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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 1 agosto 2017

I.S.R. racing centra la top ten nella prestigiosa Total 24 Hours of Spa

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

racingracing2L’attesa Total 24 Hours of Spa ha confermato il valore e la competitività di I.S.R. racing che ha colto un positivo nono posto assoluto con l’equipaggio n.76 supportato ufficialmente da Audi Sport e composto da Pierre Kaffer (GER), Frank Stippler (GER) e Kelvin van der Linde (ZAF).Sul leggendario circuito di Spa Francorchamps, oltre all’equipaggio n.76, I.S.R. racing ha schierato anche l’Audi R8 LMS n.75 affidata a Filipe Albuquerque (P), Filip Salaquarda (CZ) e Clemens Schmid (AUT). Entrambi gli equipaggi hanno subito confermato un ottimo feeling con il tracciato, nonostante le condizioni mutevoli che hanno caratterizzato le prime due giornate, e hanno saputo tradurre la determinazione del team ceco in prestazioni di assoluto valore. Dopo una sessione di prove libere concentrata sullo studio dei migliori set-up, le vetture I.S.R. racing si sono messe in luce nelle Pre Qualifiche con la n.75 che ha chiuso con il quarto miglior tempo seguita a pochi centesimi dalla n.76 al quinto posto. L’altissimo livello degli avversari e i distacchi ridottissimi non hanno però fermato la progressione di I.S.R. racing che nelle suggestive qualifiche, disputate venerdì sera prima con il tramonto e poi nella sessione in notturna, ha portato entrambe le vetture nelle prime venti posizioni e si è assicurata la possibilità di giocarsi la Super Pole. La prestazione è maturata nella prima elettrizzante sessione dove, con ben 36 vetture nello stesso secondo. Albuquerque, Salaquarda e Schmid, sulla n.75, hanno staccato un ottimo undicesimo miglior tempo in 2:18.977 seguiti a pochi decimi da Kaffer, Stippler e Van der Linde, con la n.76, dodicesimi in 2:19.003.Dopo aver a lungo condotto il warm-up di sabato, Clemens Schmid ha portato in pista la n.75 per la Super Pole, chiudendo al nono posto assoluto in 2:18.047 e assicurandosi la quinta fila. Kelvin van der Linde ha invece guidato la vettura n.76, e in 2:18.164 ha guadagnato la sesta fila in dodicesima posizione.Emozionante come da tradizione la gara, corsa per la maggior parte del tempo con pista asciutta. L’Audi R8 LMS n.75 è scattata con Albuquerque alla guida. Il pilota portoghese è stato subito efficace ed ha dimostrato un ottimo passo gara, seguito da Schmid che ha segnato anche riscontri cronometrici di valore. Intorno alla quinta ora, nelle prime fasi del suo stint, Salaquarda è stato racing1protagonista di un’uscita di pista a Blanchimont che ha riempito d’erba il radiatore, con il motore che si è surriscaldato e ha costretto l’equipaggio ad un prematuro ritiro.L’Audi R8 LMS n.76, supportata ufficialmente da Audi Sport e affidata ad I.S.R. racing, è quindi rimasta l’unica in pista a difendere i colori del team ceco. La straordinaria strategia di gara e le prestazioni dei piloti hanno permesso all’equipaggio di guadagnare delle posizioni approfittando di alcuni momenti chiave senza mai farsi trarre in inganno nè dalle neutralizzazioni nè dallo scroscio di pioggia caduto durante la notte. Dopo diciannove ore di gara, l’equipaggio si è issato in nona posizione con un ragguardevole margine sugli inseguitori e Kaffer ha poi concretizzato il risultato sotto alla bandiera a scacchi.Igor Salaquarda (I.S.R. racing, Team Principal):
“È stata una gara molto tirata, il livello di competitività degli avversari non ha permesso nessun margine di errore e siamo davvero soddisfatti di aver concluso nella top ten anche quest’anno, replicando il risultato del 2016. Sicuramente dispiace per il prematuro ritiro di Filipe, Filip e Clemens, il loro passo era davvero notevole e sono sicuro che sulla distanza avrebbero potuto esprimersi per le prime posizioni. Aver concluso la gara con la vettura supportata da Audi Sport è un grande prestigio per noi, Pierre, Frank e Kelvin sono stati estremamente efficaci, hanno saputo gestire con esperienza ogni fase e siamo molto orgogliosi di aver contribuito a concretizzare un weekend storico per la casa di Ingolstadt che è tornata alla vittoria dopo l’ultima affermazione del 2014”.I.S.R. racing si fermerà ora per la pausa estiva prima di tornare in pista per l’appuntamento conclusivo della serie in programma sul circuito del Nürburgring dal 15 al 17 settembre prossimi. (foto: racing)

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Consegna del Premio Segreti d’Autore

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

silvio orlando2 agosto Valle/Sessa Cilento – Palazzo Coppola Ore 21,30 Ruggero Cappuccio dialoga con Silvio Orlando, ripercorrendo con il celebre attore, la sua carriera tra televisione, cinema e teatro. La magia dell’interpretazione Silvio Orlando dialoga con Ruggero Cappuccio Consegna del Premio Segreti d’Autore (scultura realizzata da Mimmo Paladino). Il secondo appuntamento di Segreti d’Autore – Festival dell’Ambiente, delle Scienze e delle Arti, dal titolo La magia dell’interpretazione, ha come location il meraviglioso borgo di Valle (Sessa Cilento) e il settecentesco Palazzo Coppola.
L’immediatezza della TV, con la quale si diventa parte integrante del quotidiano del pubblico. Il cinema che è fotografia, luci, location naturali, sfumature, micromovimenti. Il teatro come luogo dove tutto accade, dove finzione e realtà si confondono perché non ci sono filtri, l’altrove dove tutto ebbe inizio. Tre mondi apparentemente diversi dove la parola e la comunicazione fanno da comune denominatore al percorso attoriale. Molti e diversi sono i paesaggi interni alla parola, ma non meno importanti ed interessanti sono le atmosfere che dalla parola promanano, la temperatura interiore che da essa si percepisce. Ed è da questa prospettiva di senso che Ruggero Cappuccio e Silvio Orlando si confronteranno, accompagnando il racconto con immagini video della carriera dell’attore più volte vincitore del David di Donatello, del Nastro d’Argento, del Globo d’Oro, del Ciak d’Oro, della Coppa Volpi alla 65° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e interprete di un indimenticabile personaggio nel serial movie The Young Pope di Paolo Sorrentino. Durante l’incontro sarà conferito il Premio Segreti d’Autore 2017 a Silvio Orlando, opera realizzata da Mimmo Paladino. L’ingresso agli eventi è gratuito.

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Scuola: Rinnovo del contratto, sindacati al bivio

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

ministero-pubblica-istruzionePer domani, l’Aran ha convocato il governo e i rappresentanti dei lavoratori per l’avvio della negoziazione, sui temi generali, in previsione dell’imminente accordo sull’Atto di indirizzo preliminare. Sono diverse le problematiche irrisolte: il cumulo degli aumenti con il bonus 80 euro in modo che uno non escluda l’altro; la scarsità degli incrementi medi lordi, solo 85 euro, da mettere sulla parte fondamentale della retribuzione, a cui si aggiunge il salario accessorio che sarà distribuito per merito. Tra le questioni trasversali ai comparti ci sono, oltre alle risorse, i capitoli relativi a orari e ferie, nonché la revisione dei permessi e delle assenze per malattia.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal-Confedir): prima di firmare un contratto del genere, ascoltiamo la ‘base’ con un referendum. Perché dai nostri calcoli servono 2.400 euro di aumenti annui per i docenti e 6mila per i dirigenti. I nodi da sciogliere, tuttavia, non sono solo economici. Riguardano, a esempio, la perdurante discriminazione del personale precario rispetto a quello di ruolo. E perché per i neo assunti è stato introdotta, con i sindacati rappresentativi d’accordo, l’assurda abolizione del primo scatto stipendiale? E come mai non è stata ancora introdotta la figura del vicario del dirigente scolastico? È giunto poi il momento di ripristinare le 4mila dirigenze scolastiche tagliate negli ultimi dieci anni. Lo stesso vale per il taglio di 50mila Ata e la mancata assunzione di Ata. Tra il personale non docente, inoltre, grida vendetta il trattamento riservato ai Dsga: che fine ha fatto il loro concorso, più volte annunciato dal Miur, come quello dei presidi e dei Coordinatori di segreteria. Inoltre, non si può gestire un Ata come si faceva 20 anni fa, quando le loro competenze erano decisamente diverse. Come bisogna prevedere organici differenziati per il Sud e le zone disagiate. Per questi motivi diffidiamo i sindacati a non svendere la categoria per pochi denari e arretrando sui loro diritti, come la malattia, i permessi e l’orario di lavoro: rappresenterebbe un errore storico, che il personale, mai come stavolta, si legherebbe al dito. Il sindacato ha già fatto sapere, al tavolo di contrattazione sull’Atto di indirizzo, cheil minimo che il Governo possa proporre è il recupero dell’inflazione indicizzata pari al 7%, come previsto dalla Consulta. A cui si aggiunge la stessa cifra per l’aumento effettivo. Ma siccome sinora non ci sono i presupposti, ha così deciso di presentare ricorso per il recupero totale degli arretrati. Per maggiori informazioni: ricorso Anief; ricorso Udir.

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Capri: Il cinema in Certosa

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

Capri_CinemaCertosaCapri al via mercoledì 2 agosto la quarta edizione di “Cinema in Certosa”, rassegna diretta da Remigio Truocchio e promossa dalla Federalberghi, dal Comune di Capri, dal Porto Turistico Marina di Capri e dal Polo Museale Regionale della Campania.
La rassegna cinematografica, che ha registrato lo scorso anno oltre 6.000 presenze, è organizzata da Cineventi e supportata da Ferrarelle, main sponsor, CineProject Nec e Fx Treme, sponsor tecnici.
Cuore pulsante e gioiello della manifestazione è la prestigiosa Certosa di San Giacomo ed il suo chiostro grande, complesso architettonico della seconda metà del ‘300, per l’occasione allestito con un impianto cinematografico d’avanguardia, un dolby digital ed un maxi schermo di oltre 15 metri, per ospitare cinque importanti serate di cinema en plein air , che si terranno dal 2 al 9 agosto.
La manifestazione, nata nell’ottica di prevedere un prestigioso ed esclusivo evento di cinema estivo sull’isola che avesse allo stesso tempo una valenza turistica e culturale, con proiezioni di film in anteprima nazionale e due titoli italiani (con sottotitoli in inglese), tra quelli che hanno principalmente segnato la stagione cinematografica, punterà anche quest’anno sulla varietà dei generi e dei contenuti, così da coinvolgere un pubblico sempre più trasversale. Anche per quest’anno si conferma la formula, per molti titoli presentati, della proiezione in versione originale sottotitolata, così da favorire la partecipazione all’evento anche dei tanti turisti stranieri presenti sull’isola.
Si parte con una grande anteprima nazionale distribuita da 01Distribution per Leone Group, che porta a Capri Miss Sloane, uno spy-thriller politico, diretto dal britannico John Madden (Shakespeare in Love, Marigold Hotel, tra gli altri) con una Jessica Chastain superlativa, in uscita nelle sale il 31 agosto.
Capri_CinemaCertosa1Si prosegue venerdì 4 agosto con una doppia proiezione: in prima serata verrà presentato La Tenerezza, il pluripremiato film di Gianni Amelio, in versione sottotitolata in inglese, con Elio Germano e Micaela Ramazzotti e a seguire l’anteprima di Monolith, in uscita nelle sale nella settimana di Ferragosto distribuito da Vision Distribution, un thriller ad alta tensione, diretto da Ivan Silvestrini con Katrina Bowden e Damon Dayoub nato dall’omonimo fumetto-cult di Roberto Recchioni che racconta la storia di Sandra, costretta a una drammatica lotta contro il tempo e contro la tecnologia per riuscire a salvare il figlio David. Spazio ai bambini domenica 6 agosto con la proiezione speciale in prima serata, in versione originale con sottotitoli in italiano, del nuovo lungometraggio d’animazione Disney•Pixar Cars 3, terzo capitolo della celebre saga che riporta sul grande schermo il leggendario Saetta McQueen, alla quale seguirà la commedia Due sotto il burqa (Some like it veiled), sorprendente opera prima della regista franco-iraniana Sou Abadi (in sala da dicembre per I Wonder Pictures). Si prosegue Lunedì 7 agosto con Indivisibili, terzo film di Edoardo De Angelis, protagonista della scorsa stagione cinematografica e vincitore di 6 David di Donatello, con le gemelle Fontana nel ruolo di due gemelle siamesi cantanti, che con le loro esibizioni danno da vivere a tutta la famiglia. Si conclude la quarta edizione mercoledì 9 agosto con due importanti anteprime: in prima serata L’inganno, scritto e diretto da Sofia Coppola, con protagonisti Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning, remake de La Notte brava del soldato Jonathan, presentato e premiato all’ultimo Festival di Cannes ed in sala per Universal Pictures dal 14 Settembre; in seconda serata il nuovo action movie firmato Edgar Wright, Baby Driver – Il genio della fuga (nelle sale italiane dal 7 settembre per Warner Bros. Entertainment Italia), esilarante commedia che mescola crimine ed inseguimenti in auto, condita da una musica elettrizzante con protagonisti Ansel Elgort, Lily James, Jamie Foxx e Kevin Spacey. L’amministrazione Comunale continua a guardare con grande entusiasmo il progetto del cinema in Certosa: “Il Cinema in Certosa è ormai uno degli appuntamenti fissi della nostra stagione – dichiara il Delegato al Turismo della Città di Capri Antonino Esposito – e anche quest’anno intende rivolgersi al pubblico nazionale e soprattutto internazionale della nostra isola. Sono certo anche per questa quarta edizione la nostra Certosa si trasformerà in una delle arene più suggestive che si possano immaginare”. (foto: Capri_CinemaCertosa)

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Dal pane e cicoria al pane ed acqua

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

pane laterzaDi tanto in tanto si parla del pasto dei più umili per significare una posizione ma anche una condizione in cui si dibatte quel popolo che è definito dalla cultura rococò “sovrano” ma è, in pratica, preso a schiaffi in faccia e relegato alla condizione di chi dietro le sbarre è condannato a mangiare “pane e acqua” o chi nella fatica dei campi si accontenta dell’umile pasto del pane e cicoria. Cosa si potrebbe dire di più e di meglio per identificare chi subisce ma ne è consapevole e non l’accetta e chi si accontenta del “male minore”? E’ purtroppo la triste condizione in cui si dibatte la stragrande maggioranza dell’umanità. L’interrogativo è sempre lo stesso: perché l’80% della popolazione mondiale non ha il necessario per vivere e il restante sguazza nel superfluo? Perché la solidarietà tanto decantata non funziona? Perché dobbiamo favorire i facili arricchimenti che, per altro, procurano morte e distruzione come il commercio delle armi e i conseguenti stimoli agli acquirenti nel generare guerre e genocidi? E i perché continuano ad essere tanti se si pensa che negli stessi Stati Uniti, per definizione paese ad alto tasso di democrazia e di civiltà, circa 50 milioni di cittadini sono privi di assistenza sanitaria. Si paventa il rischio che il bilancio dello Stato vada fuori controllo volendo ipocritamente ignorare i tanti miliardi che si sprecano per armare e dispiegare un esercito ritenuto il più forte del mondo. La verità è che il male oscuro che sta erodendoci dall’interno, come un terribile carcinoma, è che noi abbiamo fatto perdere il senso e il valore di parole nobilissime come “democrazia, libertà e giustizia” e soprattutto solidarietà e le abbiamo, persino, utilizzate per giustificare abusi e prevaricazioni. Se vogliamo, a questo punto, salvare il salvabile è necessario che prendiamo tutti insieme coscienza che abbiamo imboccato una strada sbagliata e che è necessario, prima di raggiungere il punto di non ritorno di ritrovare la via della ragione e del buon senso, ma anche nella consapevolezza che l’uomo e la natura non sono antagonisti e nemici con altri uomini e altre nature ma che tutti insieme siamo dei costruttori di pace e che la pace non è solo una parola ma un fatto. (Riccardo Alfonso)

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Politica: Perché si naviga a vista?

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

motonave shardenLa famiglia rappresenta, in una società composita come la nostra, il primo nucleo di un raggruppamento sempre più ampio e composito. Se configuriamo lo stato come la summa di tutti i nuclei familiari esistenti in una comunità possiamo dire che ci troviamo in una grande famiglia allargata dove si dilatano necessariamente i vari problemi ma che abbiamo anche l’opportunità di riconoscerci in essi, sia pure nel nostro piccolo, in quanto la sola variabile è nell’ordine di grandezza ma non nei contenuti. Se partiamo da questa considerazione possiamo comprendere meglio la conflittualità che può nascere tra il capo famiglia e i suoi componenti e, in un modello più vasto, tra il capo dell’esecutivo e le varie parti sociali. Questo raffronto è ancora più pregnante se prendiamo a “modello base” una famiglia patriarcale, da una parte, e il capo dell’esecutivo dall’altra. In entrambi i casi abbiamo rilevato un calo netto dell’autorità che un tempo si riconosceva al capo famiglia e al rispetto che si nutriva per l’anziano. Non basta più far calare i propri meriti dal fatto che si è padre e marito. La moglie chiede una corresponsabilità nella gestione del menage, solo pochi anni fa impensabile, e i figli, a loro volta, tollerano poco essere richiamati anche se chi lo fa è motivato non solo dal suo ruolo genitoriale. Lo stesso sta accadendo nella famiglia più grande che ruota intorno al concetto di stato. Si giudica per quello che si è e non per quello che si rappresenta. Per questo motivo che ricopre cariche istituzionali ha l’obbligo-dovere d’essere d’esempio, di mostrare maggiore preparazione, più equilibrio, più obiettività. E i partiti, che nel piccolo sono rappresentati dal modo come i familiari interpretano la funzione guida di chi si è assunto l’incarico e ne esprime una valutazione critica, devono riflettere un rapporto altrettanto valido se vogliono essere rispettati, seguiti, sostenuti. Proprio per questo motivo noi abbiamo bisogno a tutti i livelli di “comando” e di partecipazione e di adesione di una figura che sappia essere all’altezza del compito che gli abbiamo assegnato non come capo ma come primus inter pares. Se non entriamo in quest’ordine d’idee prevarrà solo il nostro spirito gregario, acritico, servile, pappagallesco. E la famiglia e la società avranno di che lamentarsi. Diventa, inesorabilmente, una crisi di sistema. (Riccardo Alfonso)

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In casa abbiamo prodotti cancerogeni?

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

casaleAlcune piccole attenzioni quotidiane possono essere utili per prevenire nel tempo conseguenze dannose per la nostra salute poiché è coscienza dei più che nelle nostre case, molto spesso, sono presenti oggetti e beni di ogni tipo che contengono sostanze che alla lunga possono risultare assai dannose per noi e per i nostri cari. Innanzitutto, va da sé che alcuni prodotti facilmente rintracciabili sugli scaffali dei supermercati contengono sostanze la cui esposizione prolungata secondo la scienza e la ricerca medica possono costituire fattori cancerogeni e tra queste formaldeide, nitrobenzene, cloruro di metilene, naftalina, sono solo qualche esempio. Quindi, come non ci stancheremo mai di ripetere, è sempre bene, per ogni acquisto consapevole, leggere le etichette e le composizioni di ogni prodotto che acquistiamo ed iniziare a seguire alcune piccoli consigli che ci permettiamo di dare.
1. Evitare quindi deodoranti per l’ambiente che contengono naftalina e formaldeide. Meglio, per deodorare i nostri ambienti, quelli a base di zeolite o fragranze naturali da oli essenziali. Per le candele profumate o ornamentali, invece, bisognerebbe tenersi lontano da quelle alla paraffina aromatizzate artificialmente perché producono sostanze pericolose, fuliggine compresa. Sempre meglio quelle a base di cera d’api con stoppino in cotone.
2. Per gli amanti della pittura, della scultura, del decoupage o del bricolage bisogna stare sempre attenti ai prodotti che utilizziamo: colle, mastici epossidici, pitture acriliche, solventi e pennarelli indelebili contengono quasi sempre sostanze potenzialmente cancerogene che ci dovrebbero far sconsigliare, quindi l’esposizione ed il contatto: quindi se non se ne può proprio fare a meno perché non esistono prodotti naturali alternativi usare sempre mascherine e guanti.
3. Questo vale anche per le pitture e vernici utilizzate per tingere gli ambienti della casa: ne esistono oggigiorno di tipi che sono a basso contenuto di composti organici volatili (Voc), ed anche alcune che non ne hanno affatto. Costano un po’ di più, ma la salute viene sempre prima.
4. Anche i detergenti per tappeti e moquette possono nascondere sostanze nocive: ma anche in questo caso esistono prodotti a base di ingredienti naturali.
5. Quanto agli insetticidi inevitabili per chi possiede un animale in casa con tutte le conseguenze del caso tra cui zecche, pulci e pidocchi è sufficiente usare prodotti a base di lindano e ricordarsi di seguire le semplici regole su come, quando e dove utilizzarli.
6. Anche nell’acquisto degli abiti si può usare qualche accortezza specie se non compriamo quelli che possono essere puliti e smacchiati con il percloroetilene. Evitiamo quindi lavaggi a secco o se proprio non ne possiamo fare a meno, cerchiamo le lavanderie che utilizzano anidride carbonica liquida o detergenti a base di succo di agrumi.
7. Arriviamo alla cottura dei cibi: il microonde è stata una rivoluzione ormai insostituibile in quasi tutte le case: dovremmo essere consapevoli che è sempre meglio cucinare le varie pietanze in contenitori di ceramica o coccio. Ma purtroppo continuiamo ad assistere a di tutto: incominciamo a bandire la plastica anche per la cottura nel microonde.
E così via, la lista potrebbe allungarsi ad un’infinità di prodotti e comportamenti, ma per oggi incominciamo da queste piccole accortezze.

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Tappa di “CinemadaMare” ad Erice

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

AmosGitai.Erice (Trapani) 1-7 agosto 2017. Martedì 1 agosto si comincia con la presentazione del festival alle ore 11.00 al Teatro Gebel Hamed. La sera, alle ore 21.30, proiezioni gratuite negli spazi della Piazzetta San Giuliano con i cortometraggi “Pazzo & Bella” di Marcello Di Noto, “Musicidio” di Ferrial Tugues, “Not out”di Abhishek Sinha. I cortometraggi sono in concorso alla Main Competition 2017 di CinemadaMare e, a tal proposito, il pubblico in piazza assegnerà un voto ai film. A seguire la proiezione del film “Free Zone” di Amos Gitai. Tra gli interpreti del film Natalie Portman, Hanna Laszlo, Hiam Abbass, Carmen Maura.
Rebecca, una giovane americana in visita a Gerusalemme, prende un taxi guidato da Hanna, una donna ebrea religiosa. Hanna è sulla strada per la zona del libero scambio della Giordania per riscattare un credito del marito, ferito poco prima in un attacco terroristico. Nella zona franca incontrano Laila, collegamento palestinese del marito con il mercato nero locale. Le tre donne partono per un viaggio pieno di tensione.
Con questo film Hanna Laszlo ha vinto il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes 2005.
Si passa alla formazione mercoledì 2 agosto, alle ore 11, al Teatro Gebel Hamed con un interessante workshop con Amos Gitai. Tra i partecipanti i 100 filmmaker e tutti coloro che vorranno imparare sul mondo del cinema.
Durante il giorno i cineasti cominceranno a studiare il territorio scegliendo i set cinematografici e gli eventuali attori da reclutare. La sera, alle ore 21.30, nella cornice di Piazzetta San Giuliano, la Main Competition con la proiezione e votazione dei cortometraggi in concorso:
“Timballo” di Maurizio Forcella,
“Le chat doré” di Roberto Enrique
“Forever”di Zhafran S.
FreeZoneA seguire la proiezione del film “Kippur” di Amos Gitai. Israele, 6 ottobre 1973, festa del Kippur: quella che dovrebbe essere una giornata di festa si trasforma nel primo giorno di guerra. Weinraub e il suo amico Ruso si mettono alla ricerca dell’unità dove hanno fatto il servizio militare. Non trovandola si uniscono ad un gruppo speciale di soccorso dell’aviazione.L’entusiasmo dei primi giorni di conflitto si spegne con il passare del tempo e l’inasprirsi della battaglia, mentre il rapporto fra i sette uomini del gruppo si fa sempre più stretto.
Lo slogan sarà: Lasciatevi ispirare dalla location. CinemadaMare, nato nel 2003, nasce con l’intenzione di promuovere l’amore verso il Cinema e tutto ciò che ruota attorno ad esso, mettendo insieme gruppi di giovani cineasti provenienti da ogni parte del mondo che, una volta giunti nella località sede di tappa, girano i propri corti direttamente sul posto, per poi proiettarli alla fine della settimana di campus. Durante il festival i cineasti si organizzano in troupe e girano i propri lavori entrando a contatto con la gente del posto. Un lavoro che unisce la sociologia al cinema, la passione per il paesaggio a quella per la cultura, il gusto per gli scorci urbani con il piacere per l’umanità.
Importante la presenza di Amos Gitai, special guest di questa edizione, regista, sceneggiatore, attore e architetto israeliano. Esordisce realizzando diversi documentari per la tv israeliana, che gli causano parecchi problemi per via della sua visione apertamente critica nei confronti dell’occupazione del territorio arabo e della politica militarista di Israele. Nella sua produzione cinematografica spazia tra immaginazione e documentarismo. Dall’inizio degli anni Settanta è stato autore di numerosi cortometraggi, prima di dirigere il suo primo lungometraggio, Esther (1985). Nel 2002 ha ricevuto il premio Roberto Rossellini. Il Centro Pompidou di Parigi gli ha dedicato una retrospettiva completa nel 2003, mentre nel 2008 è stato insignito del Pardo d’onore al Festival di Locarno. (foto: AmosGitai, FreeZone)

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Convegno internazionale sulla riunificazione delle due Coree

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

corea sudSi ѐ svolto nella sede del Parlamento sudcoreano un convegno internazionale sulla riunificazione delle due Coree a cui hanno partecipato il Vicepresidente del Parlamento, i responsabili di due dei partiti politici coreani e numerosi parlamentari. Erano presenti molti deputati e 130 interessati di 21 paesi, tra cui diplomatici e politici, che contemporanemante partecipavano al congresso del movimento esperantista mondiale, che si ѐ svolto a Seul in questa settimana. Un dibattito molto vivace si ѐ svolto tra il presidente della riunione, il professore coreano So Gilsu e 14 membri della tavola rotonda. Trattandosi di partecipanti internazionali, ѐ stato subito evidente come ognuno sia influenzato dai mezzi di comunicazione di massa del suo paese, dai suoi libri di storia, dai suoi viaggi e dalle esperienze dirette con la situazione nordcoreana. Si può ben immaginare come lo scambio di idee sia stato ricco di molti spunti diversi. Il problema ѐ molto sentito in Corea sia del sud che del nord. Ma sulla strada della riunificazione ci sono due presidenti “difficili”, pensa So Gilsu, quello nordcoreano e quello americano. Gli USA non accetterebbero mai la rinuncia alle basi militari nella Corea del sud, unica condizione che per il Nord è essenziale. La stessa cosa in termini più diplomatici è stata espressa dal vicepresidente del parlamento, Park Joo: “Dopo il 2000 il Sud ed il Nord alla fine incominciarono ad avere degli incontri al vertice che produssero una atmosfera di pacifica collaborazione per quanto riguarda la riunione delle famiglie divise, la collaborazione economica e diversi scambi culturali. Ma negli ultimi 10 anni i rapporti tra il Sud ed il Nord si sono interrotti … a causa di diverse provocazioni militari. Inoltre alcune potenze combattono per l’egemonia nella penisola coreana e perciò adesso il nostro paese è in uno stato di confusione e agitazione politica ed economica. Per la pace e la tranquillità nell’Asia Nordorientale dobbiamo al più presto possibile discutere della riunificazione della Corea.” Il convegno, il cui scopo è stato quello di accrescere la consapevolezza della necessità della riunificazione, si è svolto con il patrocinio della città metropolitana di Seul ed è stato organizzato dalla Associazione Esperantista Coreana con il sostegno del Parlamento coreano. Il dibattito si è svolto in due lingue, coreano ed esperanto.

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“Da Raggi e M5s interesse per bigliettazione ma non per futuro azienda”

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

datacenter1“La bigliettazione di Atac sembra essere stato l’unico cruccio della giunta a 5 stelle in un anno di governo. Il 2 settembre 2016 – l’assessore ai Trasporti, Linda Meleo dichiarava:’ oggi abbiamo individuato il nuovo amministratore unico di Atac, sarà l’ingegnere Manuel Fantasia, risponde ai requisiti per riuscire a portare a termine gli obiettivi del programma M5s in tema trasporti. In particolare ci aiuterà ad attuare una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda la bigliettazione.’ Il 15 settembre dello stesso anno, nel giorno dell’investitura dell’ingegner Fantasia il sindaco Raggi ci teneva a sottolineare che ‘prima di tutto dovremo riorganizzare Atac. Una delle mission sarà rivoluzionare la bigliettazione. Stiamo lavorando per avere un e-ticket, un biglietto elettronico ricaricabile che permetterà di muoversi su bus, metro e tram’. Un interesse quasi morboso che non può destare qualche sospetto.Tutti attenti alla nuova bigliettazione dell’azienda capitolina e come dichiarato dal dimissionario D. G. Rota anche il presidente della commissione mobilità Enrico Stefàno non perdeva occasione per proporgli società specializzate in bigliettazione. Raggi, Meleo, Fantasia e Stefàno così attenti alla bigliettazione quanto distratti su bilanci e piani industriali. Un anno di chiacchiere e attenzioni per società di bigliettazioni, promozioni e assetti interni. L’Atac a 5 stelle: 4 manager silurati, nessun piano industriale, bilancio in alto mare e sempre più profondo rosso. Con il rischio paventato dall’assessore Mazzillo che ad essere travolta sia l’intera amministrazione capitolina.”Così in una nota la consigliera del PD capitolino Ilaria Piccolo.

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Il Mediterraneo brucia

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

mediterraneoNegli ultimi decenni, dalla crisi internazionale degli anni settanta ad oggi, con particolare intensità negli episodi della guerra del Golfo, Bosnia e Afganistan, la questione dell’integralismo islamico si è imposta all’ordine del giorno quale fattore politico. Nasce come risposta nazionalistico-borghese contro l’imperialismo occidentale, si propone come lotta tra borghesie all’interno del mondo islamico e trascina con sé consistenti settori del proletariato e del sotto proletariato che di questa ideologia religiosa e politica finiscono per essere oggetti di manovra, strumenti di giustificazione del potere, in nome della vera libertà coranica o di un presunto anti imperialismo. Il primo problema da risolvere consiste nel comprendere le ragioni non tanto della nascita delle prime organizzazioni che si sono richiamate all’integralismo islamico, sorte agli inizi del secolo scorso, quanto della intensa proliferazione e del radicamento sociale che questi movimenti hanno prodotto negli ultimi anni. In termini grossolanamente deterministici possiamo dire che il fenomeno del ritorno alla tradizione religiosa e sociale, compresi i rapporti tra le classi, va di pari passo con l’evolversi della crisi capitalistica internazionale. I due fenomeni sono intimamente connessi al punto che il primo può trovare giustificazione solo se rapportato alle drammatiche conseguenze economiche e di aggressione bellica del secondo. La cosiddetta globalizzazione, intesa come il mezzo che il grande capitale utilizza per realizzare i propri interessi di accumulazione in una fase di saggi del profitto sempre decrescenti, si è imposta due obiettivi assolutamente irrinunciabili.
Il primo è quello di avere a disposizione, ovunque, una forza lavoro flessibile, a basso costo, con garanzie sindacali decrescenti, assumibile e licenziabile a seconda dell’andamento economico dell’impresa. Come corollario si procede allo smantellamento dello stato sociale colpendo e privatizzando le pensioni, la sanità e l’educazione in quanto spese non più compatibili con gli attuali margini di profitto, attaccando cioè, come mai era accaduto nel capitalismo moderno, la classe lavoratrice sia sul terreno salariale e normativo, sia su quello assistenziale sia della prevenzione che dei diritti conquistati.
Il secondo, centrato sull’esasperazione della concorrenza, è quello di ottenere in tutti i modi, guerre comprese, il controllo dei mercati internazionali delle materie prime (petrolio), commerciali, finanziari e della forza-lavoro. Gli Usa, che di questo processo imperialistico sono la punta avanzata, hanno imposto l’egemonia del dollaro sui mercati finanziari, hanno realizzato il controllo del petrolio nel Golfo Persico e stanno ottenendo, dopo la guerra in Afganistan, quello del Caspio.
Le due azioni combinate garantiscono al governo di Washington quota parte della rendita petrolifera parassitaria; in più gli Usa hanno imposto la loro gestione della forza lavoro di interi continenti, che va dal sub continente americano all’Asia, passando dall’India al Pakistan, dal Medio Oriente al sud est asiatico, a seconda delle necessità del decentramento produttivo che a sua volta dipende dal basso costo della forza lavoro locale. Per quanto riguarda le popolazioni e i proletariati di queste aree, gli effetti sono stati devastanti. Alle loro già precarie condizioni di vita e di lavoro si sono sommate quelle ancora più disumane e affamanti derivanti dal processo di globalizzazione.
I paesi islamici, in particolare quelli direttamente interessati alla questione petrolifera, come in Medio Oriente, Golfo Persico e attorno al Mar Caspio, sono stati investiti più duramente dall’aggressività della globalizzazione, che ha coinvolto tutte le classi sociali, da quella borghese, non direttamente legata alla rendita petrolifera, a quella proletaria, passando per la piccola borghesia imprenditoriale e di ceto professionale che è stata letteralmente proletarizzata sia in termini economici sia di status sociale. A questo processo vanno sommate le conseguenze nefaste degli imperialismi pregressi, sia nella versione ” democratica” occidentale che di quella del “socialismo” orientale. I due modelli della modernizzazione si sono rivelati per quello che erano, due metodi di colonizzazione apparentemente diversi nelle forme, assolutamente uguali nei meccanismi di sfruttamento e di spoliazione.
Ecco perché il fondamentalismo prima, e l’integralismo poi, hanno trovato il giusto terreno di coltura in tutti quegli ambienti nazionalistici che da sempre hanno sofferto la presenza del colonialismo prima, e dell’imperialismo poi. La terza via, il ritorno alle origini come strumento di fuga e di risposta all’imperialismo, è apparso nella tradizione musulmana come l’ancora di salvezza, come il punto da cui ripartire per un processo di rinnovamento e di progresso, al di fuori e contro i falsi modelli dell’occidente “corrotto e corruttore”, nella prospettiva di amministrare in proprio risorse e ricchezze o, più semplicemente, quelle opportunità economiche che hanno a disposizione. Con un quadro di riferimento che non è più quello di un capitalismo in salute, ma al contrario debilitato da saggi del profitto sempre più bassi, finanziariamente parassitario e con problemi crescenti sul terreno del processo di accumulazione. (Rosario Amico Roxas) (n.r. Queste cose le scriveva Roxas dieci anni fa e le abbiamo lasciate intatte senza aggiornamenti per dare un’idea ai nostri lettori come i problemi di dieci anni fa restano una costante ai giorni nostri se non aggravandosi e la cronaca di questi giorni ne è una prova lampante a dispetto di quelle face nuove e che si definiscono dell’antipolitica da Macron in Europa e da Trump negli Usa.)

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Un assessore in giro per Roma

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

montanari

Roma. Pinuccia Montanari, assessore all’Ambiente ci scrive: “Ho raccolto una serie di appunti per fissare nella memoria tutto il lavoro che abbiamo fatto questa settimana. Li voglio condividere con voi per raccontarvi cosa stiama facendo. Queste ultime sono state giornate davvero impegnative. Oltre all’ordinario lavoro siamo stati alle prese con l’emergenza incendi nella pineta di Castel Fusano.
Memoria del 28 luglio: “La mattina era iniziata bene, quando sono stata chiamata con urgenza a Castelfusano per incendio. Ogni giorno, nonostante i nostri interventi, sono continuati gli incendi dolosi, come sostiene il nostro Servizio Giardini.
Mentre stavamo andando a Castelfusano mi viene detto che anche un altro autodemolitore è saltato per aria. L’ennesimo. In realtà si tratta di rimessaggio per barche sul Tevere. Andiamo lì. La competenza è della Regione. Sono bruciate barche in resina ed è per questo che il fumo nero avvolge il Tevere. Noi chiediamo subito un sopralluogo e una valutazione delle emissioni all’Arpa. Sembra un inferno con elicotteri che ti girano sulla testa, cani che abbaiano, le sterpaglie che continuano a bruciare. L’area è demaniale e di competenza della Regione. Anche il comandante Di Maggio, accorso sul posto, vorrebbe interrogare e mettere sotto sequestro l’area, ma le carte son tutte bruciate e il tizio proprietario rivendica una autorizzazione rilasciatagli dalla Regione nel 1960. Noi procediamo comunque. È gia la sesta attività comemrciale che salta per aria. Mentre siamo lì un albero cade a Colle Oppio. Per fortuna nessuno si è fatto male. Lascio il Tevere e arrivo finalmente alla riserva naturale in fiamme. Le fiamme sono domate. Ma c’è gente che, nonostante l’ordinanza di divieto, si aggira tra i rami bruciati con il rischio di crollo, per far vedere a suo figlio come è una foresta che brucia. Alcuni passano tra il fumo facendo jogging e controllando il polso, indifferenti. Non solo pedoni ma ciclisti. Pensiamo che ci voglia l’esercito. Una baracca che mi dicono essere li da decine d”anni si è allacciata all’idrante per prendere acqua. Questa è la situazione. Rientriamo in nottata: passiamo da Piazza Vittorio. Ci sono cassonetti puliti ed uno dove un rovistatore ha tirato fuori tutto. Mentre guardiamo il disastro, scorgo pelli di gatti che erano nel cassonetto. Faccio foto subito perché è reato. Ma non riusciremo a risalire al colpevole. Ma non ci arrendiamo. Carichiamo le batterie per un altra giornata di lavoro”. (fonte blog 5 stelle)

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La violenza come cultura dell’attenzione

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

lavoratoriDa cronisti ci capita spesso di raccogliere il messaggio che proviene da chi scende in piazza per esporre quelle che ritiene giuste rivendicazioni e meritevoli di un’attenzione mediatica. Non manchiamo, ovviamente, di riportare le loro motivazioni ma il rilancio che facciamo acquista un risalto o meno non su ciò che è stato detto e sostenuto con fermezza e determinazione ma dai “clamori” che sono derivati con schiamazzi, aggressioni e danni ai negozi che si trovano lungo il tragitto dei manifestanti.
C’è persino da chiedersi se tutto si fosse svolto in maniera pacifica quale spazio avrebbe potuto ambire, nei notiziari televisivi e nelle pagine della carta stampata, la giusta causa. Questa consapevolezza è senza dubbio chiara agli organizzatori tant’è che cercano, per seguire una strada virtuosa, di ben rappresentare il preannuncio del comizio con vari comunicati stampa. Ma anche su questo verso piovono i distinguo. L’accesso all’informazione dipende molto dalla sigla politica o sindacale o dei vari movimenti d’opinione che promuovono l’iniziativa e dalla possibile ricaduta sull’opinione pubblica. Poi vi è il discorso dei numeri. L’ascolto si dilata se a manifestare sono in tanti e qui parte la propaganda dei numeri che trasforma diecimila presenze in centomila e via di questo passo. Ne consegue il luogo comune che più si è aggressivi e maggiore è l’attenzione e se alla fine si contano numerosi feriti e contusi vuol dire che solo in questo modo la copertura mediatica premia. Quest’andazzo non è condivisibile perché oltre tutto diseduca e mette in secondo piano il motivo stesso della contrarietà di quella parte dei cittadini che ancora credono alla forza delle parole, alla logica del pensiero e a farci riflettere seriamente. Si rende anche un pessimo servizio agli argomenti che s’intendono evidenziare con atti irresponsabili che non favoriscono la conoscenza al grosso pubblico e la loro eventuale condivisione finisce con lo spaventarlo e non certo a renderlo edotto di una ragione che potrebbe avere molti più sostenitori.
Che fare allora? E’ scegliere, a nostro avviso, il ritorno alla lettura, al migliore ascolto televisivo e in streaming live cercando al tempo stesso di coinvolgere più persone tra il pubblico e non tra i soliti tromboni ammazza sentenze. E’ senza dubbio un fatto culturale e d’intelligenza critica che ci permette di setacciare il fatto dal commento, la circostanza tra un interesse personale e una obiettiva valutazione. Dobbiamo in pratica ritornare a ragionare sempre con la testa nostra e non con quella degli altri per imitarli ma non senza aver prima valutato la bontà dei loro intendimenti. (Riccardo Alfonso direttore centri studi della Fidest)

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Instaurare il socialismo è necessario e possibile!

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

leninLeggo sempre con interesse la pubblicistica che mi perviene da “La voce” del “nuovo” Partito comunista italiano. Questa volta uso lo stesso titolo del loro ultimo articolo per riprendere il discorso sul valore e la portata di un movimento che ha fatto la storia di gran parte del XX secolo ma che con l’entrata del XXI mostra segni di cedimento nel consenso delle “masse popolari”. Già ebbi modo di osservare, sommessamente, che vi sono due aspetti che i comunisti di oggi dovrebbero considerare nell’esporre le loro tesi.
Il primo è che il linguaggio va modernizzato e il secondo che le ideologie hanno perso il loro carisma e al loro posto esiste una semplificazione di fatto che vede solo due culture: quella dell’avere e quella dell’essere. Se analizziamo tali aspetti noi dovremmo convenire che esiste una stragrande maggioranza nella popolazione mondiale che ha bisogno di una guida per riscattarsi dalle violenze e dagli abusi di cui costantemente e quotidianamente è sottoposta. Pensiamo alla ricchezza di pochi, alla loro arroganza e al modo come fanno scempio delle libertà, della democrazia e dei diritti di quelli che ritengono i loro sottoposti, alias schiavi. Come si può, ad esempio, tollerare che un paese ricco come il Venezuela debba avere gente che muore di fame e di malattie, altrimenti curabili, perché la ricchezza è concentrata in poche mani? Quanti di questi esempi esistono nel mondo? Troppi. Odiosamente tanti e li troviamo persino in quella che è ritenuta la patria della democrazia come gli Usa dove solo se si hanno i soldi ci si può curare e che persino una mezza riforma assistenziale è messa in discussione dall’attuale capo di governo ritenendola troppo onerosa per le casse dello stato mentre è di tutt’altra natura spendere miliardi di dollari per gli armamenti e armare i paesi terzi per ricavarvi enormi profitti. Sulla base di queste considerazioni, e di molte altre analoghe, ci chiediamo il perché non vi sia un movimento trasversale che vada oltre i confini nazionali per risvegliare le coscienze di tutti e farci capire che non si possono avere miliardi di emarginati a fronte di poche decine di milioni di approfittatori. Non solo. Si permettono persino di scatenare guerre tra poveri nella logica del divide et impera. A questo punto possiamo anche non chiamarci “comunisti” e i nostri competitors definirli “imperialisti” perché come accadeva agli albori del XX secolo dove si insisteva per una classe operaia culturalmente evoluta oggi abbiamo bisogno di persone che riflettono e sanno distinguere la validità e la correttezza dei messaggi che recepiamo attraverso i media e la loro capacità disinformativa. E’ questa la vera lotta proletaria che distingue il chi è, e i loro lacchè, dal chi ha. (Riccardo Alfonso direttore del Centro studi politici ed economici della Fidest)

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La politica è una partita a scacchi?

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

scacchieraPer certi politicanti, e non solo purtroppo, la politica si gioca davanti a una tavola quadrata composta da 64 caselle (dette case) di due colori alternati e contrastanti. I due contendenti dispongono di 16 pezzi ciascuno composti da un re, una regina, due alfieri, due cavalli, due torri e otto pedoni. L’obiettivo finale, conseguente alle mosse giuste per contrastare quelle dell’avversario, è di dare scacco matto nel senso di attaccare il re senza che abbia la possibilità di sfuggire. Se poi spostiamo questa competizione nelle “segrete” della politica ci accorgiamo che vi sono molte più assonanze di quanto non appaiono in superficie. Il gioco, se vogliamo, si fa ancora più raffinato se con le nostre mosse spingiamo l’avversario a commettere degli errori. E’ quanto sta accadendo tra il PD di Renzi e i Cinque stelle di Grillo. Un passo falso grillino è stato compiuto quando ha puntato alla conquista del Campidoglio offrendo così all’avversario motivi per metterlo in cattiva luce, data la non facile amministrazione di questo comune. Ora, a nostro avviso, i renziani hanno alzato ancora di più la posta quando hanno assecondato la battaglia tutta parlamentare sui “vitalizi” inserendovi la polpetta avvelenata della possibilità che la legge una volta approvata potesse aprisse la strada ad una revisione delle vecchie pensioni basate sul calcolo retributivo e non contributivo che a tutt’oggi interessa almeno 15 milioni di italiani. Ciò vuol dire, come minimo, una riduzione delle attuali rendite di almeno il 30%. Cosa può significare in chiave elettorale? D’avere, per lo meno, quindici milioni di pensionati a dir poco infuriati e ostili verso i pentastellati. Ora che la frittata è stata fatta c’è da chiedersi se i grillini sono o meno consapevoli che sono sotto scacco e se sono in grado di correre ai ripari. Forse nonostante tutto non siamo ancora allo scacco matto ma siamo decisamente molto vicini. (Riccardo Alfonso direttore Centro studi politici ed economici della Fidest)

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La grande mostra di Giovanni Boldini

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

Giovanni BoldiniGiovanni Boldini1Torino fino al 28 gennaio 2018 Reggia di Venaria, Il fascino femminile, gli abiti sontuosi e fruscianti, la Belle Époque, i salotti: è il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria. Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.
Una grande mostra antologica di Giovanni Boldini, sviluppata su un registro narrativo cronologico e tematico al tempo stesso. La ricca selezione monografica delle opere – di colui che nelle sue opere ha reso ed esaltato la bellezza femminile, svelando l’anima più intima e misteriosa delle nobili dame dell’epoca – si articola seguendo gli anni di attività dell’artista, ma è organizzata in quattro sezioni tematiche fondamentali per capire la parabola espressiva del maestro.Con il patrocinio della Città di Torino, la mostra ospitata nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria, prodotta e organizzata da La Venaria Reale con Arthemisia è curata da Tiziano Panconi e Sergio Gaddi.La mostra della Reggia di Venaria non si ferma al momento internazionale dell’esperienza creativa di Boldini, che peraltro abbandona presto l’avanguardia italiana Giovanni Boldini2Giovanni Boldini4dei macchiaioli, ma attraverso alcune importanti opere di confronto presenta anche 26 opere di artisti a lui contemporanei, quali Cristiano Banti, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Antonio de La Gandara, Paul-César Helleu, Telemaco Signorini, Ettore Tito, Federigo Zandomeneghi.
Le opere – tra cui le celebri La tenda rossa (1904), Signora che legge (1875), Ritratto di signora in bianco con guanti e ventaglio (1889), Signora bruna in abito da sera (1892 ca.), Mademoiselle De Nemidoff (1908) e – ospite d’onore – il capolavoro simbolo della Belle Époque: la grande tela dedicata a Donna Franca Florio, realizzata tra il 1901 ed il 1924 – provengono dai principali musei internazionali quali il Musée des Beaux-Arts di Tours, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Raccolte Frugone – Villa Grimaldi di Fassio di Genova, Collezioni Artistiche. Banca Carige, Galleria d’arte moderna Empedocle Restivo di Palermo, Museo nazionale di Capodimonte e da prestigiose collezioni private difficilmente accessibili.Sessanta diversi prestatori, sapientemente coordinati in quattro anni di lavoro (questo il tempo di preparazione della mostra) da Tiziano Panconi – autore del catalogo ragionato di Boldini del 2002 – e Sergio Gaddi.Il catalogo è edito da Arthemisia/Skira. (foto: Giovanni Boldini)

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La notte dei ponti di Firenze

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

notte dei ponti1notte dei ponti2Firenze 4 agosto 2017 alle ore 21.15 Cortile di Palazzo Pitti, ingresso gratuito.Le Gallerie degli Uffizi celebrano anche quest’anno la “notte della memoria”, in ricordo di quella terribile tra il 3 e 4 agosto del 1944, che vide Firenze trasformata in teatro di paura e distruzione da parte delle truppe tedesche in ritirata. Queste, per rallentare l’avanzata degli Alleati che stavano risalendo la penisola, decisero infatti di minare e distruggere tutte le vie di comunicazione dietro di loro e tra queste tutti i ponti della città, ad eccezione di Ponte Vecchio.
Per i fiorentini questo fu forse il momento più dolorosamente emblematico della Guerra, perché dovettero assistere impotenti alla distruzione dei ponti della città e dei quartieri medievali vicino a Ponte Vecchio – in particolare via Por Santa Maria – delle torri antiche e delle botteghe: si colpiva al cuore la loro città, si annientò la vita nei quartieri che vennero rasi al suolo. Venne minato il ponte di Santa Trinita, ideato da Michelangelo e poi realizzato da Bartolomeo Ammannati per ordine di Cosimo I de’ Medici cancellandone in una serie di esplosioni la straordinaria armonia architettonica: fu un’azione simbolicamente criminale che riuscì nell’intento di deprimere la popolazione, creando sgomento e aprendo una ferita indelebile. E poi le case: ma almeno, in quella notte d’agosto i fiorentini d’oltrarno sfollati dalle loro abitazioni ridotte a macerie poterono rifugiarsi a Palazzo Pitti e a Boboli, spazio sicuro e protetto. Vennero allestiti letti e pasti di fortuna, e gli sventurati trovarono temporaneo conforto tra le mura austere e poderose del Palazzo, che nel frattempo aveva aperto le porte per tutti i senza tetto. La rappresentazione di quest’anno vuole evocare le presenze di quella notte, risvegliarne le immagini e le voci. Il racconto rivive non solo attraverso le immagini – fotografiche e cinematografiche – realizzate in quel momento per documentare lo scempio della città e il dramma di tanti fiorentini, ma anche attraverso le parole di chi c’era, e ci ha lasciato materia per ricordare.
La Compagnia delle Seggiole interpreterà (per la cura di Sabrina Tinalli con Fabio Baronti, Luca Marras e la stessa Sabrina Tinalliu) testi di Anna Banti, Nello Baroni e Giulio Bencini, intellettuali e artisti che hanno lasciato un ricordo toccante di quelle ore. Insieme a frammenti del War Requiem di Benjamin Britten – realizzato per celebrare la ricostruzione della cattedrale gotica di Coventry rasa al suolo durante la seconda Guerra Mondiale – la voce di quei testimoni si alzerà di nuovo nel cortile di Palazzo Pitti, per risvegliare in tutti noi la memoria di quei fatti. La distruzione dei ponti fiorentini e dei quartieri vicini, episodio parziale nella tragedia immane della seconda Guerra Mondiale, assume però valore simbolico universale.
notte dei pontinotte dei ponti3A seguire avrà luogo la proiezione del documentario Dov’era e com’era. La ricostruzione del Ponte a Santa Trinita di Firenze di Riccardo Gizdulich, versione a cura della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Il documentario illustra l’impegno e l’entusiasmo profuso dall’architetto e dai fiorentini nella ricostruzione del Ponte di Santa Trinita, come a voler cancellare il grave colpo inferto alla città. Come ricorda il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt, «(…) le ricostruzioni hanno quasi cicatrizzato le ferite inferte alla città, ma quello che non si può risarcire, quello che rimane irreparabile, è il sacrificio di tante vite umane. E dunque diventa urgente, proprio ora – quando in molte parti d’Europa risorge l’ideologia nazifascista e si registra una crescita di delitti xenofobi e antisemiti – conservare e rinnovare il ricordo degli inenarrabili abomini del nazismo.
In questo periodo critico, in cui ci troviamo ad accogliere profughi che scappano da paesi in guerra e migranti in cerca di asilo e sopravvivenza, va ricordato con più forza il ruolo di Palazzo Pitti, quando divenne rifugio per le famiglie che persero la casa nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944. Rimanga viva la memoria di quella notte: come testimonianza della lotta dei fiorentini per i diritti umani, e come impegno di tutti noi contro il ripetersi del crimine.» Per queste ragioni il cortile di Palazzo Pitti sarà aperto alla città, affinché tutti possano assistere gratuitamente allo spettacolo. Il palazzo sarà di nuovo un simbolo di accoglienza per coloro che vorranno testimoniare il proprio impegno nel disconoscere odio e guerra. (foto: notte dei ponti)

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Testi scolastici: Nessuna stangata

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

scuola-libriPer l’anno 2017-2018 la spesa media per i libri di testo obbligatori e per la cartoleria è di circa 300 euro l’anno. Numeri lontani dalle stime – a volte a quatto cifre – che vengono puntualmente diffuse da alcune associazioni di consumatori, ma che non risultano da un’analisi dei prezzi di copertina.È quanto emerge da un monitoraggio sui prezzi dei libri di testo, del materiale di cartoleria e degli accessori necessari per la scuola condotto dal Sindacato Italiano Librai Confesercenti.L’indagine ha esaminato i prezzi dei testi obbligatori adottati da 52 istituti – licei classici, scientifici e tecnici nautici – in 39 differenti città italiane, ottenendo così la spesa media annuale che devono sostenere le famiglie per comprare libri nuovi. Per quelli obbligatori si parla, nel dettaglio, di 307 euro per il liceo classico, 275 euro per lo Scientifico e 206 per gli istituti tecnici nautici. Anche aggiungendo la spesa per i libri scolastici ‘consigliati’ la spesa media non cambia poi troppo: si tratta infatti di 38 euro l’anno per il classico e di 13 per lo scientifico, che portano le medie complessive, rispettivamente, a 345 e 288 euro. Giova ricordare poi che l’indagine è condotta “a prezzo di copertina”: il ricorso all’usato può abbattere queste cifre fino al 40%, per non parlare degli introiti allorquando, terminatone l’utilizzo, gli stessi testo possono anche essere rivenduti.
La spesa da sostenere per l’acquisto di libri varia in funzione delle classi frequentate: i valori più alti si registrano in quelle iniziali, dove al costo dei testi occorre aggiungere dizionari e altri acquisti una tantum che serviranno allo studente per tutto il ciclo. Nel liceo classico, ad esempio, la spesa per anno oscilla tra i 398 euro medi da sostenere in I liceo e i 151 euro per il V ginnasio. Ampie variazioni anche per lo Scientifico: in III liceo servono in media 346 euro, mentre per il II ne bastano 187. Anche i prezzi dei prodotti di cartoleria sono più contenuti di quanto si pensi: in media 160 euro l’anno, considerando tutto, dalla calcolatrice a quaderni e raccoglitori, passando per astucci, compassi, squadre, penne e matite. Nel calcolo è compreso anche uno zaino, per il quale è stimata una durata di tre anni.
“Il caro-scuola, così come viene dipinto, non esiste: nonostante la ripresa dei prezzi, la spesa media non è aumentata. Anzi, considerando i testi obbligatori, è diminuita dal 2012, in media, di 3 euro nel liceo Classico, mentre nel liceo Scientifico di circa 17 euro”. Così commenta gli esiti dell’indagine Cristina Giussani, Presidente nazionale di Sil Confesercenti. “Purtroppo, però, le campagne stampa allarmanti di questi anni hanno trasmesso ai cittadini l’idea che i libri di testo abbiano un costo eccessivo, quasi illegittimo, e che siano una concausa delle difficoltà economiche delle famiglie. Vere e proprie fake news che non reggono all’esame dei dati reali. Ma che non mancano di far danni, con il risultato che il mercato dei libri di testo è calato del 15% circa negli ultimi 5 anni, hanno chiuso 500 librerie e ormai 13 milioni di italiani vivono in un comune che ne è privo. Lo scorso anno un’associazione si è spinta persino a denunciare una stangata di 1.100 euro a ragazzo: un numero chiaramente esagerato, ottenuto considerando l’intera spesa annuale, comprensiva persino delle spese di trasporto degli alunni e di tutto il materiale di consumo da acquistare nel corso del ciclo scolastico. Ma zaini ed astucci non si acquistano ogni anno, e lo stesso discorso vale per i dizionari: quelli comprati all’inizio del ciclo scolastico si portano almeno fino in terza media o alla fine della scuola superiore, non si prendono nuovamente ogni settembre come invece alcune associazioni di consumatori suggeriscono”.

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Scuola: Riscatto gratis della laurea

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

Campus DurandoPer il segretario confederale del sindacato autonomo, ha fatto bene il Miur a volere approfondire le proposte avanzate: è un’iniziativa che dovrebbe andare incontro alle esigenze di tutti i lavoratori, non solo giovani, costretti già oggi a lasciare il lavoro alle soglie dei 70 anni oppure costretti a cedere al ricatto del riscatto in cambio di diverse decine di migliaia di euro. Trattandosi spesso di dipendenti ad alto rischio di insorgenza di malattie professionali – come i docenti, gli Ata e i presidi – che insorgono spesso proprio a fine carriera, dare loro la possibilità di lasciare prima, porterebbe allo Stato dei vantaggi sociali ed economici. Perché lo stesso Stato non si dovrebbe più fare carico delle cure mediche di milioni di suoi cittadini, vittime di patologie poiché è stato negato loro il diritto di lasciare il lavoro al momento giusto. Ecco perché i 4 o 5 anni di studi all’Università devono essere considerati in modo automatico come periodi di vero e proprio lavoro. Per chi lavora nella scuola, tra l’altro, andrebbero conteggiati pure i periodi di formazione Ssis, Tfa e Pas. Attraverso il sindacato, è sempre possibile chiedere una consulenza personalizzata a Cedan per sapere se si ha diritto ad andare in quiescenza prima dei termini contributivi e di vecchiaia previsti dalla legge e per scoprire il valore dell’assegno pensionistico. Oltre che ulteriori servizi.

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Scuola: Assunzioni docenti

Posted by fidest press agency su martedì, 1 agosto 2017

scuola-digitale-casnati-como-800x500_cDa uno studio approfondito – svolto sulla base del numero dei posti vacanti e disponibili presenti in ogni provincia/regione, suddivisi per tipo di posto, classe di concorso e risultanti al sistema informativo al termine delle operazioni di mobilità – ne consegue che le regioni settentrionali avranno a disposizione complessivamente il 58% dei 52 mila posti per le immissioni in ruolo da svolgere entro il prossimo 14 agosto. Al resto della Penisola e alle Isole andranno le ‘briciole’. Il sindacato non contesta la ripartizione oggettiva del contingente, ma il fatto che non siano stati adottati altri parametri. Sconfessando, in questo modo, gli accordi presi ai tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali, che indicavano la necessità di attuare delle assunzioni ‘intelligenti’ che andassero oltre al mero conteggio del numero di alunni e alla conseguente formazione delle cattedre da assegnare a ogni scuola. Il calcolo sulla quantità di assunzioni a tempo indeterminato, quindi, non doveva essere solo ragionieristico. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Abbiamo fatto presente in tutte le sedi possibili, anche parlamentari, che nell’assegnare le immissioni in ruolo occorre per forza di cose tenere conto degli abbandoni scolastici, dei flussi migratori, dei rischi connessi alla povertà socio-culturale, della presenza di alunni difficili. Oltre che situazioni oggettive a livello logistico-geografico e legate alla sicurezza. Viene da chiedersi, a questo proposito, come si fa a relegare Abruzzo e Umbria agli ultimissimi posti delle regioni per numero di assunti. A complicare il quadro è il fatto che per le assunzioni a titolo definitivo, come per i trasferimenti, non si è tenuto conto dei tanti posti in organico di fatto ma in realtà vacanti e disponibili: quelle cattedre, quindi, andavano considerate utili per l’organico di diritto e quindi per le assunzioni. Serviva l’adozione di flessibilità e di organici differenziati. Invece, ha prevalso la fredda logica delle caselle vuote e piene.

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