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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

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Il rischio dell’imbarbarimento culturale

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Fidest - Agenzia giornalistica/press agency

Non sembra vi possa essere spazio a quel metodo che si rifaceva al sistema degli “attriti tra contrari”. Esso si dispiegava in una sorta di distributore del sapere per minorenni ignoranti che aspettano l’imbeccata e a precettori che esigevano obbedienza, quasi cieca. Si risolveva in un principio di autorità che imponeva dall’alto e di fuori. Ora niente è imposto di fuori. Qui c’è soltanto da capire.E’ il punto fondamentale rispetto al principio di totalità. Come funziona una nave? La nave ci parla di esocibernetica: pilota e timone sono due cose diverse. La vita di ciascuno di noi ci parla di endocibernetica. Il pilota, infatti, è di dentro, è fatto di conoscenza e volontà, di esperienza e di parametri d’ordine superiore. Non più eterodiretti, ma autodiretti. Per far questo bisogna aver capito il funzionamento. Non è possibile fermarsi a una sola parte: il motore senza timone. Non si può frammentare il…

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Il rischio dell’imbarbarimento culturale

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Non sembra vi possa essere spazio a quel metodo che si rifaceva al sistema degli “attriti tra contrari”. Esso si dispiegava in una sorta di distributore del sapere per minorenni ignoranti che aspettano l’imbeccata e a precettori che esigevano obbedienza, quasi cieca. Si risolveva in un principio di autorità che imponeva dall’alto e di fuori. Ora niente è imposto di fuori. Qui c’è soltanto da capire.E’ il punto fondamentale rispetto al principio di totalità. Come funziona una nave? La nave ci parla di esocibernetica: pilota e timone sono due cose diverse. La vita di ciascuno di noi ci parla di endocibernetica. Il pilota, infatti, è di dentro, è fatto di conoscenza e volontà, di esperienza e di parametri d’ordine superiore. Non più eterodiretti, ma autodiretti. Per far questo bisogna aver capito il funzionamento. Non è possibile fermarsi a una sola parte: il motore senza timone. Non si può frammentare il viaggio come Ulisse nella grotta di Circe. Il principio di totalità si rifà al principio di ortogenesi. Tutti abbiamo in testa l’idea della giustezza; e quando pilotiamo la nave tra gli scogli e quando ascoltiamo un motore che perde colpi, dobbiamo ricorrere al confronto con gli altri e con l’ambiente. Dal confronto, dalla dimostrazione razionale e positiva, nasce una convinzione. Convinzione significa che restiamo avvinti, non contro la nostra libertà, ma mediante la nostra libertà. La vita è una serie di problemi da risolvere. Da piccoli si risolvono con l’aiuto e l’insegnamento degli altri. Crescendo, il comando esteriore s’interiorizza sino alla convinzione. E nella convinzione facciamo tutt’uno con la legge. Un tutt’uno felice, nel momento in cui questo tutt’uno si chiama amore. (Riccardo Alfonso)

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Perché il futuro a volte ci fa paura?

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

È una prospettiva inquietante ma realistica. Ci sconcerta, in pari tempo, l’atteggiamento di chi preferisce vivere nel presente, pur esaltando il futuro, perché predilige restare nella nicchia che si sono costruiti e che meglio li definisce. Il domani resterà un’incognita che costoro non si sentono d’affrontare. Significa lasciare il certo per l’incerto, il sicuro per l’insicuro, il benessere da qualcosa di vago e d’impreciso. Ecco perché l’oggi continua a pesarci e a restare fermo al suo presente senza consentirci di decollare per raggiungere una meta che è la somma della nostra maturità, del riscatto, della più genuina e autentica identificazione con la nostra morale interiore. È anche una paura atavica: hic sunt leones. Si guarda al futuro allo stesso modo del viaggiatore antico che scrutava i territori, inesplorati, con grandi timori e temeva di avventurarsi presagendo pericoli d’ogni genere. Per nostra fortuna abbiamo avuto in ogni mestiere dei pionieri. Esploratori capaci di superare le barriere fisiche e psicologiche e penetrare nel cuore delle cose, di scrutarle e di riportarci messaggi chiari, sulla loro natura, anche se il percorso non si è rivelato sempre cristallino e improntato alla ricerca pura, alla voglia di dare, senza ricevere in cambio, vantaggi economici e di carriera. È un prezzo che, in ogni caso, è stato pagato senza battere ciglio. Siamo consci che ogni progresso si porta dietro, come una zavorra, questo genere di pesi. Ciò non toglie valore alla scoperta, alla nuova via che è stata tracciata. Verrà il tempo che scrollerà di dosso i pesi superflui per puntare all’esclusivo valore che ci accomuna.Ci troviamo, anche in questa circostanza, a dover soppesare le logiche del presente con le ragioni del futuro. La caducità di chi vive per l’oggi e la saggezza di chi riesce a guardare oltre l’orizzonte. È come chi scruta la distanza davanti alla distesa di un oceano e chi lo fa sulla cima di una montagna. Il primo vede la linea dell’orizzonte più vicina, di quanto non lo è per l’osservatore che si porta sulle vette più alte del mondo. È una questione d’altezza e di profondità di discernimento. È anche la strada che ci conduce alla “grande sintesi” che rivela la sua intima essenza in termini dinamici, di una dinamica tutta animata da “telejois”, come direbbe Aristotile. Freccia che coglie nel segno come direbbe il poeta. Noi vediamo tutto ciò come pilotati da un vettore logico, come il bit informazionale e fisico come un’onda portante. In quest’orizzonte universale nascono la prospettiva e la proposta di un nuovo tipo di morale. Per chi cammina, per chi naviga, per chi vola, per chi scruta, per chi cresce, l’orientamento è parte funzionale e costituzionale. Così come dice, ed è il primo a scandirlo, il codice genetico. Co-dice non di carta ma di carne: costitutivo dell’essere là do-ve il principio d’identità non tollera contraddizione. Orientare la propria vita significa come prendere coscienza di sé, come accettarsi, come conoscersi e farsi riconoscere. Come l’esplorare il poter essere e come attuare il dover essere. Tutto intorno all’essere, che è nel divenire. I due aspetti, già contrapposti tra loro da due filosofie contrastanti hanno bisogno di una sintesi che li raccolga e li fondi. Quando riusciremo coralmente a prenderne coscienza l’augurio per l’umanità sarà quello che non possa essere troppo tardi per rinsavire. (Riccardo Alfonso)

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Acquisizione della So.Co.Fer. azienda leader in Italia da parte di Atlante Group

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

E’ stata compiuta l’acquisizione da parte del Gruppo Atlante della So.Co.Fer. , azienda storica italiana che opera fin dagli anni ‘70 e ne è leader nel settore della costruzione di deviatoi ferroviari e tranviari. LA NOTIZIA E’ EMBARGATA FINO ALLE 12,00 DI DOMENICA 28 MARZO. Tale operazione risulta complementare all’attività ferroviaria della società Cronos Sistemi Ferroviari Srl – del Gruppo Atlante -, integrandone le linee produttive e ritagliandosi un posto quale nuovo player nel mondo ferroviario. Il gruppo Atlante opera infatti dal 2017 nel settore ferroviario, del facility management, dell’edilizia e dell’ingegneria.Avio Di Sano, imprenditore trentanovenne A.D. del Gruppo Atlante, prevede grandi investimenti per circa 10 milioni, il settore ferroviario del suo gruppo consoliderà un fatturato annuale di oltre 20 milioni ed una forza lavoro di circa 250 dipendenti, attualmente all’interno della So.Co. Fer. lavorano 50 dipendenti, con un fatturato di circa 10 milioni. In questo momento di recessione un messaggio di crescita è sicuramente positivo. Inoltre Atlante amplierà l’operatività dell’attuale So.Co.Fer che da sempre attenta alle nuove generazioni con progetti di alternanza scuola-lavoro per formare esperti del settore. Questo filone con l’acquisizione viaggerà su scala nazionale ed internazionale, attraverso accordi con università e istituti di formazione al fine di implementare il progetto di alternanza scuola-lavoro e investire sui giovani.

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Nomina coordinatrice studenti per Draghi

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Ester Diodovich, studentessa di Amministrazione, Finanza e Controllo alla Luiss Guido Carli, è oggi stata nominata coordinatrice di Studenti per Draghi Roma Capitale e afferma in una nota: “E’ un onore prendere parte a questo grande progetto che da valore alle proposte concrete che noi giovani possiamo formulare” – spiega Ester- “ perché oggi più che mai è necessario entrare nel merito di come possiamo arricchire la classe dirigente, il tessuto imprenditoriale e la società civile tutta”.La carica è stata affidata dal Fondatore di Studenti per Draghi Kevin Pimpinella, studente della Luiss Guido Carli di Roma: “Ester rappresenta competenza, energia e dinamismo per espandere i confini del nostro movimento ed abbracciare la fantastica Roma ” – riferisce Kevin – “che si merita di essere influente nelle proposte che porteremo all’attenzione del Presidente del Consiglio”. “Il nostro obiettivo è attrarre giovani capaci che possano esprimere sé stessi nel nostro team, dove meritocrazia e gioco di squadra sono valori su cui fondiamo la nostra missione”- conclude Ester -“ diamo luce e centralità ai bisogni di noi giovani , dal mio canto ci sarò sempre per dare voce alle giovani eccellenze del nostro territorio”

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“I bisogni dei pazienti vanno più verso la socialità che non verso la medicina”

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Lunghi sono i periodi a domicilio, dove mancano controlli importanti durante la fase a casa. Ci vuole stretta collaborazione tra oncologo ospedaliero e medicina generale. Riscrivere i PDTA, con più appropriati setting correlati ai diversi bisogni. Alcune attività trovano migliore collocazione nel territorio come la riabilitazione, il supporto nutrizionale e gli screening e la iniziale presa in carico appropriata, che a questo livello sono poi fondamentali. Il tema dell’introduzione della telemedicina è indispensabile, così come quello del caregiver dedicato e formato; non meno importante partire da dati concreti raccolti nel Real World. Attenzione non andiamo a prefigurare 2 oncologie: questa differenza non esiste perché il percorso deve essere lo stesso. Ci vogliono setting assistenziali ospedalieri e territoriali con uno stesso Governo. Credo che se si faccia un’accurata ricerca dei costi, il calcolo economico sarebbe vantaggioso, ma è impensabile che le risorse ad oggi disponibili bastino a dare efficacia a questi cambiamenti”, ha raccontato Gianni Amunni, Direttore Generale ISPRO e Responsabile Rete Oncologica Toscana “Si può parlare di oncologia territoriale solo se ci sono competenze importanti. È necessario prevedere ruoli di oncologici medici nel territorio che devono dipendere dagli stessi oncologi ospedalieri che garantiscano continuità con la struttura ospedaliera. Con la telemedicina è possibile condividere referti e discutere casi clinici. Telemedicina e oncologi ospedalieri sono i 2 pilastri dell’oncologia territoriale. In Veneto sono esaurite le graduatorie per l’oncologia medica: così oggi stiamo affrontando la pandemia dopo anni di elementi confondenti sulle scelte politiche effettuate a livello nazionale negli anni”, ha dichiarato Pierfranco Conte, Direttore SC Oncologia Medica 2 Istituto Oncologico Veneto – Coordinatore della Rete Oncologica Veneta. “Non dobbiamo più parlare di oncologia ospedaliera e territoriale ma solo di oncologia: da molte parti però abbiamo Aziende ospedaliere e territoriali che possono creare difficoltà. Non esiste una oncologia di serie A e una di serie B. Le prestazioni devono essere di qualità e possono essere erogate da un’unica oncologia che risponde a quell’area territoriale. Non si può far accedere all’ospedale un paziente solo per avere una semplice terapia orale. Occorre che ci sia un’oncologia che possa lavorare in più sedi e ci vuole la possibilità di avere una cartella unica che possa essere visibile da tutti i Centri e PDTA condivisi. In Emilia-Romagna abbiano fatto da un anno e mezzo un Progetto pilota, abbiamo creato l’oncologia provinciale coordinata dall’ IRCCS di Reggio, con un unico Direttore ma con punti di somministrazione farmaci in tutta una serie di laboratori sparsi che fanno capo all’oncologia centrale”, ha tenuto a precisare Carmine Pinto, Direttore Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate, IRCCS Istituto in Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia, Reggio Emilia “Delocalizzare la diagnostica è molto difficile perché deve essere fatta una riorganizzazione della chirurgia, perché il trasporto del materiale deve essere garantito a tutti gli effetti. La Rete di tecnologie avanzate deve avere competenze e strutture adeguate. Durante il COVID molti malati non potevano muoversi e quindi è entrata in gioco la telepatologia che diventa indispensabile a tutti i livelli anche in futuro. Con questo scenario la futura rete diagnostica efficiente dovrà avere nuove risorse umane e strutturali da affiancare all’oncologia”, ha aggiunto Anna Sapino, Direttore Scientifico IRCCS Candiolo

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Scuola: mezzo milione di docenti in pensione nei prossimi 15 anni

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Nei tre lustri che ci attendono oltre la metà degli insegnanti lascerà il lavoro per la pensione: lo dice il rapporto della rete Eurydice dal titolo Teachers in Europe: Careers, Development and Well-being. Dallo studio – pubblicato oggi – emerge che l’invecchiamento degli insegnanti interessa più della metà dei sistemi educativi e l’Italia, dove appena il 6,4% di insegnanti ha meno di 35 anni di età (solo la Grecia e il Portogallo fanno peggio), è uno dei paesi dove la tendenza è maggiormente sentita. In media nell’UE tra gli insegnanti con meno di 35 anni più di un terzo lavora con contratti a tempo determinato, ma in Italia la percentuale di precarietà sale al 78%: come in Spagna, Austria e Portogallo, sono addirittura più di due terzi, con contratti brevi e spesso non superiori a un anno (come il caso dell’Italia).Anief reputa che i dati pubblicati oggi costituiscono un ulteriore motivo per introdurre delle regole sul reclutamento adeguate al contesto e moderne, introducendo quindi il doppio canale, le assunzioni dopo 36 mesi e i concorsi riservati, così da favorire il turn over in modo naturale e svecchiare la categoria. “Non possiamo ritrovarci nella spiacevole situazione degli ultimi anni, quando le nuove immissioni in ruolo non hanno nemmeno coperto le cattedre liberate dai pensionamenti – dice Marcello Pacifico, leader Anief -: lo scorso anno si è arrivati al paradosso che a fronte di circa 85 mila assunzioni a tempo indeterminato accordate dal Mef ne sono state poi effettuate meno di 25 mila, mandandone in fumo quindi 60 mila. È anche da questo che deriva il boom di supplenze di quest’anno e che nella prossima estate, se non si attuano le assunzioni per titoli e servizi, potrà solo che aumentare. Così ci ritroveremo col doppio record: i docenti più vecchi e pure i più precari d’Europa. I fondi del Recovery plan possono servire anche a questo”. “Avere più di 50-55 anni significa essere più esposti alle patologie, oltre che allo stesso Covid – dice Marcello Pacifico, presidente Anief -. Riteniamo che sia doveroso quindi procedere all’uscita graduale di questi insegnanti a partire dai 62 anni, ovviamente senza tagli all’assegno di quiescenza, così come si fa con personale delle forze armate. Non è possibile continuare ad ignorare lo stress psicofisico di chi svolge questa professione in tutti gli ordini di scuola, continuando pure a negare il rischio biologico invece riconosciuto ad altri professionisti, ad iniziare da quelli che operano in campo sanitario. Nello stesso tempo – continua Pacifico – per ringiovanire la categoria degli insegnanti è bene che otto docenti under 35 su dieci non siano più assunti con contratti a tempo determinato: è una prerogativa necessaria, da introdurre per via legislativa”.

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Stock Spirits è il nuovo distributore italiano di Sipsmith Gin

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

E’ il distillato che ha segnato l’ascesa del ‘Gin-Rinascimento’ mondiale. La storia di Sipsmith London Dry Gin nasce da un’amicizia, quella di Sam Galsworthy e Fairfax Hall, e dalla passione, che ha legato Jared Brown, uno dei più importanti scrittori e storici della miscelazione, al mondo del bar. I tre fondatori hanno deciso, infatti, nel 2007, di lavorare insieme per produrre il miglior London Dry Gin del mondo. Il primo ostacolo che si è posto dinnanzi al loro cammino è stata un’antica legge del 1823 che impediva ai distillatori di ottenere una licenza per un alambicco inferiore ai 1.800 litri. Decisi a utilizzare il loro nuovo alambicco da soli 300 litri, i tre fondatori si sono impegnati in prima persona in questa battaglia, riuscendo a far modificare, con una petizione, nel 2008, questa vecchia normativa. Aveva così inizio quello che passerà alla storia recente come ‘Gin-Rinascimento’. Nel giro di pochi anni, nel 2012, mentre la passione per il gin artigianale cresceva, diffondendosi in tutto il Regno Unito, i tre moschettieri si sono quindi lanciati in un’impresa ancora più grande: affermare il Sipsmith Gin come il perfetto London Dry Gin a livello internazionale, diffondendosi presto in oltre 50 Paesi nel mondo.Il Sipsmith London Dry Gin è la quintessenza di questo distillato, nella più classica e tradizionale delle sue accezioni. Grazie all’uso di scorze di limone e arancia, unite alla radice di iris e liquirizia, insieme ai fondamentali ingredienti di un London dry gin, questo distillato risulta floreale e fresco al naso mentre il palato richiama immediatamente le note decise del ginepro, rivelando sul finale una piacevole nota di marmellata di agrumi. La sua complessità, combinata con uno spiccato gusto per la tradizione, lo rende prefetto tanto per un Gin Tonic quanto per un più secco Martini Cocktail. La linea di Sipsmith Gin, interamente distribuita in Italia da Stocks Spirits, si compone anche di un VJOP, Very Junipery Over Proof Gin, un distillato a 57,7° pensato per soddisfare gli amanti del ginepro, la cui doppia quantità nella ricetta è esaltata tanto al palato quanto al naso, e da uno Sloe Gin, antica e tradizionale versione di gin lasciata riposare su bacche di prugnola selvatica, raccolte in autunno.

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Vaccinazioni: il peggio in Lombardia

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Gregorio Mammì (M5S Lombardia): “In tutte le famiglie c’è il fratello più sveglio degli altri, sicuramente il centrodestra in Lombardia non ha premiato i più svegli. Il presidente del Veneto, Zaia, ha detto che tutti gli over 65 che accompagneranno a fare la vaccinazione un familiare over 80, saranno vaccinati nella stessa seduta, oppure, in caso di problemi contingenti, tornerà a casa con la prenotazione in mano. Perché tutto questo in Lombardia non accade? Perché hanno trasformato la prima regione nell’ufficio complicazioni d’Italia. Nessuno in Regione ha una buona idea, qui gli over 80 devono registrarsi per dire che sono over 80, la lista dei disabili viene chiesta all’INPS quando ogni anno si chiedono i documenti per poter erogare le misure b1/b2. Ogni Comune è in possesso dei dati che Regione Lombardia sta chiedendo ai cittadini tramite una piattaforma costata più di 18 milioni. Non bastava chiedere agli uffici anagrafe dei comuni la lista dei nati in un determinato periodo? E allo stesso modo non possiamo chiedere ai comuni la lista dei fragili o altri dati di cui sono in possesso? Non si chiede a Regione abilità o competenza, ma semplicemente buonsenso. La quota veneta della Regione Lombardia è il direttore Generale di Aria, ma serve a ben poco, evidentemente il problema è politico e non tecnico. Il centrodestra lombardo, a differenza di quello veneto, non ha pensato a nulla per ottimizzare, accelerare, migliorare la performance delle vaccinazioni In Lombardia ci ritroviamo con il peggio del centrodestra del Paese”, conclude Mammì

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Saturimetri e consiglio su farmaci e stile di vita: il ruolo del farmacista

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Il ruolo della farmacia – Come ha messo in luce l’indagine pubblicata da International Journal of Clinical Pharmacy, a cura della Società italiana di farmacia clinica-Sifac e Humanitas University, il farmacista è diventato nel 2020 riferimento nella gestione dei minor diseases e nel monitoraggio delle terapie croniche ampliando nel 76% dei casi i suoi servizi consulenziali. «Il farmacista – sottolinea il presidente Sifac Corrado Giua – può fornire un valido supporto nel monitoraggio domiciliare: il suo contatto continuo con i pazienti lo colloca in una posizione ottimale per monitorarne le condizioni e individuare prontamente un peggioramento delle stesse. Al di là del monitoraggio di alcuni aspetti clinici relativi alle terapie farmacologiche, quali ad esempio l’aderenza alle stesse o la comparsa di eventuali reazioni avverse, particolarmente rilevante può essere anche il monitoraggio della saturazione dell’ossigeno tramite il pulsossimetro. Tale strumento – continua Giua – rappresenta una pietra angolare tra la terapia domiciliare del paziente e quella ospedaliera o, in alternativa, tra l’entità lieve-moderata della malattia e quella severa, che necessita di ossigenoterapia. Fondamentale è quindi, in quest’ottica, seguire i parametri di saturazione emoglobinica ma, ancor prima, istruire il paziente ad un corretto utilizzo dello strumento stesso. A tal proposito, le Linee guida del Ministero della Salute raccomandano di misurare la saturazione non soltanto a riposo ma anche sotto sforzo, eseguendo il “test del cammino” o “il test della sedia”, ampiamente documentati in letteratura, che impongono di effettuare la rilevazione a seguito di sforzi, eseguiti, ad esempio, nel primo caso, facendo camminare il paziente per casa in un percorso senza interruzioni per 6 minuti. Il valore dell’ossigenazione del sangue sotto sforzo – conclude Giua – fornisce infatti un’informazione affidabile e quantitativa e consente di individuare anche quelle condizioni di ipossia che sono talvolta “silenti”, in quanto non accompagnate da una sintomatologia clinica oggettiva di dispnea, per sottoporle dunque all’attenzione medica ai fini di un’eventuale ossigenoterapia domiciliare o, nei casi più gravi, ospedaliera. Il monitoraggio pone, in tal senso, le basi per candidare il farmacista al ruolo di detector, ancor meglio se coadiuvato dall’ausilio di saturimetri mediante telemedicina». Mauro Miserendino (fonte: doctor33)

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Covid-19. Terapie al domicilio

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Che ruolo può avere il farmacista territoriale nella terapia domiciliare del paziente Covid-19 tra tachipirina, vitamina D, farmaci antinfiammatori non steroidei, cortisonici, eparine, antivirali, antibiotici, idrossiclorochina e, ora, anticorpi monoclonali? Durante la pandemia si sono avvicendate indicazioni Aifa molto discusse su molti dei farmaci citati. Le riassumiamo.Idrossiclorochina – Era ammessa sul territorio solo nell’ambito di trial clinici. L’11 dicembre 2020 il consiglio di stato ha sospeso l’indicazione estiva dell’Agenzia del Farmaco di non prescriverla rimettendo ogni decisione al medico. In Piemonte proprio un trial territoriale ha portato ad approvare, unica regione in Italia, un protocollo che apre ad idrossiclorochina nella fase precoce della malattia insieme a Fans e vitamina D per evitare ricoveri in ospedale. Sempre l’11 dicembre, la stessa Aifa lanciava nuove indicazioni nelle quali, bocciati o “imbrigliati” gli altri principi attivi, indicava come “gold standard” il paracetamolo, in “vigile attesa” di possibili peggioramenti. Giorni fa un’altra ordinanza del consiglio di stato ha sospeso, tra le indicazioni decembrine, proprio questa norma ma Aifa al momento non ha modificato le linee guida.Eparine – L’uso di eparine a basso peso molecolare è raccomandato secondo Aifa nel paziente con infezione respiratoria acuta allettato o con ridotta mobilità, e in assenza di controindicazioni. Rischio cardiovascolare elevato, alti livelli di ferritina, obesità BMI>30, livelli D-dimero 4-6 volte oltre la norma possono suggerire l’uso a dosi intermedie/terapeutiche. Antibiotici ed antivirali – Come per l’idrossiclorochina, Aifa ha sospeso il ricorso alle combinazioni antivirali darunavir+cobicistat e lopinavir+ ritonavir, a meno che non siano implicate da studi clinici e anche l’uso di azitromicina per indicazioni diverse da quelle registrate va considerato solo nell’ambito di studi clinici randomizzati; l’anti-artrite remdesivir va usato solo su pazienti in ossigenoterapia ospedalizzati malati da non più di 10 giorni. Sulla vitamina D restano le restrizioni che la relegano a patologie ossee ed a gravidanza allattamento, o al “deficit” (sotto 20 ng/mL). Cortisonici – L’uso è raccomandato nei soggetti con malattia Covid- 19 grave che necessitano di ossigeno, ventilati o meno. A Bologna c’è polemica tra infettivologi del Sant’Orsola e medici di famiglia: i primi accusano un eccesso di prescrizione sul territorio, che si lega ad una più rapida replicazione del virus e al peggioramento della malattia.Anticorpi monoclonali – A febbraio con procedura eccezionale ex decreto 219 del 2006, sono stati approvati a carico Ssn l’anticorpo bamlanivimab e le combinazioni bamlanivimab + etesevimab di Eli Lilly e casirivimab + imdevimab di Regeneron Roche; il 9 marzo Aifa ha dettagliato che, per il solo bamlanivimab, i pazienti vanno indirizzati dal medico di famiglia o pediatra a centri dove verrà prescritto e somministrato il medicinale, ma devono essere malati lievi e nel contempo a rischio di sviluppare patologia mortale: soggetti obesi, immunodepressi, in dialisi, over 65 con fattori di rischio vascolari od over 55 con pregresso infarto stroke o con bpco, ragazzi da 12 a 17 anni con malattie del sangue, dello sviluppo, cardiopatie, neurologiche, legati a dispositivi medici. (fonte Farmacista33)

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Vaccini in farmacia, parte la Liguria: sedute con supervisione del medico

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Intanto, oggi è la data fissata per la partenza delle prime farmacie, in Liguria, coinvolte direttamente nella vaccinazione della popolazione. Come ha spiegato Francesca Massa, direzione Federfarma Liguria e Relazioni istituzionali Ufl (Gruppo Unifarm), in una intervista a F-Online, il «progetto inserisce a pieno titolo la farmacia nella rete vaccinale della Regione, mettendola nelle condizioni di poter essere impiegata anche nelle successive campagne vaccinali. Partiamo, ora, su un modello che vede come cornice normativa la Legge di Bilancio 2021, con la supervisione della seduta vaccinale da parte del medico che effettua l’inoculazione e l’anamnesi. Ricordiamo che l’accordo è stato siglato il 17 febbraio, ma è il risultato di trattative condotte a partire fin dal mese di dicembre. Quando il decreto Sostegni sarà completato con i protocolli attuativi, l’accordo sarà adattato alle nuove disposizioni, d’intesa con la Regione». Al momento, spiega ancora Massa, «con la Regione sono stati definiti, oltre all’accordo principale, i vari aspetti operativi e documenti tecnici attuativi. L’avvio delle attività è graduale e vede un primo coinvolgimento (per la prima settimana-15 giorni) di circa 50 farmacie, distribuite equamente sul territorio, a cui se ne aggiungeranno altre 100 in due tranche successive. L’obiettivo è di effettuare inizialmente circa 2.500-3.000 inoculazioni a settimana, per poi aumentare progressivamente. A ogni modo, sono circa 150 le farmacie che hanno dato la propria adesione e stiamo indicando alla Regione quelle che hanno già attrezzato gli spazi – alcune hanno organizzato locali esterni e ci sono anche dei casi in cui più farmacie si sono consorziate – e hanno già uno o più medici di riferimento. Per il momento, non c’è il coinvolgimento dei medici di medicina generale, ma solo quelli in libera professione». In merito alle attività da effettuare all’interno del punto vaccinale, «compito della farmacia è l’organizzazione generale del Pvt, sia per gli adempimenti amministrativi e che per quelli più legati alla professione, come la preparazione delle dosi. Si parte dalle attività amministrative di registrazione e comunicazione dei dati, la gestione del consenso informato e della scheda dati anamnestici, così come la conservazione e tracciatura del vaccino, la preparazione galenica e la predisposizione del materiale necessario all’inoculazione, nonché il conferimento dei certificati vaccinali». Tra gli altri ambiti di attività condivisi con la Regione, «c’è poi la prenotazione in farmacia della vaccinazione tramite l’utilizzo del programma informatico regionale, per i cittadini over 80 e per tutte le fasi successive e l’attività di sensibilizzazione della popolazione sull’importanza del vaccino anti Covid-19». Un importante ruolo è poi quello «ricoperto dalla distribuzione intermedia: tutti e sette i siti già operativi nella Dpc-farmaci potranno detenere presso i propri magazzini le scorte di vaccino, che verranno, man mano, consegnate alle farmacie per le sedute vaccinali. Inoltre, la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia è coinvolta anche nella distribuzione delle dosi ai medici di medicina generale che decidano di inoculare il vaccino presso i propri ambulatori».Per quanto riguarda il Lazio, «da tempo» spiega a Farmacista33 Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma, «abbiamo espresso la nostra disponibilità a essere coinvolti direttamente nella campagna vaccinale contro il Covid-19 e abbiamo presentato documenti e proposte. Al momento, stiamo per far partire una sorta di censimento delle farmacie che, a titolo volontario, intendono avviare la vaccinazione, anche con il coinvolgimento di farmacisti. Faremo avere questi dati all’Assessore alla salute, Alessio D’Amato, che ce li ha richiesti». Mentre, «per quanto riguarda la definizione degli aspetti tecnici e delle modalità operative» punto di partenza sarà quanto «verrà definito a livello nazionale. Con la Regione occorrerà poi capire, più nel dettaglio, quantitativi, tempistiche, modalità di approvvigionamento e somministrazione, su cui si stanno avviando riflessioni, a titolo esplorativo, e tutti gli altri aspetti più tecnici». by Francesca Giani (fonte farmacista33)

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Farmacista vaccinatore: servono passaggi operativi. Si va verso Protocollo nazionale

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, il cosiddetto Decreto Sostegni ha portato, come si sa, sostanziali modifiche al modello di coinvolgimento delle farmacie nella campagna vaccinale contro il Covid-19, andando a modificare l’articolo della Legge Bilancio 2021 in cui era prevista la supervisione del medico. La possibilità per le farmacie di inoculare, tramite un farmacista, il vaccino, deve comunque trovare uno sviluppo operativo attraverso Accordi che definiscano «requisiti strutturali e misure di sicurezza» e, da quanto si apprende, a livello nazionale, si è al lavoro, anche in contatto con il ministero della Salute, per l’elaborazione di un protocollo, che definisca tali aspetti operativi e tecnici e che possa garantire omogeneità nelle modalità di svolgimento. Tra le questioni aperte c’è poi anche la formazione, su cui si è in attesa di chiarimenti sul percorso necessario al farmacista per poter inoculare.

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Vaccini, nodi da sciogliere sulla sicurezza in farmacia

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Il cosiddetto Decreto Sostegni, che ora dovrà vedere l’avvio dell’iter parlamentare in Senato, ha dato, di fatto, l’ok alla figura del farmacista vaccinatore, che potrà inoculare il vaccino anche senza la presenza del medico, andando a modificare le previsioni della legge Bilancio 2021. Per l’operatività saranno necessari Accordi, che definiscano requisiti, dettagli tecnici e misure di sicurezza e, da quanto si apprende, è in via di elaborazione un Protocollo che faccia da guida a livello nazionale. Intanto, sono in partenza in Liguria, il 29 marzo, le prime farmacie, inserite come punti di vaccinazione sul territorio (Pvt) nella rete regionale, nelle quali, per ora con la supervisione del medico, si procederà alla somministrazione del vaccino alla popolazione. Mentre, in contemporanea, in Lazio è in fase di avvio il censimento delle farmacie interessate a inoculare il vaccino.

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Gestione domiciliare Covid

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Un malato lieve che improvvisamente si aggrava e rischia la morte o un malato i cui peggioramenti si possono studiare e prevedere? La gestione a casa del Covid nella pratica del medico di famiglia presenta problemi pratici e anche di aderenza alle indicazioni istituzionali, caute quando si va oltre il paracetamolo e molto precise su cortisonici ed eparine. Dopo un’ampia revisione della letteratura internazionale, la Simg, Società italiana di medicina generale e delle cure primarie pubblica un position paper che di fatto mette fine a polemiche e iniziative non suffragate dall’evidenza. Lo stesso estratto, a firma Simg, è stato inoltrato agli Ordini provinciali, agli Assessorati regionali e alle Direzioni generali delle Asl.Estratto dall’articolo a prima firma di Davide Donno (Istituto Spallanzani) et al “How to treat COVID-19 patients at home in the Italian context: An expert opinion pubblicato sulla rivista Infectious Disease Reports” 2021;13:251-258, nonché pubblicato sulla Rivista Simg, sarà aggiornato periodicamente in base ad eventuali nuove evidenze scientifiche in collaborazione con la Simit – Società italiana malattie infettive e tropicali. Simg ha deciso di proporre una expert opinion, come spiega il presidente Claudio Cricelli, perché è «necessario utilizzare indicazioni semplici e comprensibili sulla base delle evidenze scientifiche disponibili e delle raccomandazioni ufficiali del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità». Una delle evidenze scientifiche emerse in questo anno di pandemia, infatti, è l’enorme numero di soggetti asintomatici, paucisintomatici o con forme che non richiedano il ricovero ospedaliero: pazienti gestibili a casa, riducendo così la pressione sul sistema sanitario e minimizzando l’impatto socio-psicologico sui pazienti stessi anche se nessuno studio sulla terapia domiciliare è stato finora proposto, condotto o pubblicato. Il Documento offre risposte su dati certificati da Oms, Iss, Ministero della Salute, indicando all’inizio i criteri per identificare rispettivamente pazienti Covid-19 asintomatici, lievi, moderati o gravi e di questi coloro che potrebbero essere trattati a casa. Poi entra nel vivo con la gestione della febbre e il controllo della saturazione. Una frequenza respiratoria oltre i 20 atti al minuto, una saturazione sotto il 92% o il 90% in caso di paziente broncopneumopatico, un calo brusco della SPO2 entro le due ore, o la scarsa sensibilità alla somministrazione di ossigeno a domicilio devono mettere sul chi vive, unitamente alle condizioni riscontrate di assistenza da parte dei familiari. Per le terapie, vengono poi considerati gli utilizzi di antivirali – importanti le indicazioni sul remdesivir da somministrare in ospedale a pazienti ossigenati ma non ad alto flusso – e di antibiotici, a regola controindicati, di idrossiclorochina. E si rivaluta, elemento importante, la profilassi antitrombotica: ricorrervi è consigliato per gli allettati, ma non va trascurato che la malattia è debilitante, costringe a volte a letto a lungo, ci possono essere situazioni di rischio “insospettabili”. Quanto agli steroidi, il desametasone si lega statisticamente a un calo del 33% dei decessi nei pazienti ventilati e del 20% dei pazienti in ossigenoterapia, secondo letteratura, ma ciò non deve incoraggiare a somministrarlo a pazienti lievi e che soprattutto non hanno ancora sviluppato i sintomi poiché potrebbe inibire la risposta immunitaria. Anche sugli integratori alimentari la sensazione dalla lettura è di avere qualche strumento in più rispetto alle indicazioni istituzionali: la statistica correla bassi livelli di vitamina D a una parte importante dei decessi, e in più “in una recente revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati controllati, l’integrazione di vitamina D ha ridotto il rischio di infezione acuta delle vie respiratorie”. Si accenna infine alle prospettive imminenti: anticorpi monoclonali e nuovi antivirali saranno disponibili per contrastare anche a casa il progredire della malattia, con la capacità di ridurne le complicanze e i ricoveri. (Fonte Doctornews33)

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Covid-19 e contagi su lavoro

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

L’impatto della seconda (e terza) ondata della pandemia risulta essere stato più pesante rispetto alla prima ondata in termini di contagi in ambito lavorativo, con una incidenza del periodo ottobre 2020-febbraio 2021 che è il doppio rispetto a quella del trimestre marzo-maggio 2020 e a rilevarlo è l’ultimo Report di Inail, proposto di recente sul sito. Intanto, sempre da Inail sono stati diffusi i risultati di uno studio, pubblicato su PlosOne, in cui emergono, tra gli altri aspetti, le ricadute delle misure di distanziamento, protezione individuale e sicurezza messe in atto nei luoghi di lavoro, come le farmacie, che, essendo essenziali, sono rimasti aperti durante tutta la crisi sanitaria.”Le infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto dall’inizio della pandemia fino a fine febbraio” si legge sul 14esimo Report “sono 156.766, pari a circa un quarto del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute all’Inail dal gennaio 2020 e al 5,4% del totale dei contagiati comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data. Rispetto alle 147.875 denunce rilevate dal monitoraggio mensile precedente, i casi in più sono 8.891 (+6,0%)”. A emergere il fatto che la seconda ondata “ha avuto un impatto più intenso della prima anche in ambito lavorativo: il periodo ottobre 2020-febbraio 2021 incide, infatti, per il 64,4% sul totale delle denunce di infortunio da Covid-19, esattamente il doppio rispetto al 32,2% del trimestre marzo-maggio 2020. Le denunce si sono concentrate nei mesi di novembre (24,5%), marzo (18,1%), ottobre (15,3%), dicembre (15,2%), aprile (11,7%), maggio (2,4%) e settembre (1,2%) del 2020, e nei mesi di gennaio (7,7%) e febbraio (1,7%) del 2021, per un totale del 97,8%. Il restante 2,2% riguarda gli altri mesi dell’anno scorso: febbraio (0,7%), giugno e agosto (0,6% per entrambi) e luglio (0,3%), oltre a 19 casi relativi al gennaio 2020”. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, “l’analisi evidenzia la distribuzione delle denunce del 44,6% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 26,5%), del 24,3% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), del 14,5% al Centro (Lazio 6,1%), del 12,1% al Sud (Campania 5,5%) e del 4,5% nelle Isole (Sicilia 3,0%). Le province con il maggior numero di contagi dall’inizio della pandemia sono Milano (10,2%), Torino (7,1%), Roma (4,8%), Napoli (3,7%), Brescia (2,7%), Varese e Verona (2,6% per entrambe) e Genova (2,5%). Milano è anche la provincia che registra il maggior numero di infezioni di origine professionale accadute nel solo mese di febbraio 2021”.Intanto, sempre dall’Inail sono stati diffusi i risultati di uno studio per la classificazione del rischio nei luoghi di lavoro pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista scientifica Plos One: “L’andamento dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Sars-CoV-2” si legge nella nota “ha evidenziato l’importanza del fattore lavorativo come elemento sostanziale da considerare sia nell’implementazione di strategie volte a contenere il contagio sia nella definizione delle azioni necessarie per una ripresa economica sostenibile. In questo contesto, i ricercatori del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) hanno sviluppato una metodologia per valutare il rischio di infezione da Sars-CoV-2 negli ambienti di lavoro. Una procedura che integra complessivamente l’analisi del processo lavorativo e la prossimità tra i dipendenti, il rischio di infezione connesso al tipo di attività svolta e il coinvolgimento di soggetti terzi con conseguente aggregazione sociale”. In particolare viene ricordato che “in Italia, l’adozione di diverse misure di contenimento ha comportato durante la prima ondata la sospensione temporanea della maggior parte delle attività commerciali, con una conseguente riduzione di circa il 75% dei lavoratori presenti sul posto di lavoro”, mentre a livello Paese, “è stato stimato che circa il 25% dei dipendenti, come quelli impegnati in strutture sanitarie o nelle forze dell’ordine, o in presidi farmaceutici e alimentari, ha frequentato fisicamente il proprio posto di lavoro”. Proprio questi luoghi di lavoro e lavoratori sono oggetto di particolare attenzione e nella ricerca “viene descritto il metodo messo a punto per stimare il rischio di infezione da Sars-CoV-2, tenendo conto sia delle caratteristiche specifiche dei processi produttivi e dell’impatto dell’organizzazione del lavoro sul rischio”, che può portare o meno a una prossimità all’interno del team di lavoro, “sia dello stretto contatto per alcune attività con soggetti esterni”. Il rischio “occupazionale di contagio virale è stato quindi classificato sulla base di tre variabili: esposizione, prossimità e aggregazione”. In generale, “i risultati hanno supportato le attività di indirizzo del Comitato tecnico scientifico (Cts), istituito dal Governo presso il Dipartimento della Protezione civile, nella individuazione degli interventi progressivi di mitigazione per il superamento dell’emergenza epidemiologica. Oltre, quindi, a gestire e a contenere il contagio nei luoghi di lavoro, l’inclusione della dimensione lavorativa nello sviluppo delle misure di prevenzione e protezione nel controllo della pandemia si è configurata una misura utile anche per la gestione del rischio collettivo nel suo complesso. Questo risultato, concludono i ricercatori, potrà essere utile anche nella fase attuale dell’emergenza epidemiologica e nella prospettiva della campagna vaccinale nei luoghi di lavoro”. Per quanto riguarda le farmacie, se è vero che gli operatori della sanità risultano avere un rischio in media alto, a emergere, in generale, è anche un impatto delle misure di sicurezza. In particolare, per tutte le attività, grande importanza viene data all’uso di dispositivi di protezione individuale, di cui, nella prima fase della crisi, c’è stata carenza, ma un peso è rivestito anche da tutte le misure messe in atto per regolamentare l’accesso e il contatto con l’utenza esterna e per tenere sotto controllo fenomeni di aggregazione all’interno del luogo di lavoro. By Francesca Giani fonte Farmacista33

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Libro: La mano invisibile di Clive Hamilton e Mareike Ohlberg

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Il Partito Comunista Cinese è determinato a rimodellare il mondo a sua immagine e somiglianza. Esso ha un solo obiettivo: vincere quella che considera una feroce guerra ideologica contro l’Occidente. Ai suoi occhi il mondo si divide tra coloro che possono essere conquistati e i nemici. Pezzi importanti dell’élite economica e politica occidentale sono già stati cooptati; molti altri, proprio in questo momento, stanno valutando se stringere o meno un “patto col diavolo”. Attraverso il suo enorme potere economico e le sue operazioni segrete “di influenza”, la Cina sta lentamente ma inesorabilmente indebolendo le istituzioni globali, prendendo di mira in modo aggressivo le singole imprese e minacciando la libertà di espressione nei campi delle arti, della cultura e del mondo accademico. Allo stesso tempo, i servizi di sicurezza occidentali sono sempre più preoccupati per le incursioni cinesi nella nostra infrastruttura di telecomunicazioni. La mano invisibile, frutto di un lavoro meticoloso durato anni, espone il programma globale di sovversione del Partito Comunista Cinese e la minaccia che rappresenta per la democrazia. Combinando una ricerca scrupolosa con una prosa avvincente, Clive Hamilton e Mareike Ohlberg mettono a nudo la natura e la portata delle operazioni del Partito in tutto il mondo occidentale, portando alla luce le minacce alle libertà democratiche e alla sovranità nazionale in Europa e nel Nordamerica, e mostrano come possiamo respingere la pressione autocratica cinese.

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Libro: “Blu” di Giorgia Tribuiani

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza. L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata da quel modo di esprimere l’atto creativo e dall’artista stessa, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso. Un romanzo forte e diverso che ci trascina nella mente claustrofobica di un’adolescente, prigioniera di azioni morbose e incomprensibili manie, sino a svelarne il delirante meccanismo. Il ritmo serrato, imprevedibile, e la densità della scrittura rendono in modo perfetto il tormento psicologico della protagonista e l’incessante lotta interiore per sconfiggere il suo doppio. Un libro che conferma il grande talento di Giorgia Tribuiani, autrice nuova e originale, capace di immedesimarsi e rendere appieno l’essenza e il tormento dei suoi personaggi.

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Disturbi spettro autistico: Il progetto riabilitativo Tartaruga

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

Riguarda il trattamento dei disturbi dello spettro autistico ad iniziativa dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) si basa sul modello teorico evolutivo a mediazione corporea DERBBI – Developmental, Emotional Regulation and Body-Based Intervention, che considera il bambino nella sua complessità e individualità. “Questo modello ha la peculiarità di seguire le fasi evolutive- spiega l’equipe multidisciplinare IdO- e significa che man mano che il bambino cresce, e man mano che aumenta il tempo di terapia, dal momento della presa in carico in poi, il modello si trasforma ‘insieme al bambino’ e alla sua famiglia, che è parte integrante del progetto abilitativo-riabilitativo ed educativo. In ogni anno di terapia vengono attivate nuove proposte al bambino”. L’IdO sposta quindi il focus sulla dimensione corporea, intesa come la sede principale di ogni vissuto emotivo del bambino e come veicolo per la strutturazione di forme comunicativo-relazionali che partono dalle prime esperienze di sintonizzazioni con il caregiver primario. Questo perché i bambini con autismo “rischiano di essere sopraffatti dalle emozioni- chiarisce Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie IdO- e bisogna partire da questa specifica difficoltà che mostrano, fin dall’inizio e con gradualità diverse, nel ‘volgersi verso’ l’altro”. Durante i quattro anni di terapia, previsti dal progetto Tartaruga, le variabili presenti in termini di criticità e potenzialità evolutive impongono una personalizzazione dell’intervento in base alle specificità del bambino, in un’ottica di flessibilità clinica. Fondamentale, quindi, la presenza di un’equipe multidisciplinare, sia in fase valutativa che terapeutica, la collaborazione con l’ambiente scolastico e il coinvolgimento dei genitori all’interno del progetto stesso. Psicomotricità, psicoterapia, logopedia e servizio scuola sono i quattro cardini di questo modello riabilitativo che, questa mattina, è stato presentato in occasione della terza lezione del corso ‘Autismo, progetto riabilitativo Tartaruga-DERBBI’, realizzato dall’IdO in collaborazione con la Fondazione Mite e il patrocinio della Società italiana di pediatria. Nei fatti ormai i disturbi dello spettro autistico rappresentano una condizione sempre più diffusa, che in Italia riguarda circa 600mila famiglia, e sempre meglio identificata. Numeri alla mano la capacità di individuare la sindrome negli ultimi 40 anni è salita in modo esponenziale: se negli Stati Uniti si andava da 1 su 10.000 negli anni ’70, oggi siamo a 1 su 59 secondo i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta. In Italia le statistiche variano da regione a regione, ma in generale si parla di un bambino ogni 100/150. “Possiamo affermare che in ogni scuola ci sono studenti con autismo- conferma Federico Bianchi di Castelbianco, direttore IdO- ed è totalmente diverso intervenire nella scuola dell’infanzia piuttosto che alle elementari o alle medie. Sono tutte modalità diverse- spiega lo psicoterapeuta dell’età evolutiva- e ne dobbiamo tenere conto, perché non può esserci una modalità unica di trattamento”.Le sei relatrici dell’IdO (Sara Rocco, logopedista e psicomotricità; Silvia Santurro, logopedista e psicomotricità; Pamela Piccari, psicologa; Simona d’Errico, coordinatrice del progetto Tartaruga; Federica Milana, psicologa; e Mariapaola Sforza, psicologa e psicoterapeuta) hanno approfondito oggi tre aree: la sensorialità , la logopedia e la psicomotricità. AREA SENSORIALITA’ – “Le anomalie della processazione sensoriale rappresentano un aspetto oramai considerato caratteristico all’interno dei disturbi dello spettro autistico. Una valutazione sia qualitativa che quantitativa- spiegano le esperte- attraverso strumenti specifici, che permette di orientare l’intervento terapeutico, valutando la componente neurobiologica relativa alla disfunzionalità sensoriale e le risposte emotive correlate manifestate dal bambino attraverso il corpo”. AREA PSICOMOTORIA – L’intervento psicomotorio all’interno del Progetto Tartaruga permette di intercettare i blocchi emotivi e le potenzialità latenti del bambino inscritte nel corpo: dal dialogo tonico all’organizzazione di uno schema corporeo e motorio che consente al bambino di sperimentare e sperimentarsi, di organizzarsi in base agli stimoli presenti stando in relazione e attraverso attività senso-motorie che veicolino l’accesso alla successiva area simbolica. AREA LOGOPEDICA – L’intervento logopedico rappresenta un continuum evolutivo all’interno del Progetto Tartaruga, che accompagna il bambino sin dal suo ingresso, declinandosi in un approccio terapeutico globale che prevede: disponibilità e intenzionalità nella relazione, organizzazione ortofonica, supporto sviluppo ed utilizzo funzionale del canale verbale, pre-requisiti degli apprendimenti e metacognizione linguistica. Il corso prevede ancora tre incontri e si concluderà il 24 aprile. È rivolto a psicologi, pediatri, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicomotricisti, educatori professionali, insegnanti di sostegno, insegnanti curriculari, pedagogisti, operatori del settore e genitori. L’obiettivo è diffondere un’informazione approfondita e fornire strumenti osservativi e operativi per predisporre opportuni interventi riabilitativi rivolti ai minori che rientrano nei disturbi dello spettro autistico alla luce dei risultati raggiunti attraverso l’approccio evolutivo DERBBI. Per rivedere le lezioni e avere ulteriori informazioni è possibile consultare questo link: https://www.ortofonologia.it/corso-autismo-progetto-riabilitativo-tartaruga-derbbi/

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Crisi in Mozambico: attacchi simultanei e sparatorie ovunque nel nord del Paese

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2021

«Stiamo correndo, scappando, per nasconderci sulla spiaggia. Ci sono sparatorie ovunque». É la drammatica testimonianza di un abitante della città di Palma, nel nord del Mozambico. Il concitato messaggio è stato registrato a metà pomeriggio di due giorni fa, 24 marzo, dopo l’attacco alla città da parte di gruppi armati. Nella registrazione, ricevuta dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), si sente chiaramente che l’uomo corre mentre dice anche che «le case sono abbandonate», segno che l’intera popolazione è fuggita dalle proprie abitazioni. Gli eventi vengono seguiti con grande preoccupazione da Pemba, capitale della provincia di Cabo Delgado. Sono molti anche i sacerdoti e le suore che hanno dovuto lasciare le loro parrocchie e missioni a causa degli attacchi armati che affliggono dal 2017 questa regione del Mozambico settentrionale.Don Kwiriwi Fonseca, uno dei responsabili della comunicazione della diocesi di Pemba, ha spiegato ad ACS che «gli attacchi» sono avvenuti «simultaneamente nella città di Manguna e nei quartieri di Quibuite e Quilaua della città di Palma». Padre Edegard Silva è un missionario brasiliano attualmente a Pemba. La sua parrocchia del Sacro Cuore di Gesù nel distretto di Muidumbe è stata teatro di uno dei più violenti attacchi terroristici del 2020. Il missionario ha riferito ad ACS che l’attacco di ieri era previsto «perché negli ultimi quindici giorni i criminali e gli insorti avevano perpetrato una serie di attacchi nella regione di Nangade e praticamente tutte le comunità confinanti con Palma erano già state attaccate». Padre Edegard ha confermato che la popolazione è attualmente in fuga a causa dell’attacco armato: «Molti parenti dei nostri catechisti di Palma ci hanno contattato per informarci che stanno fuggendo. Quando si verificano questi attacchi le persone scappano in montagna ed è difficile comunicare a causa del segnale debole e delle batterie mobili scariche». Il sacerdote ha aggiunto che la città di Palma si trova nella regione «dove si sta portando avanti il ​​grande progetto di esplorazione del gas della multinazionale Total» e che molti osservatori sottolineano che questo è una delle ragioni della «rivolta», come spesso viene chiamata questa situazione di violenza a livello locale.Cabo Delgado è teatro di attacchi da parte di gruppi armati legati a jihadisti del sedicente Stato Islamico dall’ottobre 2017, il che ha generato una gravissima crisi umanitaria. Secondo le Nazioni Unite alla fine dello scorso anno c’erano già più di 670.000 sfollati e oltre duemila morti.Aiuto alla Chiesa che Soffre ha sostenuto fin dall’inizio gli sforzi della Chiesa locale per aiutare la popolazione sfollata, e ha assicurato un primo soccorso d’urgenza di 160.000 euro. ACS fornisce inoltre contributi per il sostentamento di sacerdoti e religiose, finanzia seminari, attività di formazione religiosa e altri progetti per far fronte ai bisogni più urgenti della vita della Chiesa, sia a Pemba sia in tutto il restante territorio del Mozambico.

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