Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 23 luglio 2018

Europei deltaplano, ennesimo trionfo azzurro nei cieli della Macedonia

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

delta-europa-2018-1La squadra nazionale di volo libero in deltaplano si è aggiudicata per la quarta volta il titolo europeo. Il pilota Alessandro Ploner di San Cassiano (Bolzano) è il nuovo campione europeo e prende in consegna il testimone da Christian Ciech, trentino trapiantato a Varese, che lo aveva vinto nel 2016. Teatro dell’impresa la cittadina di Krushevo in Macedonia, posta alle soglie della pianura chiamata Pelagonia, circondata da tre catene montuose indipendenti a nord, est e ovest e aperta a sud verso la Grecia e alla mite influenza del clima mediterraneo.
Dal decollo posto a un’altitudine di 1450 metri 89 piloti provenienti da 24 nazioni hanno spiccato il volo otto volte, una al giorno, lungo percorsi tra i 103 e i 165 chilometri. Contrassegnati da punti di aggiramento certificati dai GPS in dotazione ai partecipanti, questi mezzi privi di motore hanno impiegato mediamente circa tre ore per completare i tragitti, sfruttando un propulsore assolutamente ecologico, vale a dire l’azione del sole sul suolo e le correnti ascensionali che essa provoca.Il team Italia è balzato in testa alla classifica a metà del campionato giunto alla 20.a edizione, mantenendola fino alla fine. Dietro gli azzurri le nazionali della Repubblica Ceca e del Regno Unito, due ossi duri che hanno dato del filo da torcere agli Italiani. Alex Ploner ha guidato la classifica individuale per circa metà competizione, inseguito dal britannico Grant Crossingham, medaglia d’argento. Terzo l’ungherese Balazs Ujhelyi, quarto ancora un azzurro, Filippo Oppici di Parma. Gli altri membri della squadra italiana: Tullio Gervasoni di Brescia, Anton Moroder dal Sud Tirolo, Davide Guiducci di Villa Minozzo (Reggio Emilia) e Marco Laurenzi di Veroli (Frosinone). Li ha guidati il CT varesino Flavio Tebaldi.Immenso il palmare del team italiano: otto volte campione del mondo, delle quali cinque consecutive, e quattro volte campione d’Europa, tutte consecutive; innumerevoli medaglie individuali dei suoi piloti.In contemporanea nel medesimo sito di volo 33 piloti di otto nazioni hanno dato vita all’8° Campionato Mondiale per deltaplani cosiddetti “ala rigida”. Mezzi più performanti di quelli ad “ala flessibile” impegnati nell’europeo, differiscono da questi sostanzialmente nella struttura. Ha vinto il titolo l’austriaco Wolfgang Kothgasser, medaglia d’argento al tedesco Tim Grabowski e quella di bronzo al connazionale Robert Bernat. Quarto Toni Raumauf (Austria). L’unico italiano in lizza, Luca Comino di Mondovì (Cuneo), dopo alterne vicende ha chiuso la competizione con un apprezzabile quinto posto.

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Israel has proven that humanitarian aid takes precedence over political considerations

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

NEW YORK – World Jewish Congress President Ronald S. Lauder has praised Israel, with the assistance of the United States, Jordan, Canada, and the EU, for its “critical humanitarian intervention and efforts” in helping hundreds of Syrian ‘White Helmet’ rescue workers and their families flee in a daring overnight evacuation as part of the wider ongoing “Good Neighbor” operation.“Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu, together with US President Donald Trump, Jordanian King Abdullah II, Canadian Prime Minister Justin Trudeau, and the Western powers involved in today’s critical humanitarian intervention have proven that the provision of humanitarian assistance, no matter how dangerous, takes precedence and prevalence over political considerations,” Lauder said. “Over the last few years, Israel has saved the lives of thousands of wounded Syrians, opening its borders and hospitals to those in need from an enemy nation. Hundreds and thousands of Syrians are still living in imminent danger, and it is beyond praiseworthy to witness the efforts being made on their behalf,” Lauder said.

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Una mostra per il cinquantesimo anniversario del film Romeo & Giulietta

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

romeo e giulietta.jpgPienza (Siena) Il prossimo 28 luglio si apre in Palazzo Piccolomini a Pienza una mostra per il cinquantesimo anniversario del celeberrimo film Romeo & Giulietta, diretto da Franco Zeffirelli, girato nella città di Pio II nel 1968, prevalentemente negli interni del palazzo che nella finzione è casa Capuleti, dove i due giovani protagonisti, Giulietta e Romeo, si incontrano per la prima volta a una festa da ballo.
WHAT IS A YOUTH? è il titolo della canzone che, nella ricostruzione della tragedia shakespeariana voluta dal geniale regista toscano, risuona all’interno del cortile del palazzo durante il ballo. La musica venne composta da Nino Rota, mentre il testo italiano fu scritto da Elsa Morante. La mostra, oltre a ricordare l’anniversario dell’uscita del film, intende porre l’attenzione sugli usi e i costumi della casa del Rinascimento, così come risulta bene evidente dalla finzione cinematografica di Franco Zeffirelli: non a caso, per girare le scene del film, il regista scelse Palazzo Piccolomini, non solo per il suo carattere monumentale, ma anche per la sua autenticità conservativa di dimora rinascimentale.Il percorso della mostra parte dal cortile, costituito da un loggiato a tre arcate, e dal giardino pensile, proseguendo al piano nobile del Palazzo: sala d’ingresso, sala da pranzo, sala della musica, camera di Pio II e biblioteca.
Le foto di set e le foto di scena, messe a disposizione dalla Fondazione Zeffirelli, saranno disposte nelle sale dove sono state scattate, in modo da far rivivere gli ambienti come se i personaggi del film si muovessero negli interni e li animassero di nuovo, offrendo al visitatore uno spaccato ancora più autentico della vita quotidiana del Rinascimento, così magistralmente ricostruita dal regista.Insieme alle foto saranno esposti nelle sale anche i costumi di scena realizzati da Danilo Donati e vincitori nel 1969 del premio Oscar, oggi proprietà della Fondazione Cerratelli. Si avrà quindi la possibilità di ammirare da vicino dei capolavori di alta sartoria cinematografica all’interno dell’ambiente per cui sono stati concepiti.
L’esposizione è promossa dalla Società di Esecutori di Pie Disposizioni Onlus, che ha la cura per la valorizzazione del Palazzo Piccolomini e dalla Fondazione Zeffirelli, prodotta e gestita da Opera-Civita. Nelle celebrazioni è stato coinvolto il Comune di Pienza che, a sua volta, ha chiamato a raccolta le altre città dove è stato girato il film, Gubbio e Tuscania, dove sarà allestita, anche in questo caso, una mostra con materiale messo a disposizione dall’archivio della Fondazione Zeffirelli.Vittorio Carnesecchi, Rettore Società di Esecutori di Pie Disposizioni, Fabrizio Fè, Sindaco di Pienza e Giuseppe Costa, Presidente e Amministratore Delegato di Opera-Civita inaugureranno, il 27 luglio alle ore 18,00, la mostra a Palazzo Piccolomini. (foto copyright Fondazione Zeffirelli)

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Siria meridionale: garantire un passaggio sicuro per i civili in fuga

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esorta tutte le parti coinvolte in Siria a proteggere e fornire un passaggio sicuro ai civili costretti ad abbandonare le proprie case a causa dei recenti combattimenti nel sud del paese. Si stima che circa 140.000 persone siano fuggite in tutto il sud-ovest e necessitino di un passaggio sicuro per uscire dalla regione, oltre ad assistenza umanitaria immediata, protezione e riparo. Abbiamo anche assistito al ritorno di decine di migliaia di sfollati interni (IDP) in seguito ad accordi locali e in aree sotto il controllo del governo siriano.Insieme alle Nazioni Unite e ad altri partner umanitari abbiamo mobilitato ingenti aiuti in denaro per rispondere alla situazione in Siria, raggiungendo decine di migliaia di persone. È necessario che l’assistenza sia ulteriormente incrementata e l’UNHCR continua a chiedere che agli attori umanitari sia garantito un accesso sicuro.A causa del perdurare del conflitto e dei nuovi esodi forzati verificatisi nei primi sei mesi del 2018, si stima che quasi 13.000 rifugiati provenienti dai paesi limitrofi e altri 750.000 sfollati interni siano tornati nelle proprie case ad Aleppo, Homs, Hama, nelle aree urbane e rurali di Damasco e nella parte sud-ovest e nord-orientale della Siria. Prevedendo e riconoscendo tali dinamiche, l’UNHCR ha rafforzato le sue capacità in Siria già nel 2017 per sostenere i rifugiati e gli sfollati interni che rimpatriano spontaneamente. Continuiamo a lavorare per migliorare la risposta alle esigenze umanitarie e di protezione degli sfollati interni, dei rimpatriati e di altre persone colpite dalla crisi.L’UNHCR ha preso atto dell’annuncio di mercoledì da parte delle autorità siriane e russe sull’istituzione di un centro in Siria per aiutare i rifugiati che tornano a casa. Pur non avendo ancora preso visione del piano nel dettaglio, siamo comunque pronti ad avviare discussioni in merito con il governo della Siria e con la Federazione russa.I rifugiati hanno sempre il diritto di tornare nel proprio paese. L’UNHCR sottolinea che qualsiasi piano teso a consentire l’esercizio di tale diritto deve rispettare gli standard internazionali; questo significa che i rimpatri devono essere volontari, svolgersi in condizioni sicure e dignitose e devono essere sostenibili.È fondamentale che i rimpatri di rifugiati e sfollati interni non siano soggetti a pressioni, né avvengano in condizioni precipitose o premature. I rifugiati devono essere in grado di fare una scelta libera e informata sul loro futuro e devono avere tutti gli elementi di base per un rimpatrio volontario sostenibile.L’UNHCR è pronto a collaborare con i governi della Siria e della Russia per arrivare a soluzioni che soddisfino gli standard internazionali in materia di rifugiati e diritti umani.

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Amazon Publishing’s Abigail Strom, author of Tell Me, Wins Romance Writers of America 2018 RITA Award

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

TellMe.jpgAbigail Strom’s novel, Tell Me, was awarded the Romance Writers of America 2018 RITA Award for Contemporary Romance: Mid-Length. Tell Me was published in 2017 by Amazon Publishing’s Montlake Romance imprint.The RITA Awards honor excellence in published romance fiction; Strom is a first-time finalist.“I am humbled and thrilled to be a finalist among so many talented writers,” said Strom.Strom’s Tell Me, book one in her Love Me series, is an emotional tale about an unlikely pair who discover an unexpected new beginning. Shy bookstore owner Jane Finch grew up hiding in the margins of her own life while her vibrant, adventure-loving sister, Samantha, dominated every plotline. She’s made peace with it, unlike Sam’s business partner, Caleb, who’s always nudging Jane to go after what she really wants. Jane and Caleb have never had much in common, except for Sam. But when tragedy strikes, Jane and Caleb set out on a dramatic journey to honor Sam’s memory, and the attraction they’ve denied for years ignites into flame. “Congratulations to Abigail on this outstanding acknowledgment,” said Mikyla Bruder, Publisher of Amazon Publishing. “We are delighted to see Abigail and Tell Me honored with this award, and look forward to connecting more readers with Tell Me.” Finalists for the 2018 RITA Award for Contemporary Romance: Mid-Length include Sandra Marton’s The F-Word; Priscilla Oliveras’s His Perfect Partner; Sharla Lovelace’s Lucky Charmed; Roxanne St. Claire’s New Leash on Life; Kelly Moran’s Redemption; Teri Wilson’s Royally Wed; Vanessa North’s Summer Stock; Maria Geraci’s This Can’t Be Love; and Bella Andre’s You Do Something to Me. Show Me, book two in Strom’s Love Me series, was published in January 2018. (photo copyright Business Wire tell me)

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UiPath Brings Fourth Edition of UiPathTogether Event in Mumbai

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

UiPath, the leading enterprise Robotic Process Automation (RPA) software company, today announced the conclusion of its fourth #UiPathTogether event in Mumbai. Riding on the success of #UiPathTogether events conducted in Washington D.C., Paris and New York City, the Mumbai event highlighted the vast digital transformation opportunities RPA enables for enterprises in India.
Representatives from UiPath were joined by RPA experts and practitioners from partner and customer organizations including Prudential, EY, KPMG, Kotak Mahindra Bank and Edelweiss Finance. They led sessions focused on how RPA will play a pivotal role in achieving business success in India.Business implementation partners and customers alike shared their RPA implementation stories, allowing attendees to acquire their proven best practices while developing their own digitisation journeys.Daniel Dines, CEO and Founder of UiPath, said: “India is an extremely important market for UiPath. Our focus is to collaborate with Indian enterprises to enhance their productivity and improve the lives of their employees – and the satisfaction of their customers – with our top-in-its-class RPA platform. We stand strong in our commitment to the India market as we have found an immense talent pool in the country which we are constantly investing in. We now employ close to 200 employees, and plan to increase it by 50 percent by year end.“UiPath is working closely with major consultancies that have Indian presence. Financial services, healthcare and telecommunications are the sectors that are driving the adoption of RPA-based solutions in India, though the company’s platform is at work across all industries.UiPath‘s footprint in the automation industry was acknowledged this year by both Everest Group’s PEAK Matrix report, which named the company a global Leader and Star Performer in RPA, and the Forrester WAVE Report, Q2 2018, which recognized UiPath as a Leader in RPA.

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Monarch Private Capital Tax Equity Investment Helps to Create New Futures for Historic Landmark

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Monarch Private Capital (MPC), the most diversified investor in tax credit projects, is pleased to announce the completion of the renovation of the historic Hotel Clermont located in Atlanta, Georgia. The tax equity investment generated tax credits that not only helped to preserve the cultural icon but to help create new futures and vitality to the dynamic Poncey-Highland neighborhood.The famous landmark was initially an apartment complex built in 1924 and converted to a hotel in 1939. It has become popular among the creative, film, foreign and local professionals.
In 2009 the Hotel Clermont fell into foreclosure and sat unoccupied for several years until BNA Associates had the vision to transform and acquire the property in 2012. The innovative plans received overwhelming approval from the community. Everything was moving forward until they hit unforeseen issues, such as replacing a city sewer line, that added millions to the cost of the refurbishment.In 2015, the Georgia Assembly passed House Bill 308, raising the tax credit allowance for historic structures from $300,000 to $5,000,000. That change is what gave the iconic Hotel Clermont a hope for new life.“Bringing back the Hotel Clermont would not have been financially feasible without historic tax credits,” said Philip Welker, Principal for BNA Associates, “The cost to do what needed to be done would not have made sense.”Restoring the Hotel Clermont not only saved it from demolition by another developer but has provided other benefits that also protect the distinctive character of the neighborhood. The boutique hotel has 94 rooms and appealing amenities are drawing crowds, such as French style brasserie restaurant called Tiny Lou’s and rooftop bar with one of the best views of the city. The hotel now employs over 100 direct jobs, plus those employed through ancillary services.“For nearly ten years the vacant Hotel Clermont sat in a state of disrepair and its only contribution to the community was in the form property taxes,” said Welker. “Now, based on our projected revenue from the hotel rooms, bars and Tiny Lou’s, we’re looking at over one million in state & local tax revenues per year and over a hundred jobs & employment taxes.”
“Hotel Clermont is convenient for business travellers, but many Atlantans are staying there for a weekend getaway. The location is close to so many entertainment options. If you don’t have a reservation for Tiny Lou’s, expect a two-hour wait,” said Delmer who has eaten there several times. “The level of service provided by the hotel and restaurant staff is memorable.”

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Parliamo di teatro tra passato e presente

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Nel libro di mio figlio edito dalla Fidest “Pensieri e note critiche” vi è un capitolo riservato interamente alla storia del teatro greco, latino e italiano. E’ stata una ricerca che gli ha permesso di andare a ritroso nel tempo ripescando le rappresentazioni teatrali a partire dal sesto secolo a.C., ma credo che avrebbe potuto andare maggiormente indietro anche se in effetti le uniche tragedie che ci sono pervenute sono di Eschilo, Sofocle ed Euripide, perché ritengo che è stata forte nella natura umana, fin dai suoi primordi, l’idea di una rappresentazione, di una narrazione di un parto della fantasia dove le trasmutazioni sono state tante e diverse tra la realtà vissuta, per lo più con duri cimenti, e il sogno che ci faceva ripiegare nell’immaginazione per rendere il tutto brillante, suggestivo, paradisiaco.
Il teatro poteva diventare commedia oltre che tragedia e farsa e il guitto vi riversava il suo ingegno interpretativo, l’autore poteva dargli lo spunto creativo e il pubblico ritrovarsi immerso in quella finzione che ora fustigava i vizi ora li esaltava ora li rendeva odiosi e perversi. Il teatro nel suo far mutare aspetto, figura, far assumere diverse sembianze, alterare l’espressione del volto dell’attore, suscitargli intensa commozione o arguzia ironica e salace diventava la rappresentazione ideale di un sentimento che lo spettatore poteva catturare e far suo.
Così ora mi sembra naturale riprendere quell’antico discorso per riallacciare il filo interrotto di quei pensieri e per vederli ora riproposti in chiave moderna lasciando la tunica e indossando lo smoking. E’ un presente che ha forse perso la veste originale del suo passato ma non lo spirito che è e resta immortale. Così possiamo rivedere riproposte le storie di un tempo ma anche altre e mescolarle sapientemente perché rimane in tutti noi una costante immutabile nel tempo che trova inutile e fastidioso riproporre ciò che è, perché nulla di ciò che è può soddisfarci pienamente e quando la natura è brutta preferiamo la fantasia ricca di colori sgargianti alla trivialità. Forse del teatro io ho apprezzato di più ciò che ci porta al riso in luogo del pianto. Il riso, dicono, viene dalla sua superiorità. Del resto è risaputo che tutti i pazzi dei manicomi hanno sviluppata una loro idea di superiorità tant’è che si dice del riso che possa essere una delle espressioni più frequenti e più numerose della pazzia. Diciamo pure che tutti gli screanzati di melodramma, maledetti, dannati, fatalmente segnati da una smorfia che si dilata sino alle orecchie sono nell’ortodossia pura del riso.
Ora nel proporre le storie di oggi narrate e descritte sotto le luci della ribalta di un proscenio o dal monitor di un computer o del piccolo schermo televisivo io non posso escludere che esiste un forte legame con la funzione rituale ed educativa del teatro e persino dei suoi limiti se si pensa che già da allora i potenti ne traevano un utile mezzo per far propaganda politica. Oggi forse, dimentichi del passato, ci meravigliamo sin troppo se il politico avoca a se questo ruolo davanti a una telecamera gesticolando, e facendo le smorfie, sgranando gli occhi e sorridendo beffardo come potrebbe fare un attore e quest’ultimo ricambia mimandolo e cercando di esaltarne gli eccessi verbali e gestuali. (Riccardo Alfonso)

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Usi e abitudini di uno spettatore visti da un cronista

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Andare a teatro o al cinema, stare comodamente seduti nel salotto di casa davanti al monitor del televisore o del computer mentre seguiamo uno spettacolo d’evasione o navighiamo tra i siti credo sia diventato un rituale al quale pochi si sottraggono ora per motivi di lavoro o per altre ragioni. A me è toccato il compito di raccogliere i comunicati stampa che preannunciano un evento teatrale, una serata musicale, una sfilata di moda e a volte con invito. E’ raro che vi partecipi ma mi lusinga l’idea che potrei andarci per poter avere l’opportunità di verificare personalmente la professionalità degli attori e la solidità della trama. Devo, invece, fidarmi, di ciò che altri hanno visto e giudicato. Quando mi decido a fare il passo importante e a prendere posto nella sala, ora spaziosa ora di modeste dimensioni, di un teatro cerco subito di mettermi dalla parte dello spettatore curioso e non del critico severo.
Alle prime, a volte, noto un applauso di troppo, e penso alla claque che è utilizzata dai fan per irrobustire una trama un po’ debole e una comicità che al più riesce solo a strappare un sorrisetto. Per questo motivo cerco di andare alla seconda o terza rappresentazione e già se trovo la sala gremita o semi vuota penso che il “passa parola” abbia sortito il suo effetto tra un pubblico abituato a frequentare i teatri e non sempre si fida degli articoli che appaiono all’indomani della prima. Ora nel passare la mano a questa mia raccolta di ciò che mi hanno comunicato, e gli autori non sono sempre dei giornalisti tra gli addetti alla stesura di un “pezzo”, ma sono per lo più dei dipendenti o degli incaricati all’informazione mediatica e, quindi, sono portati a dare del lavoro teatrale o dello spettacolo in genere una misura elogiativa sopra le righe, devo, a onor del vero, spezzare una lancia in favore di questa categoria e precisare che tra loro ho avuto modo d’apprezzare l’obiettività di giudizio anche attraverso la loro moderazione nell’uso degli aggettivi elogiativi. Vi ho intravisto, forse esagerando nel giudizio, un certo linguaggio criptato dove si vuole far intendere con un diverso uso o privazione di aggettivi la vera natura della trama e l’abilità dei suoi interpreti.
Resta tuttavia la considerazione che un racconto presentato dagli attori non ha solo bisogno, per essere gradevole, di una buona recitazione e di una trama avvincente ma anche di una regia attenta, di una scenografia adatta, di costumi appropriati e persino di luci confacenti alle varie circostanze che i vari passaggi recitativi e scenici richiedono.
Il tutto forma un insieme che va considerato nel momento in cui si alza il sipario e ci troviamo immersi in un mondo fatto a volte di fantasia e altre che ricalcano la realtà di tutti i giorni forse enfatizzata, forse caricata di paradossi, ma pur sempre rappresentativa del nostro modo di vivere e di agire in particolari circostanze e necessità. Così dovremmo sempre e comunque guardare i movimenti e le parole degli attori e non distrarci con i nostri pensieri perché quelli che contano in tale preciso momento stanno navigando nel proscenio. (Riccardo Alfonso)

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Pierre Corneille nella storia dell’arte e della narrativa

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

A lui si deve la composizione di grandi capolavori se penso alle sue maggiori opere: Orazio, Cinna o la clemenza di Augusto, Poliuto e la Morte di Pompeo. Cinque capolavori non sono poca cosa, ben sapendo che ne sarebbe bastato uno per affidare all’immortalità il nome di un uomo. Pur non sottraendomi a una breve narrazione delle diverse trame delle citate opere nell’intento di favorire quel lettore che ne ha un ricordo un po’ sbiadito, ritengo più importante evidenziare come le storie hanno avuto non solo un trascorso letterario ma hanno calcato le scene appassionando gli spettatori coevi al tempo dell’autore.
Orazio è un’opera ispirata al notissimo combattimento tra gli Orazi e i Curiazi. Uno dei Curiazi è fidanzato alla sorella di un avversario. L’unico superstite del combattimento, che doveva decidere le sorti della guerra, tornando trionfante dal certame, trapassa il cuore della fanciulla perché piangeva la morte del suo sposo. Cinna è un soggetto storicamente romano. L’intreccio è tutto dovuto al poeta. Emilia, figliola di un proscritto messo a morte da Ottavio, sebbene raccolta più tardi da Ottavio divenuto imperatore e cresciuta nel palazzo imperiale, nutre contro di lui odio implacabile. A nulla valgono le tenerezze e le cure che per lei dimostra l’imperatore. Ella non pensa altro che a vendicare la morte del padre. Costringe, quindi, Cinna, suo amante, a ordire una congiura contro Augusto. Questi chiama a sé i due congiurati principali Cinna e Massimo, che credeva amici suoi più fedeli, e chiede loro consiglio intorno al suo proposito di abdicare volontariamente. Massimo lo incita all’abdicazione, Cinna lo dissuade con insistenza, nel dubbio che la vittima designata gli sfugga. Or Massimo, che pure ama Emilia, si accorge di non servire che come strumento alla effettuazione del piano e delibera di denunciare l’amico. Al momento della vendetta, Cinna trepida e dubita, non si sente capace di alzare la spada sul suo benefattore, ma Emilia esige da lui tale prova d’amore e vince ogni sua esitazione. Augusto avvisato del pericolo fa chiamare Cinna, lo mette al corrente di tutto, gli fa sapere che conosce tutto e gli dice che ora la vita di lui è in suo potere. Tra Cinna e Emilia si accende qui una gara di generosità, ciascuno intento a richiamare su sé stesso la colpa di quel progetto iniquo. Non si scagionano, s’incolpano da sé, dichiarandosi ciascuno autore della congiura. Alla fine Augusto decide di perdonarli disarmando in tal modo l’odio che Emilia gli nutriva.
Nel Poliuto Paolina figlia del governatore romano dell’Armenia ai tempi dell’imperatore Decio, aveva in Roma conosciuto e amato il cavaliere Severo, allora oscuro e ignorato, ma il padre di lei si era opposto energicamente alle nozze. Caduto più tardi Severo, nella guerra contro i persiani, Paolina obbediente al padre sposa il ricco armeno Poliuto. Celebrato il matrimonio, Severo ritenuto morto e invece prodigiosamente salvo e favorito per le sue prodezze dall’imperatore, si reca in Armenia, sperando d’incontrarvi la sua amata e di ottenerne la mano. In quel tempo Poliuto che si era fatto segretamente cristiano, decide di professare in pubblico la sua fede e prendendo occasione da un solenne sacrificio di lancia contro l’ara e abbatte gli idoli, profanazione che gli procura una condanna a morte. La morte di Poliuto renderebbe libera Paolina di sposare Severo e come il marito già l’abbia sciolta da ogni vincolo coniugale si sente in obbligo di convincere Severo per ottenere la grazia del marito. Ma il genitore deve essere inesorabile anche per il timore di apparire magistrato ingiusto e tenta d’ottenere da Poliuto un atto di apostasia. Poliuto rifiuta e quando Paolina lo vede avviarsi al patibolo, in uno slancio di amore e di eroismo si dichiara cristiana e invoca il martirio che la congiunga al consorte. Il governatore indotto dall’esempio della figlia e del genero, abiura il paganesimo e desidera condividere la loro sorte. Ma le troppe vittime costituiscono un vero delitto: una sola potrebbe bastare. Nell’intimo Severo aveva ammirato i seguaci della nuova fede e confessandosi loro protettore s’ingegna di chiedere all’imperatore la grazia.
Questa tenace e ineguale lotta della nascente fede contro i pregiudizi del vecchio mondo fu il motivo conduttore per innumerevoli trame romanzate e rappresentazioni teatrali.
La morte di Pompeo è il risultato della sua sconfitta nella battaglia di Farsaglia. Pompeo giunse in Egitto e chiese ospitalità a Tolomeo, uomo debole e indeciso, il quale si consiglia con i suoi ministri sulla condotta da tenere in proposito. I ministri sono parimenti esitanti se non che ritengono opportuno di appigliarsi al terzo partito, tanto per ben meritare verso Cesare, il vincitore, quanto per annullare le speranze che Cleopatra nutre sul testamento del proprio padre, testamento di cui Pompeo è in possesso e in virtù del quale è assicurata alla sorella di Tolomeo parte del trono.
La principessa dissente dal deliberato dei ministri e si propone di salvare Pompeo, ma poi che il delitto contro di lui si compie pensa di salire sul carro del vincitore. Cesare che l’aveva già veduta a Roma è affascinato dalle sue grazie e non esita di rampognare Tolomeo per l’ignobile delitto di cui si è macchiato. Nobile è pure il contegno del vincitore con Cornelia la vedova di Pompeo, la quale dolente ma orgogliosa vive nel palazzo dei Tolomei, trattando Cesare con animo regale e sdegnoso ma non senza salvargli la vita da una congiura che Tolomeo ordì contro di lui. La salma di Pompeo non è divenuta, come si voleva, preda delle onde, ma è stata raccolta e Cornelia gode il dolore di poterla infiorare e cospargere di lacrime l’urna in cui sono raccolte le ceneri. La generosità di cesare promette a Cornelia di rendere all’eroico vinto i meritati onori e di ridare a lei che la implora la primitiva libertà. Così sedata la rivolta di Tolomeo Cesare proclama Cleopatra regina dell’Egitto.
Corneille scrisse altre opere ma furono considerate sia dalla critica del suo tempo sia dai posteri di gran lunga inferiori ai citati cinque capolavori.
Corneille morì nel 1684 lasciando un numero di eroi veramente superiori, come quelli che egli immaginò per dimostrare che il dovere sta e prevale su tutte le passioni e che la vittoria è sempre conseguita fra i tumulti delle passioni, quando fiero e ostinato il dovere è di sé co-sciente. Nella interpretazione dei caratteri egli è semplicemente maestro come è profondo conoscitore di questioni politiche e dotto di storia romana. Non è esagerato dire che in parecchie pagine del Cinna e del Nicodemo, del Sertorio rasenta Tacito per il criterio con cui giudica i personaggi storici e le loro azioni, criterio degno in tutto del grande storico romano.
A questo proposito il Paganini dice: “Fra la nobiltà di stile e l’enfasi, fra la robustezza e la durezza, fra la vera eloquenza e la declamazione i limiti sono tanti incerti, che egli dovette oltrepassarli ogni qual volta l’ispirazione gli venne meno. Da qui appunto nacquero i difetti che si nota-no nella seconda epoca della usa carriera, ma si tratta di difetti comuni al suo tempo, e dovuti all’influenza della letteratura spagnola.”
Ecco perchè quando si apre il sipario io mi aspetto, per quanto la trama possa essere debole e il recitato zoppicante, che emerga lo spirito delle grande idee a dispetto dei guitti che ne fanno panegirico.L’opera teatrale è per me, in massima parte, un saggio letterario e i personaggi che vi appaiono sembrano uscire dalla penna del loro autore. (Riccardo Alfonso)

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L’arte nella narrazione e nella raffigurazione

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Il teatro e la pittura sono stati da me uniti anche se ora nel riportarne gli eventi ho inteso sdoppiarli, ma la scelta non mi appaga del tutto.
La pittura, senza dubbio, ha rappresentato con opportune pennellate ciò che è servito allo scrittore per tradurre in tratti di penna sentimenti e sensazioni, gesti e comportamenti dei propri simili e in rapporto stretto con la natura che è stata in tali circostanze una degna cornice.
Noi, in altre parole, ci serviamo sia della narrazione scritta o recitata sia per raccontare una storia mentre il pittore e il fotografo ne fissano un’immagine di quell’evento per esaltarne il momento più significativo e in qualche modo indicarci il suo tratto saliente. E’ in certi casi una sorta di chiave per aprire il nostro cassettino dei ricordi e risvegliare in noi tutta intera una vicenda che sembrava lasciata languire nell’oblio.
Così possiamo ricordare gli autori, la trama, il tratto significativo di un passaggio nella pennellata che riesce a fare il paio con la penna intinta nel calamaio della vita e arricchire il nostro pensiero d’immagini, d’emozioni e a renderci consapevoli che la cultura è fatta di queste cose anche se per vivere dobbiamo accantonarne la reminiscenza. (Riccardo Alfonso)

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L’arte nella rappresentazione di una trama teatrale

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Lo spettacolo teatrale o la trama di un film sono il frutto della produzione letteraria del romanziere che vi fissa i paletti e l’arricchisce di contenuti. Sin qui il discorso rientra nell’ovvietà. Quel che ne segue diventa un impegno più complesso dove entrano in gioco molti altri soggetti e progetti, dalle sceneggiature alle luci, dai costumi ai dialoghi.
Vi è poi quel popolo di personaggi dal protagonista al primario e per finire alla comparsa che so-no deputati ad esercitare un ruolo a interpretare e a rendere credibile una storia nata dalla penna di un scrittore e che non sempre il successo, da lui ottenuto con la pubblicazione del suo romanzo, riesce a conseguire lo stesso risultato a teatro o in un film. Similarmente si può dire, rovesciando le posizioni, quando un regista prende lo spunto da un libercolo di modestissime pretese letterarie e lo trasforma sullo schermo in un capolavoro. Sono i miracoli dell’arte, dell’intuizione, dell’intelligenza umana. Posso quindi arguire che nel suo insieme è un complesso problema a cui si potrebbe riallacciare tutto un sistema di estetica.
Ne consegue che ad accumunare uno scrittore, un poeta, un pittore, uno scultore, un musicista è quel comune denominatore che risuona dal profondo abisso dell’essere.
Quando Archi loco, il primo lirico dei greci, dichiara alle figlie di Ricamo il suo amore furibondo e il suo disprezzo insieme, non sono le sue passioni, avvolte in un vortice fumoso d’orgia, che noi ammiriamo, semmai vediamo Dioniso e le Menadi, vediamo Archi loco immerso in un sonno profondo precisamente come quello descritto da Euripide nelle Baccanti; il sonno che prende nelle alte vie delle montagne, sotto il sole di mezzogiorno, qui si avanza Apollo verso di lui e lo incorona del suo lauro, e l’incanto dionisiaco musicale del dormiente trabocca e sgorga con scintillanti immagini in poemi lirici e in trame teatrali che, all’apogeo della loro futura evoluzione, si chiameranno tragedie e diritambi drammatici.
In realtà Archiloco, l’essere dalle ardenti passioni pieno d’amore e di odio, è solamente una visione del genio, che non è più Archiloco, ma un genio della Natura, e simbolicamente esprime il suo dolore primordiale in questa figura allegorica dell’uomo Archiloco, come creatura volente e desiderante subbiettivamente non potrà mai essere un poeta.
Tutti questi intrecci che espongono la narrativa al suo primo proscenio si rendono sovente coniugabili personificando l’immaginario e la fantasia in costruzioni di personaggi reali con scenari adeguati e umori della natura giunta alla loro naturale maturazione.
Penso al Cid di Corneille. Egli affronta nel suo racconto una situazione complicata dando luminosa prova del suo valore di artista e di letterato: un figlio vendica l’onore del proprio padre con il sangue di quello della sua bella. S’intreccia storia di una fanciulla che dimentica il suo essere e il suo amore per perseguitare il suo amante assassino del padre.
Il Cid o l’Onore castigliano risale al 1636. Il tutto inizia allorché due grandi signori spagnoli hanno da ridire per una onorificenza accordata ad uno di loro dal re e di cui l’altro si sente immeritatamente defra-dato. A questo punto il conte di Gormas è vinto dall’ira e in un acceso battibecco schiaffeggia il rivale. Costui è troppo vecchio per potersi vendicare per cui affida al figlio Rodrigo l’impresa di prendere la degna rivincita. Rodrigo ama follemente Chimene, la figliola del conte di Gormas, e pur dovendo chiedere a lui, padre della sua innamorata, soddisfazione dell’onta inflitta al genitore, si decide risolutamente e sfida il conte e lo uccide in singolar tenzone. Chimene pazza di dolore, dimentica dell’amore che la lega a Rodrigo, si presenta al re e supplica che l’uccisore sia punito. Rodrigo giustifica in tutto il volere di Chimene e le offre la propria spada perché ella stessa gli trapassi il petto e compia giustizia. Ma la giovinetta, a questo punto, è dominata, più che dalla forza del dovere, da quella dell’amore e cede, lasciando che in Rodrigo ferva la persuasione che ella lo ami costantemente e fedelmente. Rodrigo parte allora sicuro e compie nobili e ardite imprese contro i Mori.
Dopo non molto tempo ritorna coperto di trionfi, ma Chimene è sempre combattuta tra l’amore per Rodrigo e il desiderio di vendicare la morte del padre. A questo punto decide di voler essere sposa al cavaliere che saprà uccidere in duello Rodrigo.
Rodrigo è disposto a lasciarsi uccidere e per appagarla e per provarle il suo amore. Chimene lo rianima facendogli comprendere come ella desideri che ne esca vincitore. Rodrigo nutrito di questa speranza, infiammato di grande amore, sostenuto dalla volontà di Chimene, si misura intrepido sul terreno, e ne esce vincitore compiendo il desiderio di Chimene, la quale ben gli consente di venire a una prossima unione, a quella unione da tanto tempo desiderata da Rodrigo. E’ una storia che ha avuto il suo irresistibile fascino nell’immaginario della gente di quel tempo e si presta, tra l’altro, a calcare le scene. Da qui l’intrigo letterario moltiplica il suo ruolo con i personaggi della finzione scenica che fa il paio con l’opera letteraria. Situazioni di questo genere si sono moltiplicate nel corso dei millenni e d’innumerevoli generazioni con possibili e praticabili varianti. Così il teatro è entrato nelle nostre menti e nei nostri cuori e ha toccato le sensibili corde della nostra emotività. (Riccardo Alfonso)

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Vi è una figura nella storia dell’umanità che sembra aver avuto il merito di far penetrare dappertutto le proprie idee

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Mi riferisco a Francesco Maria Arouet altrimenti detto Voltaire. Dice di lui Marcillac: “Il Voltaire scrisse in tutte le forme in cui il pensiero umano può manifestarsi: commedie, tragedie, romanzi, racconti, poemi, liriche, epistole in versi, lettere, satire, storia, filosofia e provò in tutti i generi e, cosa sorprendente, con un certo successo. Il suo pronto e rapido ingegno, la sua stringente dialettica e il suo buon senso gli acquistarono ben presto un gran numero di parti-giani in tutte le classi del popolo, la sua influenza di-venne irresistibile, la sua popolarità universale, ed egli fu il rimorchiatore della pubblica opinione dei contemporanei.” Voltaire, tuttavia, non fu immune da critiche anche feroci in specie quando con le sue filippiche contro il cristianesimo nelle sue “Lettere filosofiche” sollevò un grande polverone fino a spingere il parlamento a decretarne la distruzione.
In conclusione posso dire che il valore poetico di Voltaire non è dunque valore di eccezione, ma è un valore che deriva dalla facilità in lui veramente eccezionale, di scrivere e di comporre partendo da punti di vista prestabiliti, quasi sempre d’interesse personale, non da quelli che sono la coscienza dell’artista e il culto elevato grande, solenne per l’arte. Sono anche questioni di stile che rendono grandi i personaggi e ci fanno riflettere a lungo e ad amareggiarci nell’averli abbandonati nei loro loculi storici mentre le opere costituiscono dei capisaldi culturali e un insegnamento che non si può, anzi non si deve obliare. (Riccardo Alfonso)

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Commedie e tragedie in odore di “antichità” rispolverate ai giorni nostri

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

A questo punto apro una parentesi per fare una riflessione sul fatto che noi abbiamo colto molto del sapere e dell’inventiva degli autori greci e romani che scrissero innumerevoli commedie e tragedie come se volessimo semplicemente cambiare l’abito sdrucito per sostituirlo con un nuovo di zecca pur considerando che la materia prima è comunque la stessa. Un discorso che per estensione dovremmo fare a molte altre vicende umane che interessano il nostro vivere quotidiano, i nostri rapporti sociali, la politica e anche le relazioni tra popoli.
A volte sembra che talune circostanze si ripetano con il solo stratagemma d’apportarvi qualche piccola variante e facendo cambiare vestito agli autori e ai loro guitti tanto per confondere le idee e le mescolanze messe in cantiere. In questo gioco delle parti dove la finzione diventa realtà e la realtà finzione ne diede prova eccellente, ma anche tragica lo stesso Molière quando nel febbraio del 1673 mise in scena “L’ammalato immaginario” e si calò nella parte del protagonista e alla terza rappresentazione la sua salute precaria, essendo stato colto da un grave esaurimento, trasformò l’immaginario della commedia nel reale della vita avendo voluto dissimulare, al contrario del suo personaggio, il suo male fisico e la sua sofferenza che di lì a poco lo portò alla morte. Morì a cinquantuno anni e di lui si dice che “nacque per il teatro e soccombette, si può dire, in teatro circondato di applausi e di gloria”. Quale dipartita poteva essere più teatrale e vera di un uomo che ha amato osservare i suoi contemporanei e ne aveva avvertito il lato comico della vita facendoci ridere a crepapelle.
Potrei continuare a lungo seguendo il tempo percorso dei letterati francesi che in tutte le loro variegate manifestazioni dalla tragedia alla commedia, dalla narrativa alla poesia, hanno dato prova di un fervore artistico e di una creatività inesauribile. (Riccardo Alfonso)

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Le opere di Molière hanno, su di me, esercitato un indubbio fascino

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Forse lo devo al fatto che ho, praticamente da sempre, inseguito la parte ironica se non comica della vita a dispetto dei malanni che mi capitavano sia personalmente sia attraverso i miei familiari. Penso tra l’altro alla “Scuola dei mariti” e a quella delle “mogli” che Molière nel giro di due anni tra il 1661 e il 1662 scrisse con l’intento di mettere in ridicolo i vecchi Cresi che presumono di ottenere l’amore di giovani spose, come quelle che a dispetto di tutte le precauzioni sanno sempre dirigere in meglio i loro affetti.
Com’è noto la “Scuola delle mogli” ottenne, nello specifico un successo strepitoso che scombussolò i critici, i quali aggredirono l’autore con i loro invidiosi scritti. Alla critica il Molière risposte mettendo in scena gli avversari nella commedia “La critica della scuola delle mogli”. Con i personaggi satirici di quest’opera il Molière vinse, sì, ma non guadagnò certamente l’amicizia né dei vecchi marchesi, né delle “preziose”, né dei suoi rivali messi in azione.
Ma dire d’essermi fermato a questo filone narrativo sarei senza dubbio riduttivo. Cinque anni dopo La scuola dei mariti” venne il misantropo dove colse l’occasione per criticare, magistralmente, la società del suo tempo. Si vuole che nei due protagonisti il Molière rappresentasse se stesso dal lato peggiore ed esagerando e la propria moglie che fu il suo tormento. Sta di fatto che in questo studio il cuore umano è penetrato in modo sorprendente e messo a nudo con un’efficacia descrittiva da vero intenditore e pedagogo. L’anno successivo scrisse “Il Tartufo” e divenne il suo capolavoro in assoluto per il teatro comico francese.
L’ipocrisia vi è rappresentata nel modo più reale e più sincero. L’ha studiata in tutti gli aspetti, così da renderla ripugnante. L’azione è svolta magistralmente fino allo scioglimento, i caratteri sono di una precisione e di una così fedele verità da credere impossibile il profondo acume che li ha penetrati.
Si dice che l’intitolazione “Tartufo” gli fosse suggerita da un abate italiano, il quale alla vista di un piatto di tartufi avendo esclamato “Tartuffi!” con tale beata sensuale cupidigia da impressionare profondamente Molière.
Sulla commedia il Paganini scrisse in proposito: “E’ da credersi che ai tempi di Molière la classe degli impostori fosse in Francia tanto numerosa quanto quella dei vecchi marchesi e delle preziose ridicole, poiché la nuova commedia di Molière destò una tempesta. I gesuiti stessi se ne occuparono. L’autore fu accusato di aver voluto gettare il ridicolo sulle cose religiose e la commedia fu proibita per ordine del re subito dopo la prima rappresentazione.
Molière lasciò passare la burrasca, poi ricominciò. Nell’assenza del re la polizia credette bene d’intromettersi, ma Molière che ben conosceva le buone disposizioni personali del re per lui e per il suo Tartufo, gli mandò due servi con un promemoria in cui si difendeva energicamente. Il re gliela diede vinta e permise la rappresentazione.”
Ma in tutto questo come tralasciare l’Avaro? E’ se vogliamo l’unico lavoro che il Molière scrisse in prosa eccettuato il “Convitato di pietra” e il “Borghese gentiluomo”. L’avaro è derivato da una delle più note commedie di Plauto: l’Aulularia, e se parecchi dei migliori tratti sono del poeta latino, tuttavia la parte comica d’invenzione è magnifica. (Riccardo Alfonso)

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Dalla Seconda alla Terza Repubblica: Come nasce il governo Lega-M5S

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Come è nato il governo Lega-M5S e quali sono gli eventi che hanno portato al passaggio dalla Seconda alla Terza Repubblica? Dopo oltre due decenni di alternanza centrosinistra-centrodestra le elezioni politiche del 4 marzo di quest’anno hanno portato uno tsunami elettorale che ha cambiato – forse per sempre – la politica italiana: Paolo Becchi e Giuseppe Palma presentano con Paesi EdizioniDalla Seconda alla Terza Repubblica. Come nasce il governo Lega-M5S (in uscita il 25 luglio), il primo saggio in assoluto sul tema, un libro che raccoglie gli articoli più significativi che gli autori hanno scritto in larga parte sul quotidiano Libero (diretto da Vittorio Feltri) dall’ottobre 2017 al luglio 2018. Non mancano pezzi scritti su altri giornali o blog indipendenti, seppur in minima parte, e riflessioni originali su quanto sta accadendo nella politica italiana in questi giorni. Impreziosito dall’introduzione del Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Interni Matteo Salvini, e dalla copertina del bravissimo e noto vignettista Alfio Krancic, il libro è la prima cronaca sul campo che racconta, passo dopo passo, come è avvenuto il passaggio dalla Seconda alla Terza Repubblica. Un viaggio pre-elettorale tra programmi e posizionamenti delle diverse forze politiche in campo, analisi della nuova Legge elettorale e contraddizioni emerse nei partiti e nelle coalizioni prima del voto. Dopo il 4 marzo Becchi e Palma hanno raccontato, sempre con piglio critico, gli accadimenti che hanno traghettato il Paese verso una nuova e inedita fase politica, evidenziandone gli aspetti che altri hanno – più o meno volutamente – nascosto o taciuto. Editore: Paesi Edizioni (copyright copertina) Prezzo: 12,00 € Pagine: 288 In uscita: 25 luglio 2018.

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Veeam rafforza le alleanze e velocizza la strategia enterprise

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Veeam® Software, l’innovativo fornitore di soluzioni di Intelligent Data Management per la Hyper-Available Enterprise™, ha annunciato i risultati finanziari del secondo trimestre 2018. Confermando il quarantesimo trimestre consecutivo di crescita a due cifre delle vendite, Veeam ha registrato una crescita annuale degli ordini pari al 20%, mantenendo una media di 4.000 nuovi clienti al mese, per un totale di 307.000 clienti a livello mondiale.
“Secondo IDC, Veeam è leader in termini di performance aziendale nel mercato del software per la protezione e il recupero dei dati [i], sorpassando e distanziando i vendor tradizionali che non sono in grado di soddisfare le richieste della clientela in termini di hyper-availability,” ha affermato Peter McKay, Co-CEO e President di Veeam. “Veeam ha raggiunto questa posizione di leadership grazie alle solide relazioni con i nostri partner di canale e alleanze strategiche, oltre alla competenza nel comprendere le esigenze e le richieste dei clienti, rispondendo a queste ultime con soluzioni innovative, potenti e di facile utilizzo.“Ci prepariamo alla seconda parte dell’anno con massimo entusiasmo”, ha aggiunto McKay. “Abbiamo investito in modo significativo in strategie go-to-market, abilitazione dei clienti, dipendenti e processi e stiamo continuando in questo senso, rafforzando il nostro impegno nei segmenti di mercato principali. Il nostro focus sull’hyper-availability è costante e i clienti stanno rispondendo positivamente. Continuiamo a conquistare quote di mercato sia su aziende tradizionali che su nuovi protagonisti del settore, che provano a raggiungerci e ad essere profittevoli, un benchmark che Veeam ha raggiunto e mantenuto per oltre un decennio”. https://www.veeam.com

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Civil Liberties delegation raises concerns with US authorities on data protection

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

A delegation of nine MEPs visited Washington D.C. from 16 to 19 July to obtain information on the state of play in the US on major Civil Liberties Committee topics. Discussions focused on personal data protection, counter-terrorism, the visa waiver programme and cyber-security. The delegation held meetings with representatives of the US Administration, e.g. Department of State, Justice, Homeland Security, Commerce and the Federal Trade Commission, and with Senators and Representatives of the US Congress. MEPs also met various industry, think-tank and NGO representatives.Reacting to the discussions on data protection, Civil Liberties Committee Chair and head of the delegation Claude Moraes (S&D, UK) said: “We have learnt more about recent US initiatives at the state and federal levels to strengthen privacy and data protection following recent scandals and drawing on work carried out in the EU on the GDPR.”The delegation held extensive talks on the EU-US Privacy Shield arrangement and the Clarifying Lawful Overseas Use of Data Act (CLOUD Act), a US law that grants the US and foreign police access to personal data across borders.”We have raised our concerns with US authorities regarding the US CLOUD Act and the remaining deficiencies with the US-EU Privacy Shield. More needs to be done to provide the adequate level of data protection for EU citizens required by the Court of Justice”, stressed Mr Moraes.
“US and EU lawmakers must respond to the shared challenge of providing an effective policy response to the multiple threats our citizens face in terms of data protection, privacy, cybersecurity and electoral processes. We must now work towards the development of policy solutions and remedies that will ensure that companies adhere to business models that are by design and by default compliant with fundamental rights”, concluded Mr Moraes.The delegation also discussed the EU-US visa waiver programme and reiterated that all EU citizens should be able to travel visa-free to the US. Citizens of Bulgaria, Croatia, Cyprus, Poland and Romania still cannot enter US territory without a visa, while US citizens can travel to all EU countries visa-free. MEPs expressed their serious concerns with the lack of progress on the conflict with the European common visa policy.On counter terrorism, the delegation welcomed improved cooperation between EU and the US for the benefit of both sides at a meeting with the National Security Council at the White House.

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Confeuro: No al Ceta

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

La nostra contrarietà al Ceta, l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – non è in alcun modo di natura pre-concettuale, ma è motivata da diversi fattori di matrice economica, culturale e sociale.Va infatti evidenziato che il Ceta, tra i suoi tanti punti ancora oscuri, contiene evidenti vantaggi per le agroindustrie e per le tante macro-aziende che si sono battute, e che ancora si battono, per la rettifica di questo accordo da parte dei parlamenti nazionali europei.Ad essere penalizzate sono soprattutto le Pmi nazionali del comparto agroalimentare che verrebbero fattivamente escluse dai mercati indicati nel Ceta e che, invece, sono le principali artefici della biodiversità nostrana e di numerose produzioni agricole di qualità.Come Confeuro – prosegue Tiso – rimaniamo un’organizzazione fortemente europeista e auspichiamo la realizzazione di trattati internazionali che valorizzino il brand italiano; al contempo però vogliamo batterci per iniziative che premino l’agroecologia, il lavoro delle Pmi e gli sforzi dei giovani agricoltori. Quindi siamo assolutamente favorevoli agli accordi interazionali, purché abbiano i giusti contenuti e vengano redatti passando per discussioni serie e plurali.
Le possibilità di investire nel primario del futuro esistono e sono concrete. Un esempio in tal senso arriva dalla scelta del CdA di DeA Capital Alternative Funds S.G.R. S.p.A di creare il fondo IDeA Agro, un fondo di private equity italiano dedicato agli investimenti in aziende della filiera agricola, localizzate nel territorio italiano e che operano in modo eco-sostenibile. Sono queste – conclude Tiso – le strade sulle quali occorre insistere e non quelle da cui è poi difficile tornare indietro.

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Proiezione del film La cuccagna di Luciano Salce

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 luglio 2018

Torino Giovedì 26 luglio 2018, ore 22 – Palazzo Reale (Piazzetta Reale 1) all’interno del programma di Cinema a Palazzo Reale, l’Associazione Piemonte Movie propone una serata dedicata a Luigi Tenco e alla sua interpretazione ne La cuccagna (Italia, 1962, 95’); il film di Luciano Salce sarà introdotto dal musicista Luca Morino, che interpreterà alcuni brani del cantautore alessandrino. La serata è realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Luigi Tenco di Ricaldone, che ogni anno in estate – quest’anno il 20 e il 21 luglio – organizza la manifestazione l’Isola in collina, un tributo a Luigi Tenco nel suo paese natale.L’appuntamento a Palazzo Reale fa parte inoltre delle iniziative che l’Associazione Piemonte Movie sta realizzando nell’ambito della mostra SoundFrames – Cinema e musica a cura del Museo Nazionale del Cinema, alla Mole Antonelliana: il SoundFrames gLocal Tour prevedete 7 proiezioni legate alla cinematografia a tema musicale realizzata in Piemonte e programmate negli eventi estivi dei Presìdi cinematografici locali di Piemonte Movie dislocati sul territorio regionale.
“Nell’anno delle celebrazioni del cinquantennale del 1968 la figura di Luigi Tenco ci è sembrata la più adatta per raccontare l’irrequietezza di quella generazione e ancora di più ci è parso importante sottolineare come nel film La cuccagna – girato nel 1962 ma che ha tutti i prodromi della stagione della “rivolta” – il personaggio di Giuliano si confonde con il Tenco reale e con le immagini dei suoi testi musicali, che proprio in quell’anno conoscevano la popolarità con la pubblicazione del primo album.” Dichiara Alessandro Gaido, Presidente Associazione Piemonte Movie “Sono tre le sue apparizioni cinematografiche, ma la prima, quella de La cuccagna, é sicuramente la più autobiografica e profonda. Questo è il frutto anche della sensibilità di Luciano Salce, autore, regista e interprete oggi spesso sottovalutato.”
L’Associazione Piemonte Movie nasce nel 2000 con la missione culturale di sostenere la divulgazione del cinema realizzato in Piemonte o da registi e case di produzione locali, inizialmente con il gLocal Film Festival la cui 18a edizione si svolgerà il prossimo marzo, e via via ideando e realizzando una serie di attività che da Torino hanno coinvolto sempre più tutto il territorio regionale fino alla creazione di una vera e propria rete di comunità cinematografiche costituita dai Presìdi cinematografici locali. Su queste basi in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, FIP Film Investimenti Piemonte, Museo Nazionale del Cinema e Torino Film Festival è stato creato il Piemonte Cinema Network. http://www.piemontemovie.com

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