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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 134

Scuola – Docenti: nel Paese col più alto numero di precari, mancano insegnanti da assumere

Posted by fidest press agency su sabato, 3 agosto 2019

Mentre la Commissione Europea sta per condannare l’Italia nelle procedure di infrazione sull’uso dei contratti a termine, il nostro sistema scolastico rimane al centro di proclami, pseudo-accordi sindacali, concorsi riservati, richieste di rinvio, cattedre scoperte e continui licenziamenti. Marcello Pacifico (Anief): Ora basta, la misura è colma, bisogna assumere in ruolo subito da graduatorie d’istituto provinciali oppure far pagare ai vertici dell’amministrazione e a certi quadri sindacali compartecipi i danni da responsabilità dirigenziale. La soluzione c’è, chi non la persegue è colpevole di alimentare questa farsa in modo scientifico, che farà solo male agli alunni e a chi opera nella scuola. È una storia che inizia da lontano.
Prima i Governi Renzi e Gentiloni e dopo la sentenza Mascolo della Corte di giustizia europee (nel novembre 2014) elaborano un piano straordinario di assunzioni immediato per chi è in GaE e due straordinari per la scuola secondaria rivolto ai precari abilitati non inseriti in GaE e per quelli con 36 mesi (legge 107/2015, dlgs 59/2016). Già con le prime immissioni in ruolo nel 2015 il banco non regge. Il premier Renzi nel 2014 ne aveva annunciate 150 mila (tutti i precari supplenti in organico di fatto), ma il Mef ne autorizzò 50 mila, a cui il Miur ne aggiunse 50 mila su posti di potenziamento per arrivare almeno a quota 100 mila: alla fine della fiera, ne furono immessi in ruolo, nel 2016, soltanto 88 mila, perché la maggior parte dei precari abilitati non era inserito nelle GaE, cioè nel doppio canale di reclutamento vigente da un ventennio per via della loro chiusura ai docenti non abilitati dal 2012.
Quindi si procede con un nuovo concorso ordinario, nel 2016, e con il primo riservato nella secondaria sotto il Governo Gentiloni, rivolto proprio ai precari esclusi dalla Buona Scuola. Ma anche lì, è uno choc: soltanto un precario su due abilitato presenta domanda, in 7 mila sono assunti con un contratto da precari nel 2018 e altri 35 mila sperano di prendere una cattedra nel 2019 dalle nuove graduatorie regionale di merito ad esaurimento, le Grme, ma in molti rimarranno delusi perché la regione scelta non ha più posti per accoglierli o la propria classe concorsuale è in esubero.
Il Governo attuale, guidato dal premier Giuseppe Conte, interviene prima bloccando il secondo concorso straordinario nella scuola secondaria (legge 145/2018) e attivando un primo concorso straordinario per la scuola primaria e dell’infanzia, successivo alla sentenza dell’adunanza plenaria che cambia l’orientamento del Consiglio di Stato fino a quel momento favorevole all’inserimento dei docenti con diploma magistrale nelle GaE. In 3 mila sono assunti definitivamente, in 7 mila dovranno essere licenziati pur avendo superato l’anno di prova, in 40 mila sono chiamati come supplenti annuali o al termine delle attività didattiche. In pratica, quasi 50 mila tornano indietro di decenni. Nel frattempo proprio 50 mila cattedre vanno deserte per le immissioni in ruolo tra il 2017 e il 2018, e il numero dei supplenti raggiunge l’attuale record visto che si sfiorerà l’incredibile quota di 200 mila supplenze annuali. Sembra assurdo, nel Paese con il più alto numero di precari della scuola, mancano insegnanti da assumere.
Siamo al tre agosto e la storia ancora è da scrivere, forse il 9 agosto uscirà un decreto legge che aprirà al solo secondo concorso riservato nella scuola secondaria, prorogherà la vigenza delle graduatorie di merito, di certo non risolverà il solito problema delle cattedre deserte, almeno la metà secondo Anief. Eppure, fino al 2012 esisteva un doppio canale di reclutamento, con il 50% dalle Graduatorie ad esaurimento (Gae) e il 50% dalle Graduatorie di merito (GM). Nel 2006 le Graduatorie permanenti (Gp) da cui si attingeva anche per le supplenze erano state trasformate ad esaurimento proprio per evitare il perpetrarsi del precariato. Nel 2008 e nel 2012 sono riaperte per inserire nuovi abilitati. Oggi sono quasi vuote (la metà dei candidati inseriti con riserva sta per essere depennato) e l’80% delle supplenze avviene dalle graduatorie di istituto e addirittura dalle messe a disposizione dei presidi. Nel 2019 esiste una terza graduatoria per i ruoli, in subordine a quella di merito ordinario, e con il prossimo decreto legge ne sarà introdotta una quarta da cui reclutare eccezionalmente i primi 20 mila fortunati dopo anni di precariato, un una tantum. Cui prodest?
“Basterebbe riaprire le GaE con corsi abilitanti per il personale con 36 mesi di servizio e assumere dalle graduatorie d’istituto in presenza di GaE esaurite scorrendo tutte le tre fasce a livello provinciale – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: è una vecchia proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle quando era all’opposizione e che Anief aveva condiviso se non auspicato.

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