Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 145

Archive for 6 gennaio 2015

The Civil Liberties Committee will hold a meeting on

Posted by fidest press agency su martedì, 6 gennaio 2015

Emily O’ReillyBruxelles Thursday 8 January, from 9.00 to 12.30 Room: Paul-Henri Spaak (PHS) 1A002 – Ombudsman’s Inquiry on access to documents regarding the Terrorist Finance Tracking Programme (TFTP) – The Civil Liberties Committee will hold an exchange of views regarding the letter of the European Ombudsman on access to the second inspection report of Europol Joint Supervisory Body (JSB) on the TFTP. The European Ombudsman, Emily O’Reilly, as well as representatives from Europol, the JSB and the European Commission will take part in this discussion with the members of the committee on Thursday, from 9.50 to 11.00.- Annulment of the data retention directive – The EP Legal Service will present to the Civil Liberties Committee its opinion on the data retention directive 2006/24/EC following the judgment of the EU Court of Justice of 8 April in cases C-293/12 and C-594/12. The presentation and exchange of views will take place on Thursday, from 11.00 to 12.30.The full agenda and meeting documents are available here

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“Settimana universitaria dell’Aikido”

Posted by fidest press agency su martedì, 6 gennaio 2015

AikidoSi terrà a Cagliari, presso il centro sportivo Gymnasium in via Mameli 166 a Cagliari, e prevede la pratica gratuita dell’Aikido ad ogni studente universitario regolarmente iscritto, per una intera settimana. Chiuderà l’evento un embukai, ossia una dimostrazione di tecnica e prestanza atletica di tale arte marziale.La manifestazione si terrà dal 12 al 17 gennaio 2015, il lunedì e mercoledì dalle 21.00 alle 22.15, il martedì e giovedì dalle 14.00 alle 15.15, il venerdì dalle 20.30 alle 22.30 e il sabato mattina dalle 10.00 alle 12.00. Alle ore 12.00 di sabato 17 gennaio si terrà invece l’embukai aperto al pubblico e che prevede la sola esibizione della disciplina.L’iniziativa è portata avanti dall’Associazione Studentesca Caravella Youth in Action e dall’Associazione Culturale Caravella con la collaborazione dell’Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese Aikikai Karalis e con il contributo dell’Università degli Studi di Cagliari e dell’Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario di Cagliari (E.r.s.u.).L’Aikido è riconosciuto da un’istituzione nazionale chiamata Aikikai d’Italia (Ente Morale) e la manifestazione prevede la partecipazione di studenti che non necessariamente fanno parte delle associazioni sopracitate. L’Aikido è uno sport non comune, è persino errato il fatto che lo si chiami “sport”, nacque infatti nel 1942 per volontà del Maestro Morihei Ueshiba, che fin da giovane iniziò lo studio di diverse discipline marziali, eccellendo in tutte. Nel 1930, dopo molti studi, fondò il suo stile personale che chiamò Aiki-bujutsu. Questa disciplina riscosse vasti consensi tra i più alti esponenti delle arti marziali giapponesi. Stabilì il suo centro a Tokio, ma nel periodo della guerra volle trasferirsi in una piccola cittadina, Iwama, dove nel 1942, appunto, diede vita all’Aikido: un’arte marziale innovativa e rivoluzionaria, basata sul sincretismo di plurisecolari tecniche che affondano le proprie radici nei samurai. Il maestro Ueshiba continuò l’insegnamento fino agli ultimi giorni della sua vita, sino al 1969.L’evento prevede la partecipazione del maestro Piernicola Vespri, 5°DAN Aikikai d’Italia e Aikikai di Tokyo, è stato allievo del Maestro Hideki Hosokawa (7°DAN Shihan), e pratica l’Aikido dal 1983. Nel 1990 ottiene la cintura nera, e dal 1998 è responasabile della Scuola Aikido Cagliari che nel 2006 diventa dojo Tomodachi No Kai e nel 2011 Aikikai Karalis. Per diversi anni ha collaborato nell’insegnamento con il M° Hosokawa presso il dojo Musubi no kai.«A prima vista l’Aikido si presenta come un elegante metodo di ricerca dell’equilibrio fisico e psichico – spiega Piernicola Vespri, maestro di Aikido nonché presidente dell’Aikikai Karalis – mediante la pratica controllata di antiche tecniche di derivazione marziale, finalizzate alla neutralizzazione, mediante bloccaggi, leve articolari e proiezioni, di uno o più aggressori disarmati o armati».L’Aikido trova la propria originalità ed efficacia in una serie di movimenti basati sul principio della rotazione sferica. Contrariamente ad altre arti marziali incentrate sui movimenti lineari (avanti, indietro, in diagonale), le tecniche dell’Aikido si fondano e si sviluppano infatti, prevalentemente, su un movimento circolare il cui perno è colui che si difende. In tal modo egli stabilizza il proprio baricentro, decentra quello dell’avversario attirandolo nella propria orbita, e può sfruttare a proprio vantaggio l’energia prodotta dall’azione aggressiva fino a neutralizzarla. Che cos’è quindi l’Aikido? Prova a dare una risposta il maestro Vespri: «Spesso si da una risposta semplice quale “è un’arte marziale di difesa”. Sicuramente è una risposta che non risolve i dubbi su cosa sia esattamente. L’Aikido è una disciplina di origine giapponese che è la fusione di diverse discipline marziali e l’ unione di pratiche religiose di origine scintoista. Si può dire che sia la ricerca dell’unione dell’uomo con l’universo. Detto ciò sembra che sia più una pratica religiosa che altro, ma avvicinandosi in un dojo (luogo sacro dedicato alla pratica delle discipline giapponesi) si vedrà che esiste, si, una vera e propria attività fisica ma che l’aspetto più “esoterico” è nascosto e spesso sconosciuto alla maggioranza dei praticanti». Perché fare Aikido? «Semplicemente per stare bene – prosegue Vespri – attraverso lo studio di vari metodi di respirazione e utilizzando i movimenti circolari, caratteristici della disciplina, si ottiene una miglior funzionalità degli organi interni e si ottimizza il sistema nervoso. Con la pratica costante si può avere maggiore resistenza alla fatica. Questo per quanto riguarda lo stato psicofisico, ma è da sottolineare, inoltre, che non essendoci competizione, si trova quello spirito di collaborazione che aiuta i praticanti principianti ad apprendere più velocemente».

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Latte e latte ad alta qualità: quale differenza?

Posted by fidest press agency su martedì, 6 gennaio 2015

LatteI consumatori trovano sempre piu’ spesso una varieta’ di offerte per diverse tipologie di latte. Negli scaffali frigo si trovano infatti il “latte fresco pastorizzato” e il “latte fresco pastorizzato ad alta qualita’ “. Qual e’ la differenza? Minima ma i costi sono diversi. Diciamo subito che questi tipi di latte arrivano crudi allo stabilimento, dove vengono sottoposti alla pastorizzazione, cioe’ a trattamento termico che elimina i germi patogeni e abbassa il numero complessivo degli altri batteri, per consentire una maggiore durata del latte stesso. Il latte “alta qualita’ ” viene tenuto sempre refrigerato, il che consente un trattamento termico piu’ blando perche’ la carica batterica e’ piu’ bassa. Le qualita’ nutrizionali sono pero’ sostanzialmente identiche, infatti leggendo le etichette troviamo che la composizione e’ simile. Vediamo. I primi dati sono riferiti al latte fresco pastorizzato alta qualita’, mentre i secondi al latte fresco pastorizzato
proteine 3,25% – 3,10%
carboidrati 4,90% – 4,85%
grassi 3,60% – 3,50%
Come si vede i valori si discostano di poco. Quello che cambia, come abbiamo detto, sono le condizioni di conservazione durante il trasporto e il relativo trattamento termico. Condizioni che, a nostro parere, dovrebbero essere assicurate anche al comunissimo e negletto “latte fresco pastorizzato”. (Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc)

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Il modello Greenway

Posted by fidest press agency su martedì, 6 gennaio 2015

GreenwayDopo soli tre anni di attività, il caso della centrale a biomasse Greenway si impone all’attenzione degli agricoltori della storica cooperativa irlandese del West Cork, intenzionati a seguire la “via verde”all’energia imboccata dai colleghi del Medio Friuli. Il presidente Greenway Marco Tam: «L’Italia è il terzo Paese produttore al mondo, stiamo voltando una pagina di storia nell’uso delle risorse passando dalle fonti fossili alle rinnovabili: non perdiamo l’occasione di promuovere in Europa una soluzione sostenibile che fa bene all’ambiente e all’economia dei territori» Il biogas made in Italy fa scuola: per studiare il modello di attività su cui, negli ultimi anni, hanno puntato diverse aziende agricole in Italia, gli agricoltori della storica cooperativa Drinagh (http://drinagh.com) hanno scelto Greenway. La società agricola del Medio Friuli ha realizzato e completato nel 2012 nel Comune di Bertiolo (UD) un impianto a biomasse alimentato da una filiera corta di una quindicina di imprese agricole che hanno reagito alla crisi del settore convertendo la propria attività tradizionale nella produzione di biogas. Una scelta che sta pagando in termini di risultati e che rappresenta una via locale all’energia pulita in cui l’Italia, per produzione, può vantare un lusinghiero terzo posto nel mondo alle spalle di Cina e Germania con1,8 miliardi di metri cubi di metano equivalente annui, 12mila addetti e 4,5 miliardi di euro di investimenti (dati Consorzio italiano biogas). «Quello di Greenway è un modello vincente che vogliamo provare ad applicare in Irlanda –ha affermato il responsabile della cooperativa Drinagh, MauriceGreenway1 O’Callaghan, a seguito dell’ultima visita fatta a dicembre alla centrale di Bertiolo–. Anche in Irlanda gli agricoltori conoscono le difficoltà che hanno investito il settore in Italia e stanno provando a riorientare parte della propria attività: il biogas, che da noi non ha trovato ancora diffusione, rappresenta una soluzione di grande interesse che vogliamo percorrere a breve». «Recentemente il Consorzio italiano biogas ha sottolineato le grandi potenzialità che si schiudono al nostro settore e cui possono dare ulteriore impulso alcuni orientamenti normativi sia a livello comunitario sia nazionale che rispecchiano una sensibilità sempre più marcata verso gli impatti ambientali positivi di questa fonte energetica –commenta Marco Tam, presidente di Greenway Agricola a r.l. –, siamo soddisfatti quindi di mettere il nostro know-how a disposizione di colleghi stranieri interessati sia alle opportunità di business che si schiudono, sia ai temi dell’ambiente e della sostenibilità, centrali in una scelta strategica come quella del biogas, che è a impatto zero e che stimola l’economia dei territori.
Fino a oggi la scelta del biogas fatta da Greenway, si è rivelata vincente permettendo alle imprese agricole che non reggevano più il ribasso delle commodities di restare sul mercato. Queste hanno diversificato il proprio modello di attività e sfruttato le opportunità offerte dalle rinnovabili ricavando dalle biomasse di colture erbacee energia pulita che è stata ceduta alla rete; la prossima frontiera sarà ricavare dal biogas il biometano, il carburante che potrà dare una spinta decisiva alla mobilità sostenibile. Aggiunge Tam: «Considerando che già oggi in Italia il parco auto alimentate a metano è di 750mila veicoli, se si andrà in questa direzione per il settore si apriranno nuove possibilità in termini di occupazione e di innovazione, oltre ad avere evidenti benefici ambientali e di economicità».
Nei suoi primi tre anni di attività, cominciata all’inizio del 2012, la centrale a biomasse Greenway di Bertiolo (Udine) ha prodotto circa 25mila Mwh, risparmiato 4,5mila tonnellate equivalenti di petrolio, realizzato un fatturato complessivo di circa 6 milioni di euro, la metà dei quali di ricaduta sul Pil locale. Un bilancio positivo, secondo Tam: «Siamo in linea con il nostro piano industriale; segno che le basi su cui abbiamo costruito questo progetto erano solide. La centrale è ben dimensionata, la scelta della filiera corta ha creato una rete locale molto efficiente intorno all’impianto. Mi preme sottolineare proprio questo aspetto: la scelta di produrre biogas fatta dal sistema agricolo del Medio Friuli non ha prodotto soltanto fatturato, ma ha enormemente arricchito in termini di know-how le persone attive in questa filiera; un patrimonio di conoscenze che sarà molto utile in prospettiva, perché il settore, per essere competitivo, dovrà essere in grado di innovarsi continuamente». La centrale, situata nell’area industriale di Bertiolo, con una potenza di un Megawatt e in grado di produrre quasi 8500 MwH l’anno, è alimentata da una filiera autoctona costituita da una quindicina di imprese agricole che producono, su circa 300 ettari di terreno, tutta la biomassa necessaria. Nella filiera che si è creata intorno al funzionamento dell’impianto lavorano, in relazione alle stagioni, un numero oscillante fra le 35 e le 30 persone. La centrale, inoltre, produce del digestato, materiale organico che si utilizza per concimare i terreni “produttori” e ne migliora la qualità. L’impianto Greenway di Bertiolo, costato 5 milioni di euro, ha un fatturato annuo di due milioni e una ricaduta sul Pil locale di oltre 1 milione euro l’anno. Greenway Società agricola a rl, con sede a Bertiolo (UD) è una società costituita da tre famiglie di imprenditori agricoli, con Marco Tam presidente e Gabriele Gardisan vicepresidente. Portata a termine nel 2012, la centrale Greenway Bertiolo (Udine) è uno dei più grandi impianti a biogas del Medio Friuli. Il progetto è stato realizzato insieme con altri attori economici locali.

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Simposio internazionale sui rischi cardiaci

Posted by fidest press agency su martedì, 6 gennaio 2015

santa_giulia_brescia_010_choistro_san_salvatoreBrescia 15 gennaio all’Auditorium della Chiesa Santa Giulia (Via Piamarta, 4), mentre il 16 e 17 gennaio si svolgerà nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Brescia (Viale Europa, 11). Si intitola “Management of cardiometabolic risk and healthy aging” il simposio internazionale organizzato dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell’Università di Brescia, diretto dal professor Enrico Agabiti Rosei, e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di eventi clinici, fatali e non fatali in tutte le aree del mondo, in particolare nei paesi ad elevato tenore di vita, ma anche nella maggior parte di quelli a più basso sviluppo economico.
L’ipertensione arteriosa è il più frequente fattore di rischio cardiovascolare, correggibile con la terapia e molto spesso si associa ad altri fattori di rischio metabolici, come la dislipidemia, le alterazioni del metabolismo glucidico e il diabete, spesso associati a obesità, iperuricemia e sedentarietà. Tutti questi fattori possono essere corretti dalla terapia oggi disponibile, che consente una significativa riduzione di eventi cardiovascolari e un miglioramento della prognosi. Il crescere rapido dell’informazione, il sommarsi delle tecnologie innovative e l’affermarsi di nuovi recenti concetti diagnostico-terapeutici rendono necessario un efficace aggiornamento del medico in questo campo. Lo scopo del Simposio “Management of Cardiometabolic Risk and Health Aging” al quale parteciperanno molti esperti mondiali del settore, è quello di fornire al medico di famiglia e allo specialista una informazione il più possibile aggiornata e completa circa il rischio legato alla presenza di ipertensione.
Durante il simposio verranno trattati argomenti inerenti il ruolo di fattori genetici, emodinamici, metabolici capaci di aumentare il rischio cardiovascolare e l’invecchiamento vascolare precoce e le basi razionali per una strategia terapeutica, basata su modificazioni dello stile di vita, vecchi e nuovi farmaci, nuove terapie non farmacologiche, secondo le più aggiornate conoscenze scientifiche e la valutazione critica delle moderne linee guida europee e americane.

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