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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for 24 agosto 2021

Il censimento Usa del 2020: più luci per i repubblicani, meno per i democratici?

Posted by fidest press agency su martedì, 24 agosto 2021

By Domenico Maceri. I preliminari dati del censimento decennale americano suggeriscono cambiamenti basici che saranno soggetto di nuovi programmi per i due maggiori partiti politici ma con conseguenze per tutto il Paese in tempi vicini ma anche per i prossimi dieci anni quando avverrà il prossimo conteggio. Ambedue partiti possono sorridere con i dati. Per i democratici la crescita di popolazione nelle aree metropolitane rappresenta vantaggi ma anche i repubblicani possono guardare con ottimismo agli aumenti di popolazione in parecchi Stati “red”, ossia conservatori, del Sud.Nell’ultimo decennio la popolazione statunitense è cresciuta da 308 a 332 milioni, circa l’8%. Il numero degli over 65 è aumentato dal 13% nel 2010 al 16,9% attuale per un totale di 56 milioni di abitanti. Il Paese sta invecchiando. L’età media nel 2010 era di 37 anni comparata a quella del 2020 di 38 anni. Il numero dei bianchi è sceso dal 63 (196 milioni) al 57% (191 milioni). Gli ispanici adesso rappresentano il 19% della popolazione, gli afro-americani il 12% e gli asiatici-americani il 6%.Una visione generale di queste cifre dovrebbe fare preoccupare i repubblicani, i quali, soprattutto sotto la guida di Donald Trump, hanno concentrato i loro sforzi ad ottenere il loro supporto quasi esclusivamente da elettori bianchi. I democratici, invece, con Barack Obama nel 2008 e 2012 e Joe Biden nel 2020 hanno formato una coalizione di gruppi minoritari che include anche elettori bianchi.Questa strada verso le coalizioni per vittorie elettorali viene anche supportata dal censimento recente che ci indica una crescita multirazziale. Gli individui che si considerano parte di più di una razza è cresciuto da 9 milioni nel 2010 a quasi 39 milioni nel 2020, ossia un aumento del 276%. L’altro dato che dovrebbe fare riflettere i repubblicani è l’aumento di residenti nelle zone metropolitane, roccaforti democratiche, cresciuto anche del 9% dal 2010 al 2020. L’86% degli americani risiede adesso in zone urbane. Queste zone metropolitane tendono ad essere più produttive, più tolleranti, più diverse e favoriscono il Partito Democratico. Le zone rurali e periferiche tendono invece a votare per i repubblicani.Quando ci si addentra ancora di più nei numeri i repubblicani hanno anche loro ragioni per sorridere. Alcuni Stati “red” hanno avuto incrementi di popolazione e riceveranno più seggi alla Camera. Il Texas, la cui popolazione è aumentata di 4 milioni (16%), avrà due seggi in più per un totale di 38. Da notare anche che 2 dei 4 milioni di nuovi residenti sono ispanici che potrebbero rappresentare un punto poco positivo per il Gop poiché tendono a votare per il Partito Democratico. Anche rilevante è il fatto che il 50% degli abitanti del Lone Star State sono ispanici. La Florida, la Carolina del Nord e il Montana, altri stati “red”, avranno un seggio in più. Stati “blue”, ossia liberal, come la California, New York e l’Illinois perderanno un seggio a testa. Nel caso di New York si tratta di un continuo calo iniziato nel 1940 quando lo Stato aveva 45 seggi alla Camera comparati ai 26 attuali.Il vantaggio per i repubblicani al di là dei nuovi seggi rimane la rimodulazione dei distretti congressuali e anche statali dove il Gop può dettare legge. In grande misura le modifiche dei distretti sta nelle mani delle legislature statali con minime direzioni del governo federale. Si richiedono approssimativamente 761mila cittadini in ogni distretto, tenendo conto dei dati del censimento del 2020. I repubblicani controlleranno la ridistribuzione in 180 distretti mentre i democratici solo 75. I rimanenti 167 distretti saranno rimodulati da commissioni indipendenti che tendono all’obiettività. Storicamente i distretti vengono disegnati per mantenere certe maggioranze di uno o un altro partito con poche eccezioni di distretti competitivi. Per i repubblicani si tratta di una buona opportunità alla luce delle elezioni di midterm del 2022 ma dovranno fare attenzione perché i nuovi distretti rimarranno in vigore fino al prossimo censimento del 2030.Un dato significativo che va al di là delle competitività elettorali però è molto più importante per il Paese. Il tasso di crescita di popolazione statunitense dal 2010 al 2020 riflette un rallentamento che non si vedeva dagli anni della Grande Depressione degli anni 30. Per mantenere una popolazione stabile si richiede una fertilità del 2,1 percento ma quella degli Stati Uniti è scesa al 1,73. Un fenomeno che si manifesta in molti Paesi industrializzati anche se a livello globale il tasso di fertilità nel 2020 era del 2,4 percento. Si sta creando ovviamente uno squilibrio che potrebbe essere corretto con lo spostamento di gente da Paesi sovraffollati a quelli con popolazioni in calo. Si tratta ovviamente dell’immigrazione per la quale i repubblicani sono in linea generale contrari mentre i democratici sono a favore. Lo sta facendo il Canada importando lavoratori dall’estero secondo i bisogni delle differenti province. Un esempio che gli Stati Uniti potrebbero emulare per mantenere un’economia vibrante. Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California.

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Vaccinazioni studenti. Un suggerimento da Israele

Posted by fidest press agency su martedì, 24 agosto 2021

Avvicinandosi l’apertura delle scuole non è stato ancora deciso, per una scuola in presenza, sugli obblighi del personale e degli studenti. La risposta all’appello a vaccinarsi da parte dei giovani over 12 in questi giorni è entusiasmante sotto il profilo umano, politico e scolastico: se questi sono i giovani che domani ci governeranno, c’è da sperare qualcosa di meglio del passato e dell’oggi.Oltre al problema varianti, su cui c’è ancora indecisione per mancanza di dati scientifici, i ricoveri in questo momento sono essenzialmente di persone non vaccinate. Questo conferma che per ragionare più serenamente, base di partenza non può che essere il vaccino per tutti. Per facilitare i vaccini degli studenti ci arriva un suggerimento da Israele, che ha il 59% dell’intera popolazione già vaccinato con due dosi. Con la riapertura del 1 settembre, previa autorizzazione dei genitori, gli studenti potranno vaccinarsi a scuola durante le ore di lezione. Per la riapertura delle scuole sono stati previsti test sierologici su 1,6 milioni di studenti: chi avrà anticorpi alti potrà evitare la quarantena nell’eventualità di casi positivi in classe. Nelle ‘zone rosse’ si farà lezione in presenza solo se il 70% degli allievi della classe sarà vaccinato. Infine sono previsti test rapidi a casa per due milioni di ragazzi giusto prima della ripresa delle lezioni. Considerato che Israele è un Paese con una popolazione quasi come la Lombardia, sarebbe un campione importante per comprendere dinamiche e organizzazione delle stesse. (Fonte Aduc)

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“Il Superbonus al 110% è uno dei pilastri della transizione ecologica”

Posted by fidest press agency su martedì, 24 agosto 2021

Almeno per due ordini di motivi: il primo, perché va fatto un grande lavoro sull’efficientamento energetico (e sismico) degli edifici; il secondo, perché la sostenibilità ambientale va di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica, e la riqualificazione ambientale produce utili e lavoro. Questo è un concetto che noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo molto chiaro, ed è per questo che stiamo spingendo molto su questa misura.Il Superbonus sta funzionando e, grazie al grande lavoro Parlamentare, durante la conversione del Decreto Semplificazioni, ha avuto, proprio in queste ultime settimane, un’importante accelerazione. L’introduzione del modello unico ha, infatti, drasticamente semplificato gli adempimenti per accedere all’agevolazione. In un solo mese (da luglio ad agosto) abbiamo registrato un grande aumento dei cantieri avviati, che attualmente sono 32 mila, e i lavori nei condomini sono incrementati del 45%.Stiamo riuscendo così a garantire ad un maggior numero di cittadini la possibilità di ottenere, per i loro immobili, una maggiore efficienza da un punto di vista energetico e sismico. E da questo processo di transizione, con la riduzione delle emissioni ed una rigenerazione urbana, a trarne beneficio non saranno solo i singoli cittadini ma l’intera comunità. Questa resta una misura strategica”. Così, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Pino Masciari: “Perché non si parla più della Riforma Cartabia sulla Giustizia?”

Posted by fidest press agency su martedì, 24 agosto 2021

La nuova riforma della Giustizia è stata approvata alla Camera di notte il 3 agosto e poi è sparita da giornali e telegiornali. Perché?Chi conosce la mia storia sa che è un argomento che mi tocca nel profondo perché la giustizia ha sempre guidato le mie scelte di vita e quelle della mia famiglia.Oggi con la Riforma Cartabia stiamo rischiando di vedere interrompere i processi penali dopo due anni in Appello e dopo 12 mesi in Cassazione. Da questo meccanismo, per fortuna, sono esclusi i reati imprescrittibili, quelli punibili con l’ergastolo. Per alcuni reati particolarmente gravi il periodo di tempo oltre il quale scatta l’improcedibilità sale a tre anni in Appello e 18 mesi in Cassazione.L’ UE ci aveva chiesto tempi certi nei processi come requisito indispensabile per poter accedere ai fondi del PNRR ma noi abbiamo fatto un pastrocchio…Per dare tempi certi alla Giustizia rischiamo di invalidare i processi penali con una “cosa” chiamata “Improcedibilità”, che di fatto interrompe i processi dopo un certo periodo. In parole povere: impunità per i colpevoli.La Riforma Cartabia non affronta il problema di giungere a una sentenza definitiva in tempi ragionevoli, pone solo una data di scadenza ai processi. Non possiamo accettarlo!Abbiamo ancora una possibilità di fermare questa Riforma in Senato a settembre.

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Minacce dall’afghanistan: Talebani e non solo

Posted by fidest press agency su martedì, 24 agosto 2021

In Afghanistan la minaccia contro i diritti umani fondamentali, fra i quali la libertà religiosa, non è rappresentata solo dai Talebani ma anche dall’ISKP, cioè dall’ISIS della “Provincia di Khorasan”. La formazione estremistica si è già resa protagonista in passato di innumerevoli azioni terroristiche, rivendicando fra l’altro uno dei più sanguinosi attacchi contro la minoranza Sikh all’inizio della pandemia, il 25 marzo 2020, quando tre uomini armati presero d’assalto il Guru Har Rai Gurdwara nella zona di Shor Bazar a Kabul, uccidendo 25 persone e ferendone 15. L’ISKP continua a consolidarsi, soprattutto a seguito alla sconfitta dell’ISIS in Siria e in Iraq e dopo l’avvio dei colloqui di pace tra i Talebani e la NATO. A differenza degli stessi Talebani l’ISKP annovera nelle sue fila un numero crescente di giovani afgani istruiti e appartenenti alla classe media, ai quali si aggiungono gruppi di jihadisti esperti provenienti da al-Qaeda. Il riconoscimento del regime talebano da parte di alcuni Paesi temiamo possa favorire inoltre la proliferazione di gruppi islamici radicali attualmente minori ma in grado di strutturarsi in un network terroristico potenzialmente in grado di soppiantare formazioni storiche come al-Qaeda e Stato islamico. Oltre a ciò, le relazioni fra Pakistan, organizzazioni terroristiche presenti in Palestina e nella provincia siriana di Idlib e il regime afgano destano particolare preoccupazione. La reintroduzione della sharia spazzerà via le poche libertà faticosamente conquistate, inclusa la fragilissima libertà religiosa. Sono pertanto a rischio tutti coloro che non condividono l’islamismo dei Talebani, compresi i sunniti moderati. Gli sciiti (10%), la piccola comunità cristiana e tutte le altre minoranze religiose, già gravemente minacciate, subiranno un’oppressione intollerabile. Aiuto alla Chiesa che Soffre incoraggia la comunità internazionale a far sentire la propria voce in difesa dei diritti umani di tutti i cittadini dell’Afghanistan, compresi i cristiani, gli indù, i bahai e i buddisti.

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In aumento la richiesta del lavoro domestico nelle province italiane

Posted by fidest press agency su martedì, 24 agosto 2021

Se a livello nazionale il lavoro domestico è ormai riconosciuto come un settore in forte espansione e dal forte impatto socio-economico, non bisogna dimenticare che il nostro Paese è caratterizzato da specificità regionali e addirittura locali che determinano differenze significative, anche nella gestione della casa e nella cura degli anziani.Per questo, l’Osservatorio DOMINA ha analizzato le specificità territoriali del lavoro domestico, approfondite nelle schede regionali del Rapporto nazionale sul lavoro domestico.In termini assoluti, Roma e Milano risultano le province con il maggior numero di lavoratori domestici nel 2020 (rispettivamente 113.350 e 98.835), evidentemente essendo i principali centri economici e occupazionali. Con un’analisi più approfondita dei dati, DOMINA rivela che sono 41 le province con un numero di lavoratori domestici regolari ogni 1.000 abitanti più altro rispetto alla media nazionale (15,5). Oristano con 38,5 lavoratori domestici (ogni 1000 abitanti) risulta la provincia con il più alto numero di lavoratori domestici rispetto alla popolazione, seguita da Cagliari (32,3) e Nuoro (27,54); Siracusa invece è la provincia con il dato più basso (4,1 ogni 1000 abitanti) a cui seguono Foggia e Crotone (4,7). Interessante osservare come tra le prime 10 province compaiano ben quattro province della Sardegna, mentre tra le ultime quattro ben quattro della Sicilia e tre della Puglia.

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