quadro rialzista, si tratta di un ulteriore elemento positivo, nonostante il peggioramento della stretta fiscale in Europa, che passerà dallo 0,4% nel 2023 all’1% nel 2024. Il miglioramento delle condizioni globali e l’impulso al credito compensano infatti oltremodo questa stretta. Gli analisti sono concordi nel prevedere che quest’anno ci sarà una riduzione degli utili in Europa e una crescita negli Stati Uniti, sebbene le revisioni degli utili europeii stiano migliorando. Il rapporto tra la capitalizzazione di mercato e l’offerta di moneta, pari a 2,4 volte, è ai massimi storici negli Stati Uniti, ma è pari solo a 0,6 volte nell’Eurozona – il più basso di tutti i mercati principali. Inoltre, il premio sul prezzo dell’energia rispetto agli Stati Uniti, dovuto alla guerra in Ucraina, si ridurrà. Le scorte di gas in Europa sono oggi a livelli record, le fonti rinnovabili continuano a crescere e l’incremento del gas naturale liquefatto aiuterà l’industria e i consumatori europei. In generale, l’Eurozona ha sottoperformato gli Stati Uniti del 15% dallo scorso maggio a causa della scarsa produttività (spese in conto capitale insufficienti e mal distribuite). La situazione non cambierà presto, visto che si sta percorrendo la strada del “net zero”. L’Europa rimane quindi una scommessa ciclica legata alla Cina, al commercio globale e ai prezzi relativi dell’energia, con l’aspettativa che gli utili saranno inferiori a quelli degli Stati Uniti. I titoli ciclici europei hanno evidenziato un andamento migliore quest’anno e sono più costosi di un’intera deviazione standard rispetto a quelli dei titoli difensivi.Per ulteriori informazioni si veda il sito internet di Columbia Threadneedle Investments: http://www.columbiathreadneedle.it

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Mercati globali: sviluppi USA

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Paul Doyle, Responsabile Azionario Large Cap Europa di Columbia Threadneedle Investments. Negli USA le aspettative di crescita sono migliorate da quando a dicembre Jerome Powell, presidente della Fed, ha assunto toni più accomodanti, con un conseguente allentamento delle condizioni finanziarie. Tuttavia, prevediamo la persistenza di un’inflazione maggiore: i margini societari sono sotto pressione, quindi i prezzi aumentano mentre la crescita dei salari insiste su livelli elevati. Il tasso swap sull’inflazione è tornato ai massimi da ottobre 2023. L’ultima volta che è stato così alto, l’S&P 500 si trovava a 4200; ora tocca quota 5200. Assistiamo quindi ad uno scollamento tra il mercato e i futures sui Fed fund. Gli effetti della politica monetaria statunitense stanno tardando a manifestarsi a causa del debito societario, dei mutui a tasso fisso a lungo termine e della generosità fiscale. Tuttavia, i tassi di interesse elevati arriveranno ad avere delle conseguenze. La crescita del credito è debole sia negli Stati Uniti che in Europa, mentre i tassi di insolvenza sui prestiti al consumo e sui mutui ipotecari statunitensi, nonché i tagli di posti di lavoro, sono in aumento. Fatta eccezione per i Magnifici Sei, gli utili del primo trimestre sono diminuiti dell’11% rispetto all’anno precedente. La presenza di un premio per il rischio azionario così basso è dovuta ad un’anticipazione dei mercati sulla politica della Fed. La probabilità di una flessione di almeno il 20% del mercato non è mai stata tanto bassa; l’indicatore di probabilità di recessione di JP Morgan è infatti oggi ai minimi storici. Il divario tra il credito BBB e B è il più basso dal 2007, suggerendo forse un picco di eccessivo ottimismo da parte degli investitori. Perché si verifichi una recessione, è necessario che l’offerta o la domanda di manodopera si contraggano per ripristinare un rapporto normale tra le due. Se la domanda di manodopera continuerà ad indebolirsi, la recessione potrebbe non sembrare tale: il calo della domanda implica sì una pressione sugli utili, ma se accompagnata da una moderazione dell’inflazione salariale i margini potrebbero non risentirne. Questo suggerisce la presenza di un mercato azionario che oscilla nel range, o appena al di sotto di questo, dopo il recente rally. Infine, l’euforia per il comparto tech e per l’IA è tale che qualsiasi delusione potrebbe avere conseguenze peggiori. L’impennata dell’inflazione nel 2022 non può ripetersi senza essere scontata nelle aspettative. Per questo motivo la Fed deve essere prudente. L’aumento dei prezzi azionari e immobiliari sta rafforzando la ricchezza delle famiglie e la fiducia dei consumatori. La politica fiscale rimane generosa: lo scorso anno il deficit di bilancio degli Stati Uniti ha superato il 6% del PIL. La crescita dei salari continua però a essere moderata e la creazione di posti di lavoro, il tasso di dimissioni e la disponibilità di manodopera si stanno attenuando. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, questo è caratterizzato da un tasso di assunzione ai minimi da sei anni. L’occupazione a tempo determinato è solitamente un indicatore che anticipa le intenzioni sul mercato del lavoro ed è tornata ai livelli del 2010. Inoltre, i prestiti bancari sono in rallentamento, mentre l’offerta di moneta si sta riducendo e i fallimenti aziendali sono in crescita. Nel frattempo, le morosità relative alle carte di credito e ai prestiti per automobili sono salite ai livelli più alti dal 2012, un dato sorprendente se si considera che il tasso di disoccupazione all’epoca era superiore all’8%, contro il 3,9% attuale. Questo perché il tasso di interesse medio sul debito delle carte di credito è del 21%, il più alto di sempre, quindi i saldi sono più alti del 15% rispetto a un anno fa; e il 40% del reddito di quanti hanno di recente acquistato una casa è destinato al pagamento delle rate del mutuo con il tasso più alto degli ultimi 40 anni. In generale, il tasso di risparmio personale è sceso al 3,8%, la metà del livello raggiunto nel 2019. Per ulteriori informazioni si veda il sito internet di Columbia Threadneedle Investments: http://www.columbiathreadneedle.it

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Politica, inflazione e tassi di interesse

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments. L’ultimo periodo è stato caratterizzato da molteplici avvenimenti, tra cui alcune elezioni, la condanna dell’ex Presidente Trump e la pubblicazione di molti dati economici. Attualmente, occorre concentrarsi sulle prospettive economiche alla luce di un imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Bce e cosa questo significherà per i mercati finanziari. Per quanto riguarda l’andamento economico, negli Stati Uniti assistiamo ad un rallentamento dopo un anno di forte crescita, mentre le economie dell’Eurozona e del Regno Unito sono in fase di ripresa, arrivando dunque a convergere. In particolare, il rallentamento degli Stati Uniti sembra essere un’ottima notizia perché offre la speranza che la Fed inizi a ridurre i tassi di interesse. I consumatori statunitensi non solo si trovano in una situazione di eccesso di spesa ma devono pure far fronte ad un rallentamento della crescita del reddito reale: la conseguenza è un rallentamento dell’economia generale. Nel breve termine, dunque, non si prospetta un rischio di recessione, anzi una domanda più debole dovrebbe aiutare a ridurre l’inflazione. I dati sull’occupazione in uscita nel fine settimana forniranno probabilmente un’ulteriore conferma del rallentamento economico in atto. Grazie all’ottimismo dei mercati, che hanno prezzato un taglio dei tassi negli USA, ci sono le basi affinché si verifichi un rally. Nonostante l’inflazione vischiosa, dovuta in particolare ai prezzi degli affitti e al loro peso negli indici di inflazione statunitensi, prevediamo una discesa lenta ma graduale dei tassi di interesse. Per quanto riguarda l’Eurozona, la promessa della Bce di tagliare i tassi durante la riunione di questa settimana fa sì che i mercati si concentreranno su ciò che Christine Lagarde dirà nella sua conferenza stampa. È probabile che offrirà una prospettiva neutrale e che i tassi scenderanno di un quarto di punto percentuale ogni trimestre nel corso del prossimo anno. Pur essendo una prospettiva pienamente scontata, si tratta comunque di un fattore positivo, insieme alla ripresa della crescita. A tal proposito, la Deutsche Bank ha rivisto le sue previsioni per il 2024, aggiungendo mezzo punto percentuale: si tratta di un cambiamento importante. Gran parte del miglioramento è dovuto all’alto tasso di risparmio dei consumatori, coadiuvati anche da una crescita del reddito reale.Nel Regno Unito la situazione è simile, se non addirittura molto più amplificata. Infatti, i recenti dati economici mostrano molta più resilienza del previsto e l’inflazione in discesa. Tuttavia, un problema è rappresentato dall’inflazione salariale che, sebbene sia in calo, rimane comunque troppo alta. I dati di questa settimana probabilmente lo confermeranno. L’aumento del 10% del salario minimo è in gran parte responsabile, ma l’inflazione salariale dovrebbe rallentare notevolmente in futuro. Un altro aspetto negativo riguarda le bollette energetiche. Sebbene queste siano scese di molto e continueranno a farlo anche a luglio, il tetto massimo dei prezzi di ottobre sembra essere di 1.762 sterline, un valore che, se confermato, significherebbe un aumento del 12%. Ciò riflette a sua volta un aumento dei prezzi del gas naturale. Questo contesto permette alla BoE di rimanere in attesa fino alla fine del mese, non volendo, inoltre, tagliare i tassi durante la campagna elettorale. Dunque, prevediamo che il primo taglio avverrà durante la riunione di agosto, in anticipo rispetto alle previsioni dei mercati. Alla luce di queste dinamiche di ripresa economica, calo dell’inflazione e riduzione dei tassi di interesse, il contesto appare positivo sia per le obbligazioni che per le azioni.

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Payden & Rygel: nuovo focus sull’Insurance con la nomina di Niall Clifford a Senior Vice President

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

Payden & Rygel – tra le principali società di gestione indipendenti e non quotate al mondo – rafforza il suo team Insurance e annuncia l’ingresso di Niall Clifford in qualità di Senior Vice President. La nomina di Clifford rappresenta un ulteriore passo avanti nella crescita della divisione di Payden che si occupa di enti assicurativi e che, al momento, in Europa Continentale e UK ha già in gestione oltre 24 miliardi di euro attraverso mandati specializzati.Con più di vent’anni di esperienza alle spalle, maturata prima in KPMG e poi in Mercer, Niall Clifford vanta una profonda conoscenza dell’industria assicurativa, e in Payden lavorerà al fianco degli investitori istituzionali per creare soluzioni d’investimento su misura e massimizzarne il rendimento. In particolare, Clifford si occuperà di analizzare la posizione patrimoniale, la propensione al rischio e i bilanci delle singole compagnie, per migliorare il profilo di rischio/rendimento dei loro portafogli. Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel per l’Unione Europea ha dichiarato: “Payden rinnova il suo focus sull’Insurance a livello europeo e dà il benvenuto a Niall Clifford, le cui competenze e familiarità con il comparto assicurativo sono certa rappresenteranno un asset fondamentale per l’intero team. L’ingresso di Clifford consentirà a Payden di capitalizzare il patrimonio di relazioni stabilite nel corso degli anni con le principali compagnie assicurative, che ci ha recentemente portati ad essere scelti ad esempio da Lloyd’s come responsabili della prima strategia a reddito fisso per la gestione della liquidità disponibile sulla loro piattaforma proprietaria”. “Con i tassi di interesse a livelli a cui non si assisteva da anni, quello attuale è un momento particolarmente interessante per un leader di mercato nella gestione dei mandati obbligazionari come Payden. Sono entusiasta di mettere la mia esperienza a servizio della divisione di Insurance e mi auguro di poter contribuire al consolidamento della sua presenza in Europa e nel Regno Unito” ha concluso Niall Clifford.

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PGIM Private Capital lancia un veicolo d’investimento ELTIF a sostegno della strategia di direct lending globale

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

PGIM Private Capital ha lanciato il suo primo fondo europeo di investimento a lungo termine (ELTIF) per sostenere la propria strategia di direct lending. Con 101,5 miliardi di dollari di patrimonio in gestione, PGIM Private Capital offre private debt ad aziende pubbliche e private ed è il ramo di private capital di PGIM, la società di gestione degli investimenti globale da 1.340 miliardi di dollari di Prudential Financial, Inc. (NYSE: PRU). L’ELTIF sosterrà gli sforzi di PGIM Private Capital per l’emissione di prestiti in Europa, offrendo flessibilità per estendere i prestiti in tutto il continente con un mix più vario di tipologie di beneficiari. Il veicolo ELTIF è stato creato a scopo di investimento, per facilitare l’emissione di prestiti attraverso la piattaforma europea di PGIM Private Credit, e non è destinato a una distribuzione più ampia delle sue strategie in questo momento. La strategia di PGIM Private Capital per l’emissione di prestiti diretti si concentra sui prestiti core del middle market, con la capacità di sottoscrivere prestiti garantiti e non, mirando a un mix di portafoglio equilibrato nel tempo. Si basa sull’instaurazione di relazioni strette e a lungo termine con le controparti, che spesso consentono una due diligence più esaustiva e una migliore determinazione dell’adeguatezza dell’investimento. Matt Harvey, head of Direct Lending di PGIM Private Capital, ha commentato: “La maggior parte dei nostri prestiti viene erogata su base diretta, costruendo relazioni individuali con le aziende. Questa struttura ELTIF ci darà la flessibilità necessaria per collaborare con la più ampia gamma di aziende e ci consentirà di soddisfare ulteriormente il crescente bisogno di soluzioni di credito privato in tutta Europa.”

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Nuovo ingresso nel team commerciale Robeco Italia

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

Robeco annuncia oggi la nomina di Simone Zoccari in qualità di Head of Sales di Robeco Italia. Simone sarà alla guida del team commerciale già presente in Italia e sarà responsabile del consolidamento e dello sviluppo del business in Italia. Simone riporterà a Marcello Matranga, Head of Italy & Dach, Deputy Head of Europe Wholesale Di Robeco.Simone Zoccari viene da Columbia Threadneedle dove è entrato nel 2018 e ricopriva il ruolo di Head of Institutional clients. Precedentemente Simone ha trascorso quasi dodici anni presso Banco Santander nel ruolo di Senior Banker, in precedenza ha lavorato presso altre importanti società europee (ABN Amro, Assicurazioni Generali, Rasbank, Banca di Roma).Simone ha conseguito una laurea in Economia aziendale presso l’Università di Ancona e un Master in Finanza quantitativa presso l’Università di Roma La Sapienza.Marcello Matranga, Head of Italy & Dach, Deputy Head of Europe Wholesale Di Robeco, ha commentato: “Siamo felici di dare il benvenuto a Simone Zoccari in Robeco come guida del team commerciale italiano. La sua nomina rafforza ulteriormente il team italiano nel proseguire l’espansione del business e nel continuare a supportare i nostri clienti nel mondo degli investimenti”. Simone Zoccari, Head of Sales di Robeco Italia: “Sono entusiasta di entrare a far parte di una società come Robeco che vanta un processo di investimento distintivo, un track record comprovato e una lunga storia. Sono onorato di guidare il team commerciale italiano e sostenere la crescita di Robeco in Italia fornendo servizi di investimento leader ai nostri clienti.”

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Capital Group: Meta cambia la narrazione sui dividendi nel mondo delle Big Tech

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Marc Nabi, Equity Investment Director di Capital Group. La distribuzione di dividendi avviata da Meta quest’anno sembra cambiare il paradigma delle Big Tech in termini di pay out. Poco dopo, Alphabet e Salesforce hanno seguito l’esempio, annunciando la distribuzione di dividendi per la prima volta. Le società tech fanno tradizionalmente affidamento su piani di riacquisto di azioni, che continueranno ad essere un elemento sostanziale del quadro di allocazione complessiva del capitale. Ad esempio, Apple ha recentemente annunciato un piano record di riacquisto di azioni per 110 miliardi di dollari, mentre Meta ha autorizzato un piano da 50 miliardi di dollari. Tuttavia, un numero crescente di società tech riconosce che i dividendi possono dimostrare l’impegno del management rispetto ai rendimenti per gli azionisti. Le società sono riluttanti a tagliare i dividendi in quanto questo equivarrebbe ad inviare un segnale negativo agli investitori e spesso conduce a un calo del prezzo delle azioni. Inoltre, il dividendo è un modo con cui i giganti del tech possono potenzialmente far crescere la propria base di investitori al di là di quelli orientati alla crescita, diversificando così la propria base di azionisti.In particolare, 37 delle 65 società tech incluse nell’Indice S&P 500 distribuiscono un dividendo. È più della metà, il che significa inoltre che vi è spazio per queste società per incrementare ulteriormente i dividendi. Si assiste all’avvio e al ripristino della distribuzione di dividendi in molti settori. Con l’aumento a bilancio del flusso di cassa libero, molte società stanno aumentando i pay out o ripristinando la distribuzione di dividendi. Le società che operano nel settore aerospaziale, aereo e delle navi da crociera hanno conservato la liquidità durante il periodo di crollo dei viaggi causato dal COVID-19 e stanno ora riaccendendo i motori con la ripresa dei viaggi globali.I giganti del settore energetico come ExxonMobil e Canadian Natural Resources hanno conservato una base costante di investitori in un contesto di volatilità dei prezzi del petrolio, mantenendo e aumentando i propri dividendi per oltre 20 anni. Alcune società di esplorazione e produzione hanno optato per incorporare dividendi variabili o speciali in aggiunta ai pay out di base, poiché gestiscono i livelli dei flussi di cassa alla luce delle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime. I dividendi giovano al management in diversi modi. In primo luogo, possono ampliare la base di azionisti di una società. Avere più investitori può ridurre la volatilità dei titoli, agevolando gli investitori in titoli growth e da reddito da dividendi. In secondo luogo, molti dipendenti di società tech e innovative ricevono azioni societarie quale compenso. Di conseguenza, il dividendo può essere considerato come un aumento indiretto della retribuzione e sollevare il morale dei dipendenti. Negli ultimi 12 mesi, il mercato azionario statunitense si è ampliato, divenendo ora molto più di un semplice insieme di titoli altamente concentrato, e le società che tradizionalmente distribuiscono dividendi hanno riscontrato maggiore interesse. I titoli azionari che distribuiscono dividendi dimostrano una migliore crescita degli utili e possono superare la volatilità di mercato unitamente a tassi di interesse elevati. È possibile che le società che distribuiscono dividendi siano soggette a re-rating della valutazione. Il rapporto P/E dei titoli ad alto dividendo rispetto all’Indice S&P 500 è rimasto arretrato, sebbene stia gradualmente migliorando. Abstract by http://www.verinieassociati.com/

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Robeco lancia Global Multi-Thematic, una strategia multi-tematica potenziata

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

Rotterdam. Robeco ha rafforzato la sua posizione nel segmento degli investimenti tematici con il lancio della nuova strategia Global Multi-Thematic, che offre una soluzione “chiavi in mano” ai clienti che desiderano attingere ai rendimenti a lungo termine legati a determinati megatrend. Mediante la selezione bottom-up dei titoli presenti in tutte le sue strategie tematiche1, Robeco mira a incrementare i rendimenti complessivi riducendo al minimo i rischi di concentrazione e la volatilità associati ai singoli temi. La nuova strategia si basa sul fondo MegaTrends, che esiste già da oltre 10 anni. Le masse in gestione complessive delle strategie azionarie tematiche attive superano attualmente i 400 miliardi di euro e si prevede che registreranno una crescita organica di oltre il 10% all’anno. La strategia Global Multi-Thematic è un portafoglio azionario globale che attinge all’intera gamma tematica di Robeco per cogliere ed espandere in modo efficiente il potenziale di rialzo di alcuni temi influenti, mitigando al contempo il rischio di ribasso*2. La strategia applica un processo d’investimento sistematico e dinamico, con allocazioni ed esposizioni calibrate ai temi e alle aziende più promettenti provenienti dalla gamma diversificata di strategie azionarie tematiche di Robeco. La strategia fa leva su tre tendenze, o megatrend, di primaria importanza: Tecnologie rivoluzionarie, Cambiamenti socio-demografici e Preservare la Terra. La strategia multi-tematica rafforzata di Robeco sarà gestita da un team dedicato di tre portfolio manager esperti (Dora Buckulcikova, Marco van Lent e Steef Bergakker) e due analisti degli investimenti, insieme a una rete di tredici “ambasciatori” delle strategie tematiche di Robeco. Questi ultimi forniranno direttamente le proprie idee di investimento, apportando alla nuova strategia robuste competenze settoriali, analisi approfondite e conoscenze dei rispettivi ambiti tematici. Ralf Oberbannscheidt, Head of Thematic Investing di Robeco: “In qualità di asset manager di caratura mondiale, Robeco aiuta i propri clienti a raggiungere i loro obiettivi finanziari e di sostenibilità attraverso soluzioni d’investimento e risultati eccellenti. Con la nostra strategia Global Multi-Thematic rafforzata offriamo ai nostri clienti l’opportunità di investire nei trend più rilevanti; al tempo stesso, l’accorpamento di queste strategie tematiche in un unico prodotto fornisce vantaggi in termini di diversificazione e mitigazione della volatilità. Se abbiamo scelto di concentrarci su questi trend è perché siamo convinti del notevole valore economico insito nell’affrontare le inefficienze, le disuguaglianze e gli squilibri in ambito aziendale, sociale e ambientale. Questo valore è spesso sottovalutato dai mercati in generale. Oggi siamo in grado di offrire ai nostri clienti la possibilità di investire in 3 megatrend secolari e 13 strategie tematiche innovative attraverso un’unica strategia.”

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PIMCO: BCE verso il meeting di giugno e oltre

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

By: Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO. Riteniamo che nella riunione di giugno la BCE taglierà i tassi di riferimento di 25 punti base, portandoli al 3,75% sui depositi overnight. Tuttavia, ciò che sarà più interessante è la traiettoria dopo giugno. Dubitiamo che la BCE fornisca molte indicazioni in proposito e ci aspettiamo che ribadisca il suo approccio “riunione per riunione” in base al flusso di dati dei prossimi mesi. Riteniamo improbabile che la BCE si impegni circa un particolare percorso per i tassi. Una volta che la BCE inizierà a tagliare i tassi, prevediamo che procederà con cautela, con convenzionali step da 25 punti base. Data la capacità di reazione della BCE, le cui decisioni si basano sulle prospettive di inflazione, sulle dinamiche inflazionistiche sottostanti e sulla trasmissione delle politiche, prevediamo che la BCE continuerà a prevedere tagli dei tassi nelle riunioni sulle stime dei suoi esperti. I rischi propendono per meno tagli, soprattutto a causa della tenuta dell’inflazione dei servizi, della stabilità del mercato del lavoro, dell’allentamento delle condizioni finanziarie e delle considerazioni sulla gestione del rischio da parte della BCE. L’attenzione principale nella seconda metà dell’anno rimarrà probabilmente sull’andamento dei salari, soprattutto alla luce di un tasso di disoccupazione al minimo storico del 6,4% e di posti vacanti ancora elevati.

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Schroders – Bce: primo taglio a giugno, seguito da altri tre nel corso del 2024

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist, Schroders. Le revisioni dei dati retrospettivi hanno confermato che l’Eurozona è entrata in recessione tecnica nella seconda metà del 2023. Tuttavia, la flessione, guidata dalle economie più cicliche in seguito al crollo degli scambi commerciali a livello mondiale, si è rivelata di breve durata dopo che il blocco è tornato a crescere nel primo trimestre del 2024. Il Pil reale è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, con una ripresa della crescita anche in Germania. L’Italia (0,3%) e la Spagna (0,7%) hanno entrambe registrato una crescita superiore alle previsioni del consenso, e anche la Francia (0,2%) ha registrato un piccolo miglioramento.Le nostre prospettive per l’Eurozona sono sostanzialmente invariate: una combinazione di inflazione più bassa e allentamento della politica monetaria dovrebbe sostenere la ripresa della domanda. Tuttavia, il passaggio strutturale a un aumento dei costi interni dell’energia e del lavoro suggerisce che l’Europa beneficerà meno che in passato della ripresa del commercio mondiale.Le nostre stime sulla crescita del Pil dell’Eurozona sono state riviste al rialzo dallo 0,7% allo 0,9% per il 2024 e rimangono invariate per il 2025 all’1,8%. Si tratta di previsioni più ottimistiche rispetto a quelle del consenso, rispettivamente dello 0,6% e dell’1,4%. L’inflazione si è dimostrata più vischiosa di quanto avessimo previsto in precedenza, in parte a causa degli effetti dei prezzi dell’energia, dato che i governi hanno eliminato i sussidi energetici e gli eventi geopolitici in Medio Oriente hanno provocato un aumento dei prezzi del petrolio. Per il resto, l’inflazione è scesa al 2,4% su base annua ad aprile rispetto al 2,8% di tre mesi prima. Abbiamo alzato le nostre stime sull’inflazione dal 2,1% al 2,3% per il 2024. Sebbene il calo dei prezzi del gas all’ingrosso ci abbia spinto a ridurre la nostra previsione per il 2025 al 2,4%, dal precedente 2,8%, vale la pena notare che la nostra previsione è superiore alle stime di consenso dell’1,9%. Per quanto riguarda la Banca centrale europea, le nostre stime prevedono che il primo taglio avverrà durante il meeting di giugno, e che sarà seguito da altri tre tagli di 25 punti base entro la fine dell’anno.Prevediamo che la Bce effettuerà altri due tagli di 25 punti base nel primo trimestre del prossimo anno, per poi rimanere ferma per il resto del 2025. La pausa sarà probabilmente forzata dal riemergere delle pressioni inflazionistiche. Con la ripresa della domanda interna e il ritorno della crescita al di sopra del trend, la mancanza di capacità produttiva inutilizzata, in particolare nei mercati del lavoro, dovrebbe far risalire l’inflazione salariale, costringendo le imprese ad aumentare i prezzi dei propri prodotti. Sebbene l’Eurozona stia uscendo da una fase di contrazione ciclica, i tassi di disoccupazione sono rimasti vicini ai minimi decennali, evidenziando l’impatto dell’invecchiamento demografico e dell’accumulo di manodopera.

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Dollaro USA come copertura

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Arif Husain, Head of Fixed Income and Chief Investment Officer, T. Rowe Price. Riteniamo che l’esposizione al dollaro americano costituisca un modo per beneficiare di una copertura contro una flessione più lieve degli asset di rischio, che potrebbe essere innescata da una maggiore preoccupazione legata al Medio Oriente o all’insieme di situazioni delicate a livello geopolitico. Il dollaro americano tende a fungere da bene rifugio e a trarne vantaggio in questo tipo di situazioni caratterizzate da una scarsa propensione verso il rischio. Prevediamo che sarà ancora così, anche dopo la decisa fase di solidità del biglietto verde. Infatti gli investitori hanno rapidamente ridimensionato le loro previsioni sui tagli dei tassi della Fed, preservando i tassi d’interesse relativamente interessanti disponibili negli USA. Un abbinamento di queste due coperture – esposizione alla duration e posizione long sul dollaro americano – potrebbe essere auspicabile per la creazione di un portafoglio internazionale. Se la narrativa sui mercati si orientasse verso una prospettiva più conciliante della Fed, che implichi ulteriori tagli dei tassi, l’esposizione alla duration ne trarrebbe vantaggio, mentre la posizione nel dollaro statunitense, probabilmente, si ridurrebbe. Laddove le stime di consenso optassero per una Fed più aggressiva, la duration perderebbe di attrattiva, ma il dollaro verosimilmente si apprezzerebbe. Tuttavia, l’unica avvertenza che ci sentiamo di fare è di osservare con attenzione la situazione fiscale e politica negli USA. Sebbene gli automatismi nei confronti dei Treasury e del dollaro siano ben radicati, i prossimi mesi potrebbero rappresentare una rottura di questo paradigma, laddove la spesa fiscale statunitense apparisse andare fuori controllo.

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RBC BlueBay – Ecco perché è il momento di investire la liquidità nel reddito fisso

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Mike Reed, Head of Global Financial Institutions, RBC BlueBay Opportunità e sfide abbondano nel comparto del reddito fisso investment grade (IG). Inoltre, l’attuale contesto di mercato è maturo per spingere gli investitori a reinvestire in questa asset class. In questo ambito, la relazione tra inflazione e tassi d’interesse è fondamentale. Nel comparto investment grade, i tassi core rappresentano un driver fondamentale dei ricavi e l’inflazione può avere un impatto significativo.L’inflazione ha registrato una decisa impennata nel 2021, quando, durante il Covid, le famiglie hanno accumulato risparmi, dopo che i governi centrali avevano allentato le condizioni finanziarie per contrastare l’impatto economico negativo del virus. Una legislazione come l’Inflation Reduction Act negli USA ha prodotto stimoli fiscali sul mercato interno, mentre iniziative analoghe sono state avviate nel Regno Unito e in Europa. Quando la pandemia si è affievolita, molti consumatori si sono affrettati a spendere i loro risparmi, generando un enorme aumento della domanda e un conseguente balzo dei prezzi, visto che i fornitori si adeguavano a fatica. Successivamente, nel 2022, l’invasione russa dell’Ucraina ha sospinto al rialzo i prezzi dei beni di prima necessità nazionali, come nei comparti alimentare ed energetico, provocando una decisa impennata dell’inflazione. Come reazione, le banche centrali hanno rialzato i tassi d’interesse su entrambe le sponde dell’Atlantico. Man mano che il mondo si adattava a questi shock e all’impatto del rialzo dei tassi d’interesse, ciò ha avuto ripercussioni sia sulle società sia sui consumatori, e l’inflazione si è notevolmente attenuata. Questo andamento non significa che i prezzi registrino un’inversione di tendenza e inizino a scendere, ma smorza la velocità a cui salgono a un livello più sostenibile, anche se i livelli d’inflazione sia negli Stati Uniti sia nell’Eurozona rimangono ancora elevati rispetto a quelli prima del biennio 2021/22.

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Cosa sta succedendo nel panorama pubblicitario italiano?

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

Milano Martedì 25 giugno | 09.30 – 13.00 Aula De Carli, Edificio B9, Campus Durando, via Durando 10 e Online Streaming. L’Internet advertising ricopre ormai un ruolo centrale all’interno del settore, ma quali sono i numeri di questo mercato? Diverse novità inoltre stanno caratterizzando il settore della pubblicità online, dall’evoluzione dello scenario cookieless alla diffusione di tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale Generativa, portando innovazione per l’intero comparto.Durante il Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2023-24 dell’Osservatorio Internet Media, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, saranno mostrati i dati del mercato Media italiano e i trend in atto per il settore, grazie anche all’intervento di ospiti di rilievo come FCP e IAB Europe.Il Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca dell’Osservatorio Internet Media, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, sarà l’occasione per rispondere a queste domande ed approfondire: • Quale è il valore del mercato Internet advertising in Italia a fine 2023 e quali saranno le prospettive per il 2024? • Quali sono le novità che stanno caratterizzando il settore? • Come sta evolvendo lo scenario cookieless? • Che ruolo ha assunto l’Intelligenza Artificiale per il mercato pubblicitario? • Qual è l’approccio dei brand rispetto allo sviluppo delle Attention Metrics? Il giorno dell’evento sarà possibile scaricare gratuitamente il booklet della Ricerca. Gli atti completi, comprensivi del Video on demand del convegno, saranno invece disponibili in modalità premium dai giorni successivi all’evento. Font: http://www.osservatori.net

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Colombi (UILPA). L’Atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale è una vergogna

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

L’ondata autoritaria che sta inquinando il Paese investe anche il mondo del lavoro. A farne le spese è il pubblico impiego, terreno dove sperimentare il ritorno di un sistema sabaudo di organizzazione dell’amministrazione dello Stato e dove i dipendenti devono soprattutto chinare la testa. Questo è in sostanza il contenuto politico dell’Atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale 2022-2024 delle Funzioni Centrali. Un documento che pone le basi per rimettere indietro le lancette della storia e che è scritto apposta per stroncare sul nascere ogni tentativo di dare un senso a questa tornata contrattuale.Il nuovo CCNL doveva servire a creare le condizioni per riportare nella contrattazione collettiva le materie relative all’organizzazione del lavoro, ai sistemi di misurazione della performance e alla formazione. Invece no. Quell’uomo dell’800 che è Zangrillo conferma che sono sottratte al confronto sindacale. Caro ministro, non ci siamo. Se lei pensa di impedire ai lavoratori di dire la loro su temi che li riguardano sappia che non ci faremo imbavagliare.Neanche ci faremo incantare da giochi di prestigio. Zangrillo infatti intende ridurre il monte ore straordinari per non compromettere la “neutralità finanziaria”, ma poiché la riduzione del monte ore comporta “criticità operative” ecco l’abracadabra: gli oneri per l’incremento della quota oraria di straordinario andranno messi a carico delle risorse contrattuali. In pratica il ministro con una mano dà e con l’altra toglie. Tanto è smascherato il gioco che ci vergogniamo per lui.Senza vergogna sono poi le contorsioni a proposito della performance. Sfidando i numeri e il buon senso, la direttiva prevede che debba essere garantito un “congruo finanziamento” del salario accessorio collegato alla produttività individuale e collettiva. E con quali risorse? Evidentemente il ministro non sa che la consistenza dei fondi per il salario accessorio è bloccata da anni e che le risorse per i premi di produttività sono ridotte all’osso. Oppure pensa che i lavoratori delle Funzioni Centrali abbiano l’anello al naso e si accontenteranno delle “forme di premialità ulteriori” rispetto a “quelle di natura strettamente economica” quali attività di coaching, mentoring individuale, job-shadowing. Vada lei ministro a pagare la spesa al supermercato col mentoring individuale. L’Atto di indirizzo firmato da Zangrillo è scandaloso, pieno zeppo di incongruenze e denota il totale disinteresse verso i problemi reali dei lavoratori delle Funzioni Centrali. E a poco serve il supporto fornito alle politiche governative da certi articoli pubblicati sulla stampa amica. Come quelli che parlano di 160 euro di aumento medio per i dipendenti pubblici. Peccato che nella direttiva non si faccia minimamente cenno a questa cifra, che rappresenta un classico esempio di disinformazione. Ma che significa aumento medio? Sono importi lordi o netti? Quale fascia economica è stata presa a riferimento per fare la parametrazione? E su quante unità di personale in servizio? Mistero assoluto.Qualcuno spieghi al ministro e ai pubblicisti di regime che i dipendenti pubblici hanno perso il 15% del loro potere d’acquisto da quando l’ultimo CCNL è scaduto. Se al governo pensano che il sindacato sia disposto a sopportare altri giochetti di prestigio contabili sulla pelle dei dipendenti pubblici si sbagliano di grosso. Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione

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Taxi Roma. Tariffa minima a 9 euro: uno sproposito e un regalo del Comune

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

La recente proposta del Campidoglio di introdurre una tariffa minima di 9 euro per il servizio taxi è uno “sproposito” e un “regalo ai tassisti”. Molto spesso la lunga attesa per un taxi alla stazione Termini supera di gran lunga il tempo di viaggio in treno con cui si giunge nella capitaleQuesta proposta è un espediente per compensare l’aumento – ormai, si presume, prossimo – del numero di taxi e la conseguente diminuzione degli introiti per i tassisti. Introiti comunque compensati dalla distribuzione agli attuali detentori della licenza di almeno l’80% di quanto pagheranno i nuovi licenziatari. È chiaro che è frutto di una trattativa con la corporazione dei tassisti. Ma chi ne soffre è il consumatore, che dovrebbe essere al centro delle politiche comunali. Questa logica rende il servizio pubblico dei taxi accessibile solo a turisti e aziende, spingendo i consumatori a cercare alternative nel mercato privato e clandestino che, proprio alla stazione Termini, sembra proprio non mancare.Primo Mastrantoni, presidente comitato tecnico-scientifico di Aduc http://www.aduc.it

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