Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 10 agosto 2019

Guerra commerciale USA-Cina: come investire?

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Lignano Sabbiadoro (UD) La guerra dei dazi esplosa fra Stati Uniti e Cina, e che, probabilmente, a nessuno dei due contendenti conviene vincere al punto da “schiantare” l’avversario, sta pesantemente influenzando le prospettive economiche generali e gli andamenti delle borse mondiali. L’Europa e gli altri Paesi sono costretti ad agire da comprimari con danni per qualcuno (l’Europa) e, forse, vantaggi per qualcun altro (India e Paesi emergenti). A parlare di questo scenario, durante la seconda puntata della nona edizione di Economia sotto l’ombrellone svoltasi al Beach Aurora di Lignano Pineta sul tema “Investire al tempo dei dazi”, sono stati il consulente finanziario e private banker Mario Fumei, il responsabile Private Udine e Pordenone di Banca Monte dei Paschi di Siena, Vincenzo Marotta e il consigliere delegato di Copernico Sim, Gianluca Scelzo, moderati dal giornalista Carlo Tomaso Parmegiani.Nel corso dell’incontro i relatori hanno cercato di analizzare quali potranno essere gli sviluppi e i rischi futuri, provando a dare qualche indicazione di scenario utile a orientare gli investimenti nei prossimi anni, fermo restando il fatto che in un mondo economico-finanziario che si fa di giorno in giorno più complesso, rimane fondamentale evitare il “fai da te” e il trading quotidiano in autonomia, con il quale tanti italiani si stanno facendo male, e affidarsi agli esperti per la gestione dei propri portafogli.
«L’Italia – ha sostenuto Fumei – sta vivendo un periodo di relativa tranquillità sul fronte dello spread, ma l’impressione è che ciò accada perché al momento i rischi finanziari nel mondo sono altri e, quindi, gli operatori si siano concentrati su altre questioni. Il serio rischio, però, è che quando i nodi della prossima finanziaria verranno al pettine e il forte squilibrio della nostra economia si evidenzierà nuovamente, lo spread possa tornare a salire notevolmente. L’Europa, dal canto suo, in questa battaglia economica finanziaria mondiale ha le armi spuntate perché ha già i tassi negativi e non ha una velocità di decisione e la politica unitaria che possono mettere in campo Washington e Pechino. Tuttavia – ha continuato – le aziende europee quotate oggi sono sottostimate rispetto a quelle americane e, quindi, sull’azionario forse oggi vale la pena di investire in Europa. Inoltre, bisogna stare attenti, perché negli Usa c’è il rischio di una possibile esplosione di una bolla del debito dovuta al fatto che molte aziende negli anni scorsi hanno riacquistato azioni proprie a debito. In questa situazione – ha concluso –, gli italiani sono investitori che non amano il rischio, ma l’obbligazionario non rende, l’immobiliare nemmeno, se non in rasi casi, rimangono, quindi, l’azionario, soprattutto di alcune aree, e le materie prime. Premesso che è sempre meglio affidarsi agli esperti, suggerirei di guardare con attenzione a piani di accumulo sui mercati emergenti dove oggi si concentra il 70% della crescita mondiale».
Secondo Marotta, il prossimo passaggio europeo con l’assunzione delle rispettive cariche di Ursula von der Leyen (presidenza della Commissione Europea) e Cristine Lagarde (Bce) potrebbe portare a un nuovo e più deciso interventismo europeo in economia e a una forte azione di mediazione fra i due grandi contendenti Cina e Usa. «In questo momento – ha, poi, spiegato – circa il 70% degli asset obbligazionari planetari danno rendimento negativo a 10 anni e i titoli italiani sono fra i pochi che danno ancora un minimo rendimento positivo. Certamente, oggi, non paga lasciare i soldi in conto e bisogna trovare soluzioni alternative di investimento. Penso che si debba guardare con interesse al Giappone che, avendo una dinamica demografica simile a quella italiana, ha fatto importanti riforme e oggi ha un’economia che sta uscendo da lunghi anni di crisi. Certamente, c’è, poi, bisogno che gli italiani, se vogliono avere rendimenti, si abituino a rischiare, con prudenza, un pochino di più e, allora, i piccoli Paesi emergenti, come Vietnam, Indonesia, ecc., (che prenderanno beneficio dallo spostamento delle aziende occidentali e, in particolare, Usa che stanno lasciando la Cina), possono essere interessanti».«In Europa – ha detto senza mezzi termini, Scelzo – siamo talmente impegnati a litigare fra un Paese e l’altro, sui migranti e sui confini, che non ci accorgiamo che l’economia va avanti e noi, tutti insieme, stiamo rimanendo indietro. L’Europa dovrebbe essere uno Stato, ma in realtà è composta da tanti Stati con idee completamente diverse e non ha fatto nessuna riforma strutturale seria negli ultimi vent’anni. Continuando così, conteremo sempre meno a livello globale. Gli Usa, invece, oltre a rischiare una bolla del debito, sono di nuovo in una pericolosa bolla immobiliare, con i valori immobiliari che salgono ininterrottamente da 11 anni come mai prima nella storia. Lo spread italiano è tranquillo, ma è solo apparenza perché, comunque, ciascun italiano, neonati e centenari compresi, ha 39mila euro di debito pubblico sulle spalle e, prima poi, questo nodo la cui soluzione continuiamo a rimandare, dovrà necessariamente venire al pettine. In questa situazione, investire non è una scelta facile. Personalmente – ha continuato il consigliere delegato di Copernico Sim –, vista la demografia estremamente negativa del nostro Paese e le tasse di successione così basse che dovranno essere, prima o poi, necessariamente alzate considerevolmente, eviterei l’immobiliare ovunque in Italia tranne che a Milano centro e nei centri delle quattro/cinque città turisticamente più attraenti. Per investire, penserei a una forte diversificazione, ragionando bene sugli obiettivi e i tempi che si hanno a disposizione, ma in linea di massima al momento punterei sui Paesi emergenti e su alcuni beni e settori rifugio, come l’oro, ma non fisico quanto piuttosto in gestito da investitori professionali, o come il settore farmaceutico».
Com’è nata la guerra dei dazi tra USA e Cina – Tutto prende il via con la crescita, in rallentamento, ma ancora inarrestabile, dell’economia cinese le cui principali 129 aziende, per la prima volta secondo l’indice Forbes, hanno superato per capitalizzazione totale le prime 121 aziende americane, e dalla politica, solo apparentemente dolce, della Cina che negli ultimi decenni con un’azione sotterranea e silenziosa sta cercando di conquistare i gangli vitali dei Paesi economicamente sviluppati e non. Una predominanza economica che, probabilmente nei prossimi decenni, sarà sostenuta dal fatto che la Cina possiede oltre un terzo del debito pubblico americano, è il Paese di gran lunga più ricco delle preziosissime “terre rare” e con i suoi 1,3 miliardi di abitanti ha una forza vitale e propulsiva sconosciuta a tutti gli altri. Uno strapotere al quale Trump sta tentando di reagire con i dazi per salvaguardare il primato economico Usa, ma ottenendo spesso effetti scarsi o controproducenti e pesantissime e immediate contro-reazioni cinesi come la netta svalutazione dello Renminbi (noto anche come Yuan) di ieri (la prima dopo 11 Anni). Fatto che potrebbe portare a una progressiva svalutazione del dollaro e a possibili effetti sull’Euro. Nel complesso un intricato insieme di provvedimenti e reazioni economico-politiche che rendono sempre più difficile per gli operatori finanziari decifrare il possibile equilibrio internazionale futuro e, quindi, anche gli andamenti economici e borsistici.
La nona edizione di Economia sotto l’Ombrellone è organizzata da Eo Ipso – comunicazione ed eventi ed ha il patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro e Turismo FVG. Main sponsor: Greenway Group; sponsor: Ombrellificio Ramberti, IS Copy Trieste, Dvs, Glp, Confindustria Udine, Zulu Medical, RealComm e Karmasec; sponsor tecnici: Fondazione Villa Russiz, Lignano Pineta, Porto Turistico Marina Uno e Hotel Ristorante President.

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Energia: criticità del settore

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

I risultati del Rapporto Call Center e del Rapporto Reclami sono, almeno in parte, positivi ma mettono anche in luce persistenti criticità nel settore energia. L’attività di monitoraggio è sicuramente importante, tuttavia per la natura stessa del nostro ruolo, ci sentiamo in diritto e in dovere di rivendicare un confronto nel merito con l’Autorità che fino a questo momento è mancato. Le Associazioni dei Consumatori svolgono ogni giorno un minuzioso e fondamentale lavoro di tutela del cittadino e sono in prima fila per la difesa dei diritti degli utenti: proprio per questo auspichiamo che a settembre la ripresa delle attività istituzionali segni un cambio di passo su questo fronte e si apra, finalmente, un dialogo che riteniamo assolutamente necessario. A tale proposito riteniamo opportuno evidenziare che se per i contratti non richiesti la percentuale delle contestazioni è rimasta stabile è anche per merito dell’attività congiunta delle Associazioni dei Consumatori e delle maggiori aziende del settore, che hanno sottoscritto protocolli per facilitare la risoluzione delle controversie. La conciliazione, sia essa presso l’Arera o paritetica, è fondamentale per i cittadini e, tra l’altro, costituisce una buona pratica nata in Italia nata dal rapporto tra le Associazioni dei Consumatori e le aziende ora adottata in tutta Europa. Il dato del 66% relativo agli accordi raggiunti è positivo ma parziale: positivo perché dimostra che in molti casi la controversia si conclude con un accordo che porta soddisfazione al cittadino, parziale perché non fotografa del tutto la situazione reale. A tale proposito è infatti necessario precisare che nei casi in cui la conciliazione viene inoltrata da un’Associazione, la percentuale di accordo addirittura supera il 70% mentre se l’istanza viene presentata da un professionista oltre il 70% delle controversie si conclude invece con un mancato accordo. Numeri, questi, che dimostrano ancora una volta la centralità e l’importanza del ruolo delle Associazioni.Altra questione in sospeso, che riguarda tuttavia il legislatore, è l’Albo Nazionale dei Venditori di cui da anni chiediamo l’istituzione. Nei Report di Arera sono state prese in considerazione le aziende con oltre 50mila clienti: ciò significa lasciare fuori qualche centinaio di società più piccole, che spesso sono anche le più aggressive dal punto di vista commerciale. Continuiamo quindi a sostenere la necessità di creare un Albo come strumento di garanzia e di tutela del consumatore.Ultimo ma non meno rilevante elemento è quel 92% di clienti che risultano poco o per nulla informati sull’argomento: si tratta di una percentuale che conferma l’assoluta necessità di una campagna istituzionale che come Federconsumatori invochiamo tempo e che informi e promuova la conciliazione presso i cittadini.

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Pianeta Terra: vivere oltre le nostre possibilità

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

A cura del team di gestione del fondo Pictet-Global Environmental Opportunities (GEO) di Pictet Asset Management. In meno di sette mesi, gli esseri umani hanno consumato tutte le risorse del Pianeta Terra per il 2019. Il nostro modello quantifica l’impatto ambientale delle attività umane e delle principali aziende mondiali.Il 29 luglio è una data che tutti dovremmo segnare nel diario del 2019. Perché è il Giorno del sovrasfruttamento delle risorse della Terra, il giorno in cui gli esseri umani hanno consumato le risorse naturali del pianeta disponibili per un anno, come legname, pesce, acqua e minerali. Per il resto dell’anno, attingeremo alle risorse delle future generazioni e nel far questo produrremo rifiuti come emissioni di biossido di carbonio.
Il dato preoccupante è che il Giorno di sovrasfruttamento, calcolato dalla società non-profit Global Footprint Network (GFN), cade sempre con maggior anticipo a partire dagli anni ’70 quando, per la prima volta nella storia, la domanda di risorse da parte dell’umanità è aumentata oltre quanto la natura è in grado di sopportare. La ricerca di Pictet Asset Management dipinge un quadro analogamente preoccupante. Mostra che l’attività umana e i rifiuti che produce stanno generando cambiamenti potenzialmente irreversibili per l’ecosistema del pianeta. La nostra analisi, basata su di uno strumento di misurazione della bio-capacità chiamato Quadro dei Confini Planetari (PB), quantifica il consumo di risorse e le emissioni di scarico di oltre 100 settori che compongono l’economia globale. Sviluppato dallo Stockholm Resilience Centre, il modello valuta lo stato dell’ecosistema rispetto a nove parametri ambientali – che comprendono l’utilizzo idrico, del suolo e la riduzione dello strato di ozono, tra gli altri – per definire lo “spazio operativo sicuro” all’interno del quale dovrebbero svolgersi le attività umane.Attualmente, già cinque di questi confini sono stati superati. Consideriamo ad esempio il flusso biochimico di azoto e fosforo, ad esempio. L’azoto e il fosforo sono macronutrienti utilizzati in modo estensivo come fertilizzanti. Gli allevamenti intensivi, l’attività industriale e la crescita della popolazione hanno aumentato il quantitativo dei macronutrienti nei fiumi e negli oceani a livelli pericolosi, scatenando lo sviluppo eccessivo delle alghe. Questo è un problema, in quanto le alghe riducono l’ossigeno presente nell’acqua, causando la morte delle piante acquatiche e dei pesci secondo un processo noto come eutrofizzazione. Gli scienziati ritengono che le aree marine rimaste senza ossigeno, o “zone morte”, siano quadruplicate dagli anni ’50, minacciando gli ecosistemi marini in tutto il mondo.La nostra analisi a livello settoriale indica che i rifiuti biochimici vengono rilasciati ad un ritmo superiore del 40% a quanto l’ambiente può gestire. Tuttavia, la situazione non è poi così drammatica. Ci sono segnali che indicano che gli sforzi per arrestare i danni ambientali – che siano provvedimenti politici o nuove tecnologie innovative per affrontare il degrado ecologico – stanno iniziando a dare i loro frutti.
Secondo GFN, dagli anni ’70 al 2014, il Giorno del sovrasfruttamento delle risorse è caduto con anticipo di tre giorni in media. Da allora, tuttavia, il ritmo è rallentato a meno di un giorno l’anno. Il nostro modello offre anche motivi per essere ottimisti. Mostra che alcuni dei settori legati alle attività forestali e altri settori ambientali stanno riuscendo a ridurre il quantitativo dei rifiuti biochimici che producono, aiutati da tecnologie innovative in ambiti quali il controllo dell’inquinamento.Queste società svolgono un ruolo importante nel contribuire a ripagare il nostro “debito” ambientale e vivere entro le nostre possibilità.

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Le donne nel mondo del lavoro si formano più degli uomini

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Sono stati oltre 62.300 (39%), negli ultimi dieci anni, i lavoratori donna coinvolti in progetti di formazione finanziati da FondItalia, Fondo Paritetico lnterprofessionale Nazionale per la Formazione Continua che valuta, approva e finanzia progetti e programmi a supporto della formazione dei lavoratori. “Negli ultimi anni – sottolinea Francesco Franco, Presidente di FondItalia – abbiamo assistito ad importanti passi avanti sulla questione della parità di genere anche a fronte di un dibattito pubblico acceso e ricorrente. Aumenta il numero delle imprese guidate da donne e aumenta il numero di lavoratori donna coinvolti in attività di formazione continua: nel 2010, quando FondItalia ha iniziato la sua attività, erano appena 92 contro le 58.462 formate al 2018. E anche nella fase precedente all’entrata nel mondo del lavoro, le donne confermano una particolare attenzione alla formazione in cui vedono una reale opportunità di crescita professionale.” Dai dati raccolti negli ultimi 10 anni di attività emerge, inoltre, che la regione con il maggior numero di lavoratori donna coinvolti è la Lombardia (13.428), seguita dalla Puglia (10.268) e dal Lazio (8.367) e che per il 43% si tratta di lavoratori donna in possesso di un Diploma di scuola media superiore, mentre un buon 23% ha conseguito la Laurea e una successiva Specializzazione. Dato in controtendenza rispetto alla controparte maschile, dove si registra un 43% di lavoratori uomini in possesso di Licenza media, seguito da un 35% in possesso di Diploma di scuola media superiore e da solo un 8% che ha conseguito la Laurea.
La fascia di età preponderante è quella compresa tra i 35 e i 44 anni (30%), cui segue quella fra i 45 e i 49 anni (15%). Dati che ricalcano, in questo caso, i trend della controparte maschile rappresentata anch’essa per la maggior parte da lavoratori compresi nelle stesse fasce di età (fascia 35-44 al 29%; fascia 45-49 al 15%). In particolare, il progetto che ha coinvolto più donne, si è svolto presso una Casa di Cura Polispecialistica con reparti riservati alla degenza, lungodegenza, day hospital e servizi ambulatoriali in Emilia-Romagna. Il progetto, che ha riguardato 791 lavoratori, di cui il 73 % donne e il 27% uomini, si è focalizzato su un’azione di miglioramento dei servizi e dei processi aziendali volta a sviluppare un’azione continua di miglioramento dei servizi e dei processi aziendali, mirata alla soddisfazione del cliente, alla sicurezza dell’operatore e del paziente e all’appropriatezza del setting di cura, al fine di garantire prestazioni eccellenti, ottimizzando le risorse disponibili, aumentando il grado di autonomia del personale, migliorando il rapporto e le relazioni, e potenziando la sinergia all’interno del team.
Tra gli interlocutori che hanno costruito nel tempo un percorso di formazione dedicato alle loro persone, spicca la Lega del Filo d’Oro, Onlus impegnata nella riabilitazione e nel reinserimento in famiglia e nella società di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.

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Consip: pubblicato il secondo Rapporto di sostenibilità

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Oltre 12 miliardi di euro di acquisti – di cui 5 miliardi con contenuto “sostenibile” – sugli strumenti di e-procurement Consip, con vantaggi in termini di risparmio, efficienza, semplificazione e rapidità delle procedure. È il dato principale che emerge dal Rapporto di sostenibilità Consip 2018, che evidenzia anche:
· più di 700mila contratti dematerializzati attraverso la piattaforma elettronica, pari a 566 milioni di pagine non stampate e oltre 4.600 tonnellate di CO2 non immesse nell’ambiente
· oltre 800mila TEP (Tonnellate Equivalenti Petrolio), pari a 2 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate per interventi di efficientamento energetico negli ultimi 10 anni
oltre 100mila imprese abilitate agli strumenti di e-procurement, di cui il 99% Micro, Piccole e Medie Imprese che hanno realizzato un fatturato per quasi 4 miliardi di euro (Mepa)
· un tasso di soddisfazione sull’utilizzo degli strumenti di oltre il 90% per le amministrazioni e di oltre l’80% per le imprese.
Affiancando il Bilancio economico-finanziario, il Rapporto racconta l’identità, il modo di lavorare, i risultati e le sfide dell’azienda, dando conto degli effetti sociali, ambientali ed economici generati da iniziative e progetti. Quattro gli ambiti in cui sono forniti indicatori numerici e fattuali:
1) la creazione di valore per il Paese, tramite la riqualificazione della spesa, la capacità di innovare, l’attenzione agli aspetti sostenibili e il contributo all’economia circolare
2) la capacità di ascolto dei principali interlocutori, pubbliche amministrazioni, imprese e tutti i soggetti istituzionali coinvolti
3) il rispetto delle regole e il continuo perfezionamento del modello di governance, controllo e sicurezza, per assicurare etica e integrità di comportamenti e attività
4) la centralità delle persone che con competenza, professionalità, esperienza e responsabilità rappresentano la chiave del successo aziendale.
Il Rapporto, elaborato tenendo conto del contributo ai 17 Sustainable Development Goals dell’Agenda ONU 2030, ha ricevuto l’attestazione del Global Reporting Index (standard internazionale per la rendicontazione sostenibile).

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Scuola: Il Consiglio dei ministri autorizza 53mila assunzioni

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

I ministri dell’Istruzione Marco Bussetti e per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno hanno comunicato che il Consiglio dei ministri ha autorizzato l’assunzione, per l’anno scolastico 2019/2020, a tempo indeterminato di 53.627 unità di personale docente, 2.117 dirigenti scolastici, 7.646 unità di personale Ata e 355 unità di personale educativo. È stata autorizzata anche la trasformazione a tempo pieno di contratti a tempo parziale di 226 unità di personale Ata.Marcello Pacifico (Anief): La situazione è ben diversa. Quest’anno non si coprirà nemmeno il turn over; rimangono in vita oltre 50 mila cattedra in deroga su sostegno, le quali pur essendo vacanti a tutti gli effetti si assegnano in supplenza fino al 30 giugno; 50 mila maestre con diploma magistrale saranno presto estromesse dalle GaE, con più di 7 mila che dovranno rinunciare all’assunzione già ratificata, dopo avere terminato anche l’anno di prova. Rimangono poi da assegnare decine di migliaia di posti su disciplina comune, pur in presenza di abilitati all’insegnamento e idonei dei concorsi.Come riporta l’Ansa, con una nota, i ministri dell’Istruzione Marco Bussetti e per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno hanno comunicato che “il Consiglio dei ministri ha autorizzato l’assunzione, per l’anno scolastico 2019/2020, a tempo indeterminato di 53.627 unità di personale docente, 2.117 dirigenti scolastici, 7.646 unità di personale Ata e 355 unità di personale educativo. È stata autorizzata anche la trasformazione a tempo pieno di contratti a tempo parziale di 226 unità di personale Ata”.Durante la riunione, “il Consiglio dei ministri ha deliberato – su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione e del Ministro dell’Economia e delle Finanze – l’autorizzazione all’assunzione di nuove unità di personale del comparto Scuola e Afam, richieste del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca”. Nello specifico, “per le esigenze del Comparto Afam, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca potrà inoltre procedere all’immissione in ruolo di 191 unità di personale tecnico-amministrativo e di 1 unità di Direttore Amministrativo EP/2″. Anief torna a ribadire che la situazione non è delle migliori; infatti, oltre le autocelebrazioni, si ricorda l’imprevista riduzione di 5 mila posti, che dal dicastero di via XX Settembre si vorrebbe giustificare con “la marcata riduzione delle iscrizioni degli alunni, registrata specie nell’ultimo biennio, connessa con il calo della natalità”. Inoltre, così come è accaduto un anno fa, si prevede che due convocazioni su tre andranno a vuoto, perché le graduatorie di merito e le GaE sono sempre più prive di candidati: Anief lo ha già scritto al Miur. Dunque la previsione è quella di vedere incrementato il numero di contratti a termine di ben 30 mila unità, portando a quella situazione che la Commissione Europea ha più volte intimato di non reiterare. Inoltre ci sono i 12 mila posti non andati ai ruoli, i 5 mila tagliati dal Mef, almeno 30 mila di sostegno in deroga e quasi 20 mila derivanti da Quota 100.

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Scuola: Telecamere fisse, ci siamo

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

La Lega sta sempre più prendendo il sopravvento nelle decisioni del Governo. Premessa l’esiguità dei finanziamenti per introdurre le telecamere in migliaia di sedi scolastiche, considerando anche che si vogliono introdurre dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso ogni aula di ciascuna scuola e acquistare costose apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini per un periodo temporale adeguato, è evidente che l’operazione crea i presupposti per produrre discredito e delegittimazione nei confronti dei docenti, considerati evidentemente una figura professionale che non merita la fiducia delle istituzioni. Viene quindi da chiedersi come mai i dispositivi di videosorveglianza vengano imposti solo nelle mura scolastiche. Marcello Pacifico (Anief): Per assicurare la sorveglianza si creano ulteriori problemi, andando a ledere altri diritti. Non è un parere di parte: lo ha detto anche il Garante della Privacy, ponendo seri dubbi di liceità sull’impiego delle telecamere in modo sistematico e generalizzato: pertanto, il dottor Antonello Soro ha chiesto di tutelare i soggetti fragili ‘efficacemente anche con mezzi meno invasivi’. Anche sulla base di tale espressione, siamo pronti a impugnare l’obbligo di installazione delle telecamere dinanzi al Tar per violazione della privacy e del regolamento europeo.Il Ministero degli Interni è pronto a varare il provvedimento sulla sicurezza a scuola che prevede l’installazione di telecamere negli istituti dell’infanzia e paritari grazie a un fondo di 80 milioni. Sono stati stanziati 5 milioni per il 2019 e 15 milioni l’anno dal 2020 al 2024, che verranno erogati ai Comuni per installare gli occhi elettronici e per l’acquisto di strumenti per la conservazione delle immagini. Questa la notizia riportata oggi da Orizzonte Scuola, assieme al commento del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Così difendiamo i bambini e proteggiamo le tante maestre perbene. Altra promessa mantenuta”. La misura, che rientra nella politica della “stretta” sui dipendenti pubblici, attraverso la trasformazione in legge del ddl Concretrezza sui controlli biometrici dei lavoratori statali, comporterà dei costi non indifferente per lo Stato, che dovrà spendere cifre non indifferenti, considerando che ogni sede scolastica, in Italia ve ne sono oltre 40 mila, detiene decine di classi al suo interno; si prevede una spesa di centinaia di migliaia di euro, anche per la formazione del personale e l’archiviazione dei dati registrati, quindi superiore ai fondi che sostengono il provvedimento. Ma il costo va inteso anche come affronto alla professionalità dei maestri che operano nelle scuole dell’infanzia, i quali vengono trattati alla stregua dei cittadini che, avendo commesso dei reati, meritano di essere perennemente sotto controllo. Invece, i criminali stanno altrove. Ed i casi mediatici di cui si parla, va ricordato, sono isolati e spesso anche sovradimensionati.
“Per quale motivo – chiede Marcello Pacifico, presidente Anief – non si adottano le telecamere fisse anche in altri ambienti frequentati con costanza dai bambini fino a 6 anni di età? Così come per i nostri parlamentari, è indispensabile avviare i controlli permanenti all’interno degli istituti scolastici; non si comprende per quale motivo non si fa altrettanto negli studi medici e pediatrici, nei luoghi di culto frequentati dai bambini, nelle associazioni sportive e in tutte quelle realtà vissute sistematicamente da tanti giovanissimi. Siamo contrari a questa scelta, perché – conclude il sindacalista – la sicurezza a scuola passa per la formazione e l’aggiornamento del personale, non con la sorveglianza di chi vi opera, ha studiato ed è stato selezionato per fare quel lavoro”.

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Studio del Papa Giovanni sulla risonanza magnetica cardiaca

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Bergamo La risonanza magnetica (RMN) cardiaca è raccomandata per la diagnosi e la stadiazione della cardiomiopatia ipertrofica, ma solo se eseguita in centri specializzati e inserita all’interno di una valutazione multidimensionale. Queste le conclusioni a cui è giunto uno studio finanziato dalla Fondazione di Ricerca FROM e firmato dagli specialisti del Papa Giovanni XXIII, che si è classificato tra le dieci pubblicazioni più scaricate nel 2018 dal sito dell’European Heart Journal – Cardiovascular Imaging, tra le più importanti riviste dedicate alla diagnostica per immagini cardiovascolare. La cardiomiopatia ipertrofica resta a tutt’oggi la prima causa di morte cardiaca improvvisa giovanile, e spesso non viene diagnosticata.
Grazie alla collaborazione fra il Dipartimento Cardiovascolare diretto da Michele Senni, con Quarta e Attilio Iacovoni del Centro Cardiomiopatia Ipertrofica e alla Radiologia 1 diretta da Alessandro Sironi dell’Università di Milano Bicocca, con Paolo Brambilla, sono stati considerati sia casi di pazienti adulti sia pediatrici, prendendo in considerazione anche il ruolo della risonanza dal punto di vista delle prospettive di ricerca. “Ai ricercatori servono dati standardizzabili, in modo da poter creare database e protocolli comuni fra i diversi centri. Questo significa offrire ai pazienti gli stessi criteri decisionali nella gestione della malattia, in tutti i centri di riferimento”, commenta Quarta. In parole semplici, mettere a patrimonio comune le informazioni e le scoperte dei diversi centri europei.La RMN cardiaca fornisce informazioni che hanno un grande potenziale, fino ad assumere valore predittivo sull’evolversi della malattia se confrontate con i dati clinici e funzionali del paziente. “Una strada che porterebbe a una medicina davvero personalizzata sul singolo individuo – prosegue Quarta -. Non a caso le nostre conclusioni hanno ricevuto il consenso dai Cardiologi italiani e sono state accettate a livello europeo dalla rivista ufficiale della European Association of Cardiovascular Imaging, un ramo della European Society of Cardiology, la più importante società europea in campo cardiovascolare”.

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Il volume d’affari dei dottori commercialisti

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

In Italia nel 2018 circa 64mila dottori commercialisti hanno dichiarato un volume d’affari di 7,3 miliardi di euro, di cui 5,9 miliardi riferito agli uomini e 1,4 miliardi alle donne, in crescita del 2,4% rispetto all’anno precedente. In aumento anche il reddito totale dei dottori commercialisti dichiarato nel 2018, riferiti al 2017, che ha superato i 4,1 miliardi di euro (+ 2,1% rispetto all’anno precedente), di cui quasi 3,3 miliardi appartenente agli uomini e oltre 852 milioni alle donne. Questi sono alcuni dei dati emersi dal Reputational Report 2018 realizzato dalla Cassa Dottori Commercialisti (CNPADC) e giunto quest’anno alla sua seconda edizione.Il reddito medio del dottore commercialista dichiarato nel 2018, riferito al 2017, è lievemente aumentato, passando da 64.000 a 64.300 euro, così come il volume d’affari medio, cresciuto da 113.500 a 114.400 euro. Se gli uomini hanno guadagnato nettamente più delle donne, queste ultime hanno fatto registrare incrementi maggiori sia nel reddito che nel giro d’affari. Volendo fare, infatti, una distinzione, il reddito delle professioniste passa da 40.100 a 40.800 euro e il volume di affari da 65.600 a € 66.900 euro, con un incremento pari, rispettivamente all’1,75% e all’1,98%. Percentuali decisamente superiori rispetto a quelle dei colleghi, il cui reddito passa da 75.500 a € 75.700 euro e il volume di affari da 136.400 a 137.400 euro, rispettivamente +0,26% e +0,73%. E’ confermata la tendenza a una crescita maggiore dei dati reddituali delle donne (dal 2009 al 2018 +8,2% per i redditi contro un +0,9% degli uomini e +9% contro un +2,9% per i volumi d’affari), anche se le differenze rimangono ancora evidenti.Erano 68.552 i dottori commercialisti iscritti a CNPADC al 31 dicembre 2018, di cui 46.263 uomini e 22.289 donne: un dato che conferma un trend di crescita costante, con una variazione totale del 2% rispetto all’anno precedente.
Entrando nel dettaglio del Reputational Report, con oltre 111 mila euro è il Trentino – Alto Adige la regione dove si è registrato il maggior reddito medio dei dottori commercialisti (che corrisponde anche al volume d’affari medio più alto, pari a 208mila euro), seguita da Lombardia con più di 103 mila euro di reddito medio e un volume d’affari di quasi 190mila euro, e Piemonte con un reddito medio di quasi 80 mila euro e 147mila euro di volume d’affari.
Dal punto di vista territoriale la regione che presenta il maggior numero di Iscritti è la Lombardia, con 12.372, seguita dal Lazio (7.652) e Campania (7.047). L’Emilia Romagna è la regione con la maggiore presenza femminile (40,2% del totale), seguita da Basilicata (39,7%) e Sardegna. Il Molise è la regione con l’età media più bassa, pari a 46,6 anni, la Liguria quella con l’età più alta, pari a 50,5.E’ la Toscana la regione con il rapporto più alto tra iscritto e imprese del territorio, con una media di 84 società per ogni professionista. Sono invece appena 47 le imprese per iscritto in Calabria, che registra il rapporto più basso, a fronte di una media nazionale di 64 imprese per ogni professionista. A sostegno dei genitori di figli portatori di handicap o malattie invalidanti sono stati elargiti circa 3 milioni e 400mila euro mentre il supporto delle borse di studio agli associati e ai loro figli si è tradotto in oltre 1 milione e 250mila euro, e oltre 600mila euro a favore degli orfani.

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I piani di digital transformation

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

London, UK. Secondo il 2019 Digital Means Business Report rilasciato da NTT Ltd. solo l’11% delle organizzazioni sono realmente soddisfatte dei responsabili della trasformazione digitale, sebbene tre quarti di esse abbiano già intrapreso il percorso di trasformazione.
Le organizzazioni di tutto il mondo stanno apprezzando i vantaggi della trasformazione digitale ma è ancora forte la convinzione che questa evoluzione richieda cambiamenti radicali e di vasta portata per raggiungere il fine ultimo. Questo scenario, se combinato con la mancanza di una leadership fortemente orientata alla trasformazione e di un’attenzione sul cambiamento della mentalità sta rallentando molte aziende:Circa il 71% delle aziende, all’inizio del proprio percorso di trasformazione, è ancora convinto che una completa ristrutturazione del business e dei modelli operativi siano il presupposto della trasformazione digitale.Solamente il 49% degli intervistati crede che il proprio gruppo dirigente abbia le competenze adeguate per gestire l’attuazione della trasformazione digitale.L’assenza di executive sponsorship emerge tra i principali ostacoli per il successo trasformativo.Questa carenza evidenzia la necessità per i manager di cambiare la loro visione, creare un ambiente differente e stabilire nuove priorità comportamentali e nuovi indicatori di prestazioni per indirizzare un approccio alla trasformazione più proattivo, tattico e incrementale.Emerge dalla ricerca una diretta correlazione tra la maturità digitale e la capacità di concretizzare costantemente la trasformazione digitale in valore tangibile. Anche qui, si rileva una carenza percettibile di allineamento tra i team IT e il business:Solo il 29% delle organizzazioni sta interpretando la trasformazione digitale come sforzo collaborativo tra il business e l’IT.Se il 42% degli intervistati afferma che il business e l’IT stanno adempiendo ai loro compiti in modo più integrato, supportato in parte dall’introduzione della figura del Chief Digital Officer, solamente il 12% si dichiara pienamente soddisfatto dell’effettiva esecuzione della pianificazione.Circa la metà (49%) dei progetti di digital transformation sono ancora guidati dall’IT Wayne Speechly, VP of Advanced Competencies, NTT Ltd ha commentato: “Le organizzazioni stanno ancora cercando di capire come modellare il proprio business per gettare le basi di un futuro connesso. Il digitale crea le opportunità per generare un valore costante che deriva dalle iniziative di trasformazione all’interno di tutto il business. Le aziende dovrebbero focalizzarsi meno sul perfezionamento di un imponente piano digitale e attuare maggiormente misure ponderate e iterative nel percorso trasformativo per creare valore e garantire la chiarezza necessaria per intraprendere i passi successivi. Sotto molti aspetti, il peggior nemico per un’organizzazione è l’organizzazione stessa. Per questo motivo, ogni cambiamento deve essere supportato da una leadership pragmatica e consapevole del fatto che in prima persona dovrà abbracciare il cambiamento.”La ricerca ha visto coinvolti più di 1.150 executive, di 15 paesi tra Nord America, Europa, Medio Oriente & Africa e Asia Pacifica, e appartenenti a 11 settori di mercato. I risultati che ne derivano forniscono preziose informazioni su come questi leader percepiscono le opportunità di business generate dalla trasformazione digitale, le sfide nell’offerta sperimentate nella realizzazione della strategia trasformativa e il valore raggiunto.E’ possibile scaricare l’executive guide del 2019 Digital Means Business Report presso sito web dedicato.

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Pakistan: Conversioni forzate all’Islam

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

«L’Occidente e media internazionali possono fare molto per tutelare le minoranze religiose in Pakistan». Ad affermarlo è l’avvocatessa cattolica Tabassum Yousaf che domani, 8 agosto, alle ore 11 locali al Press Club di Karachi, Pakistan, organizzerà assieme ad Aiuto alla Chiesa che Soffre una conferenza per porre l’attenzione sul drammatico fenomeno delle conversioni forzate all’Islam di giovani donne e perfino adolescenti appartenenti alle minoranze religiose. «Ogni anno almeno mille delle nostre ragazze vengono rapite, violentate, obbligate a convertirsi all’Islam e costrette a sposare i loro aguzzini», denuncia la Yousaf notando come questa sia una piaga che affligge tutte le minoranze religiose, in primis cristiani e indù. La conferenza promossa anche da ACS è realizzata anche in occasione della prossima giornata per le minoranze, che in Pakistan ricorre l’11 agosto. All’evento prenderanno infatti parte esponenti delle diverse religioni, inclusi il cardinale Joseph Coutts e alcuni leader religiosi islamici.Oltre a denunciare il dramma di queste donne e perfino bambine le cui famiglie si trovano spesso totalmente indifese di fronte al sistema giuridico pachistano per il quale una conversione all’Islam è comunque inoppugnabile, la conferenza intende approfondire il tema delle misure che in Pakistan potrebbero consentire non soltanto la tutela delle minoranze, ma anche il loro sviluppo. «I nostri ragazzi non hanno accesso ad un’istruzione adeguata e pertanto sono penalizzati anche nella ricerca di un impiego», afferma la Yousaf la quale ha steso – con la collaborazione del cardinal Coutts e di leader di diverse fedi – una risoluzione in 10 punti per la promozione delle minoranze che sarà firmata dai partecipanti alla conferenza.Al primo punto, si chiede di fissare a 18 anni l’età minima per contrarre matrimonio, mentre al punto n. 9 si richiedono tutele legali contro i rapimenti e le conversioni forzate che – come ha notato in un discorso ufficiale per la giornata delle minoranze lo stesso primo ministro Imran Khan – non sono consentite dalla stessa religione islamica. Il premier ha invitato a proteggere i non musulmani come fece Maometto a Medina, ma le minoranze del Pakistan non si accontentano di essere tutelate. Desiderano contribuire attivamente allo sviluppo del Paese e chiedono di avere un ministro federale per le minoranze, un vuoto ancora non colmato dalla morte di Shahbaz Bhatti nel 2011. È anche questo uno dei punti della risoluzione in cui si chiedono inoltre leggi atte ad evitare discriminazioni e la destinazione alle minoranze di una quota delle borse di studio offerte dal governo pachistano e da quelli di altri Paesi.«Gli stessi governi esteri dovrebbero assicurarsi che i loro aiuti giungano anche ai non musulmani. In special modo le nazioni occidentali, almeno sulla carta cristiane, che dovrebbero avere a cuore noi fratelli nella fede. Alla comunità internazionale e in particolare all’Occidente chiediamo altresì di dare voce alla nostra richiesta di giustizia e di diritti, come fa da sempre ACS che ringraziamo per aver sostenuto anche questa nostra iniziativa. Il caso di Asia Bibi mostra quanto la visibilità internazionale sia cruciale per la tutela delle minoranze pachistane. Quindi continuate ad accendere i riflettori sulla difficile condizione in cui viviamo».Infine l’avvocatessa esprime a Papa Francesco tutta la gratitudine dei cristiani del Pakistan. «Siamo profondamente grati al Santo Padre per la vicinanza nella preghiera a noi cristiani pachistani e a tutto il nostro Paese».

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LGIM annuncia forti risultati per il primo semestre 2019

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Legal & General Investment Management (LGIM) ha annunciato oggi forti risultati finanziari per i primi sei mesi dell’anno (fino al 30 giugno 2019). Afflussi esterni netti di €69.0 miliardi (£60,3 miliardi ; primo semestre 2018: €16.6 miliardi ; £14,6 miliardi), tra cui afflussi importanti da clienti asiatici nelle strategie Index, hanno contribuito fortemente alla crescita delle masse gestite che, con un incremento del 15%, hanno raggiunto €1268 miliardi (£1135 miliardi) nel primo semestre 2019 (primo semestre 2018: €1113 miliardi; £985 miliardi).LGIM ha continuato a beneficiare delle tendenze globali nel risparmio previdenziale e dei cambiamenti strutturali della domanda nel settore dell’asset management. Ciò ha beneficiato l’ampia gamma di prodotti e competenze offerte dalla società, tra cui gli index fund, la gestione attiva, i multi-asset e gli alternativi, basati anche su di un attento approccio ESG. Il forte allineamento strategico e verso il cliente di Legal & General rimarrà il motore per la crescita di LGIM.La societa’ continua a crescere nel Regno Unito, che fino ad oggi ha rappresentato la base del successo dell’azienda. LGIM è uno dei principali attori nelle soluzioni di riduzione del rischio delle pensioni Defined Benefit per le istituzioni globali ed e’ leader di mercato nelle pensioni Defined Contribution (DC) nel Regno Unito, con un patrimonio totale di €96.5 miliardi (£86,4 miliardi; (primo semestre 2018: €72.3 miliardi; £64.0 miliardi). Per il futuro LGIM sta pianificando l’ampliamento della sua proposta DC e un’ulteriore espansione nei mercati internazionali.A livello internazionale, le masse gestite di LGIM sono cresciute del 50% e si collocano a €383 miliardi (£343 miliardi; primo semestre 2018: €259.1 miliardi ; £229.3 miliardi). Ciò è dovuto principalmente alla sottoscrizione di un mandato passivo di €42 miliardi (£37 miliardi) con il Fondo Pensione di Investimento Giapponese (Japan Investment Pension Fund), che ha creato le basi a lungo termine per la crescita futura dell’azienda in Giappone e nell’intera regione. Ha inoltre posizionato LGIM fra i primi tre gestori non domestici nel mercato pensionistico istituzionale giapponese.
LGIM continuerà a investire nelle attivita commerciali in cui prevede una crescita o in cui l’automazione e la semplificazione genereranno leva operativa ed efficienza. In primo piano vi sono il miglioramento dell’esperienza digitale dei clienti, l’ottimizzazione delle piattaforme di investimento e l’utilizzo dell’analisi dei dati.
Commentando i risultati, Michelle Scrimgeour, CEO di LGIM da luglio di quest’anno, ha affermato: “Questi risultati riflettono un buon primo semestre dell’anno per LGIM. Nella mia posizione di CEO continuero’ a lavorare per migliorare cio’ che ritengo siano delle fondamenta solide.“Abbiamo continuato a fare grandi passi avanti nella crescita del nostro business internazionale e abbiamo ottenuto alcune vittorie importatanti, in particolare attraverso la sottoscrizione del mandato con il fondo di investimento per le pensioni del governo giapponese.
LGIM è firmataria dell’UNPRI dal 2010. Nel 2019 l’azienda ha ricevuto cinque ratings A+ e due ratings A nelle sette categorie valutate dall’UNPRI.Per accedere al rapporto di valutazione UNPRI 2019 per LGIM: http://www.lgim.com/uk/en/capabilities/corporate-governance/stewardship-and-integration/

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Criptovalute e delinquenze. Agire subito!

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

La Procura nazionale DNA (Direzione Nazionale Antimafia) ha presentato la sua relazione 2019 (dati 2018) dove, in un capitolo di 25 pagine comunica le sue preoccupazioni per le criptovalute che, nello specifico (a parte quindi gli evasori fiscali) riguarda l’uso delle stesse da parte di criminali e terroristi. Il tutto è decisamente preoccupante ma, non essendo noi dei “luddisti”, non pensiamo alle soluzioni più “semplici” in materia, cioè vietare (come alcuni Stati “secondari” si sono affrettati a disporre), ma ci impegniamo per cercare di contribuire a trovare soluzioni. Consumatori e utenti – ultimo anello della “filiera” – ne sono ampiamente coinvolti. Al pari di produttori e operatori che hanno nuove opportunità di mercato e di produzione della ricchezza. I “decisori” (di qualunque livello: nazionale, comunitario, internazionale e transnazionale) devono intervenire subito se non vogliono ritrovarsi a dover rincorrere una sorta di mostro cresciuto nella loro indifferenza e superficialità, financo arroganza convinti (loro) di poter continuare ad essere gli unici ad essere autorizzati all’emissione di valuta.
Per meglio capire ed inquadrare il fenomeno. Nel mondo ci sono 2.426 criptovalute che hanno una capitalizzazione di mercato superiore a 307 miliardi di dollari. I loro portafogli digitali (dove sono depositate le monete virtuali) sono oltre 40 milioni in tutto il mondo. Gli Atm, bancomat attraverso i quali si possono ritirare e cambiare monete digitali, sono complessivamente 5.362, 47 dei quali sul territorio italiano.
La più nota e più diffusa criptovaluta è il Bitcoin, in un contesto in cui, a nostro avviso, affidare i propri risparmi a questa moneta digitale sarebbe come giocare gli stessi risparmi al casinò. E’ in arrivo la Libra di Facebook che, proprio perché con cotanto padrone oltre che inserita in un contesto di riferimenti valutari di una ufficiale affidabilità, sembra che dovrebbe “sbancare” e imporsi in maniera pesante.
Poi ci sono le “monetine virtuali”, quelle un po’ casereccie che possono anche essere strumento di potenziali o declarati delinquenti e che, proprio perché casereccie, coinvolgono piccoli risparmiatori con il miraggio del facile guadagno. Miraggio che in questi ultimi anni ha trovato ampia speranza nel trading online, ma che per l’appunto è rimasto al livello di miraggio/truffa.
In questo contesto non svolge un ruolo secondario la decrescente sfiducia dei risparmiatori verso le banche di ogni tipo, per diversi motivi: gli scandali finanziari delle stesse per sottrarre soldi ai loro clienti e la successiva indisponibilità, quand’anche riconosciute colpevoli, a porvi rimedio; l’affermazione politica (in Italia sono al governo) di approcci finanziari e bancari dove si tende a far un “fascio di tutta l’erba” (includendovi anche le istituzioni Ue) evocando pesanti interventi dello Stato nazionale. Sfiducia che porta i risparmiatori a guarda con maggiore attenzione offerte come criptovalute e trading online, e dove gioca un ruolo pesantissimo la quasi totale ignoranza finanziaria del risparmiatore medio.
La relazione DNA è un importante contributo in merito alla comprensione: la richiesta dei preposti alla politica perchè possano essere dotati di strumenti più efficaci, consoni e aggiornati a far fronte agli usi illegali. Una richiesta con soluzioni difficili perché, per ottenerle, occorre coinvolgere tutto il mondo, inclusi quelli che non si parlano tra di loro oltre che combattersi con tutti gli strumenti possibili e immaginabili delle guerre, inclusi quelli digitali.
Noi Aduc possiamo solo denunciare dopo che percepiamo e raccogliamo informazioni e storie (in genere quelle cosiddette più piccole, ma che, proprio perché tali, sono “campanelli d’allarme”). Con, nel frattempo, cercare di trovare strumenti di riduzione del danno: al primo posto dei quali l’informazione. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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Cyberbullismo: è Instagram il social network più colpito

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Milano. È Instagram il social network più colpito dal fenomeno del Cyberbullismo. A confermarlo i dati del Centro Studi di ReputationUP, società specializzata nella gestione della reputazione online,Il cyberbullismo è un fenomeno che negli ultimi 15 anni è drammaticamente cresciuto, come dimostrano anche i dati delle ricerche effettuate su Google per l’argomento “Cyberbullismo”.Per elaborare i dati sul Cyberbullismo, il Centro Studi di ReputationUP ha utilizzato un software proprietario di Intelligenza Artificiale che monitora la rete in base a determinati hashtag o parole chiavi.Oltre al monitoraggio, e quindi al numero di menzioni, il software di ReputationUP (reputationup.com/it) è anche in grado di calcolare il sentimento (positivo, negativo e neutrale) e le emozioni (gioia, sorpresa, tristezza, rabbia, disgusto, paura) di tutte le interazioni che avvengono intorno alla parola chiave o hashtag.Il Centro Studi ha poi confrontato i dati da loro ottenuticon quelli dell’Istat, del Miur e del Ministero della Famiglia, per ricavarne un’analisi quanto più accurata, specifica e attendibile possibile.Dal monitoraggio di ReputationUp si evince che Instagram è il social più afflitto dagli episodi di cyberbullismo, con il 42% dei casi, a seguire Facebook con il 37% dei casi, Snapchat con il 31%, Whatsapp con il 12%, Youtube con i 10% e infine Twitter con il 9% degli episodi di bullismo online.
Le conseguenze del Cyberbullismo sulle vittime sono devastanti, come evidenziato dalla approfondita ricerca di ReputationUP.Il bullismo via internet provoca enorme ansia sociale nel 41% dei casi studiati, fenomeni depressivi nel 37% dei casi, pensieri suicidi nel 26% dei casi, poi l’autolesionismo al 25%, stop dell’utilizzo dei social nel 24% degli episodi interessati. Infine il bullismo via internet provoca assenze scolastiche nel 20% delle volte, disturbi alimentari nel 14% dei casi e abuso di alcol e droghe nel 9% dei casi.

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Istituire museo militare nella Reggia di Caserta

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Istituire un nuovo Museo militare all’interno della Reggia di Caserta. A proporlo il gruppo di Fratelli d’Italia al Senato attraverso un’interrogazione presentata dalla senatrice Giovanna Petrenga, già direttrice della Reggia di Caserta e sovrintendente ai Beni Culturali Architettonici e Ambientali di Caserta e Benevento, ai ministri della Cultura e della Difesa e sottoscritta da tutto il gruppo di FdI Senato.Come si spiega nell’interrogazione sarebbe un’iniziativa volta a “promuovere lo sviluppo della memoria della storia patria e militare” e la scelta della Reggia di Caserta sarebbe legata alla “riconosciuta eccellenza e capacità di fungere da polo di attrazione e catalizzatore di identità nazionale e di stimolo alle attività di promozione e sviluppo della memoria della storia patria e militare”; ma anche perchè “nella provincia di Caserta sono presenti elementi più che favorevoli atti a promuovere i valori e le espressioni di identità storica della Nazione che i Musei militari comunicano e si riscontra una considerevole presenza di risorse pubbliche e private, materiali ed immateriali”. Una richiesta, quella del gruppo di FdI al Senato, che si pone nel solco dell’Accordo quadro per la valorizzazione e la promozione turistica del patrimonio museale militare italiano firmato dai ministri Franceschini e Pinotti nel luglio del 2016 e che prevedeva appunto “la promozione della cultura dei Musei militari italiani, sostenendo attività di tutela e valorizzazione dei beni culturali in essi conservati”.

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Nuovi capitali per ampliare il business che rivoluzionerà la mobilità

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Helbiz, la società americana che ha lanciato il fenomeno del monopattino in sharing, annuncia un nuovo round di finanziamenti da 10 milioni di dollari guidato da investitori e venture capital interessati agli sviluppi della nuova economia della smart mobility.
Helbiz utilizzerà il capitale per far scalare le proprie attività a livello globale con un focus particolare verso l’iniziativa italiana. “Più della metà dei proventi verranno reinvestiti in Italia”, spiega Salvatore Palella, CEO e fondatore della società, preannunciando un programma di espansione basato su tre direttrici principali: apertura di nuove città, rafforzamento delle flotte di monopattini e del fleet team. “L’arrivo del Decreto Attuativo ha sbloccato lo stallo normativo che impediva ai Comuni tricolori di aprirsi al trasporto del futuro. Ora possiamo finalmente rompere gli indugi dando agli italiani un nuovo orizzonte di sviluppo, anche in termini occupazionali”.L’obiettivo a breve termine è replicare il successo di Milano, capitale italiana ed europea dello sharing. Nel capoluogo meneghino Helbiz gestisce oggi una flotta di quasi 800 monopattini elettrici in condivisione gestiti da un team di circa 30 persone fra addetti al ritiro, manutentori, city manager, responsabili amministrativi e marketing. Il nuovo flusso di capitali permetterà di ampliare il raggio d’azione del servizio, a cominciare da tutte quelle città – anche del Sud Italia – che combattono quotidianamente con i problemi di congestionamento della viabilità. Parte degli investimenti verranno inoltre destinati all’ammodernamento dei mezzi, che verranno equipaggiati con batterie removibili per incrementare il numero di ore di esercizio.Helbiz, che ha recentemente annunciato la presentazione di un’Offerta Pubblica Iniziale (IPO) dual listing al Nasdaq e in Borsa Italiana, è oggi presente in 10 Paesi nel mondo.

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M5S Lombardia. Olimpiadi 2026: No alle infiltrazioni mafiose

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Il M5S Lombardia ha depositato una mozione, a firma della Consigliere regionale del M5S Monica Forte, per chiedere l’istituzione di un Comitato di esperti per la prevenzione e il contrasto “di infiltrazioni di tipo mafioso e della criminalità organizzata in funzione delle manifestazione Olimpiadi Milano-Cortina 2026”.
La mozione chiede di istituire un organismo di 5 membri con il compito di monitorare “tutte le fasi dei lavori pubblici, e tutte le attività organizzative connesse” all’organizzazione dell’evento. Il Comitato dovrà coordinare le “strutture preposte al controllo delle attività economiche e al contrasto delle infiltrazioni mafiose” e gli enti coinvolti coordinandosi con la società che sarà incaricata di realizzare l’evento. Gli esperti produrranno una “relazione semestrale al Presidente della regione sull’attività svolta e sulle evidenze riscontrate”.Forte spiega: “Per Expo era stato istituito un Comitato di esperti per il contrasto e la prevenzione delle infiltrazioni. Chiediamo che le Olimpiadi e le Paraolimpiadi invernali siano trattate allo stesso modo.Tutte le analisi e i dati a disposizione concordano sulla necessità di ampliare i controlli sulle attività delle criminalità organizzata in caso di grandi eventi.È necessario tenere alta la guardia e intervenire tempestivamente per tutelare la corretta gestione dei finanziamenti pubblici nel pieno rispetto del codice penale, delle procedure di gara e del principio di economia ed efficienza della spesa. Per le Olimpiadi saranno investite risorse dei cittadini e in nessun caso dovranno finire nelle tasche della malavita”.

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5th Annual Communications Infrastructure Summit

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

CyrusOne Inc. (NASDAQ: CONE), a premier global data center REIT, today announced that it will present at the Cowen 5th Annual Communications Infrastructure Summit being held August 12-13, 2019, at the St. Julien Hotel & Spa in Boulder, Colorado. Diane Morefield, Chief Financial Officer, will be presenting at 11:00 am Mountain Time on Tuesday, August 13.
A live webcast of the event will be available in the “Investors / Events & Presentations” section of the Company’s website at http://investor.cyrusone.com/events.cfm. A replay will be available for 90 days following the presentation.CyrusOne (NASDAQ: CONE) is a high-growth real estate investment trust (REIT) specializing in highly reliable enterprise-class, carrier-neutral data center properties. The Company provides mission-critical data center facilities that protect and ensure the continued operation of IT infrastructure for approximately 1,000 customers, including more than 200 Fortune 1000 companies.With a track record of meeting and surpassing the aggressive speed-to-market demands of hyperscale cloud providers, as well as the expanding IT infrastructure requirements of the enterprise, CyrusOne provides the flexibility, reliability, security, and connectivity that foster business growth. CyrusOne offers a tailored, customer service-focused platform and is committed to full transparency in communication, management, and service delivery throughout its nearly 50 data centers worldwide. Additional information about CyrusOne can be found at http://www.CyrusOne.com.

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Ouster Lidar Announces Global Expansion to European and Asia-Pacific Regions

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

Ouster, a leading provider of high-resolution lidar sensors for autonomous vehicles, robotics, and mapping, announced its expansion into Europe and the Asia-Pacific regions with new offices in Paris, Shanghai, and Hong Kong. The expansion will enable deep customer relationships and enhance local customer support through local field application engineering teams while guaranteeing faster order fulfilment to Ouster’s growing worldwide customer base.“Ouster’s global footprint already includes over 450 customers spanning nearly 50 countries,” said Ouster CEO Angus Pacala. “Our international expansion is core to continuing to provide exceptional delivery and support in every region we operate.”Current Director of Business Development, Cyrille Jacquemet, will move from Ouster’s California headquarters to lead efforts in the EU as General Manager of EMEA, and open the first European office in Paris. As a founder, CEO, and French native with over 15 years’ experience scaling up high growth startups and their international expansion, Cyrille will strengthen the company’s global sales and support capacity across EMEA.In the Asia Pacific region, Ouster recently appointed Clement Kong as General Manager, APAC, where he will lead operations based in Shanghai and Hong Kong. Clement has over 15 years of automotive experience across leadership roles at Continental and Johnson Electric along with serving customers worldwide. With deep understanding of automotive standards and Asian customer requirements, Clement will lead Ouster’s market expansion into the APAC region.With nearly half of Ouster lidar sensors sold outside of the Americas, the new offices enable Ouster’s two-week shipping guarantee to be maintained and extended globally. By strengthening regional support, along with localizing direct sales and channel management, Ouster can accelerate its growing footprint across 15 industries including automotive, robotics, security, defense, mining, and agriculture to ensure the best experience for its customers and partners around the world.

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VitalSource and Macmillan Learning Team up to Improve Student Access to Course Content

Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019

As part of its continued commitment to improving student learning and removing barriers to course materials, VitalSource® today announced a new collaboration with Macmillan Learning that will help simplify courseware integrations and streamline administrative setup for institutions.VitalSource began piloting these new integrations with Macmillan Learning in June, offering students and instructors seamless access to their digital courseware including LaunchPad, Sapling, and Achieve Read & Practice through a single integration powered by VitalSource’s product, Launch, that serves as a gateway between a school’s Learning Management System (LMS) and Macmillan Learning’s materials (books, courseware, other digital content).“The single most important thing we can do to support student success is help ensure students have the essential course materials necessary to learn and excel in the classroom,” said Dr. Michael Hale, Vice President, Education for VitalSource. “At VitalSource, we want to make it as simple as possible for students and faculty to gain immediate access to valuable courseware and learning tools without burdensome access codes and logins. We’re excited to partner with Macmillan Learning to improve user experiences across the board.” Supporting and scaling Inclusive Access courseware integrations within a campus LMS can be time-consuming – not just for campus technology staff and education publishers, but also for students and instructors who must juggle multiple codes and logins to access content. The new integrations powered by Launch will eliminate unnecessary access codes and course keys, making it easier for students to obtain the content required for academic success on the very first day of class.

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