Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 134

Archive for 21 agosto 2022

L’Università di Parma nella top 26 italiana nell’Academic Ranking of World Universities

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

lo afferma l’Academic Ranking of World Universities (Arwu) di Shanghai, la prestigiosa classifica che mette in fila più di 2.500 università in tutto il mondo e pubblica i risultati delle migliori mille, guidata anche quest’anno da Harvard. L’Ateneo di Parma si conferma nella fascia dal 501° al 600° posto: un risultato significativo, che lo posiziona appunto nella top 26 italiana. Dal punto di vista degli ambiti tematico-disciplinari (Subjects), l’Università di Parma fa registrare i migliori piazzamenti in Food Science & Technology (50° posto al mondo), Veterinary Sciences (101-150), Mechanical Engineering (151-200), Mathematics (201-300), Pharmacy & Pharmaceutical Sciences (201-300), Physics (301-400), Human Biological Sciences (301-400). Per Medical Technology l’Ateneo scala significativamente una fascia rispetto all’anno scorso: da 201-300 a 151-200. Il ranking di Shanghai prende in esame diversi indicatori, con particolare attenzione a premi, pubblicazioni, “Highly cited researchers” (cioè gli studiosi più citati), articoli indicizzati in Science Citation Index e così via. Recentemente l’Ateneo di Parma ha collezionato diversi piazzamenti di rilievo in ranking nazionali e internazionali: è settimo a livello nazionale tra i grandi Atenei nella classifica Censis; è quarto tra gli statali in Italia per la retribuzione media dei laureati nel primo decennio dal conseguimento del titolo secondo l’University Report 2022 dell’Osservatorio JobPricing; è quattordicesimo tra le Università italiane nella classifica del Center for World University Rankings – CWUR, che ogni anno prende in esame 20mila Università di tutto il mondo e dove si piazza al 373° posto; è ottavo tra gli Atenei italiani classificati nel THE Impact Rankings, che misura il successo delle università negli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG) delle Nazioni Unite.

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Canone Rai. Il delirio di una imposta assurda

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Entro fine anno il Governo che verrà dovrà decidere come riscuotere l’imposta per il possesso di un apparecchio tv con antenna per la ricezione del digitale terrestre, il cosiddetto canone. Non c’è ancora un confronto istituzionale sul futuro metodo di riscossione, ma solo una raccolta mediatica di opinioni, anche di valore istituzionale. Secondo alcuni sembra che le Regioni a Statuto speciale non vorrebbero far pagare il canone. Aspettativa logica da parte di chi è abituata ad essere considerata speciale per la propria presunta diversità. Ma la specialità della propria regione è prerogativa di ogni amministratore regionale e, perché non cogliere un’occasione del genere… ora poi, in campagna elettorale, non ci stupiremmo che gli aspiranti alla vittoria in specifici collegi lanciassero anche anche questa promessa. Intanto i Corecom di Veneto e Lombardia: “La regionalizzazione dei servizi di telecomunicazione e radiotelevisivi è possibile. Esistono non solo le basi giuridiche, ma ci sono i presupposti tecnici e tecnologici […]. Le Regioni possono attivare stante la normativa vigente contratti di servizio con la Rai. I presupposti giuridici, comunque, ci sono e ciò che serve è la volontà di affrontare, anche attraverso la stesura di leggi regionali ad hoc, l’argomento”. Insomma, il canone Rai è terreno di conquista del consenso facendo pagare chi ha gli amministratori “più distratti” rispetto a quelli “più capaci”, ché comunque le spese Rai ci sono e vanno pagate, in ipotesi dai residenti in: Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Tutti gli atri… gratis. Forse è il caso che si metta mano alle ipotesi di privatizzazione Rai, già previste da un referendum, e quindi verso l’abolizione di questa imposta che, allo stato, viene elargita con abuso di posizione dominante da parte di Rai verso tutte le altre tv (in concorrenza sul mercato pubblicitario con Rai che, in più percepisce il canone). Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it

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Capital Group: Gli Stati Uniti sono già in recessione?

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

By Diana Wagner, gestore di portafoglio azionario di Capital Group. L’economia statunitense è in recessione o no? Questa è la domanda che si pongono molti investitori, dato che il prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti è diminuito per due trimestri consecutivi nella prima metà dell’anno, una definizione comunemente riconosciuta di recessione. Tuttavia, con una crescita costante dei posti di lavoro, un tasso di disoccupazione ai minimi storici e una solida crescita dei consumi, non sembra una recessione che la maggior parte delle persone ricorderebbe. Qual è dunque la conclusione? Dipende dall’interlocutore. Con i prezzi dei generi alimentari, dell’energia e degli alloggi che aumentano più rapidamente dei salari, il consumatore americano medio probabilmente direbbe di sì. A nostro avviso, o siamo sull’orlo di una recessione o ci stiamo già entrando.L’arbitro ufficiale in fatto di recessioni negli USA, il National Bureau of Economic Research (NBER), impiega un po’ di tempo per esprimere il proprio parere. L’organizzazione prende in considerazione molti fattori oltre al PIL, tra cui i livelli di occupazione, il reddito delle famiglie e la produzione industriale. Poiché di solito il NBER non rivela i suoi risultati fino a sei-nove mesi dopo l’inizio di una recessione, è possibile che l’annuncio ufficiale non arrivi prima dell’anno prossimo. È giusto dire che alla maggior parte dei consumatori probabilmente non interessa cosa pensa il NBER. Vedono un’inflazione superiore al 9%, prezzi dell’energia in forte aumento e vendite di case in calo. Essi sentono l’impatto di questi dati. Il mercato del lavoro è uno degli unici dati che non segnala una recessione in questo momento.Tuttavia, questo numeri riflettono uno squilibrio tra domanda e offerta in un’economia che non si è ancora ripresa del tutto dalla pandemia. Nei prossimi mesi si prevede il ritorno di un maggior numero di persone in cerca di lavoro. Ciò dovrebbe far aumentare il tasso di disoccupazione, in quanto le aziende ridurranno le assunzioni.La spesa dei consumatori, invece, è aumentata dell’1,1% a giugno. In apparenza si tratta di un dato molto positivo, ma aggiustato per l’inflazione è sostanzialmente piatto. Inoltre, riflette l’aumento della spesa per beni di prima necessità, come l’assistenza sanitaria e l’abitazione, e nasconde il calo delle categorie di beni discrezionali come l’abbigliamento e il tempo libero.Un altro segnale preoccupante è il rapido calo delle vendite di nuove case. Con l’aumento aggressivo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per combattere l’inflazione, i tassi dei mutui sono saliti alle stelle negli ultimi mesi, innescando una brusca reazione nel mercato immobiliare. Il mese scorso gli acquisti di nuove case unifamiliari sono scesi dell’8,1%, il calo maggiore in più di due anni. Le vendite di case di proprietà sono crollate del 5,4%, il quinto mese consecutivo di ribassi. Inoltre, il drastico aumento dei prezzi delle case durante la pandemia solleva preoccupazioni circa una potenziale e dolorosa correzione.Se ci stiamo avviando verso un periodo di recessione, il lato positivo potrebbe essere rappresentato dal rientro delle pressioni inflazionistiche estreme registrate nell’ultimo anno. In effetti, alcuni sostengono che l’inflazione sia andata così fuori controllo che potrebbe essere necessaria una recessione sostanziale per riportarla all’obiettivo del 2% fissato dalla Fed.Siamo dunque in un nuovo regime inflazionistico? A nostro avviso, no. È probabile che i prezzi al consumo scendano nei prossimi mesi a causa della recessione e del calo della domanda. In questo caso, il mercato obbligazionario potrebbe aver superato il momento peggiore, dato che la Fed sta valutando se può continuare ad aumentare i tassi di interesse in presenza di una recessione economica. In effetti, il mercato obbligazionario sta già prezzando le aspettative che la Fed taglierà i tassi più volte nel 2023. Ci sono molti segnali che indicano che l’inflazione ha raggiunto il suo picco, come il calo dei prezzi della benzina da metà giugno, del grano, del mais e di altre materie prime da metà maggio. Questo potrebbe dare alla Fed la copertura necessaria per sostenere la crescita economica, pur continuando a prendere sul serio l’inflazione.Nel frattempo, ci aspettiamo una maggiore volatilità man mano che il mercato si adegua alla politica monetaria più restrittiva. Per quanto riguarda i portafogli, ciò significa orientarsi verso investimenti di qualità superiore, tra cui i Treasury statunitensi e i titoli garantiti da ipoteca agency, ma anche cercare opportunità nelle obbligazioni societarie e dei mercati emergenti, dove gli investitori vengono ricompensati per il crescente rischio di recessione.Analogamente, nei mercati azionari, l’individuazione di società di alta qualità con flussi di cassa costanti e margini di profitto affidabili è fondamentale per superare le recessioni. Le società con dividendi solidi e in crescita sono particolarmente interessanti.In questo contesto, siamo orientati ad investire in società i cui fondamentali reggeranno relativamente meglio. Il potere di determinazione dei prezzi e la stabilità della domanda sono elementi importanti.Preferiamo un portafoglio relativamente concentrato, adatto a tutte le stagioni e in grado di performare in diversi contesti di mercato. Le nostre partecipazioni principali sono le società di assistenza sanitaria, di software e di assicurazioni. Stiamo considerando anche i beni di consumo, ma bisogna essere molto selettivi in questo settore perché alcune valutazioni sono diventate piuttosto elevate.

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Commento PIMCO: Supply chain cinese e inflazione globale

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

A cura di Carol Liao, China Economist e Allison Boxer, US Economist di PIMCO. Dopo mesi di interruzioni legate al COVID, l’economia cinese sembra essere sulla via della normalizzazione. A giugno, il conteggio dei nuovi casi giornalieri di coronavirus si è stabilizzato attorno alle centinaia di persone. Un numero maggiore di persone sale su aerei e treni, il traffico autostradale interurbano è tornato ai livelli precedenti l’epidemia e il traffico cittadino è di nuovo congestionato.A giugno la produzione industriale ha mostrato segnali di ripresa per la prima volta da febbraio, in quanto i centri produttivi sono usciti dal lockdown, la produzione è aumentata e i ritardi relativi alle catene di approvvigionamento sono diminuiti. L’indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero (PMI) ha superato la soglia di 50, entrando in territorio espansivo, e la produzione industriale è aumentata del 3,9% su base annua (a/a). In particolare, le esportazioni cinesi di giugno sono cresciute al ritmo più veloce degli ultimi cinque mesi, indicando la tenuta della catena di fornitura manifatturiera del Paese.Il governo cinese ha dato priorità alla produzione e alla consegna delle esportazioni. A dire il vero, la solidità delle forniture cinesi al mercato globale dei beni è stata ripetutamente messa alla prova dal 2020 dalle ondate di COVID, dai blackout e dalle crisi geopolitiche regionali, il tutto senza grossi intoppi. Con la normalizzazione della catena di approvvigionamento interna cinese, le pressioni sul lato dell’offerta dovrebbero attenuarsi. Inoltre, la debolezza della domanda interna ha aiutato la Cina a tenere sotto controllo l’inflazione e l’inflazione dei prezzi alla produzione (PPI) si è attenuata negli ultimi mesi. Questo, insieme al deprezzamento dello yuan all’inizio del secondo trimestre del 2022, ha portato a una moderazione dell’inflazione dei prezzi delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti.Considerato l’indebolimento della domanda nei mercati sviluppati e i crescenti rischi di recessione, in futuro non riteniamo che la catena di approvvigionamento del Paese rappresenti un grosso problema per l’inflazione a livello globale, nonostante la continua incertezza legata al COVID.Inoltre, mentre la Cina ha intensificato gli stimoli per sostenere la spesa per le infrastrutture, le prospettive del mercato immobiliare rimangono cupe, attenuando la domanda cinese di materie prime globali. Pertanto, è improbabile che la Cina diventi un fattore decisivo per l’inflazione globale.Anche negli Stati Uniti la ripresa della catena di approvvigionamento sembra essere iniziata, grazie a una combinazione tra lo spostamento delle preferenze dei consumatori verso i servizi, un rallentamento della spesa complessiva e un aumento dei livelli di scorte. Ciò si è tradotto in una riduzione dei ritardi nei porti, in un aumento della capacità di trasporto e in un calo dei prezzi dei trasporti. Il rapporto scorte/vendite per settori come le merci generiche, i beni per la casa, l’elettronica domestica e i negozi di forniture per l’edilizia, che rappresentano le principali categorie di esportazioni cinesi negli Stati Uniti, si è normalizzato. Anche l’inflazione dei prezzi delle importazioni dalla Cina si è attenuata negli ultimi mesi.Nonostante questi segnali di miglioramento delle catene di approvvigionamento, l’inflazione dei beni negli Stati Uniti ha recentemente subito una nuova accelerazione. La continua accelerazione dell’inflazione al dettaglio – nonostante il recente rallentamento della spesa e l’allentamento delle pressioni sulla catena di approvvigionamento – suggerisce che l’inflazione potrebbe essere più radicata di quanto si pensasse. Sebbene ci siano ancora motivi per pensare che l’inflazione dei prezzi dei beni alla fine si modererà, stiamo anche assistendo alla trasmissione di fenomeni inflazionistici ad altre categorie. Negli ultimi mesi la shelter inflation, che deriva dai costi alloggiativi basati sugli affitti all’interno dell’ICP, è aumentata notevolmente e i rischi geopolitici continuano a far temere per le prospettive dei prezzi delle materie prime. Ne risulta che i rischi di inflazione sembrano essere passati dall’essere guidati principalmente dalle catene di approvvigionamento e dai colli di bottiglia della Cina a un insieme più ampio di settori che tendono a essere più rigidi, meno sensibili all’azione politica della Fed e più difficili da da sostituire per i consumatori. Ciò aumenta il rischio che eventuali ulteriori sorprese al rialzo dell’inflazione siano accompagnate da un rallentamento più marcato dei consumi.Nel breve periodo, interruzioni alla catena di approvvigionamento globale potrebbero persistere, nonostante la continua ripresa della Cina. Interruzioni dovute alla guerra in Europa e agli scioperi in alcuni importanti mercati potrebbero ancora rappresentare un rischio per le catene di approvvigionamento globali. Disagi nelle forniture di cibo ed energia stanno già stimolando l’inflazione globale, ma i crescenti rischi di carenza di gas e il relativo razionamento in Europa potrebbero aggravare le difficoltà della catena di approvvigionamento se le fabbriche fossero costrette a chiudere per garantire forniture energetiche sufficienti per le famiglie. L’inflazione potrebbe rimanere elevata, contribuendo ad aumentare il premio al rischio.A più lungo termine, vediamo crescere i rischi di deglobalizzazione e di frammentazione dei mercati dei capitali. Il peso della Cina nella catena di approvvigionamento globale potrebbe ridursi nel tempo, in quanto il governo statunitense sta cercando di ridurre la dipendenza dell’America dalla massiccia base produttiva cinese per merci, pezzi di ricambio e materiali di ogni tipo.Queste tendenze potrebbero aumentare le inefficienze economiche e incrementare le pressioni inflazionistiche negli anni a venire, inducendo molti investitori a concentrarsi sulla costruzione di portafogli resilienti.

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GAM: Il rilancio del Giappone parte dalla manifattura e dai beni di consumo

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

A cura di Ernst Glanzmann – Investment Director azionario Giappone di GAM. Il mercato azionario giapponese ha navigato in acque agitate anche lo scorso trimestre. Le incognite sono troppe. La strategia zero-Covid in Cina ha bloccato il centro manifatturiero di Shanghai per settimane. I prezzi di importanti materie prime sono ancora elevati a causa della guerra in Ucraina, e questo non aiuta sul fronte inflazionistico. Al contrario, le principali banche centrali hanno alzato i tassi di interesse per combattere l’inflazione, mentre la banca centrale giapponese rappresenta un’eccezione alla regola. La politica dell’istituto per il controllo della curva dei rendimenti ha portato a una svalutazione dello yen di oltre il 10% rispetto al dollaro. Nella seconda metà del trimestre si sono intensificati i timori del mercato che gli ampi rialzi dei tassi di interesse possano provocare una recessione negli Stati Uniti. D’altra parte ciò ha messo un freno alla risalita dei prezzi delle materie prime e alleviato le pressioni sui tassi a lungo termine. In tale scenario di mercato, i titoli value sono nuovamente avvantaggiati rispetto ai titoli growth. Ne hanno risentito soprattutto i titoli con un peso maggiore nell’indice, in particolare nell’IT. Gli investitori hanno puntato maggiormente sui titoli orientati ai consumi interni, dato che la situazione Covid in Giappone è in miglioramento e i consumatori stanno tornando a spendere. Nel complesso, i titoli value hanno fatto meglio lo scorso trimestre mentre i titoli a bassa e media capitalizzazione hanno perso meno rispetto alle 100 large cap. Una buona parte del mercato azionario giapponese globalizzato, per esempio il settore manifatturiero che genera la maggior parte degli utili all’estero, ha risentito molto quest’anno della pandemia in Asia e direttamente della guerra in Ucraina. L’aumento dell’inflazione a causa della carenza di molte materie prime importanti e della mancanza di componenti ha pesato sulle azioni di queste aziende. Inoltre, la stretta monetaria della Federal Reserve ha messo sotto pressione in molti casi i PE, che oggi sono bassi come 10 anni fa. Ciò potrebbe offrire un’interessante opportunità di investimento o di accumulo agli investitori a lungo termine. Siamo tuttora convinti che la trasformazione digitale dell’economia avrà un impatto positivo su numerose società quotate. Nel settore dei beni strumentali, la pandemia da Covid e il conflitto in Ucraina dovrebbero far aumentare la domanda di modernizzazione e rinnovo dei macchinari per la produzione contribuendo alla tutela dell’ambiente, alla piena efficienza, alla decarbonizzazione e alla produttività. Nel contempo, l’automazione e la gestione automatizzata delle linee di produzione, della logistica e del magazzino continuano a diffondersi mentre il bacino di consumatori di semiconduttori, macchine utensili e robot industriali è in costante espansione. In questo momento, l’aumento dei prezzi delle commodity, in abbinamento alla debolezza della valuta, riduce i margini di molte società, soprattutto quelle che generano la maggior parte delle vendite internamente e che si approvvigionano all’estero, e che trasferiscono con lentezza gli aumenti dei prezzi ai consumatori. Ciononostante, c’è qualche segnale che gli aumenti del prezzo finale vengono trasferiti più facilmente per cui i titoli di beni di consumo, tra gli altri, appaiono più interessanti. Guardando oltre il terzo trimestre, il calo del prezzo del petrolio e di importanti materie prime potrebbe essere rilevante per il mercato azionario. I dati in questo momento sono deboli e poco convincenti. La stretta monetaria di diverse banche centrali probabilmente farà rallentare la crescita economica, alleviando le pressioni sui prezzi delle materie prime e poi sull’inflazione. Nel mercato azionario giapponese ciò dovrebbe portare a un nuovo orientamento; i titoli che sono stati trascurati dagli investitori nei recenti trimestri dovrebbero tornare in auge. Crediamo che ci vorrà ancora qualche mese prima che l’inversione di tendenza dell’inflazione appaia evidente sui mercati.Quando gli investitori inizieranno a fare previsioni sulla fine dei rialzi dei tassi di interesse negli Stati Uniti potrebbe iniziare un nuovo ciclo, e il mercato azionario giapponese dovrebbe ritrovare vigore. Come spesso accade nei momenti di svolta, c’è parecchia incertezza, e molti investitori non hanno il coraggio di cambiare. In questo momento, probabilmente uno dei grafici più interessanti che ci permette di comprendere meglio la situazione attuale ed avere anche maggiore chiarezza di quello che potrebbe accadere in futuro è la tendenza dei tassi ipotecari negli Stati Uniti e la loro correlazione con l’indice ISM PMI. La variazione assoluta rispetto all’anno precedente dei tassi ipotecari può anticipare un boom economico oppure una domanda economica debole. I tassi ipotecari negli Stati Uniti sono saliti molto dall’inizio dell’anno. Dato che l’aumento dei tassi di interesse ha un impatto negativo sull’economia, la variazione assoluta su base annua viene indicata in direzione opposta. Un eventuale taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti, come abbiamo detto, potrebbe non essere visibile fino all’anno prossimo, se non oltre, sotto forma di un’inversione di tendenza dell’economia. Tale punto di svolta potrebbe essere il segnale di un nuovo rialzo imminente per il mercato azionario. Come sempre, sarà il futuro a dirci se sarà così oppure no. Noi monitoreremo l’andamento del grafico.

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ARWU di Shanghai: le università statunitensi rimangono in cima a questa speciale classifica

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Con Harvard al primo posto per il ventesimo anno consecutivo, le università degli Stati Uniti continuano a dominare le prime posizioni della classifica di Shanghai 2022, pubblicata questo lunedì. Le università anglosassoni occupano le prime dieci posizioni: otto americane e due britanniche sono le ‘top ten’ dell’edizione 2022 di questa classifica dei migliori centri di istruzione superiore, stilata dal 2003 dalla società di consulenza indipendente Shanghai Ranking Consultancy. Harvard si posiziona al primo posto, davanti a Stanford e al Massachusetts Institute of Technology (MIT), che resta al terzo posto, con la britannica Cambridge al quarto posto. Di seguito le americane Berkeley (5a posizione) e Princeton (6a) e la britannica Oxford (8a). In totale, 39 università degli Stati Uniti si collocano nelle prime 100 posizioni, dove ci sono anche 14 asiatiche e 32 europee. La classifica di Shanghai tiene conto di vari criteri, tra cui il numero di premi Nobel e di medaglie Fields -considerati il ​​Premio Nobel per la Matematica- tra dottorandi e professori, il numero di ricercatori più citati nella loro disciplina o il numero di pubblicazioni in Scienze e Natura riviste. Quest’anno sono stati esaminati più di 2.500 centri per stabilire una classifica di 1.000. Per l’Italia, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, “La Sapienza” si è confermata nelle prime posizioni tra le università italiane e nel mondo, ottenendo 5 primati unici a livello nazionale, nelle materie Mathematics, Physics, Automation&Control, Telecommunication Engineering e Aerospace Engineering. Il 2022 è stato un anno di grandi soddisfazioni per la Sapienza sotto il profilo del piazzamento nei ranking internazionali. Il 25 aprile l’Ateneo si è confermato al primo posto in Italia nella classifica internazionale del Centre for World University Rankings (Cwur) collocandosi in 113ª posizione e tra le prime 200 migliori università al mondo nel QS (Quacquarelli Simonds) World University Rankings 2023.

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Costa Crociere e Trenitalia siglano un’intesa per promuovere il turismo e la mobilità sostenibile

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Costa Crociere e Trenitalia (Gruppo FS Italiane) hanno firmato un’intesa per lo sviluppo di iniziative a favore della mobilità turistica sostenibile, in particolare per gli spostamenti dei passeggeri delle navi da crociera.L’accordo prevede lo studio di soluzioni di viaggio integrate nave-treno, valorizzando il territorio e le sue caratteristiche.“La valorizzazione del turismo sostenibile – ha dichiarato Alessandro Zoratti, Direttore Strategie di Trenitalia – è uno dei nostri principali obiettivi, soprattutto in questa fase di forte ripresa di spostamenti dopo due anni difficili. Sempre di più il treno si deve porre come alternativa valida ad altri mezzi di trasporto più inquinanti e l’accordo con Costa Crociere vuole invogliare i crocieristi a scegliere i nostri mezzi per raggiungere i porti di partenza o per tornare a casa dopo la vacanza in nave. Questa è anche la mission del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, focalizzato sulla mobilità delle persone e di cui Trenitalia è capofila”.Costa Crociere e Trenitalia avviano così un progetto strategico di trasporto sostenibile dei passeggeri, focalizzato su alcuni collegamenti con i porti di destinazione delle navi di Costa Crociere, con il coinvolgimento anche delle istituzioni nazionali, regionali e locali. Tra le iniziative che rientrano nell’ambito dell’accordo ci sono anche lo studio di feeder locali elettrici che colleghino porto e stazione, con il contributo di altre società del “Polo Passeggeri” del Gruppo FS Italiane, e di collegamenti ferroviari di “ultimo miglio turistico” porto-città-aeroporto. Altrettanta attenzione verrà riservata alla valorizzazione dei treni storici, attraverso la creazione di escursioni dedicate per i crocieristi, alla realizzazione di treni dedicati ai clienti Costa Crociere e allo sviluppo di servizi per migliorare la connessione con il treno.Le attività incluse nel protocollo saranno coordinate da una cabina di regia, con il compito di favorire la condivisione di informazioni, l’individuazione di progetti e la loro implementazione.

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Scuola: Elezioni politiche 2022

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): “Rispetto alla media dei Paesi OCDE l’Italia spendeva meno dell’1% quindici anni fa, prima della crisi, oggi il doppio, il 2%. Bisogna fin dalla prossima legge di bilancio invertire il trend negativo e investire nell’istruzione anche per sviluppare l’economia nazionale. Oltre a risorse finanziarie, la scuola, l’università, la ricerca hanno bisogno di favorire le risorse umane con stipendi almeno ancorati all’inflazione e comunque senza più discriminazioni in base alla durata del contratto. Nel 2008 con la legge 133 sono stati sottratti 10 miliardi alla scuola che devono essere ripristinati. Con queste parole, il leader Anief ha ripreso il punto 3 del “Manifesto Anief #perunascuolagiusta” Risorse (Azione: legge di bilancio) Aumento di Un punto del PIL, ripristino dei 10 miliardi tagliati e stanziamento risorse aggiuntive per allineare stipendi ad inflazione.

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Scuola: valorizziamo il personale all’interno della pubblica amministrazione”

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Nella prossima legge di bilancio ci sono spese massime per 25 miliardi, ma ci sono conti scoperti per quanto riguarda la scuola: il leader della giovane organizzazione sindacale ha affermato che “ci sono tanti conti scoperti. In primo luogo mancano 4 miliardi per poter adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici all’indennità di vacanza contrattuale, visto l’aumento dell’inflazione; poi ci servono quei 4-5 miliardi per poter capire come fare per non ritornare subito alla riforma Fornero, magari riconoscendo il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria. Per non parlare di quel miliardo e mezzo che manca per rinnovare i contratti del personale della scuola, l’unico contratto che ancora non è stato siglato nel pubblico impiego, un contratto che sconta una promessa del governo a maggio 2021 sulla valorizzazione del personale all’interno della pubblica amministrazione, che si scontra pure con l’alto tasso dell’aumento del costo della vita e dei prezzi per poter rinnovare il contratto”, ha concluso Pacifico.

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21Shares annuncia nuove nomine e l’espansione in Medio Oriente

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Zurigo. 21Shares AG, società con sede a Zurigo, leader negli ETP sulle criptovalute, annuncia oggi l’assunzione di tre nuove figure manageriali per l’Europa e il Medio Oriente: Sherif El-Haddad, Head of Middle East; Marina Baudéan, Head of France and BeLux e Oliver Schäfer, Head of Germany; i quali porteranno all’interno della società la loro lunga esperienza in ambito finance e sales.Sherif El-Haddad, ricoprirà il ruolo di Head of Middle East, con sede a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove si occuperà anche di portare avanti l’espansione di 21Shares in questo mercato. Precedentemente ha ricoperto il ruolo di Head of Asset Management presso Al Mal Capital e, prima ancora, di Managing Partner presso Pearl Capital Management. Infine, ha diretto il comparto asset management di EFG Hermes per oltre 13 anni. El-Haddad vanta una profonda conoscenza nel comparto dei servizi finanziari per il mercato del Medio Oriente e anche una lunga lista di competenze e contatti. Ha conseguito la laurea in accounting presso la American University al Cairo. Circa la sua nomina, ha commentato: “Dopo la Svizzera, dove 21Shares ha sede, Dubai è uno dei mercati più favorevoli è vivaci per i business attivi nelle criptovalute e nella tecnologia blockchain. Sono orgoglioso di poter supportare la società nel suo percorso di crescita, attraverso la sua espansione in Medio Oriente.” Il ruolo di Head of France, Belgium & Luxembourg sarà coperto da Marina Baudéan, la quale dovrà occuparsi principalmente di soddisfare la crescente domanda per gli asset digitali in questi paesi. Il background della Baudéan si è formato prevalentemente nella finanza tradizionale, avendo ricoperto vari ruoli all’interno del comparto fixed income. La sua carriera è iniziata nel 2000 presso Tradeweb – piattaforma elettronica di trading – dalla quale è passata poi a Barclays, dove è rimasta per più di 15 anni, sviluppando il franchise BARX e guidando l’electronic rates distribution team per l’area EMEA. Come molti altri del team di 21Shares, anche lei ha scelto di abbandonare la finanza tradizionale per esplorare maggiormente la grande opportunità rappresentata da criptovalute e blockchain. Ha conseguito la laurea magistrale in Business Administration and Management all’ISC di Parigi.

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Balancing the budget discourse

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Governments in the Eurozone have the challenging task of both using the national budget for the benefit of their constituents and complying with fiscal policy guidelines set by international institutions. The political scientist Johannes Karremans is examining the justifications given for government spending in five countries between 2008 and 2020. Together with the introduction of the European Fiscal Compact, the priority was on spending discipline; from 2014 onwards, constituencies again received more treats – issues and target groups differ in each case. National budgets are often referred to as “policy cast into figures”. They balance expected inflows and revenues, from taxes for instance, with the maximum level of admissible disbursements and expenditures, for example for transfer payments and human resources. In Austria, the draft budget is traditionally presented by the minister of finance at the end of the year for the coming year. The government, parliament and the Federal President listen attentively – ever since 2008 so does political scientist Johannes Karremans, who has been paying close attention to how governments justify revenues and expenditures. “In my research I am interested in how national governments can be responsive to the demands of their constituents in the face of increasing international economic interdependence and at the same time meet the requirements of international institutions such as the European Union.” With the support of the Austrian Science Fund FWF, Karremans has compared the positions the governments of the EU member states Austria, Germany, Italy, France and Spain have taken in their budgets between the poles of “responsiveness” (to voters) and “responsibility” (to institutions) between 2008 and 2020. In the wake of the financial crisis, the EU tightened the reins between 2011 and 2013 and adopted the Fiscal Compact that required the member states to strictly limit their deficits. In 2011, the European Semester was introduced in order to coordinate economic and budgetary policy. In this context the European Commission also examines the national budgetary and reform programmes. For his post-doctoral project at the University of Salzburg, Johannes Karremans presented the hypothesis that the new rules would lead to stricter fiscal regimes and more spending discipline in the countries concerned. As a consequence, they would not have the opportunity to be “responsive”. Austria and Germany were among the countries that had already defined spending discipline as part of their growth strategy, while Italy, France and Spain had greater difficulties in complying.The budget speech is not a mere contribution to a debate, but a well-prepared line of arguments addressed not only to parliament, but also to the European Commission, the media, the financial market, etc. “I code the budget speeches sentence by sentence, and the method I have developed allows me to compare national budget plans. While it is impossible to capture what governments really think, my method can disclose the criteria that governments employ when presenting their policies to parliament for evaluation. The method is based on comparison,” explains Karremans. In addition, he analyses government programmes and ultimately measures to what extent a government is leaning towards either responsiveness or responsibility in the budget discourse. Between 2009 and 2013, the governments of the five countries actually focused their justifications on fiscal discipline and the need to reduce debt. In all five countries these policies ultimately resulted in great dissatisfaction among voters. “From 2014 onwards, albeit motivated by different issues, all five countries returned to a policy of responsiveness, always aligned to the respective party ideology. The European Commission, for its part, has also been moving away from the austerity principle and relaxing the guidelines on government spending. With the coronavirus pandemic – under the motto of ‘whatever the cost’ – the whole paradigm has shifted even further,” notes Karremans in talking about the respective developments. Focusing as he does on the budget speech, Karremans is the only scholar “to look at this moment between elections in the cycle of a democracy, where governments justify their budget policies – either by making promises to constituents or by invoking responsibility for the national budget. In concert with all other scholarly perspectives, this is how we put together a portrait of democracy.” Karremans sees Austria as having acted in a relatively balanced way between 2012 and 2018. In his view, the country has been guided by both institutional requirements and constituency needs even during the euro crisis.

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Pandora appoints Mary Carmen Gasco-Buisson as CMO

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Pandora announced that Mary Carmen Gasco-Buisson, currently Global Vice President at Unilever, will join Pandora as new Chief Marketing Officer, reporting to CEO Alexander Lacik and serving on Pandora’s Executive Leadership Team. Mary Carmen Gasco-Buisson holds an extensive track-record of growth and transformation across consumer brands in categories such as fragrances, beauty & personal care, and women’s health. Since 2020, she has headed the turnaround of Unilever’s iconic Axe brand with over €1 billion in revenue in more than 80 markets. Earlier, she held leading positions at Procter & Gamble for 22 years. This included the role as Consumer Health CEO at P&G Ventures and the role as Global Marketing & Innovation Director for Hugo Boss Fragrances. She has also held an executive role at venture capital firm M13 and advised a range of consumer and tech start-ups.Over the past three years, Pandora has successfully expanded its marketing activities and today invests approximately 13-15% of its turnover in the area, up from around 9% in 2018. In 2020, Pandora implemented a new end-to-end organisational structure and added resources in digital, data analytics and brand partnering. The company also recruited a number of senior marketing executives from leading global brands to its Copenhagen headquarters and key trading clusters, and it introduced major new product lines including the sustainably lab-created diamonds collection, Brilliance, and the re-launch of Pandora Me targeted at Gen Z and millennials.“Pandora is the largest brand in global jewellery. It has strong recognition across markets and generations, and is loved by millions of consumers globally. I am very happy to join this amazing brand and team and help bring Pandora to even more people around the world,” says Mary Carmen Gasco-Buisson.Mary Carmen Gasco-Buisson is a Dominican Republic-born US-Spanish national and lives in London with her husband and daughter. She will join Pandora during Fall this year and work out of Pandora’s global headquarters in Copenhagen, Denmark.

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Solutions for a successful raw material and energy transition

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

At the world’s leading trade fair for the process industry, ACHEMA in Frankfurt am Main, the Fraunhofer alliance for the chemistry lead market will present itself to the industry as a strong partner thanks to its combined expertise. From August 22 to 26, 2022, the participating institutes will showcase their current joint research activities, which focus on several areas. These include the digitalization of chemical processes, further development of green chemistry, facilitation of scale-up, safety and regulatory issues, and the efficiency of chemical processes as well as the development of a circular economy.Production processes that are defossilized and circular — nothing less is the goal of the chemical industry in Germany. For those responsible, there are still major challenges ahead on the road to greater sustainability and green chemistry. The Fraunhofer Chemistry Alliance has dedicated itself to successfully mastering the individual steps in collaboration with industry partners. Building on decades of collaboration between the 15 participating Fraunhofer institutes and the chemical industry, as well as with each other, the experts focus on developing basic research results to a higher level of technological maturity and on supporting their partners in large-scale implementation — with a highly modern research infrastructure from laboratory to pilot scale.

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Chef Rafa Zafra celebrates his first season (22/23)

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

After joining the culinary lineup at La Residencia, A Belmond Hotel, Mallorca, at its open-air restaurant, La Piscina. The successful collaboration has become a guest favourite and now opens its doors to non-residents for dinner. Set between the Tramuntana Mountains and the Mediterranean Sea, this intimate hotel mesmerises residents with rooms overlooking hillside forests, the old town of Deià and the Mediterranean coastline. Guests can enjoy exquisite dining at La Residencia with the elegance of acclaimed El Olivo or the relaxed culinary offering at Café Miró and from this season, the outdoor dining delights of Chef Rafa at restaurant La Piscina. All the dining venues are nestled in the tranquil surroundings of the property, which includes over 800 works by local artists. Restaurante La Piscina is adjacent to the main swimming pool, with stunning views over Deià, one of Mallorca’s most idyllic 13th-century villages. Chef Rafa delivers a creative and technical approach to his cooking. He celebrates the abundance of local produce at its seasonal peak from both the land and the sea, offering dishes that taste of the Mediterranean. He creates innovative yet familiar recipes while grilling over charcoal, infusing a variety of fish, shellfish, meats, and vegetables with deep smoky flavours for al fresco dining.The restaurant has been a firm favourite for lunch with hotel guests, and now the experience is available to non-residents as well, from 7:30 until 10:30 PM, Friday through Tuesday.Menu items such as Wagyu steak tartare, fried scorpionfish, and grilled crayfish are popular, along with one of Chef Rafa’s signature dishes, prawn carpaccio with caramelised onions. The menu breathes a distinct summer feeling, featuring an inventive vegan selection, including marinated aubergines with a Cala-diabla emulsion. The Catalan-style toasted pineapple is a must-try; it’s one of the most popular desserts and not to be missed. Chef Ivan Acquista, a long time senior member of Chef Rafa’s brigade, now permanently leads the kitchen under Chef Rafa’s creative guidance. The restaurant features a modern yet sophisticated cocktail bar serving classic and signature cocktails as well as a refreshing juice menu. The curated wine and cava selection hosts more than 550 labels of local and international wines that sit alongside vintage champagnes, serving Moët & Chandon vintages by the glass. In addition, a fun ice cream station is set up to the side of the restaurant, which is accessible to guests, especially children and sunbathers, enjoying the pool area.

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Neuer Schweizer Krypto-Player sagt «wertlosen» NFTs den Kampf an

Posted by fidest press agency su domenica, 21 agosto 2022

Täglich verlieren unzählige Anleger ihr Geld mit NFTs. Denn die meisten «Non-Fungible Tokens» sind wertlos, sobald das Interesse verloren geht. Es braucht also eine Revolution des NFT-Marktes. Deshalb decken Unternehmen wie Chaindigger.io aus der Schweiz ihre NFTs mit realen Werten und schaffen so eine nie dagewesene Sicherheit in einer absolut spannenden Investitionsmöglichkeit.Kaum einer kommt heute noch um den NFT-Hype herum. Spekulationen katapultieren den scheinbaren Wert der digitalen Bilder in 6- bis 7-stellige Bereiche. Doch sagen viele Krypto-Experten das Ende der Hysterie an.Bereits haben wertlose NFTs zahlreiche Anleger regelrecht ruiniert. Das multifunktionale Metaverse ist weit davon entfernt, das zu sein, was uns allen in teuren Animationsvideos verkauft wird. Crypto-Coins haben den Boden verloren und viele Altcoins können kaum noch ihre dazugehörigen Projekte über Wasser halten.Dabei zeigt sich vor allem ein Problem: Meist zahlen Investoren die gesamte Entwicklung neuer Projekte. Viel zu oft haben Macher und Initiatoren selbst nichts Finanzielles beigetragen; geschweige denn, bereits etwas programmiert, gebaut oder fertiggestellt. «In dieser fehlenden Programmierung liegt aber genau das grösste Risiko für Investoren», erklärt Raphael Zumsteg, Co-Founder von Chaindigger.io: «Falls ein Projekt nicht funktioniert, liegt das Pech allein bei den Investoren.» Viel zu oft würden sich dabei Millionenbeträge in Luft auflösen. Plötzlich geht niemand mehr ans Telefon und das Offshore-Unternehmen ist kaum zu verfolgen. Die meisten von uns kennen solche Geschichten, wenn wir uns im Internet mit dem Thema Krypto-Investments auseinandersetzen.Was aber haben all diese Projekte gemeinsam? Sie bauen meist ausschliesslich auf Spekulation; ohne Substanz und Werthaltigkeit. Dabei vergessen die Macher, die Sicherheit der Kunden im Auge zu behalten und auf deren Bedürfnisse einzugehen.Wie können Investoren also mehr Sicherheit in dieser risikobehafteten Thematik gewinnen? «Zum Beispiel, indem sie schauen, welche Vorarbeit schon geleistet wurde», empfiehlt Raphael Zumsteg.Unternehmen wie Chaindigger.io gehen den Weg der alten Schule. Die Inhaber haben ihr eigenes Vermögen investiert und das Projekt zuerst entwickelt. Mit dem ATROMG8 NETWORK haben sie eine komplett eigene Plattform gebaut und diese im Anschluss grundlegend getestet, um das Geschäftsmodell dahinter zu bestätigen. «Durch die Vorarbeit haben wir die grössten Risiken für unsere Investoren eliminiert», meint Roger Kramer, CEO des Unternehmens.Zudem setzt Chaindigger.io bewusst auf den Standort Schweiz. Ein Offshore-Standort käme für die Gründer nicht in Frage. «Durch die Involvierung der FINMA (Eidgenössische Finanzmarktaufsicht) und SRO (Selbstregulierungsorganisation) können wir unseren Anlegern weitere Sicherheiten bieten», erklärt Co-Founder Zumsteg. Auch auf anonyme Online-Kontaktformulare wird verzichtet. Stattdessen zeigen die Gründer und ihre Mitarbeiter Gesicht. Das kommt gut an; auch bei den Partnern.Erst nachdem das Fundament stand, ging Chaindigger.io an den Markt und begann damit, potenzielle Partner aus der Luxusgüterbranche, der Film- und Unterhaltungsindustrie sowie auch junge Internetstars mit Millionen von Followern zu gewinnen und vom Konzept zu überzeugen. Seitdem haben sich viele angeschlossen und die Grössenordnungen übersteigen bei weitem die Erwartungen. Allein die Partnerschaft mit dem Rexy Club-Projekt von Luke Mabbott und Christopher Loftus in Dubai schafft bereits ein potenzielles Volumen von knapp 10 Milliarden USD und eine Reichweite von rund 100 Millionen Followern.Doch was genau macht Chaindigger.io nun anders? Das Unternehmen hat sich entschlossen allen Menschen den nachhaltigen Zugang zum internationalen Luxusmarkt zu schaffen. Dafür kommt modernste Technologie zum Einsatz, die auf der Basis von Blockchain in den letzten 3 Jahren mit einem eigens gebauten Ökosystem entwickelt wurde. Über NFTs werden Luxusgüter aufgeteilt und am freien Markt verkauft oder es wird gewartet bis der Wert gestiegen ist und sich die Gruppe der NFT-Inhaber gemeinsam zu einem Verkauf entscheidet. «Um eine Werthaltigkeit für den Kunden zu schaffen sind die NFTs von Chaindigger.io hinterlegt mit Autos, Diamanten, Uhren, Immobilien und vielem mehr. Reale Werte anstatt leerer Hüllen!» erklärt Zumsteg stolz.Bei Chaindigger.io bleiben Investoren über eine eigene mobile Applikation alle miteinander in direktem Kontakt und werden auf dem neuesten Stand der Entwicklung gehalten. Transparent, zeitnah und direkt am Geschehen. Unternehmen wie Chaindigger.io bieten Interessierten also eine einzigartige Chance möglichst sicher ins NFT-Thema einzusteigen und das Maximum herauszuholen. Dank der Vorarbeit und der persönlichen Risikoübernahme der Gründer stehen die Chancen gut, dass ihre NFT-Investition hier deutlich sicherer ist, als in einer rein digitalin Hülle.

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