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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 9 luglio 2018

Protezione dei dati personali fornita da accordo Ue-Usa è inadeguata

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

L’accordo di scambio di dati deve essere sospesa a meno che gli Stati Uniti è conforme alle norme UE di protezione dei dati entro il 1o settembre 2018, dicono i deputati in una risoluzione approvata il Giovedi con 303 voti a 223, con 29 astensioni. I deputati aggiungono che l’accordo dovrebbe rimanere sospeso fino a quando le autorità degli Stati Uniti rispettino i termini in piena. In seguito alla violazione dei dati di Facebook-Cambridge Analytica, i deputati sottolineano la necessità di un migliore monitoraggio del contratto, dato che entrambe le società sono certificati sotto la Privacy Shield.
I deputati chiedono alle autorità statunitensi di agire su tali rivelazioni senza indugio e, se necessario, per rimuovere le aziende che hanno abusato dei dati personali dalla lista Privacy Shield. Le autorità dell’UE dovrebbero indagare anche questi casi e, se necessario, sospendere o vietare trasferimenti di dati sotto la Privacy Shield, aggiungono.
I deputati sono preoccupati che le violazioni dei dati possono costituire una minaccia per il processo democratico se i dati vengono usati per manipolare l’opinione politica o di comportamento di voto.
I deputati sono anche preoccupati per la recente adozione della Chiarire Legale oltremare L’uso della legge sui dati (CLOUD Act), una legge statunitense che garantisce gli Stati Uniti e l’accesso della polizia straniera ai dati personali attraverso le frontiere.Essi sottolineano che la legge degli Stati Uniti potrebbe avere gravi implicazioni per l’UE e potrebbe entrare in conflitto con le normative comunitarie sulla protezione dei dati.
Presidente della commissione per le libertà civili e relatore Claude Moraes (S & D, UK) ha detto: “Questa risoluzione chiarisce che la Privacy Shield nella sua forma attuale non fornisce un adeguato livello di protezione richiesto dalla legge sulla protezione dei dati dell’UE e della Carta UE I progressi sono stati. fatto per migliorare l’accordo Safe Harbor, ma questo non è sufficiente a garantire la certezza del diritto necessaria per il trasferimento dei dati personali”.
“Sulla scia di violazioni dei dati come lo scandalo di Facebook e Cambridge Analytica, è più importante che mai per proteggere il nostro diritto fondamentale alla protezione dei dati e per garantire la fiducia dei consumatori. La legge è chiara e, come indicato nel GDPR, se il accordo non è adeguata, e se le autorità statunitensi non riescono a rispettare i suoi termini, allora deve essere sospeso fino a quando non lo fanno “.
La Privacy Shield è un accordo tra gli Stati Uniti e l’Unione europea consentendo alle aziende considerate di avere un adeguato livello di protezione dei dati per trasferire i dati personali dalla UE per gli Stati Uniti degli Stati Uniti.La Privacy UE-USA Shield è il successore del Safe Harbor quadro del 2000, che è stato dichiarato invalido dalla Corte di giustizia dell’Unione europea in ottobre 2015 con la motivazione che non era abbastanza rigorosa in materia di protezione dei dati per i cittadini dell’UE. Il quadro Privacy Shield per il trasferimento di dati UE-USA è stato approvato nel luglio 2016.

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Presenza turisti stranieri in Italia

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

“E’ ormai da alcuni anni che la presenza dei turisti stranieri in Italia è decisamente in aumento”, conferma Marco Baldisseri, Chief marketing officer di Club Esse, catena alberghiera italiana che ha creato in pochi anni una realtà molto competitiva, con un fatturato 2017 di 25 milioni di euro e 16 tra villaggi turistici, resort e hotel (oltre 2.000 camere) in luoghi di grande pregio naturalistico e culturale di Sicilia, Abruzzo, Calabria, Lazio, Valle d’Aosta ma soprattutto Sardegna. “Solo nelle nostre strutture, in particolare nelle 10 della Sardegna, gli ospiti stranieri sono passati negli ultimi 3 anni da percentuali insignificanti a quasi il 30% del totale – continua Baldisseri -. Alla presenza ‘storica’ dei tedeschi si è infatti affiancata, in un processo di grande crescita, quella di spagnoli, francesi, austriaci, svizzeri, cechi, polacchi e recentemente di serbi, slovacchi e bulgari”. “Sono molti gli elementi che hanno determinato questa situazione – spiega Baldisseri -: innanzitutto il fatto che il nostro Paese sia considerato una meta più sicura rispetto ad altre dell’area mediterranea e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, ma anche la ripresa economica in molti Paesi europei e la propensione a viaggiare in periodi di bassa stagione. Questo ha fatto sì che grandi gruppi internazionali come TUI, Thomas Cook e altri big players si siano dotati di prodotti esclusivi nelle località turistiche più belle, con Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia in prima linea. Anche nel business di Club Esse la crescita dell’utenza straniera ha determinato due importanti effetti: la nostra stagione estiva ormai dura quasi 6 mesi, da maggio a ottobre inclusi, e gli oltre 1.000 collaboratori che vi partecipano parlano praticamente tutti almeno una lingua straniera”.

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Trapani: Incontri letterari al San Domenico a cura di Marco Rizzo

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Trapani 3, 11 e 17 Agosto, 1 Settembre 2018 Ore 19:00 Ingresso Libero presso il Chiostro Ovest del Complesso Monumentale di San Domenico, nella Piazzetta San Domenico torna a riempirsi di libri, storie, racconti, ed emozioni per la quinta edizione di “InChiostro d’Autore”. La rassegna letteraria curata dal giornalista e scrittore Marco Rizzo porta in città autori e tematiche inedite e diverse, per venire incontro al gusto dei lettori più diversi e appassionati.
Il 3 agosto apre la rassegna Letizia Pezzali con il romanzo Lealtà, straordinario caso letterario edito da Einaudi che indaga sul legame tra potere e desiderio. Ambientato nel mondo dell’alta finanza londinese, ha sorpreso pubblico e critica ed è già stato opzionato per diverse edizioni estere. L’11 agosto si rafforza ancor più il legame tra InChiostro d’Autore e l’Ente Luglio Musicale: Alberto Mattioli, critico musicale per la Stampa, propone un punto di vista insolito su Giuseppe Verdi con Meno grigi, più Verdi. Come un genio ha spiegato l’Italia agli italiani. Nell’appassionante saggio edito da Garzanti, si indaga su come il compositore de La Traviata abbia saputo dipingere una nazione con i suoi pregi e difetti. Il 17 agosto è la volta del violinista Massimo Coco, primo violino all’Aida del Luglio Musicale. Coco interverrà a InChiostro d’Autore per presentare il suo commovente libro, Ricordare Stanca. L’assassinio di mio padre e altre ferite mai chiuse (Sperling & Kupfer), riflessione sulla memoria dopo gli anni di piombo e sulla figura di suo padre, il magistrato Francesco Coco, la prima vittima delle Brigate Rosse. Chiude la rassegna l’1 settembre un grande fumettista e illustratore: Giuseppe Palumbo. Autore di numerosi albi di Diabolik, ha collaborato con grandi scrittori, da Massimo Carlotto a Sandrone Dazieri. Palumbo presenta al pubblico un excursus sulla sua carriera, da Frigidaire alle copertine dei romanzi di Stefano Benni, partendo dalla sua ultima graphic novel: Escobar. El Patrón, biografia a fumetti del celebre narcotrafficante, scritta dal giornalista Guido Piccoli ed edita da Mondadori.

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Inclusione scolastica di bambini immunodepressi

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Su questo tema speravamo di sentire almeno una parola dai ministri competenti, una parola che andasse nel senso delle nostre, molte, richieste. La nostra opinione è infatti che includere alcuni non debba mai significare ghettizzare altri”. Con queste parole Silvestro Scotti e Paolo Biasci, rappresentanti nazionali della FIMMG (Federazione Italiana Medici Di Medicina Generale) e FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), hanno espresso il disappunto delle categorie da loro rappresentate per alcune decisioni assunte, o meglio non assunte, in materia di salute ed istruzione. Scotti e Biasci ribadiscono con forza la linea che punti ad un’inclusione scolastica reale, che vada ben al di là del mero diritto all’istruzione. “Per questi bambini – aggiungono – poter prendere attivamente parte alla vita scolastica, quale momento di continuità sociale e relazionale in corso di malattia, è fondamentale dal punto di vista psicologico ed è parte integrante della terapia. Servono quindi soluzioni adatte a tutelare anche questi aspetti”. Scotti e Biasci si dissociano invece dal coro di polemiche esploso dopo l’annuncio da parte del ministro della Salute, Giulia Grillo, del ricorso allo strumento dell’autocertificazione perché “nei rapporti di comunicazione sulle dichiarazioni sostitutive tra le pubbliche amministrazioni, serve ricordare che scuole e aziende sanitarie locali sono pubbliche amministrazioni. L’autocertificazione richiede che siano tenute ad accertamenti d’ufficio ancor più serrati, ovvero a tappeto. Pertanto la semplificazione amministrativa proposta dalla circolare assegna un ruolo preminente alle verifiche in termini di responsabilità civile, amministrativa e penale (se omessa) ai dirigenti scolastici e ai dirigenti sanitari preposti all’ anagrafe. Sarà infatti loro la responsabilità rispettivamente di controllare o di rendere possibili i controlli sulla veridicità di quanto dichiarato grazie proprio alla comunicazione tramite anagrafe vaccinale”.
Ed è proprio su questo tema che FIMMG e FIMP chiedono al Governo una decisa accelerazione, perché “affinché le decisioni assunte possano reggere sul piano della salute sarà essenziale che l’anagrafe vaccinale nazionale sia pienamente a regime entro settembre in tutte le Regioni e non a macchia di leopardo come accade oggi.” “In questa fase medici e pediatri di famiglia, ognuno con le proprie specifiche competenze assistenziali, resteranno, come sempre, al fianco dei propri pazienti per il necessario supporto di consulenza alla corretta compilazione delle autocertificazioni. Il fine è quello di evitare errori in buona fede che, ricordiamo, esporrebbero comunque i cittadini ai provvedimenti penali previsti dalla legge”. Infine, sulla circolare, Scotti e Biasci non possono non evidenziare “stupore e disappunto per la decisione di escludere le rappresentanze dal panel degli esperti chiamato ad affrontare il problema nei prossimi mesi”. “Medici di famiglia e pediatri- concludono Scotti e Biasci- hanno giocato grazie al riconoscimento del ruolo fiduciario un’azione determinante, non solo nella fasi informative ma anche in quelle di esecuzione della vaccinazione, utile all’incremento delle coperture, facendo spesso un grande lavoro sempre troppo poco evidenziato nelle presentazioni istituzionali dei risultati raggiunti”.

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Scuola: dopo gli stipendi in ritardo anche il rinvio della Naspi, basta sfruttamento dei precari

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Da diverse città come Palermo, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Roma, Foggia, Catania i lavoratori precari della scuola segnalano difficoltà nel vedersi riconosciuto il sussidio di disoccupazione (Naspi) nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente. Quest’anno le domande di disoccupazione sono addirittura respinte dalle sedi INPS che in alcuni casi denunciano la mancanza dei contributi versati già dal mese di settembre 2017, cosa che impedisce l’erogazione del sussidio di disoccupazione, mentre in altri casi si conferma una mancanza di contributi versati dal mese di gennaio 2018, cosa che potrebbe incidere su una forte riduzione delle somme erogate.Alcuni uffici che stanno incontrando i coordinamenti precari giustamente in mobilitazione, come avvenuto di recente a Bologna, stanno cercando di trovare delle soluzioni provvisorie per gestire le domande Naspi. USB Scuola pensa che le promesse di riesame della domanda Naspi rinviate a quando il Ministero dell’Economia e delle Finanze disporrà per il meglio le somme spettanti contribuendo anche a una comunicazione tempestiva agli uffici INPS non possano bastare ai docenti precari:dopo mesi di stipendi ricevuti con innumerevoli ritardi;
dopo la vessazione della propaganda politica che promette e non mantiene provvedimenti tampone, mentre l’unica soluzione possibile rimane la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, unica misura che può consentire una reale assunzione di tutto il precariato attualmente esistente e una reale continuità didattica per gli studenti italiani;
dopo l’umiliazione del tentativo becero di creare divisioni e guerre tra poveri con una costante svilimento della categoria spinta attraverso la falsa retorica del merito a cercare il nemico internamente per la sopravvivenza precaria;
dopo il rinvio del concorso a cattedra e l’ulteriore dilatazione dei tempi di assunzione, mentre i 3 anni di servizio dovrebbero garantire a tutti i lavoratori precari il diritto all’assunzione.Vedersi negare anche il diritto alla disoccupazione estiva è davvero troppo. Reiterando nuovamente al ministro Bussetti la richiesta di un incontro, ribadiamo che porteremo in quell’occasione le istanze dei lavoratori precari doppiamente sfruttati e stanchi della burocrazia, dei meccanismi di controllo ridicoli e malfunzionanti visto che la digitalizzazione informatica non solo sta aggravando i problemi della pubblica amministrazione, ma viene usata anche come pretesto per negare diritti o erogarli con il contagocce nei tempi ricattatori utili solo al MEF che per questi ritardi non paga mai né interessi né alcun tipo di penale ai lavoratori. Non è possibile andare avanti così, sosterremo pertanto in piazza tutti i lavoratori che vorranno manifestare la propria rabbia per il trattamento indecoroso ricevuto anche alla fine di questo anno scolastico.

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Scuola: I docenti italiani lavorano di più ma lo stipendio annuo è sotto di 10mila euro rispetto alla media UE

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Se ci si ferma alle ore di lezione settimanali, queste in Italia sono superiori alla media europea sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) che nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e uguali nella secondaria inferiore (18 contro 18,1). Per renderci conto di quanto sia enorme il gap tra i compensi annui percepiti dai nostri docenti e quelli europei, basta citare qualche esempio: alla primaria i nostri maestri prendono ad inizio carriera appena 22.903 euro, a fronte dei 32.648 dei maestri olandesi oppure dei 38.214 euro dei colleghi tedeschi; a fine carriera ai nostri docenti delle ex elementari vanno soltanto 33.740 euro (meno di quello che prendono in Germania appena assunti in ruolo), mentre in Olanda portano a casa oltre 48mila euro e i tedeschi arrivano a 51.371 euro. Se si guarda ai docenti di medie e superiori, il divario è ancora più grande. Basta dire che mentre gli insegnanti della secondaria di secondo grado con 35 anni e oltre di anzianità di servizio debbono accontentarsi di 38.745 euro lordi, quelli che operano in Olanda sfiorano i 61mila e i tedeschi i 64mila. Pure la media generale, comprendente tutti i docenti dei vari cicli scolastici, risultano impietose: in tutti e tre i cicli scolastici, infatti, ai nostri docenti mancano circa 10mila euro per stare in linea con gli altri Paesi del vecchio Continente. Anief ricorda che il risultato raggiunto dai sindacati Confederali, firmatari dell’accordo sui mini-aumenti e sugli arretrati ancora più ridicoli, assegnati dopo un blocco quasi decennale, non ha scalfito minimamente un disavanzo che è sempre più insopportabile, oltre che ingiusto. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Per questi motivi, il nostro sindacato si siederà al tavolo delle trattative, appena sarà ratificata la rappresentanza sindacale raggiunta con il rinnovo delle Rsu dello scorso marzo, con uno preciso obiettivo: salvaguardare gli aumenti già corrisposti, sbloccare l’indennità di vacanza contrattuale, in modo da agganciare gli stipendi almeno al costo della vita, sempre tenendo conto dell’indice previsionale legato all’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato su base europea pari all’1,4%.

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Precariato e PA – In Sicilia il 65% dei contratti a tempo determinato del pubblico impiego

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Urgono modifiche col decreto Dignità.Lo ha chiesto oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, nel corso del suo intervento di apertura del convegno “Il ‘precariato pubblico’ nella Regione Siciliana (e non solo) tra legislazione regionale e Decreto Madia: quale soluzione?”, svolto a Palermo, presso Palazzo Comitini, organizzato da Anief, in collaborazione con Asael, Agi, Dirconf, Prodirmed e l’Ordine degli Avvocati di Palermo, con il patrocinio della città metropolitana del capoluogo siciliano. Il sindacalista ha detto che “occorre porre la questione al centro delle politiche nazionali ed europee, cancellando una volta per tutte la finzione degli organici, creati ad arte per favorire il tempo determinato e ostacolare l’assunzione definitiva. Non basta modificare le norme che regolano i diritti dei precari, al fine di stabilizzare, come chiede l’UE, tutti i precari che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio. E nemmeno basta limitarsi a ripristinare la causale ed approvare regole più rigide per la chiamata a tempo determinato, come ha fatto in questi giorni il Consiglio dei ministri: è bene che in fase di approvazione in Parlamento si attuino delle modifiche che obblighino anche i datori di lavoro alla sottoscrizione di contratti a termine e, a seguire, all’assunzione in ruolo. Il problema è che i lavoratori socialmente utili sono massivamente utilizzati nell’Isola per coprire esigenze d’organico di diritto; in teoria dovrebbe costare di meno questa modalità di operare, ma in pratica costa di più. E nel caso della scuola si tagliano i fondi”. Nel corso del suo intervento, Pacifico ha ricordato l’importante “Risoluzione 242 del 31 maggio scorso, ottenuta anche grazie al nostro operato e quello di tutti i legali, con cui il Parlamento europeo dopo 20 anni ha fornito indicazioni alla Commissione europea e ai presidenti degli stati membri per migliorare la direttiva 70/1999, la quale segue, a sua volta, una precedente direttiva; la prima indicazioni dell’UE sul precariato è infatti del 1991. Da allora, in pratica, su questo ambito non ci sono state modifiche. Mentre ci sono altre direttive che sono state cambiate anche 12 volte. Ecco perché la commissione europea ha presentato le sue osservazioni, dando di fatto ragione agli avvocati dell’Anief: la Buona Scuola non ha trovato una soluzione al precariato. Ed ecco infine perché dobbiamo andare avanti tutti insieme: coesi, per il bene dei lavoratori”.

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Scuola: Sostegno alunni disabili, aperta la “caccia” ai 40mila posti liberi

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Al centro della questione sono i cosiddetti posti “in deroga”, con termine del servizio collocato al 30 giugno dell’anno successivo, benché siano cattedre vacante e disponibili. Una vergogna, legalizzata cinque anni fa con la Legge Carrozza 128/13. Anche il Ministro dell’Istruzione dice che il personale specializzato su sostegno è sempre insufficiente, a causa del mantenimento dei posti di sostegno ancora al 30 giugno nonostante le deroghe ci siano ormai ogni anno nel numero di decine di migliaia: in occasione della presentazione dell’Osservatorio per l’inclusione ha dichiarato “L’inclusione scolastica è una priorità. La via maestra per garantirla è aumentare il personale specializzato. Dobbiamo lavorare in questa direzione”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il Ministro Bussetti è bene che si adoperi per superare quanto previsto dalla legge 128/13 che blocca gli organici a quelli complessivamente attivati dieci anni prima, quando il numero di alunni con disabilità certificata era quasi la metà di quella attuale, visto che siamo arrivati ad oltre 250mila iscritti. Considerando che il decreto legislativo 66/2017, in vigore dal prossimo 1° gennaio, non ha minimamente affrontato questo problema, tentando invece di introdurre elementi di medicalizzazione della disciplina di cui nessuno sentiva il bisogno, spetta a questo governo prendersi in carico il problema: bisogna assolutamente aumentare le immissioni in ruolo, procedendo con l’abrogazione dei posti in deroga e con l’assunzione immediata su almeno 40 mila posti vacanti e disponibili.

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Scuola: Diplomati magistrali, appello Anief al Ministro Bussetti

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Per il sindacato, c’è il fondato rischio di ritrovarci in situazione frastagliata, con uffici decentrati che agiranno diversamente su casi uguali. E nel frattempo al Parlamento va indicata l’unica strada percorribile per uscire da questo groviglio: approvare una norma che dia il via libera definitivo nelle GaE a tutti gli abilitati, a partire dai maestri con diploma magistrale. Non convincono, quindi, le parole rassicuranti pronunciate dal Ministro sulle motivazioni che lo hanno portato a chiedere e ottenere l’inserimento dal Governo, nel dl Dignità, una disposizione che attraverso l’estensione di una previsione legislativa già vigente nell’ordinamento, riesumando un articolo di legge di 22 anni fa, nel decreto legge 669 del ’96, concede all’amministrazione un termine di 120 giorni per dare esecuzione alle sentenze dei tribunali sulla vicenda dei diplomati magistrali.Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il Ministro dell’Istruzione deve produrre un documento ufficiale, che nei 120 giorni di tempo che si è preso il Governo per far legiferare alle Camere una norma risolutiva, ogni singolo ufficio ministeriale decentrato non deve produrre licenziamenti dei maestri con diploma magistrale. Anche laddove fossero pervenute delle sentenze di merito in linea con l’assurda posizione delle sezioni unite in adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Sarebbe l’unica soluzione reale per salvare l’avvio regolare dell’anno scolastico e la continuità didattica tante volte citata. Nel frattempo, dal Governo è bene che giungano indicazioni altrettanto definite nei confronti dei due rami del Parlamento, perché nel predisporre un nuovo processo di formazione iniziale e reclutamento dei docenti della scuola dell’infanzia e primaria, si tenga conto della Risoluzione 242 del 31 maggio scorso dello stesso Parlamento europeo sui contratti a termine, derivante dalle denunce inoltrate da Anief, anche al Consiglio d’Europa e alla Cedu.

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Commento sulla guerra commerciale e i suoi potenziali effetti

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

A cura di Krishan Selva, Client Portfolio Manager, azionario mercati emergenti presso Columbia Threadneedle Investments. L’impatto delle tariffe del 25% imposte dagli Stati Uniti su $ 50 miliardi di importazioni dalla Cina (introdotte dal 6 luglio) potrebbe essere quello di ridurre la crescita del PIL cinese dello 0,1%, sarebbe quindi piuttosto irrilevante. La recente retorica su ulteriori $ 200 miliardi, così come i commenti di oggi di Trump che alludevano ad un possibile aumento della posta in gioco per coprire tutti i $ 500 miliardi di beni importati dalla Cina sono più preoccupanti per i mercati globali. Inoltre, la crescente incertezza sta causando ritardi e cambiamenti nelle decisioni aziendali e di investimento.
La fine del gioco è difficile da prevedere e le ritorsioni messe in atto da tutte le parti si potrebbero concludere più che altro con impatti nei consumatori e nelle industrie nazionali che finiranno col pagarne il conto. Gli effetti delle varie ritorsioni potrebbero in ogni caso probabilmente danneggiare anche la produzione e l’occupazione USA, nonché la fiducia del mercato. Molte forze politiche ed economiche opposte agli Stati Uniti si potrebbero far sentire se questo scenario estremo dovesse concretizzarsi. Una guerra commerciale è chiaramente pericolosa per il premio al rischio e alla fine potrebbero non esserci vincitori.
In caso di un’accelerazione della guerra commerciale, prevediamo che Pechino adegui le politiche interne per mitigare i rischi al ribasso. Di fatto, la China Central Bank ha appena annunciato un nuovo Requirement Ratio (RRR) ridotto di 50 punti base, che rilascerà più di $ 100 miliardi di liquidità all’economia reale. Molteplici leve politiche potrebbero essere utilizzate da Pechino, ad esempio: ulteriori tagli al RRR; più finanziamenti diretti dalla Banca centrale cinese; accelerare la spesa fiscale; facilitare le restrizioni di finanziamento ai governi locali; e rallentare il ritmo di implementazione del deleveraging più rigoroso. Il governo cinese ha ancora molte carte da giocare per resistere agli imprevisti dell’ambiente esterno.
Per quanto riguarda i nostri portafogli, cerchiamo di non reagire eccessivamente alle dichiarazioni dei politici, e anzi in questo clima riteniamo che il pessimismo del mercato a breve termine possa offrire alcune opportunità – questo approccio è particolarmente vantaggioso per la nostra strategia contraria asiatica – dove possiamo investire in società di crescita qualitativa a prezzi ragionevoli. (fonte: Columbia Threadneedle Investments)

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Inthera premiata per la categoria “Business Products and Services”

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Inthera, la data marketing company nata da Cemit e di recente acquisita dal Gruppo HCI, è stata premiata per la categoria “Business Products and Services” nell’edizione 2018 dei DMA Awards, la prestigiosa competizione tenuta ieri a Milano da DMA Italia (Association for Direct and Data Driven Marketing) per celebrare le migliori campagne di marketing ispirate dai dati.
Il riconoscimento è stato ottenuto con il progetto di inbound marketing omnicanale realizzato per Assistenza Casa, società di home servicing che fa parte di due grandi Gruppi: Edison e HomeServe, leader mondiale nell’assistenza per la casa da oltre 20 anni. “Abbiamo premiato la capacità di raccontare un servizio complesso e completamente nuovo per il mercato italiano, con un approccio fondato su dati e guidato da insight.” – questo il commento della giuria al momento della consegna del premio.Questo progetto è una testimonianza importante della capacità di raccogliere e interpretare i dati per conoscere gli interessi dei consumatori e creare per loro occasioni di relazione significative con i valori e servizi del brand Assistenza Casa.Al centro dell’attività il nuovo blog https://blog.assistenzacasa.com, arricchito da una strategia editoriale “data driven” e dalla partnership con il brand CasaFacile. Nell’ambito della strategia studiata da Inthera, il dato assume un ruolo importante, nella consapevolezza che promuovere contenuti costruiti sugli interessi delle persone produce maggiori risultati e permette di ottimizzare il budget pubblicitario. Facebook, Instagram, Linkedin e Youtube diffondono con cadenza quotidiana i contenuti istituzionali, di infotainment ed educational, creati per alimentare i blog e far conoscere i servizi di Assistenza Casa. Per amplificare i contenuti del blog, parte integrante del progetto è costituita da un media mix di DEM, SEO onsite, Link building, paid search e social ads. Inthera è la marketing company del Gruppo HCI nata per valorizzare la capacità dei dati di generare conoscenza e relazioni tra Brand e persone in maniera rilevante, misurabile e continuativa.Con un team di 60 professionisti in Direct e Digital marketing, Contenuti originali e Social & Digital PR, Inthera è un’azienda partner IAB, DMA e DNA con sedi a Segrate, Torino e Sassari.

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Effetti complessi della guerra sui dazi

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

E’ un grave errore cercare di semplificare le grandi questioni internazionali, quali quelle economiche, finanziarie, commerciali o quelle riguardanti i flussi migratori. Spesso si pensa che isolare una questione importante dal resto renda più facile affrontarla. Purtroppo non è così. Si vorrebbe che le cose fossero semplici e poco complicate e quindi risolvibili. Invece spesso sono complesse, intrecciate con altre, tanto da esigere approfondite e multiple analisi.
Lo è senz’altro il caso delle guerre commerciali in corso. Trump e altri credono che, aumentando i dazi sui prodotti importati dalla Cina e dall’Unione europea, l’industria e l’occupazione americane ne gioverebbero, incidendo positivamente anche sulla bilancia dei pagamenti degli Usa.
In verità il commercio americano è da decenni fortemente squilibrato. Di certo non per comportamenti truffaldini dei partner ma per le decisioni interne che hanno favorito, ad esempio, l’outsoursing. Ciò ha determinato lo spostamento di molte imprese americane verso mercati poco regolamentati e a bassissimo costo del lavoro.
Le multinazionali e le banche Usa hanno sfruttato questo sistema facendo profitti straordinari ed evitando di pagare le tasse dovute. Non è quindi sorprendente sapere che il deficit della bilancia commerciale da decenni è ogni anno di centinaia di miliardi di dollari. Così dicasi per il bilancio statale. Nel 2017, ad esempio, il deficit commerciale è stato di 568 miliardi di dollari (811 miliardi, se si considerano solo le merci senza i servizi) e, a sua volta, il deficit del bilancio federale ha raggiunto i 665 miliardi.
La guerra commerciale non produrrà soltanto ritorsioni da parte dei paesi colpiti dai dazi. C’è già un’escalation di per sé foriera di gravissime instabilità. Essa rischia di mettere in moto effetti destabilizzanti anche sui mercati delle monete e su quelli finanziari.
Pertanto, di conseguenza, la Banca nazionale cinese ha deciso di emettere 700 miliardi di yuan sul mercato, pari a oltre 100 miliardi di dollari, con l’evidente intento di svalutare la propria moneta.
Si tratta di una contromisura per contenere i danni provocati dalle misure protezionistiche Usa. Con il deprezzamento dell’yuan, gli esportatori cinesi livellerebbero così l’aumento dei dazi americani d’importazione, mantenendo in un certo senso i loro guadagni ai livelli precedenti alle decisioni Usa.
Internamente alla Cina il deprezzamento della moneta non avrebbe grandi effetti negativi. Soltanto le sue importazioni diventerebbero più costose. Ma la Cina da quasi 10 anni ha cambiato la rotta della sua economia, sviluppando di più il mercato interno. I dazi, pertanto, possono diventare un ulteriore stimolo a sviluppare i settori industriali colpiti.
Si tenga conto, inoltre, che la Cina da qualche tempo promuove accordi commerciali in yuan, soprattutto con molti paesi emergenti, bypassando così la mediazione del dollaro.
Per il suo sistema politico, economico e monetario e per le storiche alleanze internazionali, l’Unione europea, purtroppo, non può adottare decisioni simili. Anche se Washington starebbe per imporre una tassa del 20% su 1,3 milioni di veicoli importati dall’Europa, di cui più della metà dalla Germania.
Quanto intrapreso in Cina, anche se in modi differenti per intensità e settori, com’era prevedibile, è avvenuto anche in Russia soprattutto per effetto dell’isolamento commerciale provocato dalle sanzioni.
Sul fronte finanziario, una delle conseguenze determinata dall’instabilità, a seguito dell’aumento del debito globale e delle minacce di guerre commerciali, è stata la crescita della bolla dei credit default swap (cds). I derivati usati per le cosiddette coperture del rischio d’insolvenza. Essi misurano anche le fibrillazioni emerse a Wall Street dove Standard& Poors’ 500 (l’indice delle maggiori imprese americane), dal picco di gennaio a oggi, ha perso il 5%.
Secondo varie analisi, anche dell’ultimo rapporto trimestrale della Banca dei Regolamenti Internazionali, il volume dei cds è di circa diecimila miliardi di dollari. Certo ancora lontano dai livelli del 2007, ma già preoccupante in previsione delle insolvenze del debito delle imprese e di altre categorie private.
E’ appena il caso di sottolineare che oggi quattro banche americane (Citigroup, Bank of America, JP Morgan Chase e Goldman Sachs) gestiscono il 90% del commercio mondiale dei cds!
Ancora una volta le autorità di controllo purtroppo stanno a guardare mentre la bolla cresce.
Il commercio e i mercati non hanno bisogno di dazi ma di regole che valgano per tutti. (Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista)

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Governo: La politica economica conquista la scena

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Finalmente. Sgombrato, o quasi, il campo dai temi civetta, la politica economica conquista la scena. Anche quando si è fatto finta che fosse diversamente, la sorte di tutti i governi è sempre dipesa dalla congiuntura economica e dalle scelte fatte, o non fatte, su quel fronte. Con ben tre giudici severi pronti ad emettere sentenze: i cittadini, l’Europa e i mercati. Berlusconi, pagando il conto in solido per l’intera Seconda Repubblica, nel 2011 fu sanzionato dai mercati attraverso lo spread per non aver saputo affrontare la recessione. Monti, che quei mercati doveva calmare e che verso l’Europa portava un rispetto eccessivamente acquiescente, fu punito dagli italiani per eccesso di rigore, finendo per fare di ogni erba un fascio tra rigore positivo (la legge Fornero) e rigore negativo (le manovre fiscali). Italiani che poi punirono Renzi – verso il quale fu rapido il cambiamento di umore tra il 40% di consensi conquistato alle elezioni europee del 2014 e i tonfi del referendum costituzionale del dicembre 2016, le amministrative di giugno 2017 e le politiche di quest’anno – per aver raccontato un risanamento che non c’è stato e millantato una ripresa che per quel po’ che c’è effettivamente stata, è dipesa da ben altro che dagli aiutini a pioggia tipo “80 euro” e “bonus cultura”.
E l’esecutivo gialloverde del “cambiamento”? Fin qui non si è ancora misurato con il nodo dell’economia. Non lo ha fatto in sede di programma, pardon contratto, di governo, laddove si è limitato a sommare scelte diverse, e tra loro largamente inconciliabili. E tantomeno lo ha fatto nel vivo dell’attività di governo, che non c’è stata, a parte il provvedimento sul lavoro voluto da Di Maio per tamponare l’eccesso di protagonismo di Salvini. Tocca quindi affidarci alle dichiarazioni programmatiche. E qui casca l’asino, perché di governi ce ne sono almeno due, se non molti di più, a seconda del grado di distinzione che si vuole applicare. Infatti, i confini sono mobili e non tracciati, ma volendo si possono distinguere: a) il governo Salvini; b) il governo Giorgetti (può sembrare lo stesso del segretario della Lega, ma non è così perché le differenziazioni, di carattere politico e personale, sono più di quelle che i due vogliano dar da vedere); c) il governo Di Maio, in crescente autonomizzazione da tutti, compreso Casaleggio; d) il governo dei 5stelle non allineati al vicepremier, a loro volta distinguibili in una componente movimentista (Grillo, Di Battista) e in una di sinistra (Fico); e) il governo Conte (il presidente del Consiglio, approfittando dei summit internazionali sta cercando di ritagliarsi quanti più spazi possibile, e mette crescente attenzione alla necessità di costruirsi una squadra tutta sua); f) il governo Tria-Moavero, cioè dei ministri fortemente voluti dal Quirinale e che alla presidenza della Repubblica guardano con sacrale attenzione.
Ma restiamo alla distinzione più evidente, e decisiva ai fini della politica economica: quella tra il ministro dell’Economia e i due leader della maggioranza penta-leghista. Non c’è dubbio che prima con un’intervista di grande respiro al Corriere della Sera, poi con interventi di spessore alle Commissioni Bilancio delle due Camere, il ministro Tria ha delineato una strategia tanto netta quanto, da parte nostra, condivisibile, che non sappiamo, perché nessuno si è espresso in merito, se sia condivisa dal presidente del Consiglio e dai due azionisti del governo. Sta di fatto che non risulta sia mai stata discussa in sede di governo – almeno non pubblicamente – né è stata commentata successivamente. Inoltre, usando il buonsenso, essa appare assai distante, o quantomeno distonica, rispetto alle affermazioni, seppur da campagna elettorale, di Salvini (soprattutto) e Di Maio.Cosa sostiene Tria e perché è interessante la sua linea? Semplice: il ministro dell’Economia non nega, anzi, la necessità del cambiamento rispetto ai fallimenti di chi ha guidato i governi degli anni indietro – e non solo l’ultimo, come abbiamo visto – ma rifiuta l’equazione che la crescita si può fare solo la spesa pubblica, equazione a cui si possono anche sacrificare i legami europei pur di fare deficit spending, e tende a coniugare risanamento finanziario e sviluppo attraverso una dialisi tra spesa corrente improduttiva e investimenti in conto capitale, chiedendo alla Ue flessibilità solo per questi ultimi. Tria lo ha sempre detto da economista e lo ha ribadito ora: bisogna invertire la logica che vuole il perno della politica economica nella domanda, e invece riqualificare l’offerta attraverso un piano di investimenti pubblici, volano e moltiplicatore di quelli privati, e alimentare lo sviluppo infrastrutturale del Paese.Naturalmente, è dal passaggio da una linea di principio al dettaglio delle misure concrete che si capisce la vera qualità di una politica. Ma già è importante che il principio sia giusto. E quello di Tria lo è. In una situazione come l’attuale, confermare la “permanenza dell’Italia nell’euro”, indicare “la riduzione del debito e il contenimento del deficit” come stelle polari, imbrigliare nella “gradualità” la realizzazione del programma, rinviando ad opportune verifiche tutte le misure, che comunque “devono rispettare i vincoli di bilancio” sapendo che “le risorse aggiuntive devono essere trovate entro i limiti della credibilità”, non sono affermazioni da poco. Sono paletti giganteschi, quelli che Tria ha voluto piantare. Certo, la sua consistenza politica è quella di un tecnico, seppur spalleggiato dal Quirinale. Ma ora qualcuno dovrà assumersi l’onere e la responsabilità di smentirlo, se vorrà cambiar strada. Vedremo se la linea Tria, che potremmo definire di “sviluppo & rigore”, terrà, sul fronte interno come in Europa. Certo, sarebbe importante che Ue e Bce facessero sentire la loro voce. E, soprattutto, che le opposizioni – ammesso che siano vive – considerassero “lungimiranti” gli impegni programmatici di Tria, e li sostenessero, facendo cosa utile al paese e a sé stesse. Sicuramente lo hanno fatto i mercati, che considerando quella di Tria una linea Maginot hanno messo in stand by le pressioni sulla Borsa e sullo spread dopo l’iniziale fiammata speculativa. In tutti i casi, sarà la prossima manovra di bilancio il banco di prova definitivo del governo. Ma, vivaddio, almeno abbiamo una certezza: il riformismo è cosa diversa dal populismo e dal sovranismo. Con tutto quel che ne deriva. (Enrico Cisnetto direttore http://www.terzarepubblica.it)

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Divieto di pubblicità del gioco d’azzardo

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Viene accolta positivamente dall’Associazione CODICI, la scelta del nuovo Governo di eliminare la pubblicità sul gioco d’azzardo, come emerge dall’articolo 8 del Decreto Dignità​, recentemente varato​.L’Associazione ​CODICI, da anni impegnata nella difesa e tutela dei diritti e interessi dei consumatori, ricorda quante opacità ci siano state sulla questione da parte di ex Ministri de​i precedenti governi​, per l’inopportuna presenza di pubblicità sulle scommesse, attraverso i maggiori media e cartelloni pubblicitari.Il provvedimento, a firma del Ministro dello Sviluppo economico e Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio, nel Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, introduce il divieto assoluto di ogni forma di pubblicità, diretta o indiretta, relativamente a giochi o scommesse con vincite di denaro. Si fa riferimento a qualsiasi forma di sponsorizzazione, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet.Nello specifico, è stato stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2019 diventerà effettivo il divieto di pubblicità e di tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, compresa l’immagine o il nome di marchi, simboli, attività o prodotti riconducibili al gioco d’azzardo.L’Associazione Codici, da sempre impegnata nella lotta alle ludopatie e alle dipendenze legate al gioco d’azzardo, apprezza la grande novità inserita nel Decreto Dignità, una legge che si pone a tutela a difesa del consumatore e per questo rappresenta un importante passo avanti per contrastare questo fenomeno dilagante a livello sociale.”Il fenomeno della ludopatia in Italia è diffuso in maniera trasversale, tra gli adolescenti come fra gli anziani​,​ ed è tra le prime cause di prestiti usurai​- afferma il Segretario Nazionale dell’Associazione CODICI Ivano Giacomelli – pertanto non possiamo che accogliere positivamente le nuove misure in materia di pubblicità del gioco d’azzardo, che rappresentano un primo passo in direzione della lotta al contrasto del gioco patologico”.

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Sicurezza urbana, Patto tra Campidoglio e Prefettura

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Roma. Previsto il potenziamento della videosorveglianza in aree più sensibili. Installazione e potenziamento della videosorveglianza nelle aree maggiormente interessate da situazioni di degrado ed illegalità. E’ quanto prevede il “Patto per l’attuazione della sicurezza urbana” sottoscritto dalla Sindaca Virginia Raggi e dal Prefetto di Roma Paola Basilone.Questo documento è il primo atto di quanto previsto dal Decreto Minniti in materia di sicurezza nelle città.Il progetto di Roma Capitale sarà successivamente esaminato in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica nonché dagli uffici del Ministero dell’Interno che valuteranno la finanziabilità del progetto.Continua con la Prefettura di Roma una proficua e concreta sinergia per innalzare il livello di sicurezza in alcune delle aree più sensibili e a rischio della città, sia del centro che delle zone più periferiche.La realizzazione del progetto consentirà di avere a regime un capillare sistema di videosorveglianza che sarà a supporto delle forze dell’ordine per la prevenzione e il contrasto della criminalità diffusa e di qualsiasi forma di illegalità, oltre che per assicurare il rispetto del decoro urbano.”La sicurezza è uno dei temi centrali sui quali è necessario mettere in campo i mezzi e le soluzioni tecnologicamente più efficaci”, afferma la sindaca di Roma Virginia Raggi.Il posizionamento delle telecamere proposto deriva da un confronto con le Forze dell’Ordine e con la Polizia locale che a livello territoriale, in base agli indici di criminalità, ha individuato le seguenti aree:Parco del Colle Oppio; Parco dei Ravennati, area verde adiacente la stazione di Ostia Antica; Giardini Nicola Calipari di Piazza Vittorio; Piazza dei Giureconsulti nel quartiere Aurelio; Nuovo Mercato Esquilino; Largo Preneste; Piazza Euclide; Piazza Benedetto Cairoli; Piazza Marconi nel quartiere Eur; Porta Maggiore; Piazza Conca D’Oro; Viale Carlo Ferdinando Quaglia a Tor Bella Monaca; parcheggio della stazione ferroviaria di Ponte Galeria; viadotto di Corso di Francia.All’individuazione hanno contribuito anche alcuni Comitati di quartiere.

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Libro: Cosa è successo a Carmelo?

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

A 36 anni è stato arrestato e condannato all’ergastolo ostativo. Era il 1991. Le accuse: omicidio, associazione mafiosa, delitti contro il patrimonio e spaccio di cocaina. Carmelo era alla testa della lotta tra i clan che ha infiammato la Versilia tra gli anni Ottanta e Novanta per il controllo del gioco d’azzardo e dello spaccio.
“Nato colpevole” è una riflessione in forma di racconto. È lo sguardo del Carmelo di oggi sul Carmelo bambino, sul Carmelo ragazzo.Carmelo che mette in fila le sofferenze e le azioni che hanno portato all’uomo che è oggi. Scrive Carmelo, senza vergogna, senza vanto, senza compiacimento, con garbo.Descrive l’amore, descrive il dolore, descrive le scelte fatte, il male subito, quello imposto. A tratti la lettura di “Nato colpevole” può essere fastidiosa. Non c’è filtro: se è “facile” leggere di un bambino maltrattato, meno facile è entrare nella storia di quel bambino che, una volta ragazzo, arriva prende a pugni una donna o a uccidere un uomo. O, ancora, dell’adolescente che a quindici anni è stato legato a un letto di contenzione per una settimana. Come mi ha detto Carmelo «sono sì nato colpevole, poi io ci ho messo del mio a diventarlo». Ma, anche, ci ha messo del suo a uscire, a far uscire la sua voce, a esistere. Carmelo è entrato in carcere con la licenza elementare, all’Asinara ha ripreso gli studi e da autodidatta ha terminato le scuole superiori. E poi ha conseguito tre lauree: Scienze Giuridiche, Giurisprudenza e Filosofia. E poi scrive: tanto, di tutto, con tenacia, garbo e coraggio.(Dalla Prefazione di Francesca Barca del libro di Carmelo Musumeci Nato Colpevole venduto da Amazon) Francesca Barca è giornalista. Dal 2013 è coordinatrice editoriale di AgoraVox Italia.

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La “mission impossible” del movimento astensionista

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

L’Italia, come il Titanic, affonda inesorabilmente sotto i colpi dell’inettitudine, la corruzione, il malaffare politico.L’ultima bufera politico-giudiziaria ha colpito duramente il sistema della sanità in Basilicata, con i suoi arresti eccellenti a cronologica testimonianza di un potere marcio e corrotto all’inverosimile, dal quale si faticherà non poco, ammesso che ci si riesca, per uscirne fuori.Anche in questo caso, come al solito, la politica sembra viva su un altro pianeta, visto che quel poco di marciume che faticosamente emerge è sempre e soltanto grazie all’azione della magistratura.I partiti intanto continuano imperterriti nella loro “mission” preferita: le campagne elettorali e le spartizioni del potere che da esse derivano.E i mass media, dal canto loro, non possono che assecondarli, pena pesanti ritorsioni e vendette da parte dei padroni assoluti di questa paradossale democrazia al capezzale.Ma c’è qualche straccio di volenteroso pronto ad impegnarsi per arginare questa imponente falla nella democrazia del transatlantico italiano?C’è un partito, se pur allo stato embrionale o del concepimento in provetta disponibile ad abbracciare con i fatti quell’etica politica tanto declamata, ricercata, vantata?Noi del movimento astensionista politico italiano, a dispetto di qualche zoticone che ci vorrebbe privare finanche del diritto di parola un suggerimento da dare ce l’abbiamo eccome…
Forse la nostra è una mission impossible, poiché da oltre un decennio, caparbiamente, stiamo segnalando e proponendo ai partiti un deterrente sicuramente insolito, ma al tempo stesso da noi ritenuto efficacissimo contro la corruzione, il malaffare politico e il rapido declino che da essi ne deriva: impegnarsi per rapportare la misura del potere politico all’esatta entità numerica delle deleghe ricevute dall’elettorato. Senza trucchi, truffe o raggiri.

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Sciopero di 24 ore degli assistenti di volo di Vueling Airlines

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Il prossimo 21 luglio è stato indetto uno sciopero degli assistenti di volo. L’iniziativa di lotta è stata decisa dopo il fallimento degli incontri nei quali la delegazione aziendale si è rifiutata di accogliere le nostre richieste di modifica al contratto aziendale, su cui l’Unione Sindacale di Base aveva espresso una valutazione negativa, appena sottoscritto con un’altra associazione professionale nonostante la nostra rappresentatività.Questo sciopero solleva quindi il tema di un contratto insufficiente con salari del 30% sotto i competitori low cost e di una parte normativa con il sistema dei riposi, in alcuni casi in contrasto con le previsioni della legge ma anche per la mancanza di rispetto della rappresentanza sindacale, liberamente scelta dai lavoratori.Soprattutto solleva, per l’ennesima volta, il fatto che nel nostro Paese non esiste un sistema di regole generale che impegni le compagnie aeree a fare riferimento al CCNL e che questo debba essere la base valida e applicabile per tutti vettori. Al contrario è possibile per qualunque operatore sfruttare il mercato nazionale con qualsiasi contratto o regolamento aziendale, a volte avallato da sindacati disponibili alle deroghe rispetto alla normativa generale.Porre fine al dumping nei contratti al ribasso è una delle maggiori urgenze per la riforma di un settore in forte crescita ma che negli ultimi 15 anni ha prodotto solo una enorme perdita di posti di lavoro, tagli salariali e di diritti.Ci aspettiamo che il governo batta un colpo su questa situazione non più sostenibile.

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Corbin and Hoagland Named GEICO Senior VPs

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Pionne Corbin and Rick Hoagland have been promoted to senior vice presidents by the GEICO Board of Directors.Corbin will manage the regional office in Lakeland, Fla., where she will be based, and oversee the company’s Southeast and Midwest regional offices and Centralized Services operation, all of which are in Macon, Ga. Hoagland will have oversight responsibilities for GEICO’s business in New England, New York and New Jersey.Since June 2016, Corbin had served as vice president of GEICO’s Buffalo, N.Y., regional office. She began her career with GEICO as a management intern at the Fredericksburg, Va., regional office in 1993. After completing the internship in 1996, she was named a claims service representative supervisor. Corbin then moved to the underwriting division, where she was a sales supervisor and then a service manager. In 2004, she managed the new business underwriting division and the re-underwriting division.
Corbin became operations manager of the commercial auto division in 2009 and director of the division in 2012. A year later, she became a GEICO officer, with her election to assistant VP of Buffalo underwriting operations. She became assistant VP of claims in 2015 and held that position until she was promoted to VP of the Buffalo region.Corbin graduated cum laude from the University of Mary Washington with a B.A. in economics.Hoagland joined GEICO in 1994 as a telephone claims representative in Fredericksburg. He advanced through several positions and was named a manager in 2002. Hoagland was later selected to complete the executive assistant program at GEICO headquarters in Chevy Chase, Md., and then became director of claims home office systems.Hoagland was elected an officer in 2009 and managed claims operations for the Midwest region in Macon; later, he managed underwriting operations there.In 2012, he was promoted to vice president of GEICO’s companywide claims operations, and then went on to serve as VP for operations in New England and New Jersey. Four years later, Hoagland became regional VP of the company’s Long Island, N.Y., office. Hoagland holds a B.B.A. in finance from The College of William and Mary.

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Worldwide Artificial Intelligence as a Service (AIaaS) Market 2018-2023

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 luglio 2018

Learning and Deep Learning, and Natural Language Processing), Organization Size, Vertical, and Region – Global Forecast 2023″ report has been added to ResearchAndMarkets.com’s offering.
The global Artificial Intelligence as a service market is expected to grow from USD 1.52 Billion in 2018 to USD 10.88 Billion by 2023, at a Compound Annual Growth Rate (CAGR) of 48.2% during the forecast period.The major factors that are expected to drive the AI as a service market are the growing demand for AI-powered services in the form of Application Programming Interface (API) and Software Development Kit (SDK) and growing number of innovative startups.Among services, the software tools services segment is expected to hold the larger market size during the forecast period.Among technologies, the machine learning and deep learning technology segment is expected to hold the larger market size, whereas the natural language processing technology is expected to grow at a higher CAGR during the forecast period.The large enterprises segment is expected to hold the larger market size, whereas Small and Medium-sized Enterprises (SMEs) are expected to grow at a higher CAGR during the forecast period.For verticals, the BFSI vertical is expected to be the highest contributor to the market size of the AI as a service market. Whereas the healthcare and life sciences vertical is expected to grow at the highest CAGR during the forecast period. Both verticals are adopting AI as a service to analyze large volumes of data generated from various business processes.

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