Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 132

Archive for febbraio 2022

La Commissione europea approva la valutazione preliminare positiva della richiesta italiana di erogazione di 21 miliardi di euro

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

La Commissione europea ha approvato oggi la valutazione preliminare positiva della richiesta italiana di pagamento di 21 miliardi di €, di cui 10 miliardi di € di sovvenzioni e 11 miliardi di € di prestiti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), lo strumento chiave al centro di NextGenerationEU. Il 30 dicembre 2021 l’Italia ha presentato alla Commissione una richiesta di pagamento fondata sui 51 traguardi e obiettivi selezionati nella decisione di esecuzione del Consiglio per la prima rata. Tali traguardi e obiettivi riguardano riforme nei settori della pubblica amministrazione, degli appalti pubblici, della giustizia, del quadro di revisione della spesa pubblica, dell’istruzione terziaria, delle politiche attive del mercato del lavoro e della legge quadro volta a rafforzare l’autonomia delle persone con disabilità. Riguardano inoltre importanti investimenti nel campo della digitalizzazione delle imprese (“Transizione 4.0”), dell’efficienza energetica e della ristrutturazione degli edifici residenziali. Le autorità italiane hanno corredato la richiesta di elementi dettagliati ed esaurienti a dimostrazione del conseguimento soddisfacente dei 51 traguardi e obiettivi. La Commissione ha ora trasmesso al comitato economico e finanziario, chiedendone il parere, la valutazione preliminare positiva del conseguimento da parte dell’Italia dei traguardi e obiettivi necessari per il pagamento. Una volta acquisito il parere del comitato economico e finanziario, la Commissione adotterà la decisione definitiva sull’erogazione del contributo finanziario, in seguito alla quale verrà effettuata l’erogazione all’Italia.

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Giorgia Meloni incontra l’ambasciatore ucraino

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha incontrato questa mattina a Roma l’Ambasciatore d’Ucraina in Italia, Yaroslav Melnyk. Il presidente di FdI, accompagnato da una delegazione, ha condannato ancora una volta l’inaccettabile violazione del diritto internazionale e della sovranità ucraina da parte della Federazione Russa e ha ribadito la solidarietà e il sostegno al Governo di Kiev e a tutto il popolo ucraino, che in questo conflitto sta insegnando al mondo cosa voglia dire combattere per la libertà. Meloni ha posto l’accento sull’importanza della compattezza della risposta della comunità internazionale e ha evidenziato che per FdI è fondamentale che l’Italia continui ad operare in pieno coordinamento con i suoi alleati, nel contesto della Nato e del blocco occidentale. Nel corso del colloquio, infine, Meloni ha rinnovato l’auspicio per la cessazione delle ostilità e si è soffermata sull’emergenza umanitaria, ricordando l’impegno del partito in Parlamento per impegnare il Governo italiano a riconoscere ai cittadini ucraini lo status di rifugiati.

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Pericolo nucleare, un liceo romano a dicembre lo aveva profetizzato

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Di un pericolo imminente legato ad una guerra nucleare non ne parlava più nessuno da anni. Ma un liceo romano, lo scorso dicembre, ha dedicato diverse iniziative all’argomento. E lo ha fatto attivando una prestigiosa collaborazione; quella con l’Ippnw, l’International physicians for the prevention of nuclear war, l’associazione internazionale di medici contro le armi nucleari, che nel 1985 per il suo impegno in materia ha ottenuto il Nobel per la Pace. Il presidente onorario dell’Ippnw Italia, il professor Manlio Giacanelli, neurologo in pensione, dedica da tempo il suo impegno ad ammonire sugli esiti conseguenti agli armamenti nucleari, indicando proprio la Russia, insieme ad India e Pakistan, le aree a rischio. Oltre ad aver effettuato un incontro con gli studenti del liceo “Augusto” di Roma, tramite il professor Corrado Rossitto, e ad aver rilasciato un’intervista al giornale dell’istituto, è stato promotore di un video di 13 minuti (urly.it/3hz3f) in cui non soltanto viene evidenziato che il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore il Trattato Onu che rende illegali le armi nucleari (Tpan), ma vengono illustrate le conseguenze dei bombardamenti in Giappone e degli esperimenti condotti dai francesi.Il professor Ira Helfand, vicepresidente dell’Ippnw, ricorda nel video che ci sono ancora 20mila testate nucleari nel mondo – di cui il 95 per cento in Usa e Russia, il resto in Cina, Regno Unito, Francia, India, Israele, Pakistan e Nord Corea – e che l’uso di un’atomica avrebbe esiti infausti diretti e indiretti non soltanto sulla salute, ma sul clima, sulle coltivazioni (in particolare di grano e di riso), sull’aumento della povertà e della fame. Un ordigno nucleare provoca l’innalzamento della temperatura di 11 milioni di gradi in un’area di tre chilometri, superando quella della superficie solare, e determina un vento di mille chilometri all’ora per sei chilometri e di 300 chilometri all’ora entro 16 chilometri. Nel video viene indicata in 72,6 miliardi di dollari la spesa che gli Stati hanno investito in armamenti nucleari nel 2020 grazie anche ad una rete di lobbisti che preme sui governi per approvare gli enormi budget per le armi.“Una realtà di cui si parla poco, ma è inconcepibile – ha detto il professor Giacanelli agli studenti, rinnovando il suo impegno, da scienziato, per illustrare in particolare alle giovani generazioni le conseguenze sanitarie delle armi nucleari sulla popolazione inerme. A sostenere la campagna è anche l’Unsic, che si occupa della comunicazione.

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Putin’s three key mistakes in Ukraine

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Making predictions in the heat of war is usually a fool’s errand—something that may be dawning on Vladimir Putin. The first few days of fighting have not gone as the Russian autocrat would have forecast. Especially in their cities, Ukrainians have mounted a brave defence. The leadership of Volodymyr Zelensky, somewhat unexpectedly, has proved inspiring. We are more sure than ever that Mr Putin has blundered, both in launching a murderous—and unprovoked—attack on a democratic neighbour, but also in his misconduct of the war so far. Russian control of Ukrainian airspace is still not achieved. One measure of Mr Putin’s lack of confidence and shock at Western opposition: the announcement on February 27th that Russia’s nuclear forces have been put on a heightened level of alertness. Nonetheless, given Russia’s overwhelming forces and Mr Putin’s ruthless nature, expect the invaders to make gains in the coming days. The attacks on Kyiv will grow fiercer. One consequence of that? Growing anger in the West—among ordinary people as well as national leaders. More military gear, including, remarkably, anti-tank rockets and Stinger missiles from Germany, is heading to Ukraine. Sanctions on Russia are becoming more severe. Beyond the exclusion of some Russian banks from the SWIFT system, more serious are the efforts by Europe and America to stop Russia’s central bank accessing much of its $600bn-plus in foreign reserves. Watch on Monday how markets react to that. It’s unlikely to be pretty for Russia, especially the rouble. Some sort of Russian retaliation towards the West should be expected. The price of oil and gas could yet surge.The war in Ukraine may leave little time for other stories. But I’ll note one thing we got right recently: Ketanji Brown Jackson is indeed Mr Biden’s pick for the Supreme Court, as we had suggested was likely.Thanks again for all of your kind feedback. Quite a few of you argued that it is wrong to put all the blame for this war on Mr Putin. David Hillstrom points to NATO’s eastward expansion as somehow the cause of Russia’s “bunker mentality”. I respectfully disagree. Invading a sovereign country because you don’t like its elected government is entirely unjustified. Professor Jan Maciejowski, from Cambridge, suggests Mr Putin is only guided by fellow military and security officials and fails to realise how big a mistake he has made. And James F. Strother tells us of how he has enjoyed our coverage of the Middle East, in particular, since he was an American naval intelligence officer in the early 1960s. And you’re welcome to follow me on Twitter, at @ARobertsjourno. Adam Roberts Digital editor The Economist

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Ucraina: Rojc (Pd), imbarazzante ambiguità Salvini

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

“L’ambiguità di Salvini nei confronti di Putin è imbarazzante per l’Italia e non rende onore a quanti si stanno organizzando in queste ore per accogliere i profughi ucraini. Sono persone che scappano dalla guerra ma che vogliono poter tornare in una terra libera, non schiacciata dai tank russi. E a queste persone, magari a tante donne con i loro uomini al fronte cosa diremo? Per far tacere le armi non basta sperare e talvolta nemmeno pregare, viene il momento in cui si deve agire, per poter cominciare a parlare. E questo sta facendo l’Europa, per la prima volta e per una giusta causa”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd), replicando al leader della Lega Matteo Salvini, il quale ha detto che “quando le armi taceranno, si parlerà”.

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Putin l’uomo e la storia

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

La recente decisione di Putin di ordinare l’occupazione militare dell’Ucraina lo pone di fatto al giudizio dei suoi contemporanei in modo severo e probabilmente più di quanto non se lo aspettasse. Diciamo che la sua impopolarità è diventata popolare in ogni angolo della terra. Il perché lo deve per aver messo a nudo in maniera “tragica” i limiti di entrambe le governance mondiali che fondano i loro principi sulla guida e il governo dei popoli e i loro rapporti d’interdipendenza strutturali e settoriali. Da una parte vi è il sistema a democrazia compiuta dove le decisioni passano attraverso vari filtri che richiedono tempo e che alla fine del percorso possono variare, accettare o rifiutare in toto le iniziative proposte dalla parte avversa. Sull’altro versante vi è un solo uomo a decidere, e lo può fare in tempo reale, anche se concede ai suoi consiglieri d’esprimere una loro opinione ma che non la considera, in ultima analisi, vincolante. E Putin rientra proprio, nell’immaginario collettivo, in quest’ultima casella. Tant’è che i commentatori politici nell’evidenziare la differenza nel caso ucraino hanno rispolverato una vecchia locuzione latina tratta dalle Storie di Tito Livio: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” e che significa: “mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata.” In pratica vuol dire, riportandoci ai fatti odierni, che mentre Putin agisce gli Stati Uniti e i suoi alleati europei continuano a discutere e a non decidere il da farsi. Da qui si ha netta l’impressione che le democrazie occidentali hanno un serio problema al loro interno che li pone in una luce ambigua rispetto alle logiche dei nostri tempi dove le decisioni vanno prese rapidamente. Questo prevede, per evitare errori gravi e irreversibili, che la leadership sia assunta da un saggio e capace di trovare una sintesi che sappia guardare oltre il contingente. In caso contrario, come lo stesso Putin ha evidenziato, potremmo trovarci improvvisamente sull’orlo della terza guerra mondiale e in questo caso con l’uso dei belligeranti di armi d’ultima generazione: atomiche, chimiche e biologiche. (Riccardo Alfonso)

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Viva l’Ucraina libera e democratica. Viva la pace e la giustizia

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Nel marzo 2020 fummo posti di fronte all’impensabile: un nuovo virus che avrebbe rinchiuso in casa il mondo da lì a pochi giorni. Poco meno di due anni dopo ci troviamo davanti ad un’impensabile ben più terrificante: lo spettro della terza guerra mondiale. Se il novello Hitler non si ferma, e aggredisce un paese dell’Ue o della Nato (come ha promesso!), anche l’Italia entrerà in guerra. Per evitare che accada, sembrano esserci al momento solo due strade. La prima è quella di non fare nulla, accusando in pari modo vittima e carnefice nel nome della “pace nel mondo”. Una scelta che però è solo superficialmente neutrale: non riconoscere che c’è un aggredito e un aggressore significa schierarsi con quest’ultimo. Sarebbe pace senza giustizia, ovvero la premessa per ulteriori guerre. Anche tralasciando considerazioni di natura umanitaria, civile e di diritto internazionale, è una strada che aumenta le chance di un conflitto globale. Putin ha chiaramente detto di voler riconquistare i paesi dell’ex area sovietica, membri dell’Ue e della Nato. Poco dopo quel discorso ha invaso l’Ucraina, che vede come il primo tassello nella ricostituzione dell’impero sovietico. Perché dovrebbe fermarsi, se ci limitiamo a guardare? La seconda strada è fare di tutto – eccetto la guerra diretta, che innescherebbe da subito un conflitto mondiale – per fermare Putin, dando il massimo supporto al popolo ucraino e isolando la Russia dalla comunità internazionale. Questa è l’unica speranza che abbiamo davvero di prevenire un allargamento del conflitto: far pagare ai russi un costo così alto, da indurli a ripensarci per sempre, o almeno per i prossimi decenni. Ecco perché la resistenza degli ucraini è così importante, oltre che straordinariamente commovente: quei civili stanno difendendo le loro terre, ma ancora di più la pace e la democrazia in Europa e nel mondo. Se riescono a rallentare l’invasione, che Putin avrebbe desiderato fulminea e schiacciante, ci sono maggiori chance di costringere l’aggressore a desistere e trattare. Dopo i tentennamenti iniziali, anche l’Italia ha optato per questa seconda strada, nonostante la nostra incosciente dipendenza dal gas russo e un’opinione pubblica che pochissimo tempo fa ha dato il 60 per cento dei propri voti a partiti filo-putiniani, più o meno apertamente ostili alla Ue, alla Nato e alla democrazia liberale. Ovviamente si parla di Lega e Movimento 5 Stelle.E’ una strada complicata e tutt’altro che indolore per l’Italia e per i suoi cittadini. Dobbiamo essere preparati a soffrire, parecchio. Ogni metro cubo di gas che serve a riscaldarci e a far girare la nostra economia va a finanziare Putin e la sua guerra alla democrazia. E’ bene che i leader politici comincino a parlarne al Paese e a prepararci a ciò che potrebbe avvenire di qui a breve se la guerra non si ferma. L’aumento delle bollette, con cui Putin ha finanziato la sua armata, è nulla rispetto a ciò che abbiamo potenzialmente davanti. Dobbiamo essere pronti a gravi sacrifici, per lungo tempo.Fortunatamente, nonostante gli sforzi di alcune forze politiche e dei loro tenaci elettori, l’Italia non è sola e rimane per ora tra le democrazie occidentali. Rimane nell’Unione Europea che, di fronte ad una minaccia esistenziale, dovrà ora fare un enorme e rapido passo in avanti verso l’unione dell’energia e soprattutto della difesa. E’ questa la nostra casa da costruire, quella che dovrà difendere la libertà, la democrazia e la visione del mondo degli europei, fondata sulla pace e sulla giustizia. Infine c’è la Nato, senza la quale l’Italia sarebbe oggi indifesa nell’eventualità di un conflitto mondiale. Teniamocele strette e prepariamoci al peggio, sperando che non accada.Pietro Moretti, presidente Aduc

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Castelli, “Recuperare il rapporto intergenerazionale per costruire un nuovo modello economico e sociale”

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Roma – “C’è un tema, quello del rapporto intergenerazionale che deve richiamare l’attenzione delle Istituzioni, da un lato, ma soprattutto della società, nel suo complesso, e dei giovani, in modo più specifico. “L’alleanza fra le generazioni, che restituisce all’umano tutte le età della vita, è il nostro dono perduto. Deve essere ritrovato”. Lo ha detto molto bene Papa Francesco, anche oggi, tornando sul valore della “vecchiaia”. È un tema che la pandemia ha reso plastico, in un momento in cui sono stati proprio gli anziani a pagare il prezzo più alto, e che deve aprire ad una riflessione attenta sul modello economico che vogliamo costruire (e che in parte stiamo già costruendo). Viviamo un’epoca in cui cambiano le proporzioni, in cui l’allungarsi della vita sta incidendo in maniera strutturale sulla storia dei singoli, delle famiglie e delle società. E questo deve essere il nostro punto di partenza nella definizione di una nuova economia, quella sociale. Perché mentre ciascuno di noi deve lavorare ad un miglioramento del rapporto e del dialogo intergenerazionale, comprendendo l’importanza fondamentale che l’anziano ha nella società odierna ed in quella del futuro, la politica e il mondo economico devono dare una prospettiva concreta all’Economia Sociale e all’impatto che i servizi alla persona, la transizione ecologica e digitale, l’assistenza sociale, hanno sulla quotidianità dell’intero sistema Paese, lavorando per obiettivi di lungo periodo e tesi a risolvere i grandi temi di cui tutti parlano ma dei quali pochi propongono visioni e soluzioni concrete”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Dal 9 al 13 marzo al via il primo tour dei Cammini di Sant’Egidio

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

“I Cammini di Sant’Egidio”, il percorso turistico-religioso attraverso l’Italia nei luoghi accomunati dal culto per l’Abate di Saint-Gilles, diventa realtà. Dal 9 al 13 marzo si svolgerà il primo tour di pellegrini da Linguaglossa (CT) ad Altavilla Silentina (SA) a Latronico (PZ). Prende corpo così l’idea lanciata da Salvatore Puglisi, sindaco di Linguaglossa, nel libro “I cammini di Sant’Egidio. Tra turismo religioso, pubblica amministrazione e cultura ecclesiale” (Historica / Giubilei Regnani).La partenza è prevista in pullman da Linguaglossa il 9 marzo, con arrivo ad Altavilla Silentina nel pomeriggio. Il programma prevede, per l’indomani mattina, l’incontro con il sindaco del comune campano Francesco Cembalo, la visita al paese, alla chiesa del Patrono e a un caseificio della zona, con pranzo in un agriturismo. Nel pomeriggio, la visita a Paestum. L’11 è previsto l’arrivo a Latronico, l’incontro con il sindaco Fausto Alberto De Maria e la visita del paese. Nel pomeriggio, la celebrazione della santa messa nella basilica di Sant’Egidio Abate. Il 12 mattina escursione a Matera e visita guidata ai Sassi, con rientro a Latronico nel pomeriggio. Qui alle ore 18, nella basilica di Sant’Egidio Abate, si terrà la presentazione del libro “I Cammini di Sant’Egidio” di Salvatore Puglisi. Interverranno, oltre l’autore, il sindaco Fausto Alberto De Maria, Egidio Giordano comandante dei vigili e studioso di storia locale, don Paolo Pataro parroco di Sant’Egidio Abate. Il 13, dopo la santa messa nella chiesa del Patrono, i pellegrini partiranno per Linguaglossa, dove giungeranno in tarda serata. Sulla via del ritorno faranno una breve sosta al Santuario di San Francesco di Paola.L’idea dei Cammini di Sant’Egidio ricalca quella del Cammino di Santiago e della via Francigena. I Cammini di Sant’Egidio si snodano da un capo all’altro dell’Italia, lungo la direttrice adriatica o tirrenica, per complessivi 3025 km, toccando 28 comuni. Si tratta di borghi o comuni sorti anticamente in prossimità di boschi o alture dove si affermò il culto di Sant’Egidio, considerato nell’Alto Medioevo il protettore delle comunità piccole e insicure dagli oppressori e dai pericoli di una natura inospitale e selvaggia. Gli itinerari, dunque, si caratterizzano per le bellezze paesaggistiche e i parchi naturali, per le testimonianze storiche, artistiche e architettoniche come chiese ed ed eremi, per le tradizioni gastronomiche e folkloristiche, ma anche per le suggestioni ascetiche e spirituali dei luoghi.Al momento saranno solo tre i tre luoghi egidiani collegati dal tour. A breve se ne organizzeranno altri per completare l’itinerario a tappe e raggiungere, entro l’anno, anche il monastero di Saint-Gilles a Saint-Gilles du Gard, nel sud della Francia. La rete dei comuni egidiani, che hanno firmato il protocollo d’intesa per dare vita a un percorso di condivisione sociale, culturale e religiosa, coinvolge la Comunità di Sant’Egidio di Roma e comprende Verrès (Aosta), Rubiana e San Gillio (Torino), Cona / Pegolotte (Venezia), Cavezzo (Modena), Gambettola (Forlì Cesena), Monte San Savino (Arezzo), Avigliano Umbro (Terni), Staffolo (Ancona), Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), Civitaquana (Pescara), Caprarola, Cellere e Orte (Viterbo), Mompeo (Rieti), Camerata Nuova, Filacciano, Rocca di Cave e Tolfa (Roma), Terelle (Frosinone), Frosolone (Isernia), Grottolella e Melito Irpino (Avellino), Altavilla Silentina (Salerno), Latronico (Potenza) e Linguaglossa (Catania), cui si sono aggiunti di recente Bojano (Campobasso) e Scanno (L’Aquila).

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Agricoltura: Risorse contro i rincari

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

“Sono al fianco degli agricoltori e degli allevatori italiani che, proprio nel momento in cui cercavano di mettersi alle spalle il difficile periodo pandemico, stanno affrontando una impennata improvvisa e considerevole dei costi legati all’energia e alle materie prime. In più c’è il timore delle ripercussioni della crisi ucraina e, nelle zone interessate, il flagello della peste suina. Il Governo è intervenuto prontamente con decreti per fronteggiare la situazione ma ritengo che debbano essere compiuti ulteriori sforzi”. Lo dichiara il deputato Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura, a margine della conferenza stampa della CIA-Agricoltori Italiani che ha annunciato una manifestazione per il 28 febbraio a Rossiglione, in provincia di Genova, nel cuore della ‘zona rossa’. “Il Parlamento, pertanto, farà la sua parte – prosegue -, intervenendo in sede di conversione dei decreti. Sul decreto-legge Peste Suina, ora in Senato, si devono prevedere a mio avviso risorse per un’azione più incisiva del commissario, che ho sempre promosso come figura. Ora va nominato quanto prima ma, soprattutto, è necessario attribuire ulteriori poteri oltre quelli di coordinamento. Non mi stancherò mai di ripetere, infatti, quanto sia importante imparare dagli errori commessi nella gestione della Xylella fastidiosa in Puglia”.“Sui costi agricoli, poi, con rammarico ho constatato che non sono state previste azioni specifiche per il comparto primario nel Dl Energia. Alla Camera siamo pronti a richiedere interventi adeguati per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole, zootecniche e della pesca” conclude.

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B Corp Italiane: primo report sulla realtà in crescita

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Commento di Alfredo Zordan, Direttore Commerciale di Zordan, una delle prime realtà italiane ad ottenere tale certificazione già nel 2016: “Gia’ da tempo noi di Zordan abbiamo integrato la parte di sostenibilita’ nel nostro business model, fino a conseguire la Certificazione B Corporation nel 2016, diventando una delle prime aziende produttive in Italia ad ottenere tale riconoscimento e trasformarsi anche in Societa’ Benefit. Il nostro impegno nelle 5 aree del B Impact Assessment (governance, community, workers, enviroment, customer) si concretizza in una serie di obiettivi e azioni. Per quanto riguarda la Governance, abbiamo integrato nello statuto gli scopi di beneficio comune verso tutti gli stakeholder, messo a disposizione di tutte le persone dei bonus misurati sui tre pilastri del purpose (People, Prosperity, Planet) e predisposto un welfare aziendale e un coinvolgimento dei partner strategici in percorsi di sostenibilità. Per la Community sviluppiamo delle attività a supporto del territorio e non solo, con un team aziendale di solidarietà per la gestione di situazioni di difficoltà o necessità interne ed esterne attraverso raccolte fondi. Nell’area Workers, oltre ad avere intrapreso un cammino verso l’organizzazione teal, creando un vero e proprio sistema di condivisione, fiducia e responsabilità, offriamo dei percorsi di formazione, sia “on the job”, sia trasversali. Questa offerta si è recentemente ampliata con il lancio, nel 2021, dell’Accademia Zordan, un progetto formativo annuale che ha come obiettivo il trasferimento di conoscenze ed esperienze tecniche a giovani talenti nelle discipline produttive e progettuali. Anche lo smart working e la flessibilità oraria sono strumenti collaudati da anni, e che ci hanno permesso di affrontare questo ultimo periodo con maggior serenità. Per quanto riguarda la Gender Equality rispettiamo già la parità salariale e sviluppiamo progetti di inclusione specifici. Ad esempio, abbiamo aderito al progetto “Il Veneto delle Donne”, permettendo la creazione di veri e propri laboratori dedicati alle donne per lo sviluppo di competenze di project management. Inoltre, quest’anno proseguiremo con progetti per ridurre le diseguaglianze sociali. Infine per quanto riguarda l’Enviroment e Customer, oltre a gestire le certificazioni forestali, ad oggi siamo un punto di riferimento per i brand del lusso per la riduzione dell’impatto degli arredi in punto vendita. Da sempre impegnati su tematiche ambientali, abbiamo abbracciato la causa della lotta contro il cambiamento climatico, dichiarando il nostro impegno a diventare carbon neutral entro il 2030. Abbiamo inoltre sviluppato un sistema di calcolo certificato delle emissioni di gas serra dei complementi di arredo da noi realizzati. Questo sistema permette di misurare la carbon footprint di un prodotto custom nell’ottica di ridurre le emissioni.”

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I consumi privati guidano la crescita del Giappone

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

A cura di Jun Yamamoto, Portfolio Manager di PIMCO. Prevediamo che il PIL del Giappone tornerà ai livelli pre-pandemia entro la fine del 2022, con una crescita guidata principalmente dai consumi privati. Il tasso di vaccinazione è aumentato nel terzo trimestre del 2021 e ora i livelli di vaccinazione sono pari o superiori alla media delle nazioni sviluppate. Riteniamo che questo miglioramento della situazione dei vaccini contribuirà al consumo interno nel 2022, a condizione che i ricoveri per COVID siano limitati e che le restrizioni governative rimangano moderate. L’ampio pacchetto fiscale annunciato a novembre 2021 include sussidi in contanti ai privati, aiuti alle piccole e medie imprese (PMI) e un aumento dei salari per gli operatori per l’assistenza all’infanzia e gli infermieri, il che dovrebbe inoltre contribuire positivamente ai consumi. Per quanto riguarda i fattori esterni, i problemi relativi alla supply chain hanno pesato sulle esportazioni nette del Giappone nel 2021, ma ci aspettiamo un rimbalzo nella seconda metà del 2022. Vediamo anche un potenziale rialzo con un aumento del turismo in entrata. L’inflazione nel 2021 è stata contenuta, principalmente a causa del rebasing del paniere CPI del Giappone insieme alle politiche governative per ridurre le tariffe delle compagnie telefoniche. Guardando al futuro, il Giappone potrebbe affrontare una certa pressione inflazionistica dovuta all’indebolimento dello yen e all’aumento dei prezzi delle materie prime, che potrebbero spingere l’IPC oltre l’1% entro la metà del 2022; tuttavia, dato il nostro scenario di base che prevede una crescita salariale limitata, è improbabile che la sola inflazione spinta dai costi sia sostenibile. Inoltre, non ci aspettiamo che l’inflazione porti a una significativa azione di politica monetaria in Giappone nel 2022.

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Scuola e università: la ricetta del premier Mario Draghi per uscire dal gender gap

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Valorizzare gli scienziati, invece di delegittimarli. Investire un miliardo di euro nelle giovani donne. Promuovere la cultura del merito. Raddoppiare le borse di dottorato e mettere la ricerca al centro della crescita dell’Italia. Sulla cima del Gran Sasso, reduce dalla visita dei Laboratori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), con il premio Nobel Giorgio Parisi, Mario Draghi intende cambiare così il rapporto tra l’Italia e la scienza. Grazie anche ai 30 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per istruzione e ricerca. “Le donne sono state lasciate per troppo tempo ai margini di questo mondo”, ammette il premier. “Le posizioni di vertice sono sempre occupate dagli uomini, tranne poche e luminose eccezioni”. Per abbattere gli stereotipi Draghi sprona dunque a partire dalla scuola e dalle università, dove solo una ragazza su cinque sceglie le cosiddette materie STEM: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Sono ancora troppo poche, accelera il premier e annuncia che il governo investirà oltre un miliardo, così che le ragazze iscritte possano presto diventare almeno il 35 per cento del totale. Soddisfatta Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy, che aggiunge: “In ambito sanitario, anche se le donne costituiscono la grande maggioranza degli operatori in Italia e in Europa – pari circa al 70%, che significa che 2 operatori su 3 sono donna – in realtà la possibilità al femminile, già non particolarmente elevata, di attrarre finanziamenti a livello europeo e di pubblicare un contributo scientificamente importante come primo autore si è ridotta ulteriormente nel periodo pandemico. Il fatto poi che ancora poche donne siano presenti nelle lauree STEM è da una parte frutto di un retaggio culturale – che via via nel tempo si sta sbloccando – e dall’altra dovuto al fatto che la possibilità di raggiungere quel tipo di studio e poi di inserirsi in un contesto lavorativo che probabilmente è stato complesso per il genere femminile, rappresenta un deterrente anche proprio per l’avvicinamento delle donne alle facoltà scientifiche. Cosa che adesso sta cambiando. La medicina non rientra propriamente nell’ambito delle STEM, tuttavia abbiamo visto il cambiamento anche nel nostro settore che era tipicamente maschile fino a qualche decennio fa, e che ora è prevalentemente femminile. Il problema è che qualunque settore andiamo a guardare, da quello dell’innovazione a quello della medicina, evidentemente poi la piramide si ribalta in ogni caso. Quindi sia che alla base ci siano tante donne, sia un po’ meno, le apicalità in termini di professionalità rimangono purtroppo ancora molto sbilanciate. I dati che sono stati raccolti a livello nazionale dalle varie Società scientifiche dimostrano come di fatto soltanto il 17-18% delle donne che fanno un percorso in ambito sanitario riescono a raggiungere un vertice che possa essere ospedaliero (direttore di struttura o direttore generale di ospedale) o accademico (professore ordinario) e questo fa riflettere. Se la base si sta ampliando, ciò non avviene in maniera proporzionale a tutti i livelli. La spiegazione non è soltanto nel fatto che ci sarà un meccanismo biologico di ricambio negli anni, perché è stato stimato che per superare il gender gap in maniera naturale occorreranno circa 200 anni. Risulta quindi fondamentale un aiuto istituzionale, laddove non si riesce a scalfire questa consuetudine di non arrivare a raggiungere una posizione apicale. I risultati di successo dimostrano come poi concretamente la donna, all’interno del meccanismo, possa raggiungere più rapidamente il processo di innovazione nella start up piuttosto che nell’azienda, o nella sanità. Da qui la nostra iniziativa. Con Women for Oncology Italy ci siamo fatte promotrici di una campagna che proponga l’inserimento di obiettivi specifici per le direzioni, al fine di rendere il lavoro più amico e di garantire un equo accesso alla crescita professionale. Abbiamo lanciato una survey, per aiutarci a comprendere le aree di miglioramento e le iniziative concrete per superare il gender gap e per la quale invitiamo tutti quelli che non lo avessero ancora fatto a darci un contributo”. Il sondaggio, realizzato in collaborazione con Mondosanità, è scaricabile con richiesta di pubblicazione e di condivisione al seguente link: https://it.surveymonkey.com/r/JKKNB9F.

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Sono oltre 2 milioni i NEET in Italia, ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Gli ultimi dati Istat (2021) confermano un fenomeno allarmante che interessa il 24% dei giovani. Un numero in crescita rispetto al 2020: più di 97 mila ragazzi nell’ultimo anno sono usciti da percorsi lavorativi o di studio. È il dato peggiore in Europa dopo Turchia, Montenegro e Macedonia. Sul fenomeno ha gravato la pandemia COVID19 che ha avuto ripercussioni importanti sulle nuove generazioni, dall’aumento dell’insicurezza nello studio e nel lavoro, ai problemi legati alle relazioni sociali e alla salute mentale, resi ancora più rilevanti dalla mancanza di misure a sostegno del reddito e dell’occupazione giovanile. La situazione peggiora se guardiamo al differenziale di genere: è inattivo il 25% delle ragazze in Italia, contro il 21,3% dei ragazzi. Secondo una ricerca OCSE (2021) le giovani donne hanno meno probabilità di trovare un impiego rispetto ai loro coetanei uomini. Nel nostro Paese solo il 30% delle donne tra i 25 e i 34 anni con un diploma di istruzione secondaria di primo grado ha trovato un impiego nel 2020, rispetto al 64% degli uomini. Il divario di genere è evidente anche rispetto al fenomeno NEET. Per questo motivo la quarta edizione di Lavoro di Squadra, progetto promosso da ActionAid a Milano nell’ambito della prevenzione e del contrasto alla povertà giovanile, si focalizza su ragazze e giovani che si identificano con il genere femminile, tra i 16 e i 25 anni che rientrano nella condizione di NEET. Lavoro di Squadra coinvolge le ragazze e le giovani donne in un percorso finalizzato alla loro attivazione supportandole nella definizione di un percorso personale con l’obiettivo di costruire insieme un progetto lavorativo o formativo, volto a valorizzarne e scoprirne talenti, competenze e desideri. Il modello si articola attraverso diverse strategie di intervento che vanno da laboratori partecipativi, ad attività creative, come il corso di fotografia. Lavoro di Squadra è realizzato da ActionAid a Milano, con il contributo di Z Zurich Foundation e in collaborazione con Afol Metropolitana, Istituto Italiano di Fotografia e LaFabbrica. Lavoro di Squadra, nato nel 2014 per prevenire e contrastare la povertà giovanile, negli anni è stato implementato in diverse città – fra cui Bari, Reggio Calabria e Torino – intercettando complessivamente oltre 650 ragazzi e ragazze. A Milano, il progetto viene realizzato dal 2015, prima nel quartiere Gratosoglio e dal 2018 al 2021 nel quartiere Comasina, grazie al contributo di Z Zurich Foundation. Negli ultimi tre anni sono stati coinvolti in totale 102 ragazzi e ragazze e oltre il 70% di loro al termine del percorso ha trovato lavoro, cominciato un tirocinio, iniziato un corso di formazione o istruzione. Grazie ad un percorso personale vengono valorizzate le competenze e i talenti dei ragazzi e delle ragazze, attraverso sessioni di empowerment, orientamento alla formazione e al lavoro, laboratori di alfabetizzazione digitale e un corso di fotografia, realizzato dall’Istituto Italiano di Fotografia che, tra le diverse attività, ha prodotto una fanzine dal titolo “Vedere Vedersi”: un viaggio all’interno della fotografia come specchio per riflettere sul mondo che ci circonda, ma anche sulla realtà che si dispiega dentro di noi.

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Al via il terzo anno del progetto Opinion Leader 4 Future

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

E’ il programma triennale nato dalla collaborazione tra l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e le media relation di Credem, tra i principali e più solidi istituti bancari italiani. Il progetto, partito ad inizio 2020, punta a stimolare il dibattito, il dialogo ed il confronto analizzando la rilevanza ed il ruolo dei nuovi opinion leader nel panorama informativo con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della conoscenza dei meccanismi di comunicazione e di formazione delle opinioni. Tale iniziativa di sostegno alla ricerca accademica è in linea con il percorso strategico avviato dal Gruppo Credem ed orientato ad una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità sociale, economica ed ambientale. Per Università Cattolica il progetto rappresenta un virtuoso esempio di collaborazione con il mondo dell’impresa, un’opportunità di accrescimento delle conoscenze scientifiche sui fenomeni complessi e cruciali della formazione dell’opinione ed un modello di sinergia fra le tre missioni dell’Ateneo: ricercare, insegnare ed incidere sulla società. Il progetto ha alimentato un importante dibattito e generato un crescente interesse. Da inizio 2020 oltre 100 milioni di persone sono state potenzialmente raggiunte dalle iniziative in agenda. Sono stati realizzati 15 seminari accademici virtuali, coinvolti oltre 45 tra esperti, ricercatori e professori universitari e generati più di 550 mila contatti complessivi sulle piattaforme di social media. Nel 2022 si presterà attenzione al sempre maggiore bisogno da parte dei cittadini di un’informazione semplice da comprendere, spendibile e capace di orientare con consapevolezza le scelte di vita quotidiana. Al contempo si approfondiranno i nuovi ruoli affidati agli opinion leader che diventano non solo veri e propri broker informativi, ma anche attivisti, sensibilizzatori, coach e mentori. In febbraio è partita una nuova ricerca orientata a comprendere come i singoli e le famiglie si informano in materia di salute, economia, educazione, ambiente e società ed in primavera saranno mappati i principali snodi informativi attivi in questi ambiti. A livello di formazione e divulgazione sono inoltre in programma per il 2022 due workshop universitari con il coinvolgimento di opinionisti digitali e alcuni webinar pubblici sul tema dell’informazione sanitaria con il costante supporto dell’Advisory Board. Nel 2020 le ricerche si sono concentrate sulla circolazione delle news tra persone facenti parte della generazione Z (persone nate tra il 1995 e il 2010) con particolare riguardo alla creazione delle opinioni durante il lockdown su tematiche legate all’emergenza sanitarie e su risparmio ed educazione finanziaria. Nel 2021 l’attività si è focalizzata su una rilettura in chiave intergenerazionale delle pratiche e risorse informative, con approfondimenti dedicati ai minori e alle donne. Al fine di allargare ulteriormente l’agenda di ricerca di Opinion Leader 4 Future e di sintonizzarla su temi di maggiore rilevanza sociale, il 2021 ha visto la nascita di un comitato (Advisory Board) che riunisce studiosi ed esperti con approccio multidisciplinare e visione internazionale.

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Nei territori ucraini al centro della crisi la libertà religiosa è sempre più minacciata

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Le politiche discriminatorie delle autorità russe che occupano la Crimea e delle cosiddette Repubbliche di Lugansk e Donetsk, riconosciute da due giorni dalla Russia, hanno causato numerose violazioni della libertà religiosa.Tali violazioni commesse nella regione ucraina del Donbass, controllata da gruppi armati comandati dalla Federazione Russa, hanno incluso detenzioni e imprigionamenti, torture, confische di proprietà, incluse chiese e sale per incontri, aggressioni fisiche e minacce di violenza, atti di vandalismo, multe e restrizioni alle attività missionarie, alle funzioni religiose, alle cerimonie, ai raduni, e il divieto di formare gruppi religiosi pacifici. Tra le comunità religiose più colpite figurano la Chiesa ortodossa dell’Ucraina, precedentemente denominata Chiesa ortodossa ucraina – Patriarcato di Kiev, la Chiesa greco-cattolica ucraina, i cristiani protestanti e i Testimoni di Geova. La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, comunemente chiamata Chiesa mormone, e i cristiani pentecostali hanno subìto una serie di vessazioni da parte delle autorità della cosiddetta Repubblica Popolare di Donetsk. Per quanto riguarda invece la cosiddetta Repubblica Popolare di Lugansk, il principale strumento di repressione ai danni delle comunità religiose è rappresentato da un utilizzo improprio della procedura di registrazione. Le organizzazioni religiose che al 15 ottobre 2018 non risultavano registrate sono diventate infatti oggetto di ritorsioni. Nel 2019, ad esempio, sono state tagliate le forniture di gas agli edifici non registrati in cui si svolgevano funzioni religiose, con la minaccia di ulteriori tagli, per limitare l’accesso, anche alle forniture idrica ed elettrica. Successivamente 12 libri della Chiesa battista sono stati aggiunti a una lista statale di materiale estremista, che include persino il Vangelo di Giovanni.I leader religiosi che svolgono le proprie attività nonostante non si siano registrati subiscono molestie e persecuzioni. Prima dell’occupazione russa della Crimea, nella penisola operavano circa 50 organizzazioni religiose; nel 2019 il loro numero era sceso a 9. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha più volte pubblicamente evidenziato la necessità di nominare anche in Italia un Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa, e nell’ottobre 2021 il sottosegretario Manlio Di Stefano, rispondendo a un’interrogazione in Commissione Affari esteri della Camera avente il medesimo oggetto, aveva replicato che la proposta di nomina era alla valutazione della Farnesina. ACS auspica che un Inviato speciale per la libertà religiosa divenga operativo quanto prima anche nel nostro Paese, per affiancare l’azione governativa anche nel delicato scenario ucraino.

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New Fraunhofer Center for Sensor Intelligence in Saarland

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 febbraio 2022

Saarland’s Minister President Tobias Hans and the President of the Fraunhofer-Gesellschaft, Prof. Reimund Neugebauer, signed an agreement today to establish the Fraunhofer Center for Sensor Intelligence. It will address the entire innovation chain in the pioneering field of intelligent sensor technology, bring together core areas of expertise from the regional research landscape and develop them further. The center will be housed in a new building on the campus of Saarland University as part of a joint project between the Fraunhofer Institute for Biomedical Engineering IBMT and the Fraunhofer Institute for Nondestructive Testing IZFP.Measurement data captured by smart sensors enables knowledge-based decisions. To put it simply, a sensor can make decisions, control processes or trigger actions by itself. This is particularly important when it comes to optimizing industrial and medical technology manufacturing processes. In order to further advance developments in this field of technology, Saarland’s Minister President Tobias Hans and the President of the Fraunhofer-Gesellschaft, Prof. Reimund Neugebauer, signed a joint agreement today at the Saarland State Chancellery to establish the Fraunhofer Center for Sensor Intelligence ZSI.The opening of the new Fraunhofer center will see the emergence of a highly innovative field of research involving intelligent sensor technology that builds on the core areas of expertise of the two Saarland-based Fraunhofer institutes: Fraunhofer IZFP and Fraunhofer IBMT. The center’s particularly application-oriented approach to research is set to demonstrate the potential of these sensor systems in the sectors of materials, production and healthcare. In addition, the joint research and demonstration center will address the specific issues associated with industrial digitalization and develop solutions for Saarland’s economy in the field of complex sensor systems.Today’s agreement is also a key investment in Saarland as a research location. The joint growth initiative is a central development measure in the context of Saarland’s innovation strategy in the key areas of informatics, smart production & automotive and life science & material science.The plan is to establish Fraunhofer ZSI on the campus of Saarland University. The new building and its facilities, which will cost around 35 million euros, are to be funded from federal, state and EU Structural Funds (ERDF) resources. In addition, the budget for personnel and projects for the five-year start-up phase of Fraunhofer ZSI is expected to be around 29 million euros, which will be funded by the Fraunhofer-Gesellschaft, the state of Saarland and other third-party donors. After the five-year start-up phase, up to 80 additional jobs are expected to be created and Fraunhofer ZSI will operate sustainably under the established Fraunhofer financing model of the federal and state governments in a 90:10 ratio. (abstract)

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Mimì, Tutti ne parlano, io l’ho conosciuta

Posted by fidest press agency su domenica, 27 febbraio 2022

È in libreria, dal 10 febbraio Mimì, tutti ne parlano io l’ho conosciuta, ritratto inedito dell’indimenticabile Mia Martini, a cura di Davide Matrisciano, raccontato attraverso la lente di chi ha lavorato con lei, di chi l’ha conosciuta sul palco e dietro le quinte, di chi le è stato sinceramente amico. Un quadro arricchito da fotografie inedite, appunti, bozze di testi e accordi che raggiungono per la prima volta il pubblico, raccolti direttamente dall’archivio personale della stessa Mimì. Della donna, del lato umano, è stato scritto molto, e molto affiora tratteggiato anche in questo volume; quello che invece emerge come un filo rosso che unisce tutte le testimonianze raccolte è il profilo di un’artista e di una musicista di eccezionale spessore, raffinata e maniacale nella ricerca della perfezione e della sperimentazione. A fare da cornice è il contesto musicale di circa un ventennio, dagli esordi degli anni Settanta agli anni Novanta; il ricordo di un mondo musicale e discografico che oggi non esiste più, di grande fermento, ricco di possibilità e incontri sinceri, genuine commistioni, quelle che contraddistinsero la carriera di Mimì; gli anni della RCA e della canzone d’autore.Tra i tanti interventi che compongono il testo, quelli di Enrico Ruggeri, Edoardo Bennato, Marco Masini, Peppe Vessicchio, Tullio De Piscopo, Fio Zanotti, Mario Luzzatto Fegiz, Massimo Cotto, Shel Shapiro, Dodi Battaglia e Claudio Baglioni. Il libro, pubblicato dalle edizioni Terre Sommerse per la collana Musica&Storie, è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale La Fenice,(che ha prodotto e realizzato il Progetto che prevede, oltre al libro, anche la realizzazione dell’omonimo Docufilm in coproduzione con Calabria Film Commission, scritto e diretto da Gianfrancesco Lazotti).

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How Ukraine’s leader, Volodymyr Zelensky, found his roar

Posted by fidest press agency su domenica, 27 febbraio 2022

On the morning of February 26th Volodymyr Zelensky posted a video of himself on Twitter. After a night of the worst fighting Kyiv had seen since the second world war, and of propaganda from Moscow claiming that he had fled the capital in fear, Ukraine’s president emerged from his office red-eyed and unshaven. He was holding a smartphone in his right hand as he filmed himself walking past the House with Chimaeras, a famous Kyiv landmark that serves as the presidential residence. He smiled at the camera and declared: “Good morning to all Ukrainians! There are a lot of fakes out there…[but] I am here.”Mr Zelensky looked exhausted, but happy: happy to be alive, happy that Kyiv had not fallen and happy to play the role of a national leader, holding his nerve and his country together in the darkest hour of its 30-year history as an independent state. That was not the role he had chosen, but the one that was thrust upon him when Russia invaded Ukraine on February 24th. He has carried it off with dignity, strength and a dash of humour. When America offered to airlift him to safety, he retorted: “The fight is here; I need anti-tank ammo, not a ride.”The night before, speaking in Moscow, Vladimir Putin, Russia’s president, had pledged to rub out Mr Zelensky. Ukraine’s president is a native Russian-speaker of Jewish heritage. Nonetheless, seething with hatred, Mr Putin had branded him and his government “drug-taking Nazis”.If fortune favours Mr Zelensky, it is because he carries the virtue that Mr Putin lacks: he speaks the truth for his people. By Arkady Ostrovsky Russia and eastern Europe editor The economist

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Welcome to our weekly newsletter highlighting the best of The Economist’s coverage of the pandemic and its effects

Posted by fidest press agency su domenica, 27 febbraio 2022

Hong Kong’s refusal to live with covid-19 is causing chaos. Having managed to keep the virus at bay for two years, the territory—which is attempting to replicate the Chinese mainland’s “zero-covid” approach—has seen a surge of infections. Mass testing of all its 7.4m people is planned throughout March.In England, meanwhile, coronavirus regulations are no more. Many public-health advisers fear they may have been scrapped too soon. But covid in England is no longer the same disease that shut down the country in 2020 and 2021.Nearly a year has passed since Congress approved the American Rescue Plan Act (ARPA), promising spending of $1.9trn, equivalent to 9% of GDP. Many, including The Economist, worried that such federal largesse looked excessive. These fears have been borne out. In the United States section, we examine how states are using, and misusing, funds from ARPA. Governors are benefiting politically today, but they are creating liabilities for tomorrow.Are some countries faking their covid death counts? A study casts doubt on some abnormally neat numbers. It finds the variance in reported death tolls to be suspiciously low in several countries—almost exclusively without a functioning democracy or a free press.Cities have often bounced back from crises—from pandemics and earthquakes to floods and fires. But with the mass return to office work still uncertain, the pandemic has sharpened debate about what the future holds for commercial hubs. Zanny Minton Beddoes Editor-In-Chief The Economist

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