Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 10 agosto 2017

Tappa della Coppa del mondo di volo acrobatico in parapendio

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

acromaxacromax1Dall’11 al 15 agosto sul Lago dei Tre Comuni (Udine), Acromax, tappa della Coppa del mondo di volo acrobatico in parapendio, organizzata dall’Aero Club Blue Phoenix in collaborazione con Volo Libero Friuli e patrocinata dalla regione. Le evoluzioni dei piloti in “solo” e “syncro”, ovvero a coppie, dopo il decollo dal monte San Simeone, proseguiranno sulla verticale dello specchio d¹acqua per terminare sulla zattera di atterraggio predisposta di fronte alla riva ovest del bacino lacustre. Il pubblico potrà facilmente seguire le manovre acrobatiche da terra o in diretta streaming su un maxi schermo posizionato nell’area logistica della competizione.
La sera del 14 agosto, spettacolo pirotecnico organizzato dai comuni di Trasaghis e Bordano. Durante tutto il periodo di Acromax i visitatori troveranno chioschi con cucina, intrattenimento musicale, arrampicata su parete artificiale, gonfiabili ed equitazione sui pony per i bimbi, prove di kaiak e canoa canadese, dimostrazioni di pool dance, escursioni sul lago, attività subacquea ed in acqua con istruttore. (Gustavo Vitali) (foto: acromax)

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Raggi incontra Flick, sarà in “board Cultura” Campidoglio

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

giovanni maria flickRoma. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha incontrato il Prof. Giovanni Maria Flick in Campidoglio per valutare una eventuale collaborazione tra l’ex presidente della Corte Costituzionale e l’amministrazione capitolina in ambito culturale a seguito alle conversazioni avviate nelle scorse settimane.Tenuto conto delle caratteristiche e delle esperienze istituzionali e professionali del Prof. Flick, la sindaca Raggi ed il professore hanno convenuto, con reciproca soddisfazione e gratitudine, che il modo più proficuo per sviluppare tale collaborazione si esprima attraverso la partecipazione del prof. Flick al costituendo “board Cultura” che vedrà la luce il prossimo autunno e che, pertanto, sia preferibile non sovrapporre questa collaborazione ad una possibile carica all’interno di un organo di gestione della società Zetema.

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Notte Pink Floyd a Milena in Sicilia

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

milenaMilena (Caltanissetta) domenica 13 agosto alle 21,30 a Milena in provincia di Caltanissetta in piazza Garibaldi in occasione di “Pulse”, ovvero una serata di totale omaggio alla band di Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason. La prima capace di fare della psichedelia una tendenza culturale.
In scena gli Inside Out, ovvero la tribute band Pink Floyd, attiva ormai da cinque anni, forte del recente sold out al teatro Golden di Palermo.
La band è formata da Joshua Ross (voce, chitarra elettrica e chitarra acustica), Nicolò Florio (chitarra elettrica e acustica, lap steel e cori), Fulvio Signorino (tastiere e cori), Marcello Castellucci (basso), Mimmo Aiello (batteria e percussioni), Vincenzo Cosenza (sassofono e cori), Francesca Ippolito (cori e voce), Claudia Sala (cori e voce), Magda Loriano (cori e voce), Gino Gianfala (percussioni).Nel corso della serata sarà eseguito “Pulse”, l’ultimo disco live che i Pink Floyd pubblicarono nel 1995, scalando le classifiche di tutto il mondo. La prima parte dello show sarà dedicata ai grandi classici come “Shine on you Crazy diamond”, “One of these days”, “High hopes”, “Sorrow”. Nel secondo tempo verrà eseguito integralmente uno dei capolavori di tutti i tempi: “The dark side of the moon”.A creare l’atmosfera: l’uso di video originali, effetti luci e scenografie degne della tradizione Pink Floyd.Il concerto è organizzato da Rock Show Eventi, produzione artistica e management sono di Gaetano Vicari. Gli sponsor sono: Conad Fratelli Mancuso Srl, Emporio dell’agricoltura di Nunzio Vitellaro e Il Chiosco Bar Tabacchi di Giusy Sorce.

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IX Fantastiche Visioni

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

Domani si RecitalAriccia, 12 agosto – 26 agosto 2017 Parco Chigi in Ariccia, ingresso Via dell’Uccelliera in scena: Marco Morandi, Toni e Augusto Fornari, Roberto d’Alessandro, Marco Simeoli, Claudia Campagnola, Danila Staltieri. torna per il nono anno Fantastiche Visioni, una delle rassegne di teatro che ha segnato le precedenti stagioni nella Regione Lazio all’insegna dei grandi nomi della comicità nostrana, con eventi a ingresso gratuito destinati a coinvolgere il grande pubblico con una proposta leggera e attenta alla qualità, nella meravigliosa dimora barocca del Parco di Palazzo Chigi.Un’attraente alchimia tra divertimento, emozione, musica e tradizione, che diventa un’occasione per offrire al pubblico sogni, emozioni, risate… e il piacere di divertirsi con ospiti sulla scena grandi esponenti della comicità teatrale italiana.
Dopo l’inizio con Amleto in Salsa Piccante ci si trasferirà al Parco Chigi, dove, in alternanza con le repliche di “Labirinto d’Amore” – in scena tutti i giorni alle 19.00 fino al 26 agosto -, e in uno spazio spettacolare ai piedi del berniniano palazzo Chigi, verrà allestito il palcoscenico sul quale si susseguiranno quattro spettacoli diversi per natura e per stile, ma uniti da un minimo comun denominatore: la comicità.
Roberto D’Alessandro è il primo a salire sul nuovo palcoscenico con la commedia L’ammazzo col gas (21 agosto), una commedia con un attore, un’attrice – Danila Stalteri – e una galleria di personaggi per uno spettacolo dal ritmo sfrenato e dal finale sconvolgente. Seguono Augusto Fornari e Toni Fornari in Fratello Unico (22 agosto), dove mettono i campo tutta la loro vis comica, mentre in Domani si recital Marco_Morandi(23 agosto), Marco Morandi, il cantante e Claudia Campagnola, l’attrice, raccontano in chiave ironica la preparazione di uno spettacolo, passando in rassegna brani musicali e testi poetici che coinvolgono lo spettatore e lo rendono partecipe della messinscena. Ultimo a salire sul palco sarà Marco Simeoli, che racchiude in Napoli…è ‘na parola (24 agosto) molti suoi cavalli di battaglia trascinando lo spettatore in diverse atmosfere condite con quel gioco di verità e di finzione di cui solo il teatro è capace.“L’impegno concreto del Comune di Ariccia, unito al sostegno del Consiglio Regionale del Lazio e all’incoraggiamento che da tante parti ci è giunto” dichiarano gli organizzatori, “ci consente anche quest’anno di consolidare un fecondo rapporto con il territorio, che risponde con l’affluenza di un pubblico sempre numeroso, attento e interessato alla tradizione come alle novità, critico e curioso, nel quale è significativa la percentuale di giovani e di giovanissimi”. Questa novità ha generato i presupposti per inserire nel programma una vera e propria produzione del Festival: Labirinto d’Amore – Orlando furioso nel Parco Chigi in Ariccia, uno spettacolo itinerante che utilizza il principesco parco per far rivivere le più famose trame del poema di Ludovico Ariosto, rivisitate e adattate per creare un caleidoscopico labirinto nel quale il pubblico, che viene investito anch’esso di un ruolo nella vicenda, si muove incontrando cavalieri, maghi e gentili donzelle. (foto: domani si recita, marco morandi)

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Marcinelle: 61 anni dopo la tragedia

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

marcinelleRoma. “61 anni dopo una delle tragedie sul lavoro più dolorose d’Europa, deve essere chiara la consapevolezza della sua eredità europea, poiché da essa vi è stato un input significato all’emancipazione storico-politica, alla salvaguardia dei diritti e e alla garanzia della dignità di cittadini e lavoratori come obiettivi inderogabili di quello che sarebbe stato il progetto europeo allora ancora agli albori”. Lo dichiara in una nota Aldo Di Biagio, senatore eletto in Europa a margine della manifestazione commemorativa nella cittadina belga. “Tutto questo è stato possibile anche grazie all’impegno dell’associazionismo italiano nel mondo e allo strenuo lavoro portato avanti da Tremaglia, – spiega – perchè il ricordo di Marcinelle è diventato memoriale dell’emancipazione europea e non più un semplice trafiletto dimenticato sui libri di storia”. “Oggi non ricordiamo soltanto 262 vittime di cui 136 italiani, – spiega – ma un riferimento valoriale attraverso cui leggere la nostra storia e nel contempo capire meglio il futuro, individuando i migliori strumenti per affrontare la complessa emergenza dell’emigrazione moderna ed i riverberi sociali e politici che questa sta comportando in Italia ed Europa”. Di Biagio conclude: “la modernità della tragedia di Marcinelle sconvolge ed educa, soprattutto sul fronte delle nuove generazioni, e ad essa bisogna guardare per prospettare un futuro di consapevolezza e rispetto verso il lavoro e l’integrazione sociale” (n.r. Proprio pensando all’integrazione sociale dovremmo riflettere su come si comportiamo in tema di immigrazione. In due anni sono arrivati in Italia centinaia di migliaia di immigrati e da allora ad oggi li teniamo per strada, a parte una risicata minoranza, a bighellonare senza arte nè parte, a chiedere l’elemosina mentre c’è chi specula sulla loro pelle incassando tra le 35 e le 40 euro a persona per ospitarli e rifocillarli. Ciò non basta, ovviamente. Sono tutte persone che cercano lavoro ma con tre milioni di italiani disoccupati dove possiamo impiegarli? Alla fine ci sarà una reazione e ci auguriamo che non offrirà la sponda a risvegli antirazzisti e xenofobi e peggio ancora di rivolta popolare.)

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Montanari, numeri record per servizio Ama gratuito “RiciclaCasa”

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

montanari

“Meno rifiuti abbandonati e più materiali recuperati: grazie al servizio gratuito di Ama, nei primi 6 mesi del 2017 oltre 23.000 romani hanno conferito correttamente 1.800 tonnellate di rifiuti ingombranti. L’Ama ci ha comunicato i numeri record del suo servizio gratuito “RiciclaCasa” per il ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti: in media, 150 ritiri al giorno per un totale di 23.045 interventi nei primi 6 mesi dell’anno, con una punta di 4.500 ritiri nel mese di giugno”. Così in una nota l’Assessora alla Sostenibilità Ambientale di Roma Capitale Pinuccia Montanari. “Non si tratta solo di decoro della città, evitando l’abbandono indiscriminato sul territorio comunale di mobili, lavatrici, televisori ed altre suppellettili – spiega – Il servizio “RiciclaCasa” permette anche il recupero di materiali preziosi: tra le 1.800 tonnellate recuperate, 400 erano legno, 250 RAEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche che contengono anche metalli preziosi e terre rare) e 138 erano metalli. I restanti materiali sono stati avviati, in massima parte, anch’essi a riciclo”. “Per prenotare un ritiro gratuito al piano strada basta chiamare lo 060606 oppure compilare il modulo on line su http://www.amaroma.it. Ad ogni ritiro si possono conferire massimo 2 metri cubi di materiali. Per favorire i cittadini, è possibile prenotare 2 ritiri al mese e fino a 12 ritiri all’anno. Oltre questi limiti è ancora possibile usufruire del servizio a domicilio pagando una piccola tariffa, oppure del conferimento gratuito presso i 14 Centri di Raccolta AMA e degli appuntamenti mensili con l’iniziativa “Il tuo quartiere non è una discarica”, organizzata dall’azienda assieme al TGR Lazio, che riprenderà domenica 17 settembre. Usufruire del servizio “RiciclaCasa”, oltre che gratuito, è un gesto di civiltà. Facciamolo tutti”, conclude Montanari.

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Roma Capitale: Primo sollecito alla neo assessore Gatta: tombini e caditoie

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

margherita gattaPrima incombenza per la neo assessore alle Infrastrutture, Margherita Gatta: tombini e caditoie. La maggior parte sono ostruiti, il che significa che quando arriveranno le piogge, la Capitale sara’ allagata e potra’ fare il gemellaggio con Venezia. Per non essere noiosi e ripetere ve lo avevamo detto, vorremmo segnalare che i prossimi due mesi sono fondamentali per procedere a disintasare. La certezza e’ che se non si procede da subito, Roma sara’ di nuovo sommersa dalle piogge, con grande gioia dei cittadini romani. Sollecitiamo la nuova assessore. (Primo Mastrantoni, segretario nazionale ADUC) (n.r. Noi vorremmo aggiungervi, e ciò vale per tutta la giunta romana della Raggi, una raccomandazione fatta già dal cronista de “Il fatto” quotidiano, di darsi una mossa e cogliere l’occasione del periodo agostano per mettere mano ai lavori urgenti che partono dalle buche stradali e dei marciapiedi alla nettezza urbana e ancora alla circolazione viaria.)

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Allarme dello SNAEG: Sistema nazionale antitruffa energia e gas

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

energia-elettricaIn questi giorni stanno arrivando delle comunicazioni da parte di Enel in ordine alla bolletta web – online, nella quale si dà ai consumatori 90 giorni di tempo per comunicare di non volere aderire e continuare a ricevere, per chi così ha disposto, il bollettino cartaceo, a fronte di una spesa di euro 1 a fattura.Nel caso in cui non venga comunicato nulla quindi, ovvero si dia il cosiddetto silenzio assenso, si riceverà la bolletta via mail ad un indirizzo comunicato precedentemente, abbiamo visto casi in cui addirittura era una pec, cioè la Posta Elettronica Certificata (PEC) che consente di inviare e-mail con valore legale equiparato ad una raccomandata con ricevuta di ritorno.Crediamo che la bolletta web, per quanto possa essere utile per chi detiene un indirizzo di posta elettronica e trovi snello questo modo di gestire le fatture online, sia invece un problema soprattutto per gli anziani, e che Enel potrebbe fare di più per informarli di questa evenienza.Ci chiediamo, inoltre, cosa accade a chi non ha mai comunicato un indirizzo mail, è prevista una comunicazione differente?
Lo #SNAEG (Scudo Nazionale Antitruffe Energia e Gas, fondato da Codici, in vista dell’abolizione del mercato tutelato) è sempre operativo e questi report sono i primi frutti delle chiamate o delle segnalazioni degli utenti.Invitiamo tutti i consumatori ad usufruire del sistema integrato a loro disposizione ed interamente gratuito che si compone di: numero verde dedicato: 800.912760, saremo inoltre come sempre a disposizione attraverso i reclami online ai seguenti link: http://codici.org/gas.html http://codici.org/energia.html

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Tumore: Un male curabile

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

tumoreMarina Pietrasanta (Lucca). Ogni anno oltre 365mila italiani sono colpiti da un tumore (circa 1.000 nuovi casi al giorno). Sei pazienti su dieci riescono però a sconfiggere la malattia. Sono in totale un milione e 900mila persone che si possono considerare guarite perché hanno superato la soglia dei cinque anni dalla diagnosi. Ciò nonostante il 46% dei cittadini considera ancora il tumore una patologia incurabile. Sono questi alcuni dati presentati in occasione del convegno Il male curabile, le ultime frontiere contro il cancro che si tiene oggi al Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca). “Grazie alle nuove cure e alle diagnosi precoci anche quello che è stato definito come “il Male del secolo” sta diventando una malattia sempre più cronica – afferma il prof. Francesco Cognetti presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Questo comporta tutta una serie di nuove sfide che l’intera collettività deve saper affrontare. Ritorno al lavoro, desiderio di diventare genitori, possibilità di accedere ai servizi fondamentali come tutti gli altri cittadini sono solo alcune delle esigenze di una persona che lotta (o che ha lottato) contro una neoplasia. Oltre a questi risultati incoraggianti dobbiamo però anche constatare che in Italia manca una vera e propria cultura della prevenzione oncologica. Alcuni comportamenti scorretti sono infatti ancora troppo diffusi e interessano anche i giovani. Per esempio, fuma regolarmente il 22% della popolazione e le donne con questo vizio sono aumentate di oltre 1 milione nell’ultimo anno. Anche l’adesione ai programmi di screening è insufficiente. La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di individuare precocemente il tumore del colon-retto, il più diffuso tra gli italiani. Il 20% dei pazienti colpiti però presenta, al momento della diagnosi, la malattia già in stadio avanzato. Servono quindi più campagne informative per aumentare il livello di consapevolezza tra i cittadini su questo delicato tema”. All’incontro della Versiliana ampio spazio è dedicato alle novità terapeutiche a disposizione dei clinici e dei pazienti. “L’ultima frontiera dell’oncologia è l’immunoterapia – sostiene il prof. Michele Maio Direttore UOC Immunoterapia Oncologica e del Centro di Immuno-Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese -. Si basa sul principio che il nostro sistema immunitario se opportunamente stimolato può contrastare l’avanzata di un tumore. Il melanoma è stata la prima neoplasia trattata efficacemente e adesso esistono farmaci immunoterapici anche per il tumore del polmone, rene e nuovi incoraggianti risultati si sono registrati anche contro i tumori della testa e del collo, del rene, della vescica, mielomi e alcuni linfomi. Questa tipologia di trattamento anti-cancro è stata la protagonista indiscussa dell’ultimo congresso internazionale degli oncologi statunitensi a Chicago. Sono stati presentati molti studi interessanti su diverse patologie. Si associa alla chemioterapia, alle terapie target e alla radioterapia con risultati davvero insperati fino a pochissimi anni fa”. “A livello di ricerca medica, resta ancora molta strada resta da percorre soprattutto per quanto riguarda certe forme di cancro particolarmente insidiose – conclude Cognetti -. Ed esiste infine l’annoso problema della sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Attualmente, in Italia registriamo percentuali di sopravvivenza più alte rispetto alla media europea per molte neoplasie. Se vogliamo continuare ad avere questo importante primato a livello continentale e a garantire un buon livello di assistenza ai pazienti servono nuovi investimenti soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. Il numero di nuovi casi di tumore è destinato a salire a causa dell’invecchiamento generale della popolazione. Dobbiamo riuscire il più possibile ad aumentare i comportamenti salutari tra i cittadini e anche il numero delle diagnosi precoci”.

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Tempo Scuola: nuovi tagli

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

ministero-pubblica-istruzioneLicei brevi: si parte dal 2018/2019. Ma dal primo al 30 settembre prossimi gli istituti che vorranno testare il percorso di scuola superiore corto potranno presentare i progetti; la ministra ha firmato il Piano nazionale di sperimentazione. Dopo la partenza nel 2014, il progetto era stato accantonato dall’ex ministra Stefania Giannini, che lo aveva ripreso solo nella scorsa estate. Adesso si dà il via libera, ma non si può fare a meno di discutere circa l’effettiva efficacia di questo cambiamento che molte scuole italiane si apprestano a vivere.Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il Ministro, piuttosto che ripristinare l’obbligo scolastico a 18 anni come aveva previsto Berlinguer, intende ridurre di un anno il percorso facoltativo per licenziare gli studenti alla maggiore età. Ma bastava anticipare di un anno l’ingresso, oggi a 6 anni, per ottenere lo stesso risultato, senza sottrare nuove ore di studio e di apprendimento già falcidiate con la riduzione dell’orario; salterebbero altre 35mila cattedre nelle secondaria di secondo grado. Non si dà seguito alle nostre proposte: il Governo farebbe bene a riflettere come contrastare la lotta alla dispersione e all’abbandono scolastico che non si combatte con l’abbattere il tempo scuola.

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Zagross Marmi esporta il marmo ragusano negli Emirati Arabi

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

zagross marmiRagusa. Con la garanzia di SACE, che insieme a SIMEST costituisce il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, Zagross Marmi ha assicurato la vendita di lastre di marmo a un cliente nell’emirato di Sharjah per un valore di 140 mila euro. Grazie all’intervento di SACE, la PMI siciliana potrà offrire dilazioni di pagamento a condizioni competitive ed esportare in uno dei mercati più dinamici e in rapida espansione degli Emirati Arabi.Zagross Marmi nasce a Ragusa nel 2001 come azienda familiare. La continua ricerca di prodotti esclusivi e la visione internazionale del management negli anni ha permesso all’azienda di crescere nei mercati internazionali. Oggi Zagross Marmi può contare su tre sedi in Italia, una presenza sul mercato in Arabia Saudita da diversi anni con un partner di prestigio e un’adesione ormai consolidata alle più celebri fiere del mondo, tra cui quelle in Medio-Oriente, Cina, Stati Uniti, Russia, Kazakistan e Verona, dove l’azienda vanta una partecipazione per il quinto anno consecutivo con un’importante area espositiva.L’azienda ragusana, grazie al supporto di SACE, potrà sfruttare tutte le opportunità offerte da uno dei maggiori hub economici degli Emirati Arabi. Sharjah, infatti, è il terzo Emirato per grandezza e – con il suo doppio affaccio sul mare, sul Golfo Arabo e sull’Oceano indiano – vanta una posizione strategica nello scacchiere mediorientale e un’economia dinamica e differenziata, in cui due terzi dei ricavi arrivano da settori non-oil. Come evidenziato dal nuovo Rapporto Export di SACE, dal 2018 gli Emirati Arabi Uniti dovrebbero mostrare un rimbalzo dell’export al 4,5-5% medio annuo grazie alla progressiva implementazione dei progetti legati a Expo Dubai 2020.
La scelta di Zagross Marmi è una cartina al tornasole del tessuto imprenditoriale siciliano, decisamente eterogeneo e orientato all’export, e che, con circa 7 miliardi di beni esportati nel 2016 rappresenta circa il 2% dell’export totale a livello nazionale e il 16,5% delle esportazioni del meridione e delle isole. Le geografie di destinazione dei beni e servizi Made in Sicily sono un buon mix di Paesi dell’Unione Europea (44,3%) e dell’area extra-UE (55,7%). Farmaceutica, prodotti in metallo, meccanica strumentale, alimentari e bevande e prodotti agricoli sono i settori identificati da SACE che hanno registrato le performance migliori e che rappresentano oltre il 23% del totale export siciliano.

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La “sinistra” che ha perso per strada la sua ideologia

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

carlo marx“Ennio Flaiano diceva: ‘Io non sono comunista perché non me lo posso permettere’”. Lo afferma l’On. di Forza Italia Sandra Savino. “È la storia che si ripete – prosegue la parlamentare -: da un lato la sinistra salottiera e miliardaria dei vari “Giangi” che lava il senso di colpa per la propria ricchezza con umanitarismi tanto improvvisati quanto radicali e pericolosi; dall’altro la gente che vive ogni giorno quelle periferie che i compagni dalla erre moscia guardano solo nei documentari e che è costretta a subire sulla propria pelle i disastri di una classe politica lontana anni luce dalla realtà profonda del Paese”. “In Italia come in Europa, la sinistra sarà sempre più isolata nella propria torre d’avorio, forte dei suoi soldi e delle sue semplici convinzioni, ignara del fatto che di sotto la tensione continua a salire”, conclude Sandra Savino.

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Quel «quanto» che ci aspettiamo dalla scuola

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

scuola-libriLa scuola è diventata per certi versi una sorta di fabbrica di “valori” anche se alla prova dei fatti essi sono più virtuali che reali. Ed è questo, a nostro avviso, il suo punto di debolezza più vistoso ed emblematico al tempo stesso. Una Patria, per ben intenderci, che viene dal “Cuore” di De Amicis o dalle prose del verismo francese dove autori emeriti sono stati lesti a rappresentare le miserie, a condannarle, ma non altrettanto spediti nell’indicare il modo come ovviarle. Siamo passati, ai giorni nostri, nel riempire le bocche dei discenti di giustizia, libertà, democrazia, uguaglianza e per poi trasformarli in età adulta in qualcosa d’altro che solo lontanamente si richiamavano a tali valori se non sfruttandoli ad uso e consumo per fini tutt’altro che onorevoli. Oggi la povertà ed ancor più la miseria non sono condizioni accettabili come accadeva nel passato alla stessa stregua di una malattia debilitante ma inevitabile. Non lo sono perché noi avvertiamo nelle nostre coscienze l’assurdità di doverci esprimere con toni aulici per rappresentare una condizione ideale mentre vi sono le condizioni per una migliore ridistribuzione delle risorse naturali. E’ lo stesso concetto di proprietà che viene messo in discussione. Perché si hanno terre più dell’occorrente, perché si dispongono risorse finanziarie più del fabbisogno, perché si vuole vivere con il superfluo quanto agli altri manca il necessario? Abbiamo incominciato molti secoli addietro ad alterare il rapporto tra gli esseri umani concependo la proprietà come diritto di pochi e la schiavitù come primato di un potere oppressivo della libertà degli uni per la libertà di una élite. A questo punto se vogliamo una scuola espressione di un primato della civiltà sulla barbarie, dobbiamo cambiare i paradigmi di risposta culturale che vi abbiamo posto. Nessun ideale potrà dirsi tanto esaltante quanto quelle che trovi un riscontro reale nella vita di tutti i giorni.(Riccardo Alfonso Direttore Centri studi letterari e storici della Fidest)

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A scuola di giornalismo

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

giornalista italianoMolti giovani sono attratti da questa “professione” più per l’alone romantico, un po’ sbarazzino che lo circonda che per la sua stessa natura. E come sempre sono gli esempi più vistosi ad essere fonte di maggiore sostegno a tale voglia di fare il giornalista. Si pensa alla “grande firma”, al personaggio televisivo a metà strada tra lo show-man ed il cronista, all’inviato speciale nelle zone di guerra che in prima linea e tra il crepitare delle mitraglie ci racconta la battaglia in pieno svolgimento e talvolta a corredo delle parole, impietosi obiettivi delle telecamere si posano sui volti sofferenti dei feriti e ci fanno vedere le lacerazioni dei loro corpi. Ma se riflettiamo sulla vita di pochi che consideriamo persone che hanno raggiunto il successo e la celebrità e la paragoniamo ai tanti che vivono nel “grigiore” di una professione che è fatto di routine, da lavoro sedentario davanti ad un monitor e a scrivere piccole cose per un trafiletto da settima o nona pagina e sovente senza “l’onore” di una firma, allora gran parte di quell’alone che avevano eretto intorno alla figura del giornalista si dissolve crudemente. Il giornalista, come lo intendiamo noi, sta scomparendo. Oggi taluni quotidiani potrebbero “vivere” anche senza una “redazione”, ma sostituirla con un ufficio smistamento e di catalogazione delle tante notizie che vi pervengono via e-mail, fax e con i dispacci d’agenzia. Oggi il giornalista si identifica di più con il free lance, con il responsabile di un ufficio stampa, con un esperto in informatica, in sondaggi d’opinione di natura statistica, con un visitatore di siti. Persino le conferenze stampa “tradizionali” incominciano a perdere colpi sostituite dalle “video conferenze” via internet. Oggi l’opinione del giornalista tende sempre di più ad essere “irrigimentata” dagli umori della proprietà editoriale. Oggi, più che nel passato, il giornalista è una professione che come tutte le altre ha una scala di ruoli decisamente poco stimolanti sia sul piano culturale sia per la sua capacità di fare opinione ovunque e comunque. E la delusione per il giornalismo sarà per i giovani meno cocente se la inquadriamo con la stessa logica che riserviamo alle altre professioni: avvocati, commercialisti, medici, ecc. Niente di romantico, ma molto di professionale, forse fino alla noia. (Riccardo Alfonso direttore Fidest)

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Il Radon è la causa principale del tumore polmonare

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

tumore polmoneSecondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il Radon è la causa principale del tumore polmonare, dopo il fumo. Esiste solo una normativa per gli edifici pubblici. Il componente del Dipartimento Tematico Tutela del Consumatore, Giovanni D’AGATA. chiede a Governo e Regioni un intervento in materia per gli edifici privati e più controlli per quelli pubblici. Pare ormai, che da anni, l’opinione pubblica italiana abbia dimenticato gli effetti distruttivi per la salute umana del radon. Come è noto, infatti, il radon è un gas radioattivo naturale inodore e incolore prodotto dal decadimento radioattivo dell’uranio presente nel terreno e che poi si diffonde nell’aria presente nel sottosuolo che è in costante scambio con l’aria dell’atmosfera. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha stimato che, dopo il fumo, il radon è la causa principale del tumore polmonare. In ambienti aperti la concentrazione del gas non raggiunge quasi mai livelli pericolosi, mentre nei luoghi chiusi (abitazioni, scuole, ambienti di lavoro, ecc.) può raggiungere concentrazioni elevate potenzialmente dannose per la salute. Alcune statistiche circa le morti connesse al radon, parlano di cifre impressionanti e secondo talune sarebbe la causa diretta per oltre 20.000 decessi nella sola Unione Europea ogni anno ed oltre 3.000 in Italia. E’ noto da tempo che interventi di risanamento, possano ridurre notevolmente l’impatto della presenza di tale gas all’interno degli edifici. Lo stesso dicasi, per le strutture di nuova costruzione, per le quali si stanno diffondendo tecniche che, in linea di principio, si basano sulla ventilazione ed aspirazione naturale o forzata dell’aria del suolo e sono diversificate in funzione della tipologia costruttiva e delle caratteristiche geologiche del terreno, consentendo una riduzione pressoché totale della concentrazioni di radon. In Italia non c’è ancora una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di radon all’interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità Europea di 200 Bq/m3 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3 per quelle già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (Decreto legislativo n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. E’ necessario, secondo il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, anche per ridurre i costi sociali connessi all’aumento delle neoplasie polmonari ed in considerazione delle molteplici concause, tra queste centrali ad idrocarburi o a carbone, centri industriali altamente inquinanti, nascita di nuovi termovalorizzatori, che Governo e Regioni, ciascuno nell’ambito di propria competenza, intervengano immediatamente a sanare questo vuoto normativo al fine di favorire interventi di risanamento dei vecchi edifici statuendo nuovi obblighi per quelli di nuova costruzione, nonché più controlli e verifiche del rispetto della normativa esistente, su quelli pubblici.

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Eutanasia tra “omicidio” e “pietà”

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

Le mie elle al di...Tempo fa Renato Pierri Scrittore ed ex docente di religione mi ha scritto una lettera per sottoporre alla mia attenzione il problema delicato e complesso dell’eutanasia. “Intanto – mi precisa – è importante informare non credenti e credenti, ecclesiastici compresi, che si ostinano a definire omicidio l’eutanasia, che la Chiesa stessa non considera l’uno e l’altra alla stessa stregua. Per rendersene conto basta confrontare due passi del Catechismo. Al n. 2268: “Il quinto comandamento proibisce come gravemente peccaminoso l’omicidio diretto e volontario. L’omicida e coloro che volontariamente cooperano all’uccisione commettono un peccato che grida vendetta al cielo”. Riguardo, invece, all’eutanasia, al n. 2277: “Essa è moralmente inaccettabile”. C’è una notevole differenza. In genere la posizione della Chiesa su questi problemi si basa su un’errata interpretazione di alcuni passi delle Scritture. Molti ecclesiastici lo sanno, ma non possono parlare, giacché la Chiesa può riconoscere gli errori del passato, ma non quelli attuali. I passi in questione si trovano nell’Antico Testamento: “Sono io che do la morte e faccio vivere” (Dt 32,39); “Il Signore dà la morte e dà la vita, fa scendere agli inferi e ne fa risalire” (1Sm 2,6). La Chiesa si appella a versetti come questi per affermare: “La vita e la morte dell’uomo sono, dunque, nelle mani di Dio, in suo potere”; “Morire per il Signore significa vivere la propria morte come atto supremo di obbedienza al Padre, accettando di incontrarla nell’«ora» voluta e scelta da lui, che solo può dire quando il cammino terreno è compiuto (cf Evangelium vitae). Ora, se c’è un Dio creatore ed una creazione, è ovvio che questa dipenda da Dio, ma non è altrettanto ovvio che sia Dio a “decidere” di dare la vita e la morte ad ogni individuo. Il concetto non solo non trova seria rispondenza nelle Scritture, ma è contraddetto dalla ragione e dalla nostra esperienza. Si pensi ad un concepimento a seguito di stupro, agli aborti spontanei, alle morti premature, accidentali, ecc. Non possiamo pensare che sia Dio a prendere simili “decisioni”. Che idea dovremmo farci del Creatore? Non possiamo basarci sul versetto della Bibbia che più ci fa comodo, per sostenere le nostre tesi. Altrimenti, per sostenere ad esempio che Dio è vendicativo e violento, potremmo ricorrere ai versetti che seguono immediatamente il verso citato del Deuteronomio: “Quando avrò affilato la mia spada folgorante, e la mia mano si accingerà al giudizio, farò vendetta dei miei avversari, ripagherò quelli che mi odiano. Inebrierò le mie frecce di sangue, la mia spada divorerà la carne: sangue degli uccisi e dei prigionieri, teste dei principi nemici”. E’ lo stesso Dio che parla, e nello stesso contesto. Le citazioni bibliche non devono contrastare né con la ragione né con lo spirito del Vangelo. La posizione della Chiesa sarà allora in sintonia col Vangelo? Neppure per sogno. Gesù ci dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12). Ora, per portare un esempio limite, non si vede come si realizzi questo amore nel caso di un neonato portatore di malattia gravissima ed incurabile, allungandogli di qualche giorno o di qualche settimana la vita. Ma perché dobbiamo pensare che debba provvedere Dio a togliere dalla sofferenza un malato senza speranza, e non piuttosto che sia proprio Dio ad affidarne all’uomo la responsabilità?” (Riccardo Alfonso dal libro: “Le mie Elle al Di ” edito su Amazon)

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Vu cumprà?

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

spiaggia di GozzanoAnni fa fu introdotta una pesante sanzione amministrativa a carico di chi vendeva merce sulle spiagge. Ci chiediamo che fine ha fatto se continuiamo ad assistere alla processione di piccoli venditori e i loro traffici. Allora Primo Mastrantoni, segretario Aduc scriveva: “Attenzione agli acquisti multe salate”. “Salvo che il fatto costituisca reato, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria fino a 10.000 euro l’acquisto o l’accettazione, senza averne prima accertata la legittima provenienza, a qualsiasi titolo di cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà intellettuale. La sanzione di cui al presente comma si applica anche a coloro che si adoperano per fare acquistare o ricevere a qualsiasi titolo alcuna delle cose suindicate, senza averne prima accertata la legittima provenienza”. E proseguiva: “Proprio in questo periodo i litorali sono pieni di “vu cumpra” che offrono una quantità di merce impressionante: dai CD alle borse, dai tappeti agli asciugamani, dai vestiti agli occhiali, ecc. L’ignaro cittadino non sa che nel momento in cui acquista un prodotto contraffatto, o che induce qualcuno a farlo, è passibile di una multa pesantissima: fino a 10mila euro! Attenzione quindi agli acquisti di prodotti contraffatti: la vacanza rovinata è dietro l’angolo! (n.r. Quanto abbiamo scritto ci offre l’occasione per un’altra evidenza: è che di leggi in Italia ve ne sono sin troppe e i nostri politicanti non smettono il vizietto di legiferare. Ma chi le fa rispettare? E se si chi realmente paga il conto se non lo sprovveduto cittadino che cade nella rete come i semafori truccati e i divieti di transito posti da un giorno all’altro per alcune strade provocando, nel caso che ci è stato segnalato a Roma, ben duecentomila multe. Per non parlare dell’amico poliziotto che ci confidava di non provarci nemmeno a fermare e a portare di nuovo in commissariato uno scippatore o un borsaiolo. Rischia di ritrovarselo il giorno dopo in libertà che lo beffeggia e se osa nuovamente intervenire rischia una denuncia per abuso di autorità o per reati connessi. E un poliziotto “screditato” e una giustizia lenta e farraginosa è destabilizzante per la stessa tenuta della democrazia.)

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Abuso di alcol e danni epatici

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

tumore fegatoNon solo l’abuso costante di alcol, ma anche un ‘abuso saltuario’, può determinare seri problemi di salute. La diffusione dell’alcol tra i teenager suscita allarme tra gli esperti: nei fine settimana o durante l’‘happy hour’ spesso si ubriacano senza pensare alle conseguenze. Se bere alcolici è utilizzato per superare difficoltà relazionali diventa un bere problematico e si ricorrerà all’alcol ogni volta che si avranno difficoltà: in pratica è dipendenza. L’analisi dell’ISS dice che 3 ragazzi su 4 tra 16 e 25 anni bevono alcolici e se si abbassa l’età a 15 anni, un anno in meno del limite di legge per poterli acquistare, i dati non cambiano: beve il 67%. Il problema, oltre che sociale, è anche medico: negli adolescenti l’alcol viene metabolizzato con maggiore difficoltà e i danni al fegato ed al sistema nervoso sono maggiori che negli adulti. Così si facilita l’insorgenza di malattie del fegato, come la steatosi (o fegato grasso) e la steatoepatite che, nel corso degli anni, possono trasformarsi in cirrosi ed epatocarcinoma.” Solo a 18-20 anni si sviluppa maggiore capacità di metabolizzare l’alcol: perciò, come ricorda l’Oms, fino ai 20 anni non bisognerebbe bere più di un bicchiere di vino al giorno. “I giovani però non si accontentano di vino o birra, preferiscono i drink a base di superalcolici, ma devono capire che il loro è un errore gravissimo che può preludere alla dipendenza. Superare la soglia indicata dall’Oms – chiarisce il professor Caporaso – aumenta la probabilità di contrarre un danno epatico indipendentemente dalle bevande che si assumono, siano esse vino, birra o superalcolici. I dati sono preoccupanti: il 7% dei giovani fa abuso di alcol almeno una volta la settimana e il primo approccio alle bevande alcoliche si è abbassato a 10-11 anni. È importante anche non sottovalutare altri elementi come lo stile di vita nel suo complesso (abitudini alimentari, attività fisica, ecc.) e le modalità con cui ci si avvicina all’alcol. Bevute, quotidiane e lontane dai pasti, fumo e malnutrizione sono fattori altrettanto importanti nel determinismo del danno epatico.” Studi recenti dimostrano che l’abuso di alcol, sotto ogni forma, crea più problemi dell’epatite da virus HCV confermandosi, sia al Nord che al Sud Italia, il principale fattore di rischio per l’insorgenza di malattie epatiche, quali la steatosi alcolica o ‘fegato grasso’, una condizione molto diffusa in Italia. Un ruolo lo svolgono anche il sesso maschile e l’età: l’attività dell’alcol-deidrogenasi, infatti, risulta significativamente ridotta nelle donne giovani ed in quelle con più di sessant’anni. Negli uomini, invece, è del cinquanta per cento in meno nella fascia che va dai sessanta agli ottant’anni. Esistono geni che regolano la sintesi degli enzimi deputati alla neutralizzazione dei metabolici tossici dell’alcol e dei cosiddetti mediatori del danno quali, ad esempio, le citochine”. Cosa fare allora? Smettere di bere resta l’arma principale. Lo dicono i dati epidemiologici: la sopravvivenza a cinque anni delle persone affette da cirrosi è del 90%, ma scende al 70% se il paziente continua ad assumere alcol e, addirittura, al 30% se quello stesso soggetto è scompensato. Al momento non esistono farmaci che hanno la capacità di far regredire questa patologia ma sono disponibili sostanze antiossidanti (silibina, estratta dal cardo mariano, vitamina E) che hanno la proprietà di contrastare l’azione dei radicali liberi che rappresentano i vettori del danno epatico da parte dell’alcol. Queste sostanze potrebbero contribuire all’approccio terapeutico non solo nelle forme legate all’abuso di alcol ma anche al danno da farmaci, da tossici ambientali, ecc.

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Zanzare: Come difendersi

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

zanzara tigreI consigli di Aduc. Occorre sfatare una leggenda metropolitana: le zanzare preferiscono il sangue dolce. Tale credenza e’ priva di logica perche’ per succhiare il sangue piu’ “dolce” le zanzare devono comunque pungere la persona; e’ invece l’odore della pelle e la sua temperatura che le attirano ed e’ per questo motivo che esistono in commercio prodotti repellenti da spalmare sul corpo. Un tempo le zanzare pungevano prevalentemente di sera, oggi con la presenza della fastidiosissima zanzara tigre, gli attacchi si svolgono anche di giorno, tanto che alcuni comuni hanno avviato operazioni di bonifica del territorio. Il metodo piu’ antico per difendersi dalle zanzare e’ quello della… zanzariera. Alle finestre o sopra il letto, la zanzariera offre da millenni la sua naturale ed efficace protezione contro gli insetti fastidiosi e nocivi. Sono, comunque, disponibili insetticidi in diverse modalita’ d’uso: spray, spirali e diffusori. Sono efficaci con l’avvertenza di tenersi lontani dai luoghi dove vengono irrorati e di collocare i propagatori vicino a porte e finestre e non accanto al letto o al divano. L’uso di tenere piante aromatiche (basilico, citronella, geranio, lavanda, ecc) su balconi e terrazze, oltre ad abbellirle, svolge un’azione di contenimento delle zanzare, a dire il vero un po’ blanda, che puo’ essere aumentata scuotendo le piante stesse in modo da diffondere nell’ambiente le essenze in esse contenute. Altri rimedi sono quelli che chiamiamo le “sedie elettriche per gli insetti”: sono le lampade a raggi ultravioletti con “griglia” elettrica; ultimamente vanno di moda le “racchette elettriche” che possono essere agitate nell’aria proprio come una racchetta da tennis; spesso sulla “griglia” finiscono una moltitudine di insetti che sono scambiati per zanzare. Insomma tra zanzariere, creme e insetticidi il sistema di difesa c’e’, basta attivarlo con un po’ di anticipo rispetto all’attacco pungitore. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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La malattia mentale è un problema anche sociale

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017

schizofreniaCosi scrive un genitore di un malato psichico affetto da oltre 14 anni da schizofrenia di tipo disorganizzato: ”mio figlio da 5 mesi non effettua la terapia farmacologia perché si rifiuta categoricamente di sottoporsi al controllo sanitario,né io nella mia qualità, non essendo abilitato in quel senso,posso costringerlo a sottoporsi al relativo controllo. Anche le strutture (Coordinamento di salute mentale; Dipartimento di salute mentale; unità sanitaria locale; Prefettura; Comune ecc.) viste le leggi in vigore non possono costringere il figlio a farsi curare, se non sussistono le condizioni di TSO (trattamento Sanitario Obbligatorio)”. Quello che assilla, giustamente, quel genitore è condensato nella legge 180 che ha determinato il passaggio dal concetto interesse custodialistico a quello terapeutico e dove si afferma all’art.1 che “gli accertamenti ed i trattamenti sanitari sono volontari”, salvo il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Ora, come può un’individuo senza lucidità con diagnosi “di marcata frammentazione ideo-affettiva, sconnessione dell’eloquio, notevole compromissione del rapporto di realtà e della sfera intersoggettiva, con conseguente disorganizzazione- comportamentale, tendenza all’acting e persistete oppositività” o quant’altro e per altre motivazioni, scegliere di sua volontà un percorso di cure o sottoporsi volontariamente alle cure? Quella “legge” ha inteso eliminare i “manicomi” (e siamo d’accordo), ma non ha previsto le strutture alternative ed adeguate o se le ha previste (art.7) non sono state realizzate e rese operose con urgenza. Quella “legge” ha stabilito che la malattia mentale è un problema sociale ed il “malato” viene assimilato, all’emarginato, all’handicappato, all’anziano non autosufficiente. Sono rimasti i servizi di diagnosi e cura negli Ospedali Generali (dove a volte, pare, mancano i Reparti neuropsichiatrici,) dove il malato in ricovero coatto resta per 7 giorni e sottoposto a terapie di farmaci tanto da renderlo accettabile, dimesso e rinviato a casa (art.35 legge 833/1978) per essere riammesso qualche settimana o qualche mese dopo. Alcuni vorrebbero abolire la legge 180 e 833 e riaprire, si dice, i “manicomi” Altri affermano che i valori della 180 sono veri, validi e vanno verificati nella pratica e che il malato mentale non è un paziente da spedalizzare. Il Basaglia diceva che il malato mentale va curato e non segregato. Le famiglie di questi sventurati, auspicano servizi specifici in strutture adeguate e tali da considerare il malato-persona nella sua dignità e garantito nei suoi diritti come sancito dagli artt.2,3,32 della Costituzione Italiana, dal Trattato di Amsterdam e dalla “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” e dalla “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU del 6 dicembre 2006

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