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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Farmaci antinfiammatori, scoperto nuovo meccanismo d’azione

Posted by fidest press agency su martedì, 21 giugno 2022

Un gruppo di farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), tra cui l’indometacina e l’ibuprofene, presenza anche una modalità d’azione diversa da quella finora conosciuta che agisce su una proteina chiamata fattore 2 correlato al fattore nucleare eritroide 2 (NRF2) che, tra le sue molte azioni, innesca processi antinfiammatori nel corpo. Lo rileva uno studio pubblicato su Immunity.”È interessante che alcuni Fans usati molto di frequente dai pazienti, abbiano anche una modalità d’azione diversa da quella nota in precedenza – afferma Anna Eisenstein, della Yale School of Medicine, Stati Uniti, autrice principale dello studio. I risultati potrebbero avere un impatto sul modo in cui viene trattata l’infiammazione e su come vengono utilizzati questi farmaci. Per esempio, diversi studi clinici stanno valutando se i Fans attivatori di NRF2 siano efficaci nel trattamento di malattie infiammatorie come il morbo di Alzheimer, l’asma e vari tipi di cancro. Inoltre, tutti i Fans potrebbero essere prescritti in modo più efficace in futuro, utilizzando i Fans che attivano NRF2 e quelli che non attivano NRF2 a seconda del tipo di malattia e dei potenziali benefici. I risultati potrebbero anche indicare applicazioni completamente nuove per i Fans, dato che NRF2 controlla un gran numero di geni coinvolti in un’ampia gamma di processi, tra cui il metabolismo, la risposta immunitaria e l’infiammazione, oltre a essere implicato nell’invecchiamento, nella longevità e nella riduzione dello stress cellulare. Gli esperti stanno ora esaminando alcuni degli effetti dermatologici dei farmaci, come eruzioni cutanee, riacutizzazione di orticaria e peggioramento delle allergie, e se questi siano mediati da NRF2. “Il fatto che NRF2 abbia così tanti ruoli suggerisce che i Fans potrebbero avere altri effetti, benefici o negativi, che non abbiamo ancora riscontrato. La nostra scoperta, tuttavia, ha ancora bisogno di ulteriori conferme negli esseri umani” concludono gli autori. (fonte Farmacista33)

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