Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 145

Posts Tagged ‘arresti’

Regione Liguria: Arresti di Toti, Spinelli, Signorini e altri

Posted by fidest press agency su martedì, 7 Maggio 2024

“È gravissimo lo scenario che si sta delineando in queste ore e che ha portato agli arresti domiciliari per il presidente della Liguria Toti, per l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e al carcere per l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini, che oggi è amministratore delegato di Iren”. A dichiararlo è l’europarlamentare PD e candidato al Parlamento europeo Brando Benifei, che prosegue: “In attesa di ulteriori informazioni, quello che raccontano i giornali e le comunicazioni della procura è un inquietante e diffuso sistema di corruzione da Genova a La Spezia, con favori, tangenti e rapporti con clan mafiosi. Serve fare chiarezza al più presto per il bene della nostra Regione e dei liguri. Il quadro che emerge suscita profonda preoccupazione”.

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Etiopia: Arresti arbitrari di giornalisti

Posted by fidest press agency su domenica, 15 novembre 2020

L’Associazione per i popoli minacciati (APM) accusa il governo etiope di fomentare un clima di paura e autocensura nei media del Paese, arrestando arbitrariamente i giornalisti. L’organizzazione per i diritti umani ha chiesto con forza il rilascio di sei giornalisti arrestati che sono detenuti senza contatti con il mondo esterno. Solamente nelle ultime 24 ore sono stati 4 i giornalisti arrestati con l’accusa di aver diffuso notizie false sui conflitti armati in Tigray. L’intimidazione sistematica dei media dimostra che il Primo ministro Abiy Ahmed non è a favore dei diritti umani. L’Etiopia sta diventando sempre più uno Stato autoritario che non si sottrae alle violazioni dei diritti umani o ai conflitti armati per garantire l’ordine esistente. L’APM ha anche criticato il fatto che gli uffici governativi etiopi hanno impedito a diversi operatori dei media di fornire informazioni indipendenti dalla regione del Tigray, teatro della guerra civile. Nonostante la drammatica escalation di violenza nel nord del Paese, non c’è trasparenza e non c’è possibilità di ricerca indipendente. Si tratta di una ricaduta ai tempi della dittatura, in cui le autorità per anni hanno trattato come un tabù le sofferenze della popolazione civile sotto la guerra civile.Questa settimana sono stati arrestati i tre giornalisti Abreha Hagos, Haftu Gebregzhiabher, Tsegaye Hadush dell’agenzia di stampa etiope EPA e Udi Mussa dell’Oromo Media Network (OMN). Lunedì di questa settimana è stato arrestato Medihane Ekubamichael, il direttore del prestigioso giornale in lingua inglese Addis Standard. Era già stato arrestato per la prima volta sabato scorso. Lo stesso giorno è stato arrestato anche il giornalista Bekalu Alamirew di Awlo Media. Anche la Commissione per i diritti umani etiope ha espresso la sua preoccupazione per l’arresto dei media via Twitter.Solo l’8 settembre 2020 l’Etiopia ha fatto arrestare nuovamente tre giornalisti dopo essere stati rilasciati per ordine del tribunale poche ore prima. Belay Menaye e Mulugeta Anberbir e il loro cameraman Misganaw Kefelgn sono ancora oggi in custodia. I dipendenti di OMN Chibsa Abdulkerim e Melese Direbssa, presi in custodia il 2 luglio 2020, sono ancora detenuti senza alcuna accusa formale.

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Arresti e corruzioni degli uomini in divisa

Posted by fidest press agency su domenica, 26 luglio 2020

I recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto tutte le Forze Armate senza distinzione dell’uniforme, a partire dagli appalti della Marina Militare a Taranto, i Colonnelli e Generali di Aeronautica Militare, Esercito e Guardia di Finanza accusati di associazione a delinquere e turbativa d’asta, fino ad arrivare agli arresti di sei Carabinieri e al sequestro della caserma dell’Arma di Piacenza, pone diversi interrogativi, primo fra tutti: il problema della trasparenza all’interno delle organizzazioni militari, più volte sottolineato dalle scriventi sigle sindacali.Al riguardo non possiamo non rimarcare come l’integrità e la coesione dei Corpi militari sia ciclicamente minacciata dall’interno, da quegli stessi uomini che dovrebbero difendere le Istituzioni e i cittadini. Eppure, nonostante le evidenze delle conclusioni delle indagini della magistratura, per i vertici militari e per la classe politica il pericolo per la coesione interna delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare risiederebbe nell’estensione dei diritti sindacali al personale con le stellette. Alla luce degli avvenimenti di valenza penale oggetto di cronaca di questi giorni ci chiediamo se siano davvero i sindacati militari a minare la coesione interna delle forze armate o, piuttosto, consuetudini e comportamenti penalmente ed eticamente riprovevoli legittimati da un sistema di gestione interna che non soggiace ad alcun controllo, se non quello postumo della magistratura che interviene, purtroppo, a fatti ormai compiuti. Siamo fermamente convinti che il sindacato militare possa dare un fattivo contributo in termini di trasparenza interna contribuendo, in tal senso, ad un necessario e non più rinviabile processo di democratizzazione ed efficienza delle Forze Armate che non sia solo di facciata. Ci aspettiamo che la politica faccia uno scatto in questa direzione, evitando di avallare tesi quantomai fantasiose che, alla luce dei fatti recenti, si dimostrano del tutto errate e fuorvianti o, peggio ancora, conniventi. SIAM (Sindacato Aeronautica Militare) – SILF (Sindacato Italiano Lavoratori Finanzieri) – SILME ( Sindacato Italiano Lavoratori Milirari Esercito) – SILCA (Sindacato Italiano Lavoratori Carabinieri)

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Migranti e arresti in Toscana

Posted by fidest press agency su domenica, 2 settembre 2018

“L’inchiesta di oggi coinvolge i soggetti in prima fila dell’accoglienza a Firenze e in Toscana: mentre noi denunciavamo un diffuso sistema di sprechi per far lucrare le cooperative sulla pelle degli immigrati, il Pd e la sinistra marciavano a braccetto con personaggi che sfruttavano i soldi pubblici e gli immigrati per fare affari sulla disperazione e sullo schiavismo”. E’ quanto afferma il parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, commentando i provvedimenti emessi dalla Procura di Firenze nei confronti di soggetti coinvolti nell’accoglienza immigrati.
“Non possiamo certo dire di essere sorpresi da quanto emerso – sottolinea Donzelli – svariate volte abbiamo denunciato nei nostri sopralluoghi ai centri di accoglienza condizioni di indecenza e illegalità. I soggetti che per anni hanno fatto i maestrini buonisti e con presunzione pensavano di darci lezioni di moralità, nel frattempo usavano gli immigrati come merce umana: la sinistra è da tempo corresponsabile dello spreco di denaro pubblico e dello sfruttamento di queste persone usate per far guadagnare le cooperative. Due anni fa ho lanciato dalla Toscana la legge ‘Taglia-business immigrati’ per obbligare tutti i soggetti che si occupano di accoglienza alla rendicontazione di ogni centesimo di spesa: proposta da Fratelli d’Italia alla Camera è diventata legge grazie all’iniziativa di Giorgia Meloni e renderà più difficile la speculazione. Tuttavia, per interrompere davvero il nuovo schiavismo dei buonisti – conclude Donzelli – occorre abolire il sistema dei Cas che induce all’illegalità e alla criminalità: nessuno deve poter entrare e vivere in modo clandestino in Italia”.

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Roma: Nove arresti per lo Stadio Tor di Valle

Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 giugno 2018

Sulla questione dei lavori per la realizzazione dello Stadio Tor di Valle a Roma è in corso un’operazione dei Carabinieri, che ha portato all’arresto di nove responsabili, dei quali sei sono finiti in carcere e tre ai domiciliari, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione.CODICI si augura che i soggetti coinvolti vengano scagionati dalle accuse ma annuncia, allo stesso tempo, che si costituirà parte civile in questa annosa vicenda se gli imputati dovessero risultare colpevoli.
Nell’operazione dei Carabinieri sono stati coinvolti il costruttore Parnasi, in carcere, il presidente della più grande municipalizzata di Roma, l’Acea, che è ai domiciliari, il vicepresidente del consiglio Regionale, Adriano Palozzi (Fi) e l’ex assessore regionale all’Urbanistica Civita (Pd).L’ipotesi è quella di una associazione a delinquere per corrompere le istituzioni nell’ambito del progetto per l’impianto a Tor di Valle. C’è il sospetto che gli indagati abbiano ricevuto, in cambio dei favori agli imprenditori, una serie di vantaggi tra cui posti di lavoro per amici e parenti.Come al solito in queste faccende di pubblica utilità spunta fuori il meccanismo della corruzione e del malaffare. CODICI avrà la massima cautela nel seguire la vicenda e verificare che gli inquisiti siano responsabili.“C’è l’ombra dell’illecito dietro la costruzione dello Stadio Tor di Valle – ha dichiarato il Segretario nazionale di CODICI – e questa è un’onta che i cittadini non possono accettare dato che chi paga correttamente le tasse e agisce nella legalità non può assistere a questa corruzione dilagante intorno alle grandi opere a Roma”.

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Tangenti: 21 arresti a Monza

Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 Maggio 2018

“È ormai lo stesso film penoso che vediamo in replica decine di volte. Lo schema in Lombardia è quasi sempre lo stesso: c’è un imprenditore con presunte connessioni ‘ndranghetiste e, a cascata, una rete corruttiva sugli appalti nella pubblica amministrazione. In questo caso purtroppo c’è anche l’ipotesi di coinvolgimento di un Magistrato, una figura che deve garantire la giustizia.
Casi come questo generano sfiducia nelle Istituzioni e il fenomeno è talmente radicato che bisogna intervenire in maniera decisiva e definitiva.Un elemento però non deve passare inosservato: gli arresti sono arrivati dopo un esposto di una lista d’opposizione di un Comune. E’ un segnale positivo che dimostra l’importanza di una corretta formazione dei soggetti che ricoprono ruoli istituzionali affinché siano in grado di intervenire prontamente in casi come questo. Contestualmente evidenzia come la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine può fare la differenza nella prevenzione e nel controllo della corruzione.
Lo ha sottolineato il Procuratore Nazionale Antimafia Cafiero de Raho in un incontro in Provincia di Lecco di qualche giorno fa, richiamando i cittadini ad una collaborazione costante. Chi vive il territorio è in grado di individuare i segnali ambigui dell’illegalità. Proprio per questo in Lombardia dobbiamo garantire e rafforzare i canali di comunicazione diretti e anonimi tra cittadini e forze dell’ordine”, così Monica Forte, Presidente della Commissione regionale Antimafia e portavoce del M5S Lombardia, commenta l’arresto di ventuno persone per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione nell’inchiesta coordinata dal PM di Monza Salvatore Bellomo.

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Sea Shepherd lancia Operazione Jodari con la Tanzania, con i primi tre arresti

Posted by fidest press agency su giovedì, 8 febbraio 2018

OpJodari-TanzaniaDopo 20 giorni di pattugliamenti che hanno portato all’arresto di tre navi per reati di pesca, la nave di Sea Shepherd, la M/Y Ocean Warrior, è arrivata a Dar es Salaam per lanciare ufficialmente l’Operazione Jodari, una campagna in collaborazione con il governo della Repubblica Unita di Tanzania, per combattere la pesca illegale,non riportata e non regolamentata (INN), nella zona occidentale dell’Oceano Indiano.Nelle scorse tre settimane, forze dell’ordine della Deep Sea Fishing Authority, della Marina della Tanzania e della Multi-Agency Task Team (MATT), sono stati accolti segretamente a bordo della nave di Sea Shepherd, la M/Y Ocean Warrior, lavorando OpJodari-Tanzania1al fianco del Capitano Adam Meyerson e dell’equipaggio di Sea Shepherd per pattugliare le acque territoriali della Tanzania. Le forze dell’ordine hanno l’autorità di abbordare, ispezionare e arrestare le imbarcazioni che violano le leggi della Tanzania. La MATT è guidata dalla Polizia della Tanzania e include il Servizio Forestale della Tanzania, la Divisione Fauna Selvatica, la Divisione Pesca, il Servizio di Intelligence e Sicurezza della Tanzania. E’ stata istituita per individuare persone o organizzazioni che controllano i crimini ambientali e il commercio illegale di fauna selvatica nel territorio.
Operazione Jodari si prefigge di controllare le attività delle imbarcazioni nelle acque della Tanzania, abbordare quelle sospettate di pesca INN, così come di formare gli ufficiali della Tanzania al monitoraggio, controllo e sorveglianza (MCS) delle attività di pesca nelle acque della Tanzania, incluse le ispezioni alle navi da pesca e le procedure di abbordaggio. (foto: OpJodari-Tanzania)

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Arresti a tappeto a Roma per gli appalti truccati nella sanità

Posted by fidest press agency su sabato, 18 marzo 2017

tribunaleCorruzione e turbativa di appalti nella sanità pubblica per l’assegnazione di opere manutentive di strutture sanitarie della Capitale. Si trovano agli arresti domiciliari sei tra i dirigenti di ASL e imprenditori, mentre altri due dirigenti Asl sono stati direttamente accompagnati in carcere.Dirigenti, imprenditori e pubblici ufficiali incardinati in un sistema di combutta affaristica, come sempre finalizzata all’arricchimento personale attraverso “traffici di influenze e redazione di false attestazioni”.L’aspetto più grave di tutto ciò è che mentre imprenditori e dirigenti riempiono le proprie tasche, ai cittadini che si rivolgono alla sanità pubblica rimangono le briciole: strutture fatiscenti, servizi carenti,liste di attesa infinite, turismo sanitario dal sud verso il nord del Paese, probabile morte al pronto soccorso o al momento del parto, visite sul pavimento, solo per citarne alcune.
Urge una cura drastica e profonda per il malaffare italiano tutto, per quello romano poi, forse bisognerebbe reperire persone e personaggi per il mondo della sanità che non abbiano a che fare con il bacino di personaggi politici o che gravitano intorno ad essi. Certo è quasi impossibile, dato che i dirigenti delle Asl vengono selezionati su base politica. Ebbene questa commistione è sempre più letale per un sistema sanitario nazionale, oltre che regionale, che il Ministro Lorenzin dovrebbe tenere sotto un più serrato controllo soprattutto ex ante, in chiave preventiva.

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Mauritania: nuovo arresto per attivisti per i diritti umani

Posted by fidest press agency su giovedì, 14 luglio 2016

mauritaniaL’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è rivolta con una lettera urgente al Commissario per lo Sviluppo dell’Unione Europea per denunciare le persecuzioni in atto in Mauritania contro gli attivisti anti-schiavitù e chiedere che l’Europa si attivi per proteggere gli attivisti. L’APM in concreto chiede che ogni accordo di cooperazione allo sviluppo tra Europa e Mauritania sia vincolato alla liberazione degli attivisti anti-schiavitù arrestati. Dal 30 giugno 2016 ad oggi le autorità mauritane hanno arrestato arbitrariamente 17 leader dell’organizzazione anti-schiavitù IRA-Mauritania (Iniziativa per la Rinascita del Movimento Abolizionista), di cui 14 dovrebbero ancora essere in carcere.In realtà però non si sa dove esattamente siano finiti i 14 attivisti, tant’è che l’APM è molto preoccupata per la loro salute e la loro stessa vita. Gli ultimi cinque arresti nelle file dell’organizzazione IRA sono avvenuti lo scorso fine settimana quando la polizia ha portato via Mohamed Ould Datti, Lo Ousmane, Dah Ould Boushab, Ousmane Anne e Abou Abdallahi Diop, rilasciando ore dopo solo uno degli attivisti. L’ondata di arresti è stata scatenata in seguito a proteste in parte anche violente di ex-schiavi sgomberati con la forza dalle loro case. Secondo le autorità la responsabilità delle proteste è proprio dell’IRA accusata di manifestazione violenta, violazione di proprietà privata, resistenza a pubblico ufficiale e appartenenza a un’organizzazione illegale. Gli attivisti invece rigettano ogni responsabilità per gli atti di violenza e accusano le autorità di cercare pretesti per criminalizzare il lavoro per il rispetto dei diritti umani.In seguito all’arresto arbitrario dei maggiori dirigenti dell’IRA-Mauritania il conflitto in atto da anni tra le autorità mauritane e la maggiore organizzazione per l’abolizione della schiavitù ha raggiunto un punto quanto mai critico. Da sei anni le autorità negano all’organizzazione costituitasi nel 2008 il riconoscimento ufficiale come organizzazione non governativa. Nulla hanno potuto in tal senso nemmeno i sei premi internazionali, tra cui il premio del Ministero degli Esteri USA, che l’organizzazione e il suo presidente Biram Dah Abeid hanno ricevuto per il loro lavoro per i diritti umani. Nel 2015 Biram Dah Abeid è stato arbitrariamente arrestato e rilasciato solo nel maggio 2016 dopo 555 giorni in carcere. Attualmente Biram Dah Abeid si trova negli Stati Uniti.

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Editoriale Fidest: Il Caso dei Marò

Posted by fidest press agency su martedì, 6 marzo 2012

Editoriale. Numerose e-mail giungono in redazione per biasimare il comportamento del governo ritenuto assenteista riguardo il fermo di polizia e ora la detenzione in carcere in India di due militari italiani accusati d’aver ucciso per errore, in acque internazionali, due marinai indiani scambiati per pirati. Tutta la faccenda, sia pure avvolta da scarne informazioni, ci appare emblematica anche perché è stata e continua ad essere gestita in maniera incomprensibile.
Sta di fatto che l’atteggiamento “blando” della diplomazia italiana non certo favorisce un giudizio critico di chi vi percepisce una indifferenza su tutta la faccenda. Potrebbe, tuttavia, essere una voluta strategia comportamentale per evitare che il caso diventasse una sorta di braccio di ferro tra i due paesi e alla fine qualcuno avrebbe l’impressione di perdervi la faccia. Ma più passano i giorni e questa eventualità diventa, purtroppo, concreta. Lo sta a dimostrare il nervosismo delle autorità indiane, la severità dei giudici che hanno deciso di tramutare il fermo di polizia in arresto e la lunga trattativa per evitare che i nostri marò finissero tra i delinquenti comuni. Ragione vorrebbe che a tutela degli interessi delle parti vi fosse un tribunale internazionale a giudicare la dinamica dei fatti e a valutare le rispettive responsabilità, se ve ne sono, ovviamente. Ma questo non è possibile e allora non sembra vi sia altra via che attendere il giudizio della magistratura indiana. Una alternativa vi sarebbe, ma è tutta politica più che giudiziaria, con l’espulsione dall’india dei due militari italiani e la promessa, da parte del nostro governo, di giudicarli in Italia facendo costituire come parte civile il governo indiano. D’altra parte la stessa procura di Roma ha aperto un fascicolo al riguardo. In tutto questo bailamme una cosa è certa: più si fa chiasso e maggiore è il rischio che la soluzione diventi sempre più difficile. Ma come si fa ad abbassare i toni davanti ad un fatto del genere o, peggio ancora, a volere il silenzio stampa? (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)

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Attività vigili urbani Milano

Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 giugno 2011

Milano 8 giugno ore 11,30 presso Il Comando Centrale della Polizia Locale di Milano “Salone Martiri della Resistenza”, in piazza Beccaria 19. conferenza stampa che illustrerà gli esiti dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “L’Illusionista” portata a compimento dal Reparto Radiomobile della Polizia Locale di Milano, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Milano. L’operazione, iniziata due anni fa da il furto di un’auto, ha portato alla scoperta di un vero e proprio racket con numerosi arresti e un ingente recupero di merce, frutto di furti e riciclaggio, per il valore di alcuni milioni di Euro.

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Etiopia: arresti agli oppositori

Posted by fidest press agency su martedì, 22 marzo 2011

Nelle scorse settimane in Etiopia sono stati arrestati oltre 370 oppositori del regime. In parte si tratta di leader di partiti del gruppo etnico degli Oromo. Forse il regime etiope teme che la rivoluzione dei gelsomini possa fare scuola anche nel Corno d’Africa, sta di fatto che le diverse opposizioni del paese hanno annunciato ampie e forti proteste contro il regime autoritario per il prossimo 28 maggio. Secondo le informazioni ricevute dall’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) sono stati arrestati 217 membri del Movimento democratico federalista (OFDM) e 40 rappresentanti del Congresso popolare degli Oromo (OPC). Entrambi i partiti fanno parte dell’alleanza di opposizione MEDREK. Tra gli arrestati figurano anche gli ex-parlamentari Gutu Melisa e Asfaw Angasu così come diversi ex-parlamentari regionali Tadesse Gelalcha e Teshale Edosa dello Stato federale di Oromia. Oltre a questi oppositori sono stati arrestati 120 rappresentanti di rilievo del partito oromo Organizzazione democratica del popolo Oromo (OPDO), attualmente rappresentato nel governo del premier Meles Zenawi. Tra questi vi sono diversi collaboratori altolocati del ministero delle finanze, del ministero per l’energia, del ministero per la cultura e il turismo e di diversi uffici federali. Sono tutti accusati di corruzione e incapacità. Il governo etiope ricorre con una certa regolarità alle accuse di corruzione per eliminare oppositori e concorrenti poco graditi. Infatti negli scorsi mesi erano aumentate le critiche contro il premier Zenawi all’interno della OPDO. Gli Oromo costituiscono la maggioranza della popolazione etiope e da decenni lamentano la repressione nei loro confronti. Dal 2006 ad oggi centinaia di studenti Oromo sono stati arrestati per motivi politici. La repressione su base etnica riguarda anche contadini, insegnanti, scrittori, cantanti e manager di diverse imprese che sono stati arrestati e incarcerati con l’accusa di sostenere il movimento di liberazione oromo armato OLF.

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25 arresti per droga e armi nel Casertano

Posted by fidest press agency su martedì, 7 dicembre 2010

“Rivolgo il mio solidale ringraziamento all’operato delle forze dell’ordine che ancora una volta hanno sventato un’attività criminale dai risvolti estremamente gravi”. Questo è il primo commento a caldo del vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, alla notizia dei 25 arresti eseguiti per i responsabili di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e alla detenzione e porto di armi, anche da guerra, messi a segno dalla Polizia di Caserta, in collaborazione con le Squadre Mobili di Arezzo, Napoli e Pordenone. “Ritengo che il risultato prodotto dagli inquirenti debba considerarsi di maggior pregio – afferma il numero due del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, considerando anche le innumerevoli difficoltà che questi uomini, i quali lavorano per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, devono sopportare ogni giorno a causa dell’inammissibile mancanza di fondi destinati al servizio d’ordine nel nostro Paese. Mi chiedo – conclude Soldà – quali obiettivi potremo finalmente raggiungere se il Governo collocasse al posto giusto i soldi sborsati da tutti gli italiani”.

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Trecento arresti in tutta Italia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 luglio 2010

“Vogliamo essere tra i primi a complimentarci con il Governo per la nuova straordinaria operazione condotta nell’intero Paese per ripulirlo dalla melma criminale che ormai avviluppa un po’ tutto, palazzi del potere compresi. Viene proprio da dire… Meno male che il Governo c’è!”.  Non si fa attendere il solito ironico e pungente commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, che stavolta interviene a seguito dello straordinario risultato messo a segno dalle Forze dell’Ordine all’alba di oggi, quando 3.000 uomini hanno dato esecuzione tra la Calabria ed il nord Italia a 300 provvedimenti di custodia cautelare emessi dalle Direzioni distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria nell’ambito di un’indagine congiunta che ha portato a scoperchiare la cupola calabrese e le sue ramificazioni nel Milanese. Sono stati colpiti tutti i clan più potenti di quella che oramai è unanimemente definita l’organizzazione criminale più potente del mondo, “ed ecco – afferma Maccari tornando del tutto serio – cosa significa lavoro, sinergia, dispendio di energie, sacrificio, volontà di raggiungere il risultato nell’interesse della comunità. Ecco chi dice la verità, e lo dimostra con i fatti… quegli uomini e quelle donne che per giorni, mesi, anni hanno perso il sonno dietro a indagini di ogni genere, usufruendo di quegli strumenti investigativi che sono già pochi ed insufficienti, ma che, continuando di questo passo, il Governo sottrarrà loro definitivamente, rendendo il loro eroico lavoro non più solo arduo, bensì praticamente impossibile! Ecco perché – conclude Maccari – in giornate come queste, con l’orgoglio di sempre per gli straordinari risultati che gli Appartenenti alle Forze di Polizia continuano imperterriti a concretizzare, nonostante tutto, proprio nella Capitale abbiamo levato ancora più forte l’urlo di protesta contro una politica politicante, ingiusta ed irriguardosa nei confronti di tutti quegli uomini e quelle donne che garantiscono agli italiani, politici compresi, sonni tranquilli!”.

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Arresti per la strage di Duisburg

Posted by fidest press agency su domenica, 14 febbraio 2010

“Questi arresti sono un forte segnale del sistema antimafia che, in questo periodo, sta lavorando costantemente in Calabria”. Questo è il commento della responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi, alla notizia dell’arresto degli alti due esponenti del clan accusato della strage di Duisburg del Ferragosto del 2007. La Aroi sostiene: “Quando tali persone rimangono libere sono possibili nuove violenze ed inoltre rimane incompleta l’azione della magistratura. In questo caso ciò non è avvenuto: si è chiuso il cerchio intorno a questi mafiosi. E’ un buon momento per la lotta alla criminalità sia a Reggio che in tutta la regione. Quanto accaduto è un segnale per tutti – continua – che la giustizia è presente sul territorio e riesce a farsi valere nella battaglia alla ‘ndrangheta”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro conclude poi: “Ringraziamo i magistrati e le forze dell’ordine per l’incessante lavoro di investigazione attuato contro tutte le mafie del paese. Proviamo profondo rispetto per coloro che a scapito della loro vita cercano di arginare la delinquenza organizzata che tenta di impossessarsi della Nazione”.

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Arresti alla Protezione Civile

Posted by fidest press agency su sabato, 13 febbraio 2010

“Rispettiamo il ruolo della magistratura e lasciamola lavorare affinché emergano definitivamente le responsabilità”. Lo ha detto Oscar Tortosa, vicesegretario regionale per il Lazio dell’Italia dei Valori, in merito allo scandalo sulla Protezione Civile estesosi ad alcuni impianti sportivi di Roma. L’inchiesta, che ha coinvolto dieci tra imprenditori e funzionari pubblici della capitale, ha per oggetto gli appalti per la ristrutturazione dello stadio centrale del Foro Italico e per la realizzazione del Museo dello Sport Italiano a Tor Vergata, gestiti dal costruttore romano Diego Anemone, attualmente agli arresti. “Già in passato – prosegue Tortosa – abbiamo denunciato la questione delle autorizzazioni concesse ai costruttori per realizzare impianti sulle anse del Tevere, e le responsabilità del Comune che, per rendere funzionali le strutture, ha dovuto sanare gli atti a posteriori “. Il vicesegretario regionale del partito presieduto da Antonio Di Pietro, si dice inoltre “sorpreso dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio Berlusconi, che invece di auspicare chiarezza sulla vicenda, attacca ed aggredisce la magistratura. Rispettiamo il ruolo delle istituzioni e – conclude Tortosa –  la separazione dei tre poteri dello stato, sancita dalla Costituzione”.

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Nuovi arresti per mafia in Sicilia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 novembre 2009

“In primo luogo, non posso che complimentarmi con la polizia per il lavoro che continua a svolgere, evidentemente con profitto, nella lotta alle organizzazioni criminali”. Con queste parole Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, ha voluto salutare la notizia dei recenti arresti effettuati dagli agenti del commissariato di Alcamo nella provincia di Trapani. I dieci soggetti arrestati, tra i quali due donne, devono rispondere ad accuse che vanno dall’estorsione plurima a danneggiamenti di vario genere, fino alla  detenzione illegale di armi ed esplosivi. L’esponente del movimento che fa capo ad Antonello De Pierro ha dichiarato che il paese necessita di una “mannaia di legalità” contro le pratiche estorsive che si accaniscono maggiormente sui piccoli imprenditori onesti: “Bisogna continuare nello sforzo di garantire la serenità necessaria a tutti gli imprenditori che operano nella legalità, affinché possano anche essere in grado di dare lavoro e contribuire ad una economia sana”. Oltre ad esprimere la propria soddisfazione, però, Soldà ha voluto esortare anche a non limitare la lotta alla mafia all’ambito del sud Italia. “Auspico che si alzi la guardia anche in altre regioni, in particolare nel Nord, dove sappiamo che mafia, ‘ndrangheta e camorra sono purtroppo realtà operanti in diversi settori, anche in quello politico. Le istituzioni devono intervenire ovunque ci sia bisogno per garantire un vero vivere civile, senza dare adito a dubbi o illazioni sulla propria condotta. Ricordiamoci che, anche per la mafia, l’Italia è stretta e lunga”.

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Firenze, arcigay: aggressori arrestati

Posted by fidest press agency su martedì, 15 settembre 2009

Arcigay ha resto noto in un comunicato che: “Accogliamo con soddisfazione e sollievo la conferma secondo cui uno dei due aggressori del ragazzo gay è stato fermato dalla Squadra Mobile di Firenze. Appena siamo venuti a conoscenza del fermo, ci siamo precipitati in Questura per incontrare il questore di Firenze Giuseppe Tagliente, che ci ha confermato la sua personale vicinanza al ragazzo, alla famiglia e ad Arcigay Firenze. Esprimiamo la gratitudine di tutta la nostra associazione per l’eccellente lavoro di indagine portato avanti dalle Forze della Polizia della città, in particolare del dottor Filippo Ferri, con cui ci siamo coordinati dal primo momento per raccogliere testimonianze e informazioni preziose ai fini dell’indagine. L’azione tempestiva delle forze dell’ordine è la positiva dimostrazione che i cittadini e le cittadine lgbt a Firenze possono stare tranquilli per il clima di collaborazione con le autorità e le istituzioni di questa città, che ancora una volta si è dimostrato solido e duraturo. Come Arcigay Firenze “Il Giglio Rosa”, ci costituiremo parte civile al processo con i nostri legali Paola Pasquinuzzi e Alessandro Traversi e invitiamo a fare lo stesso il Comune, la Provincia e la Regione, che sono stati vicinissimi al giovane, alla famiglia e alla comunità lgbt fiorentina e toscana. Continueremo a rimanere in queste ore e nei prossimi giorni vicinissimi al ragazzo aggredito. Approfittiamo infine per invitare tutti i cittadini lgbt a non avere paura e a rivolgersi alle associazioni lgbt del territorio per denunciare qualunque tipo di abuso subito  e ricevere tutta l’assistenza necessaria”.

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Proteste sanguinose nello Xinjiang/Turkestan orientale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 luglio 2009

Dopo lo scoppio in Cina delle sanguinose proteste nella provincia di Xinjiang/Turkestan orientale, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) teme ora le rigorose misure punitive di Pechino contro la popolazione uigura. Gli attuali arresti di massa sicuramente costituiscono solo l’inizio di una serie di sanzioni molto più dure. Nessuna delle 56 nazionalità ufficiali della Cina ha subito una tale eccessiva applicazione della pena di morte per “crimini politici” come i 12 milioni di Uiguri. Dal 1997 ad oggi gli Uiguri giustiziati sono stati 700. Da decenni gli Uiguri sono vittime di una massiccia politica repressiva. Per eliminare il centro storico-culturale uiguro, in febbraio 2009 le autorità cinesi hanno avviato la demolizione del centro storico di Kashgar. La città di Kashgar è considerata tra le più importanti città culturali dell’Asia centrale e si è configurata come centro della resistenza uigura. Nelle scorse settimane a Kashgar sono state installate circa 2.100 telecamere da sorveglianza ed è stata istituita una nuova unità di controllo, costituita da 1.800 collaboratori che hanno il compito di sorvegliare in modo mirato strade, internet-café e altre strutture. Come per i Tibetani anche la cultura e identità uigura è minacciata dalla massiccia migrazione promossa dalle autorità centrali di cinesi Han nella provincia. La libertà di credo degli Uiguri musulmani è controllata e repressa dalle autorità, così com’è severamente limitata la libertà di movimento degli Uiguri a causa della loro appartenenza etnica. Una politica linguistica fortemente restrittiva e la massiccia discriminazione nel settore lavorativo degli Uiguri contribuiscono a far crescere il malcontento generale. A partire dall’attacco terroristico del 11 settembre 2001 la Cina fa’ di tutto per dipingere la persecuzione di attivisti per i diritti umani e civili uiguri come contributo alla lotta internazionale contro il terrorismo. Gli Uiguri, la cui grande maggioranza reclama i propri diritti con metodi pacifici, vengono dichiarati in toto terroristi separatisti. Contemporaneamente le autorità cinesi rifiutano, come già in Tibet, una qualsiasi forma di dialogo con gli attivisti per i diritti umani e l’opposizione uigura. L’accusa al Congresso mondiale uiguro gestito dall’attivista per i diritti umani Rebiya Kadeer, di aver istigato le recenti proteste è semplice propaganda della leadership cinese, già ampiamente sperimentata, tra l’altro durante le proteste tibetane di marzo/aprile 2008, quando le autorità cinesi accusarono il “il gruppo attorno al Dalai Lama” di aver innescato le proteste dall’estero.
Sciopero Giudici di Pace  dal 13 al 18 luglio L’ultima riforma del processo civile non convince i Giudici di Pace Aumento delle competenze nel  settore penale Aumento della competenza nelle cause civili ordinarie da € 2.582,28 a € 5.000,00 e nei sinistri  stradali da € 15.493,00 a € 20.000,00 Ma nonostante l’aumento delle competenze e l’aumento del contenzioso  i  Giudici di Pace sono sotto organico: solo 2.880 invece di 4.690 Gli Uffici del Giudice di Pace sono paralizzati dai  ricorsi alle contravvenzioni su circa 1.100.000 procedimenti più di 800.000 sono ricorsi  contro le sanzioni  amministrative e di conseguenza aumenta in modo insopportabile l’arretrato del contenzioso.  Il primo grado della  giurisdizione affidato alla Magistratura Onoraria  che avrebbe dovuto velocizzare le cause di modesto valore  soffocato dai ricorsi avverso le sanzioni amministrative. con gravi carenze di strutture e di personale. con un  numero di Giudici pari a un terzo dell’organico previsto accumula ritardi sempre più intollerabili (n.r. la verità è  che non si vuol far funzionare la giustizia. Solo in questo modo possono farla franca chi specula sui diritti della  povera gente)

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Rifiuti a Napoli

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 luglio 2009

“C’è stupore nelle dichiarazioni del premier proprio nei giorni in cui sotto i nostri occhi vediamo la non funzionalità della discarica di Chiaiano e nel camminare lungo le strade della provincia di Napoli ci imbattiamo in cumuli di rifiuti e liquami”. Ha commentato così il responsabile per la regione Campania dell’Italia dei Diritti, Antonio D’auria, la dichiarazione del presidente del Consiglio sulla situazione dei rifiuti nella regione. Il premier ha sottolineato che a Napoli si è risolto tutto. Ma secondo gli articoli pubblicati sul Mattino e le testimonianze dei cittadini la situazione è un’altra, e di risolto c’è ben poco. “Chissà per quanto tempo ancora assisteremo ad arresti di imprenditori e dirigenti politici – ha concluso il responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che hanno gestito e che gestiscono l’emergenza rifiuti in modo  illegale”.

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