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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 124

Covid-19. Terapie al domicilio

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Che ruolo può avere il farmacista territoriale nella terapia domiciliare del paziente Covid-19 tra tachipirina, vitamina D, farmaci antinfiammatori non steroidei, cortisonici, eparine, antivirali, antibiotici, idrossiclorochina e, ora, anticorpi monoclonali? Durante la pandemia si sono avvicendate indicazioni Aifa molto discusse su molti dei farmaci citati. Le riassumiamo.Idrossiclorochina – Era ammessa sul territorio solo nell’ambito di trial clinici. L’11 dicembre 2020 il consiglio di stato ha sospeso l’indicazione estiva dell’Agenzia del Farmaco di non prescriverla rimettendo ogni decisione al medico. In Piemonte proprio un trial territoriale ha portato ad approvare, unica regione in Italia, un protocollo che apre ad idrossiclorochina nella fase precoce della malattia insieme a Fans e vitamina D per evitare ricoveri in ospedale. Sempre l’11 dicembre, la stessa Aifa lanciava nuove indicazioni nelle quali, bocciati o “imbrigliati” gli altri principi attivi, indicava come “gold standard” il paracetamolo, in “vigile attesa” di possibili peggioramenti. Giorni fa un’altra ordinanza del consiglio di stato ha sospeso, tra le indicazioni decembrine, proprio questa norma ma Aifa al momento non ha modificato le linee guida.Eparine – L’uso di eparine a basso peso molecolare è raccomandato secondo Aifa nel paziente con infezione respiratoria acuta allettato o con ridotta mobilità, e in assenza di controindicazioni. Rischio cardiovascolare elevato, alti livelli di ferritina, obesità BMI>30, livelli D-dimero 4-6 volte oltre la norma possono suggerire l’uso a dosi intermedie/terapeutiche. Antibiotici ed antivirali – Come per l’idrossiclorochina, Aifa ha sospeso il ricorso alle combinazioni antivirali darunavir+cobicistat e lopinavir+ ritonavir, a meno che non siano implicate da studi clinici e anche l’uso di azitromicina per indicazioni diverse da quelle registrate va considerato solo nell’ambito di studi clinici randomizzati; l’anti-artrite remdesivir va usato solo su pazienti in ossigenoterapia ospedalizzati malati da non più di 10 giorni. Sulla vitamina D restano le restrizioni che la relegano a patologie ossee ed a gravidanza allattamento, o al “deficit” (sotto 20 ng/mL). Cortisonici – L’uso è raccomandato nei soggetti con malattia Covid- 19 grave che necessitano di ossigeno, ventilati o meno. A Bologna c’è polemica tra infettivologi del Sant’Orsola e medici di famiglia: i primi accusano un eccesso di prescrizione sul territorio, che si lega ad una più rapida replicazione del virus e al peggioramento della malattia.Anticorpi monoclonali – A febbraio con procedura eccezionale ex decreto 219 del 2006, sono stati approvati a carico Ssn l’anticorpo bamlanivimab e le combinazioni bamlanivimab + etesevimab di Eli Lilly e casirivimab + imdevimab di Regeneron Roche; il 9 marzo Aifa ha dettagliato che, per il solo bamlanivimab, i pazienti vanno indirizzati dal medico di famiglia o pediatra a centri dove verrà prescritto e somministrato il medicinale, ma devono essere malati lievi e nel contempo a rischio di sviluppare patologia mortale: soggetti obesi, immunodepressi, in dialisi, over 65 con fattori di rischio vascolari od over 55 con pregresso infarto stroke o con bpco, ragazzi da 12 a 17 anni con malattie del sangue, dello sviluppo, cardiopatie, neurologiche, legati a dispositivi medici. (fonte Farmacista33)

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