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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 124

Fermiamo la tortura

Posted by fidest press agency su giovedì, 25 giugno 2009

Roma 26 giugno un gruppo di 12 ragazze e ragazzi coinvolti nelle attività del laboratorio di riabilitazione psico-sociale del Progetto VI.TO. porteranno in scena al Teatro India a Roma Voci di Babele (ingresso gratuito), libero adattamento de Il linguaggio della montagna di Harold Pinter. Questo spettacolo è stato costruito all’interno del laboratorio durato quattro mesi e portato avanti da Nube Sandoval e Bernardo Rey, registi e formatori. La presenza in scena di questi testimoni è un modo per rompere il complotto del silenzio e invisibilità che da sempre circonda la tortura e le sue vittime, e un’occasione per ridare loro voce e legittimità.  Harold Pinter in questo testo descrive un mondo in cui gli esseri umani sono costretti a combattere ogni giorno contro problemi sociali quali l’incomunicabilità, l’ingiustizia, la violenza. Il testo di Pinter fa riferimento alle vicende del popolo curdo, minoranza etnica alla quale è stata a lungo preclusa la possibilità di utilizzare la propria lingua. Protagonista del Linguaggio della montagna è infatti la parola, nella sua funzione contraddittoria di  strumento di violenza e strumento di dissenso. Alla musicalità del multilinguismo del testo si contrappone la cruda violenza dell’intolleranza, l’arbitrario divieto imposto ad un popolo di parlare la propria lingua, sintesi di una condizione creata per negare la diversità, attraverso l’umiliazione e la tortura. Nelle Voci di Babele invece al silenzio viene contrapposto il canto, alla censura un coro di stranieri e alla tortura il teatro. Voci di Babele diventa partitura di azioni e testi in vari idiomi, dove il filo conduttore è rappresentato da ritmi, sonorità e movimenti corporei propri delle diverse lingue e culture. Uomini e donne venuti dai luoghi più lontani ci parlano dei loro amori, della loro infanzia, delle loro guerre, ma al di là di ogni singola storia, quel che prevale in questo Babele, è la certezza che la differenza ci fa diventare unici, anche se nella sinfonia della vita, i temi fondamentali suonano uguali per tutti. Il 26 giugno viene celebrata in tutto il mondo la Giornata Internazionale a sostegno delle vittime di tortura, proclamata nel 1997 dall’Assemblea Generale dell’ONU. Il sistema giuridico internazionale proibisce l’utilizzo della tortura in qualsiasi circostanza. Malgrado la sua stigmatizzazione ufficiale, però, la tortura non é ancora stata sconfitta e continua a essere praticata infliggendo sofferenze fisiche e psichiche.  Secondo il rapporto Amnesty International 2009 sono 120 i paesi nel  mondo che praticano la tortura. Si stima che attualmente l’Europa accolga oltre 400.000 rifugiati vittime di tortura, e che ogni anno arrivino nel nostro continente 16.000 richiedenti asilo sopravvissuti a esperienze di tortura.

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