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L’equipaggio di Sea Shepherd denuncia la caccia commerciale alla balenottera comune in Islanda

Posted by fidest press agency su giovedì, 5 luglio 2018

L’equipaggio di Sea Shepherd Regno Unito ha documentato l’uccisione di sette balenottere comuni, specie in via di estinzione, da parte della compagnia di caccia alle balene a fini commerciali, Hvalur hf.L’equipaggio di Sea Shepherd Regno Unito sta operando in Islanda dalla metà di giugno, monitorando le attività della nota società baleniera Hvalur hf, di proprietà del ricco magnate della pesca, nonché baleniere di seconda generazione, Kristján Loftsson. La compagnia possiede una grande stazione baleniera sul lato nord di Hvalfjörður e due vecchie navi baleniere costruite in Norvegia, la Hvalur 8 (costruita nel 1948) e la Hvalur 9 (costruita nel 1952), le quali cacciano esclusivamente le balenottere comuni, specie in via di estinzione, e che rappresenta il secondo animale più grande sul pianeta dopo la balenottera azzurra.
La quota assegnata a Hvalur dal governo islandese per il 2018 ammonta ad uno sconcertante totale di 161 balenottere comuni, a cui si aggiungono altri 30 esemplari dalla quota inutilizzata del 2017, le quali possono essere uccise durante una stagione di caccia, iniziata lo scorso 10 giugno e che durerà 100 giorni.La compagnia di Loftsson non cacciava balenottere comuni dal 2015, anno in cui le sue due navi uccisero 155 esemplari. In seguito, però, Loftsson e la sua compagnia ebbero problemi con l’esportazione della carne, soprattutto in Giappone (il principale acquirente di carne e prodotti islandesi a base di balenottera comune), a causa dei risultati di alcuni test sugli standard alimentari giapponesi che rivelarono un tasso troppo alto di agenti contaminanti, portando ad un blocco della vendita dei prodotti derivanti della stagione di caccia di quell’anno. Questo, di fatto, ebbe come conseguenza la chiusura ad ulteriori importazioni islandesi di balenottera comune e da settembre 2015 le due navi della compagnia sono rimaste ormeggiate nel vecchio porto di Reykjavik fino al 19 giugno di quest’anno, quando la Hvalur 8 ha lasciato Reykjavik e, dopo un veloce rifornimento presso la stazione baleniera di Hvalfjörður (dove è stata fotografata dal nostro equipaggio), è salpata per la prima battuta di caccia del 2018.Ad oggi, la Hvalur 8 ha effettuato cinque uscite in mare, ognuna delle quali l’ha vista impegnata per circa 36 ore, cacciando all’interno della zona di esclusione economica dell’Islanda, a circa 150 miglia nautiche dalla stazione baleniera, e rientrando con sette balenottere comuni in via d’estinzione. Dal 19 giugno l’equipaggio di Sea Shepherd sta tenendo sotto controllo Hvalfjörður e documentando (con video, foto e, quando possibile, dirette sui social network) ogni rientro della Hvalur 8 e la macellazione delle balene presso la stazione baleniera di Hvalur hf.”La nave baleniera Hvalur 9 ha completato i lavori di riparazione il 27 giugno ed è stata fotografata mentre usciva dal porto di Reykjavik la mattina del 29 giugno”, ha dichiarato Robert Read, direttore operativo di Sea Shepherd Regno Unito”. “A breve caccerà balene insieme alla nave gemella Hvalur 8, raddoppiando il lavoro del nostro equipaggio, i cui membri hanno raggiunto l’Islanda da quattro nazioni diverse per smascherare questa caccia arcaica e commerciale ai danni di balene in via d’estinzione”.

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Sea Shepherd Hong Kong Rivela Spedizioni Illegali di Pinne di Squalo

Posted by fidest press agency su sabato, 2 giugno 2018

Sea Shepherd Hong Kong ha scoperto un grosso carico di pinne di squalo giunto dallo Sri Lanka per la Win Lee Fung Ltd di Hong Kong. La spedizione, per un totale di 980 chili, era giunta a Hong Kong con un volo di Singapore Airlines. Singapore Airlines, insieme ad altre compagnie aeree responsabili, aveva bandito il trasporto di pinne di squalo su tutte le proprie rotte.
Lo scorso anno Sea Shepherd Global aveva condotto a Hong Kong un’indagine di tre mesi portando alla luce spedizioni compiute da Maersk, Virgin Australia Cargo e Cathay Pacific, tutte vittime dell’ingannevole industria delle pinne di squalo. In tutti i casi le spedizioni venivano prenotate con descrizioni vaghe quali “Pesce Essiccato” o “Prodotti Marini”.Ciò che rende ancora più grave quest’ultimo caso è che Sea Shepherd ha trovato pinne di squalo balena e, verosimilmente, pinne di squalo longimano all’interno del carico. Entrambe sono specie contenute nell’Appendice 2 di CITES e necessitano di un permesso di esportazione della CITES Sri Lanka. Queste specie protette erano nascoste tra pinne legali per evitarne il rilevamento.
Sea Shepherd Global ha richiesto al governo di Hong Kong l’utilizzo obbligatorio dei Codici di Trasporto Internazionali Armonizzati per tutti i prodotti della fauna selvatica al momento della prenotazione per qualsiasi merce destinata ad Hong Kong. Solo in questo modo la Dogana di Hong Kong e l’AFCD (Dipartimento per l’Agricoltura, la Pesca e la Conservazione) saranno effettivamente in grado di condurre ispezioni più efficaci sui container essendo a conoscenza del contenuto degli stessi prima ancora del loro arrivo a destinazione. Attualmente i contrabbandieri di pinne di squalo sono tenuti a dichiarare quanto spedito entro 14 giorni dall’arrivo del container a Hong Kong, pena una sanzione tardiva di 80HK$ (10US$). In questo modo, al momento in cui avviene la dichiarazione, la spedizione è già dispersa e non è possibile effettuare alcuna ispezione.Questa settimana Sea Shepherd ha portato il caso davanti al Consiglio Legislativo di Hong Kong (Legco) come dimostrazione per il governo di Hong Kong delle attuali mancanze e lacune sfruttate dalla criminalità organizzata transnazionale della fauna selvatica e come indicazione dei punti strategici sui quali Hong Kong ha l’opportunità di avere un forte impatto nelle lotta al crimine della fauna selvatica sul palcoscenico mondiale, se solo decidesse di fornire gli strumenti appropriati alla Dogana e all’AFCD in modo che possano svolgere il proprio lavoro in modo efficiente.

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Sea Shepherd rivela attività di pesca a strascico illegale e impunita in acque di competenza danese

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 aprile 2018

Dal 16 gennaio al 6 aprile, i volontari e i biologi di Sea Shepherd hanno condotto delle ricerche nel “Sound” (conosciuto localmente come Öresund or Øresund) a bordo della nave da pattugliamento MV Emanuel Bronner, per studiare il fondale marino in cerca di prove sui danni provocati dai pescherecci a strascico.I biologi hanno prelevato campioni di suolo e di acqua e hanno effettuato una scansione del fondale che mostra segni evidenti della pesca illegale a strascico (vedi foto) con 6 tracce di reti a strascico in un solo tratto lungo 1 km. I sub di Sea Shepherd hanno inoltre ritrovato merluzzi e focene comuni morti intrappolati nelle reti fantasma abbandonate nel Sound.Il divieto di pesca a strascico, in vigore da oltre 80 anni, ha consentito a molte specie anche rare di fauna marina di prosperare nel Sound. Ma un’approfondita ricerca pubblicata dalla Fondazione Oceana nel 2016, aveva dimostrato che l’attuale protezione non era più sufficiente a proteggere questo unico e fragile ecosistema e aveva chiamato in causa i governi della Danimarca e della Svezia affinchè stabilissero un’unica e transfrontaliera area marina protetta (MPA) attraverso l’intero Sound, che comprendesse l’attuale e minore area protetta nonché le aree non protette.
Purtroppo Sea Shepherd è arrivata a stabilire che nulla è cambiato da allora. I pescherecci a strascico sono autorizzati nella zona nord del Sound, tranne a febbraio e a marzo, quando i merluzzi (specie minacciata) sono nel periodo di riproduzione. Ma anche queste restrizioni vengono ignorate dai pescherecci, come nel caso dell’imbarcazione danese colta in flagrante con le proprie reti in mare l’11 marzo.La mancanza di controllo, specialmente nel tratto di stretto di competenza danese, consente a questi pescherecci di poter operare impunemente, addirittura alla luce del giorno.
Gli accertamenti effettuati da Sea Shepherd sono stati divulgati dalla stampa danese il 3 aprile (https://www.tv2lorry.dk/artikel/minister-om-bekymrende-fund-i-oeresund-jeg-bliver-hamrende-vred), sollecitando il Ministro della Pesca a convocare una riunione del comitato di emergenza per il giorno successivo, dove il Partito Popolare Socialista Danese (Socialistik Folkeparti) ha risollevato la richiesta della Fondazione Oceana di creare un’area marina protetta per tutta l’area del Sound, bannando effettivamente e per tutto l’anno le attività di pesca a strascico. Il parlamento dibatterà questa questione il giorno 18 aprile.

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Sea Shepherd lancia Operazione Jodari con la Tanzania, con i primi tre arresti

Posted by fidest press agency su giovedì, 8 febbraio 2018

OpJodari-TanzaniaDopo 20 giorni di pattugliamenti che hanno portato all’arresto di tre navi per reati di pesca, la nave di Sea Shepherd, la M/Y Ocean Warrior, è arrivata a Dar es Salaam per lanciare ufficialmente l’Operazione Jodari, una campagna in collaborazione con il governo della Repubblica Unita di Tanzania, per combattere la pesca illegale,non riportata e non regolamentata (INN), nella zona occidentale dell’Oceano Indiano.Nelle scorse tre settimane, forze dell’ordine della Deep Sea Fishing Authority, della Marina della Tanzania e della Multi-Agency Task Team (MATT), sono stati accolti segretamente a bordo della nave di Sea Shepherd, la M/Y Ocean Warrior, lavorando OpJodari-Tanzania1al fianco del Capitano Adam Meyerson e dell’equipaggio di Sea Shepherd per pattugliare le acque territoriali della Tanzania. Le forze dell’ordine hanno l’autorità di abbordare, ispezionare e arrestare le imbarcazioni che violano le leggi della Tanzania. La MATT è guidata dalla Polizia della Tanzania e include il Servizio Forestale della Tanzania, la Divisione Fauna Selvatica, la Divisione Pesca, il Servizio di Intelligence e Sicurezza della Tanzania. E’ stata istituita per individuare persone o organizzazioni che controllano i crimini ambientali e il commercio illegale di fauna selvatica nel territorio.
Operazione Jodari si prefigge di controllare le attività delle imbarcazioni nelle acque della Tanzania, abbordare quelle sospettate di pesca INN, così come di formare gli ufficiali della Tanzania al monitoraggio, controllo e sorveglianza (MCS) delle attività di pesca nelle acque della Tanzania, incluse le ispezioni alle navi da pesca e le procedure di abbordaggio. (foto: OpJodari-Tanzania)

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Sea Shepherd chiede agli Stati Uniti di verificare le affermazioni in materia di sostenibilità della flotta per la pesca ai gamberi

Posted by fidest press agency su sabato, 3 giugno 2017

Sea Shepherd Global ha presentato formalmente istanza al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti affinché siano condotte verifiche circa le aree di pesca “sostenibile” di gamberi in Nigeria. Il programma, noto come processo di certificazione “Sezione 609”, richiede che anche le nazioni che importano gamberi neglSea Shepherdi Stati Uniti muniscano le proprie navi di dispositivi per l’esclusione delle tartarughe (TED Acronimo della locuzione inglese “turtle excluder devices”). I TED sono grate poste sulle bocche delle reti a strascico usate per pescare i gamberi. Esse fanno sì che le tartarughe e altri animali marini non siano intrappolati nella rete. Dato che gli Stati Uniti sono la principale nazione importatrice di gamberi a livello mondiale, il programma Sezione 609 è uno strumento di importanza cruciale per la protezione delle tartarughe marine (e di altri animali marini) in tutto il mondo.Quale rilevante importatore di gamberi negli USA, la Nigeria gode di benefici economici grazie alla certificazione favorevole relativa alla Seazione 609, di cui è in possesso. Sea Shepherd Global ha individuato prove di attività illegali di pesca ai gamberi da parte di un’imbarcazione battente bandiera nigeriana e questo mette in serio dubbio tale certificazioni. Ormai da molti mesi Sea Shepherd Global sta conducendo Operazione Sola Stella, una campagna condotta in collaborazione con il Ministero liberiano della Difesa e tesa a contrastare la pesca illegale in Liberia, Stato nelle cui acque impera il bracconaggio. L’obiettivo della campagna è di migliorare la capacità della Liberia di applicare le leggi fornendo a questa nazione una nave di Sea Shepherd (la M/Y Bob Barker) con a bordo una squadra di membri della Guardia Costiera liberiana.
Il 13 marzo 2017, alcuni ufficiali liberiani che agivano nell’ambito di Operazione Sola Stella hanno arrestato e trattenuto la Star Shrimper XXV in acque liberiane per sospetta pesca illegale. L’imbarcazione è stata sorpresa mentre pescava gamberi usando reti a strascico prive di TED in acque in cui è nota la presenza di tartarughe liuto. La Star Shrimper XXV fa parte di un’enorme flotta composta da 70 navi nigeriane per la pesca ai gamberi. Proprietaria della flotta è la Atlantic Shrimpers Limited (“Atlantic Shrimpers”). Questa azienda si fa orgogliosamente pubblicità parlando delle proprie presunte pratiche “sostenibili”, tra cui la capacità di vendere gamberi agli Stati Uniti in virtù della certificazione Sezione 609 della Nigeria.Sea Shepherd Global nutre forti sospetti circa il fatto che le attività illegali della Star Shrimper XXV in materia di pesca ai gamberi non siano un episodio isolato, in particolare considerando le dimensioni della flotta. Per persuadere il Dipartimento di Stato degli USA ad aprire un’indagine formale, Sea Shepherd Global ha fornito informazioni dettagliate e prove riguardanti le attività illegali perpetrate dalla Star Shrimper XXV. Nell’istanza presentata, Sea Shepherd Global esorta le autorità statunitensi a “considerare questo incidente come un grave segnale d’allarme che mette in discussione tutta la flotta [dell’Atlantic Shrimpers]”. (Traduzione di Sea Shepherd Italia)

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Sea Shepherd conclude in Liberia una campagna di successo contro la pesca illegale

Posted by fidest press agency su martedì, 23 Maggio 2017

Sea ShepherdSea Shepherd Global ha concluso Operazione Sola Stella, un’operazione congiunta in collaborazione con il Ministero Liberiano della Difesa, tesa a combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) nella Repubblica della Liberia, in Africa occidentale. Tre mesi di pattugliamenti in mare hanno avuto come risultato l’arresto di cinque imbarcazioni coinvolte in attività di pesca INN.
Dal 2 febbraio 2017 la nave di Sea Shepherd M/Y Bob Barker ha pattugliato la costa della Liberia, operando con la Guardia Costiera Liberiana, sotto la direzione dell’Onorevole Ministro Brownie Samukai. A bordo c’erano dieci rappresentanti della Guardia Costiera Liberiana, aventi l’autorità di salire a bordo di navi che violavano la legge liberiana, condurvi ispezioni e sequestrarle. Inoltre, a bordo c’erano due consulenti marittimi di nazionalità israeliana, esperti di conservazione, che hanno fornito assistenza nell’ambito dell’addestramento.Prima dell’arrivo della MY Bob Barker in Liberia, la comunità della pesca artigianale di Harper, una cittadina liberiana sita sul confine con la Costa d’Avorio, aveva presentato dei reclami circa incursioni quasi quotidiane compiute da trawler industriali stranieri che pescavano illegalmente. “La Guardia Costiera liberiana ha risposto alle richieste dei pescatori artigianali liberiani dando il via a una partnership con Sea Shepherd Global per riprenderci i nostri mari dai bracconieri. Con l’arresto di cinque imbarcazioni, abbiamo lanciato un messaggio forte: se verrete in Liberia per pescare illegalmente, sarete arrestati”, ha dichiarato l’Onorevole Brownie Samukai.Una delle imbarcazioni arrestate è la FV Star Shrimper XXV, battente bandiera nigeriana e di proprietà olandese, un trawler per la pesca dei gamberi che possiede una certificazione del Dipartimento di Stato degli USA per l’esportazione di gamberi negli Stati Uniti, certificazione ottenuta sulla base dell’impiego di provvedimenti mirati a ridurre le catture accidentali, tra cui le tartarughe. La FV Star Shrimper XXV è stata sorpresa a pescare in acque liberiane senza un valido permesso di pesca e, inoltre, non stava usando i TED (Turtle Excluder Device, meccanismi di esclusione delle tartarughe, nota di traduzione) che rappresentano un requisito legale e che lo schema della certificazione indica come necessari.Sea Shepherd ha altresì fornito assistenza alla Sea Shepherd1Guardia Costiera nell’arresto di un’imbarcazione dotata di container refrigerati, la quale è responsabile di furto d’identità e pesca INN. L’imbarcazione provvista di container refrigerati è stata arrestata per aver comunicato un’identità falsa alle autorità portuali liberiane. Essa aveva in programma di scaricare 460 tonnellate di pescato privo di documentazione.
Altre tre imbarcazioni sono state arrestate sulla base di una lunga lista di violazioni che andavano dalla pesca senza licenza al trasbordo illegale alla tentata corruzione di un ufficiale delle forze dell’ordine.“Durante l’ultimo mese di attività di pattugliamento in acque liberiane, Sea Shepherd non ha riscontrato alcuna attività di pesca INN, il che indica che l’applicazione delle leggi in mare sta avendo un effetto deterrente. L’arresto di cinque imbarcazioni e la dissuasione da ulteriori atti criminali attesta il successo di Operazione Sola Stella e la professionalità della Guarda Costiera liberiana. Siamo fieri di questa nostra partnership, coronata dal successo, con il governo della Liberia e intendiamo continuare, uniti, in futuro, la nostra lotta contro la pesca INN”, ha affermato il Leader della Campagna, Peter Hammarstedt.I Paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili alla pesca INN, che copre fino al 40% delle attività di pesca che avvengono nelle acque dell’Africa occidentale. Questa Campagna ha aiutato la Liberia a colpire con forza i pescherecci stranieri industriali che agiscono nelle sue acque, nonché a proteggere le sei miglia nautiche più vicine alla costa, le quali sono riservate alla pesca di sussistenza, alla pesca artigianale e a quella semi-artigianale, settori che danno lavoro a 33.000 liberiani.Nel 2016 Sea Shepherd ha stretto un accordo con il governo del Gabon per Operazione Albacore, grazie alla quale più di 40 pescherecci sono stati ispezionati in mare e che ha portato, mediante tali ispezioni, all’arresto di tre trawler congolesi impegnati in attività di pesca INN, nonché a quello di un’imbarcazione spagnola che faceva uso di palamiti. Operazione Sola Stella è il proseguimento dell’impegno assunto da Sea Shepherd Global per quanto riguarda il lavoro a fianco dei governi nazionali, mirato a contribuire a porre fine alla pesca INN. (foto: Sea Shepherd)

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La dichiarazione di Sea Shepherd Global riguardo al massacro da parte del Giappone di 333 balenottere minori

Posted by fidest press agency su domenica, 2 aprile 2017

Nisshin MaruNonostante i nostri sforzi tesi a ostacolare nuovamente il massacro delle balene nell’Oceano del Sud, la flotta baleniera giapponese ha raggiunto la propria quota auto-assegnata, uccidendo 333 balenottere minori.Oggi Sea Shepherd piange la perdita di queste balene. Abbiamo convocato una riunione di emergenza del consiglio direttivo globale ad Amsterdam questo weekend, per esaminare la nostra strategia di difesa delle balene nell’Oceano del Sud. Rilasceremo una dichiarazione più dettagliata lunedì mattina. Eravamo consci delle sfide sin dall’inizio della campagna – il raddoppio dell’area di caccia e la quota ridotta, che sarebbe stata più facile raggiungere – ma abbiamo fatto il nostro meglio nonostante le avversità perché era la cosa giusta da fare. E, come sempre, lo abbiamo fatto da soli. Quanto è accaduto ci ricorda che questo inutile massacro di vita marina continuerà, a meno che i governi smettano di formulare vane dichiarazioni di disapprovazione e inizino ad agire per porre il Giappone di fronte alle proprie responsabilità. (foto: Nisshin Maru)

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Sea Shepherd assiste la Guardia Costiera Liberiana nell’arresto di una nave cargo sospettata di furto d’identità e pesca illegale

Posted by fidest press agency su venerdì, 31 marzo 2017

pesca illegaleDopo aver ricevuto informazioni circa un cargo frigorifero sospettato di trasmettere una falsa identità fuori dal porto di Monrovia, la Guardia Costiera liberiana, assistita dall’equipaggio di Sea Shepherd e da consulenti marittimi e conservazionisti di nazionalità israeliana,ha abbordato la nave (M/V) Lian Run, battente bandiera della Sierra Leone e della lunghezza di 93 metri.
Il Sistema di Identificazione Automatico (AIS), un aiuto alla navigazione usato dalle imbarcazioni per trasmettere informazioni identificative, come il nome e il segnale radio di chiamata, stava trasmettendo un numero IMO che non esisteva su alcun registro. I numeri IMO sono identificatori univoci che rimangono legati ad una nave per tutta la vita dell’imbarcazione, per migliorare la sicurezza dei naviganti e ridurre le frodi marittime.
La M/V Lian Run è stata oggetto di fermo, in passato, per 5 volte negli ultimi 5 anni e ha precedenti di attività di pesca illegale,non segnalata e non regolamentata (INN). Durante l’ispezione è stato rilevato che la nave trasportava a bordo 460 tonnellate di pesce da scaricare pesca illegale1nel porto di Monrovia.Il Capitano della M/V Lian Run non è stato in grado di fornire il manifesto di carico per il pescato che si trovava a bordo. Tale documento è richiesto dalle leggi e, in mancanza di esso, non è possibile stabilire l’origine del pesce.Il capitano, in seguito, ha dichiarato che il pesce era stato trasbordato da quattro pescherecci che appartengono alla flotta “Lian Run”. Tuttavia nessun documento è stato presentato a sostegno di tale affermazione, nemmeno copie delle licenze di pesca delle navi che avevano effettuato la pesca.
La Guardia Costiera liberiana ha ordinato il fermo della nave con il sospetto di furto di identità e pesca INN, mentre viene investigata l’origine del cargo da pesca.
A partire dal mese di febbraio 2017, con il nome Operazione Sola Stella, Sea Shepherd ha assistito il Governo della Liberia nel contrastare la pesca INN fornendo l’uso della M/Y Bob Barker come nave pattugliatrice civile che opera nelle acque liberiane sotto la direzione del Ministro della Difesa Nazionale della Liberia. I pattugliamenti hanno finora portato all’arresto di quattro navi da pesca INN. I Paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili per quanto riguarda la pesca INN, che rappresenta più del 40% del pescato proveniente dalle acque dell’Africa Occidentale.Nel 2016 Sea Shepherd, in collaborazione con il Governo del Gabon nell’ambito di Operazione Albacore, ha portato all’ispezione in mare di più di 40 navi da pesca e, in seguito a esse, all’arresto di tre pescherecci congolesi dediti ad attività di pesca INN e di un peschereccio spagnolo che faceva uso di palamiti. Operazione Sola Stella è la prosecuzione dell’impegno assunto da Sea Shepherd Global di cooperare attivamente con I governi nazionali e le loro forze dell’ordine nella battaglia contro la pesca INN. (foto: pesca illegale)

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Tre pescherecci fermati in un’operazione sotto copertura attuata da Sea Shepherd Global e dal Ministero Liberiano della Difesa

Posted by fidest press agency su domenica, 26 febbraio 2017

securinghispasenDa tre settimane l’organizzazione per la conservazione marina Sea Shepherd pattuglia in segreto le acque della Repubblica della Liberia nell’Africa Occidentale nell’ambito di un’operazione sotto copertura tesa a contrastare la pesca illegale, non riportata e non regolamentata (INN). In collaborazione con il Ministero della Difesa Liberiano, con il coordinamento dell’Onorevole Ministro Brownie Samukai, la nave di Sea Shepherd MY Bob Barker , sta pattugliando la costa liberiana, sotto il comando del Capitano Fraser Hall, con un equipaggio di 20 persone, dieci marinai della Guardia Costiera liberiana con l’autorità di abbordare, ispezionare e fermare le navi che violino le leggi liberiane e due consulenti marittimi e conservazionisti, di nazionalità israeliana, che forniscono assistenza riguardo all’addestramento.La campagna, chiamata Operazione Sola Stella, ha già portato all’arresto di tre pescherecci INN attualmente trattenuti presso la base della Guardia Costiera liberiana a Monrovia.Più di 50 violazioni delle leggi liberiane e regolamenti marittimi sono state scoperte durante l’ispezione dei tre pescherecci dal Senegal, della Cina e del Ghana. Esse includevano il fatto di pescare senza permessi, di agire senza la documentazione relativa alle imbarcazioni, la securinghispasen1pesca in zone dove sussistono restrizioni, la sistematica dichiarazione inferiore alla realtà per quanto riguarda il pescato, la tentata corruzione di un ufficiale della Guardia Costiera liberiana, e la presenza di lavoratori privi di passaporti che vivevano in condizioni contrarie alle norme igieniche. (Segue una descrizione dettagliata delle navi fermate).
I Paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili alla pesca INN, la quale copre più del 40% del pesce catturato nelle acque dell’Africa dell’Ovest. Questa campagna aiuterà la Liberia a dare un giro di vite per quanto riguarda le navi straniere industriali che operano senza licenza in acque liberiane e a proteggere le sei miglia nautiche più vicine alla costa, riservate alla pesca di sussistenza artigianale e semi-artigianale, settore che dà lavoro a 33.000 liberiani.
Nel 2016 Sea Shepherd ha collaborato con il Governo del Gabon nell’ambito di Operazione Albacore, che ha portato all’ispezione in mare di più di 40 pescherecci e al susseguente arresto di tre pescherecci congolesi INN e di un palangaro spagnolo. Operazione Sola Stella è una prosecuzione dell’impegno di Sea Shepherd Global a collaborare con i governi nazionali per contribuire a porre fine alla pesca INN. (foto: SecuringHispasen)

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Sea Shepherd’s patrol vessel the Ocean Warrior intercepted one of the harpoon ships of the Japanese whale-poaching fleet in the Southern Ocean Whale Sanctuary

Posted by fidest press agency su lunedì, 26 dicembre 2016

sea-shepherd-globalMV Steve Irwin from the Humber; small boat“The crews of the Ocean Warrior and the MV Steve Irwin have been battling through thick fog and ice to protect the whales in the Australian whale sanctuary,” said Captain Adam Meyerson of the Ocean Warrior. “The Yushin Maru was hiding behind an iceberg and came out on a collision course.” The harpoon ship was located approximately 165 miles northeast of Australia’s Casey base, well inside the Australian whale sanctuary (64˚15′ S 115˚06′ E). Sea Shepherd’s vessels are now on the hunt for the centerpiece of the illegal Japanese whaling fleet, the floating slaughterhouse known as the Nisshin Maru.”Finding one of the hunter killer ships hiding behind an iceberg in a thick fog means that the rest of the fleet is nearby,” says Meyerson. “We all hope to have whaling in the Southern Ocean shut down by Christmas.”In the meantime, foggy weather conditions have made for poor for visibility for the whaling fleet, which is a great sign for the whales.”While I applaud the work Sea Shepherd are doing locating the Japanese whaling fleet deep inside the Southern Ocean Whale Sanctuary, it is appalling that they are having to do the Australian Government’s work for them,” said Australian Greens Senator Peter Whish-Wilson in a statement reacting to the news. “The whales are getting more protection from the weather than from the Australian Government.”

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Le navi di Sea Shepherd sono salpate per intercettare la flotta baleniera giapponese nel Oceano Antartico

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 dicembre 2016

steve-departureDopo i preparativi finali in Australia, due navi di Sea Shepherd si stanno ora dirigendo verso l’Oceano del Sud per intercettare la flotta baleniera giapponese, nel tentativo di fermare il massacro delle balenottere minori.La Steve Irwin, nave ammiraglia dell’organizzazione per la conservazione marina, è partita sabato dal molo Seaworks a Williamstown, Melbourne, seguita dalla Ocean Warrior, il nuovo pattugliatore veloce, salpata domenica da Hobart in Tasmania. Le due navi si stanno ora dirigendo verso l’immenso Oceano del Sud nello sforzo di impedire alla flotta baleniera giapponese, che ha lasciato il Giappone il 18 novembre, di uccidere la quota auto assegnatasi di 333 balenottere minori. “Dopo i frenetici preparativi, è bello essere finalmente in rotta verso l’Oceano del Sud”, ha affermato dalla plancia della Ocean Warrior il Capitano Adam Meyerson. Sea Shepherd prevede che la Ocean Warrior, abbastanza veloce da superare qualunque nave baleniera ed equipaggiata con un potente cannone ad acqua, sarà un elemento cruciale per Operazione Nemesis, l’11ª campagna antartica dell’organizzazione in difesa delle balene.È la seconda volta che la flotta ocean-warriorbaleniera giapponese, che agisce illegalmente, ritorna in Oceano del Sud, luogo dei delitti da essa perpetrati, dopo la sentenza del 2014 della Corte Internazionale di Giustizia. “Non sarebbe compito di Sea Shepherd affrontare nuovamente i balenieri quest’estate”, ha dichiarato il Senatore Peter Whish-Wilson nel corso di una conferenza stampa tenutasi domenica mattina presso il porto di Hobart. “La Corte Internazionale di Giustizia ha dato ragione all’Australia nel contenzioso contro il Giappone, purtroppo il governo ha dato la priorità agli accordi commerciali piuttosto che alle balene e ha cessato qualunque pressione diplomatica. La flotta baleniera giapponese potrà anche sfuggire ai tribunali internazionali, ed essere più veloce di questi, ma non potrà sfuggire a Sea Shepherd”. “È giunto il momento che il Giappone rispetti la Corte Internazionale di Giustizia, La Corte Federale Australiana e la moratoria globale sulla baleneria commerciale e ponga fine alla caccia alle balene per cosiddetti scopi di ricerca scientifica condotta con metodi letali a largo delle coste antartiche”, ha commentato Jeff Hensen, Coordinatore Nazionale di Sea Shepherd Australia.Solitamente i giapponesi cacciano le balene da dicembre a marzo, quindi le navi di Sea Shepherd sono state attrezzate per sopportare quattro mesi di condizioni inclementi in mare per proteggere le balene dell’Oceano del Sud.
“L’equipaggio ha lavorato davvero sodo per preparare la nave e tutti sono estremamente entusiasti di essere in viaggio”, ha affermato Wyanda Lublink, Capitano della Steve Irwin. Gli equipaggi delle due navi di Sea Shepherd sono composti da un totale di 50 membri provenienti da otto Paesi: Australia, Germania, Francia, Regno Unito, Austria, Spagna, Canada e Stati Uniti. “Non vedono l’ora di giungere in Antartide per vedere di persona la straordinaria bellezza di questa parte del mondo. Un luogo in cui non c’è posto per navi baleniere che operano illegalmente”. (foto: steve departure, ocean warrior)

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Operazione Albacore porta al sequestro di un peschereccio spagnolo facente uso di palamiti a São Tomé

Posted by fidest press agency su martedì, 16 agosto 2016

peschereccio spagnoloL’Alemar Primero, peschereccio spagnolo per la pesca con palamiti, è stato abbordato nelle acque dello stato insulare centroafricano São Tomé e Príncipe da parte delle autorità di São Tomé, assistite dall’equipaggio di Sea Shepherd e dalle forze dell’ordine del Gabon. Nonostante il peschereccio facente uso di palamiti fosse autorizzato per la pesca al ‘tonno e specie simili’ le ispezioni avevano rilevato che le stive per il pescato erano piene di squali, in prevalenza verdesche, classificate come “vulnerabili” dall’IUCN. Molte delle pinne degli squali erano già state staccate dai loro corpi, una sospettata violazione del Regolamento CE Relativo all’Asportazione di Pinne di Squalo a Bordo dei Pescherecci (1185/2003) e del relativo emendamento (605/2013), che prevede che gli squali debbano essere sbarcati con le pinne naturalmente attaccate.Le autorità di São Tomé hanno ordinato al peschereccio di ritirare a bordo le attrezzature da pesca, rilasciare il pescato e dirigersi a São Tomé per le indagini. Con quattro marine rimasti a bordo per garantire la sicurezza, il peschereccio è stato scortato a São Tomé dalla nave di Sea Shepherd M/Y Bob Barker.
peschereccio spagnolo1Il 7 agosto l’Alemar Primero è arrivato a Neves, un villaggio di pescatori, dove rimarrà in attesa che siano condotte le investigazioni, mentre la M/Y Bob Barker riprenderà i pattugliamenti.Dall’aprile 2016, con il nome di Operazione Albacore, Sea Shepherd assiste il Governo del Gabon per contrastare la pesca illegale, non segnalata e non regolamentata (INN), fornendo l’impiego della M/Y Bob Barker come imbarcazione civile utilizzata per pattugliamenti, la quale agisce nelle acque del Gabon, sotto la direzione del Governo gabonese.In agosto São Tomé e Príncipe è entrato a far parte di Operazione Albacore, inviando due marine e un osservatore della pesca da São Tomé per unirsi all’equipaggio di Sea Shepherd, alla Marina Gabonese e ai funzionari gabonesi deputati al controllo della pesca a bordo della M/Y Bob Barker, per ulteriori azioni mirate a individuare e contrastare la pesca INN nel Golfo di Guinea.
Sea Shepherd Global costituita nel 1977, Sea Shepherd è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro la cui missione è quella di fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo intero al fine di conservare e proteggere l’ecosistema e le differenti specie.Sea Shepherd utilizza innovative tattiche di azione diretta per investigare, documentare e agire quando è necessario per mostrare al mondo e impedire le attività illegali in alto mare.Salvaguardando la delicata biodiversità degli ecosistemi oceanici, Sea Shepherd opera per assicurarne la sopravvivenza per le generazioni future. (foto: peschereccio spagnolo)

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