Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 145

Archive for 1 gennaio 2014

The United Nations World Food

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 gennaio 2014

The United Nations World Food Programme (WFP) said today it would scale up food distributions in conflict-wracked Central African Republic (CAR) to assist up to 1.25 million people in the next eight months as growing numbers of people go hungry.
WFP appealed for nearly US$107 million through August 2014 to assist both hundreds of thousands of displaced people and others whose food security is disrupted by violence.“We urgently need support from donors so we won’t start running out of food in January,” said WFP West Africa Regional Director Denise Brown in Bangui. “We are providing food for hungry people wherever we can in CAR. But insecurity is the biggest challenge.”“We therefore urge all parties to the conflict to ensure the safe and unhindered access of humanitarian personnel and the timely delivery of humanitarian assistance to people in need wherever they are. WFP is neutral and delivers assistance solely on the basis of need.”In spite of the volatile security situation, WFP and its partners have assisted more than 237,000 people since 5 December in CAR. In total, WFP has provided food to over 174,000 people in Bangui, 41,500 people in the northeastern city of Bossangoa and 21,500 people in Bouar.WFP will focus from January to April 2014 on providing assistance to people in immediate need by increasing food distributions, supplementary feeding to combat malnutrition among children under five and assistance to vulnerable groups. From May to August, it will also reach more people in need of food during the lean season when the last harvest runs out.The new emergency operation specifies that because of security risks, food distributions will be undertaken by teams moving swiftly from site to site and able to adjust plans. To avoid putting people in need of assistance at risk, a protection analysis will be conducted in each place. In some locations, cooked meals may be provided to help protect women and children.WFP said it and its partners were closely and continuously monitoring the unfolding crisis in CAR and would adapt the number of people it assists, for how long and where as necessary.
WFP is reaching out to local community leaders to inform people about food distributions. The organization will solicit the concerns, ideas and priorities of people, especially women and vulnerable groups, so those most in need are reached despite all the obstacles.Earlier in December, WFP launched a special operation to deploy more staff, set up local offices, obtain vital security and telecommunications equipment and support establishing cross-border humanitarian flights into CAR at a cost of US$5.3 million through June 2014.

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2014: rilancio dei consumi?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 gennaio 2014

Tasty Food Abundance in Healthy Europe

Tasty Food Abundance in Healthy Europe (Photo credit: epSos.de)

I problemi che nel corso degli anni hanno indebolito il settore agroalimentare sono diversi e complessi, molti dei quali strutturali. Ma uno in particolare, quello dell’abbassamento del livello dei consumi dei prodotti agroalimentari, – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – richiede interventi immediati che consentano al 2014 di essere finalmente l’anno della svolta.
Nonostante a Natale il primario abbia retto meglio di altri settori alla crisi economica – continua Tiso –, non si può più consentire che sia “l’eccezionalità” a divenire l’unico strumento di speranza per un comparto che di fatto ha rappresentato e rappresenta la storia italiana. Il nostro auspicio – conclude Tiso – è che, comprendendo la difficile situazione del settore e i rischi futuri a cui va incontro, il governo decida di inaugurare il nuovo anno con delle politiche agricole che sappiano finalmente incidere.

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Unicef: violenze sui bambini

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 gennaio 2014

The Bangui City

The Bangui City (Photo credit: Wikipedia)

Gli attacchi contro i bambini hanno raggiunto un nuovo e violento livello. Durante gli scontri che hanno colpito la capitale all’ inizio del mese di Dicembre, almeno 2 bambini sono stati decapitati ed uno mutilato.
“Stiamo assistendo a livelli di violenza contro i bambini senza precedenti. Sempre più bambini vengono reclutati in gruppi armati e sono anche stati presi direttamente di mira in attacchi di vendetta atroci”, ha dichiarato Souleymane Diabate, Rappresentate dell’UNICEF in Repubblica Centrafricana.
“Gli attacchi mirati contro i bambini sono una violazione del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani e devono finire immediatamente. Sono necessarie azioni concrete per prevenire la violenza contro i bambini”, ha continuato Diabate.
L’UNICEF e i suoi partner hanno verificato le uccisioni di almeno 16 bambini, mentre altri 60 sono stati feriti dallo scoppio delle violenze a Bangui il 5 Dicembre.
Diabate ha affermato che i componenti delle milizie dovranno rendere conto delle misure intraprese per assicurare questa doverosa tutela nei confronti dei minori. Queste comprendono:
· Chiare direttive da chi è responsabile all’interno di forze e gruppi armati per fermare le gravi violazioni contro i bambini. Gli ordini devono rendere chiaro che i bambini non devono essere arruolati in combattimenti e non devono essere obiettivo di violenze.
· Il rilascio immediato dei bambini associati con forze o gruppi armati e la loro protezione da rappresaglie. Creazione di centri di transito per il rilascio e il reintegro dei bambini che devono anche essere protetti dagli attacchi.
· Proibire attacchi contro personale sanitario e insegnanti e l’utilizzo di spazi civili come scuole o ospedali per scopi militari.
· Permettere un passaggio sicuro e senza ostacoli all’assistenza umanitaria imparziale.
· Circa 370.000 persone – quasi la metà della popolazione di Bangui – sono state sfollate in una dozzina di campi attorno alla capitale nelle ultime tre settimane. Circa 785.000 persone sono state sfollate internamente in tutto il paese dallo scoppio delle violenze, oltre un anno fa.
· L’UNICEF sta aumentando gli aiuti alle comunità sfollate con acqua sicura, servizi igienico sanitari, scorte mediche e la costruzione di spazi a misura di bambino.

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Save the children

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 gennaio 2014

Sfollati nella contea di Awerial (Minkamen)

Sfollati nella contea di Awerial (Minkamen) (Photo credit: Medici con l’Africa Cuamm)

Sud Sudan, Save the Children: necessario rendere accessibile l’area colpita dal conflitto per portare aiuto a migliaia di bambini in situazione di grande bisogno e soliJuba, Sud Sudan: a causa delle recenti violenze molti bambini – probabilmente migliaia – sono in questo momento soli, separati dai propri genitori e in zone remote e difficilmente raggiungibili. Save the Children è estremamente preoccupata per la loro sicurezza e le loro condizioni di salute fisica e psicologica: molti di essi hanno assistito all’uccisione dei genitori e al saccheggio o distruzione delle proprie abitazioni.Oltre 121.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case quando il conflitto è esploso violentemente 2 settimane fa a Juba (capitale del Sud Sudan, ndr). Caos e violenze hanno causato lo smembramento di molti nuclei familiari: il 27 dicembre, a Juba, in uno dei compound delle Nazioni Unite in cui si sono rifugiate molte persone sfollate, Save the Children ha identificato più di 20 bambini soli, senza genitori o adulti di riferimento. Si suppone che il fenomeno sia molto più vasto in aree come quella di Jonglei dove i combattimenti sono stati più intensi.Molti degli sfollati hanno trovato protezione nelle strutture Onu o presso familiari, in zone più sicure, ma una parte – tra cui molti bambini – si sono rifugiati nella boscaglia, in luoghi nascosti e non facilmente raggiungibili, dove non ci sono ripari, si è costretti a bere acqua stagnante e non si ha accesso ad alcuna forma di aiuto umanitario.“Identificare bambini e adolescenti separati dai genitori e riunirli ai loro cari è in questo momento la priorità di Save the Children. Stiamo lottando contro il tempo nei campi sfollati a Juba per far sì che le famiglie possano ricevere almeno degli aiuti di base”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. “Tuttavia siamo molto preoccupati per il fatto di non poter fornire lo stesso aiuto ai bambini e ai nuclei familiari che in questo momento si trovano in altre aree del Sud Sudan, dove i combattimenti sono stati più intensi e dove i bisogni dei bambini sono sicuramente crescenti”.
Save the Children ha una consolidata esperienza nella risposta alle necessità delle famiglie colpite dai combattimenti in Sud Sudan e nell’identificazione e riunificazione dei bambini separati e soli, con i genitori.“Durante il conflitto a Pibor, all’inizio dell’anno, Save the Children ha registrato più di 1.150 minori separati. Ciò è accaduto in una sola contea del Sud Sudan”, prosegue Valerio Neri. “Le recenti violenze si sono estese a più della metà del paese e questo ci allarma molto perché pensiamo che i bambini e gli adolescenti in pericolo e bisognosi di aiuti siano tanti ma noi non possiamo raggiungerli a causa dei combattimenti in corso”.Save the Children sta lavorando nei 2 compounds delle Nazioni Unite a Juba dove hanno trovato rifugio molti sfollati, monitorando e proteggendo i bambini, assicurando loro un riparo, cibo, cure mediche e fornendo aiuti di prima necessità. L’ong è presente da molti anni in molte delle aree attualmente interessate dalle violenze, compreso lo stato di Jonglei e dell’Upper Nile, con progetti di salute, educazione, nutrizione, protezione. Grazie ad una consistente presenza in tutto il Sud Sudan Save the Children sta predisponendo un ampliamento del proprio intervento d’emergenza anche nelle aree più remote, intervento che diventerà operativo non appena le condizioni di sicurezza lo renderanno possibile.
• Il 24 dicembre è arrivato in Sud Sudan il primo volo di Save the Children con un carico di aiuti di prima necessità: taniche, kit per cucinare, teli di plastica, serbatoi per l’acqua. Grazie al cooordinamento con altre agenzie, questi aiuti stanno supportando i bambini e gli adulti rifugiati nei compounds a Juba.
• Nei prossimi giorni Save the Children fornirà ulteriori aiuti a Juba e agli sfollati che si trovano in altre zone del paese, man mano che le condizioni di sicurezza lo consentiranno.
• A Juba Save the Children si sta occupando in modo particolare della protezione dei bambini più vulnerabili, attraverso per esempio strutture familiari che garantiscano loro adeguato cibo e cure.
• Save the Children sta lavorando per identificare i bambini che siano stati separati dai propri genitori, con l’obiettivo di ricongiungerli ai familiari laddove possibile o per fornire loro adeguato sostegno.
• Save the Children sta pianificando un ampliamento del suo intervento di protezione a Juba, fornendo ai bambini e agli adolescenti supporto psicologico e accesso a delle “aree a misura di bambino”.
• Save the Children conferma il proprio impegno a sostegno della popolazione del Sud Sudan sia in questa fase di emergenza che nel medio-lungo periodo, con l’obiettivo di aiutare questo giovane paese, a cominciare dalle sue giovani generazioni.

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