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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 124

La rassegnazione cristiana

Posted by fidest press agency su giovedì, 26 settembre 2019

Le generazioni che hanno vissuto la pienezza della loro maturità gli anni che hanno composto il XIX ed il XX secolo sono state educate alla ricerca della “rassegnazione” di fronte ai tanti mali esistenziali legati alla povertà, alla sofferenza, alle ingiustizie e quanto altro. Da alcuni anni a questa parte questo sentimento è decisamente in crisi sia sotto il profilo della dottrina che della stessa pratica di vita cristiana. E’ una presa di coscienza sempre più forte e determinata. E’ la voglia di giustizia che sembra voler essere in perenne conflittualità con un modo di dividere l’umanità tra i più “fortunati” o se vogliamo più “furbi” e gli emarginati. La stessa carità si è trasformata in solidarietà, attraverso il volontariato, ed è diventata persino una parola tabù poiché significa per molti un modo d’offrire un’elemosina per mettere la coscienza a posto. E per molti cristiani tutto ciò è diventato una nuova consapevolezza, un nuovo concetto di Fede che si traduce in una missione intesa come servizio e che respinge al mittente ogni pretesa di attaccamento al potere e ai suoi privilegi. Ma non basta per dare forza a questo “movimento”. Occorre uno sforzo in più. Bisogna prestare più attenzione all’azione educativa prestata nell’insegnamento scolastico e in tutti quegli ambienti dove è possibile dialogare con le parti sociali: oratori, sindacati, volontariato, associazione di varia natura. Il tutto si deve tradurre in un itinerario metodologico secondo la scansione di una serie di tappe progressive, al cui interno si presuppongano ulteriori obiettivi intermedi. Tutto questo perché se si sconfigge la rassegnazione al suo posto non può e non deve subentrare la rabbia, la rivolta, l’anarchia. (Riccardo Alfonso)

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