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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 167

Archive for 27 Maggio 2024

I Quartetti di Beethoven col Quartetto della Scala a Roma Sinfonietta

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Roma mercoledì 29 maggio e giovedì 30 maggio 2024 alle 20.00 all’Auditorium Ennio Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” ( Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). Il Quartetto della Scala, formato da quattro prime parti soliste dell’orchestra del teatro milanese, eseguirà l’integrale dei Quartetti per archi di Ludwig van Beethoven. Il ciclo completo si articolerà in sei concerti distribuiti in questa e nelle due prossime stagioni di Roma Sinfonietta. Lo stesso ciclo verrà eseguito da questo stesso Quartetto a Milano nel Teatro alla Scala. Composti tra il 1797 e il 1826, i sedici Quartetti per archi (cui va aggiunta la Grande Fuga) sono dei capolavori assoluti che, insieme alle Sinfonie e alle Sonate per pianoforte, costituiscono uno dei vertici del genio di Beethoven e uno dei cicli più importanti dell’intera storia della musica. Sono la testimonianza della novità e della forza della musica di Beethoven e della preziosa eredità da lui consegnata alle generazioni successive, che testimoniano i grandi compositori che per oltre un secolo si sono ispirati all’esempio beethoveniano, dal romantico Robert Schumann al moderno Bela Bartok.Il Quartetto della Scala è un ensemble storico, la cui fondazione risale al 1953, quando quattro “prime parti” dell’orchestra del più famoso teatro d’opera del mondo sentirono l’esigenza di sviluppare insieme un importante discorso musicale cameristico, seguendo l’ esempio delle più illustri compagnie orchestrali d’Europa e d’America. Dopo qualche anno di pausa, nel 2001 quattro giovani musicisti, già vincitori di concorsi solistici internazionali e prime parti dell’Orchestra del Teatro, hanno deciso di ridar vita a questa prestigiosa formazione, sviluppando le loro affinità musicali, già consolidate all’interno dell’ orchestra, ed elevandole alla massima espressione della musica da camera, qual è il quartetto d’archi. Attualmente è formato da Francesco Manara e Daniele Pascoletti (violini), Simonide Braconi (viola) e Massimo Polidori (violoncello). Numerosi i loro concerti per alcune tra le più prestigiose associazioni concertistiche in Italia e all’estero (Giappone, Stati Uniti, Brasile, Perù, Argentina, Uruguay, Germania, Francia, Spagna, Austria, Croazia, Grecia, ecc.). Hanno collaborato con famosi pianisti quali Bruno Canino, Jeffrey Swann, Angela Hewitt, Paolo Restani e Bruno Campanella e con altri musicisti del calibro del flautista Emanuel Pahud, del violoncellista Enrico Dindo e del tenore José Carreras. I l loro disco dedicato ai quintetti di Brahms e Schumann registrato per la Decca è stato recensito con 5 stelle dalla rivista Amadeus. Riccardo Muti ha scritto di loro: “…quartetto di rara eccellenza tecnica e musicale… la bellezza del suono e la preziosa cantabilità, propria di chi ha grande dimistichezza anche con il mondo dell’opera, ne fanno un gruppo da ascoltare con particolare gioia ed emozione”.Prima di entrambi i concerti Anna Rollando introdurrà brevemente all’ascolto delle musiche in programma. Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotto personale universitario e over 65; € 5,00 studenti . I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta (telefono 06 3236104

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Un abito da damigella d’onore reale di Norman Hartnell, 1947

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Londra – Un abito da damigella d’onore reale e un copricapo di Norman Hartnell, 1947, saranno tra gli accattivanti highlight offerti in The Exceptional Sale il 2 luglio, durante la Christie’s Classic Week (stima: £ 30.000-50.000). L’abito è stato indossato dalla defunta Lady Elizabeth Longman ( nata Lambart), un’amica d’infanzia della defunta regina. Dopo essere stato in prestito al Fashion Museum Bath (dagli anni ’80 ai primi anni 2000), l’abito sarà esposto al pubblico a Londra durante la mostra di prevendita dal 28 giugno alla mattina del 2 luglio. Lady Elizabeth Longman ( nata Lambart) (1924-2016) era la figlia del feldmaresciallo 10 ° conte di Cavan e di sua moglie Joan ( nata Byng) che fungeva da dama di compagnia della principessa reale. Lady Elizabeth contava straordinariamente sia la regina Mary che la principessa Mary, la principessa reale come suoi padrini, e questi stretti rapporti familiari la portarono a diventare amica d’infanzia con la principessa Elisabetta (in seguito Sua Maestà la Regina Elisabetta II) e le fu chiesto di essere una damigella d’onore nel 1947, un’amicizia che durò per tutta la vita. I modelli di Sir Norman Hartnell nel periodo tra le due guerre sono diventati l’emblema del glamour e del gusto dei circoli aristocratici dell’epoca. Hartnell ricevette l’ordine dalla Regina Madre di creare l’abito da sposa e otto abiti da damigella d’onore per il matrimonio reale del 1947 ( illustrato di seguito © Alamy), la sua commissione più importante fino all’incoronazione del 1953. Questi abiti, con i loro motivi floreali, furono disegnati per essere il simbolo della rinascita e della crescita britannica del dopoguerra e furono ispirati non solo dalla Primavera di Botticelli, ora agli Uffizi, ma anche dalla vivida moda della Gran Bretagna alto-vittoriana, le raffigurazioni di cui Hartnell intravide mentre aspettava il suo primo incontro per discutere la commissione di Buckingham Palace, raffigurata nei ritratti dei membri della famiglia reale di Winterhalter e Hayter.

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5 anni di “Bundesrepublik”: presente e futuro della democrazia in Germania, Italia ed Europa

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Roma Mercoledì 29 maggio 2024 18.00-19.00 Sala del Camino di Palazzo Baldassini, Piazza delle Coppelle 35. (E’ prevista la traduzione simultanea italiano/tedesco) ore 18.00 Saluti introduttivi Prof. Nicola Antonetti Presidente Fondazione Sturzo Dr. Nino Galetti Direttore Konrad-Adenauer-Stiftung, Italia 18.10 – 19.00 Keynote speakers Peter Müller Giudice emerito della Corte Costituzionale tedesca Prof. Dr. Ugo de Siervo Presidente emerito della Corte Costituzionale italiana Modera: Prof.ssa Giulia Serena Stegher, Docente di diritto pubblico comparato internazionale, Università Sapienza Dibattito aperto al pubblico Conclusioni Vin d‘honneur

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Presentazione dell’Atlante Pinocchio

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Roma Lunedì 27 maggio 2024 ore 11:00 Piazza della Enciclopedia Italiana 4 presentazione del libro Atlante Pinocchio, edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani Parteciperanno: Massimo Bray, Direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, Filippo La Rosa, Vice Direttore generale e Direttore centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana (DGDP – MAECI), Lorenzo Zogheri, Presidente Fondazione Caript, Ezio Menchi, Vicepresidente Fondazione Uniser Pistoia, Pier Francesco Bernacchi, Presidente Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Giovanni Capecchi, Università per Stranieri di Perugia, Direttore scientifico dell’Atlante Pinocchio. By http://www.fondazionecaript.it

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A Milano l’evento per i 20 anni del Modello di Pericolosità Sismica dell’INGV

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Milano martedì 28 maggio a partire dalle 14:30 presso la Sezione INGV di Milano (Area di ricerca CNR – Via Alfonso Corti, 12), sarà l’occasione per raccontare l’impatto sulle politiche di prevenzione del rischio sismico avuto da un prodotto fortemente voluto dai decisori politici a seguito del terremoto che nel 2002 scosse San Giuliano di Puglia (CB). Per la sua realizzazione l’INGV coinvolse ricercatori appartenenti anche ad altri Enti di Ricerca, con l’obiettivo di ottenere un modello basato sulle più avanzate conoscenze scientifiche e sui metodi di calcolo consolidati e maggiormente adottati a livello globale, ancora oggi punto di riferimento per la normativa delle costruzioni nel nostro Paese. Tra gli ospiti che prenderanno parte all’incontro sarà presente anche la Dottoressa Titti Postiglione, Vice Capo del Dipartimento della Protezione Civile, che affronterà il tema della comunicazione al pubblico di argomenti complessi come le stime di pericolosità sismica. Sarà possibile seguire l’evento da remoto collegandosi al seguente canale YouTube.

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Aumenta la fiducia in un atterraggio morbido

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Fonte: Schroders Global Unconstrained Fixed Income team. Nell’ultimo mese abbiamo ridotto il rischio di un “no landing”, aumentando la probabilità di un “soft landing”, il nostro scenario di base, in considerazione dei primi segnali di moderazione dell’economia statunitense e delle migliori notizie sul fronte dell’inflazione.La flessione dei dati ha riguardato in modo trasversale i vari indicatori economici. La fiducia dei consumatori, il tasso di abbandono dei posti di lavoro e le richieste iniziali di disoccupazione sembrano suggerire che alcune delle preoccupazioni sul surriscaldamento del mercato del lavoro potrebbero essere state sopravvalutate. A guidare l’andamento sono state soprattutto le buste paga non agricole, mentre il ritmo più basso delle assunzioni nelle aree “core” nel settore privato, escluso quello sanitario, è stato un segnale positivo nell’ultimo rapporto. Con una crescita di quasi 100.000 posti di lavoro “core” e 175.000 aumenti totali in termini di payroll, il mercato del lavoro rimane sano.Per quanto riguarda l’inflazione, con l’attenuarsi delle tensioni geopolitiche, i prezzi del petrolio sono scesi dai massimi del mese scorso. Nel frattempo, i dati di aprile sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) negli Stati Uniti hanno mostrato un ulteriore miglioramento rispetto a marzo, soprattutto nelle aree core, come i servizi, escluso il settore residenziale. Con un aumento dell’inflazione core di quasi lo 0,3% su base mensile, il livello assoluto rimane troppo alto sia per la Fed che per il mercato, ma il miglioramento rispetto al primo trimestre è un passo importante nella giusta direzione.Se questo indebolimento dovesse continuare, aprirebbe la strada all’avvio del ciclo di taglio dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno.Nel corso di aprile è successo però un fenomeno difficile da spiegare: l’ultimo dato dell’indagine ISM sui servizi è stata negativa. È scesa al di sotto di 50 per la prima volta da oltre un anno, con dati deboli in riferimento a nuovi ordini, occupazione e produzione. Per ragioni non immediatamente evidenti, questo potente indicatore anticipatore è diventato meno affidabile nell’era post-Covid.È troppo presto per sollevare il rischio di un atterraggio duro. Tuttavia, il nostro esame dei dati del settore dei servizi, sia ufficiali che basati su sondaggi, sarà ancora più intenso del solito nei prossimi mesi.Le nostre aspettative per i mercati obbligazionari globali sono migliorate con la riduzione della probabilità di uno scenario di ‘no landing’, in cui i rendimenti obbligazionari sarebbero maggiormente penalizzati. Inoltre, l’ultima riunione della Fed ha messo a tacere la crescente discussione sulla possibilità di ulteriori rialzi se i dati rimarranno solidi, uno sviluppo cruciale. Tutto ciò giustifica una posizione sempre più positiva sulla duration globale, o rischio di tasso d’interesse.La nostra asset allocation è rimasta relativamente invariata rispetto al mese scorso. L’unico cambiamento degno di nota è stato un leggero upgrade del debito in valuta locale dei mercati emergenti. Manteniamo una view positiva verso le obbligazioni garantite, i titoli garantiti da ipoteca (MBS), il credito europeo investment grade e gli emittenti quasi sovrani a più breve scadenza, mentre sottopesiamo le obbligazioni statunitensi investment grade e high yield a livello globale, a causa delle valutazioni poco attraenti. By http://www.verinieassociati.com

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Schroders: banche centrali verso una divergenza, quale impatto sui bond?

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Julien Houdain, Head of Global Unconstrained Fixed Income, Schroders. Al momento, le principali banche centrali si stanno preparando a un imminente taglio dei tassi: la Banca Centrale Europea taglierà quasi certamente i tassi a giugno e la Banca d’Inghilterra probabilmente ne seguirà l’esempio. Tuttavia, nonostante le banche centrali lo contestino, è difficile pensare che i percorsi dei tassi al di fuori degli Stati Uniti non verranno influenzati dall’azione, o inazione, della Federal Reserve nei prossimi mesi, dato il suo impatto sulle condizioni finanziarie, sui prezzi delle materie prime e sui movimenti valutari.Ciò di cui abbiamo realmente bisogno è che il rallentamento della crescita negli Stati Uniti continui. Questo aprirebbe la strada alla riduzione dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno.

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GAM: Small cap, solo forti tagli dei tassi possono alleviare la pressione

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Julian Howard, Lead Investment Director delle soluzioni Multi Asset di GAM. Nella sua ultima lettera annuale, Warren Buffett, presidente di Berkshire Hathaway, si è lamentato del fatto che le enormi dimensioni della sua azienda fanno sì che “in questo Paese rimangano solo poche aziende in grado di spostare veramente l’ago della bilancia di Berkshire”. Mentre fatica a trovare acquirenti a valutazioni interessanti, la liquidità dell’azienda è salita alla cifra record di 167,6 miliardi di dollari. Anche in America, le grandi società quotate in borsa sono diventate relativamente costose e i vincitori relativamente poco diversificati. Le grandi aziende americane sono state tendenzialmente al riparo dall’aumento dei tassi grazie al ruolo unico che i mercati delle obbligazioni societarie (credito) svolgono nel fornire finanziamenti convenienti per lunghi periodi di tempo. In particolare, durante la pandemia è stato contratto molto debito a basso costo, il che ha indotto molti analisti a parlare di un imminente “maturity cliff”, quando il debito giungerà a scadenza e saranno disponibili solo tassi più elevati per le grandi imprese. Le società più grandi stanno godendo di un altro privilegio, questa volta in funzione delle loro enormi riserve di liquidità. Con i buoni del Tesoro USA a sei mesi che guadagnano un bel 5,2, le megacap con grandi riserve di liquidità stanno accumulando enormi guadagni. Tra queste c’è Berkshire Hathaway. Se la sua intera liquidità fosse investita in questi buoni, crescerebbe di ben 8,7 miliardi di dollari all’anno. Se si considerano i cosiddetti Magnifici Sette (Alphabet, Microsoft, Amazon, Apple, Meta, Tesla, Nvidia), il loro saldo medio di liquidità è stato superiore di ben 48 miliardi di dollari rispetto al saldo medio di liquidità dell’S&P 500 nel suo complesso. Alphabet da sola può contare su un’enorme liquidità di 110,9 miliardi di dollari entro la fine del 2023. Se fosse interamente investita in tassi di deposito a breve termine o buoni del Tesoro, dopo 12 mesi sarebbe ricompensata con non meno di 5,8 miliardi di dollari, nell’ipotesi che i tassi di interesse non subiscano variazioni. Non sorprende quindi che il mercato penalizzi meno queste aziende in presenza di ” fattori negativi” tradizionali, come l’inflazione vischiosa e le guerre.Per le imprese più piccole, purtroppo, vale il contrario. Affidate alle banche tradizionali per la concessione di prestiti (proprio come in Europa) e a cui viene generalmente offerto un prestito a tasso variabile, anziché fisso, le imprese più piccole sono più vulnerabili ai tassi elevati in generale, ma hanno anche sofferto in modo sproporzionato quando le aspettative di riduzione dei tassi di interesse si sono attenuate nel corso degli ultimi mesi. All’inizio dell’anno il mercato degli swap prevedeva ben tre tagli da parte della Federal Reserve entro la fine del 2024. Ora tale previsione si attesta ad appena un taglio.L’inflazione headline sembra essersi bloccata intorno al livello del 3,5%. La redditività delle small cap appare ancora più vulnerabile, conferendo loro uno status di bassa qualità che gli investitori stanno evitando in un contesto di guerre simultanee in Ucraina e in Medio Oriente e di elezioni americane imminenti molto controverse. Questa situazione si discosta nettamente dalla storia delle small cap dal 1982 al 2020. In quel periodo, le small cap erano positivamente correlate agli alti e bassi dell’economia, come risultava dai tassi di mercato a lungo termine (cioè i rendimenti obbligazionari). Poiché in questo periodo i rendimenti sono generalmente scesi in un contesto di stagnazione dell’economia statunitense e di altre pressioni esterne, la sottoperformance delle small cap ha avuto un certo senso. Ma all’indomani della pandemia, con la ripresa dell’economia statunitense e il conseguente aumento dei rendimenti obbligazionari, le small cap avrebbero dovuto avere il loro momento di gloria. Invece, a causa della particolare situazione di finanziamento descritta, le small cap sono rimaste all’ombra.Non è irragionevole che gli analisti finanziari oggi mettano in discussione l’esposizione nelle large cap, soprattutto se si considera che l’S&P 500 è salito di quasi il 50% dal 10 ottobre 2022 al 6 maggio 2024. Ma anche in presenza di statistiche così sorprendenti, il posizionamento del portafoglio deve sempre tenere conto dell’evoluzione delle dinamiche di fondo di un determinato mercato. Nel caso delle large cap rispetto alle small cap, sembra che i fondamentali si siano spostati ulteriormente a favore delle prime, anche dopo oltre quarant’anni di sovraperformance e valutazioni ormai tirate, mentre le prospettive per le small cap sembrano essersi solo affievolite. A questo punto, solo una significativa riduzione dei tassi di interesse e dei tassi a lungo termine potrebbe equilibrare le condizioni. Ma con l’economia statunitense praticamente in pieno boom e l’inflazione apparentemente bloccata, questo scenario sembra molto lontano.

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Azioni – Andamento positivo degli utili societari

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Philipp E. Bärtschi, CFA, Chief Investment Officer di J. Safra Sarasin. Il calo dei tassi d’interesse a lungo termine ha favorito anche i mercati azionari all’inizio di maggio. A tal proposito, sono due gli aspetti importanti. In primo luogo, i tassi d’interesse non dovrebbero più aumentare rispetto ai livelli attuali, altrimenti il premio per il rischio delle azioni sarebbe ancora più basso. In secondo luogo, gli utili dovrebbero avere un andamento positivo, in modo che la valutazione dei titoli diminuisca nuovamente nel tempo. Per quanto riguarda gli utili, i risultati del primo trimestre hanno riservato sorprese per lo più positive sia negli Stati Uniti che in Europa. Tuttavia, le aspettative non erano troppo elevate e le società sono riuscite a superarle in alcuni casi in modo significativo. Grazie a tali dati positivi, anche il mercato azionario globale è riuscito a riprendersi rapidamente dalla battuta d’arresto pari circa il 5% di aprile. Alcuni indici azionari, come quello tedesco (DAX), hanno già raggiunto nuovi massimi storici. Il trend positivo, quindi, rimane intatto e il numero di azioni in rialzo è aumentato, soprattutto in Europa. Anche le azioni dei mercati emergenti hanno avuto un andamento positivo nelle ultime settimane, grazie al forte sostegno delle azioni cinesi, e sono riuscite a uscire dalla loro tendenza al ribasso. A causa dell’elevata volatilità di aprile e dell’aumento dei rischi geopolitici, l’euforia degli investitori si è leggermente attenuata, il che dovrebbe avere un impatto positivo sulle performance future. L’aumento degli utili societari e la volontà delle banche centrali globali di tagliare i tassi d’interesse quest’anno sono i motivi principali per cui i mercati azionari detengono ancora un certo potenziale. Manteniamo pertanto la nostra posizione di sovrappeso nell’equity. Sebbene il rischio di un aumento dei tassi d’interesse sia leggermente diminuito, manteniamo la nostra posizione sottopesata nelle obbligazioni, soprattutto per finanziare gli asset di rischio. Nel segmento del credito manteniamo una posizione neutrale, poiché le valutazioni elevate lasciano poco spazio a una sovraperformance significativa. Gli investimenti in materie prime continuano ad offrire un’interessante opportunità di copertura dai rischi di inflazione. Per diversificare i nostri portafogli bilanciati, continuiamo a puntare sulle obbligazioni catastrofali.

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J. SAFRA SARASIN: Azioni, un contesto favorevole

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Philipp E. Bärtschi, CFA, Chief Investment Officer di J. Safra Sarasin. All’inizio del secondo trimestre, negli Stati Uniti si è assistito a un boom del cosiddetto “no landing” scenario. I dati economici erano solidi e sembrava che la situazione sarebbe rimasta invariata per il resto dell’anno. Tuttavia, gli ultimi dati macro di aprile hanno deluso, indicando un rallentamento della crescita. Se tale rallentamento si dovesse concretizzare nei prossimi mesi, sarebbe solo un piccolo passo verso le nuove preoccupazioni di recessione e uno scenario di “hard landing”. Ma non siamo ancora a quel punto. Al momento, la probabilità di uno scenario di “soft landing” sta crescendo di nuovo. Questo è anche l’obiettivo della Federal Reserve, che nell’ultima riunione ha indicato che sarebbe pronta a reagire se la disoccupazione dovesse aumentare, nonostante un’inflazione persistentemente elevata.Nell’Eurozona, gli indicatori economici suggeriscono che l’economia è tornata a crescere nel secondo trimestre di quest’anno. Anche in Francia e Germania, dove la crescita è rimasta indietro rispetto all’anno scorso, l’attività economica ha recentemente ripreso a crescere. Soprattutto, però, l’inflazione nell’Eurozona si sta avvicinando al suo obiettivo molto più rapidamente che negli Stati Uniti, il che dovrebbe giustificare un primo taglio dei tassi di interesse della BCE a giugno. Con una crescita del PIL del 5,3% (anno su anno), l’economia cinese ha sorpreso in positivo nel primo trimestre, soprattutto grazie alle forti esportazioni. Prevediamo che questo slancio prosegua per il resto dell’anno. Tuttavia, la debole dinamica dei prezzi indica una domanda locale contenuta, sottolineata dal nuovo aumento dei risparmi delle famiglie, che probabilmente peserà sugli utili aziendali. A causa dell’inflazione persistente e dei dati economici sorprendentemente positivi del primo trimestre, i rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni sono saliti dal minimo del 3,8% di dicembre al 4,7% di aprile. Allo stesso tempo, gli investitori sembravano aver perso la speranza che la Federal Reserve tagliasse i tassi di interesse in un futuro prossimo. Alla fine di aprile, il mercato ha addirittura ricominciato a parlare della possibilità di un rialzo dei tassi di interesse. Nella conferenza stampa successiva alla riunione del 1° maggio, il presidente della Federal Reserve Powell ha decisamente smentito queste voci. Ha dichiarato che un rialzo dei tassi è estremamente improbabile. Ciò ha portato a un significativo allentamento del mercato obbligazionario. Insieme ai recenti dati macro più deboli, il rischio di un nuovo aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti sembra essersi notevolmente ridotto.

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Inflazione Usa: entusiasmo per il dato di aprile, ma lo stallo continua

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel. Nonostante l’entusiasmo generato dalla pubblicazione dell’ultimo dato sull’inflazione di aprile, le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti restano forti, come testimonia la crescita dello 0,4% su base mensile dell’IPC mediano. Lo scenario attuale è caratterizzato da una crescita positiva e da un’inflazione persistente, che non sta accelerando, ma neppure calando quanto ci si sarebbe aspettati a inizio anno. Più che una “Goldilocks Economy”, dunque, quella che stiamo attraversando sembra una fase di stallo, una sorta di Purgatorio durante il quale la Fed resterà probabilmente fedele al suo approccio “attendista”. Con un’inflazione core stabile al 3-4% su base annua, infatti, il momento di un primo taglio dei tassi sembra ancora lontano.Alcuni analisti ritengono che parte dell’aumento dei prezzi sia da imputare a un ritardo nel calo degli affitti, ritardo che potrebbe essere dovuto alla carenza di immobili ad uso abitativo o, forse, all’utilizzo di metriche relative al settore privato, non in linea con i dati governativi. In ogni caso, qualunque sia la causa, stiamo assistendo a pressioni elevate sui prezzi di immobili e canoni di locazione. Ad ogni modo, anche se i prezzi di edilizia abitativa e alloggi dovessero rallentare, l’inflazione continuerebbe ad aggirarsi intorno al 4% su base annua, un livello ancora troppo elevato. La pubblicazione del dato sull’IPC Usa di aprile ha generato grande entusiasmo sul mercato obbligazionario, probabilmente per il fatto che si è ridotta la probabilità di ulteriori rialzi dei tassi da parte della Fed. Oggi il mercato prezza un solo taglio dei tassi da qui alla fine dell’anno, contro i sei previsti a gennaio, ma personalmente ritengo ci siano buone probabilità di non assistere ad alcun taglio durante il 2024 e questo dovrebbe contribuire a mantenere elevate le valutazioni della parte anteriore della curva dei bond. Non siamo ancora fuori dallo stallo, ma le valutazioni sia della parte anteriore della curva sia di quella a più lunga scadenza sono molto più eque. Ricordiamo che sono tre i fattori chiave per valutare la convenienza di un Treasury a 10 anni, premio per l’inflazione, andamento dei titoli della Fed ed economia reale, tre fattori che indicano un rendimento decennale intorno al 4,5%. In conclusione, siamo piuttosto ottimisti sul fatto che l’aumento della produttività e della forza lavoro dovrebbe sostenere l’economia Usa nei prossimi anni, anche se un vero e proprio rally nella parte anteriore della curva sarà possibile solo nel caso di un rovesciamento della congiuntura economica, che per il momento non si è ancora verificato. Questo materiale riflette l’opinione di Payden & Rygel aggiornata alla data del presente documento ed è soggetto a modifiche senza preavviso. Le fonti su cui si basa sono ritenute affidabili ma non possono essere garantite. By Payden & Rygel BC Communication

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UK, inflazione in calo: cosa farà la BoE?

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. In aprile l’inflazione in Regno Unito è scesa bruscamente dal 3,2% registrato a marzo al 2,3%, arrivando sempre più vicina all’obiettivo del 2% della Bank of England. Questo calo deciso rappresenta una vera e propria pietra miliare, in quanto si tratta del dato più basso registrato in quasi tre anni; la causa è da imputare alla riduzione significativa del tetto massimo dei prezzi dell’energia, che ha ridotto le bollette domestiche.Tuttavia, è probabile che gli investitori restino delusi: gli analisti, infatti, si aspettavano un dato ancora inferiore, pari al 2,1% su base annua. In questo caso il fattore determinate è stato l’inflazione su servizi, con un aumento del 5,9% su base annua, in calo solo marginale rispetto al dato di marzo. In conclusione, anche se i dati di oggi sono incoraggianti a livello generale, il livello elevato dell’inflazione dei servizi peserà sulle decisioni della Bank of England in materia di tassi e probabilmente farà slittare la data del primo taglio.

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Il dollaro verso l’indebolimento

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Anisha Goodly, Managing Director, Emerging Markets, TCW. Il dollaro USA si trova in una fascia di oscillazione dall’inizio del 2023 e, a nostro avviso, dovrebbe iniziare a indebolirsi una volta che i mercati si saranno convinti che la Fed è sulla via dell’allentamento. Un altro fattore importante per l’andamento del dollaro in futuro sarà la crescita globale. Pur essendo all’inizio del ciclo economico, gli indici globali dei direttori degli acquisti (PMI) stanno iniziando a migliorare, contestualmente anche la domanda di materie prime sta aumentando. Le prospettive europee di crescita stanno migliorando, dopo aver scontato l’aumento dei tassi e la diminuzione della domanda da parte della Cina, che hanno colpito l’Europa nel 2023. Inoltre, mentre la ripresa cinese è stata incerta e disomogenea, i dati della Cina di quest’anno hanno sorpreso al rialzo, grazie a una serie di misure più mirate, tra cui la riduzione dei tassi d’interesse, la rimozione delle restrizioni edilizie e gli swap del debito pubblico locale, che stanno iniziando ad avere un impatto positivo sull’economia. I rischi geopolitici restano una fonte di preoccupazione. Sebbene il nostro scenario di base per la guerra tra Israele e Hamas abbia ipotizzato che i combattimenti sarebbero rimasti all’interno della regione, la recente escalation tra Israele e Iran, con i suoi alleati, ha aumentato le probabilità di un ampliamento del conflitto che si teme durerà ancora a lungo. Sul fronte elettorale, le elezioni americane potrebbero essere fonte di volatilità nella seconda metà dell’anno, data la divergenza tra le politiche commerciali ed estere dei candidati. Se Donald Trump dovesse essere eletto presidente, potrebbe imporre i suoi discussi dazi del 60% alla Cina e colpire anche gli alleati americani di lunga data (Canada e Unione Europea) con nuove e ingenti tariffe. I dati statunitensi suggeriscono un atterraggio morbido, piuttosto che duro. Tuttavia, rimane il rischio che tassi alti mantenuti per lungo periodo, facciano precipitare l’economia statunitense in una spirale negativa, provocando un allargamento degli spread, in particolare quelli dei bond ad alto rendimento.

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TCW: Mercati emergenti, tre rischi da monitorare nel reddito fisso

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Anisha Goodly, Managing Director, Emerging Markets, TCW. Il mese di aprile è stato caratterizzato da un significativo sell-off dei Treasury americani sulla scia di dati più solidi negli Stati Uniti e dei timori di un’inflazione vischiosa. Inoltre, l’escalation del rischio geopolitico in Medio Oriente ha portato all’aumento dei prezzi del petrolio e della volatilità, prima di attenuarsi leggermente a fine mese. Nel breve termine, le prospettive economiche e inflazionistiche dei mercati emergenti rimangono buone: la crescita globale continua a mostrare alcune sacche di inaspettata resilienza, la ripresa sbilanciata della Cina acquista vigore e l’inflazione dei mercati emergenti rallenta gradualmente. Alcuni grandi paesi come India e Brasile, mostrano una crescita economica robusta, mentre altri stanno iniziando a cambiare direzione dopo brevi rallentamenti economici o recessioni poco profonde.Il 2024 sarà un periodo di transizione verso un contesto più favorevole nel medio termine, per i mercati emergenti, grazie a politiche monetarie più accomodanti nelle principali economie, alla potenziale debolezza del dollaro e alla rifocalizzazione delle grandi economie emergenti verso gli obiettivi di crescita potenziale e di inflazione.I fondamentali degli emergenti sono ragionevolmente solidi e non si prevedono default sovrani per il 2024.A fronte di un rapporto debito/Pil che nelle economie sviluppate supera il 100%, nei mercati emergenti si attesta al 67%. Inoltre, per la prima volta da un decennio a questa parte si prevede che gli upgrade dei rating superino i downgrade. Tra i paesi migliorati di recente figurano: Argentina, Benin, Brasile, Costa d’Avorio, Giamaica, Qatar, Turchia e Uruguay. Nel breve termine, il mercato sarà guidato dalle aspettative sulla politica monetaria statunitense e sulla crescita globale. Si prevede che la volatilità diminuirà nel momento in cui vi sarà maggiore chiarezza sull’avvio del ciclo di allentamento della Fed, che potrebbe spingere i flussi verso i mercati emergenti e gli altri risk asset. Per l’anno in corso si prevede che i rendimenti delle valute forti dei paesi emergenti, saranno trainati in larga misura dal carry e sostenuti dai tassi statunitensi più bassi.Per quanto riguarda la valuta locale, i tassi reali dei mercati emergenti continuano a rimanere interessanti rispetto ai tassi dei mercati sviluppati. In Brasile e Messico i tassi reali ex-ante sono pari a circa il 6-7%, in Colombia a circa il 5%, in Indonesia e Sudafrica al 3-3,5%, ben al di sopra del tasso reale statunitense che si attesta al 2,1%. Il recente sell-off della duration in valuta locale non è stato determinato solo dall’aumento dei rendimenti statunitensi, ma anche dalla maggiore volatilità dei tassi americani. Con l’attenuarsi dello shock di volatilità, si ritiene che le banche centrali dei paesi emergenti con forti tendenze disinflazionistiche saranno in grado di tagliare i tassi, anche se la Fed rimanderà nuovamente il taglio dei tassi.

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Ofi Invest AM: I mercati non si facciano intimorire dalla dipendenza della Bce dalla Fed

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Analisi di Ombretta Signori, Head of Macroeconomic Research and Strategy di Ofi Invest AM. Nel primo trimestre del 2024, la crescita reale degli Stati Uniti è scesa al di sotto del 2% per la prima volta in un anno e mezzo, avendo fatto registrare un aumento “solo” dell’1,6% rispetto ai tre mesi precedenti su base annua. Se da un lato si osserva come la domanda interna si sia mantenuta solida, con gli investimenti e i consumi che hanno contribuito grandemente ai risultati appena descritti, dall’altro ci sono altri indicatori di più lungo periodo, come i report aziendali, i quali suggeriscono come l’attività economica potrebbe rallentare considerevolmente in questo secondo trimestre. Anche il mercato del lavoro si sta indebolendo, con il rapporto tra opportunità di lavoro e disoccupati sceso da 1,4 a 1,3. La causa è la creazione di nuovi posti di lavoro che ad aprile è stata inferiore alle attese, cosa che non accadeva da molti mesi, e si sono concentrati fortemente nel comparto sanitario. Infine, anche i dati sulle nuove assunzioni e sulle dimissioni stanno iniziando a contrarsi. Al contrario, la crescita europea è stata sorprendentemente solida nei primi tre mesi di quest’anno, con il Pil dell’Area Euro che è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, con la spinta più forte che è registrata nelle maggiori economie di questo gruppo. Purtroppo, i dati ad oggi sono disponibili solo per poche nazioni, ma già da quanto emerge dalla Francia si può vedere come ci sia stata una marcata accelerazione di consumi e investimenti. In Ofi Invest AM siamo cautamente ottimisti sulla portata di questa crescita, ma allo stesso tempo siamo ben consapevoli che attualmente è trainata solo dai servizi (e il fatto che la Pasqua quest’anno sia caduta nel mese di marzo potrebbe aver distorto i dati sui consumi stagionali), mentre il settore manifatturiero continua a rappresentare un freno, in particolare in Germania.Oltre a questa crescita, un altro dato molto importante riguarda l’inflazione, la quale si è mantenuta stabile al 2,4% nel mese di aprile, ma ha anche fatto registrare un importante calo della componente core (dal 2,9% al 2,7%) e di quella legata ai servizi, tenuta particolarmente in considerazione dalla Banca Centrale Europea, che per la prima volta in 6 mesi è scesa sotto al 4%. Alla luce di questi risultati, un primo taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base da parte della Bce sembra ormai in programma e solo un repentino capovolgimento dell’andamento dell’inflazione o dei salari lo farebbe slittare. Al contrario, se i dati futuri dovessero coincidere con le proiezioni dell’istituto di Francoforte e di un ritorno verso l’obiettivo del 2% per l’inizio del 2025, allora troverebbe giustificazione un’ulteriore serie di tagli (due o tre nel corso dell’anno).Tuttavia, si riscontra che i mercati sono scettici circa la capacità della Bce di abbassare significativamente i tassi senza che la Federal Reserve faccia lo stesso. Noi di Ofi Invest AM, al contrario, riteniamo che queste preoccupazioni sull’eccessiva dipendenza di Christine Lagarde da Washington siano esagerate. In primo luogo, è molto improbabile che il deprezzamento dell’euro che ne seguirebbe avrà un impatto tale da innescare un rimbalzo dell’Eurozona, soprattutto con la letteratura economica che suggerisce che la trasmissione degli effetti della variazione dei tassi sull’inflazione si è notevolmente attenuata dall’avvento della moneta unica. Inoltre, ci sono già stati casi di desincronizzazione delle politiche monetarie, come nel periodo 2015-2018, quando la Fed li ha gradualmente alzati, mentre la Bce è entrata in territorio di tassi negativi, avviando un programma di quantitative easing.Lo scorso mese, avevamo messo in luce i rischi legati alla possibilità che la Fed rimandasse il primo taglio, esploso dopo che gli ultimi dati avevano evidenziato un’interruzione del processo deflattivo. Nonostante ciò, Jerome Powell ha rassicurato i mercati annunciando che i suoi prossimi provvedimenti non avrebbero comunque compreso nuovi rialzi, sebbene non abbia dato nessuna nuova informazione su quando il primo taglio sarebbe avvenuto.La natura della recente inflazione, che è stata solo marginalmente legata alla forza della domanda, e la normalizzazione del mercato del lavoro dovrebbero essere in grado di mantenere in linea i tagli dei tassi a medio termine. Tuttavia, ad oggi la Fed è completamente dipendente dai dati e lo sarà anche nei prossimi mesi. Pertanto, l’inflazione dovrà ora seguire il percorso prefissato affinché la banca centrale americana possa tagliare i tassi di riferimento a luglio o (più probabilmente) a settembre, a meno che nel frattempo il mercato del lavoro non si riveli molto più debole del previsto.

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BNP Paribas Asset Management amplia la propria gamma di ETF sul clima con un fondo azionario globale SRI PAB

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

BNP Paribas Asset Management (‘BNPP AM’) annuncia oggi la quotazione di un nuovo exchange-traded fund (‘ETF’) azionario globale. Il nuovo ETF amplia l’attuale gamma SRI PAB che ammonta a oltre 6,5 miliardi di euro di asset under management (AUM). BNP Paribas Easy MSCI ACWI SRI S-Series PAB 5% Capped UCITS ETF è un comparto di BNP Paribas Easy Irish ICAV. Ha debuttato il 21 maggio su Euronext Paris, Borsa Italiana e SIX Swiss Exchange, mentre la quotazione su Deutsche Börse Xetra è prevista per il 23 maggio. Il fondo mira a replicare la performance dell’MSCI ACWI SRI S-Series PAB 5% Capped Index (Bloomberg: MXACSSNU Index). Il suo obiettivo è quello di fornire agli investitori un’esposizione globale (compresi i mercati sviluppati ed emergenti) a società che hanno elevati standard ambientali, sociali e di governance (“ESG”). Inoltre, è un ETF che guarda anche al clima e mira a rispettare gli obiettivi propri dei Paris Aligned Benchmark (PAB), ovvero ridurre l’intensità dei gas serra di almeno il 50% rispetto all’universo d’investimento iniziale e di raggiungere un ulteriore obiettivo di decarbonizzazione di almeno il 7% ogni anno.Il fondo è classificato come articolo 8 ai sensi dell’SFDR. Promuove le caratteristiche ambientali e/o sociali investendo in società valutate secondo criteri ESG quali opportunità in campo ambientale, inquinamento e rifiuti, capitale umano, corporate governance e in base ai loro sforzi per ridurre la loro esposizione al carbone e ai combustibili fossili non convenzionali. Di conseguenza, sono escluse le società coinvolte in settori con un impatto ESG potenzialmente negativo, quelle soggette a violazioni significative dei principi del Global Compact delle Nazioni Unite e quelle coinvolte in gravi controversie legate ai fattori ESG. Il fondo si impegna a investire almeno il 35% del patrimonio netto in investimenti sostenibili e punta a mantenere un tracking error inferiore all’1% rispetto all’indice sottostante. Gli attivi investiti nel tema Net Zero 2050, che include gli ETF PAB, hanno registrato un impressionante aumento di oltre il 2.400% negli ultimi dieci anni, passando da 2,3 miliardi di euro nel 2014 a 58,5 miliardi di euro nel 202. Anche se il peso di questo tema è ancora minimo rispetto al totale degli asset gestiti da tutti gli ETF (3,4%), la sua crescita dimostra l’attenzione del mercato per gli ETF sul clima.

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In Italia il Forum Euromediterraneo sull’Acqua del 2026

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Tale riconoscimento premia un lavoro comune, fatto da Ministeri, Regioni, Enti Locali, attori leader del sistema idrico italiano, riuniti nel Comitato One Water.“Il Paese ha dimostrato coesione attorno ad un obbiettivo importante: contribuire da protagonisti al confronto su una questione determinante per il futuro dell’umanità come la gestione delle risorse idriche; a tutti va il nostro grazie, cominciando dalla Presidente del Comitato promotore, Maria Spena – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Siamo finalmente riusciti, grazie ad un lavoro di squadra, a portare in Italia un evento di caratura internazionale sul tema dell’acqua. Ciò sarà occasione per valorizzare, su un ampio scenario, il sistema di gestione idrica nel nostro Paese; per quanto ci riguarda, possiamo affermare che già oggi è crescente il numero di stakeholders stranieri, che ricerca partnership con il sistema dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, individuato come esempio di efficiente autogoverno del territorio”“L’Italia arriverà all’appuntamento, potendo contare sull’esemplare esperienza d’irrigazione collettiva e sulla costante ricerca nell’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica, gestite dal nostro sistema – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. Il miglior consiglio irriguo fornito gratuitamente dal sistema Irriframe e la certificazione volontaria di sostenibilità idrica Goccia Verde sono tasselli di una concreta strategia per contrastare l’ideologia di chi vuole contrapporre ambiente ed agricoltura, dimenticando che quest’ultima non solo è indispensabile fonte della nostra alimentazione, ma è condizione fondamentale per una corretta manutenzione del territorio.”

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Formazione e giovani fondamentali per spingere il manifatturiero

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A marzo 2024 il tasso di occupazione in Italia ha toccato il 62,1%, segnando il dato più alto negli ultimi 20 anni[2]. Un segnale positivo per il mercato nazionale, che però vede ancora delle criticità nell’industria a causa del mismatch tra domanda e offerta di operai specializzati nel manifatturiero italiano. La manifattura sta affrontando la problematica della mancanza di risorse umane, in particolare nei settori meccanico, tessile e metallurgico. È, infatti, di difficile reperimento ben il 65% degli operai specializzati cercati dalle aziende[3]. Un dato non trascurabile se si pensa che, da aprile a giugno 2024, il settore industria prevede l’entrata di 393.840 risorse, di cui 250.830 solo nel manifatturiero.È proprio con l’obiettivo di creare un ponte tra imprese e talenti che MECSPE, la fiera di riferimento per l’industria manifatturiera organizzata da Senaf, torna a Bologna dal 5 al 7 marzo 2025, forte del successo dell’ultima edizione. La formazione è, infatti, uno dei capisaldi della fiera, insieme a innovazione e sostenibilità, e nella prossima edizione troverà ancora più spazio per rispondere alle esigenze delle aziende che cercano molta più forza lavoro di quella attualmente offerta dal mercato. Grazie alla partecipazione diretta degli ITS Academy, scuole di alta formazione specializzate post diploma con un’offerta di 349 percorsi[4], MECSPE evidenzierà il ruolo nevralgico che possono avere questi istituti nella preparazione di risorse formate, pronte a entrare nel mercato. L’indirizzo più frequentato è Nuove Tecnologie del made in Italy, dove il maggior numero di iscritti si registra per il corso di Sistema meccanica (41,6%), seguito da Sistema agro-alimentare (22,9%), Sistema moda (il 18,1%), Servizi alle imprese (13,2%) e Sistema casa (4,2%). A testimonianza del valore della formazione ricevuta, il monitoraggio INDIRE 2024 evidenzia come ben l’87% dei diplomati ITS trovi lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo e, per la maggior parte di loro, in un ambito coerente con il percorso di studi perfezionato.Sempre più imprese stringono rapporti con gli ITS: secondo l’Osservatorio MECSPE[5] già oltre la metà delle aziende intervistate collabora con loro, un buon dato che però va alimentato, specie per quei 5 imprenditori su 10 che nell’ultimo anno hanno identificato come criticità maggiore proprio la difficoltà di reperimento delle risorse umane. E se contiamo che quasi un quarto delle aziende vuole crescere dimensionalmente nei prossimi due anni, ampliare l’organico con persone specializzate acquista un’importanza maggiore. By http://www.mypr.it

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Prima sessione di test di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Parma Martedì 28 e mercoledì 29 maggio è in programma all’Università di Parma la prima sessione di test di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato nazionale in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Medicina veterinaria per l’anno accademico 2024-2025.Martedì 28 maggio: Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria Aule centrali di Medicina (via Gramsci 14) e Aule del Plesso biotecnologico integrato (via Volturno 39), convocazione ore 9.30, inizio prova ore 13. Numero di posti disponibili per Medicina e Chirurgia: 305 (di cui 20 riservati a cittadini non UE non equiparati). Numero di posti disponibili per Odontoiatria e protesi dentaria: 30 (di cui 2 riservati a cittadini non UE non equiparati). Numero di domande presentate, cumulative tra i due corsi: 675.Mercoledì 29 maggio: Medicina veterinaria. Aule K di via Kennedy, convocazione ore 10.30, inizio prova ore 13. Numero di posti disponibili: 80 (di cui 3 riservati a cittadini non UE residenti all’estero), numero di domande presentate 179. Il numero dei posti indicati è provvisorio: i numeri definitivi verranno assegnati con successivi decreti ministeriali. La seconda sessione di test è in programma il 30 luglio per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria, e il 31 luglio per Medicina veterinaria.

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Percorso di formazione iniziale insegnanti

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

Parma. L’Università di Parma ha pubblicato il bando per l’accesso ai percorsi di formazione iniziale delle docenti e dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado (DPCM 4 agosto 2023) per l’anno accademico 2023/2024.Le iscrizioni (on line) sono aperte dalle 12 del 27 maggio alle 12 del 4 giugno. Tutte le info al link https://formazioneinsegnanti.unipr.it/

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