Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 134

Archive for 20 agosto 2022

La verità è come l’arte: è nell’occhio di chi guarda

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Davanti a un dipinto, o seduto in terza fila per seguire un’esecuzione di musica sinfonica o mentre attendo pazientemente il mio turno nella sala d’attesa affollatissima dello studio medico il mio pensiero ad un tratto sembra andare oltre la mia presenza fisica e migrare altrove. È che forse incoscientemente cerco la ragione del mio essere in quel posto, in quella determinata ora e confuso tra gente che non conosco, lì in piedi o seduto, a guardare o ad essere osservato sfuggevolmente tra chi ti sta accanto, ti sfiora il braccio o tu ti scosti per evitare che questo indesiderato contatto fisico ti turbi ulteriormente. Ma cosa penso? Verso chi o cosa è diretto il mio pensiero? Non certo al particolare di un dipinto o all’archetto del violinista va su e giù toccando con grazia le corde del suo strumento o alla donna o all’uomo che con me cercano nella sala d’attesa dello studio medico di mitigare l’attesa sfogliando una rivista o cercando d’attaccare bottone con un vicino. Ma cosa mai potranno dirsi due sconosciuti se non parlando del tempo? Io cerco di capire un qualcosa che ha assillato la vita di una moltitudine di persone in tutte epoche e in tutti i momenti della propria esistenza: perché sono qui? Perché esisto? Chi sono in realtà? E cerco di guardare oltre il visibile per cercare di dare una risposta logica al mio assillo esistenziale. Io inseguo una verità che non si nasconde sotto il tappeto, che non si cela dietro una nota musicale, che non riesco a carpire dall’espressione di chi estasiato ammira il dipinto di un celeberrimo artista. Forse perché non riesco ad avere la vista acuta come vorrei per fendere l’aria come una saetta, per entrare nel mondo dell’ignoto che mi circonda e mi compenetra e perdermi in esso. Io mi sento reale e al tempo stesso figlio di una verità che sfugge alla mia fisicità forse perché non riesco a guardare come dovrei con gli occhi del saggio, del pensatore, del sognatore, del profeta. Oggi appartengo a quel popolo di sette miliardi di viventi, sono confuso tra loro, sono preso dall’ansietà di barcamenarmi nella vita, dall’affrontare i mali che lacerano le mie carni e fanno scempio dei miei progetti per un futuro migliore. E sono così compreso dal contingente che diventa sommamente ardua concentrarmi alla ricerca della verità ultima prima che essa si possa disvelare al termine della mia esistenza. È così che il mio occhio si distrae e si lascia sfuggire la verità che cerco. (Riccardo Alfonso)

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L’Europa che vorremmo

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Se tralasciamo il discorso su ciò che i nostri padri pensavano sull’Europa da europei e ci limitiamo a considerare i fatti odierni dobbiamo renderci conto che dopo tanti sforzi unitari e le relative accelerazioni annettendo senza farci molti scrupoli paesi che non avevano ancora maturato l’idea dello stare insieme e le regole che avrebbero dovuto condividere e alla possibile perdita di parte della loro sovranità in tema di politica estera, di economia, di finanza, di giustizia, di certo la loro vocazione unitaria avrebbe mostrato non poche crepe. È questo a mio avviso il tallone di Achille di una comunità che pensa ai propri confini in termini nazionali e non di certo sovranazionali. L’Europa sembra oggi insofferente al conto che la storia le presenta dopo decenni di colonialismo, post colonialismo e di governi fantoccio in paesi dove l’ordine di scuderia era quello di sfruttare, impoverire, immiserire in nome del profitto fine a sé stesso. Abbiamo fatto scempio degli stessi diritti che enunciavamo con orgoglio in nome della “realpolitik” per dedicarci animo e corpo alla ricerca e il mantenimento del potere, indipendentemente da questioni religiose o morali. Eravamo tanto invasati alla ricerca diplomatica di un primato fra gli Imperi Europei che abbiamo saputo dar seguito naturale alle feluche dei propri ministri, diplomatici, accademici sostituendole con gli elmi del guerriero e scatenare guerre sanguinose e immani distruzioni per affermare un predominio che la diplomazia delle feluche non era riuscita ad assicurare. Ora che i tempi del guerreggiare in armi sono passati di moda un’altra cultura si è affermata affinando l’ingegno degli europei verso un modo di pensare più ricercato. Così l’Europa comunitaria si è trasformata in uno scudo protettivo e in un terreno di lauti profitti per chi avendo perso la guerra sul terreno di battaglia ritrova la sua revanche in senso storico politico nel campo dell’economia e della finanza. Questo doppio binario di politica interna ed internazionale messo in piedi da chi continua a sentirsi storicamente erede di un passato imperiale è destinato a far pagare un prezzo molto elevato a quelle nazioni in Europa e altrove che hanno subito il fascino del più forte e non compreso l’insidia che nascondeva. Se questa è l’Europa che vogliamo abbiamo sbagliato alla grande perché non vi è dignità per i sudditi. E qui mi fermo. Come dire? Ai posteri l’ovvia sentenza. (Riccardo Alfonso direttore centri studi sociali e politici della Fidest)

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Apriamo un dibattito sul nostro futuro

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Da anni, oramai, siamo portati a concentrare la nostra attenzione più sul presente e molto meno sul futuro. Siamo preoccupati per il clima ma nel momento in cui dovremmo prendere delle importanti decisioni ci dilunghiamo in noiosi e lunghi dibattiti che lasciano il tempo che trovano. Lo stesso accade se pensiamo al sociale, alla povertà nel mondo, alla salute, all’istruzione e all’evoluzione tecnologica in atto. Ci rendiamo “fumosamente” conto che dobbiamo mettere mano a un progetto d’ampio respiro se vogliamo che l’umanità non imbocchi il tunnel del non ritorno, ma anche in questo caso ci accontentiamo di qualche accenno come se quanto accade intorno a noi non ci riguarda direttamente eppure si riverberano in noi momenti di consapevolezza dei gravi errori che stiamo commettendo nel rendere le condizioni di vita sempre più precarie. Ma spesso queste riflessioni si rivelano un attimo fuggente prima di rituffarci nei problemi che ci legano al contingente: lo studio, il lavoro, la mobilità, il modo di tenere in piedi il nostro budget che inesorabilmente si assottiglia, l’assistenza sanitaria e via di questo passo. Una donna, che a giorni partorirà, mi confessava i suoi timori sul futuro del nascituro e si chiedeva se avesse fatto bene a volerlo e se non fosse stato solo il frutto del suo egoismo. Tutto questo dovrebbe indurci ad agire, a ricercare un cambiamento, a lavorare con impegno per realizzarlo all’istante. Si tratta, ovviamente, di un aspetto che va a monte del problema. Dovremmo da subito instillare nei nostri figli una visione della vita più votata ai valori e molto meno ai suoi aspetti edonistici nel senso del piacere immediato a prescindere. Se partiamo, infatti, dal concetto che l’umanità debba farsi carico di due diritti fondamentali quali il diritto alla vita e a vivere dovremmo comprendere sino in fondo il modulo di vita che si richiede. Come possiamo, infatti, garantire la vita per chi nasce nella povertà? Per chi è generato in una terra inospitale e gli è impedito di cercare luoghi diversi e spesso per via del colore della sua pelle? E allora ci chiediamo perché il diritto a vivere non garantisce a tutti, indistintamente, un’infanzia affrancata dalla miseria, un’istruzione e un’assistenza sanitaria adeguate? Un tetto sotto cui ripararsi e da adulto un lavoro sicuro e una vecchiaia serena? Perché anche nelle città dell’opulenza vi sono migliaia di persone che non hanno una casa e dormono sotto i ponti o nei rifugi d’emergenza? Perché un giovane deve tenderti la mano per chiederti un obolo per la sua sopravvivenza? E poi ci meravigliamo se una tale condizione su-scita in alcune vittime uno stimolo alla rivolta, a riscattare la sua dignità umiliata con la violenza? Questo è un presente che non può avere un futuro senza suscitare la ribellione, senza generare instabilità e conflitti regionali cruenti. Dobbiamo proporci un avvenire diverso prima che sia troppo tardi per arrivarci. È la sola strada se vogliamo guardare i nostri figli e sorridere alla loro vita e al come cerchiamo di costruirla facendo ammenda dei nostri errori. (Riccardo Alfonso)

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“Settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier”

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Nell’ambito della “settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier”, si e’ svolto a Cura di Vetralla (Vt) un incontro di studio dedicato al grande libro di Vine Deloria Jr., Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence, Dell Publishing, New York 1974, University of Texas Press, Austin 1985, pp. XIV + 296. Il volume raccoglie una serie di saggi del grande pensatore, educatore ed attivista nativo americano, saggi che costituiscono ad un tempo una documentazione delle straordinarie lotte dei nativi americani nei primi anni Settanta e una riflessione su di esse profonda e illuminante.Vine Deloria Jr. (1933-2005) e&#39! ; stato uno dei piu’ grandi e influenti intellettuali nativi americani del XX secolo: docente universitario, teologo, storico, politologo, saggista, attivista, promotore di rilevantissime iniziative culturali e per i diritti umani, autore di molti libri che sono stati decisivi per la coscientizzazione sulla cultura e sulla resistenza delle popolazioni native americane e per contrastare il genocidio, l’etnocidio e l’ecocidio di cui sono tuttora vittime da parte del potere razzista, colonialista, rapinatore e imperialista bianco.Tra le opere di Vine Deloria Jr. ricordiamo particolarmente il capolavoro “Custer e’ morto per i vostri peccati”, al quale abbiamo dedicato un incontro di studio mesi fa, unico dei suoi libri tradotto anche – e tempestivamente – in italiano (presso Jaca Book, Milano 1972, ed in seconda edizione nel 1977), un classico della saggistica novecentesca e profondo un appello che ancora ci convoca all’ascolto e all’impegn! o, al riconoscimento e alla solidarieta’, al sostegno dell! a lotta dei nativi americano in difesa dell’umanita’ intera e dell’intero mondo vivente.Tra le varie altre opere di Vine Deloria Jr., purtroppo tutte ancora non tradotte in italiano, segnaliamo particolarmente il classico “God is Red. A Native View of Religion” del 1973 (terza edizione del 2003), e per un accostamento insieme introduttivo e panoramico due rappresentative antologie di suoi scritti: “For this Land. Writing on Religion in America”, 1999, 2011, e “Spirit & Reason”, 1999 (quest’ultimo volume da’ conto dei vari campi di ricerca in cui Deloria ha dato contributi assai significativi; il libro e’ articolato in cinque parti dedicate rispettivamente a: Filosofia, Scienze umane, Educazione, Indiani, Religione).Il libro oggetto dell’incontro odierno, “Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence”, pubblicato nel 1974 nel vivo e nel cuore della fase piu’ alta! della Resistenza dei nativi americani contro la violenza onnicida del potere razzista bianco, e’ stato poi riedito nel 1985, e attende ancora una traduzione nella nostra lingua. Sarebbe una lettura preziosissima per la riflessione morale e civile odierna, qui come ovunque. Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo.

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Nuovi carburanti sostenibili nel settore dei trasporti

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) e il Politecnico di Torino hanno sottoscritto un importante accordo di collaborazione della durata di tre anni volto ad analizzare e promuovere l’utilizzo di nuovi carburanti sostenibili nel settore dei trasporti, con specifico riferimento al settore dell’aviazione. L’obiettivo è quello di definire, in collaborazione con ENAC, una roadmap nazionale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore, la sua integrazione nelle iniziative Internazionali (UN-ICAO) ed europee, e il monitoraggio dello stato di avanzamento delle politiche di settore e della loro implementazione.In particolare, sul piano tecnologico-industriale, sarà analizzato e monitorato lo stato di sviluppo dei processi nel settore dei biofuels per aviazione (Sustainable Aviation Fuels – SAF), lo sviluppo di possibili scenari per la definizione di una roadmap per l’introduzione a larga scala dei SAF, la valutazione, in ottica del pacchetto europeo Fit for 55 (che contiene proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal), del potenziale di decarbonizzazione del settore, nonché l’analisi dell’evoluzione della normativa tecnica del settore. Sul piano economico, l’analisi riguarderà l’evoluzione dei costi di produzione dei SAF, nonché lo studio di eventuali proposte di policy o regolatorie per favorirne la diffusione e l’utilizzo.La collaborazione, coordinata per il Politecnico dal professor David Chiaramonti del Dipartimento di Energia (DENERG) e realizzata con il coinvolgimento di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione (DIGEP) diretti dal professor Carlo Cambini, si svilupperà attraverso lo studio delle misure di regolazione nel settore dei carburanti sostenibili per aviazione, sia da un punto di vista tecnico-industriale, sia di policy/regolamentazione ed economico. Il Politecnico metterà a disposizione le proprie competenze multidisciplinari e favorirà l’interazione con soggetti e strutture (accademiche e industriali, nazionali e internazionali) cui lo stesso partecipa o con cui stabilmente collabora e supporterà il Ministero nei rapporti con i principali stakeholders nazionali e internazionali. Secondo il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco: “Il progetto di collaborazione con il MIMS è un importante passo avanti per studiare nuovi strumenti di policy a supporto della decarbonizzazione del settore dei trasporti in primis, così come dell’intero sistema economico Italiano, temi centrali nell’agenda dei prossimi anni del nostro Ateneo e del supporto che intendiamo dare allo sviluppo sostenibile del nostro Paese”.

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Sicilia: Inizio lavori per raddoppio dei binari

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) dà il via alle attività di cantiere per realizzare il raddoppio dei binari delle tratte Fiumefreddo-Taormina/Letojanni e Taormina-Giampilieri, sull’itinerario Palermo – Catania – Messina.Gli interventi per il completamento del raddoppio della linea fra Messina e Catania, parte integrante del Corridoio TEN-T Scandinavia-Mediterraneo, consentiranno di incrementare il traffico merci e migliorare la mobilità dei viaggiatori siciliani, riducendo di 30 minuti i tempi di viaggio tra le due città e sviluppando un servizio di tipo metropolitano.Nello specifico, i lavori della tratta Fiumefreddo – Taormina/Letojanni prevedono la realizzazione di 15 chilometri di nuova linea a doppio binario, di cui 11 in galleria, tra Fiumefreddo e Taormina, con un collegamento per la stazione di Letojanni. Gli interventi sono stati affidati al Consorzio Messina Catania Lotto Sud, per un investimento complessivo da parte di RFI di 872 milioni di euro.Nella tratta Taormina – Giampilieri verranno realizzati oltre 28 chilometri di nuova linea a doppio binario, dei quali più di 25 in galleria e i restanti in rilevati, trincee e viadotti. I lavori saranno eseguiti dal Consorzio Messina Catania Lotto Nord, con un investimento complessivo da parte di RFI di 1,43 miliardi di euro.I due consorzi sono costituiti dalle imprese Webuild Italia S.p.A. – Impresa Pizzarotti S.p.A. – Partecipazioni Italia S.p.A. La conclusione per fasi degli interventi in corso lungo l’itinerario Messina – Catania – Palermo, con un investimento complessivo di 9,3 miliardi di euro finanziati anche con i fondi del PNRR, permetterà progressive riduzioni dei tempi di percorrenza, a vantaggio delle persone che viaggiano per motivi di lavoro, studio e turismo. Inoltre, consentiranno l’aumento della capacità dei treni passeggeri e merci sulla linea, con la circolazione di treni merci a standard europei. La realizzazione dell’intera opera permetterà infine di migliorare le interconnessioni tra le aree interne della Sicilia e le tre città.

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Floricoltura nel Veneto per rafforzare necessità del comparto

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Regione, Veneto Agricoltura, Università di Padova e Associazioni floricole attorno ad un tavolo per mettere a fuoco le necessità del comparto. Sarà rafforzato il passaggio dalla ricerca alla sperimentazione per mettere a disposizione degli operatori informazioni concrete su nuove varietà, riduzione dei costi di produzione, formazione e strategie di marketing. Un confronto di cui si sentiva il bisogno, importante per rafforzare la collaborazione tra il mondo produttivo floricolo veneto, gli Enti pubblici e l’Università. Per questo, su iniziativa di Veneto Agricoltura, d’intesa con la Regione del Veneto, si è tenuto a Legnaro (Pd) un incontro per raccogliere le necessità degli operatori della filiera floricola e avviare una serie di azioni di supporto sfruttando la pluriennale esperienza di Veneto Agricoltura in fatto di innovazione e sperimentazione in campo floricolo, acquisita in particolare dal Centro Sperimentale Ortofloricolo Po di Tramontana con sede a Rosolina (Ro). Veneto Agricoltura attende ora dai produttori floricoli veneti precise indicazioni su quali altre varietà concentrare una possibile attività di sperimentazione (i cui risultati porterebbero concreti vantaggi all’intera filiera) da svolgere presso il proprio Centro Po di Tramontana che, tra l’altro, sta completando la realizzazione di alcune nuove serre. Tutto questo sarà affiancato da momenti formativi – quali le “Giornate aperte” che negli ultimi anni hanno richiamato presso il Centro Po di Tramontana un numero sempre maggiore di tecnici e operatori floricoli -, bollettini informativi tematici e studi di carattere economico.

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The secret economics of food delivery

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Welcome back to “Summer reads”, a curated medley of stories from The Economist to help you find your perfect beach read. See our full collection here, which I refresh regularly.With the cover of our summer double issue last week, we wanted to encapsulate summery reading: on closer inspection, the nibbled corner of an ice lolly revealed a lounging reader. Though none of those feature stories was about food, I couldn’t resist looking for others that we might eat our way through. Summer affords few greater pleasures than feasting: on chunks of ice-cold watermelon, poolside or picked up from a street cart on the way to work; on the fat, sweet tomatoes that only August can offer; on anything that can be oiled and slapped on a grill. Tuck in with this report from a barbecue competition in Tennessee: “Smoke a rack of ribs or a whole hog perfectly, and you get poetry in edible form.” Stay a while in America’s South to read about the origins of its fried chicken, which lie somewhere between Scotland and west Africa, and are rooted in slavery. We offer vegetarian options, too: learn why meatless meat is nothing new, and what type of plant-based milk is best. One of our writers hopped on a bike for Uber Eats to understand how the alliance of dark kitchens and delivery apps threatens the restaurant. Travel to 2035 (in one of our “What If?” scenarios) to glimpse a bittersweet future in which apps and implants decide what we eat. It’s enough to make anyone comfort-eat. While there’s still time, stock up on one or all of these seven cookbooks, favourites of our food columnist. For those of you on a seasonal diet, take a lesson from the spare but tasty meals of Ethiopian Orthodox Christians. Stephanie Studer US digital editor The Economist

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Esistono delle certezze matematiche dalle quali non si può prescindere

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

E’ il caso degli iperspazi. Essi costituiscono una delle teorie più elevate ed astratte della matematica tanto che al loro apparire furono considerati come semplice fantascienza. Tuttavia, per evitare equivoci, va anche ricordato che la scienza non è in grado di affrontare la totalità del pensiero ma solo delle astrazioni di essa. Ma in ogni caso tutte le volte che modifica le sue frontiere deve, nello stesso tempo, revisionare i suoi principi e, così facendo, tutto il pensiero dell’uomo nel suo insieme è sottoposto a profonde rettifiche. Ma solo in tale misura le conoscenze si scambiano utili informazioni e si evolvono pur nel rispetto delle singole autonomie. In questa fattispecie il mondo scientifico deve essere considerato come un sistema in perenne evoluzione da cui emergono – per Charles Singer – “degli esemplari di valore e precisamente quegli esemplari che furono così risolutamente respinti dai filosofi materialisti della precedente generazione. Per nostra fortuna quel tipo di filosofo che si permetteva di ignorare le grandi conclusioni a cui è arrivata la scienza, sta ora per scomparire.” Ma ora anche la scienza deve farsi più dialettica per rendere i metodi della filosofia più influenti nel determinare la natura del mutamento. In questa misura occorre riconsiderare il concetto di una radicale separazione tra i singoli mondi mentali degli individui e l’intelletto e la materia. Ma vi è anche un altro messaggio che non va sottaciuto. Spesso noi riserviamo poco spazio agli uomini d’ingegno che ci sono contemporanei e così facendo disperdiamo un gran patrimonio d’idee e di studi che solo fortunosamente i posteri riescono a raccogliere e a fondare, su di essi, più ardite teorie e attente riflessioni. Sull’argomento penso ci possa bastare un esempio tra i più noti. Mi riferisco a Giambattista Vico. La sua esistenza fu stentata ed avara di soddisfazioni. Il suo impegno culturale sembrava destinato ad un ingiusto anonimato anche dopo la sua morte. Dobbiamo al Filangieri e al Goethe che, leggendo la sua “Scienza nuova”, intravidero in essa “presentimenti sublimi del buono e del giusto che un giorno regneranno su questa terra.” Da allora fu un crescendo con-tinuo d’estimatori di “rango”: da Foscolo al Manzoni e sino a Benedetto Croce e dalla Parigi di Michelet alla Germania di Wegel e di Marx. Solo in tal modo l’ignoto ed ignorato Vico si collocò degnamente nel mondo della cultura del suo e di tutti i tempi cominciando ad assumere i connotati di un “genius loci”. Eppure egli era quasi schiaccia-to da una costellazione di detrattori che lo accusavano di avere una scarsa conoscenza della cultura europea, di polemizzare con Cartesio in modi e tempi sbagliati, di essere, secondo Giuseppe Ferrari, servile con i potenti ed eccessivamente “entusiasta per il cattolicesimo.” Nello stesso tempo non si tollerava il suo italiano involuto e latineggiante, pieno di riguardo per le accademie e la sua povertà di riferimenti. Tale severità di giudizio non era espresso dall’anonimo cronista ma da Pietro Giannone che con il Genovesi erano considerati i maggiori intelletti napoletani del tempo. Le idee esposte nei “librettini di Vico” erano considerate incomprensibili da questi dioscuri e non degne di “torcersi il cervello” per intenderle. Erano in definitiva la cosa più “scipita e transonica che si potesse leggere.” Sparivano in questo modo, per i suoi critici, la potenza e l’acutezza delle sue intuizioni e concezioni, l’originalità del pensiero, l’ampiezza degli interessi e le folgoranti associazioni di parole e d’idee sia pure in un contesto baroccamente composito e ridondante. Di certo il Vico poteva vestire l’abito del suo tempo esprimendosi con un linguaggio accademico un po’ greve e goffo senza fantasia e senza humour, ma ciò non gli impediva di mettere in mostra il suo talento e le sue felici intuizioni. Oggi, a distanza di circa tre secoli, la fama del Vico invece di appannarsi risplende di rinnovata luce. Per Marx l’affermazione principale del Vico è che solo un mondo può essere davvero conosciuto dall’uomo ed è il mondo della storia, perché è l’uomo a farla, e si conoscono veramente solo le cose che si fanno. Lo stesso dicasi per il mondo delle scienze e della tecnica essendo una sua pura invenzione. La natu-ra, invece, l’uomo la trova, può subirla o modificarla, ma non può conoscerla sino in fondo. “La tecnologia – osserva Marx riandando al pensiero vichiano – svela il comportamento attivo dell’uomo verso la natura, l’immediato processo di produzione dei suoi rapporti sociali vitali e delle idee dell’intelletto che ne scaturiscono.” “Resta oggi – scrive Giuseppe Galasso – lo scandalo di un pensiero che si rivela suscettibile di tante let-ture, perfino in chiave esistenzialistica, per un’evidente ricchezza di motivi e capacità di sollecitazione, rafforzate da aspetti d’ambiguità e d’oscurità, non per una consuetudine accademica. Rimane la difficoltà di aggregarlo ad una scuola particolare e di farne un idealista o un positivista, un cattolico o uno storicista e via dicendo, perché continuamente riemergono dai suoi scritti implicazioni e inflessioni che vanificano i tentativi d’appropriazione.” E’ questo un altro aspetto che ci richiama alla cultura del domani formata da un pensiero che non ha la pretesa d’essere originale ed esclusivo, ma sa di dover sempre e in ogni caso fare i conti con il suo passato. Esso non si cancella perché ognuno di noi è depositario di quella parte di verità che da sola non riesce a dirci tutto, ma i cui pezzi, sia pure minuti, sono fondamentali per ricostruire l’intero disegno del Creatore. Sta a noi raccogliere queste microscopiche schegge, con pazienza e costanza, e fare in modo che si ricompongano nella loro primigenia interezza. E Vico ha fatto la sua parte. Resta a noi oggi, detergendo ciò che è appartenuto solo al suo tempo, come un guscio che nasconde un seme, ridarlo alla nuda terra affinché da esso germogli la pianta del pane della vita e ci permetta di guardare di là dalla vita. (Riccardo Alfonso)

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Intel introduce le prime protezioni contro alcune minacce fisiche

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Intel migliora l’affidabilità dei software grazie a miglioramenti dell’hardware realizzati utilizzando la logica presente all’interno del processore. Oggi, l’azienda ha presentato una nuova tecnica che va a integrare le misure di mitigazione degli attacchi fisici di fault injection già presenti a livello software.Tunable Replica Circuit (TRC) – La protezione contro la fault injection utilizza sensori basati su hardware per rilevare in modo esplicito i malfunzionamenti nella temporizzazione dei circuiti che si verificano a seguito di un attacco. Si tratta della prima volta che un TRC viene offerto nella famiglia di processori Intel® Core™ di dodicesima generazione. Il circuito aggiunge la tecnologia di rilevamento della fault injection al motore Intel® Converged Security and Management Engine (Intel® CSME) ed è progettato per rilevare gli attacchi di glitch fisici non invasivi sui pin che forniscono clock e tensione. Il TRC è anche progettato per rilevare le fault injection elettromagnetiche.Il TRC è stato originariamente sviluppato da Intel Labs per monitorare variazioni dinamichequali come abbassamenti di tensione, cali di temperatura e invecchiamento nei circuiti con l’obiettivo di migliorare le prestazioni e l’efficienza energetica. Con l’evolversi delle nuove tecnologie, evolvono anche le loro applicazioni. Intel Labs, iSTARE-PASCAL (Physical Attack and Side Channel Analysis Lab) e il Client Computing Group di Intel hanno collaborato per testare il TRC in diversi scenari di sicurezza. Insieme, i tre attori hanno dimostrato che il TRC può essere calibrato in modo da riconoscere tali violazioni di timing come il risultato di un attacco. Intel ha applicato il TRC come sensore hardware per rilevare questi attacchi di fault injection e proteggere i sistemi.Il TRC di Intel è progettato per proteggere da determinati tipi di attacchi fisici monitorando il ritardo di specifici tipi di circuiti digitali. Se calibrato in base ad aspettative specifiche della sensibilità del sensore, il TRC è in grado di segnalare un attacco quando rileva un errore di temporizzazione dovuto a un guasto di tensione, clock, temperatura o elettromagnetico. Poiché il TRC è calibrato per segnalare gli errori che si verificano a livelli di tensione al di fuori dell’intervallo operativo nominale del CSME, qualsiasi condizione di errore segnalata indica che i dati potrebbero essere danneggiati e rende attive le appropriate operazionidi mitigazione per garantire l’integrità dei dati.Intel ha applicato il TRC al Platform Controller Hub (PCH), un chipset separato, isolato dalla CPU, che migliora la protezione della Root of Trust di un sistema, chiamato Intel CSME.L’aspetto più importante per la produzione di questo tipo di sensore hardware è la calibrazione. Calibrato con una sensibilità troppo elevata, il sensore rileverebbe i normali cali di tensione del carico di lavoro come falsi positivi. I falsi positivi disturbano il rilevamento degli errori e potrebbero causare instabilità della piattaforma, comportando un onere aggiuntivo per i responsabili della sicurezza informatica. Per evitare falsi positivi, Intel ha sviluppato un flusso di calibrazione basato su feedback.Anche ridurre al minimo i falsi negativi è importante, quindi il ciclo di feedback utilizza i risultati dei test falsi positivi e falsi negativi, insieme ai dati sui margini del sensore hardware. Ciò indica quanto è vicino il sensore al rilevamento di un problema tecnico e la precisione delle bande di protezione.I progressi a livello dell’architettura comportano spesso vantaggi nell’esecuzione notevolmente inferiore rispetto alle implementazioni solo software; tuttavia, gli attacchi fisici sono sempre stati trascurati tra i modelli di minaccia. I dettagli di questa ricerca sono stati presentati al Black Hat USA 2022: Fault-Injection Detection Circuits: Design, Calibration, Validation and Tuning.

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I Rhomanife In Concerto al Paxos Reggae Festival 2022 ed il nuovo singolo e video Paradise

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Lunedi 29 agosto, alle 21,30, i Rhomanife apriranno il Concerto al Paxos Reggae Festival 2022, che si terrà dal 29 al 31 agosto sull’isola di Paxos, in Grecia, festival di pura reggae music. La band Rhomanife eseguirà brani storici in dialetto, in italiano ed in inglese, anche di Bob Marley per diffondere il messaggio d’amore… musica reggae con vibrazioni armoniche positive. Si esibiranno per voi, RHOMANIFE band: Gianni Rhomanife – voce e chitarra, Pino Rhomanife – basso, Francesco Bartoli – batteria, De Leo Filomena – cori, Antonèl Lak – cori, Carlo Ragno . Nel frattempo potete ascoltare e condividere ”Paradise” il nuovo singolo e video, con il messaggio d’amore della band dedicato ai bambini ed ai deboli del mondo. Insieme alla band Rhomanife si esibiranno sul palco del Paxos Reggae Festival: Babuska, Jammaroots, Inna Cantina, Mr. Joint Selecta, Niko Kilimanjiaro Radical Gee, Ranking Jhonny, Triggafigga Intl!, Pakkia Crew, Sealow, Spooky Beats, 4Dub Vibes e molti altri artisti https://bfan.link/paradise-15

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Film: Crimes of the future dal 24 agosto

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Di David Cronenberg, di ritorno sul grande schermo dopo otto anni di assenza. Il film arriverà nelle sale italiane dal 24 agosto grazie a Lucky Red. Tra i registi più amati dagli appassionati di horror e thriller, Cronenberg è tornato a far parlare di sé presentando al Festival di Cannes Crimes of the Future. Dopo La promessa dell’assassino, A History of Violence e A Dangerous Method, ancora una volta David Cronenberg sceglie Viggo Mortensen come protagonista. Ad affiancarlo Léa Seydoux e Kristen Stewart. Crimes of the future, che prende il titolo dal suo precedente film del 1970 senza esserne il remake, segna il ritorno del regista al genere del body horror, già mostrato in film come Shivers, Rabid, The Brood e La mosca. Un film sconvolgente ed estremo, viscerale, in cui Cronenberg torna ad esplorare l’evoluzione dell’uomo e del pianeta in relazione alla tecnologia. Una visione fuori dagli schemi, un film di fantascienza spiazzante che racchiude in sé tutti i temi, attualissimi, della filmografia dell’autore canadese.

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Ferrovie: prove tecniche in Spagna

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Prendono il via le prove tecniche del Frecciarossa 1000 sulla linea ferroviaria fra Madrid e Barcellona.ILSA, consorzio partecipato da Trenitalia (Gruppo FS Italiane), sta infatti eseguendo i test sui binari spagnoli, ultima fase prima dell’omologazione finale del treno sulla rete ferroviaria iberica. Ciò consentirà a iryo, nome commerciale dell’azienda, di offrire ai passeggeri una nuova offerta alta velocità entro il 2022 con la fase di vendita commerciale da avviare fra settembre e ottobre.La possibilità di offrire collegamenti Alta Velocità in Spagna è parte di un processo iniziato a novembre 2019 con l’assegnazione da parte di ADIF, gestore dell’infrastruttura ferroviaria iberica, del 30% dei collegamenti sulla rete AV, un’offerta seconda solo a Renfe, operatore nazionale spagnolo. iryo unirà in una prima fase Madrid, Barcellona, Siviglia, Malaga, Cordoba, Valencia, Alicante e Saragozza per poi estendersi ad altri collegamenti.Il progetto avviato da Trenitalia in Spagna ha l’obiettivo di invogliare sempre più persone a scegliere il treno per i propri spostamenti, come indicato dagli obiettivi dell’Unione Europea in termini di sostenibilità. La condivisione delle conoscenze, maturate in Italia nell’Alta Velocità con oltre dieci anni di esperienza di collegamenti con Frecciarossa, permetterà così un ulteriore e importante sviluppo del trasporto ferroviario fra le principali città iberiche.Il convoglio che sta effettuando le prove tecniche è uno dei 20 nuovi Frecciarossa 1000 costruiti da Hitachi negli stabilimenti italiani con le stesse caratteristiche di quelli in circolazione in Italia. Il treno è riciclabile per la quasi totalità e consente un risparmio dell’80% di anidride carbonica per passeggero a tratta e, proprio per questi motivi, ha ottenuto la Certificazione di Impatto Ambientale (EPD). In Europa il Polo passeggeri del Gruppo FS Italiane, di cui Trenitalia è capofila, è presente anche in Francia con Trenitalia France, attiva con collegamenti fra Milano e Parigi e Parigi e Lione con il Frecciarossa 1000, in UK con Avanti West Coast e c2c, in Germania con Netinera, operatore del trasporto regionale, in Grecia con Hellenic Train e in Olanda con l’operatore su gomma Qbuzz.

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La biblioteca di Palazzo Cisterna si presenta in arabo e parla anche in inglese, francese e spagnolo

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

È l’arabo l’ultima lingua in ordine di tempo in cui è tradotta sul sito Internet della Città metropolitana di Torino la presentazione della Biblioteca di storia e cultura del Piemonte intitolata a Giuseppe Grosso. La lingua di Averroè segue all’inglese, al francese e allo spagnolo, idiomi nei quali è già stata tradotta una parte sostanziosa del canale web dedicato alla Biblioteca storica, che ha sede nelle sale auliche di Palazzo Cisterna, nel cuore di Torino. Ora, infatti, grazie all’opera di traduzione svolta dai bibliotecari e dai volontari del servizio civile, l’immenso patrimonio culturale della Biblioteca di Palazzo Cisterna – incunaboli, fondi, volumi digitalizzati e molto altro – è accessibile anche al pubblico straniero: oltre alla presentazione, sono già consultabili in quattro lingue le pagine web dedicate agli 11 incunaboli, alle 200 cinquecentine e alle 1.100 seicentine, nonché i 21 capitoli della sezione “Spigolando in biblioteca” e l’intera voce “Opere in digitale”, quest’ultima atta a raccogliere tutti i link alle copie digitali dei testi presenti nel catalogo della biblioteca; inoltre, è in fase di pubblicazione la traduzione delle pagine relative ai 50 archivi storici. Una strada, quella della digitalizzazione, intrapresa da tempo e con soddisfazione dalla direzione e dal personale della biblioteca, che dà quotidianamente i suoi frutti grazie allo sviluppo di un programma al cui interno, proprio in queste settimane, si sta completando l’informatizzazione delle cinquecentine e delle seicentine.

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Mostra Altana di Stefano Arienti

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Repubblica di San Marino il 17 settembre 2022 – in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, dedicate al Patrimonio sostenibile – prende corpo e inaugura la mostra Altana di Stefano Arienti, a cura di Fabio Cavallucci.Il progetto espositivo, nato da Claudio Poleschi Arte Contemporanea (che da qualche anno ha spostato la sua sede da Lucca a San Marino), trova l’ospitalità e la collaborazione della Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura, degli Istituti Culturali – Musei di Stato – Galleria Nazionale di San Marino.Tre distinti interventi site specific sulle pendici del Titano, realizzati in importanti sedi pubbliche museali istituzionali per l’arte contemporanea – la Galleria Nazionale, le Cisterne di Palazzo Pubblico e la Ex Galleria Ferroviaria Il Montale –, sono la sostanziale premessa dell’esposizione presso la Claudio Poleschi Arte Contemporanea situata sul confine del piccolo Stato.Stefano Arienti è uno dei maggiori artisti italiani contemporanei che ha caratterizzato la scena artistica italiana degli anni Novanta. Arienti è già parte del percorso e della storia artistica di San Marino nella cui Galleria Nazionale, nel 1995, ha esposto nella mostra Le Mille e una Volta curata da Giacinto Di Pietrantonio e Laura Cherubini.Alla Galleria Nazionale, che nelle sue sale presenta opere della collezione permanente – da Vedova, Cagli, Birolli e Guttuso a Enzo Mari e Luigi Ontani – Stefano Arienti interviene sulle grandi finestre con una serie di disegni disposti come tende, visibili in controluce. Intitolati Viste, sono vedute di paesaggi osservati dal Titano. Lo sguardo a volo d’uccello ricorda i paesaggi che non lontano da qui, sullo sfondo dei ritratti di Piero dei Duchi di Urbino, aprivano a una cultura nuova, moderna, europea, la cui concezione prospettica avrebbe ben presto unificato le varie visioni locali medievali.Nelle antiche Cisterne del Palazzo Pubblico, che fino agli anni Sessanta hanno rappresentato la principale fonte di approvvigionamento d’acqua della Repubblica e che da poco hanno ospitato School of waters – Young Artists Biennial MEDITERRANEA19, Arienti gioca sugli effetti di luccicanza del vetro costruendo una sagoma d’Europa attraverso l’accostamento di contenitori di forme e riflessi diversi. Gocce, vista dall’alto, baluginante nell’oscurità degli antri sotterranei, nel cuore profondo del piccolo stato, sembra suggerire l’anelito di tante diverse individualità che aspirano a riconoscersi come un’unica comunità.

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