Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for 1 marzo 2021

Indice Covid-19: quando torneremo alla vita “normale”?

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

By Paul DiGiacomo, Responsabile della ricerca azionaria. In quanto locomotiva dell’economia mondiale, gli Stati Uniti sono da sempre nel mirino degli investitori. Il tentativo di tornare alla normalità dopo la pandemia accomuna tutti i paesi. Noi stiamo cercando di capire quando l’attività economica statunitense si rimetterà in carreggiata e per farlo monitoriamo una serie di indicatori della “normalità”, come le attività di intrattenimento e svago, gli acquisti nelle vie del centro e la riapertura delle scuole. Il risultato è un indice che misura l’avanzamento lungo il percorso che ci condurrà al mondo post-Covid. Gli Stati Uniti sono ormai entrati nel vivo della campagna vaccinale anti-Covid, e l’Indice del ritorno alla normalità intende misurare i dati relativi alle attività umane rispetto ai livelli precrisi. L’indice viene compilato dai nostri scienziati dei dati e analisti fondamentali e monitora le attività svolte negli Stati Uniti, tra cui i viaggi, il rientro al lavoro e a scuola, lo shopping nei negozi fisici e il consumo di pasti fuori casa. L’indice è concepito appositamente per misurare le componenti della vita quotidiana anziché gli indicatori economici come la crescita del PIL. Con il graduale ritorno alla normalità, il livello percentuale si avvicinerà sempre più a 100, e i nostri analisti aggiorneranno regolarmente l’indice.Non tutte le attività umane torneranno sui livelli pre-Covid. L’indice potrebbe centrare la “normalità” sotto quota 100 per via della continua evoluzione delle nostre abitudini, si pensi ad esempio al telelavoro e alla riduzione dei viaggi di lavoro. La definizione di “normalità futura” sta cambiando, e la soglia di normalità dell’indice rifletterà ciò che emerge dalle nostre analisi inferenziali dei dati e dalla nostra ricerca fondamentale. Stiamo analizzando il tempo che le persone dedicano a una serie di attività svolte fuori casa. Le componenti dell’indice hanno implicazioni per la crescita economica, ma l’obiettivo primario è monitorare quanto siamo distanti o vicini al ritorno alla normalità.Il nostro indice suggerisce che siamo ancora del 40% sotto i livelli di attività pre-Covid. Il recente balzo dei contagi di quest’inverno ha comportato una lieve flessione nel nostro indice, ma il comportamento resta ampiamente invariato da luglio 2020. I livelli delle diverse attività che compongono l’Indice variano: il ritorno ai negozi fisici è del 29% al di sotto dei livelli pre-crisi mentre per un normale ritorno alla routine lavorativa manca ancora il 30%. La componente più in sofferenza è quella dei viaggi/intrattenimento, in calo del 67% rispetto ai livelli pre-Covid.Un’accelerazione del ritmo di distribuzione e inoculazione dei vaccini potrebbe accorciare i tempi del ritorno alla normalità (scenario ottimistico). Gli sviluppi che possono invece frenare il ritorno alla normalità (scenario pessimistico) includono l’emergere di varianti resistenti agli attuali vaccini o un rallentamento del tasso di vaccinazione in alcune regioni (per la riluttanza delle persone a vaccinarsi o per mancanza di vaccini).L’Indice ci fornisce un quadro di lavoro all’interno del quale analizzare le società. È una mappa che ci dice quale potrebbe essere l’aspetto futuro della “normalità” dopo il Covid e quanto tempo ci vorrà per arrivarci. Queste informazioni ci consentono di mettere alla prova le ipotesi formulate dalle aziende e di correggere i nostri giudizi in caso di necessità. Per gli investitori, l’Indice del ritorno alla normalità di Columbia Threadneedle può svolgere la stessa funzione: è un input aggiuntivo da considerare quando formulano le proprie decisioni di asset allocation e di portafoglio.Capire a che punto siamo nel percorso verso il ritorno alla vita normale sarà un aspetto cruciale nel 2021. Questi dati possono aiutare gli investitori a prendere decisioni di asset allocation ponderate e a formulare aspettative corrette sull’attività di mercato. Fonte: Columbia Threadneedle Investments

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La “firma” del Covid-19 nella saliva dei pazienti

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

E’ una diagnosi rapida, sicura e per nulla invasiva, grazie a un’innovativa tecnica in ambito clinico, chiamata spettroscopia Raman. La traccia del virus identificabile anche dopo l’esito negativo del tampone molecolare, in grado di rivelare inoltre la gravità della patologia respiratoria intercorsa e il tempo trascorso dall’infezione, orientando così da subito il percorso terapeutico più appropriato.Sono i risultati di un importante lavoro frutto della collaborazione fra clinici e ricercatori dell’IRCCS di Milano della Fondazione Don Gnocchi e dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Lo studio ideato e coordinato dal LABION -Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica della Fondazione, guidato da Marzia Bedoni sarà ora pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” (gruppo Nature, DOI: 10.1038/s41598-021-84565-3).La saliva è prelevata grazie a un tampone masticato senza alcun disagio anche da parte di pazienti anziani o fragili, limitando tra l’altro ogni contatto fra soggetto potenzialmente infetto e operatore sanitario. Il campione è poi analizzato con lo spettroscopio Raman, strumento che utilizza la luce laser per studiare la composizione chimica di campioni complessi. L’analisi individua la presenza del virus, una “firma” che rimane anche dopo la negativizzazione del paziente. Inoltre, decifrando le informazioni raccolte, si può risalire alla gravità della patologia respiratoria intercorsa e al tempo trascorso dall’infezione.
I ricercatori del Labion “Don Gnocchi” sono impegnati da alcuni anni nell’analisi della saliva come biofluido facilmente accessibile e prelevabile in modo non invasivo per il paziente. La collaborazione tra Fondazione Don Gnocchi e Università di Milano-Bicocca (gruppo di ricerca diretto dalla professoressa Vincenzina Messina) ha inoltre permesso di combinare l’analisi spettroscopica a complessi modelli matematici di classificazione di Intelligenza Artificiale basati su machine learning e deep learning, che hanno consentito di differenziare con elevata accuratezza i soggetti infetti.L’esistenza in commercio di spettroscopi Raman portatili e la rapidità di tale procedura hanno risvolti estremamente significativi, non solo per la possibilità di diagnosi rapide di positività al Covid, ma anche nel monitoraggio dei pazienti fragili dopo la malattia. «L’ obiettivo – concludono i ricercatori – è ora quello di trasferire nel più breve tempo possibile il metodo definito a livello di laboratorio in procedure utilizzabili nei reparti, negli ambulatori o comunque in ambiti facilmente accessibili alla popolazione».

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Il 2020 è stato l’anno record per numero di decessi in Molise

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Dal 2000 al 2010, ricorda l’associazione dei romani d’origine molisana, il numero annuo di morti in Molise s’è mantenuto stabile intorno a quota 3.500, nello specifico tra i 3.402 del 2002 e i 3.599 del 2006. Nel decennio dopo le cose sono cambiate: nonostante il calo della popolazione residente, il numero dei morti è salito mediamente di 150 unità, da un minimo di 3.561 toccato sia nel 2013 sia nel 2014 fino a 3.855 del 2017 e 3.884 del 2015. Il 2020, nonostante a febbraio abbia segnato la discesa sotto la quota psicologica dei 300mila residenti (probabilmente a fine anno si è scesi poco sopra 296mila), il numero dei decessi dovrebbe costituire un record, sfondando di poco la soglia delle 4.000 unità. Il Covid ha ovviamente inciso pesantemente, per quanto abbia accentuato un trend già presente, dovuto ad un’età media in costante crescita. Sul coronavirus l’associazione presenterà in modalità online il libro “Covid e dintorni” di Domenico Mamone e Giampiero Castellotti, Unsic editore, di imminente uscita.

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Il disegno di legge sull’immigrazione di Biden: giusta strada ma successo non assicurato

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

By Domenico Maceri. In una recente comunicazione della Casa Bianca per introdurre una nuova proposta di legge il presidente Joe Biden ha dichiarato di essere entusiasta di cooperare con i leader delle due Camere per correggere “le malefatte dell’amministrazione precedente e restaurare la giustizia e l’ordine” al sistema di immigrazione. Sono passati 31 anni dall’ultima riforma sull’immigrazione avvenuta nel 1986 durante l’amministrazione di Ronald Reagan che regolarizzò lo status di 3 milioni di immigrati entrati negli Usa senza autorizzazione legale, aprendo loro la porta al percorso della cittadinanza americana e l’integrazione. Poi dei piccoli tentativi di migliorare il nodo dell’immigrazione senza successi. Un altro tentativo che sfiorò il successo emerse nel 2013 mediante una riforma bipartisan guidata da un gruppo di otto senatori dei due partiti approvata dal Senato con un voto di 68 favorevoli e 32 contrari. Il disegno di legge alla fine naufragò alla Camera poiché l’allora speaker, John Boehner, cedendo alle pressioni del caucus di ultra destra dei Tea Party, non sottomise la proposta al voto.Barack Obama aveva sperato e lavorato per l’approvazione di quella legge ma dopo avere accettato la sconfitta alla Camera cercò di agire senza assistenza delle legislature con un ordine esecutivo, il cosiddetto DACA (Deferred Action on Childhood Arrivals). Il decreto diede residenza temporanea ai “dreamers”, i giovani portati negli Stati Uniti da genitori senza permessi legali. Sono stati definiti “dreamers” (sognatori) perché anelano diventare legalmente ciò che a tutti gli effetti sono già, ossia americani, poiché cresciuti negli Usa, conoscendo poco o niente del Paese di origine dei loro genitori. Donald Trump cercò di abrogare il decreto di Obama ma alla fine la Corte Suprema gli legò le mani e il programma continua tuttora.Nella campagna elettorale del 2020 Biden aveva promesso di introdurre legislazione sull’immigrazione nei primi cento giorni di amministrazione. Il disegno di legge appena annunciato mantiene la promessa, e non è molto diverso da quello della proposta di legge del 2013. Include la regolarizzazione degli undici milioni di immigrati arrivati prima del 2021 senza autorizzazione legale. In effetti, vuole evitare di incoraggiare nuovi individui ad entrare nel Paese senza documenti. I “dreamers”, i lavoratori agricoli, e quegli individui che stanno beneficiando di un TPS (Temporary Protected Status), un permesso temporaneo per stranieri la cui deportazione li metterebbe a rischio nei loro Paesi di origine, potrebbero fare domanda di cittadinanza in tre anni. Gli altri dovrebbero aspettare otto anni. Tutti dovrebbero sottomettersi a controlli e dovrebbero avere la fedina penale pulita.Non appena annunciato il programma alcuni senatori repubblicani lo hanno bollato di amnistia e quindi senza speranza del loro supporto. Questi dimenticano ovviamente che Ronald Reagan, il loro paladino repubblicano, fece la stessa cosa nel 1986. C’è anche una buona dosi di ipocrisia. Uno dei più vociferi oppositori della proposta di Biden è proprio Marco Rubio, repubblicano della Florida, il quale era stato uno degli otto senatori che aveva promosso la riforma del 2013. Adesso però il Grand Old Party (Gop) si è trasformato da un partito identificato come protettore della libera iniziativa a uno dominato dal culto all’ex presidente Donald Trump e la sua politica anti-immigrati. Recentissimi sondaggi confermano che l’ex presidente continua a dominare l’ideologia del partito nonostante le potenti voci dissidenti rappresentate da Mitch McConnell (Senato) e Liz Cheney (Camera) che hanno preso le distanze da Trump, cercando di metterlo da parte.La reazione di Rubio ci fa credere che la forma attuale della proposta di Biden avrebbe serissime difficoltà di ottenere 60 voti al Senato per potere avanzare al voto. Una soluzione parziale potrebbe fare includere alcune componenti popolari come la cittadinanza ai “dreamers” e includerla nel pacchetto di stimolo sul coronavirus. Questa strada non appare essere considerata da Biden al momento. Un’altra strada plausibile sarebbe di spacchettare il programma comprensivo dividendolo in “bocconcini” più facili da digerire. La cittadinanza ai “dreamers” sarebbe popolare poiché è supportata dal 70 percento degli americani.Nel soggetto di immigrazione Biden ha già cominciato a ribaltare le componenti più estremiste iniziate dal suo predecessore. I richiedenti asilo non devono continuare ad attendere in Messico secondo l’accordo di Trump e il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador. La costruzione del muro alla frontiera sud è stata sospesa e persino il linguaggio di riferirsi agli immigrati è stato umanizzato. Non si parla più dei residenti senza documenti legali come “alien” (stranieri o alieni di altri pianeti), ma di “non cittadini”, “vicini”, “amici” e “membri della comunità” poiché gli 11 milioni di questi individui sono già nel Paese. Il loro contributo è notevole e la loro assenza devasterebbe l’economia e le loro famiglie, molte delle quali sono “miste” poiché includono membri nati in America e legalmente cittadini americani. Si tratta di individui con radici in America che non si auto deporteranno, come aveva suggerito Mitt Romney, candidato alla presidenza nel 2012. Non a caso, il disegno di legge proposto da Biden è stato introdotto alla Camera dalla parlamentare californiana Linda Sanchez e al Senato da Bob Melendez del New Jersey. La prima è la sesta di sei figli di immigrati messicani della California del Sud e il secondo è figlio di genitori cubani.

La strada all’approvazione della proposta di Biden sull’immigrazione è decisamente in salita considerando il bisogno di 60 consensi al Senato per avanzare al voto. Lo spostamento del Partito Repubblicano all’estrema destra con la continua influenza di idee anti-immigrati riflessi nei quattro anni di mandato di Trump non consente molte speranze. Ciononostante Biden ha il grande merito di avere giustamente riconfermato l’immigrazione come valore aggiunto al Paese invece di influenza distruttiva come la vedeva l’ex presidente degli Stati Uniti. Nel frattempo però Biden continua anche ad agire da solo. Il suo recentissimo ordine esecutivo che ha posto fine al bando di richieste di “green cards”, i permessi di ingresso legale, emanato da Trump, è stato abrogato senza bisogno di azione legislativa. Mettere in atto la riforma comprensiva sull’immigrazione sarà molto più difficile. Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California.

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Il Servizio Sanitario del Lazio “potenziato” diminuendo il numero degli infermieri

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Dopo le poche risposte della Regione Lazio sulle assunzioni di personale infermieristico, lunedì 22 febbraio 2021 abbiamo attivato una ricerca per confrontare i dati. Il risultato è sconcertante! La previsione di uscite per pensionamento e quota 100 nel biennio 2019 – 2020 va ben oltre le 4000 unità di personale infermieristico. Consideriamo che con tutta probabilità la pandemia ha aumentato i processi di uscita quota 100 del 2020 e ancora manca tutto il 2021. Lavoratori e lavoratrici che per un anno hanno operato a ritmi folli e che hanno davanti un altro anno in condizioni di lavoro estremo sceglieranno, con molta probabilità, di perdere qualcosa economicamente ma di garantire la propria salute psichica e fisica.
Intanto la graduatoria infermieri del Sant’Andrea è arrivata alla posizione 4780 a tempo indeterminato, ma di questi non tutti sono stati assunti in Regione Lazio. Gli stabilizzati con la riforma Madia, facendo invece già parte del personale ospedaliero, non incidono sulle variazioni.Quindi a conti fatti, numero più numero meno, gli ospedali, le ASL e il servizio di emergenza Ares 118 stanno lavorando con lo stesso numero di personale infermieristico del 2018, che risultava già sottorganico per via del commissariamento e del blocco del turn-over. La condizione è generalizzata, e si allarga ad altre figure professionali e tecniche con graduatorie attive di idonei e le chiamate (dove sono state fatte) risultano ben inferiori alla copertura del turn-over e soprattutto lontane dai numeri previsti nel fabbisogno regionale del triennio 2020-2022 che dovevano servire ad aumentare gli organici. Altro che potenziamento della sanità regionale! Zingaretti e D’Amato hanno sbandierato ai quattro venti le “migliorie” apportate al Servizio Sanitario Regionale. Ottima propaganda politica sulle spalle degli operatori sanitari, delle centinaia di precari chiamati a tempo determinato e messi nei reparti Covid, sui malati non Covid, sui contagiati e soprattutto sui morti, Covid o non Covid. Dove c’è precariato è tutto precario… anche il governo regionale!

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Fabio Furnari: escono in libreria “Il tempo delle Locuste” e “Carlo”

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Un saggio e un racconto uniti dal tema della ricerca spirituale di Fabio Furnari. Il racconto: Carlo decide di abbandonare il mondo in cui vive per intraprendere un percorso di vita che lo porterà a comprendere il suo passato e a vivere il presente con una nuova consapevolezza. Il personaggio viene colpito da amnesia dissociativa. Troverà nuovi compagni di viaggio che lo guideranno a trovare il proprio centro. Il percorso spirituale e una nuova iniziazione rassereneranno la sua anima. Il saggio: Il Tempo delle Locuste è un saggio che offre una chiave di lettura dell’attualità, del periodo che tutto il mondo sta vivendo. Una finestra sui sistemi di potere e di condizionamento delle masse, un richiamo alla Coscienza, intellettuale e spirituale al tempo stesso. Un invito a riflettere su come gli obiettivi politici, sociali ed economici del Potere possano essere letti con la lente della visione spirituale.Per l’autore: “Il periodo che stiamo vivendo è un grande paradosso, ci impone di valutare le cose anche con una visione diversa. Un virus ha capovolto la nostra realtà, immettendola in uno stato di totale confusione, di caos. La scienza è diventata il centro della nostra esistenza. Dobbiamo avere “fede” nella scienza in ciò che essa ci dice. Però la scienza in questo caso è caduta anch’essa nel caos o meglio i suoi esponenti sono in contrasto, in contraddizione. In questo momento stiamo vivendo, come nelle migliori chiese, una vera scissione nella “chiesa della scienza”. Una parte di essa si arroga il diritto di essere “ufficiale”. Si tratti di un virus creato in laboratorio o sfuggito al controllo poco importa. Il pianeta sta esplodendo perché non lo abbiamo saputo salvaguardare, perché non siamo stati in grado di limitarci e di arginare la nostra prepotenza. La crescita esponenziale della popolazione preoccupa tutti. Questo crea un enorme dislivello tra chi raccoglie la ricchezza e chi invece dovrebbe usufruirne. Il sistema ha fallito su tutti i fronti. Quindi, chi detiene la ricchezza mondiale, quelle poche persone, quelle poche famiglie, corre ai ripari, innescando strategie di ogni genere per contenere i danni e dominare i sudditi inconsapevoli. Questi uomini spregiudicati irrompono quotidianamente nelle case di tutti per influenzare e seminare le proprie idee di panico, di terrore e dirigere la coscienza globale verso l’annichilimento”. Fabio Furnari ha fondato nel 1998 l’Associazione Terre Sommerse casa editrice e discografica di cui è Presidente (www.terresommerse.it ) con la quale organizza concerti e promuove l’attività di nuovi artisti nel campo della musica, della poesia, della pittura, del teatro, e dell’arte in genere. L’associazione no-profit Terre Sommerse è anche casa discografica e casa editrice e svolge, inoltre, la sua attività per devolvere in beneficenza parte delle entrate a favore dell’infanzia nelle zone di guerra. Inoltre, Terre Sommerse edita la rivista trimestrale Corus Cafè di cui Fabio Furnari, è fondatore nonché direttore editoriale.

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Scuola: Emergenza precariato scolastico

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Sono numeri importanti quelli dell’emergenza precariato scolastico, ancora più gravi rispetto a quelli che sono stati resi noti fino a poche settimane fa: a fornire i dati aggiornati sugli attuali docenti in organico nelle scuole, specificando l’alto numero di supplenti, è stato il nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante l’incontro con le organizzazioni sindacali. Attualmente sono 695.262 mila i docenti titolari a cui si aggiungono 213 mila a tempo determinato; di questi, 104 mila sono insegnanti di sostegno; oltre 25 mila i ‘docenti Covid’.“Se non si interviene in modo efficace – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – a settembre ci ritroveremo ancora peggio, perché andranno in pensioni altri 35 mila docenti e non è detto che con le modalità di reclutamento tradizionali vengano rimpiazzati con altrettanti colleghi precari. Molte delle graduatorie per le assunzioni risultano ormai svuotate, come pure le GaE, e i concorsi ordinari risultano in alto mare, anche per via del Covid19. E pure il riservato della secondaria, che dovrà attendere le suppletive, non è detto che porti in cattedra i vincitori entro pochi mesi. Bisogna assolutamente cambiare le regole del concorso straordinario, trasformando la selezioni per esami in una procedura per titoli e servizi. Se poi si reintrodurrà pure il doppio canale, riaprendo finalmente le graduatorie a esaurimento allora avremo davvero pratico quella svolta di cui abbiamo bisogno”.
Sui precari potrebbero esserci importanti novità in arrivo. L’obiettivo del neo-ministro dell’Istruzione, riporta oggi la stampa specializzata, è fare il possibile per avere i docenti titolari in cattedra dal 1° settembre 2021 senza più andare incontro allo spiacevole e deleterio “balletto” dei supplenti da protrarre per mesi e mesi.Anief prende atto dalla volontà del neo ministro Patrizio Bianchi di soffermarsi sul precariato, che viene evidentemente e giustamente considerato uno dei mali più pericolosi della scuola pubblica italiana. Se calcoliamo che i supplenti Covid sono in realtà almeno il doppio rispetto a quelli indicati, seppure evidentemente con una quantità di ore di insegnamento settimanale inferiore a quello che va a costituire le cattedre, già ora ci ritroviamo con una quantità di maestri e insegnanti precari senza precedenti.

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Governo: “È necessario che tutto cambi affinché non cambi nulla

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Speravamo in un cambio di passo rispetto a questo modus operandi per cui è coinvolta una sola Camera mentre l’altra, in questo caso il Senato non può incidere su nulla. Anche sul Milleproroghe si arriva in Aula, in questo caso in Senato, in fretta, senza relatore, senza nemmeno esaminare i 144 emendamenti e con l’ennesimo voto di fiducia, impedendo all’unica forza di opposizione, qual è Fratelli d’Italia, la possibilità di incidere. Auspichiamo un cambio di filosofia anche per le misure da approvare: abbiamo detto basta bonus, basta risarcimenti, basta prebende, basta codici Ateco, tutte scelte che hanno messo in ginocchio le imprese italiane. Ci impegneremo affinché il governo possa valutare le nostre proposte che sono sempre le stesse. Chiederemo, invece, contributi a fondo perduto per coprire i costi fissi delle aziende, la riapertura dei termini della rottamazione delle cartelle esattoriali e un nuovo saldo e stralcio. Infine, chiederemo un anno fiscale bianco che consenta alle imprese di respirare dopo un anno di crisi economica. Ci auguriamo che il nuovo governo possa ascoltare le proposte che arrivano dall’unica forza politica che non fa parte di una maggioranza che comprende tutto l’arco costituzionale”. Lo ha dichiarato durante la discussione sul Milleproroghe il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, capogruppo di FdI in Commissione Bilancio

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Slitta al 1° gennaio 2023 stop mercato tutela

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Il Milleproroghe diventa legge. Definitivo, quindi, il rinvio di un anno, dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023, dello stop del mercato di maggior tutela per luce e gas. “Evviva! Vittoria per i consumatori! Accolte le nostre denunce” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. “Non ci può essere un mercato davvero libero fino a che i primi cinque operatori detengono l’82,5% del settore domestico per la luce e i primi tre gruppi controllano il 44,3% del mercato del gas. Sono ancora troppi, poi, i clienti nel mercato tutelato, il 45% dei clienti domestici del settore elettrico e il 44% per il gas” prosegue Vignola. “Ora speriamo che il legislatore si dia una bella svegliata e invece di passare, all’italiana, da una proroga all’altra, creando incertezza per i mercati e i consumatori, faccia quello che serve per creare le premesse di un mercato davvero libero, colmando ad esempio il vuoto normativo sul destino da riservare ai clienti che non effettueranno alcuna scelta entro il 1° gennaio 2023, prevedendo aste competitive e introducendo un serio albo dei venditori” conclude Vignola.

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In quali sedi diplomatiche e consolari saranno dislocati i neo assunti al Ministero degli Esteri?

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

“Ho depositato una interrogazione al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale sulla dislocazione del personale neoassunto nelle sedi estere. Ricordando la dichiarazione dell’allora Sottosegretario Merlo, fatta l’11 febbraio 2021, circa l’entrata in servizio, al Ministero degli Esteri, di 270 nuove unità di personale, ho chiesto al Ministro Di Maio come si intende “dislocare i 270 neo assunti nella rete estera e con quali tempi, al fine di sopperire alla carenza di personale all’estero e alla necessità di smaltire e velocizzare pratiche e servizi destinati ai nostri connazionali”. I 270 nuovi assunti, come ho ricordato nella premessa, sono il frutto di quanto disposto nella legge 11 agosto 2014, n. 114, concernente misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa, e nella legge 27 dicembre 2017, n. 205, concernente il «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e il bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020».
Quindi, questa immissione in ruolo di 270 unità di personale ha origini da disposizioni normative della scorsa Legislatura di cui raccogliamo i frutti oggi ma che non è sufficiente perché, nel frattempo, molti sono andati in pensione e per il 2022 si prevedono ulteriori 500 pensionamenti. La conseguenza è che le ambasciate e i consolati sono sotto organico e pertanto è necessario procedere il prima possibile a rinforzare le sedi estere con i nuovi assunti; speriamo che il Ministero degli affari esteri, ora, disponendo di nuovo personale, prenda presto adeguati provvedimenti.” Lo ha dichiarato l’On. Fucsia Fitzgerald Nissoli, deputata di Forza Italia eletta in Nord e Centro America.

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“Italia dei valori” ritorna sulla scena politica nazionale?

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

«Da ex dirigente ed avvocato del partito “Italia dei Valori” in un momento così particolarmente critico per il nostro Paese auspico il ritorno di Italia dei Valori sulla scena politica» dichiara l’avvocato Sergio Scicchitano.«Insieme a quanti dei Cinque Stelle non condividano la linea del partito di Grillo —prosegue il professore— possiamo costituire un gruppo di rilievo e dare un contributo importante nei ranghi dell’opposizione facendoci portatori ed interpreti di interessi ed idee non omologati e non omologabili nell’attuale maggioranza».«Se poi come mi auguro Antonio Di Pietro dovesse e potesse condividere questa iniziativa con i dissidenti dei Cinque Stelle sono certo che il nostro contributo potrà diventare davvero importante» conclude Sergio Scicchitano, già presidente della Commissione Antiusura della Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo nel 2001 e dal 2002 Delegato per la Tutela dei Diritti dei Consumatori e degli Utenti su nomina dell’allora sindaco di Roma Walter Veltroni.Dal 2003 al 2011 Scicchitano è stato inoltre liquidatore giudiziale di Federconsorzi, il più grande crack finanziario dal dopoguerra ad oggi. Nel 2011 venne nominato difensore degli eredi esclusi dalla successione Faac di Bologna, il cui valore viene certificato in oltre un miliardo di euro: il caso ereditario più importante d’Italia.Già candidato al Senato per la lista di Italia dei Valori, Sergio Scicchitano ha ricevuto numerosi incarichi di partito ed è stato presidente del Collegio Nazionale dei Probiviri di IDV. Quando Antonio Di Pietro è poi divenuto ministro, Sergio Scicchitano ha assunto svariati incarichi di nomina pubblica, includendo quello di presidente di Lazio Service, la società “in house” della Regione Lazio che sotto la sua presidenza stabilizzò oltre mille dipendenti fino ad allora precari. (fonte: AJ-Com.Net)

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Il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli annuncia i finalisti

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Termoli, 25 febbraio 2021. Si tratta di una delle manifestazioni più longeve nel panorama italiano – oggi alla sua sessantaduesima edizione – che dal 1955 ha portato nel capoluogo molisano alcuni degli artisti più importanti del secondo Novecento, lasciando come testimonianza del loro passaggio le opere che oggi compongono la preziosa collezione del MACTE. Per la prima volta nella sua storia, il Premio Termoli è organizzato proprio dal MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli, nato nel 2019, e sarà curato da Laura Cherubini. Sezione Arti Visive Il 62mo Premio Termoli, in linea con la sua tradizione, presenterà una mostra di artisti contemporanei, invitati da quattro curatori selezionatori: tra i partecipanti, la giuria nominerà un vincitore la cui opera verrà acquisita ed entrerà nelle collezioni del museo.La mostra del 62° Premio Termoli è progettata e curata da Laura Cherubini, che ha invitato i curatori Giacinto Di Pietrantonio, Francesco Garutti, Lorenzo Madaro e Paola Ugolini, a selezionare i dodici artisti partecipanti Rä di Martino, Bruna Esposito, Matteo Fato, Claire Fontaine, Silvia Giambrone, Michele Guido, Renato Leotta, Lorenza Longhi, Diego Marcon, Giuseppe Stampone, Alice Visentin, Gilberto Zorio.La giuria che sceglierà il vincitore è composta da Laura Cherubini, Caterina Riva e Andrea Viliani, e selezionerà anche un artista a cui sarà dedicata una mostra negli spazi del MACTE nel 2022. Sezione Architettura e Design.Il 62mo Premio Termoli per la prima volta si arricchisce di una nuova Sezione Architettura e Design, ideata da Laura Cherubini, con l’obiettivo di aprire sempre di più le arti contemporanee alla fruizione della comunità e dei turisti che abitano la città. Per questa nuova sezione è stata attivata una call internazionale che ha visto partecipare quasi 200 candidati da tutto il mondo per la progettazione di una pensilina per la sosta dei bus della città di Termoli. Le proposte più meritevoli – che rispondono ai requisiti di innovazione, avanzamento tecnologico e sostenibilità ecologica – sono state selezionate da una giuria composta da Laura Cherubini, Domitilla Dardi, Paolo De Matteis Larivera, Angela Rui e Andrea Viliani e saranno presentate al pubblico nella nella mostra del 62mo Premio Termoli. I finalisti sono: About • architecture and photography (Giuditta Matarrese e Annamaria Santarcangelo); Marco Valerio Agretti, Carlo Farina e Giovanna Gennari; Pietro Airoldi e Michele Maria Cammarata; Atelier Biagetti; Enrico Berti, Anastasia Bergamo e Gabriele Folador; Luigi Borghetti, Elena Taliano, Luis Andres Valencia Vasquez e Gavril Adrian Balan; Anđela Branković & Uroš Pajović; BUREAUY and Francelle Cane; Alessandro Cacioppo; cortese/mazza; Daniele Chiriaco, Davide Casani, Cristina Costantini e Francesco Fagotto; Martina Cimino e Francesca Corti; Simone Di Santo; Riccardo Erata; Fi.Chi – Architetti Filippo Galli e Chiara Zonta; Francesca Grilli di DOParchitetti e Marco Domenichelli; HYPNOS; Agostino Iacurci; Antonino Lauria; Franco Lucifora; Alberto Pancotti; Riccardo Previdi; Sara Ricciardi; Marta Salerno e Giuseppe Di Salvo; Spazio Futuro di Americo Conte e Luigi Palomba; studio.MONADE; Studio Strato. Oltre a ricevere un premio in denaro, il progetto vincitore sarà incluso nei piani di riqualificazione urbana del Comune di Termoli.Per entrambe le sezioni del Premio è prevista una menzione speciale assegnata dai visitatori del museo, che potranno votare il loro vincitore. Il Premio Termoli nasce nel 1955 come premio annuale d’Arte Contemporanea. Dal 1960 diviene una vera e propria ricognizione della ricerca artistica in Italia, grazie al continuo impegno di Achille Pace e alla collaborazione di nomi illustri quali Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Luciano Caramel, Lara Vinca Masini, Filiberto Menna e molti altri. Attraverso lo strumento del premio acquisto, negli anni si è andata costituendo una collezione di opere rappresentative di un lungo percorso di ricerca e sperimentazione dell’arte contemporanea che va dal 1955 a oggi.Dal 2016 il premio è diventato biennale con la 60ma edizione a cura di Anna Daneri e la 61ma edizione a cura di Attilia Fattori Franchini.Oggi il Premio Termoli è per la prima volta integrato nell’attività di tutela e valorizzazione del museo nato proprio dalla collezione delle opere acquisite attraverso questo appuntamento.Il MACTE, aperto al pubblico nell’aprile del 2019 e oggi diretto da Caterina Riva, riunisce finalmente oggi la storia decennale del Premio con la ricerca sugli sviluppi dell’arte del nostro tempo. Con il supporto della Regione Molise nell’ambito del progetto Turismo è Cultura.

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Il Covid ci ha allertato su cibo e salute: per ripartire bisogna cominciare da qui

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Di Pasquale Di Lena. C’è l’urgente bisogno di una programmazione che parte dal territorio e dall’attività che più lo caratterizza, l’agricoltura, per quello che già dà e per quello che ancor più può dare. La pandemia continua a dirci che è urgente rivedere il modello di sviluppo a impronta neoliberista, il sistema che ha dimostrato di saper solo depauperare e distruggere tutto quello che il pianeta ha. In pratica la natura, ponendo l’uomo, sotto la spinta del dio denaro, in una posizione di contrapposizione con gli altri esseri, vegetali e animali, e il territorio stesso. Si ha sempre più la consapevolezza che dal rapporto tra l’uomo e la natura dipende – il Covid-19 l’ha già dimostrato ampiamente e continua a farlo – non solo la salute ma la sopravvivenza stessa della specie. Non c’è da pensare che si possa tornale alla normalità dopo tutto quello che l’umanità intera ha passato e continua a passare, ma solo di mettere in atto le tante idee innovative nei diversi campi (economia, scienza, istruzione, cultura, ambiente, turismo ed altro) per progettare, programmare, costruire una normalità diversa, nuova, che rimette al centro i valori e non il denaro. Serve agire subito, non aspettare la fine della tempesta quando la pandemia resta un lontano ricordo e, così, torna la voglia di riprendere la strada della normalità che l’ha generata. Serve un diverso tipo di sviluppo , e, soprattutto, ridare ad esso l’anima che il dio denaro ha pensato di mettere da parte per non avere ostacoli lungo il percorso dell’accaparramento di tutto, soprattutto di territori e dei valori e delle risorse da questi espressi, nella gran parte beni naturali. Un’anima, dicevo, che è sempre stata, è, e resterà – nella sua accezione più ampia di allevamenti, forestazione, prati/pascoli – l’agricoltura. Per uscire dalle crisi prodotte da uno sviluppo sbagliato, non ultima quella che è in atto con la pandemia, tutte frutto di una cultura che non prevede il senso del limite e del finito, c’è bisogno di una visione diversa dello sviluppo stesso. La visione di una ruota con il suo cerchio e i suoi raggi, che ha, diversamente da quello attuale, l’asse intorno al quale girare, appunto l’agricoltura, anima, come prima scrivevo, ma anche, cuore che raccoglie e sopporta i tanti raggi, ognuno incastrato nel cerchio, il pezzo rappresentativo del territorio. Il bene comune primario, anche’esso sfasciato dall’attuale tipo di sviluppo, che l’ha trasformato in merce, e, come tale, prodotto che diventa denaro, spesso virtuale. Altro pezzo fondamentale. Il cerchio/territorio, da rimettere in sesto perché la ruota possa davvero girare e girare nella direzione giusta, quella, come prima veniva detto, di uno sviluppo diverso da quello attuale. C’è da pensare e credere che Il sistema – visti i suoi comportamenti che hanno caratterizzato questi ultimi 50anni – non sa cos’è la ruota e, se lo sa, non ne conosce le parti che la compongono, non a caso le sfascia volendo farla girare per forza. Lo dimostra il fatto che, dopo ogni crisi, insiste a percorrere la stessa strada. Lo ha fatto dopo quella strutturale dell’agricoltura, registrata nel 2004; quella del 2007/8, che ha riguardato l’intera economia, e, da un anno, la crisi che stiamo vivendo, generata dal Covid-19, solo l’ultimo dei tanti messaggi che la natura ha inviato all’umanità. Eppure riportare al centro l’agricoltura e considerare, grazie ai raggi della ruota, il suo rapporto stretto con il territorio, vuol dire programmare il futuro del Paese, salvare i tesori rimasti! Ovverosia porre la giusta attenzione a un patrimonio enorme di valori e di risorse, quali la storia, la cultura, l’ambiente, il paesaggio, le tradizioni; dare nuove opportunità all’artigianato; animare il commercio e le esportazioni; promuovere il turismo; raccogliere altri successi negli scambi di prodotti con gli altri paesi del mondo. Vuol dire, anche, rilanciare l’occupazione e, con essa, assicurare un futuro nel nostro Paese alle nuove generazioni, quel futuro che, con l’attuale situazione, le previsioni indicano pieno di nubi e di incertezze causa la provvisorietà e lo spreco di valori e di risorse. Tutta colpa di uno sviluppo male programmato, che non ha in sé la capacità di rigenerare le risorse e meno che mai di arricchire i valori che la natura ci ha messo a disposizione. Sta qui l’urgente bisogno di una programmazione che parte dal territorio e dall’attività che più lo caratterizza, l’agricoltura, per quello che già dà e, soprattutto, per quello che ancor più può dare. Un’agricoltura che sceglie – con la presidente dell’Ue, Ursula Von der Leyen – il biologico e la sostenibilità; ripropone le rotazioni, e, con esse, torna a considerare il tempo e le stagioni; riavvia e riscopre l’antico rapporto che l’uomo ha sempre avuto con le piante e gli animali, venuto meno, purtroppo, con la diffusione delle colture e degli allevamenti superintensivi, che sono tanta parte della perdita di biodiversità e del clima malato, nel nostro Paese e nel mondo. Un’agricoltura biologica, naturale, organica, che si avvale delle nuove tecnologie e delle innovazioni per produrre cibi di qualità; aiutare il clima a stare meglio con la captazione da parte del terreno, ben curato e ben alimentato, della CO2, e, in cambio, l’invio di ossigeno nell’atmosfera; ripristinare un rapporto solido con la natura, ancor più di un tempo; rilanciare la biodiversità e, con essa, arricchire l’offerta con la diversità dei caratteri organolettici di un prodotto oltre che con la qualità, che ha nel territorio l’origine. Il Covid-19, con le tante paure, ci ha subito allarmati su due cose, il cibo e la salute. Due necessità strettamente legate alla vita, alla sopravvivenza nostra, e non solo, anche degli altri esseri viventi, piante e animali. Il cibo è l’espressione della filiera agroalimentare che, oggi, si presenta la prima ricchezza del Paese e, non solo, fonte di nuova ricchezza e, sempre più, l’immagine che più e meglio lo racconta, grazie alla bontà dei territori e della biodiversità e grazie, anche, al successo della Dieta Mediterranea, sempre più sul gradino più alto nella classifica dei costumi alimentari di 60 popolazioni sparse sul pianeta. Il Made in Italy ha mostrato, soprattutto in questa fase della pandemia, che sa prendere per la gola il consumatore. Il cibo – va detto ai legislatori che danno nuove possibilità di furto di terreno a chi installa giganteschi pali eolici e pannelli solari a terra – è l’energia rinnovabile primaria proprio perché è la sola legata alla vita, e, quale atto agricolo, è strettamente legato al clima, il problema dei problemi, quello che causa morti che non piangiamo e non ricordiamo. Il cibo è un atto agricolo a significare il valore strategico dell’agricoltura, se – nei programmi dei governi, delle forze politiche e sindacali, del mondo della cultura – torna ad essere il settore primario, centrale per lo sviluppo. Il governo Draghi, che si è appena insediato, non l’ha fatto, visto che, come i precedenti (tanti), si è solo preoccupato della nomina del Ministro dell’Agricoltura e dei sottosegretari, a dimostrare che il percorso scelto non è cambiato, è quello già tracciato dal sistema. A questo punto non resta che augurare ai nominati l’augurio di buon lavoro e sperare che siano loro a dare quei segnali nuovi di cui ha forte bisogno l’agricoltura italiana e la sua filiera del cibo che, chi ben sa, è tanta salute. Di Pasquale Di Lena

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I mali italiani vengono da lontano e i limiti del governo Draghi

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

By Enrico Cisnetto.Presi come siamo a discutere di quanto siano assordanti i silenzi e vistosi i comportamenti normali di Draghi – certo entrambi inediti per un inquilino di palazzo Chigi – e viceversa di come non lascino il segno i (disperati) tentativi dei politici di riempire i vuoti apparenti del nuovo dominus della politica italiana, nessuno si è accorto o ha dato peso ad uno studio del Sole 24Ore, secondo cui l’Italia negli ultimi 20 anni ha perso il 18,4% rispetto al pil dell’intera Eurozona. Nel 2001 il nostro “peso economico” in Europa dell’euro era pari al 17,7%, oggi è del 14,5%, mentre il reddito pro-capite italiano è crollato all’82,8% della media Ue e al 67,6% rispetto di quello tedesco. Ora, che fossimo secondi solo alla Grecia nella classifica della peggiore recessione era cosa conosciuta ai più, ma che la nostra regressione economica duri da un quarto di secolo – visto che l’ultima accelerazione l’abbiamo avuta nel lontano 1996 – è questione meno nota, o volutamente dimenticata. Lo dico perché sembra che tutti i nostri guai siano nati con il Covid, e che le responsabilità del ceto politico e delle classi dirigenti del Paese al massimo siano circoscrivibili alla reazione messa in campo per combattere la pandemia. Sembra, cioè, che Draghi sia stato chiamato sulla scena per fronteggiare l’emergenza sanitaria, che in quanto eccezionale ed imprevista ha colto di sorpresa un sistema politico e istituzionale che, altrimenti, in assenza del Covid, avrebbe potuto dare il meglio di sé.Invece, quei numeri impietosi snocciolati dall’ottimo Giovanni Trovati sul quotidiano diretto da Fabio Tamburini, così come molti altri con cui potremmo misurare il declino italiano iniziato – non a caso – con la fine della Prima Repubblica, ci dicono che le cose stanno assai diversamente. E che credere che Draghi sia e debba essere una parentesi emergenziale, chiusa la quale tutto tornerà felicemente come prima, sia un delitto prima ancora che una corbelleria. Al pari di quelle uscite dalla bocca (e dalla penna) dei Conte boy’s, che a giorni alterni da un lato inveiscono contro il banchiere usurpatore longa manus dei poteri forti europei e planetari, da un altro lo descrivono con in mano il manuale Cencelli (ma a favore di chi, se non prima di tutto dei partiti che sostenevano Conte?) intento ad essere in perfetta continuità con il predecessore (ma allora che senso ha essergli contro?), e da un altro ancora lo vogliono impotente perché sostenuto da un’armata Brancaleone mentre per fare le riforme occorrono maggioranze solide e omogenee come se quelle che si sono avvicendate dal 1994 in poi fossero state tali (ammesso, perché allora non sono state fatte queste benedette riforme?). La verità, invece, è che Draghi a capo di un governo che al massimo potrà durare due anni, offre ai partiti e al sistema nel suo complesso una (insperata e immeritata) occasione last minute per ripensarsi e ridisegnarsi. Persa eventualmente la quale, una nuova ondata populista e qualunquista, ancor più grande di quella che ha prodotto il declino di questi anni, travolgerà tutto e tutti, lasciando solo macerie. Certo, lo scenario che abbiamo davanti agli occhi non genera troppe speranze. Il partito più strutturato e potenzialmente perno del sistema politico, il Pd, è vittima di una “vocazione minoritaria” (Giorgio Gori dixit) che lo ha reso subordinato ai 5stelle (nonostante la loro disgregazione) e indotto al suicidio al grido di “o Conte o elezioni”. Guidato (si fa per dire) da un segretario che scambia l’avvocato del popolo per De Gasperi e Barbara d’Urso per Walter Cronkite, è totalmente privo di identità politica, che deve necessariamente venir prima delle alleanze, e di conseguenza è dilaniato al suo interno nonostante abbia smesso di discutere di politica e non pratichi più i congressi per selezionare il suo ceto dirigente (ammesso che lo abbia mai fatto). È vero che si assiste al risveglio della componente riformista – interessante il fatto che Enrico Morando abbia costretto il “santone” Goffredo Bettini a contraddirsi negando di aver mai parlato di “alleanza strategica” con i grillini, così come sono da sottolineare le recenti sortite del sindaco di Bari Decaro e del presidente emiliano Bonaccini – ma resta il fatto che l’improvvida decisione di formare un intergruppo parlamentare con 5stelle e Leu è passata senza colpo ferire nonostante quell’alleanza fosse nata per sbarrare le porte al Salvini sovranista che, almeno formalmente, non c’è più. A proposito, si potrà anche provare soddisfazione nel vedere che la Lega, nata secessionista e poi diventata nazionalista, sia stata capace di compiere, nel giro di 48 ore, una svolta europeista. Ma non si può far finta di non vedere come questa straordinaria parabola politica da guinness dei primati sia stata realizzata senza alcuna discussione interna né maturazione culturale, e che quindi con altrettanto rapido trasformismo domani questa linea possa virare verso chissà quale altro approdo. Insomma, se nel Pd e nella Lega ci sono due o più anime, sarebbe indispensabile che venissero allo scoperto, quantomeno creando articolazioni interne codificate dalla distinzione delle idee ma anche fino al punto – sano ai fini di una rigenerazione del sistema politico malato – di una separazione in forze distinte (sovranisti ed europeisti, pur se organizzati in correnti, non possono coesistere in un unico partito).
Ancorché scandito dall’odioso sistema delle espulsioni, paradossalmente pare più serio (pardon, meno infruttuoso) il lacerante scontro tra bande rivali in atto nel mondo pentastellato. Non fosse altro perché questa guerra fratricida è assai probabile che alla fine ci consegni il definitivo annientamento del cosiddetto “movimento”, con la più che auspicabile conseguenza che la parte maggiormente qualunquista dell’elettorato italiano torni alla sua storica vocazione dell’astensione dal voto, e che le miserevoli bandiere dell’antipolitica, dell’incompetenza al potere e del giustizialismo – che troppo hanno sventolato in questi anni di declino – lascino il posto a quelle del merito, del dovere e del garantismo. Anche perché se qualcuno crede davvero all’evoluzione moderata, liberale, europeista e atlantista di chi a suo tempo è stato partorito (da un comico fin troppo furbo e da una società di consulenza nata per far business) con il dna peronista, illiberale, no euro, pro decrescita (in)felice, filo Putin-Xi-Maduro – e sono convinto che Di Maio, di animo doroteo, sia uno dei pochissimi a prestarci fede sinceramente – ha il dovere di testimoniarlo uscendo e andando altrove (e magari lasciando allo smanioso Conte l’ingrato compito di rimanere sotto le macerie). Altrimenti la contraddizione, anzi la contrapposizione, tra il punto di partenza e quello di arrivo è troppo stridente per rendere credibile il percorso. Infine, produce horror vacui osservare gli infiniti tentativi da parte delle moltitudini che sono o credono di essere il “centro politico” di cercare un “centro di gravità permanente”, per dirla alla Battiato, in cui ciascuno possa prendere il sopravvento sugli altri. Fallendo così ogni possibilità di aggregazione: Renzi e (ora) Salvini in competizione nel tentativo di annettersi le spoglie di Forza Italia, le diaspore laiche e cattoliche, radicali e moderate che s’incontrano e si lasciano alla velocità della luce, la società civile che produce sigle promettenti ma che hanno un po’ tutte il difetto (letale) dell’eccesso di personalizzazione a discapito delle matrici culturali e basi programmatiche. Ecco, se questa è la cornice politico-parlamentare entro cui giocoforza agisce Draghi, deve essere chiaro dove iniziano e dove finiscono le sue responsabilità e quelle degli altri. Al presidente del Consiglio spettano essenzialmente due compiti, che corrispondo ad altrettanti “buchi” (voragini, per meglio dire) che il governo precedente gli ha lasciato in eredità: predisporre il piano vaccinale che non c’è, unica possibilità che ci è rimasta per vincere la pandemia dopo il sostanziale fallimento del piano sanitario che ha rincorso il virus senza mai acchiapparlo; riscrivere i contenuti del piano per il Recovery e ridefinire la governance chiamata a gestirlo, impegnando investimenti e imbastendo riforme per i prossimi sei anni in modo tale che qualunque governo successivo non possa mettere in discussione nulla. Non sarà facile, ma la corrispondenza tra la dimensione europea di questi passaggi e la caratura internazionale della sua personale credibilità è un’arma di cui l’Italia non disponeva e che ora è finalmente a nostra disposizione.
A tutti gli altri – personalità e forze politiche esistenti e potenziali – spetta il resto: auto-riformarsi, morire e nascere (politicamente parlando), riscrivere le regole (la legge elettorale, ma non solo) in coerenza con il ridisegno della architettura istituzionale. Ripensare il sistema, insomma. O se si vuole, passare finalmente ad una vera Terza Repubblica (concedendo, magnanimamente, che la Seconda avesse titolo di definirsi tale). Compito non meno difficile di quello di Draghi. Ma se si sciupa l’occasione, ha ragione Enrico Letta a denunciarlo con forza, la conseguenza sarà una nuova, ancor più spaventosa ondata di populismo. E sarà così che ci risveglieremo in Venezuela. Enrico Cisnetto direttore sito http://www.terzarepubblica.it

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I Consulenti del Lavoro incontrano il Ministro Orlando

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Accelerare sulle politiche attive, semplificare regole e istituti del lavoro con nuovi modelli organizzativi, ridisegnare l’architettura attuale degli ammortizzatori sociali e riformare concretamente le pensioni: è l’agenda per la crescita del Paese e per la ripartenza del mercato del lavoro, suggerita dai Consulenti del Lavoro in un documento presentato oggi dalla Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone, nell’incontro con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando. Per una vera riforma delle politiche attive del lavoro le direttrice da seguire, secondo la Categoria, sono numerose. Tra queste: il rifinanziamento dell’Assegno di Ricollocazione, rendendolo obbligatorio e differenziato in base ai beneficiari e diversificando la remunerazione degli operatori; una ridefinizione per scaglioni del meccanismo di funzionamento del Reddito di Cittadinanza; una rivisitazione dei sistemi di accreditamento dei soggetti erogatori delle politiche attive; l’introduzione di importanti incentivi per i datori lavoro che assumono con queste misure e, infine, l’apertura di uno “sportello dedicato al lavoro autonomo”.

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Antonella Sciarrone Alibrandi entra nel Pontificio Consiglio della Cultura

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Il Santo Padre ha nominato la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, pro rettore vicario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura. Già dal 2019 la professoressa Sciarrone è membro della Consulta scientifica del Cortile dei Gentili presso il medesimo Pontificio Consiglio e nello scorso giugno Papa Francesco l’ha chiamata a far parte dell’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria (ASIF), istituzione competente della Santa Sede per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Il Pontificio Consiglio della Cultura è il Dicastero della Curia Romana che coadiuva il Sommo Pontefice in ciò che concerne l’incontro tra il Vangelo e le culture e le relazioni della Chiesa e della Santa Sede con i mondi culturali “L’obiettivo – si legge negli scopi e compiti del Consiglio – è riaprire un dialogo sincero, affinché i rappresentanti della scienza, della letteratura e dell’arte si sentano riconosciuti dalla Chiesa come cercatori autentici del vero, del buono e del bello”.Antonella Sciarrone Alibrandi è professore ordinario di Diritto dell’economia nella facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica. Nello stesso Ateneo ricopre il ruolo sia di presidente del Consiglio di Amministrazione di EDUCatt, l’Ente per il Diritto allo studio dell’Ateneo sia di presidente di Alumni Cattolica – Associazione Ludovico Necchi, la community che raccoglie i laureati dell’Università Cattolica. È presidente dell’Associazione italiana dei docenti di diritto dell’economia (ADDE) e membro dell’Academic Board dello European Banking Institute (EBI). È stata membro dell’Expert Group ROFIEG (Expert Group on Regulatory Obstacles to Financial Innovation) costituito nel 2018 dalla Commissione Europea presso DG Fisma e rapporteur nazionale in tema FinTech. È stata senior expert del Villaggio Finance and Humanity nell’ambito di The Economy of Francesco e collabora con la “Covid-19 Vatican Commission”, la task force istituita da Papa Francesco presso il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale per affrontare le sfide socio-economiche e culturali correlate alla pandemia.

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Covid, Gelli “Rischio terza ondata dietro l’angolo”

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

“Bene Speranza nella sua informativa a richiamare alla prudenza. Purtroppo non possiamo permetterci di abbassare la guardia in un momento molto delicato dal punto di vista epidemiologico. La curva dei contagi sta tornando a salire, e le varianti iniziano a diffondersi sempre più sull’intero territorio nazionale. Il rischio terza ondata è dietro l’angolo. Nel prossimo Dpcm si dovranno mantenere chiusure mirate e tempestive, magari anche a livello sub-regionale, per contrastare in maniera decisa la comparsa di queste varianti, in particolar modo quella brasiliana e sudafricana”. Così Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute.”Anche le notizie emerse questa mattina dal confronto tra Governo e Regioni sembrano confortanti. L’intento è quello di mantenere il sistema di classificazione del rischio a ‘colori’, evitando nuove rischiose aperture nell’attuale contesto epidemiologico. Trovo inoltre molto condivisibili diversi punti della relazione di maggioranza approvati ieri in Parlamento. Tra questi segnalo la possibilità di deroga sui brevetti per liberalizzare la produzione dei vaccini contro il Covid in modo da renderli universalmente disponibili a tutti, e la possibilità di vaccinare familiari e caregiver dei pazienti fragili in modo da proteggerli a 360°. Il primo obiettivo della campagna deve essere quello della salvaguardia della vita e della protezione dei più deboli”, conclude Gelli.

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Come finanziare un’economia positiva?

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

Sostenere l’economia positiva significa investire esclusivamente in aziende responsabili impegnate a finanziare la crescita del domani. Questo nobile obiettivo potrebbe ridurre il campo d’azione delle aziende il cui scopo principale non è di certo quello di rendere il mondo un posto migliore. Gli attuali modelli di business sembrano aver raggiunto i loro limiti. Oggi, non è più possibile generare crescita ignorando le disuguaglianze sociali o non mettendo delle azioni per combattere il cambiamento climatico. L’economia positiva si rivolge agli altri stakeholder, non solo agli azionisti, e prende a cuore i loro interessi per ridistribuire la ricchezza in modo più equo. L’economia positiva mira ad essere più inclusiva e più sostenibile. La ricerca ESG (Environmental, Social and Governance) mira a selezionare le aziende che hanno adottato pratiche virtuose. Questo non significa che il loro business contribuisca a soluzioni sostenibili. Le aziende non vengono giudicate sulla base di ciò che fanno o producono, ma su come lo fanno. Il sistema ESG può concentrarsi sulle aziende “inquinanti” che si impegnano ad essere meno inquinanti. Tali aziende rientrano nel regno di una transizione verso le pratiche ESG, con una strategia e una politica di CSR (Corporate Social Responsibility) focalizzata fermamente sulla riduzione delle loro esternalità negative. L’economia positiva include anche le aziende che hanno incorporato criteri ESG, ma non sono soltanto quelle aziende. L’economia positiva e la gestione dell’impatto cercano aziende che, attraverso le loro attività commerciali, forniscano qualcosa di benefico alla società. Tra queste, ci sono le aziende che forniscono energia pulita e rinnovabile (per decarbonizzare l’economia). (fonte: Ofi Asset Management)

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AGCom sanziona WindTre e Vodafone

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

L’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni ha emesso una sanzione di quasi 700mila euro nei confronti di WindTre in seguito all’introduzione di un costo fisso mensile di 4 euro per alcune offerte di linea mobile a consumo. AGCom ha evidenziato come l’applicazione di una sorta di canone non sia una mera modifica contrattuale, come sostenuto dal gestore, bensì costituisca uno stravolgimento sostanziale della natura dell’offerta sottoscritta, configurando di fatto un nuovo contratto. Considerando poi che l’azienda ha anche impedito ai clienti coinvolti il passaggio gratuito ad un altro piano a consumo senza costi fissi, l’Authority, una volta condotti i necessari accertamenti, ha appunto emesso la sanzione. Alla sanzione comminata a WindTre si aggiunge inoltre la multa di 522mila euro emessa nei confronti di Vodafone in relazione alle cosiddette “SIM dormienti”, cioè SIM ricevute diversi anni addietro a titolo gratuito e con piano a consumo, mai utilizzate o inutilizzate anche da 10 anni, i cui titolari hanno però ricevuto, nel periodo compreso tra settembre 2019 e gennaio 2020, inaspettati e ingiustificati addebiti. Analogamente a quanto accaduto per WindTRe, anche Vodafone ha giustificato l’addebito con l’introduzione di un costo fisso sulle tariffe a consumo presentato come semplice modifica contrattuale e allo stesso modo la sanzione è stata comminata proprio perché anche in questo caso l’applicazione del canone configura un nuovo contratto a tutti gli effetti. Pur accogliendo positivamente l’intervento di AGCom su una problematica in passato posta anche da Federconsumatori e in merito alla quale molti consumatori si sono rivolti all’Associazione per informazioni e assistenza, dobbiamo sottolineare ancora una volta le gravissime criticità che ancora affliggono il settore delle telecomunicazioni. Troppo spesso le aziende adottano comportamenti non corretti e poco trasparenti quando non addirittura aggressivi, senza alcun rispetto per i diritti degli utenti. Inoltre le aziende ricorrono con eccessiva facilità alla facoltà di modificare unilateralmente i contratti, senza tuttavia mostrare altrettanta sollecitudine, almeno nella maggior parte dei casi, quando si tratta di fornire ai cittadini informazioni chiare ed esaustive. I consumatori, spesso disorientati, di rado hanno modo e strumenti adeguati a contrastare lo strapotere delle aziende: proprio per questo invochiamo ancora una volta con la massima urgenza la riforma delle Autorità che chiediamo da tempo e che consentirebbe di istituire un sistema di controllo realmente efficace, con tempi decisionali rapidi ed effettivi poteri regolatori e coercitivi assegnati alle Authority.

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Modern British Art Day Sale 2 March 2021

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 marzo 2021

London The Modern British Art Day Sale will take place on 2 March 2021, part of Christie’s Spring Season of 20th Century Art Sales. The sale is highlighted by a selection of over 20 works by L.S. Lowry ranging from seascapes to the familiar crowd scenes as well as poignant portraits. Lowry’s haunting painting, Man in a Trilby (1960, estimate: £150,000-250,000), exemplifies the artist’s fascination with those considered misfits and will lead the auction. The portrait is offered from the Estates of L.S. Lowry and Carol Ann Lowry alongside Portrait of Ann, with plait and black jumper (1954, estimate: £80,000-120,000) and Two Heads (1965, estimate: £80,000-120,000). A selection of works trace the trajectory of Pop Art in Britain: from Pauline Boty’s Designs for Stained Glass Window (circa 1958, estimate: £7,000-10,000) to Patrick Caulfield’s Sausage (1977, estimate: £30,000-50,000) and from Peter Blake’s The Deluge (1953-54, estimate: £40,000-60,000) to Michael Craig-Martin’s Two Chairs and a Table (1985, estimate: $4,000-6,000). The St Ives School is represented by Terry Frost’s Black, White and Ochre Figure, August 1959 (estimate: £30,000-40,000), Roger Hilton’s September 1960 (estimate: £30,000-50,000), Ben Nicholson’s 1946 (Tibetan) (estimate: £100,000-150,000), and Alfred Wallis’s Sailing Ship in a Stormy Sea (1955, estimate: £12,000-18,000). A further highlight is Ivon Hitchens’ Variations on an Interior, Inside (1968, estimate: £30,000-50,000), which is being offered by Bedales School with proceeds benefitting The John Badley Foundation, a registered charity set up to widen opportunity at Bedales School. The sale also presents further works from the Collection of Mireille and James Lévy; Henry Moore’s Seated Figure on Square Steps (1957, estimate: £100,000-150,000), Seated Woman with Crossed Feet (Conceived in 1957 and cast in 1965, estimate: £150,000-250,000 and Mother and Child: Crossed Feet (Conceived in 1956 and cast in 1957, estimate: £100,000-150,000).

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