Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for febbraio 2021

Malattie rare, un’emergenza nell’emergenza

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

“In questo 2021 in cui siamo ancora alle prese con una crisi pandemica che ha sottoposto a una durissima prova i servizi sanitari di tutto il mondo, ostacolando l’assistenza per larghe fasce della popolazione, è fondamentale non dimenticare i 300 milioni di persone affette dalle 6000 malattie rare oggi conosciute, per le quali ricevere le cure necessarie è sempre difficile” dichiara il presidente della FOFI Andrea Mandelli alla vigilia della Giornata Mondiale delle Malattie Rare (28 febbraio). Si stima che queste patologie coinvolgano in Italia circa un milione di persone e, prosegue il presidente della FOFI, “per molte di queste persone essere visitate dallo specialista o ricevere i trattamenti previsti comporta spesso trasferte in centri lontani dalla propria abitazione, un disagio che è stato aggravato nel periodo del lockdown e non soltanto, senza contare che numerose malattie rare, come quelle polmonari croniche o i deficit immunitari, possono favorire il contagio da SARS-CoV-2. La pandemia ha dimostrato che in Italia è indispensabile un ripensamento dell’assistenza territoriale e questo dovrà assolutamente tenere conto anche dei bisogni di questi pazienti”.

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In Italia crisi sociale senza precedenti

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

“L’impatto della crisi sociale, che ora non avvertiamo grazie alle soluzioni di welfare adottate, rischia di essere devastante: già a maggio scorso stimavamo che oltre 1 milione di minori in più avrebbe potuto trovarsi in condizioni di povertà assoluta entro la fine dell’anno in conseguenza delle privazioni sociali ed economiche dovute alla crisi sanitaria”. È quanto ha riferito il presidente di Save the Children Italia Claudio Tesauro, intervistato da Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria dell’Università di Parma e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid), nell’ambito di UNIPR On Air, la rassegna di interviste online dell’Università di Parma. Nel corso dell’intervista, visibile al link https://youtu.be/4PNoVrgmcdA, Susanna Esposito e Claudio Tesauro hanno dialogato sul tema dell’obiettivo numero 1 dell’Agenda Globale 2030, “Sconfiggere la povertà”, concentrandosi sulle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza anche alla luce della crisi determinata dalla pandemia. Tra le conseguenze più preoccupanti della pandemia ci sono quelle socio-economiche che rischiano di aumentare le diseguaglianze sociali, con milioni di famiglie in difficoltà.
Secondo una stima elaborata da Save the Children sulla base di un’indagine Ipsos condotta in Italia per l’Organizzazione, quest’anno circa 34 mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado, a causa delle assenze prolungate, potrebbero aggiungersi alla lista della dispersione scolastica, a causa della difficoltà di seguire le lezioni a distanza o della non accessibilità ai dispositivi digitali.
Già dai primi mesi della pandemia Save the Children ha avviato nei quartieri privi di servizi delle città italiane un’attività sul campo attraverso la rete dei propri 26 punti luce, luoghi di aggregazione con sostegno scolastico, ma anche sport, laboratori, teatro, musica, ecc. “Le periferie sono luoghi e spazi rimasti privi di un interesse politico comune – ha riferito Claudio Tesauro nel corso dell’intervista con Susanna Esposito – dove i disagi si sommano, si incontrano i dati più alti sulla dispersione scolastica, la composizione mista di famiglie composte tra migranti e seconde generazioni, la disoccupazione, il lavoro in nero, l’assenza di spazi verdi, luoghi di incontro, biblioteche e quant’altro. Sono i luoghi dove si realizza la segregazione educativa e dove i bambini vivono in circuiti chiusi e dove viene mortificata la loro crescita e i loro sogni. Se il contrasto alla povertà educativa è una priorità, – ha aggiunto – è nei luoghi più deprivati che dobbiamo intervenire, per aiutare ragazzi e ragazze nella loro crescita, a metterli in condizione di sperimentare cose nuove e mettere le ali ai loro talenti. Sostenerli nella crescita della loro educazione, ma anche nello sviluppo delle loro esperienze, passioni ed emozioni, per far emergere tutti gli strumenti utili per potere essere parte attiva in questo mondo che procede in maniera veloce, connessa e complessa”. Non è mancato, con l’esplosione della pandemia, un impegno solidale e attivo che ha coinvolto oltre le istituzioni anche attori privati, con esempi che hanno contribuito al contrasto all’emergenza sanitaria, ma anche a quella economica e sociale. “La borghesia produttiva italiana – ha riferito Claudio Tesauro nel corso dell’intervista a UNIPR On Air – quella della classe dirigente privata più ricca e agiata, che finora ha dato prova di grande generosità aziendale e personale, dovrebbe assumere un progetto per il paese. L’emergenza Covid – ha aggiunto Tesauro – ci ha ricordato l’importanza delle alleanze e della rete per affrontare le sfide che abbiamo di fronte. I diritti dei minori dovrebbero essere la bussola per intervenire nel presente e riscrivere il futuro. È necessario e inevitabile un impegno collettivo, che veda tutti coinvolti, non possiamo permettere che l’epidemia tolga ai bambini e agli adolescenti in Italia la possibilità di crescere e sviluppare. Dobbiamo agire per non privarli del loro futuro. L’educazione rappresenta per i nostri bambini l’ancora di salvezza per un’opportunità nel presente e per avere la libertà di per poter scegliere il proprio futuro, soprattutto nei contesti più disagiati”.

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GameStop: una moderna piramide finanziaria?

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

By Mario Lettieri e Paolo Raimondi. Da un po’ di tempo si narra la favola dell’assalto dei piccoli risparmiatori e dei microinvestitori contro i big di Wall Street. Perché solo i giganti della finanza dovrebbero fare grandi profitti, si dice, e la massa di piccoli e piccolissimi investitori no? Organizzate intorno a delle piattaforme speciali di trading online, a volte con nomi seducenti, come l’app di brokeraggio Robinhood Markets Inc., milioni di persone, giovani, pensionati, lavoratori, studenti e in genere risparmiatori, avrebbero formato una falange armata e starebbero sfidando i grandi fondi, inclusi gli hedge fund speculativi. La narrazione continua. Sarebbe la vittoria della “speculazione popolare e democratica” contro quella delle elite finanziarie. E’ doveroso, comunque, ricordare che, secondo la Goldman Sachs, il commercio al dettaglio di singole azioni rappresenta già ora circa il 25% del volume complessivo del mercato azionario di Wall Street rispetto al 10% del 2019.Il racconto è nato, soprattutto, intorno a GameStop Corp., la multinazionale di videogiochi con sede in Texas. Nonostante il suo prolungato dissesto, nel mese di gennaio, all’improvviso, il suo valore di listino schizzò da 17 a 483 dollari. Un aumento di 28 volte in tre settimane! GameStop ha 47 milioni di azioni. In questo breve lasso di tempo le sue azioni hanno cambiato di mano 554 milioni di volte, più di 11 volte il totale di tutte quelle disponibili. All’inizio di febbraio, però, crollò a 50 dollari. Una chiara operazione speculativa.Investor’s Business Daily, organo specializzato sul mercato azionario, riporta che un gruppo ristretto di hedge fund e pochi altri grandi investitori avrebbero guadagnato con le loro azioni GameStop circa 16 miliardi di dollari. Analisi condivisa dal Washington Post. La dinamica è la solita: i piccoli vengono convinti a comprare le azioni facendo salire il loro valore mentre i big le vendono prima del loro crollo. Così le vendite fanno crollare il prezzo. Una parte importante di simili “giochi al massacro” sarebbe orchestrata attraverso derivati finanziari: scommesse al ribasso e allo scoperto fatte da chi già sa che il valore delle azioni crollerà. Nulla di nuovo, se non il cannibalismo tra grossi pescecani, con il crescente rischio di crisi sistemiche.
La novità è che il “giochino” altro non è che una piramide finanziaria, costruita con strumenti più sofisticati. In passato, i costruttori di piramidi finanziarie raccoglievano soldi tra piccoli risparmiatori, attratti da promesse di notevoli guadagni. Raggiunto un bel gruzzolo, i costruttori-truffatori sparivano nottetempo lasciando i malcapitati con un pugno di mosche. Adesso, invece, simili operazioni sono fatte con i nuovi strumenti tecnologici online, con gli smartphone e con le monete digitali, utilizzando piattaforme compiacenti. Però, il metodo non cambia. Negli Usa il problema è esploso, tanto che alcune agenzie governative, come la Security Exchange Commission, hanno aperto delle indagini per verificare l’eventuale manipolazione del mercato.Verifiche in tal senso stanno compiendo anche il Dipartimento del Tesoro e quello di Giustizia del governo Biden, nonché il procuratore generale di San Francisco, che ha citato in giudizio numerosi broker coinvolti. La citata app Robinhood dovrebbe affrontare dozzine di cause legali con persone che sostengono che la società avrebbe manipolato il mercato. Il Comitato per i servizi finanziari della Camera dei Deputati americana ha convocato delle udienze su questo e altri casi simili, con un focus sulle vendite allo scoperto e sulle piattaforme di trading online. Annunciando i lavori, la presidente della Commissione, Maxine Waters, ha dichiarato: “Gli hedge fund hanno una lunga storia di comportamenti predatori del tutto indifendibili. I fondi privati ​​che depredano i fondi pensione dei cittadini americani, che lavorano sodo, devono essere fermati. I fondi privati, ​​che effettuano vendite predatorie allo scoperto a scapito di altri investitori, devono essere fermati. I fondi privati ​​impegnati in strategie “da avvoltoi”, che danneggiano i lavoratori, devono essere fermati”. Ci sembra tutto un déjà vu, una riedizione del 2008 in salse diverse. Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista

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Conoscere l’Islam sciita

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Tappa importante del viaggio sarà anche l’incontro con l’Ayatollah al-Sistani, il 6 marzo, nella città santa di Najaf, dove sono conservate le spoglie di ‘Ali, il cugino e genero di Muhammad che gli sciiti riconoscono come primo imam. Una breve guida risponde alla domanda, sempre attuale, sulle principali differenze tra sunniti e sciiti, le due grande confessioni in cui si riconoscono la stragrande maggioranza dei musulmani e che in sostanza vertono sulla questione dell’autorità: non solo nel senso di un dissenso intorno a chi deve essere autorità (‘Ali e la sua famiglia o un califfo scelto dalla comunità?), ma anche e più profondamente intorno a che cosa significa essere autorità. A questo proposito un’antologia di testi tratti dalla più antica raccolta di hadīth sciiti, al-Kāfī di al-Kulaynī (864-941), permetterà di conoscere più da vicino la figura dell’Imam, centrale nel pensiero e nella spiritualità di questa tradizione religiosa. E tuttavia per gli sciiti iracheni, come per quelli iraniani e libanesi, la catena degli imam si è interrotta nell’874, quando il dodicesimo di essi è entrato in occultamento. Il suo ruolo è stato quindi assunto progressivamente dagli esperti di religione (“il clero”), come illustra magistralmente Rainer Brunner. A differenza dell’Iran, l’Ayatollah al-Sistani, a capo dell’istituzione largamente informale dalla marja‘iyya, si oppone tuttavia a un diretto coinvolgimento degli uomini di religione in politica, preferendo mantenere un profilo super partes. (fonte:Fondazione Oasis)

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Cristiani d’oriente e convivenza interreligiosa

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Prima di tutto, chi sono i cristiani che il Papa incontrerà? Come nel resto del Medio Oriente, la Chiesa cattolica in Iraq si articola in diversi riti, una singolarità che è frutto di un passato complesso e che ricapitoliamo in una breve bussola. La maggior parte dei fedeli appartengono oggi alle comunità caldea (di tradizione siro-orientale), siro-cattolica (di tradizione siro-occidentale) e latina. L’articolo di S.Em. il Cardinal Sako dettaglia nello specifico le tormentate vicende della Chiesa caldea, di cui è Patriarca dal 2013. Parte di quella Chiesa d’Oriente le cui radici affondano al primo secolo dell’era cristiana e protagonista nel Medio Evo di una straordinaria fioritura missionaria, che arrivò a toccare la Cina, dopo la conquista mongola questa Chiesa fu costretta a ripiegare nella regione dell’Alta Mesopotamia, in particolare nella Piana di Ninive, che il Papa visiterà il 7 marzo. Vittime del primo genocidio del XX secolo, il dimenticato Sayfo, le chiese siriache e caldee sono state di nuovo aggredite da ISIS durante gli anni terribili del “califfato”, come racconta Maria Laura Conte in un reportage realizzato nel vivo della tragedia. Si sa che la furia di ISIS, dopo aver compiuto una pulizia religiosa, si era accanita anche contro i segni che a Mosul testimoniavano di un’autentica “simbiosi cristiano-musulmana”: proprio per questo sono particolarmente preziose le immagini di un patrimonio in gran parte perduto raccolte da Amir Harrak. Se il processo di ricostruzione degli edifici è in corso, molto più faticoso è riedificare l’umano e sanare le ferite inferte dal nuovo genocidio.
Ne parla l’Arcivescovo caldeo di Mosul, per cui la priorità è insieme salvare gli esseri umani e la loro cultura. Ma questo non potrà avvenire, ricorda la studiosa irachena Amal Marogy attingendo alla sua memoria familiare, senza perdono, perché «la via della giustizia riparativa è la via biblica per eccellenza» e coinvolge tutti i cristiani senza distinzioni. Anzi, questo “ecumenismo del sangue”, secondo l’espressione cara a Papa Francesco, è fondamentale per il cammino ecumenico con le chiese ortodosse orientali e le comunità evangeliche. La dimensione del martirio, peraltro, sarà presente fin da subito nel viaggio papale: il primo giorno infatti si concluderà con un momento di preghiera presso la cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad, teatro nel 2010 di un feroce massacro di al-Qaeda, a ricordare che le piaghe del jihadismo e del fanatismo religioso precedono l’avvento di ISIS. I 48 cristiani morti durante l’attacco, tra cui un bambino ancora non nato e uno di tre mesi, sono stati proclamati servi di Dio nell’ottobre 2020 dopo la conclusione della fase diocesana del processo di canonizzazione. (fonte:Fondazione Oasis)

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Il Papa in viaggio verso l’Iraq

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Il viaggio in Iraq dal 5 all’8 marzo, il primo nel mondo trasformato dalla pandemia, mette nuovamente al centro una periferia. Certo non è privo di rischi, come sono venuti a ricordare i recentissimi attacchi ad Erbil, anche se Francesco ha già chiarito la sua opinione in merito nel 2015, quando scelse di inaugurare il giubileo della misericordia da Bangui, capitale di una Repubblica Centrafricana dilaniata dalla guerra civile, specificando che ci sarebbe andato «pure col paracadute». E s’inserisce senza dubbio in una realtà molto complessa, sia dal punto di vista religioso, che etnico, linguistico e politico. Del resto ci sarà una ragione se la Genesi situa proprio in Mesopotamia, a Babele, la fine dell’unità indifferenziata del genere umano, nella mitica era anteriore al Diluvio, con la suddivisione in popoli e lingue e quindi con l’inizio della politica.Tre sembrano essere gli assi portanti di questo viaggio: l’incontro con la comunità cristiana, il dialogo con l’Islam, soprattutto sciita, e la riflessione sulla crisi politica in cui l’Iraq si dibatte da decenni. Per aiutare a comprendere queste tre dimensioni, Oasis ha pensato a questo speciale, attingendo all’ampio materiale pubblicato negli ultimi anni e arricchendolo ulteriormente con un’intervista a Jawad al-Khoei, segretario generale dell’Istituto al-Khoei di Najaf.

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Papa Francesco è atteso con impazienza in Iraq

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

I cristiani perseguitati e oppressi del Paese confidano infatti in un incoraggiamento e in una guida spirituale. Molti di loro hanno tuttavia già sperimentato con modalità insolite l’aiuto del Santo Padre molto prima della sua visita. Nel novembre 2017 Papa Francesco ha ricevuto in dono dalla casa automobilistica Lamborghini un numero unico del modello Huracán. Il Santo Padre, dopo averne autografato il cofano, ha deciso di vendere all’asta l’autovettura per destinare il ricavato in beneficenza. Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) è stata una delle organizzazioni alle quali il Pontefice ha devoluto la somma raccolta. Alla fondazione pontificia sono stati infatti affidati 200.000 euro che ACS, su indicazione del Santo Padre, ha destinato al sostegno delle comunità cristiane che in Iraq, nella Piana di Ninive, dopo la disarticolazione militare del sedicente Stato Islamico, avevano immediatamente espresso il desiderio di rientrare nei propri villaggi. Sono stati «realizzati due progetti a sostegno dei cristiani della Piana di Ninive grazie alla Lamborghini donata da Papa Francesco», commenta Alessandro Monteduro, direttore di ACS Italia. «Il primo è la ricostruzione della sala polivalente siro-cattolica intitolata alla Vergine Maria a Bashiqa, totalmente distrutta dai jihadisti dell’ISIS. Dei 200.000 euro donati dal Papa, ACS ha destinato a questa iniziativa 166.000 euro, ai quali sono stati aggiunti altri 124.000 euro offerti dai benefattori della Fondazione, per un totale di 290.000 euro». La seconda iniziativa è la ricostruzione della scuola materna siro-cattolica anch’essa intitolata alla Vergine Maria a Bashiqa, parzialmente devastata dagli estremisti islamici. «Dei 200.000 euro donati dal Papa, ACS ha destinato a questa iniziativa 34.000 euro. L’edificio, che accoglierà circa 70 bambini, è ormai completato, anche se le attività non hanno avuto ancora inizio a causa della pandemia da Covid-19», aggiunge Monteduro.
«Siamo felici di terminare i lavori della scuola materna Vergine Maria, il che aiuterà e incoraggerà i nostri bambini a tornare a Bashiqa e a studiare ancora», commentano mons. Yohanna Boutros Mouche, vescovo siro-cattolico di Mosul, e Don Rezqallah Alsimanni, parroco della chiesa della Vergine Maria. Secondo gli ultimi dati di ACS, aggiornati al 12 gennaio 2021, oltre il 45% delle famiglie originariamente residenti nella Piana di Ninive, e scacciate dalla violenza islamista, è tornato a casa, grazie anche al grande sforzo di solidarietà profuso dalla comunità cattolica internazionale, a cominciare dai benefattori di ACS. Le case ricostruite con il contributo di diverse organizzazioni sono quasi il 57% di quelle distrutte. «Con i due progetti descritti – conclude Alessandro Monteduro – Aiuto alla Chiesa che Soffre ha voluto onorare la donazione del Santo Padre ponendosi concretamente a fianco dei cristiani aggrediti dall’ISIS, ed è lieta che essi siano stati terminati a ridosso dello storico Viaggio apostolico dello stesso Francesco in Iraq».

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Purim: una festa sempre attuale che ricorda l’eterna lotta del popolo ebraico contro l’antisemitismo

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

By Ugo Volli. Le feste ebraiche molto spesso hanno un doppio significato, storico/politico ed etico/religioso; e inoltre hanno della caratteristiche espressive e pedagogiche, che le rendono facili da comunicare e da ricordare. Ma non bisogna confondere questa dimensione comunicativa della festa con il suo significato o i suoi significati.A Shavuot per esempio è d’uso mangiare cibi a base di latte e di formaggio; la spiegazione che se ne dà è spesso simbolica:“Il latte è sangue raffinato; infatti in un processo complesso e meraviglioso le ghiandole mammarie trasformano il sangue in puro latte bianco. C’è qualcosa di particolarmente soprannaturale in questo processo: prendere un liquido acre e spiacevole quanto il sangue e trasformarlo in cibo nutriente e commestibile è incredibilmente miracoloso. Anche noi possiamo simulare questo miracolo nelle nostre vite. Il sangue rappresenta la passione cruda e l’istinto indomito. Mentre il latte è simbolo di un carattere puro e raffinato. Fare latte dal sangue, ovvero raffinare i nostri istinti più bassi, è lo scopo della nostra vita”.E però la festa celebra il dono della Torah, riassorbendo un’antica festa agricola.Così a Pesach con le matzot e il rituale del Seder; ma il senso della festa è la conquista della libertà collettiva del popolo ebraico e la riaffermazione del potere divino sull’oppressione umana; Chanukkà colpisce per i lumi esposti in pubblico per ricordare i miracoli, ma essi poi in sostanza sono la vittoria della resistenza ebraica sul dominio ellenistico e la sopravvivenza della cultura tradizionale di Israele in mezzo a un mondo assai più forte, insieme seducente e ostile.Così è soprattutto per Purim, la festa che inizia questo giovedì sera. C’è chi ritiene che il cuore della festa sia il mascheramento, il fracasso, il teatro e l’abbondante uso del vino – “come fosse Carnevale”. Ma queste sono semplicemente le forme che la festa ha assunto nel corso del tempo per ragioni pedagogiche. In realtà si tratta della ricorrenza più politica del calendario liturgico ebraico. Basta leggere con attenzione la Meghillà per vederlo. Segnalo a questo proposito il bellissimo libro di Yoram Hazony, oggi forse il più importante filosofo ebraico: God and Politics in Esther, purtroppo disponibile solo in ebraico e in inglese. In sostanza la storia è quella di un complotto antisemita, del progetto di eliminare tutti gli ebrei dell’impero persiano, cioè tutti gli ebrei del mondo, dato che gli insediamenti ebraici di quel tempo (Israele, Egitto, Mesoptamia, Persia vera e propria) erano compresi nel territorio dell’impero. Il complotto viene sconfitto da una contro-congiura di palazzo, in cui ha parte essenziale Esther, una fanciulla ebrea che diventa avventurosamente regina senza rivelare la sua identità nazionale. Al culmine della storia i due complotti si scontrano in un confronto teatrale davanti al sovrano, in cui ha la meglio Esther; ma dopo avviene uno scontro armato, in cui ancora prevalgono gli ebrei e gli antisemiti vengono liquidati. Il senso religioso della festa ha a che fare col suo andamento apparentemente casuale (la parola Purim viene tradotta come “le sorti”, ma non compare altrove nelle Scritture ed è probabilmente un prestito dal persiano). L’assenza del nome divino dalla versione ebraica del testo e l’aspetto profano della narrazione alludono all’azione nascosta della provvidenza. In ambienti segnati dalle persecuzioni, come gli ebrei della penisola iberica nel Cinquecento, Esther rappresenta la difficile resistenza di chi deve nascondere la propria appartenenza.Il piano politico o nazionale della festa è più chiaro. Si tratta dell’antisemitismo e della battaglia per sconfiggerlo, che si ripete continuamente nella storia, sempre con grandi difficoltà e sofferenze. Non a caso il cattivo della storia, il vicerè Haman, è presentato come un discendente del primo nemico del popolo ebraico nell’Esodo, Amalek. Per questo la considerazione del Talmud che la festa di Purim sarà celebrata anche quando tutte le altre feste saranno state abolite (in epoca messianica), non è affatto consolante, perché sembra alludere alla previsione della perennità dell’antisemitismo, come del resto si ritrova in un passaggio chiave della Haggadà di Pesach, dove si dice che tutte le generazioni future dovranno fare i conti con l’odio di chi vuole distruggere Israele.
La lezione positiva della festa di Purim è che è possibile sconfiggere l’antisemitismo, anzi che bisogna farlo, combattendo sul piano politico-diplomatico ma anche su quello della prova di forza. Non è un caso che un grande antisemita come Martin Lutero abbia dichiarato di odiare il Libro di Esther e di preferire che fosse escluso dal canone biblico. E neanche che Julius Streicher. il direttore di “Der Sturmer” e il maggiore specialista, per così dire, di antisemitismo del regime nazista, proprio prima di essere impiccato a Norimberga per i suoi crimini, abbia accostato la sua sorte a quella di Haman, esclamando come ultima parola “Purimfest!”
Come si vede non vi è nulla di infantile, nulla di “carnevalesco”, di puramente “teatrale” in questa ricorrenza che pure è celebrativa e gioiosa. Si tratta solo di uno strato superficiale, che serve a coinvolgere i bambini e magari a confondere i nemici. Sentendo recitare la storia della persecuzione fallita, com’è precetto della festa, siamo invece invitati a pensare alle vie nascoste della provvidenza ma anche alla necessità di resistere all’oppressione, ai costi richiesti dalla sopravvivenza di un piccolo popolo “separato”; facendo i doni alimentari (e non) che sono un altro obbligo della festa, siamo richiamati al legame di solidarietà e di appoggio reciproco che sono alla base dell’esistenza collettiva del popolo. Va benissimo festeggiare, mascherarsi e cantare; ma bisogna anche sapere che questa gioia deriva dalla celebrazione di una vittoria difficile e imprevista contro un progetto di “soluzione finale”. (fonte: https://www.facebook.com/FocusOnIsrael

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Prosegue il ciclo di seminari “Per una scuola inclusiva”

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Sono stati organizzati dal Corso di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità dell’Università di Parma. ll terzo appuntamento, “NOT just another brick in the wall”, si svolgerà online il 3 marzo alle 16 e tratterà il tema dei “laboratori”. L’introduzione “Learning by observing and pitching in anche a scuola e all’università” di Paolo Calidoni, docente di Didattica e ricerca educativa all’Università di Parma, sarà seguita dalla relazione “Tecnica e spontaneità per una scuola inclusiva” della docente dell’Università di Padova Marina Santi.Il seminario è un’iniziativa di formazione per gli insegnanti riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione nel portale SOFIA. Collegandosi al link https://elly2020.scuola.unipr.it/mod/page/view.php?id=2676 si possono trovare i codici per poter procedere con l’iscrizione entro il 28 febbraio e quindi ottenere l’attestato di partecipazione.

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“Rinnovamento delle Pa e nuovo reclutamento”

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

È il titolo del convegno organizzato dalla Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (Rglps), con il sostegno della Fp Cgil, in programma venerdì 5 marzo in diretta sulle pagine Facebook di Collettiva e della Fp Cgil dalle ore 10 alle ore 13.30.L’iniziativa, aperta dai saluti di Serena Sorrentino (Segretaria generale Fp Cgil) e introdotta da Umberto Carabelli (Direttore Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale), vedrà la partecipazione di: Giancarlo Vecchi (Professore nel Politecnico di Milano): ‘Il reclutamento e la formazione nella PA: l’esigenza di individuare i profili di competenza necessari e sviluppare la formazione continua’; Antonio Naddeo (Presidente Aran): ‘Il reclutamento nelle PA: sistema degli inquadramenti nei contratti collettivi e fabbisogni reali di personale’; Sergio Gasparrini (Magistrato della Corte dei Conti): ‘Programmazione delle assunzioni: amministrazioni pubbliche a metà del guado tra vecchie prassi e nuove prospettive’; Alessandro Boscati (Professore nell’Università Statale di Milano): ‘Dalle esigenze dell’organizzazione alle modalità di reclutamento: punti critici della disciplina vigente e possibili interventi di riforma’; Vincenzo Luciani (Professore nell’Università degli Studi di Salerno): ‘I concorsi pubblici tra merito e imparzialità: quali modelli per soddisfare realmente i bisogni delle amministrazioni’; Barbara Gagliardi (Professoressa nell’Università degli Studi di Torino): ‘Ai confini del concorso pubblico: modelli atipici di concorso e nuove esigenze di reclutamento’; Lorenzo Zoppoli (Professore nell’Università degli Studi di Napoli – Federico II): ‘Il reclutamento nelle pubbliche amministrazioni tra vincoli, parodie, buone pratiche ed emergenze. Come migliorare il sistema’. A chiudere i lavori Umberto Carabelli. Appuntamento venerdì 5 marzo in diretta Facebook dalle ore 10 sulle pagine di Collettiva e della Fp Cgil.

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Con il primo episodio dedicato all’Architettura esordisce “SIE7E”

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

La serie performativa “SIE7E” (Italia – Spagna, 2021) rappresenta un incontro artistico e culturale che si manifesta concretamente in una collaborazione a distanza nella quale due compagnie artistiche, una italiana e l’altra spagnola, creano un progetto audiovisivo destinato al web.Il progetto, fortemente voluto e promosso dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, nasce dall’incontro tra Instabili Vaganti e il collettivo spagnolo Cross Border Project in collaborazione con il Teatro de La Abadia di Madrid, ed esplora sette arti in altrettanti episodi coinvolgendo nella ricerca artisti di diverse discipline, tra cui teatro, danza, musica, fotografia e arti visive.Dopo l’uscita del trailer in anteprima, avvenuta l’11 febbraio scorso, il progetto “SIE7E” inizia ora il suo percorso in sette appuntamenti. Si parte con il primo episodio dedicato all’Architettura che vede le due Compagnie protagoniste in un processo narrativo realizzato a distanza, con il medesimo tema indagato attraverso un linguaggio transmediale che combina teatro, arti visive a audiovisive. In questo episodio la Compagnia Instabili Vaganti – formata dalla regista Anna Dora Dorno, dal performer Nicola Pianzola e dal musicista e compositore Riccardo Nanni – collabora con la coreografa e performer Elena Copelli per unirsi virtualmente al collettivo Cross Border Project e alla loro regista Lucía Miranda, che ha intervistato l’architetto spagnolo Luis Antonio Rodríguez. Il percorso drammaturgico intreccia testimonianze di vita reale con testi tratti dall’opera scenica The Global City di Nicola Pianzola e alcune citazioni dal testo L’architettura è una scala del Prof. e Arch. Stefano Mavili.Grazie al supporto del Comune di Bologna gli Instabili Vaganti scelgono, come location del primo episodio, il Padiglione Esprit Nouveau, una ricostruzione fedele nei dettagli del medesimo edificio ideato da Le Corbusier in occasione dell’Exposition International des Arts Décoratifs di Parigi del 1925, che si colloca nello spazio verde antistante l’area fieristica Bologna. Il Padiglione – voluto nel 1977 dagli architetti Giuliano e Glauco Gresleri e di José Oubrerie e realizzato sotto la direzione artistica e l’alta sorveglianza della Fondazione Le Corbusier di Parigi – è manifestazione di quell’Arte che da sempre coniuga bellezza e funzionalità, ricerca ed espressione. L’opera, che è vincolata dagli strumenti urbanistici del Comune di Bologna come “Edificio di interesse storico architettonico del moderno” assieme a tutto il complesso del Fiera District, grazie ad un recente restauro completo risponde ancora oggi alla funzione di spazio espositivo.

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Il rilancio dell’agricoltura

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Deve tradursi quanto prima in impegni precisi e misurabili per permettere a tutti i soggetti coinvolti di entrare nel merito, valutando le misure proposte – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Con le sue prime dichiarazioni, il neo ministro per le Politiche agricole Patuanelli ha fatto capire che intende proseguire sulla linea tracciata dal precedente Governo Conte, garantendo coerenza fra le politiche nazionali ed europee. E’ giunto ora il momento di entrare nel dettaglio e definire gli strumenti operativi, a partire dalla ripartizione delle risorse tra le varie voci di spesa.Occorre soprattutto sciogliere alcuni nodi fondamentali, come quello degli allevamenti intensivi, che richiedono strategie efficaci per la trasformazione di attività che non sono più sostenibili – continua Tiso. Gli operatori del settore e dell’indotto hanno bisogno di sapere come intende procedere il Governo Draghi anche riguardo alla promozione dell’agroecologia e al bando dei pesticidi più dannosi. La tutela per l’ambiente, inoltre, può e deve andare di pari passo con l’innovazione tecnologica, mettendo gli strumenti dell’agricoltura 4.0 a disposizione anche dei piccoli e medi agricoltori, che farebbero più fatica ad aggiornarsi se lasciati a loro stessi.Il programma per la transizione ecologica va riempito al più presto di contenuti per avviare un tavolo di confronto che consenta di renderlo il più vicino possibile alle esigenze dell’agricoltura. Chiediamo quindi a Patuanelli di compiere questo primo indispensabile passo, perché senza proposte concrete qualsiasi dibattito è destinato a rimanere sterile.

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Tumore della prostata

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

In Italia il tumore della prostata è il più frequente fra gli uomini, con circa 36mila nuove diagnosi stimate nel 2020. Grazie alla prevenzione e ai progressi della ricerca, è una delle neoplasie che, negli ultimi cinque anni (2015-2020), ha fatto registrare il maggior calo di mortalità (-15,6%).Per le forme non metastatiche e resistenti alla castrazione, da oggi negli ospedali del nostro Paese è disponibile una nuova arma, darolutamide, che migliora sia la sopravvivenza globale, con una riduzione del rischio di morte del 31%, che la sopravvivenza libera da metastasi, senza compromettere la qualità di vita. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato la rimborsabilità di darolutamide, inibitore orale del recettore per gli androgeni sviluppato da Bayer in collaborazione con Orion Corporation, nel trattamento del carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC) ad alto rischio di sviluppare malattia metastatica.A marzo 2020, darolutamide è stato approvato da EMA (Agenzia Europea del Farmaco) sulla base dei dati dello studio internazionale di fase 3 ARAMIS, pubblicato sul The New England Journal of Medicine, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza del farmaco in associazione alla terapia di deprivazione androgenica (ADT), rispetto a placebo associato a ADT. Sono stati coinvolti più di 1.500 pazienti. “La neoplasia che rimane confinata all’organo ma che, trattata con terapia di deprivazione androgenica, continua a progredire senza sviluppare metastasi, anche quando il valore di testosterone nell’organismo si riduce a livelli molto bassi, è conosciuta come carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico – spiega Giario Conti, Direttore Urologia all’Ospedale S. Anna di Como e Segretario della Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO) -. Questi pazienti generalmente non presentano sintomi e conducono una vita attiva. Ma circa un terzo sviluppa metastasi entro due anni. Nello studio ARAMIS, gli uomini trattati con darolutamide, associato a terapia di deprivazione androgenica, hanno mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza globale rispetto a placebo e ADT, con una riduzione del rischio di morte del 31% e un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da metastasi, con una mediana di 40,4 mesi rispetto a 18,4 mesi di placebo in associazione a ADT. Questi risultati sono associati anche ad un profilo di sicurezza favorevole che può implementare l’aderenza terapeutica, a limitati effetti collaterali e a un ritardo del tempo alla progressione del dolore rispetto a placebo. Gli obiettivi terapeutici nel carcinoma prostatico non metastatico sono ritardare la comparsa di metastasi e prolungare la sopravvivenza globale, mantenendo invariata la qualità di vita. Risultati raggiunti da questa nuova arma”. Darolutamide, grazie alla sua struttura chimica peculiare, inibisce la crescita delle cellule di carcinoma prostatico, limitando al contempo gli effetti collaterali che impattano sulla vita quotidiana. Darolutamide è un inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi) con una struttura chimica peculiare: si lega al recettore degli androgeni con un’elevata affinità e mostra una forte attività antagonista, inibendo la funzione del recettore e la crescita delle cellule di carcinoma prostatico. È inoltre in corso uno studio di Fase III (ARASENS) di darolutamide nel tumore della prostata ormono-sensibile metastatico. Informazioni sullo studio sono disponibili al sito http://www.clinicaltrials.gov.

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Mostra personale dell’artista fiorentina Paola Staccioli

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Mantova. La personale, curata da Arianna Sartori, si aprirà sabato 27 febbraio alle ore 16.00 in via Nievo 10, alla presenza dell’artista. Il lavoro di Paola Staccioli è stato presentato dalla Galleria Arianna Sartori nel febbraio 2012 in una personale a due insieme al padre Paolo e nel febbraio 2015 in una mostra personale che suscitò notevole interesse del pubblico e anche della critica. Oggi ritorna con una collezione di opere ceramiche realizzate negli ultimi mesi. Orario dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso Festivi La mostra di Paola Staccioli ripercorre – attraverso l’esperienza straordinaria della manipolazione della terra, nonché la lunga sperimentazione della tecnica dei lustri metallici – i motivi e le forme sapientemente indagate fin dal principio della sua carriera artistica, nello stile poetico e giocoso che da sempre caratterizza il suo linguaggio.Ogni scultura presente in mostra racconta la storia di una ricerca, di una tecnica pazientemente acquisita eppur consapevole che, con il medium della ceramica, il creatore è sempre chiamato ad interagire con forze sconosciute, con l’energia incontrollabile del fuoco, ed infine la rivelazione del colore al riverbero della luce. La ricerca di Paola canta da sempre alla meraviglia della complicità con la materia, dalla quale riesce a generare opere dalla forma mobile e vibrante: così i suoi vasi si lasciano piegare o dilatare da flussi di energie dirompenti, le epidermidi delle ciotole e delle teiere si piegano al carico dei motivi floreali ed orientaleggianti, offrendosi generose alla vibrazione della fonte luminosa.Le sculture, che richiamano la figura femminile dalle forme morbide e rassicuranti, sono fermate in attimi di sospensione a contemplare un universo di cui riescono a cogliere le più intime sfumature e di cui Paola Staccioli si conferma, anche in questa occasione espositiva, instancabile narratrice.

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Pompei: importante restauro sugli apparati decorativi

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Come una pellicola sbiadita dal tempo e restaurata, così riprende vita, in tutto il suo fulgore e vividezza, la grande pittura che orna la parete di fondo del giardino di questa casa, con la scena di caccia con animali selvatici, assieme alle scene di paesaggi egittizzanti popolati di Pigmei e animali del Delta del Nilo raffigurati sulle pareti laterali. Si trattava di soggetti spesso ricorrenti nella decorazione dei muri perimetrali dei giardini pompeiani, al fine di ampliare illusionisticamente le dimensioni di tali spazi ed evocare all’interno degli stessi un’atmosfera idilliaca e suggestiva. In questo caso, con ogni probabilità, il tema delle pitture testimoniava anche un legame e un interesse specifico che il proprietario della domus aveva per il mondo egizio e per il culto di Iside, particolarmente diffuso a Pompei negli ultimi anni di vita della città.Negli anni a causa della mancanza di una adeguata manutenzione e all’utilizzo di pratiche di restauro non idonee, si è assistito a un progressivo degrado dei dipinti e al danneggiamento degli affreschi, soprattutto nelle parti basse dove maggiormente influisce l’umidità. Grazie ad un intervento, molto complesso, si è potuti addivenire ad una pulitura della pellicola pittorica anche mediante l’utilizzo del laser, che ha permesso di ripulire porzioni importanti del dipinto, soprattutto nella parte relativa alla decorazione botanica dell’affresco. Le parti abrase del dipinto sono state recuperate attraverso un ritocco pittorico puntuale. Tutto l’ambiente è stato chiuso per evitare, per il futuro, infiltrazioni di acqua piovana e preservarne adeguatamente l’area. L’intervento è stato realizzato con fondi ordinari del Parco Archeologico di Pompei.La Casa dei Ceii, scavata tra il 1913 e il 1914, rappresenta uno dei rari esempi di dimora antica di età tardo-sannitica (II sec. a.C.). La proprietà della domus è stata attribuita al magistrato Lucius Ceius Secundus, sulla base di una iscrizione elettorale dipinta sul prospetto esterno della casa. La facciata della domus, con il suo rivestimento a riquadri in stucco bianco e l’alto portale coronato da capitelli cubici, è esemplificativa dell’aspetto severo che doveva avere una casa di livello medio d’età tardo sannitica (II sec. a.C.). Al centro dell’atrio tetrastilo peculiare è la vasca dell’impluvio, realizzata con frammenti di anfore posti di taglio, secondo una tecnica diffusa in Grecia ma che Pompei trova solo un altro confronto nella casa della Caccia Antica.La domus era stata oggetto negli anni passati, nell’ambito del Grande progetto Pompei, di interventi di riqualificazione, regimentazione delle acque meteoriche e manutenzione delle coperture, resisi necessari a causa di una progressiva perdita di funzionalità delle stesse, che negli anni stava esponendo ad un serio rischio degrado gli ambienti sottostanti, caratterizzati da intonaci decorati e pavimenti di grande pregio. Nella casa era stato riproposto parte dell’allestimento originario della dimora, con la ricollocazione del tavolo in marmo e della vera di pozzo nell’atrio, dove è anche visibile il calco di un armadio e il calco della porta di accesso della casa. Mentre nella cucina è visibile una piccola macina domestica. (Foto scena caccia copyright beni culturali Pompei)

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Relazione annuale del Fondo “Polis” in liquidazione

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Il Consiglio di Amministrazione di Polis Fondi SGR.p.A. ha approvato la relazione annuale al 31 dicembre 2020 del Fondo “Polis” in liquidazione, dalla quale emerge un valore complessivo netto del Fondo a fine esercizio pari a Euro 5.984.078 e un valore contabile unitario della quota pari a Euro 46,388.Il risultato dell’esercizio 2020, negativo per Euro 808.994, ha determinato una performance annuale del -10,82%.I componenti negativi che hanno determinato il risultato d’esercizio sono rappresentati da perdite da realizzi, da oneri per la gestione di beni immobili, da imposte sugli immobili e da oneri di gestione, mentre i componenti positivi sono rappresentati da ricavi per canoni di locazione, recuperi di spese e altri ricavi.Il rendimento medio annuo composto, calcolato dalla data di inizio dell’attività di gestione, risulta pari allo 0,63%.Per ogni ulteriore dettaglio in merito all’avanzamento della procedura di liquidazione del Fondo – le cui quote sono state cancellate dalla quotazione sul segmento MIV di Borsa Italiana S.p.A. a far data dal 30 dicembre 2020 – si rimanda alla Relazione di gestione annuale, disponibile sul sito internet della Società.Tale Relazione, messa a disposizione dei quotisti del Fondo e del mercato allo scopo di fornire una completa informativa sui risultati conseguiti al 31 dicembre 2020, verrà sottoposta all’esame della Società di Revisione incaricata della revisione contabile della stessa.

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I ritmi del tuo cuore

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Mercoledì 3 marzo 2021, ore 18.00 L’evento è gratuito e si svolgerà esclusivamente on line. Attraverso l’iscrizione riceverete un link per partecipare all’evento. il battito cardiaco può diventare irregolare o molto veloce (tachicardia). Ma quali tipi di aritmie esistono? E le fibrillazioni atriali? Quali sono i sintomi e le cause? Di questo e molto altro parleremo insieme agli esperti di Auxologico durante un evento on line. Ci spiegheranno anche quali sono i fattori di rischio e chi sono i soggetti più a rischio. Quali possono essere le conseguenze e se è possibile la prevenzione. E poi, cosa succede al ritmo del cuore la notte, durante il sonno? Affronteremo anche il tema della corretta diagnosi e delle cure. L’evento è organizzato in collaborazione con Ente Mutuo Regionale. modera il Prof. Gianfranco Parati, Direttore Scientifico di IRCCS Istituto Auxologico Italiano e Direttore del Dipartimento Cardio-Neuro-Metabolico di Auxologico San Luca. Intervengono: Dott. Luca Sala, cardiologo, Auxologico San Luca. Dott.ssa Valeria Rella, cardiologa, Auxologico San Luca. Prof.ssa Lia Crotti, Responsabile del Centro Cardiomiopatie di Auxologico San Luca. Prof.ssa Carolina Lombardi, Responsabile del Centro sonno di Auxologico in Lombardia. http://www.auxologico.it

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Scompare il professore Fausto Rovelli, fondatore della Fondazione De Gasperis

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

La Fondazione affianca il dipartimento cardiotoravascolare dell’Ospedale Niguarda. E’ un grande protagonista della cardiologia italiana, un uomo che ha svelato i segreti del cuore e ha lasciato un segno importante nell’innovazione in campo cardiovascolare, senza dubbio una delle figure più emblematiche della Milano del ‘900. Si spegne all’età di 102 anni dopo una lunga ed illustre carriera come “maestro” in campo medico. La sua scomparsa ha lasciato una grande eredità ed un vuoto incolmabile nella Fondazione A. De Gasperis e nel Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Ospedale Niguarda – Fausto Rovelli è tra i soci fondatori di entrambi –. Seguendo la strada aperta dal suo maestro professor Angelo De Gasperis, infatti, Fausto Rovelli ne ha continuato e sviluppato l’opera, assegnando al Dipartimento e all’Ospedale un ruolo di punta avanzata nel panorama nazionale per l’evoluzione della cardiologia e della cardiochirurgia, la formazione sempre più specialistica del personale medico, la ricerca scientifica e l’applicazione di nuove tecnologie alla diagnosi e alla cura delle patologie cardiovascolari.Come ricordato dalla dottoressa Maria Frigerio, allieva del professor Rovelli e ora alla guida del reparto di Insufficienza cardiaca e Trapianti, in occasione del cinquantesimo della fondazione ( 19 novembre 2018): « Ai tempi in cui è nato il De Gasperis, la cardiologia era soltanto una modesta “costola” della medicina interna. È allora che Fausto Rovelli ha l’intuizione di agganciare lo sviluppo della cardiologia a quello della cardiochirurgia (che a sua volta era un segmento della chirurgia toracica), creando di fatto il prototipo del dipartimento del cuore».Si deve alla sua vocazione pionieristica, all’inizio degli anni Ottanta, la pronta intuizione di utilizzare precocemente un farmaco in grado di sciogliere il trombo (la cui formazione all’interno dei vasi che portano sangue al cuore determina l’infarto), in modo da intervenire, oltre che sulle conseguenze (aritmie, arresto, scompenso), sulla causa dell’infarto, limitandone il danno al cuore. Un punto di partenza che di lì a poco sfociò in uno studio che coinvolse 12 mila pazienti in tutta Italia e venne riconosciuto a livello internazionale come una delle pietre miliari nella storia della cardiologia.Indimenticabile il suo contributo nello sviluppo delle cure e competenze nel trapianto cardiaco per insufficienza cardiaca, per la cura dell’infarto miocardico e la diffusione della cultura cardiologica con la realizzazione, in collaborazione con il prof. Renato Donatelli, di un “corso di aggiornamento” annuale (noto oggi come “corso di Rovelli) per generazioni di medici cardiochirurghi, cardiologi e internisti.Per la Fondazione Fausto Rovelli è stato soprattutto un ispiratore e un amico. «Impossibile dimenticare che, pur avendo smesso di svolgere la professione medica da oltre trent’anni, il professor Rovelli ha continuato a seguire con attenzione e interesse la nostra attività, onorando della sua autorevole presenza anche l’ultimo evento in presenza organizzato dalla Fondazione nel 2019”, ricorda il presidente della Fondazione Benito Benedini. «La sua capacità di visione e il suo rigore nel metodo di lavoro», chiosa Benedini, «hanno ispirato e accompagnato l’intero processo evolutivo che ha permesso alla storica Associazione Amici del Centro De Gasperis di diventare l’attuale Fondazione Angelo De Gasperis e di accompagnare, per oltre 50 anni, l’attività del Dipartimento Cardiotoracovascolare promuovendone l’attività di prevenzione, cura, formazione e ricerca in ambito cardiologico».

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Governo. Facciamo un po’ di conti su Alitalia

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Negli ultimi 12 anni ha avuto 13 miliardi di soldi pubblici, cioè nostri, ma è, ancora, in crisi. L’Alitalia gestisce l’8% del traffico aereo da e per l’Italia. E’ superata da Ryanair e da Lufthansa. Chiunque voglia prendersi l’Alitalia dovrà accollarsi i relativi debiti. Tutto questo indipendentemente dalla pandemia. Così è intervenuto il segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Ci sono investitori privati che si stanno riaffacciando; io personalmente sto dialogando con alcuni di questi.” Frase che ricorda “L’Alitalia agli italiani”, dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Si fece appello ai “capitani coraggiosi”. Era il 2008 e Salvini era stato eletto deputato per la Lega. Quella operazione costò alle tasche del contribuente 3,2 miliardi di euro e non risolse la crisi dell’Alitalia. Oggi, Salvini ripropone l’operazione “capitani coraggiosi”, e “l’Alitalia agli italiani”, che non esiste perché Alitalia non è compagnia di bandiera, e non impatta sul 13% del settore turistico se non in misura minima, cioè l’1%. Salvini ha un suo uomo al ministero dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che ha sul tavolo i dossier delle aziende in crisi, Alitalia compresa. Vedremo quello che proporrà. Nel frattempo Salvini ha il problema del consenso elettorale, visto che in prossimità ci sono le elezioni nei più importanti comuni (Roma, Milano, Torino, Napoli, ecc.).Insomma, è in campagna elettorale. Comprensibile, ma non risolve. Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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Dichiarazione del Vicedirettore WFP nella Repubblica Democratica del Congo

Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021

Il Vicedirettore WFP nella Repubblica Democratica del Congo Rocco Leone dichiara: “Sono certo che comprenderete che questi ultimi giorni sono stati molto difficili per me, per i miei colleghi e per le nostre famiglie. L’esperienza di quello che è successo lunedì è stata sia tragica che traumatica e non trovo neanche le parole per esprimere quanto sia profondo il mio dolore per le vite perse. Ci uniamo al cordoglio delle famiglie, degli amici e dei colleghi di tutti coloro che hanno tristemente perso la vita.I fatti che si accompagnano all’incidente di lunedi sono stati comprensibilmente oggetto della massima attenzione e di una certa interpretazione da parte dei media. In questo momento non posso andare nei dettagli dell’incidente, ad ogni modo spetta a tutti e quattro noi sopravvissuti il compito di condividere quante più informazioni possibili sulla vicenda, e siamo tutti pronti a farlo.Il World Food Programme ha offerto la sua completa assistenza attraverso i canali ufficiali e sta collaborando pienamente alle tre verifiche attualmente in corso, quelle condotte dalle autorità congolesi, da quelle italiane e dalle Nazioni Unite. Io e i miei colleghi stiamo collaborando con tutte le attività di accertamento attualmente in corso. Sono sicuro di parlare a nome di tutti dicendo che spero che vengano presto accertati i fatti che si celano dietro questo tragico incidente, e che i responsabili di questo abominevole attacco possano essere consegnati alla Giustizia. È importante che le operazioni umanitarie possano continuare senza ostacoli per continuare a salvare e a cambiare le vite delle molte persone bisognose di aiuto che noi siamo qui per servire.

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