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Posts Tagged ‘controllo’

PIMCO: La Banca del Giappone pone le basi per allentare la politica di controllo della curva dei rendimenti

Posted by fidest press agency su sabato, 28 gennaio 2023

la scorsa settimana la Banca del Giappone non solo ha proseguito con la YCC, ma è sembrata rafforzarla estendendo la scadenza delle sue operazioni di finanziamento a termine (“funds supplying operations” nel linguaggio della BOJ). E, in effetti, le mosse della BOJ hanno avuto l’effetto desiderato: La pressione ribassista si è rapidamente attenuata e il rendimento del decennale è salito di circa 10 pb, fino a 40 pb, dove (al momento in cui scriviamo) si trova ancora. Allo stesso tempo, gli spread degli swap sui tassi d’interesse denominati in yen, che si erano costantemente allargati rispetto ai JGB dall’inizio del 2022, si sono ridotti di circa 15 pb, fino a raggiungere uno spread di poco superiore ai 30 pb. Tuttavia, riteniamo che le sorprendenti mosse della BOJ – l’allargamento della banda di oscillazione della politica di controllo della curva dei rendimenti a 10 anni, che in precedenza il governatore della BOJ Haruhiko Kuroda aveva sostenuto dovesse essere considerato come un inasprimento della politica, e il rafforzamento dell’ancoraggio dei tassi a 10 anni attraverso il rafforzamento delle term lending operations – suggeriscono che i funzionari potrebbero gettare le basi per un ulteriore allentamento della politica di controllo della curva dei rendimenti, adottando al contempo misure per ridurre al minimo la potenziale volatilità dei mercati obbligazionari giapponesi e globali. Primo, e indubbiamente più importante, nonostante le aspettative di gennaio della BOJ sull’inflazione siano rimaste relativamente contenute, l’inflazione giapponese ha subito un’accelerazione. L’aumento dei prezzi dell’energia a livello globale e il notevole deprezzamento dello yen nel 2022 hanno fatto aumentare il tasso di inflazione giapponese. L’indice sulla viscosità dei prezzi di PIMCO applicato all’inflazione giapponese ha visto un’accelerazione fino a poco meno del 3% annualizzato per la prima volta da decenni, mentre gli aneddoti che hanno preceduto le negoziazioni salariali annuali “shunto” suggeriscono che i lavoratori delle grandi aziende potrebbero ottenere aumenti salariali più consistenti. In secondo luogo, la politica di controllo della curva dei rendimenti (YCC) è diventata sempre più impegnativa, con il primo ministro Fumio Kishida che ha preso le distanze dall’Abenomics. Quando l’YCC è stata implementata per la prima volta nel 2016, molti la hanno interpretata come un invito esplicito da parte di Kuroda ai funzionari del governo giapponese a emettere quanti più JGB volessero al fine di perseguire una politica fiscale più espansiva. n terzo luogo, Kuroda lascerà la carica di governatore della BOJ ad aprile e i media suggeriscono che il suo successore potrebbe essere più allineato con l’agenda politica di Kishida. Recentemente è emerso come candidato Hirohide Yamaguchi, che è stato vice governatore della BOJ sotto l’ex governatore Masaaki Shirakawa e che, prima dell’annuncio della BOJ di dicembre, aveva suggerito in un’intervista del 2022 un quadro di politiche più flessibile e l’allargamento della banda target della politica di controllo della curva dei rendimenti (YCC).Nonostante le varie motivazioni a favore dell’allentamento della YCC, la BOJ ha ancora l’arduo compito di farlo in modo ordinato e ciò non impone acquisti insostenibili di JGB. Di certo, abbandonare la YCC limitando la volatilità del mercato sarebbe probabilmente senza precedenti. La storia suggerisce che i mercati non sono gentili con i policymaker che vogliono sottrarsi agli ancoraggi dei tassi o valutari. Ciononostante, se la term lending facility avrà successo, la BOJ potrebbe riuscire a ristabilire la propria credibilità nel difendere la politica di controllo della curva dei rendimenti. Per il prossimo governatore, sospettiamo che i vantaggi di mantenere tale credibilità attraverso l’allentamento della politica monetaria siano superiori a qualsiasi incentivo ad abbandonarla bruscamente. (abstract by http://www.verinieassociati.com/

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Commento macro Amchor: Usa ed UE, con l’inflazione sotto controllo si allontana la recessione. Cina e Sudest asiatico in rimbalzo

Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023

A cura di Alvaro Sanmartin, Chief Economist, Amchor. Sebbene i rischi rimangano rilevanti, iniziamo il 2023 con una prospettiva ragionevolmente costruttiva per l’economia globale. Riteniamo che negli Stati Uniti e nell’Eurozona sussistano le condizioni giuste affinché una politica monetaria moderatamente restrittiva possa tenere sotto controllo l’inflazione senza generare una recessione, tanto meno una recessione grave.Nel caso degli Stati Uniti, gli ultimi dati macroeconomici suggeriscono che si stanno già ottenendo risultati tangibili in termini di correzione dell’eccesso di domanda e che questo, a sua volta, comincia a tradursi in un certo allentamento delle pressioni su prezzi e salari. È inoltre positivo notare che le aspettative di inflazione a breve termine hanno iniziato a moderarsi nell’ultimo periodo.È dunque altamente probabile che la Fed sia vicina a concludere il processo di rialzo dei tassi, aprendo così la porta a quello che potrebbe essere un atterraggio morbido per l’economia statunitense nel 2023.Passando all’Eurozona, riteniamo che la crescita a breve termine continuerà a sorprendere al rialzo grazie al calo dei prezzi delle materie prime, una situazione di bilancio sana per famiglie e imprese, una politica fiscale chiaramente espansiva e una sensibile accelerazione dei salari.In quest’ottica, nelle prossime settimane presteremo particolare attenzione a due aspetti: i negoziati sui salari (per verificare che i salari non accelerino oltre il limite, a nostro avviso gestibile, del 4-5% entro il 2023) e, appunto, la politica fiscale (per verificare se nel corso dell’anno in corso sia possibile evitare eccessive distorsioni pro-cicliche).Comunque sia, l’Eurozona ha un importante vantaggio nell’affrontare l’attuale situazione di forte pressione inflazionistica: il fatto che per molti anni l’inflazione sia stata ben sotto controllo nel nostro continente sta contribuendo a mantenere ragionevolmente ancorate le aspettative di inflazione a medio e lungo termine. Con due conseguenze: i sindacati sono piuttosto cauti nelle loro richieste salariali e le aziende, in generale, non cercano di sfruttare l’attuale forza della domanda per aumentare in modo aggressivo i propri margini aziendali. Per quanto riguarda la Cina, l’attività economica dovrebbe accelerare in modo significativo e potrebbe raggiungere tassi di crescita ben superiori al 5% nel 2023 grazie al rimbalzo dell’attività post-Covid e a politiche fiscali e monetarie fortemente espansive. Insieme alla Cina, i Paesi del Sud-Est asiatico quest’anno saranno probabilmente tra i migliori in termini di crescita economica: qui, infatti, la completa eliminazione delle restrizioni legate alla pandemia è avvenuta in tempi relativamente recenti e l’orientamento di politica monetaria è meno restrittivo di quello di Stati Uniti ed Europa. A fronte di questo quadro macroeconomico, nonostante il nostro scenario di “atterraggio morbido” per l’economia statunitense, le valutazioni delle azioni USA non ci sembrano particolarmente interessanti. Per contro, i mercati azionari di Cina, Sud-Est asiatico ed Europa presentano, a nostro avviso, prospettive di rischio/rendimento ragionevolmente interessanti. A livello settoriale, grazie alla valutazione e al contesto di tassi d’interesse strutturalmente più elevati in cui probabilmente ci muoveremo nei prossimi anni, ci piace particolarmente il settore bancario europeo.Nel caso del Giappone, riteniamo abbastanza probabile che nella prima metà del 2023 la Bank of Japan (BoJ) sarà costretta ad adottare ulteriori misure di allentamento nella sua politica di controllo della curva, il che potrebbe portare a un ulteriore spostamento verso l’alto della curva giapponese.La conferma di un tetto all’inflazione negli Stati Uniti infine aprirebbe le porte a un interessante profilo di rischio-rendimento per le valute emergenti, soprattutto asiatiche. Allo stesso tempo, livelli di dollaro pari a 1,07-1,10 euro renderebbero il biglietto verde ragionevolmente interessante come copertura per le esposizioni ad attività rischiose nell’Eurozona. Lo yen, dal canto suo, potrebbe beneficiare di eventuali nuove misure di standardizzazione della politica monetaria da parte della BOJ quest’anno e, in questo senso, sarebbe anche in una buona posizione per servire da copertura contro gli shock negativi che potrebbero colpire l’economia globale. (abstract by http://www.verinieassociati.com/

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L’inflazione statunitense è sotto controllo?

Posted by fidest press agency su martedì, 20 dicembre 2022

Le tre grandi banche centrali si riuniscono e sono in arrivo dati cruciali sull’IPC statunitense, sulle vendite al dettaglio, sugli indici PMI e sull’inflazione nel Regno Unito.Tutte e tre le banche centrali sembrano pronte per un rialzo di 50 punti base, ma quello che conta sarà il commento al termine del meeting. A questo proposito, ci aspettiamo un atteggiamento da falco da parte della Fed, per le ragioni riportate di seguito, e neutrale da parte della BCE e della BoE, dove potrebbe esserci unanimità con le due colombe che non ammetteranno cambiamenti. Sarà poi cruciale prestare attenzione ai suggerimenti riguardo i piani di inversione di rotta dei programmi di quantitative easing delle banche centrali.Il prossimo mese ci sarà una massiccia offerta di obbligazioni in scadenza, in particolar modo in Europa e soprattutto in termini di durata.Per quanto riguarda l’inflazione, lo schema al rialzo totalmente inaspettato sperimentato all’inizio di quest’anno, sia negli Stati Uniti che in Europa, è stato il più grande mai visto da decenni, ma è da considerarsi ormai alle spalle e non c’è motivo di avere un’inclinazione da falco o da rialzista.Tuttavia, restiamo “falchi” sulle prospettive a lungo termine per quanto riguarda l’inflazione statunitense. Si tratta indubbiamente di un’argomentazione difficile da sostenere, in quanto i numeri sia per l’inflazione headline che core sembrerebbero destinati a migliorare. L’indice dei prezzi al consumo (IPC) headline ha raggiunto un picco a giugno, pari al 9,1%. Attualmente è già sceso al 7,7% e i dati di questa settimana dovrebbero registrare un ulteriore calo. Il profilo dell’IPC core è più piatto, ma anch’esso è destinato a diminuire grazie al calo dei prezzi dei beni, in particolare delle automobili, e al calo del costo del petrolio, che si ripercuoterà su settori come le tariffe aeree. Anche gli effetti base contribuiranno a ridurre i grandi aumenti mensili degli ultimi 12 mesi rispetto alle misure annuali.Quello che più ci preoccupa è il dato dell’inflazione salariale, che abbiamo analizzato e confrontato tra chi cambia lavoro rispetto a chi lo mantiene. (Abstract by http://www.bc-communication.it)

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Controllo dell’inflazione: nessuna ambiguità

Posted by fidest press agency su domenica, 4 settembre 2022

A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel. La situazione finanziaria è decisamente cambiata rispetto a metà di giugno e, nel corso del suo discorso al simposio annuale di Jackson Hole, il presidente Powell ha affrontato il tema dell’aumento dei prezzi e del controllo dell’inflazione. La “tregua estiva” sui mercati finanziari ha fatto sperare molti investitori nella fine dell’impegno della Fed nel contrastare le pressioni inflazionistiche sui prezzi. Purtroppo, però, questa speranza si potrebbe rivelare prematura. Il messaggio di Powell è stato, infatti, breve ma diretto, come da lui stesso anticipato (“Oggi le mie osservazioni saranno più brevi, la mia attenzione più limitata e il mio messaggio più diretto”) e ha posto l’accento sull’obiettivo di riportare l’inflazione verso il 2%, senza fermarsi al 4,6% di inflazione core, misurato in base all’indice dei prezzi per i beni di consumo personali (PCE) al netto di cibo ed energia, dato pubblicato proprio venerdì 26 agosto in mattinata. Per perseguire un obiettivo così ambizioso, le parole di Powell hanno lasciato intendere un nuovo rialzo dei tassi di 75 punti base in occasione della riunione del FOMC di settembre: “A un certo punto, con l’ulteriore inasprimento della politica monetaria, probabilmente diventerà opportuno rallentare il ritmo degli aumenti”.In altre parole, il momento di una politica monetaria meno restrittiva non è ancora arrivato, mentre attualmente “con un’inflazione di gran lunga superiore al 2% e un mercato del lavoro estremamente rigido, le stime di neutralità a lungo termine non sono a un punto di arresto o di pausa”. Il dato sui posti di lavoro di questa settimana, insieme a un CPI di in linea con le aspettative, la prossima settimana, probabilmente confermerà quanto detto nel corso di Jackson Hole.Inoltre, i banchieri centrali continueranno a mantenere la barra dritta nelle loro politiche monetarie piuttosto che cambiare rotta prematuramente. Ha detto Powell: “I precedenti storici mettono in guardia contro un allentamento prematuro della politica monetaria. Le proiezioni individuali più recenti dei partecipanti alla SEP (Summury of Economic Projections) di giugno indicano un tasso mediano dei Federal Funds leggermente inferiore al 4% fino alla fine del 2023”.Naturalmente, i “precedenti storici” si riferiscono alla debacle della lotta all’inflazione “start-stop” degli anni ’70, che non si è conclusa positivamente né per l’economia, né per i mercati. Questa volta è improbabile che la Fed allenti la politica monetaria finché il “drago” dell’inflazione non sarà stato abbattuto.In sintesi, è probabile che il tasso sui Fed Funds debba arrivare almeno al 4% e restare su quei livelli per un po’, in modo che la Fed possa rivalutare il contesto di crescita e inflazione prima di fare la prossima mossa. Powell ha respinto l’idea di un cambio di rotta, cosa che gli investitori si erano prefigurati troppo prematuramente.

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Bain Capital Private Equity e BC Partners siglano un accordo di partnership per il controllo di Fedrigoni

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 agosto 2022

LONDRA, MILANO. Bain Capital Private Equity, tra le principali società di investimento in private equity a livello mondiale, ha siglato un accordo di partnership per il controllo di Fedrigoni, produttore leader a livello mondiale di etichette autoadesive e di prodotti per il packaging a base di fibre, con BC Partners, una delle maggiori società di investimento internazionali. Bain Capital ha acquisito Fedrigoni nel 2017. Sotto la proprietà di Bain Capital, Fedrigoni ha più che raddoppiato le vendite rettificate e quasi triplicato l’EBITDA consolidato, grazie a una combinazione di accelerazione della crescita organica e di M&A. Questa nuova partnership sosterrà il management team di Fedrigoni nel percorso di consolidamento del proprio track-record di successo nel campo delle fusioni e acquisizioni. La mentalitàda owner-manager di BC Partners ha supportato le società in portafoglio a realizzare oltre 400 operazioni di add-on nell’ultimo decennio, e come tale è il partner naturale per Fedrigoni e Bain Capital per contribuire a guidare opportunità di creazione di valore. Insieme a Bain Capital, il Gruppo Fedrigoni ha portato avanti un ambizioso percorso di trasformazione basato su cinque pilastri: l’offerta distintiva e premium; l’esperienza superiore per i clienti; l’eccellenza operativa; l’attrazione dei migliori talenti e lo sviluppo delle sue 4.500 persone, creando al contempo un ambiente inclusivo e sicuro; l’accelerazione delle acquisizioni volte all’espansione geografica e alla diversificazione del portafoglio prodotti. Fedrigoni ha inoltre integrato la sostenibilità nella propria strategia aziendale, con un impegno costante per ridurre il proprio impatto ambientale e supportare i clienti nella transizione verso pratiche ecologiche e un business sempre più circolare. Dalla ricerca di materiali più sostenibili allo sviluppo di prodotti per aiutare i marchi nella transizione dalla plastica alla carta. Dal riutilizzo degli scarti dei processi produttivi dei clienti allo sviluppo di soluzioni monomateriali. Attraverso la sua roadmap di sostenibilità 2030, Fedrigoni si è impegnata a ridurre del 30% le proprie emissioni di carbonio entro il 2030 e a raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, in linea con Science-Based Targets Initiative, con il recupero del 95% di acqua e del 100% dei rifiuti industriali in tutte le sue attività. Quest’anno ha ricevuto il rating di sostenibilità EcoVadis Platinum, che colloca Fedrigoni nel top 1% delle aziende dello stesso settore a livello mondiale per performance ESG.

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Sicurezza: Milano è fuori controllo?

Posted by fidest press agency su venerdì, 29 luglio 2022

“Per risolvere il problema della sicurezza, bisogna prima ammettere che esiste. Il Sindaco e l’Assessore Granelli lo hanno sempre negato. Cosa dovrà ancora succedere a Milano per ammettere che il problema esiste? Si chiede Giorgia Meloni “ dichiara Andrea Mascaretti (FDI) vice presidente del Consiglio “in Consiglio Comunale per l’approvazione dell’assestamento di bilancio ci aspettiamo venga anche il Sindaco per votare l’emendamento che ho presentato come Fratelli d’Italia. Chiedo che siano assegnati più fondi del bilancio comunale alla sicurezza e ora, dopo gli ennesimi casi di efferata violenza, vedremo come voteranno il Sindaco e il Presidente della Commissione sicurezza, il Consigliere del PD Michele Albiani” conclude Mascaretti “mi auguro che questa volta decideranno di stare con noi, dalla parte dei milanesi ”

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Controllo glicometabolico: peggiora dopo infezione da SARS-CoV-2

Posted by fidest press agency su sabato, 16 aprile 2022

Il diabete mellito (DM) è una delle principali comorbilità associate a COVID-19 e studi preliminari hanno evidenziato un’elevata prevalenza di iperglicemia nei pazienti affetti da tale patologia.«Analoghe evidenze erano state precedentemente riportate nei pazienti affetti da SARS-CoV-1, che presentavano livelli più elevati di glicemia a digiuno rispetto a quelli affetti da polmonite non correlata a SARS-CoV-1» spiegano Emanuele Spreafico, SSD Endocrinologia e Diabetologia, ASST di Monza – PO di Desio e Poliambulatorio di Muggiò, ed Eleonora Bianconi, Università degli Studi dell’Insubria, Policlinico di Monza. «Ancora limitate sono le evidenze di un danno diretto o indiretto di SARS-CoV-2 sulla funzione beta-cellulare. È teoricamente possibile che SARS-CoV-2 possa localizzarsi a livello del pancreas endocrino; inoltre sia a livello del pancreas endocrino che esocrino è stato rilevato l’mRNA dell’ACE-2 (angiotensin converting enzyme 2), il principale recettore del virus». Studi recenti – proseguono Spreafico e Bianconi – hanno dimostrato come la beta-cellula pancreatica sia altamente permissiva all’ingresso di SARS-CoV-2 attraverso l’ACE-2. Inoltre, SARS-Cov-2 stimola la cosiddetta tempesta citochinica, provocando un ambiente pro-infiammatorio, che sembrerebbe avere un ruolo importante nell’incremento dell’insulino-resistenza (IR) e dell’iperstimolazione beta-cellulare, le quali a loro volta potrebbero determinare alterata funzione della beta-cellula e morte della stessa. Per Spreafico e Bianconi, «sempre nei pazienti CGM, è stato valutato anche l’assetto infiammatorio mediante il dosaggio di numerose citochine e molecole coinvolte nella cascata infiammatoria. Rispetto ai controlli sani, sono stati rilevati valori più elevati di 10/17 analiti valutati nei pazienti con neo COVID19 e anche nei pazienti post COVID-19; una simile alterazione citochinica è stata riscontrata anche nel T2D. In sostanza, l’assetto infiammatorio è risultato maggiormente stimolato nei pazienti affetti o guariti dalla COVID19 e questo correlava con l’HOMA-IR, a confermare l’eziopatogenesi infiammatoria dell’IR indotta da SARS-CoV-2». Questo studio – in conclusione – ha confermato l’aumentata incidenza di iperglicemia, IR e iperstimolazione beta-cellulare nei pazienti affetti da COVID-19 senza pregressa storia di diabete o iperglicemia. Interessante, inoltre, è l’evidenza che le alterazioni glicemiche possono persistere anche a distanza di mesi dalla guarigione del COVID19. Sicuramente suggestiva, ma per stessa ammissione degli autori limitata dalla numerosità del campione, è la valutazione dell’andamento glicemico tramite CGM e soprattutto l’analisi dell’assetto infiammatorio e la correlazione con l’IR. Sono doverose ulteriori analisi su un campione più ampio di pazienti per confermare tali dati e valutare con maggiore precisione le sequele e complicanze cliniche a lungo termine». (abstract) Fonte: Doctor33

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Il ruolo dei nutraceutici per tenere sotto controllo le allergie

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 aprile 2022

Se ormai non ci stupiamo che per ridurre i livelli di colesterolo o di trigliceridi si possa ricorrere a prodotti naturali, è sicuramente una novità il fatto che degli estratti vegetali possano contribuire al controllo delle allergie. “L’aggiunta di preparati nutraceutici potrebbe infatti consentire di ottenere un risparmio di farmaci. Sull’argomento abbiamo effettuato alcuni studi clinici – precisa Gianluigi MARSEGLIA, Direttore della Clinica Pediatrica della Università degli Studi di Pavia-Policlinico San Matteo e Presidente del Congresso insieme a Michele MIRAGLIA DEL GIUDICE dell’Università Vanvitelli di Napoli – che hanno dimostrato come grazie all’utilizzo di neutraceutici in bambini con rinite allergica è possibile ridurre l’uso di steroide nasale e di antistaminico”. In una delle ricerche realizzate dai ricercatori della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, 63 bambini con rinite allergica sono stati divisi in due gruppi: nel primo i bambini hanno ricevuto un integratore contenente estratto secco di Perilla, Quercetina e Vitamina D3 accanto alla normale terapia antiallergica. Nel secondo gruppo la terapia standard veniva associata a un placebo. Il numero di giorni in cui i bambini hanno dovuto assumere la terapia antistaminica è stato significativamente inferiore di quelli del secondo gruppo (rispettivamente 15 e 30 giorni).

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L’immunoterapia con durvalumab è efficace nel controllo del tumore del polmone

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 novembre 2021

Lo è in pazienti non “selezionati”, cioè nella pratica clinica quotidiana. È quanto emerge dai risultati di PACIFIC R, lo studio di real life che ha arruolato circa 1.400 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio III non resecabile. Sono stati coinvolti 290 centri di 11 Paesi, tra cui l’Italia con 116 pazienti. PACIFIC R ha evidenziato una sopravvivenza libera da progressione con durvalumab di circa 22 mesi. Buona la tollerabilità: solo il 16% dei pazienti è stato costretto a interrompere il trattamento a causa di un evento avverso e il 27% per progressione della malattia.Nel 2020 in Italia sono stati stimati circa 41mila nuovi casi di carcinoma polmonare, l’85% riguarda la forma non a piccole cellule, la più frequente. Un terzo di questi pazienti riceve la diagnosi di malattia in stadio III. Durvalumab è già approvato in Italia dopo chemio-radioterapia definitiva per i pazienti con malattia allo stadio III non resecabile ed espressione di una determinata proteina (PD-L1) ≥1%. Lo scorso giugno, al Congresso della American Society of Clinical Oncology (ASCO) erano stati evidenziati, nell’aggiornamento dello studio registrativo PACIFIC, i benefici di sopravvivenza ottenuti da durvalumab, con il 43% dei pazienti vivi a 5 anni. Dal Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO), che si è svolto lo scorso settembre, è arrivata una nuova importante evidenza. I vantaggi dell’immunoterapia non si limitano alle sperimentazioni cliniche controllate, ma sono riscontrabili concretamente nella vita reale.“Si tratta di dati significativi, che evidenziano le importanti implicazioni dell’immunoterapia a vantaggio di una categoria particolare di pazienti che, sebbene candidata alla guarigione, per lungo tempo non ha beneficiato di nuove opportunità terapeutiche – chiarisce Diego Signorelli, oncologo all’Ospedale Niguarda di Milano -. PACIFIC R ha permesso di confermare il ruolo di durvalumab come gold standard anche nella pratica clinica quotidiana, quindi in una popolazione di pazienti non selezionati con criteri rigidi come quelli adottati nello studio registrativo”.Al PACIFIC R hanno, infatti, partecipato pazienti con carcinoma polmonare localmente avanzato non resecabile, che avevano precedentemente svolto trattamento chemio-radioterapico concomitante (in circa il 75% dei casi) o sequenziale, diversamente da quelli coinvolti nello studio PACIFIC, in cui criterio di selezione prevedeva l’esecuzione di chemio-radioterapia solo in concomitanza. Inoltre, PACIFIC R prevedeva l’inizio della terapia con durvalumab entro 90 giorni dalla conclusione della radioterapia, mentre nel PACIFIC era contemplato un intervallo massimo di 42 giorni.

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Recovery: il Parlamento chiede un controllo democratico sui piani nazionali

Posted by fidest press agency su sabato, 22 Maggio 2021

In una risoluzione non legislativa adottata giovedì con 602 voti favorevoli, 35 contrari e 56 astensioni, i deputati hanno ribadito che, in linea con i contenuti del Regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF), il PE ha il diritto di ricevere le informazioni pertinenti sullo stato di attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR).Per garantire una maggiore trasparenza e la responsabilità democratica dei PNRR, i deputati si aspettano di ricevere dalla Commissione le informazioni di base necessarie, nonché una sintesi delle riforme e degli investimenti dei piani nazionali ricevuti (18 Paesi UE hanno presentato i loro piani il 18 maggio). Si aspettano inoltre che queste informazioni siano fornite in un formato facilmente comprensibile e comparabile, comprese le traduzioni esistenti dei documenti presentati dagli Stati membri.I deputati ritengono che la condivisione delle valutazioni preliminari dei piani non pregiudicherà l’esito della procedura, poiché la maggior parte dei PNRR sono già in fase avanzata e probabilmente saranno approvati. Tale supervisione, al contrario, migliorerebbe il dialogo sulla ripresa.Inoltre, il coinvolgimento del Parlamento sulla piena trasparenza e la responsabilità garantirebbe e rafforzerebbe la legittimità democratica e il senso di titolarità dei cittadini. Per garantire il coinvolgimento di società civile, autorità locali e regionali nell’attuazione dei piani, i deputati invitano la Commissione a sollecitare gli Stati membri a consultare tutte le parti interessate a livello nazionale, anche in caso di eventuali modifiche o nuovi PNRR in futuro.I deputati vogliono infine che le commissioni competenti del Parlamento siano tenute informate sui risultati preliminari riguardanti l’adempimento dei traguardi e degli obiettivi concordati, affinché siano in grado di valutare al meglio l’effettiva e corretta spesa dei fondi.Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è la parte più grande del pacchetto Next Generation EU e uno strumento temporaneo di crisi progettato per aiutare i Paesi UE ad affrontare gli effetti della pandemia COVID-19, con un totale di 672,5 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni. Per essere ammissibili al finanziamento, i piani nazionali si devono incentrare su politiche chiave dell’UE quali la transizione verde, la biodiversità, la trasformazione digitale, la coesione economica e la competitività, nonché la coesione sociale e territoriale, la reazione delle istituzioni alle crisi e sulle modalità per aiutarle a prepararvisi, come anche le politiche a favore dei minori e dei giovani, compresa l’istruzione e lo sviluppo di competenze. Ciascun piano deve destinare almeno il 37% del proprio bilancio al clima e almeno il 20% alle azioni digitali. Il regolamento stabilisce anche che potranno ricevere fondi a titolo del dispositivo soltanto i paesi membri impegnati nel rispetto dello Stato di diritto e dei valori fondamentali dell’Unione europea. Infine, gli stati membri devono spiegare in quale maniera i piani nazionali di recupero e resilienza contribuiscano all’uguaglianza di genere e alle pari opportunità e in che modo le parti interessate a livello nazionale siano state coinvolte nella preparazione dei PNRR.

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Inchiesta ActionAid sui fondi spesi per l’azione esterna migratori

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 marzo 2021

“Ci sono satelliti, droni, navi, progetti di cooperazione, posti di polizia, voli di rimpatrio, centri di formazione. Sono mattoni di un muro invisibile ma tangibile e spesso violento. Innalzato dal 2015 in poi, grazie ad oltre un miliardo di euro di denaro pubblico”. È questa la fotografia di The big wall di ActionAid, la prima inchiesta sui fondi in migrazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale, che esamina stanziamenti e erogazioni di fondi disposti dal 2015 dall’Italia e quelli dell’Unione europea implementati da organismi governativi italiani. Dai capitoli di spesa individuati (controllo dei confini, governance, cause profonde, sensibilizzazione, contrasto al traffico, rimpatri, protezione, vie legali) emerge che del totale, che ammonta a 1 miliardo e 337 milioni di euro, la parte più sostanziosa, quasi il 50%, sia stata investita nell’ambito del controllo dei confini. Se a questi si sommano i fondi destinati alla governance migratoria e al contrasto al traffico dei migranti, le cui finalità e approcci erano mirati alla repressione del fenomeno migratorio piuttosto che al sostegno delle persone migranti, la percentuale sale al 70%. Un sostegno fondamentale è arrivato dalla stessa Unione europea, che ha finanziato per il 40% il totale della spesa, arrivando a coprire il 65% dei costi per il controllo delle frontiere. Un contributo destinato ad aumentare nei prossimi anni come prevede il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale Europeo 2021-2027 che per la prima volta ha stabilito un capitolo di spesa specifico sulle migrazioni di 24,2 miliardi di euro, con un incremento del 96% rispetto alle risorse stanziate nel periodo 2014-2020.  Solo l’1,3% del totale dei fondi è stato speso a sostegno delle vie legali, ovvero di programmi strutturati che permettono l’accesso in modo regolare al territorio italiano di cittadini non comunitari, per motivi di lavoro, studio e protezione. L’unica soluzione in grado di valorizzare appieno il contributo positivo che le migrazioni possono dare allo sviluppo socio-economico dei Paesi di origine e destinazione, mettendo al centro i diritti delle persone. L’inchiesta evidenzia la necessità di aumentare la trasparenza sulle iniziative finanziate e di vincolare i programmi al rigido rispetto dei diritti umani, attraverso un rafforzato ruolo di controllo del Parlamento e l’adozione di meccanismi di monitoraggio indipendenti che coinvolgano anche la società civile. Le politiche italiane ed europee, infatti, si sono rivelate in parte efficaci a contenere la migrazione, ma ad un prezzo altissimo in termini di vite perdute e gravi violazioni dei diritti umani.  Circa il 15% dei fondi è stato investito nelle cosiddette “cause profonde”, nella convinzione che maggiore sviluppo economico si traduca in una riduzione dei flussi migratori. Questo approccio però ha determinato una grave falla nel sistema di cooperazione allo sviluppo, a causa dell’imposizione di condizionalità agli aiuti (più risorse a fronte di un maggiore impegno nel fermare i migranti da parte dei Paesi) e la deviazione dei loro obiettivi di sviluppo, ove i fondi non sono stati destinati a programmi e Paesi per la riduzione della povertà ma, appunto ma per il contrasto alle migrazioni irregolari.

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Fibrillazione atriale, spesso non dà sintomi. Importante il controllo della pressione

Posted by fidest press agency su sabato, 28 novembre 2020

Piccoli malesseri occasionali come palpitazioni, tachicardia, astenia, difficoltà di respiro, sono tra i possibili sintomi della fibrillazione atriale, la forma di aritmia più comune, causa di aumento del rischio di ictus e malattie cardiovascolari.L’aritmia cardiaca consiste in una alterazione della regolarità del battito cardiaco, considerato anormale non solo quando la frequenza è irregolare, ma anche quando è eccessivamente rapida (tachicardia) o lenta (bradicardia).Nella fibrillazione atriale accade che gli atri cardiaci, ossia le camere superiori del cuore non si contraggono in maniera sincrona, ma in modo molto rapido e irregolare. Il sangue quindi non viene pompato in modo sufficiente e viene trasferito al resto del corpo in maniera inefficiente; da qui il senso di debolezza o stanchezza, oppure la comparsa di battito cardiaco accelerato Le contrazioni irregolari possono causare inoltre il ristagno di sangue all’interno dell’atrio e la formazione di coaguli, che dal cuore possono entrare in circolo e raggiungere il cervello causando l’ictus.Se non trattata la fibrillazione atriale comporta un aumento del rischio di cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, ictus ischemico ed emorragico, malattia renale cronica, arteriopatia periferica e demenza vascolare.Si stima che circa l’8% degli individui di oltre 65 anni di età, e il 16% degli over 85, in Italia, sia affetto da fibrillazione atriale. Le cause più frequenti sono l’ipertensione arteriosa, che si riscontra in più della metà dei pazienti affetti da questa patologia, il diabete mellito e l’ipertiroidismo. Ma anche le persone senza problemi cardiaci possono sviluppare una fibrillazione atriale.Questa condizione è spesso del tutto asintomatica, e viene diagnosticata casualmente, in occasione di visite o esami indotti da altre motivazioni. Altre volte i sintomi sono presenti in maniera sfumata e non vengono individuati come segnali della presenza di malattia. Controllare frequentemente la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, a casa o in farmacia, è importante per individuarla.Esistono apparecchi di misurazione della pressione che rivelano anche la presenza di aritmie. Studi recenti hanno evidenziato che esiste una relazione tra i valori della pressione arteriosa massima) e il rischio di fibrillazione atriale: a un aumento di 20 mmHg di pressione arteriosa sistolica corrisponde in media un aumento del 21% del rischio di manifestare questo tipo di aritmia, e che questa relazione è ancora più forte per le donne.Individuare la presenza di fibrillazione atriale è importante per impostare una terapia anticoagulante, con l’obiettivo non di guarire la malattia, ma di prevenirne le conseguenze. La terapia anticoagulante si basa, in parte ancora oggi, sul farmaco tradizionalmente utilizzato a questo scopo ossia il warfarin, appartenente alla categoria dei dicumarolici; il trattamento richiede però un frequente monitoraggio dei tempi di coagulazione e conseguente aggiustamento del dosaggio. In alcuni casi possono essere associati degli antiaritmici.Le persone che assumono il warfarin devono attenersi a una serie di regole riguardanti l’alimentazione e il consumo di alcuni cibi, in particolare quelli ad alto contenuto di vitamina K, poiché possono interagire con il farmaco alterandone l’effetto. Tra i cibi da evitare le verdure a foglia verde come cicoria, lattuga, spinaci, broccoli, cime di rapa, cavoletti di Bruxelles, rucola, verza, oltre a olio di soia, tè verde, tè nero.In anni recenti sono stati introdotti altri farmaci anticoagulanti, dotati di un diverso meccanismo di azione. Si tratta dei nuovi anticoagulanti orali (NOAC: dabigatran, rivaroxaban, apixaban, edoxaban) che sono a dose fissa e hanno una azione indipendente dalla vitamina K, e in molti casi sono prescritti come terapia di prima scelta.Tra le possibili terapie per la fibrillazione atriale esistono anche interventi mirati alla risoluzione del problema: la cardioversione elettrica, una procedura messa in atto con un defibrillatore che riporta il ritmo del battito cardiaco alla normalità, e l’ablazione transcatetere. Quest’ultima consiste in un intervento chirurgico per rimuovere l’area di tessuto cardiaco responsabile dell’alterazione del battito cardiaco, e viene utilizzata solo in casi selezionati, per cui terapia farmacologica e cardioversione elettrica non abbiano dato risultati. Stefania Cifani. (Fonte: Dica33)

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Non prenderla alla leggera

Posted by fidest press agency su martedì, 22 settembre 2020

Un controllo può salvarti la vita è il messaggio 2020 ideato per invitare la popolazione italiana a non aver paura di rivolgersi a quei centri specializzati che, da Nord a Sud, nonostante la difficile situazione sanitaria, hanno messo a disposizione oltre 450 video consulti gratuiti online dal 21 settembre al 9 ottobre 2020, che possono condurre ad una eventuale diagnosi tempestiva. Attraverso il portale dedicato http://www.tienilatestasulcollo.aiocc.it, gli utenti interessati potranno compilare un semplice questionario anonimo per capire se i sintomi riportati siano riconducibili a tumori della testa o del collo. Al termine del questionario, sarà possibile capire se è necessario ricorrere al video consulto con uno specialista, da prenotare direttamente tramite un link indirizzato ad una piattaforma dedicata e realizzata grazie alla collaborazione con DaVinci Salute, innovativo servizio di telemedicina. Successivamente, ove necessario, gli utenti saranno invitati a recarsi presso il centro specializzato più vicino e ottenere maggiori informazioni.Anche quest’anno, la campagna sottolinea l’importanza della diagnosi precoce, che gioca, un ruolo fondamentale in questi tumori. Se identificate agli stadi iniziali, nel corso di una semplice visita otorinolaringoiatrica e/o chirurgica maxillo – facciale, e in assenza di interessamento linfonodale, le neoplasie hanno tassi di guarigione che vanno dall’80 al 100%. Un controllo tempestivo specialistico diventa quindi l’unico strumento in grado di sconfiggere questa patologia che ogni anno vede circa 9.000 nuovi casi1 diagnosticati, con una schiacciante maggioranza nella popolazione maschile (131.000). Purtroppo l’età di insorgenza si sta modificando: nonostante il 24% circa dei nuovi casi di tumore testa collo venga diagnosticato in pazienti di età superiore ai 70 anni si è riscontrato un recente aumento tra le persone più giovani, dovuto probabilmente alla connessione tra HPV e tumori testa collo1. Infine va ricordato che ben il 75% dei tumori di testa e collo sono causati da fumo e alcol1.
“I sintomi dei tumori della testa e del collo – sottolinea il Prof. Valentino Valentini, Presidente AIOCC (Associazione Italiana Oncologia Cervico Cefalica) – sono comuni ad altre patologie, per questo vengono spesso confusi con normali manifestazioni quali: gonfiore al collo, mal di gola, bruciore o lesioni nel cavo orale, raucedine, deglutizione dolorosa e fastidiosa e conseguente malnutrizione e dimagrimento, naso chiuso da una narice e/o sanguinamento dal naso, mal d’orecchie. In presenza di uno di questi sintomi che perdurano per almeno tre settimane, non bisogna perdere tempo e chiedere subito un consulto medico. L’invito è quindi ad usufruire dell’opportunità dei video consulti che metteremo a disposizione gratuitamente durante la campagna Make Sense: un controllo ed una diagnosi precoce possono salvare la vita”.

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Rete Ferroviaria Italiana: nuovo sistema di controllo e gestione del traffico ferroviario

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 agosto 2020

Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), per la prima volta in Europa, introduce il nuovo sistema di controllo e gestione del traffico ferroviario che utilizza tecnologie satellitari (ERSAT) su una linea regionale.L’accordo sottoscritto con Hitachi Rail permetterà di realizzare, validare e certificare le tecnologie satellitari per il sistema ERTMS (European Rail Traffic Management System), accelerando così l’iter per la messa in esercizio. RFI darà il via a una linea pilota da realizzare nel corridoio Europeo Mediterraneo fra Novara e Rho, dove è in corso di installazione l’ERTMS di Livello 2, l’evoluto sistema di segnalamento che controlla la velocità massima ammessa e la distanza dei treni, istante per istante, intervenendo automaticamente in caso di superamento di tali limiti. Per determinare la posizione del treno verranno impiegati sistemi di navigazione satellitare inizialmente basati su GPS e successivamente sul sistema europeo GALILEO.La decisione arriva dopo un’ampia campagna di test e sperimentazioni delle tecnologie satellitari avviate in stretto coordinamento con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il supporto della Agenzia Spaziale Europea (ESA) e il contributo della Agenzia GNSS Europea (GSA).
Concepito da RFI nel corso del 2012, ERSAT nasce dall’integrazione della tecnologia ERTMS con i sistemi di navigazione satellitare e le reti di telecomunicazione pubbliche, con l’intento di realizzare sistemi e linee più efficienti. Grazie alle nuove tecnologie satellitari sarà possibile aumentare gli standard di regolarità, puntualità e sicurezza del traffico ferroviario, diminuendo allo stesso tempo i costi di installazione e gestione, rendendo quindi economicamente sostenibili le linee regionali. Per le sue caratteristiche ERSAT potrà trovare applicazione principalmente sulle reti secondarie e a minor traffico, andando incontro in maniera efficace ad una esigenza di innovazione proprio di quelle linee. Inoltre, le nuove tecnologie contribuiscono a rendere ancora più green il sistema ferroviario grazie alle minori emissioni di CO2.RFI, già designato Game Changer in Europa per l’integrazione delle tecnologie satellitari nel piano di evoluzione del sistema ERTMS, conferma il suo ruolo di leader nei sistemi di segnalamento a standard europei, valorizzando il contributo delle tecnologie satellitari per rendere il sistema ERTMS più efficiente, ridurre gli impianti lungo la linea e favorire la sua introduzione anche nelle linee locali e regionali.

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Trasparenza e controllo smaltimento DPI. Bocciata mozione urgente M5S

Posted by fidest press agency su sabato, 30 Maggio 2020

Milano. È stata formalmente respinta la mozione urgente del M5S Lombardia che chiedeva alla regione di “garantire una gestione trasparente e controllata del trattamento e dello smaltimento di dispositivi di protezione individuale pericolosi per l’ambiente e la salute pubblica” con il coinvolgimento “di aziende e operatori specializzati accreditati”.Monica Forte, consigliera del M5S Lombardia e Presidente della Commissione regionale Antimafia dichiara: “A conclusione di una giornata paradossale abbiamo deciso, a seguito di una grave violazione del regolamento, di abbandonare l’aula.In nostra assenza è andata al voto una nostra mozione molto seria perché mascherine e guanti, rifiuti potenzialmente pericolosi, siano trattati con la massima attenzione, un tema che sta emergendo con grande urgenza in tutto il Paese. Chiedevamo la raccolta in bio contenitori in luoghi ben precisi e un conferimento personalizzato per i positivi Covid.La maggioranza ci ha scherzato sopra, dapprima votando a favore dell’urgenza della mozione, in un atto di sfregio istituzionale, e poi votando contro la mozione, bocciandola. Siamo assolutamente indignati: questi temi vanno affrontati responsabilmente, stiamo parlando di rifiuti pericolosi e che vanno manipolati con estrema cautela. Evidentemente sui rifiuti potenzialmente infetti da Covid la maggioranza trova di che scherzare”.

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Falsi avvisi sul controllo condomini

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 aprile 2020

“Ci stanno giungendo numerose segnalazioni di avvisi affissi nei portoni dei condomini che anticipano la richiesta di accesso agli appartamenti per il controllo della residenza. La comunicazione riporta che ‘le autorità svolgeranno dei controlli nelle abitazioni private, tutte le persone non giustificate verranno denunciate, con l’addebito anche di un’ammenda fino a 206 euro, arresto fino a 3 mesi, reclusione dai 3 ai 12 anni nei casi più gravi’. Niente di più falso. Siamo in presenza di una truffa organizzata da veri e propri lestofanti. In una parola: ladri, che approfittano dell’emergenza coronavirus e del dramma sanitario in corso per colpire anziani e famiglie”.E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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Trattamento e il controllo dei pazienti cronici da remoto

Posted by fidest press agency su martedì, 31 marzo 2020

MSD Italia si schiera al fianco delle Istituzioni italiane con la donazione di tecnologie e strumenti che consentono il monitoraggio, il trattamento e il controllo dei pazienti cronici da remoto per un valore di mercato fino a 1,5 milioni di Euro.“Come ricordato dal Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro – dichiara Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore di MSD Italia – se vogliamo che la curva dei contagi scenda, dobbiamo fare in modo che le misure di distanziamento sociale funzionino anche grazie al supporto fondamentale che le nuove tecnologie di telemedicina e tecno-assistenza sono in grado di garantire grazie alla possibilità, per il paziente, di farsi curare da casa”.“MSD Italia – prosegue Nicoletta Luppi – ha deciso di rispondere alla call for action del Governo con un atto di responsabilità sociale che è nel DNA della nostra Azienda. Vogliamo offrire un contributo distintivo e coerente con le richieste del nostro Governo e annunceremo presto i primi soggetti istituzionali beneficiari della nostra donazione”.MSD Italia donerà fino a 1,5 milioni di Euro in valore di mercato per la fornitura di sistemi di telemonitoraggio domiciliare che consentano, da un lato, la gestione ottimale dei pazienti cronici da remoto e, dall’altro, di decongestionare le strutture sanitarie preposte al trattamento dei pazienti più critici.La donazione nasce da una peculiarità distintiva del Gruppo MSD Italia al cui interno opera la società Vree Health, azienda leader nella progettazione, sviluppo e commercializzazione di servizi innovativi e soluzioni di Connected Health per migliorare la qualità di vita e la salute dei pazienti.

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L’acido bempedoico riduce il colesterolo senza influenzare negativamente il controllo glicemico

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

L’acido bempedoico, in aggiunta a terapie ipolipemizzanti di background, riduce significativamente il colesterolo senza tuttavia influenzare negativamente il controllo glicemico. E’ quanto emerge da due analisi combinate di quattro trial clinici di Fase III sull’acido bempedoico che hanno coinvolto un totale di oltre 3.600 pazienti, e sono state presentate da Daiichi Sankyo all’American Heart Association (AHA) Scientific Sessions in corso a Philadelphia.Una delle analisi ha mostrato che l’acido bempedoico ha ridotto l’emoglobina A1c (HbA1c) dello 0.19% rispetto al placebo in pazienti diabetici trattati per 12 settimane.i L’HbA1 è un parametro di valutazione standard del controllo glicemico, usato nella gestione del diabete. L’analisi ha inoltre dimostrato che i pazienti trattati con acido bempedoico hanno sperimentato un numero minore di nuovi casi di diabete così come di episodi di iperglicemia, rispetto a quelli trattati con placebo.i L’analisi combinata suggerisce che l’acido bempedoico non ha un impatto negativo sul controllo glicemico in pazienti con e senza diabete, se aggiunto a una terapia ipolipemizzante stabile di background. Un’altra analisi ha dimostrato che in tutti e quattro gli studi di fase III, l’acido bempedoico riduce significativamente il colesterolo a bassa densità (C-LDL) nei pazienti con ipercolesterolemia, se aggiunto ad una terapia con statine alla massima dose tollerata. Nei soggetti trattati con terapia di background, l’acido bempedoico ha ridotto il C-LDL del 18% rispetto al placebo.ii Nei soggetti non trattati con terapia di background, l’acido bempedoico ha ridotto il C-LDL del 25% rispetto al placebo. L’acido bempedoico è in fase di sviluppo come trattamento addizionale in monosomministrazione giornaliera per quelle persone con ipercolesterolemia che non riescono a raggiungere i loro target di C-LDL e restano al alto rischio di eventi cardiovascolari come infarto o ictus, nonostante assumano terapie ipolipemizzanti orali ottimizzate.

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Conferenza sul controllo degli armamenti, intitolata L’onere del cambiamento

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 novembre 2019

Roma. Si è svolto nella capitale presso la sala Ritz del prestigioso St Regis Grand, il Forum sul controllo degli armamenti, intitolata L’onere del cambiamento. I principali esperti in riduzione, controllo e non proliferazione delle armi nucleari provenienti da Stati Uniti, Russia, Francia, Svezia, Canada, Brasile, Australia e altri paesi hanno affrontato le questioni più importanti e urgenti in materia di sicurezza nucleare, compresa la possibilità di mantenere il controllo degli armamenti in assenza di un trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio, preservando il controllo strategico degli armamenti dopo il 2021 e mantenendo la stabilità strategica e regionale. I partecipanti si sono concentrati sugli standard e sui meccanismi esistenti per prevenire il crollo del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), e hanno dibattuto delle nuove minacce di terrorismo nucleare nonché sulle misure per contrastarle alla luce della prossima Conferenza di revisione del TNP del 2020.
CP Centro Pilota, quale “preferred supplier” della sede ospitante, in linea alle esigenze comunicative e scenografiche del Forum ha messo in campo le proprie migliori forze per realizzare un evento perfetto. Si trattava di collaborare attivamente, step by step, con gli organizzatori e realizzare congiuntamente una struttura tecnica di alto livello, corrispondente agli obiettivi del Forum.
Per questo si era deciso di arredare la sala Ritz con un allestimento tecnologico importante ma stando attenti a evitare soluzioni scenograficamente fastose. fonte http://www.centropilota.it

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L’aeroporto di Fiumicino testa con successo il sistema di controllo antidroga di Intelligent Fingerprinting

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 luglio 2019

Il trasporto intracorporeo è il processo di ingestione o inserimento nel corpo umano di ovuli di sostanze stupefacenti per eluderne il rilevamento. Il nuovo sistema antidroga di Intelligent Fingerprinting permette agli addetti doganali di agire in base alla ricezione di informazioni sulla possibile presenza di corrieri della droga e di rilevare tracce di trasporto intracorporeo entro soli 10 minuti, contrariamente a quanto accade con i tradizionali test dei fluidi corporei come l’urina, che solitamente richiedono strutture specificamente predisposte, sono più costose da gestire e possono richiedere più tempo per il controllo dei potenziali corrieri.Il test antidroga di Intelligent Fingerprinting raccoglie e analizza minuscole tracce di sudore dall’impronta digitale dei sospetti per rilevare l’eventuale presenza di stupefacenti, o dei loro metaboliti, rilasciati nel sistema della persona a seguito dell’ingestione o dell’inserimento di ovuli sigillati. Il test controlla simultaneamente quattro gruppi di narcotici – oppiacei, cocaina, anfetamine e cannabis – e offre una soluzione semplice, non invasiva e igienica, rapida e facile per tutti i soggetti coinvolti.
La soluzione per controlli antidroga di Intelligent Fingerprinting include una cartuccia monouso a prova di manomissione che impiega solo cinque secondi per raccogliere un campione di sudore. Il modulo di analisi portatile di Intelligent Fingerprinting legge quindi la cartuccia e in pochi minuti visualizza su un display un risultato positivo o negativo per ciascuna delle sostanze previste nel test.

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