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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 30 giugno 2015

Lunata: Lo spettacolo di un’escursione in montagna sotto la luna piena

Posted by fidest press agency su martedì, 30 giugno 2015

lagadeiRifugio Lagdei Venerdì 3 luglio 2015 ore 21:00. La magia della Luna piena (o quasi): il cielo terso, limpido, e luminoso di una notte serena; o le nuvole illuminate dai riflessi argentati del satellite della Terra; in ogni caso una serata magica da trascorrere in compagnia su sentiero non troppo difficile, che con un piccolo sforzo finale ci condurrà sul crinale da dove la vista potrà spaziare sugli ampi prati del Monte Tavola, sulla pianura, e sul più vicino spicchio di Lunigiana. Lungo il sentiero, a seconda delle diverse caratteristiche di ciascuna serata, si osserverà la luna, si ascolteranno i rumori del bosco e dei suoi abitanti, si racconteranno storie e leggende della tradizione. Alle 19,30, per chi vuole, ci si trova per mangiare insieme al Rifugio: cena in tavolata, con menu libero, alla carta. Dislivello 250 m, percorrenza soste escluse 2,5 ore. Adatta a bambini sopra i 6-7 anni. Necessario giacca a vento, abbigliamento e calzature da escursione, torcia possibilmente frontale. Costo: € 13 adulti, 6 bambini.

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Liberia: ‘Back in business’ after Ebola outbreak?

Posted by fidest press agency su martedì, 30 giugno 2015

liberiaLiberia is ‘back in business’. The Ebola outbreak left the country’s economy badly dented. But since the country was declared Ebola free on 9 May 2015, the government has been actively promoting private sector investment again. The first trade missions to the country are being organised by industrialised countries, such as the Netherlands which will visit the country in early July 2015. But are these foreign investments really desirable? The paper ‘Liberia: Back in business?’ by SOMO and Green Advocates shows that investments by the private sector run the risk not just of violating human rights, but could also spark conflicts between communities, companies and the Liberian government. In 2003, a peace agreement brought an end to more than a decade of conflict in Liberia. In order to restore peace to the country, the Liberian government has developed a post-conflict reconstruction plan that focuses on attracting private sector investments. Foreign companies such as ArcelorMittal have been welcomed in with open arms to dig into the country’s vast treasure trove of natural resources, including iron ore, palm oil and gold. The hope is that these activities will eventually benefit all Liberians. However, business activity in the country has so far delivered only limited results in terms of development. In fact, businesses are actually causing a wide range of human rights issues as well as reigniting the risk of violence. In a country where land disputes were a key driver of the civil war and where land continues to be a highly contested topic, land-intensive sectors like agriculture and mining risk creating renewed conflict. Alfred Brownell, Lead Campaigner of Green Advocates – a human rights NGO in Liberia – confirms this: “If companies do not know in what context they operate, these sectors can easily reignite conflict. In recent years, we have increasingly seen conflicts erupting between companies and communities. In a country like Liberia, this is very dangerous indeed.”Peace in Liberia is fragile. “The Dutch government, as one of the first countries to organise a trade mission to the Ebola-affected region, needs to ensure that its companies are in no way implicated in human rights violations affecting the Liberian people,” says Anne Schuit, researcher at the Centre for Research on Multinational Corporations (SOMO) in the Netherlands. “Companies operating in Liberia need to operate with caution and conduct heightened due diligence: they need to make sure they are not causing human rights violations and conflict, and they need to make sure their business partners are doing the same.”The joint paper by SOMO and Green Advocates argues that it is not desirable to resume operations from the same starting point as before the Ebola outbreak began. Economic development could be an element in Liberia’s transformation to a peaceful and prosperous country. But foreign investments can only provide added value if investors stand up against inequality, promote employment, inclusiveness and sustainable growth, and avoid unfair competition for Liberian businesses. “Liberia has the Ebola outbreak under control and might be back in business, but that is not the only challenge the country faces. Foreign investors should therefore tread carefully so that they don’t spark and reignite conflicts” states Anne Schuit.
This week, Green Advocates also publishes a report on the international steel and mining company ArcelorMittal which mines iron ore in Nimba county. “The mine and the railway with which the company transports the ore, and the port it uses for export – all of these have negative social and environmental impacts on communities living in those areas,” said Francis Colee, researcher at Green Advocates. This week, exactly one year ago, violent protests flared up in the mining areas of ArcelorMittal. According to the local population, the company did not respect the terms of their concession, failed to pay compensation for the crops they had lost and repair damaged homes.

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La gestione dei dati come opportunità di business al 5° Privacy Day Forum

Posted by fidest press agency su martedì, 30 giugno 2015

e-commerceMentre in Italia la privacy è vista ancora come una burocrazia inutile, altre nazioni dell’area UE fanno affari d’oro con la gestione dei dati attraverso l’e-commerce, basti pensare a Francia, Germania, e Regno Unito che rispettivamente producono fatturati annui di 56,8 mld, 70 mld, e 122 mld di euro.
In Italia la situazione è paradossale, con 15 milioni di italiani che fanno abitualmente acquisti in Internet, solo il 4% delle nostre imprese vende però i propri prodotti e servizi online, evidenziando che gli internauti del Belpaese comprano soprattutto su siti web stranieri. Oltre che disporre di adeguate risorse tecnologiche, per affermarsi nel commercio online le aziende devono naturalmente anche conoscere bene le regole da rispettare nella gestione dei dati personali, per non rischiare sanzioni da parte dell’ Autorità Garante, richieste di risarcimenti danni da parte degli utenti, ed evitare inoltre danni reputazionali e l’insorgere di contenziosi legati a scarsa trasparenza. Al 5° Privacy Day Forum, che quest’anno si svolgerà a Roma il 21 ottobre, i più noti esperti di data protection affronteranno proprio le tematiche della materia nell’ottica di una gestione efficace dei dati personali rivolta al business, come spiega Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy: “A parte le grandi realtà che già operano estesamente in Internet, lo scenario italiano presenta circa 250.000 pmi che si affacciano al mondo dell’e-commerce, ma molte di queste tendono purtroppo a trascurare le regole sulla privacy, esponendosi così a pericoli di multe ed altri rischi. Nella microimpresa, sono invece circa 5 milioni le aziende che non afferrano affatto l’opportunità dell’ e-commerce, probabilmente non considerando che molti servizi e prodotti potrebbero essere venduti efficacemente online attraverso un sito web che rispetti la normativa sulla protezione dei dati – sottolinea Bernardi – Poichè il nostro tessuto imprenditoriale ha bisogno di un’evoluzione soprattutto culturale, al Privacy Day Forum di quest’anno parleremo ampiamente delle opportunità di business che offre il mercato online, senza però compromessi che vadano a discapito del consumatore, il quale deve poter avere piena fiducia nel merchant per poter diventare un cliente fidelizzato.”
Oltre al focus su privacy e business, gli esperti della materia affronteranno molte altre tematiche di attualità per gli addetti ai lavori della data protection, tracciando un quadro aggiornato del nuovo regolamento europeo, parlando della figura del privacy officer e degli altri profili professionali privacy per cui è partito il progetto di Norma UNI, delle novità della videosorveglianza, di privacy e compliance aziendale, di profilazione online e cookies, dati biometrici, Internet of Things, marketing, ed altri nodi critici della protezione dei dati.Il panel dell’evento, vedrà avvicendarsi oltre 40 speakers tra plenaria e altre 4 sale meeting, con una previsione di 1.000 presenze. In attesa della pubblicazione del programma, è possibile prenotarsi gratuitamente online dal sito di Federprivacy.

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Da BEI e SACE 600 milioni di euro per la ricerca FCA in Italia

Posted by fidest press agency su martedì, 30 giugno 2015

Banca europea per gli investimentiLa Banca europea per gli investimenti (“BEI”), SACE e Fiat Chrysler Automobiles (“FCA”) hanno perfezionato un finanziamento di 600 milioni di euro finalizzato a sostenere i piani in ricerca, sviluppo e produzione del gruppo automobilistico nel periodo 2015-17. Il finanziamento di durata triennale, messo a disposizione da BEI e garantito al 50% da SACE, riguarda siti produttivi e di ricerca e sviluppo di FCA localizzati sia al Nord sia al Sud della Penisola.Questa operazione e i rapporti complessivi di collaborazione sono stati al centro dell’incontro che si è svolto oggi a Torino tra il Vice Presidente della BEI, Dario Scannapieco, responsabile per le operazioni in Italia, Malta e Balcani, l’Amministratore Delegato di SACE, Alessandro Castellano, e l’Amministratore Delegato di FCA, Sergio Marchionne.
Per BEI, l’operazione si inquadra all’interno di due fra i tradizionali filoni di investimento a sostegno dell’economia europea: i progetti in ricerca e sviluppo e quelli per la protezione dell’ambiente tramite diminuzione delle emissioni e miglioramento dell’efficienza energetica. L’operazione è sostenuta da “InnovFin – EU Finance for Innovators”, con il sostegno finanziario dell’Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020.Nel dettaglio, il progetto ha due componenti principali. La prima componente è relativa alle attività di ricerca e sviluppo di FCA nei centri di Torino e Modena. Tali attività riguardano lo studio dei carburanti per propulsori avanzati e tecnologie efficienti dei veicoli, le tecnologie per la sicurezza e il comfort dei veicoli e le nuove architetture di veicolo. La seconda componente riguarda investimenti nei centri produttivi localizzati nel Sud Italia (Pratola Serra e Termoli) per la produzione di nuovi efficienti motori benzina e diesel per Alfa Romeo. “Siamo soddisfatti di rafforzare ancor più la nostra collaborazione con FCA, una realtà internazionale che è il primo gruppo manifatturiero italiano e tra i protagonisti mondiali dell’auto”, ha commentato Dario Scannapieco, Vicepresidente della BEI, “in particolare centrale è il focus sugli investimenti in ricerca e sviluppo, la cui priorità per le tematiche ambientali è rafforzata nel momento attuale dalla necessità di dare una spinta ulteriore e definitiva alla ripresa economica”.“Con questa operazione confermiamo il nostro sostegno alla capacità di innovazione e alla competitività internazionale di FCA e delle centinaia di PMI italiane attive nel settore automotive – ha dichiarato Alessandro Castellano, amministratore delegato di SACE -. Un impegno che rinnoviamo oggi con orgoglio e soddisfazione, consapevoli che investire in R&S sia un presupposto fondamentale per la crescita futura di FCA e per lo sviluppo di processi produttivi e occupazionali del nostro Paese”.“Il contratto di finanziamento – ha affermato l’amministratore delegato di FCA Sergio Marchionne – è importante per noi e per l’Italia. Oltre a partecipare fattivamente alla ripresa del nostro Paese, è un rilevante contributo che permetterà a FCA di proseguire nel cammino intrapreso anni fa di progettare e realizzare vetture con soluzioni tecnologiche sempre più avanzate per ridurre consumi ed emissioni. Questo vale sia per le alimentazioni tradizionali, sia per quelle alternative come per esempio il metano, in cui abbiamo una leadership europea indiscussa”

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L’Ospedale “San Luca” di Lucca riconfermato dall’UNICEF “Ospedale amico dei bambini”

Posted by fidest press agency su martedì, 30 giugno 2015

Ospedale “San Luca” di LuccaL’Ospedale “San Luca” di Lucca (Azienda USL 2 Lucca) è stato riconfermato da OMS e UNICEF “Ospedale amico dei bambini” . L’Ospedale di Lucca, grazie al lavoro di qualità effettuato dagli operatori del Dipartimento Materno Infantile, ha visto riconfermare questo importante riconoscimento poiché ha garantito negli anni iniziative di promozione, protezione e sostegno all’allattamento al seno. Il personale delle strutture ospedaliere dell’Azienda USL 2 Lucca che entra in contatto con donne assistite ha la responsabilità di promuovere, proteggere e sostenere questa buona pratica e pertanto ricevono una specifica formazione. Sono quindi stati attivati percorsi facilitanti il contatto madre-bambino.Al Punto Nascita di Lucca, che applica il decalogo per l’allattamento al seno, gli operatori sanitari, ginecologi, ostetriche, pediatri, infermiere, agiscono affinché la prima poppata avvenga nella stessa sala parto o nell’ambiente nel quale la madre trascorre l’immediato periodo post-partum. Inoltre il neonato viene sistemato nella stessa stanza della madre, in modo che stiano insieme 24 ore su 24 (rooming-in); questo favorisce l’inizio dell’allattamento al seno e l’attaccamento madre-bambino. La neo-mamma è supportata nelle prime cure del neonato da personale qualificato, sempre a disposizione, per il sostegno all’allattamento al seno.A Lucca è presente, inoltre, la Banca del Latte Umano di Lucca, una delle prime nate a livello nazionale, che permette di raccogliere ogni anno centinaia di litri di questo prezioso alimento, da utilizzare poi per quei bambini che ne hanno necessità.L’iniziativa internazionale “Baby Friendly Hospital – Ospedale Amico dei Bambini” è stata lanciata nel 1991 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) per assicurare che tutti gli ospedali accolgano nel miglior modo possibile i bambini neonati e che divengano centri di sostegno per l’allattamento materno. Il riconoscimento internazionale dall’UNICEF è stato assegnato all’Ospedale di Lucca nel 2008 ed è stato confermato nel 2011 dal Gruppo di valutazione, che è tornato nel 2015 a verificare il mantenimento degli standard qualitativi e dei requisiti.La cerimonia di riconoscimento si è svolta oggi all’Aula “Piera Sesti” dell’Ospedale “San Luca”, alla presenza dei vertici della Direzione dell’ Azienda USL 2 Lucca – con il Direttore Generale Joseph Polimeni – e di: Raffaele Domenici, Direttore Dipartimento Materno Infantile, Gian Luca Bracco Direttore Ginecologia e Ostetricia, Maria Valeria Acquaro Presidente Comitato Regionale Toscano UNICEF, Elise Chapin Responsabile UNICEF Ospedali e Comunità Amici dei Bambini; alcuni professionisti hanno raccontato la propria esperienza; tra questi: Lucia Matteucci Medico Referente Allattamento al seno Azienda USL 2 Lucca, Sauro Franceschini Coordinatore Infermieristico a nome di tutti i suoi colleghi ospedalieri, Rosaria Papini Coordinatrice Infermieristica Dipartimento Materno Infantile, Maria Paola Belluomini Ostetrica Ginecologia ed Ostetricia, Domenico Fortunato Pediatra di Libera Scelta. Alla fine della cerimonia c’è stato anche il ringraziamento, per questo importante percorso di alcune delle molte mamme presenti.

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Per combattere il tumore un aiuto fondamentale viene anche dall’alimentazione

Posted by fidest press agency su martedì, 30 giugno 2015

tumore metastatico1“Cibo ed emozioni: salute e qualità di vita in equilibrio perfetto” è l’evento organizzato ieri dall’Istituto Nazionale dei Tumori a Expo2015 per mostrare come la dieta sia parte integrante delle terapie, un’arma per prevenire le patologie oncologiche e per “difendersi” dalle recidive, ma anche un supporto ai trattamenti farmacologici e un sostegno per chi sta affrontando le cure palliative. Il cibo per prevenire, il cibo dopo la diagnosi, il cibo come sostegno nella malattia. La parola d’ordine è “prendersi cura di se stessi”, attraverso uno stile di vita sano e senza dimenticare le emozioni che derivano dalla stimolazione di tutti i cinque sensi.
Ne hanno parlato ieri chef, medici ed esperti di alimentazione in un gremito Auditorium Expo durante il convegno “Cibo ed emozioni: salute e qualità di vita in equilibrio perfetto” organizzato dall’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, polo di eccellenza nella ricerca pre-clinica, traslazionale, clinica e assistenziale in ambito oncologico, con il patrocinio di AIRC, da anni sostiene diversi progetti su alimentazione e cancro di INT. In tanti, dalla platea, hanno chiesto informazioni sull’alimentazione corretta per stare in salute.Ha aperto la giornata il presidente dell’INT dottor Giuseppe De Leo che ha portato i saluti del Direttore Generale e del Consiglio di Amministrazione.Con lui c’era lo chef Davide Oldani, ambasciatore di Expo e della buona cucina, che, attraverso i suo “consigli pop”, ha spiegato l’importanza di scegliere sempre cibi diversi, che seguano la stagionalità, evitando pietanze riscaldate o reinventate. “Misurare le giuste dosi permette di evitare gli sprechi e di proporre piatti preparati al momento – ha detto Oldani – senza l’aggiunta di ulteriori condimenti”.Tesi apprezzata dal dottor Franco Berrino, Epidemiologo che da anni conduce studi e lezioni sull’alimentazione contro il cancro, che ha ribadito l’importanza di “mantenersi snelli tutta la vita, evitando cibo spazzatura, come patatine e bibite gasate e privilegiando cereali, legumi e verdura”, e il dottor Vittorio Krogh, direttore della struttura complessa di epidemiologia e prevenzione dell’INT, che ha presentato alcuni dati di EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), studio europeo che ha l’obiettivo di far luce sulla relazione tra dieta, stile di vita, fattori ambientali e incidenza di cancro e altre malattie croniche.Gli approfondimenti sono stati moderati dal dottor Ugo Pastorino, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Istituto dei Tumori e dal professor Alberto Zanchetti, figura di spicco a livello internazionale nel campo dell’ipertensione. Pastorino ha sottolineato un altro aspetto della prevenzione: “Prevenire significa non sprecare risorse, anzi investirle in cure più tecnologiche”.Il professor Luigi Fontana dell’Università di Washington, massimo esperto mondiale in tema di restrizione calorica, ha illustrato nuovi studi in corso basati sulla limitazione calorica per migliorare lo stato di salute e per favorire la longevità e sul digiuno in caso di chemioterapia che sembrerebbe portare notevoli vantaggi nell’ambito delle cure. Sempre di dieta, in questo caso però specifica per ridurre il rischio di recidiva in pazienti con tumore testa-collo dopo le cure, si è occupato il dottor Paolo Bossi, dirigente medico del dipartimento di Medicina Oncologica dell’INT, il primo studio a livello europeo determinato a valutare se una dieta (dietInt).Anna Villarini, biologo-nutrizionista del dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione dell’INT ha precisato che“parlare di cibo come prevenzione o come supporto alla cura evoca, in molte persone, emozioni negative: quelle legate alla rinuncia, più o meno voluta. Affinché mangiare non sia solo ‘nutrirsi’ è necessario che i cambiamenti diventino momenti per prendersi cura di se stessi e per riscoprire sapori, odori, il tatto, la vista e l’udito. Un’armonia di ingredienti nel rispetto delle più recenti e importanti indicazioni scientifiche in campo nutrizionale”.In tema di alimentazione in oncologia è necessario però distinguere il diverso ruolo che il cibo può avere nella prevenzione della malattia e nel paziente in trattamento.
Nella prevenzione, l’alimentazione svolge un importante ruolo protettivo, se inserita in un sano stile di vita e seguita per lunghi periodi. Diversa è la situazione nel paziente: in questo caso l’alimentazione deve essere orientata a mantenere lo stato nutrizionale in equilibrio e a ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti. Deve pertanto essere adeguata alle diverse condizioni di malattia. La chemioterapia e i suoi effetti collaterali, il calo ponderale, le difese immunitarie basse, il sapore metallico, la nausea sono alcuni degli aspetti che è possibile affrontare attraverso una dieta calibrata per ciascun paziente, o addirittura attraverso un’alimentazione artificiale, qualora non sia possibile agire diversamente.Lo spiega la dottoressa Cecilia Gavazzi, responsabile S.S.D. Terapia Nutrizionale dell’INT: “Nel paziente sotto trattamento l’alimentazione e la determinazione dello stato nutrizionale sono importanti. La dieta viene variata di volta in volta a seconda delle condizioni del paziente. Non a caso, durante il convegno sono stati proposti due focus molto specifici su alimentazione e neoplasie: la dottoressa Serena Della Valle, Gastroenterologa, ha sottolineato l’importanza dello stato nutrizionale durante il trattamento oncologico mentre la dietista Silvia Colatruglio, ha parlato dei problemi nutrizionali nei pazienti con neoplasie gastrointestinali; l’oncologo Marco Platania ha illustrato il tema dei problemi nutrizionali nelle donne con cancro al seno durante la chemioterapia”.“Quando la malattia si aggrava, l’alimentazione riveste ancora un aspetto fondamentale ma gli obiettivi sono diversi – ha spiega il dottor Augusto Caraceni, Direttore della Struttura Complessa di Cure Palliative, Terapia del Dolore e Riabilitazione dell’INT -.È necessario adattare la dieta alle esigenze della persona malata. Per questo è in corso un progetto, seguito da nostri infermieri (tra cui Arianna Rossi), che offre la possibilità di nutrirsi e mantenere il piacere di alimentarsi nonostante si possano presentare disturbi, come alterazioni del gusto”.
Il progetto prevede la valutazione della percezione di diversi gusti (amaro, dolce, salato …) da parte di ciascun paziente. A quel punto vengono valutati menù diversificati e personalizzati insieme al personale del Campus Cascina Rosa.“In questi casi si valorizza la multidisciplinarietà nella valutazione delle esigenze del singolo paziente”, ha concluso Caraceni.

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Saldi: Istruzioni per l’uso

Posted by fidest press agency su martedì, 30 giugno 2015

saldiInizierà a giorni la stagione dei saldi. Certamente nelle numerose offerte che hanno caratterizzato questi mesi, gli sconti non sono un novità. Per fortuna e meno male. Perche’ vuol dire che i consumatori, con il comportamento del non-acquisto, hanno cominciato a far valer il loro potere, convincendo i commercianti che, se vogliono vendere, devono prima di tutto avere prezzi concorrenziali. I saldi comunque rappresentano un appuntamento, in modo particolare per l’abbigliamento.
Il decalogo che segue elenca una serie di accorgimenti -prima, durante e dopo l ‘acquisto- che possono aiutare, vista la frenesia che spesso attanaglia il consumatore desideroso di “fare l’affare”, a non prendere la tradizionale fregatura:
PRIMA DI SCEGLIERE L’ACQUISTO
1) Non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell’avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato;
DURANTE L’ACQUISTO – PREZZI
2) Non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita’ della merce di riferimento (dopo non si potra’ rivendicare il cambio di un prodotto perche’ il negozio a cento metri piu’ in la’ vende lo stesso ad un prezzo dimezzato);
3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da se’ e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche piu’ ampie;
4) ricordarsi che prezzi tipo “49,90” euro vuole dire “50,00” e non “49,00”.
DURANTE L’ACQUISTO – PAGAMENTI
5) Le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche’ siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat. Si puo’ chiedere di usufruire di questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all’istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante.
DURANTE L’ACQUISTO – QUALITA’
6) Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di piu’, quelli sintetici meno. La percentuale di composizione puo’ variare notevolmente e incidere sul costo finale;
7) I capi d’abbigliamento riportano l’etichetta con le modalita’ di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio’ che e’ indicato: la sua esperienza puo’ servire a prevenire spiacevoli sorprese dopo che si e’ portato il capo d’abbigliamento in lavanderia;
8) Essere pignoli. Di un capo verificare se e’ di pura lana vergine o di lana. La seconda lana puo’ essere riciclata, la prima no. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie;
9) diffidare dei capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: e’ molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l’occasione e quindi con un finto prezzo scontato;
DURANTE E DOPO L ‘ACQUISTO
10) Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo “la merce venduta non si cambia”: esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perche’ difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e’ sbagliata la taglia o si e’ semplicemente cambiato idea, e’ solo la disponibilita’ del commerciante che puo’ ovviare al problema, ma non c’e’ un diritto del consumatore. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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