Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 26 agosto 2017

Corteo contro gli sgomberi

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

viminale“Un corteo contro gli sgomberi degli abusivi dalle altrui proprietà? Questo pomeriggio a Roma stiamo assistendo all’ennesimo spettacolo mediatico organizzato ed evidentemente sostenuto da alcune parti politiche pronte come sempre a dare addosso alla Polizia, sottacendo fermamente sulle proprie gravi ed evidenti responsabilità politiche. Un corteo a sostegno di chi pratica l’illegalità? La soluzione ai problemi sociali è indulgere alla commissione di reati? E’ un paese assurdo. Si manifesti una volta tanto a sostegno delle Forze dell’Ordine e delle regole”.
Lo afferma Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a proposito del corteo previsto per questo pomeriggio nel centro di Roma organizzato da collettivi e movimenti per il diritto alla casa anche per protestare contro la politica degli sgomberi delle abitazioni abusivamente occupate. Una manifestazione che desta preoccupazione soprattutto perché segue agli incidenti verificatisi in piazza Indipendenza, nella Capitale, in occasione dello sgombero dell’edificio di via Curtatone, che hanno a loro volta dato il via a forti polemiche dovute all’intervento delle Forze dell’Ordine inviate a liberare la piazza.
“Già è stato grave e incomprensibile – dice Pianese – aver sentito criticare i colleghi impegnati in un servizio pericolosissimo, nonostante siano stati aggrediti e nonostante abbiano come al solito dovuto farsi carico dei problemi causati dalla cattiva gestione di chi aspetta solo che le ‘grane’ scoppino per poi ricorrere come sempre al nostro intervento. Ora dobbiamo anche vedere che si manifesta a sostegno di chi delinque violando di fatto leggi dello Stato che dovrebbero valere per tutti allo stesso modo. E’ vergognoso. Invece che fare cortei a sostegno di chi abusivamente occupa abitazioni che non gli appartengono, politica e istituzioni dovrebbero insorgere a difesa della Polizia di Stato. Se c’è qualcuno che decide di spalleggiare chi occupa illegalmente case ed edifici altrui violando il principio costituzionale che sancisce l’inviolabilità della proprietà, questi non deve trovare sponde politiche né istituzionali”.
“E’ ora di smetterla – conclude il Segretario Generale del Coisp – con atteggiamenti di pericoloso permissivismo che, in pratica, significano ‘favoreggiare’ chi commette dei reati. La manifestazione di oggi pomeriggio, orchestrate dalle solite pseudo organizzazioni che professano l’occupazione delle case altrui come metodo di risoluzione della crisi abitativa, sono solo l’occasione per fomentare agitazioni e creare disordini e sperequazioni in danno dei cittadini onesti. Contiamo sull’altissima professionalità dei colleghi che dovranno ancora una volta rischiare la salute oggi a Roma, ma speriamo comunque che non debbano pagare il solito tributo di sangue per via dell’odiosa strumentalizzazione di alcuni e dell’incapacità assoluta di altri”. (n.r. Crediamo che dalle ceneri del Pd sia nato un nuovo partito: quello dei rom e degli immigrati. D’altra parte la polizia, sino a prova contraria, ha eseguito degli ordini. C’è poi d’aggiungere che per come sono avvenuti i fatti e l’urgenza ad eseguire gli sgomberi genera in noi un dubbio atroce. Cosa si vuole nascondere? Forse urgeva farlo per motivi di sicurezza? Per smatellare un posto che ospitava qualche cellula terroristica o supposta tale? Perché non si dice che i residenti hanno impedito, alcuni giorni prima dello sgombero, ai servizi sociali del comune di Roma di accedere nel fabbricato per un censimento e per offrire assistenza alle persone in condizioni di fragiità e la stessa sorte è capitata ai vigili del fuoco per un sopralluogo sulla sicurezza dello stabile e che il loro rapporto, per quello che sono riusciti a vedere, era di una grave situazione di pericolosità ambientale?)

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Commissione europea: Solidarietà all’Italia

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

european commissionLa Commissione segue da vicino il terremoto che ha colpito l’isola d’Ischia, al largo di Napoli, e ha annunciato di essere a disposizione delle autorità italiane per fornire qualsiasi tipo di assistenza immediata necessaria. Il sisma è avvenuto appena prima del 24 agosto, data in cui l’anno scorso il centro Italia è stato colpito da un terremoto costato la vita a circa 300 persone in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e seguito da altre scosse nell’ottobre 2016 e nel gennaio 2017.
La data del 24 agosto 2016 è ancora una ferita aperta per molte delle persone duramente colpite. Gli italiani non hanno dimenticato, e l’Europa non ha dimenticato gli italiani: è ormai un anno che fornisce assistenza alle popolazioni terremotate. Appena dopo la catastrofe la Commissione europea ha sostenuto le autorità della protezione civile italiane fornendo carte del sistema satellitare europeo Copernicus tramite il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze. Il Presidente Juncker aveva espresso allora la propria ammirazione per la forza e la tenacia del popolo italiano e aveva dichiarato che la basilica di San Benedetto di Norcia, distrutta dal terremoto, sarebbe stata restaurata con l’aiuto dei fondi europei, in segno di solidarietà e amicizia inviolabile con l’Italia. A dicembre la Commissione ha versato un primo contributo finanziario di 30 milioni di euro a titolo del Fondo di solidarietà dell’UE e nel giugno 2017 ha proposto di mobilitare il Fondo per un importo di 1,2 miliardi di euro, il maggiore sostegno mai concesso a titolo di tale fondo. Ha inoltre proposto un nuovo meccanismo di sostegno in seguito a catastrofi naturali, al fine di finanziare le opere di ricostruzione al 95% con i fondi europei. Tale meccanismo, ormai in vigore da luglio 2017, è disponibile per tutti gli Stati membri colpiti da calamità.

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Fornitura gratuita dei libri scolastici agli studenti delle aree terremotate

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

scuola-libri“Siamo felici e orgogliosi di poter contribuire al sostegno delle famiglie che vivono nelle zone colpite dal terremoto nel momento dell’avvio dell’anno scolastico”. Il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi ricorda a un anno dal sisma del 24 agosto 2016 la convenzione siglata tra AIE e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) per garantire la fornitura gratuita dei libri scolastici agli studenti delle aree terremotate. “Il tema dell’istruzione e della conoscenza”, continua Levi, “è una questione di primario e decisivo rilievo nazionale e rappresenta uno dei punti focali nello sviluppo della nostra Associazione. È importante poter assicurare a questi ragazzi il diritto allo studio”.L’accordo prevede la distribuzione gratuita dei testi per i prossimi due anni scolastici, il 2017/2018 e il 2018/2019, nei 140 Comuni che nell’ultimo anno sono stati colpiti dal terremoto.“È una iniziativa che gli editori del gruppo educativo di AIE hanno condiviso nella consapevolezza che questa azione potrà rivelarsi di fondamentale importanza per aiutare le famiglie residenti nei territori colpiti dal sisma e che vivono momenti di difficoltà”, ha detto il presidente del Gruppo Educativo di AIE Giorgio Palumbo. “La nostra disponibilità è la conferma di una sempre più strutturata sinergia con il Miur e del costante impegno volto a sostenere il sistema dell’istruzione. Impegnandoci in questa donazione abbiamo voluto fare la nostra parte, consentendo alle famiglie di non doversi preoccupare della dotazione libraria di cui i ragazzi avranno bisogno al rientro a scuola. Un aiuto pratico per garantire il diritto all’istruzione agli studenti che hanno vissuto molti disagi”.

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Scuola – Obbligo a 18 anni

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

ministero-pubblica-istruzioneAltrimenti si tratterebbe solo di un’operazione risparmio, finalizzata a far sparire a regime 35mila cattedre della scuola superiore. A sostenerlo è l’Anief: se l’operazione ha come scopo primario quello di cancellare altro tempo scuola oltre quello divorato nell’ultimo decennio a partire della Legge 133/08, il giovane sindacato annuncia sin d’ora che si opporrà con tutte le sue forze. Sia a livello organizzativo-politico che in ambito giuridico-legale. L’anticipo dell’uscita da scuola a 18 anni, già tentato a inizio 2000 dall’allora Ministro Luigi Berlinguer, è un programma di revisione ripreso da diversi governi. Anche di recente, dall’ex Ministra Stefania Giannini. Se nessuno c’è riuscito è perché è sempre mancato un percorso ragionato e condiviso.Marcello Pacifico (presidente Anief): Con la scuola primaria anticipata di un anno, durante il quale attivare delle classi ‘ponte’, affidate a maestri in compresenza della scuola dell’infanzia e della stessa primaria, si migliorerebbe il delicato passaggio tra la scuola materna e l’ex elementare. Lo abbiamo detto, qualche mese fa, sia a Montecitorio che a Palazzo: è scientificamente provato che a cinque anni i bambini hanno bisogno di una formazione di tipo essenzialmente ludico e, nello stesso tempo, di avvicinamento all’alfabetizzazione e al far di conto. L’operazione permetterebbe anche di svuotare le graduatorie di merito e le GaE dei maestri d’infanzia dimenticati dalla riforma e con pessime prospettive di stabilizzazione. Come si darebbe una bella spallata alla dispersione e all’abbandono scolastico: perché mantenendo il tempo scuola immutato e innalzando l’obbligo a 18 anni, gli studenti sarebbero più coinvolti nei progetti formativi. Certo, servirebbe anche rivedere i contenuti dei cicli scolastici, rendendoli anche più stimolanti per le nuove generazioni.

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Rafforzare il sistema di protezione per i minori non accompagnati

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

mediterraneoBruxelles. Alla fine di luglio 2017, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e le autorità italiane hanno firmato un emendamento al piano operativo per l’Italia. L’EASO ha iniziato a cooperare con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza per attuare una nuova misura di sostegno riguardante il sistema di tutela volontaria per minori stranieri non accompagnati.L’Italia è uno dei principali paesi europei di arrivo di minori non accompagnati. Nei primi sette mesi del 2017, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, ne sono giunti più di 12 500, mentre nel 2016 il numero complessivo di nuovi arrivi ammontava a quasi 26 000.Per affrontare i bisogni specifici di queste persone particolarmente vulnerabili e agire sempre secondo il principio del superiore interesse dei minori in tutte le procedure che li riguardano, ivi incluse quelle legate al sistema di accoglienza e di asilo, a maggio 2017 è entrata in vigore una nuova legge (L. n. 47/2017) contenente “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”. Una delle novità principali di questo testo normativo è sicuramente l’introduzione della possibilità per privati cittadini, precedentemente selezionati e adeguatamente formati, di diventare tutori volontari.EASO lavorerà, quindi, insieme all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza per rafforzare l’attuazione di queste misure di protezione per i minori non accompagnati. Le aree di cooperazione includeranno una campagna nazionale di sensibilizzazione mirata all’individuazione di tutori volontari, e il supporto nella selezione e formazione nelle regioni di competenza. È ugualmente previsto lo sviluppo di strumenti pratici e un’attività di assistenza e consulenza. Infine faranno parte di questa cooperazione azioni mirate allo scambio di buone pratiche.
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza è un’istituzione indipendente stabilita dalla legge 112/2011 con l’obiettivo di proteggere e promuovere i diritti dei minori. Ai sensi della legge n. 47/2017, l’Autorità ha il compito di selezionare e formare i tutori volontari nelle regioni dove non è stato nominato un garante regionale.Il supporto che l’EASO garantisce alle autorità italiane è previsto e regolato dal piano operativo 2017 per l’Italia, che include supporto alla procedure di ricollocazione e ricongiungimento familiare nell’ambito del Regolamento Dublino (attraverso la pre-identificazione, l’informativa, la registrazione e la presa in carico dei casi Dublino) e attività relative alla raccolta di informazioni sui paesi di origine.

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Libro: Dammi tutto il tuo male

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

dammi tutto il tuo maleC’è un momento all’imbrunire in cui tutti i rumori della giornata si attutiscono e cala un silenzio perfetto. È il momento in cui sul prato scende l’oscurità e si accendono le mille luci delle lucciole. Come ogni sera, Viola, una bambina di quasi sei anni, attende quel momento abbracciata a suo padre Andrea sotto la veranda della loro casa. Aspetta le lucciole, ma non solo. Aspetta il ritorno della persona più importante della sua vita: sua madre Barbara. Aspetta invano, ma questo solo Andrea lo sa.
Andrea ha quarant’anni ed è un uomo normale, con una vita normale. Fa il bibliotecario e, da quando la sua compagna Barbara non c’è più, cresce da solo sua figlia, come un adulto responsabile può e deve fare.
Ma Andrea non è soltanto un uomo normale e un padre premuroso. È anche un assassino.
Barbara e Andrea si erano conosciuti a un esclusivo party milanese e da quel momento erano diventati inseparabili. Barbara, una tatuatrice dalla bellezza androgina, dura e sfuggente, si era illusa di trovare in lui l’unica persona al mondo che potesse salvarla. Ma salvarla da cosa? E perché la donna è sparita poco dopo la nascita di Viola? Andrea è l’unico a conoscere la verità. Una verità oscura e inconfessabile, nascosta in una fitta boscaglia di silenzio, omertà e dolore.
Andrea ha ucciso, ma non è pentito. Perché si può uccidere per odio. Ma, a volte, si può anche uccidere per amore.Questa è una storia che parla del nostro lato buio. È la storia struggente di un padre, di una figlia e di un amore che porta alle estreme conseguenze. È una storia che scuote le coscienze, e non in senso figurato. Dammi tutto il tuo male è un romanzo sulle nostre paure più inconfessabili. Sulla labilità del confine tra il bene e il male. E la voce di Matteo Ferrario, chirurgica e affilata, ha la forza di metterci di fronte all’evidenza che tutti noi siamo capaci di superarlo.
Sono un padre e un assassino, e dopo tanti anni non ho ancora capito se devo essere grato a Barbara oppure odiarla, perché senza di lei non mi sarei scoperto capace di nessuna delle due cose.
Ma non ha più molto senso porsi problemi del genere, adesso che tutto è finito.
Il caso è ufficialmente chiuso da anni, e anche nell’eventualità remota in cui si decidesse di riaprirlo, e per la prima volta diventassi un sospettato, non si troverebbe una sola prova a mio carico.
Matteo Ferrario: Nato nel 1975. Architetto, giornalista e traduttore. Ha scritto due romanzi: Buia(2014) e Il mostro dell’hinterland (2015). pag. 288; euro 16,00 (Harper Collins Italia) dal 31 agosto in libreria. (foto: dammi tutto il tuo male)

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Festival della Comunicazione di Camogli

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

CamogliCamogli 8 settembre 2017 Hotel Cenobio dei Dogi alle ore 12.30 Festival della Comunicazione.“Libri, Stampa digitale e nuovi media, l’innovazione al servizio dell’editoria e dei lettori”: è questo il tema protagonista del workshop che Canon, leader nel mercato della stampa digitale, terrà l’8 settembre in occasione del Festival della Comunicazione di Camogli, la manifestazione annuale dedicata a tutti gli operatori della comunicazione di cui Canon è Digital Imaging Partner.Dopo il successo della passata edizione, Canon rinnova la sua partecipazione al Festival per raccontare le tante innovazioni che negli ultimi anni hanno trasformato i processi di stampa, contribuendo a modificare significativamente il settore dell’editoria.
Moderato da Severino Salvemini, professore ordinario presso l’Università Bocconi, presidente della SDA Bocconi ed editorialista del Corriere della Sera, e con la partecipazione di Fedele Usai, nuovo Amministratore Delegato di Condé Nast Italia, il workshop permetterà attraverso l’intervento di Maurizio Ronzoni, Channel Director, Commercial Printing di Canon Italia, di raccontare le nuove frontiere della stampa digitale nel mondo dell’editoria e definire i nuovi modelli di business che gradualmente si stanno affermando in questo settore.
Grazie alla testimonianza di Luca Nesi, Direttore Industriale di Arti Group, azienda cliente Canon e punto di riferimento autorevole nell’industria della stampa, saranno inoltre presentati vantaggi e best practice della stampa digitale, evidenziando tutte le nuove soluzioni per il libro stampato.
“Ci troviamo in un momento di grande evoluzione per il settore dell’editoria chiamata, oggi più che mai, a cogliere le infinite opportunità offerte dall’innovazione tecnologica. L’affermarsi della stampa digitale ha operato una rivoluzione in questo mercato, assicurando efficienza, personalizzazione e rapidità, generando al contempo nuove opportunità di business per gli operatori del settore. In questo scenario in continuo divenire, Canon sta giocando un ruolo chiave nel supportare clienti e partner, mettendo a disposizione competenze, risorse e consulenza strategica” – ha dichiarato Maurizio Ronzoni, Channel Director, Commercial Printing di Canon Italia – “Siamo particolarmente lieti di tornare a questo importante festival insieme al nostro cliente, Arti Group, un nome di rilievo da più di un secolo nel panorama europeo della stampa”.“Siamo un’azienda che scommette sul domani per questo stiamo compiendo un percorso dì grande trasformazione: ci avvaliamo della tecnologia più all’avanguardia per vivere da protagonisti il futuro della stampa senza dimenticare la nostra storia” ha dichiarato Luca Nesi, Direttore Industriale di Arti Group.
Canon è al fianco dei propri clienti e partner per aiutarli a scoprire tutte le potenzialità della stampa digitale per il mondo dell’editoria, mettendo a disposizione competenze e soluzioni in grado di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più orientato a un servizio “just in time” e a un prodotto personalizzato.

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Italian Pasta Summit China Edition

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

chef-MassimoPechino. by Pivari.com. Dal 30 agosto al 1 settembre a Beijing (Pechino) presso il China International Exhibition Center (CIEC NEW) Hall E1 durante AnuFood si svolgerà la seconda edizione dell’Italian Pasta SummitIn Cina, patria della “pasta” fatta in casa (noodle), è di scena, per la seconda edizione, la pasta italiana!40 cuochi, soprattutto cinesi, si affronteranno a Pechino durante AnuFood, dal 30 agosto al 1 settembre, per l’Italian Pasta Summit China Edition.Due i possibili ambiti di sfida: Creative Pasta e Best Pasta dish.Questo importantissimo evento rappresenta un’opportunità unica per “la pasta” il piatto principale della cucina italiana, e di conseguenza per tutta la cucina italiana, di farsi apprezzare sempre più in Cina. E’ inoltre un momento forte di interrelazione e di scambio con una cultura che come noi pone al centro della propria alimentazione la pasta.
Evento fortemente voluto da Chef Massimo ????? (Massimiliano Esposito), presidente della delegazione cinese FIC, dopo lo strabiliante successo ottenuto nella sua prima edizione, è attesissimo dai media cinesi, dalle federazioni, dai cuochi partecipanti, dagli sponsor e soprattutto da curiosi e professionisti che si aggireranno per AnuFood.Riuscire a far conoscere ai cinesi la nostra pasta vuol dire portare loro parte delle nostre tradizioni alimentari. Incuriosirli su uno dei punti forti della nostra cultura e della nostra storia. Apprezzare il nostro cibo è un primo importante passo per poi apprezzare la convivialità, le nostre cose belle (“italian style“), la nostra bella Italia.
Non dimentichiamo che la pasta è alla base della Dieta Mediterranea, riconosciuta patrimonio UNESCO e che mangiare bene vuol dire vivere bene. Se va riconosciuto a chef Massimo il ruolo di “ideatore” non bisogna certo trascurare i ruoli fondamentali di FIC (Federazione Italiana Cuochi) e Koelnmesse, famosa soprattutto per organizzare Anuga, il principale evento food al mondo. (photo: Chef Massimo)

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Mutui: il 6% di quelli erogati è destinato a cittadini stranieri

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

domanda mutuiEssi in media hanno ottenuto poco più di 109.800 euro, necessari a coprire il 68% del valore dell’immobile. Sono questi i primi dati emersi dall’indagine realizzata da Facile.it e Mutui.it che hanno analizzato un campione di oltre 3.500 pratiche concluse fra il 01 gennaio 2016 ed il 30 giugno 2017. Guardando la classifica dei mutuatari stranieri, al primo posto si trovano i cittadini della Romania, cui fa capo il 15,1% dei mutui erogati a richiedenti con nazionalità non italiana; seguono i cittadini di Albania (11,9%), Svizzera (11,4%), Moldavia (6,8%,) e Germania (5,9%).
Rispetto alla distribuzione territoriale dei mutui erogati a stranieri guidano le regioni del Nord e Centro Italia; al primo posto c’è la Lombardia, dove sono stati erogati il 29,7% dei mutui concessi a cittadini stranieri, seguita da Emilia Romagna (12,3%), Veneto (11%) e Lazio (10%).
Sperando che la notizia sia di vostro interesse e possa trovare spazio sulla testata alleghiamo la relativa nota stampa e rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore necessità di approfondimento. (foto: mutui)

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Storia di pittori: volume settimo

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

storia pittori7(Italian Edition) Kindle Edition. Prima dell’introduzione della fotografia il ritratto richiedeva all’artista un impegno notevole perché doveva fermare un’immagine sulla tela e riassumere in essa un sentimento, un atteggiamento, uno sguardo per indovinare ciò che era nascosto dietro la maschera del volto.
Nulla, a ben riflettere, è indifferente in un ritratto. Il gesto, la smorfia, l’attitudine sono rappresentativi di un sentimento, di una volizione che il pittore trasmette all’immagine che si avvia a definire nei suoi contorni. E’ una sensibilità che si manifesta anche nella percettibilità profonda degli episodi che intende fermare sulla tavolozza. Il suo declamatorio artistico si attacca alle fibre intime delle emozioni e quello che lo rende grande è il modo come riesce a trasmetterlo a chi si ferma ad osservare l’opera compiuta.
Il tocco della pennellata può esaltare la linea a discapito del colore, o il colore a discapito della linea ma può essere anche e solo un punto di vista se si ignora in quali dosi la natura abbia mescolato in ogni spirito il gusto della linea e quello del colore e per quali misteriosi procedimenti tale finzione opera e per quale verso il risultato genera un’opera d’arte.
Si può così trarre dall’artista l’espressione sincera del suo temperamento aiutato da tutti i mezzi che gli fornisce il proprio mestiere. Chi non ha temperamento non è degno di fare quadri. Stendhal ha detto: “La pittura non è che morale costruita!” Se l’artista la intende in un senso più o meno liberale questo metro di giudizio può essere applicato a tutte le arti. Come le arti, infatti, sono sempre il bello espresso dal sentimento, la passione è il sogno di ciascuno, cioè la varietà nell’unità, o le facce diverse dell’assoluto ci spingono continuamente nella metafisica.
Lo stile e il sentimento nei colori vengono dalla scelta, e la scelta viene dal temperamento. Vi sono toni gai e scherzevoli, scherzevoli e tristi, comuni e originali. Così il colore del Veronese è gaio e calmo. Il colore del Delacroix è sovente lamentoso. Il colore certo non esclude il grande disegno: quello del Veronese, per esempio, procede soprattutto dall’insieme. Esiste, tuttavia, il disegno del particolare, il contorno del frammento in cui il tocco ingoia sempre la linea. L’amore per l’aria, la scelta del soggetto in movimento, vogliono l’uso di linee fluttuanti.
Si può essere dunque contemporaneamente colorista e disegnatore, ma in un certo senso. Il modo in cui un disegnatore può essere un colorista si può esprimere per un grande insieme, e così un colorista può essere un disegnatore per una completa logica dell’insieme delle linee: ma una di queste qualità assorbe sempre i particolari dell’altra.
L’analisi che facilità l’esecuzione sdoppia la natura in colore e linea. Il colore in effetti è composto di agglomeramenti colorati che sono fatti da una infinità di toni, dei quali l’armonia forma l’unità, ma attenti al troppo particolareggiare o al troppo generalizzare. Essi impediscono in ugual misura il ricordo. All’Apollo del Belvedere e al Gladiatore io preferisco l’Antinoo perché l’Antinoo è l’ideale del meraviglioso Antinoo. Nell’essere umano come nei paesaggi vi è armonia e questa va colta nella sua essenza per dare al dipinto la sua particolare bellezza per ben rappresentarli. (storia pittori7)

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Storia di pittori: volume quinto

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

storia pittori5(Italian Edition) Kindle Edition. L’ultima raccolta in lingua italiana, di questi cinque volumi, merita, a mio avviso, una riflessione più attenta e articolata sull’impegno che ho inteso assolvere. Il sesto, invece, fa parte a se stante essendo stato proposto in lingua inglese pur non avendo mutato argomento.
E’ che spesso le persone meno attente o distratte da altri e più pressanti impegni di lavoro e familiari, non seguono le varie mostre che nella propria città e altrove sono allestite e che spesso riguardano artisti poco noti, ma anche celebri del passato e del presente, e così facendo perdono l’occasione per darsi ora una rinfrescata dalle letture del tempo che fu, che per taluni si è trattato di un vero e proprio impegno scolastico nello loro verde età, con lo studio della storia dell’arte, e per altri una infarinatura un po’ legata all’input familiare, degli amici e da curiosità e interessi di natura personale e professionale.
Non ricordo quando fu il momento in cui volsi lo sguardo a una pittura per riversarvi un’attenzione più diretta e attenta e che non fosse solo quella delle immagini riprodotte in un fumetto o dalle storie da rotocalco. E’ che mi sorpresi, con il senno di poi, nel non aver saputo cogliere, da giovane imbelle, la meraviglia e l’ammirazione dei miei contemporanei davanti a una stupenda rappresentazione artistica e a rilevarla unicamente come una mera curiosità.
E’ un discorso che non intendo solo rivolgere alla pittura ma anche alla fotografia sia perchè molte opere d’arte le ho conosciute dalle foto che le riproducevano nei libri che ho letto, sia per il rispetto che devo a quell’arte diversa perché espressa non da una pennellata ma dall’osservazione colta dall’obiettivo e che spesso è riuscita a carpire un magico momento di un evento e con lo stesso stile del pittore.
In entrambi i casi ci volle non tanto lo studio sui libri di storia dell’arte per scuotere la mia indifferenza, quanto la mia ritrovata capacità di soffermarmi alla “lettura” del messaggio pittorico e fotografico che si presentava al mio cospetto e al desiderio di un approfondimento.
Credo di aver provato la stessa sensazione appagante allorché passai dal tracciare centinaia di asticciole sul quaderno della prima elementare ai caratteri più definiti dalle vocali alle lettere e alla parola composta e attraverso la quale riuscivo man mano a coglierne il senso nel suo periodare.
Mi mancava la tecnica che mi avrebbe portato a tradurre una pennellata in un linguaggio scritto e a saperlo comprendere nella sua pienezza.
Ho anche provato ad usare il pennello, la tavolozza e i colori e a imbrattare qualche tela ma come chi sa leggere ma ha poca dimestichezza con l’arte della scrittura per ideare un poema o imbastire un racconto nelle sue articolate trame, mi son reso conto che non ne avevo la vocazione ma semmai l’infatuazione del momento.
Forse sono stato più fortunato con la fotografia dove potevo cogliere l’istante “magico” di un momento colto nei baleni della mia vita verso persone e immagini che intendevo fermamente che mi restassero non solo nel cassettino della mia memoria, a futura rimembranza. E’ così che con religioso raccoglimento ogni tanto sfoglio l’album di famiglia e nella foto che osservo si affollano i ricordi e gli affetti in specie quelli che ho perso con la loro dipartita.
Così mi limitai a leggere e a riflettere sui commenti dei critici e a cercare in alcuni casi a decifrare il loro linguaggio ermetico per definire un dipinto e a dargli la stroncatura o il plauso che a loro avviso si meritava. Imparai anche a dissentire anche se a suffragare le mie diverse considerazioni non sono stato mai capace di trovare gli argomenti con lo stesso tono alto adoperato da costoro, per le loro elaborate e dotte osservazioni. Mi limitavo a dire non mi piaceva o che era molto bello e non sempre avevo la forza e anche, se vogliamo, l’arroganza di attribuirmi a conoscitore profondo delle tecniche pittoriche che passavano sotto i miei occhi. (foto: storia pittori5)

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Storia di pittori: Volume quarto

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

storia pittori4(Italian Edition) Kindle Edition. L’arte pittorica è quella del poeta che non concentra soltanto i suoi raggi sui caratteri, sulle scene e sulle passioni, ma eleva e tutto tramuta, scoprendoci le vette di cui nessuno può intendere il perché il tratto di penna o di pennello di colpo si illumina nella sua espressione ultima e folgora e incanta l’osservatore.
L’anima di chi dalla tavolozza ne raccoglie i colori e li trasmuta sulla tela appoggiata sul cavalletto ha quell’immensa finezza che consiste a non riconoscere lezioni o deduzioni che non siano le proprie.
I segreti più intimi dell’arte vivono nel suo stile e nei suoi pensieri. Il tratto è spontaneo, la figura lentamente ma in modo deciso assume le sembianze volute frutto dell’indicibile sentimento che manifestano gli alberi nei boschi e l’erba ai limiti della strada. Sono il trionfo senza confini dell’arte.
E’ come l’acqua che sgorga spontanea da un anfratto. E’ libera, d’esaltare, d’affascinare, di addolcire e d’appagare l’arsura che si prova in gola.
La scienza e le sue pratiche applicazioni non sono ostacoli per l’artista, ma gli servono sempre d’incoraggiamento e di aiuto. Trova in esse il principio e il comando, le braccia che lo hanno sollevato e che lo fissano stretto più forte con tutte le sue andate e con tutti i suoi ritorni.
Grande è la fede nella vitalità del sapere e nella investigazione della qualità e delle cose sino alla loro profondità. Sono miracoli indicibilmente perfetti. Ogni cosa riferendosi a ogni altra e ogni cosa rimanendo distinta al suo posto. Così non è incompatibile con la realtà dell’anima che vi sia nell’universo conosciuto qualche cosa di più divino per gli uomini e le donne.
In una pennellata l’artista sente qualcosa d’antico, il ripetersi di un rituale e sta al suo estro e alla sua fantasia personalizzarla e la lotta con qualche essere o con qualche influenza non conta.
Nella sua composizione artistica si annida la grande idea che si connota nel corpo reale inondando i fatti di luce tra quella più leggera del giorno e l’ombra tra il sole e il tramonto e il sole in un’alba diventata infinitamente più leggera.
Ogni oggetto, ogni condizione, ogni combinazione, ogni operazione propone una bellezza: la tavola di moltiplicazione la sua, la vecchiaia la sua, il mestiere del carpentiere la sua, il teatro la sua, il bastimento con la sua chiglia enorme e le sue forme pure, quando voga nel mare con tutte le vele al vento, irraggia una bellezza senza pari.
Nelle pitture, nelle sculture in pietra o in legno, nelle illustrazioni dei libri o dei giornali, nei disegni, il tutto è destinato ad abbellire ciò che ci contorna oltre i grandi scenari che la natura ci offre. Sono le emozioni che l’artista esprime. Sono le armonie che si disvelano e intendono lasciare un segno del loro passaggio ora con una parola, ora con un tratto di penna, ora con una pennellata trasformandoli in un’interrogazione ardente che vibra nei nostri cuori in sintonia con la natura.
E’ questa la ragione che mi ha spinto a riprendere i vari passaggi che hanno preannunciato l’arrivo di un artista e ne hanno conclamato il suo desiderio di lasciare una traccia di sé. (foto: storia pittori4)

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Storia di pittori volume terzo

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

storia pittori3(Italian Edition) Kindle Edition. Questa terza parte si apre con due dipinti di Paul Gauguin. E’ uno dei protagonisti della fase artistica che è stata definita post-impressionismo.
Ho colto in questa figura d’artista il desiderio di quanti cercano d’evadere dalla società e dai suoi problemi per ritornare alle origini, per ricongiungersi con l’essenza delle cose, per ritrovarvi i suoi palpiti vitali.
E’ una speranza che non trova, purtroppo, appagamento ma non demorde. Egli continua a vivere con quello spirito che lo portò a girovagare per mezzo mondo e a soffermarsi, soprattutto, nelle isole del Pacifico del Sud dove avvertì un qualcosa che avrebbe potuto rinfocolare quella sua aspettativa per un mondo più vicino alla natura e ai palpiti generati dalla sua prorompente ricchezza di colori.
E sui colori che si fonda la ricerca di Gauguin e, soprattutto sul modo come interpretarli passando attraverso le variegate e complesse correnti della pittura francese del XIX secolo. Incominciò dall’impressionismo del gruppo dei Fauves, Seguì il suo importante contributo alla pittura simbolista che si sviluppò in Francia ed oltre, in polemica con il naturalismo letterario di Zola e Flaubert e con il realismo pittorico di Courbet, Manet e degli impressionisti. Il suo contributo avvenne attraverso la formazione del gruppo detto “scuola di Pont-Aven”. Fu realizzata una pittura dai toni intimistici che rifiutava la copia dal vero e l’imitazione della visione naturalistica.
Di lui si può dire, nella parte finale della sua esistenza, che contribuì decisamente al formarsi di quell’interesse per l’arte dei neri e dei popoli primitivi, che tanta parte ebbe nell’origine e nello sviluppo del cubismo; dalle idee e dalla sua pittura muovono i fauves. Nel concepire la pittura come diretta espressione del mondo interiore dell’artista, aprì la via non solo all’espressionismo, ma anche alle correnti non-fi-gurative o astratte.
“Supponiamo – preludia il Baudelaire alle riflessioni sul colore – un bel luogo dove tutto verdeggia, rosseggia, splene s sfoga in grande libertà, dove ogni cosa, differentemente colorita secondo la propria costituzione molecolare, mutata di attimo in attimo dà i movimenti dell’ombra e della luce, agitata dal lavoro interiore del calorico si trova in perpetua vibrazione per cui la linea trema e si completa la legge del moto eterno e universale.”
E soggiunge: “Una immensità, azzurra talora, frequentemente vere, si stende fino ai confini del cielo. E’ il mare. Gli alberi sono verdi, le aiuole verdi, il muschio verde. Il verde serpeggia nei tronchi, gli steli non maturi sono verdi. Il verde è lo sfondo della natura perché il verde si unisce facilmente con gli altri toni. Ciò che mi colpisce subito, è che dovunque, rosolacci, papaveri, pappagalli, ecc. il rosso canta la gloria del verde, il nero quanto si presenta è raffigurato da uno zero solitario e insignificante. L’azzurro, cioè cielo, è interrotto da lievi fiocchi bianchi e da cumoli grigi che temperano felicemente la malinconica sua durezza, e come il vapore del tempo, inverno o estate, bagna, addolcisce e inghiottisce i contorni, la natura somiglia a un grido che, mosso da vertiginosa celerità, ci sembra grigio, sebbene riassuma in sé tutti i colori. La linfa sale, e miscuglio di principi, sboccia in toni mescolati mentre gli alberi, le rocce, i graniti si guardano nelle acque e vi depositano il proprio riflesso, ogni cosa trasparente impedisce il passaggio netto alle luci e ai colori vicini e lontani. Man mano che l’astro del giorno ascende, i toni mutano di valore, ma rispettando sempre le loro simpatie e i loro odi naturali, continuano a vivere in armonie per concessioni reciproche. Le ombre si spostano lentamente e mettono in fuga dinanzi a sé o estinguono i toni quanto più la luce, spostandosi a sua volta, consente il presentarsi di nuovi colori. (foto: storia pittori3)

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Storia di pittori: volume secondo

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

storia pittori2(Italian Edition) Kindle Edition. Oggi un’opera d’arte veramente degna di tale nome, cioè vitale, complessa, duratura, ha un valore nuovo che certo prima non aveva.
E’ un valore nuovo e pratico che mette in movimento capitali e dà origine a operazioni, a guadagni, a perdite.
Ogni artista dimentica sé stesso e diventa uomo d’affari quando a chi meglio offre vende ciò che dal suo intelletto ha derivato.
Come afferma Oscar Wilde nell’aforisma finale della prefazione al Doriano Gray: “L’arte è una cosa perfettamente inutile? E se tale come può spiegarsi che esista? Giacché se si può dubitare del suo vantaggio, non si può, tuttavia, dubitare che abbia un suo posto altissimo, almeno nell’impero delle illusioni insieme alla morale, all’onestà, alla felicità ecc.”
Per me credo di non essere nell’errore se attribuisco all’arte una ragione d’essere importante come forse poche altre cose, e non soltanto come “illusione”, ma nel più intimo del complesso meccanismo sociale. E’ la sintesi che tutto accoglie, colorisce, trasfigura, e che offre a noi stessi, dal più mediocre al più saggio, le nostre azioni in qualsivoglia modo esse siano espresse, trasmutando tutto in immagini di bellezza.
L’opera d’arte è l’attimo felice o la sintesi di innumerevoli atti felici che uno spirito creatore ha indelebilmente fissato nel tempo. Ogni opera d’arte è testimonianza di un periodo più o meno lungo di felicità, perché anche il dolore, il rimpianto, la nostalgia che riescono a estrinsecarsi, si tramutano in felicità. Noi percependo e ammirando l’opera d’arte, sublimiamo a quel vertice di felicità anche i nostri attimi più mediocri.
Sappiamo che una siffatta sublimazione è per noi nella lettura di quel libro, nello studio di questa immagine, nell’audizione di questa musica: non dobbiamo che isolarci, disporci all’attenzione, prepararci all’estasi. La più segreta ragione dell’influenza che l’arte può avere sugli spiriti insensibili è nel loro ridestare una scintilla che credevano sopita, perché l’arte è vita, emozione, gioia, eternità. Nulla ci può essere estraneo in ciò che è perfezione e bellezza.
L’arte ci rende partecipi di sensazioni che non abbiamo mai provato e che pur ci sentiamo in grado di provare, di esperienze che non abbiamo mai vissuto e che pur sentiamo degne di noi.
Soltanto così nella nostra monotonia quotidiana, che procede cauta e silenziosa, cupida e abile, dubbia e raminga, percepiamo un’altra vita sfrenata e giubilante, semplice e ingenua, sicura e sonora.
E’ un confronto che ci sorregge perché diventa presto desiderio e aspirazione.
L’arte compie dunque questo miracolo a prima vista incredibile. Essa ci offre la nozione della inutilità assoluta della vita e nel suo insieme ci consente di procedere rivelandoci a bagliori e a intervalli l’esistenza di un’altra realtà eternamente perseguita e altrettanto chimerica.
Per l’arte amiamo la vita, per la vita amiamo l’amore. L’arte e l’errore e il miraggio meno volgare che ci trascina nella vita, ed è proprio delle anime elette. (foto: storia pittori2)

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Storia di pittori: Volume primo

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

(Storie di pittori Vol. 1) (Italian Edition) Kindle Edition. Il presente lavoro, spalmato in sei volumi, (l’ultimo in inglese) non vuol essere un libro che in qualche modo ricalca la storia della pittura e dei suoi rappresentanti più noti, ma intende solo tracciare un profilo di taluni di loro, per lo più artisti contemporanei, e che hanno maggiormente “solleticato” l’immaginazione e la sensibilità dell’autore.
D’altra parte sappiamo bene che nella pittura, dai primi graffiti dei nostri antenati, visibili ancora oggi, dopo svariati millenni, sulle pareti delle caverne da loro abitati, si avverte forte il desiderio d’esprimere figurativamente sensazioni e momenti di vita vissuta più di quanto non potessero fare altre forme di comunicazione da quella verbale alla scritta.
Oggi con la fotografia riproduciamo quello che vediamo mentre con un dipinto l’imitazione resta più creativa, più rivolta alla ricerca di valori che partono dal profondo e che cercano di cogliere nel soggetto la fonte di un nostro interesse particolare, quello che nessuna riproduzione meccanica come la fotografia potrà cogliere nella sua pienezza e profondità di sentimenti. Essi si maturano e diventano personali nell’autore che l’esprime con una pennellata e un arcobaleno di colori. Questo tocco, quasi divino, che taluni uomini hanno saputo dare alle loro opere di pittura oggi, sia pure a distanza di secoli, continuano a stupirci e a rinnovare in noi la voglia di vederle per osservarne i particolari e del come la natura e le espressioni ricavate dai ritrattisti hanno saputo cogliere il momento magico e rivelarne l’intima essenza. Incomincio con un personaggio che accumuna il mio interesse artistico con i suoi natali siciliani, una terra che mi ha da sempre attratto e dalla quale ho potuto attingere, anche in altri campi, interessanti spunti per i miei lavori. Prendere da una parte una tavolozza e dall’altra un pennello è per me, che sono così poco dotato alla pittura, un gesto che sa di esoterico. Ho cercato di carpire nelle pitture esposte in così bella mostra nelle pinacoteche di tutto il mondo il momento magico in cui l’artista “macchia” con una prima pennellata la tela, l’idea che lo ha spinto ad immaginare il suo elaborato, a darne una forma, un’espressione, a imprimerne uno stile, ad essere capace di suscitare nell’osservatore emozioni ed estatica ammirazione. Ma se in tantissimi libri questi effetti sono stati descritti con dovizia di particolari, non è stata la stessa cosa per il pittore che non è stato celebrato tra i divi della sua epopea pittorica, ma è vissuto con la sua notorietà caduca che lo ha colto, forse e solo, in qualche anno fortunato della sua esistenza prima di finire nell’oblio. Pittori che non hanno superato il tempo della propria generazione per indossare le vesti dell’eternità, per lasciare una traccia indelebile del proprio passaggio per generazioni di venienti.
A costoro dedico una parte dei mie rievocazioni e lo spazio nel presente lavoro e lo faccio soprattutto con quelli che hanno mostrato una grande volontà, un appassionato impegno, una notevole dedizione, ma hanno perso l’appuntamento con la storia perché solo ai grandi questo è dato. Non meritano, del tutto, d’essere ignorati e per quanto anch’io, come scrittore, sono e resto figlio del mio tempo e non vado oltre per una riconosciuta mia mediocrità, offro loro la mia sponda, per quanto possa valere. (foto: storia pittori)

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Luci della ribalta parte undicesima

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

luci della ribalta parte undicesimaAssaggi di stagione (Italian Edition) Kindle Edition. Confesso di non essere stato capace di leggere per intero Le mille e una notte per via di quell’intrecciarsi frenetico di una storia dentro un’altra vicenda e che finiva per farmi smarrire il filo iniziale del discorso.
Solo il cinema e a qualche rappresentazione teatrale mi ha permesso di riavvicinarmi a questa storia fantastica e a provare, sia pure a tratti alla sua lettura.
Questa premessa la faccio pensando alle origini della letteratura spagnola e a quel mix che ne è derivato tra l’elemento letterario latino e l’influenza araba.
Non vi è dubbio che il popolo musulmano, per otto secoli dominatore della penisola iberica ha influito grandemente allo sviluppo dell’arte e della scienza spagnole prevalendo con la fresca e vasta sua lirica, con l’abbondanza delle composizioni didattico-morali, con la dottrina derivata dai greci, con le ricerche filosofiche, matematiche, fisiche. Basterebbe consultare il lessico castigliano per convincerci con i molti vocaboli introdotti dall’arabo nel lessico militare, agricolo e nell’amministrazione della giustizia.
Eppure la stessa Spagna vinta dall’Islam non dimenticò la gloria che ebbe dal suo Quintiliano, il quale aveva legiferato e dominato nella prosa di Roma come critico e come oratore, dall’epica di Lucano, dalla satira di Marziale, dalla filosofia di Seneca e tutti generati dal suo suolo.
La viva tradizione romano-spagnola è derivata dal vasto e importante contributo che ancora oggi gli spagnoli portano al mondo cattolico latino. In proposito il Sanvisenti osservava: “Aquilino Juvenco rinchiude in esametri sonanti l’istoria evangelica e l’ingemma di reminiscenze virgiliane. Damaso celebra nelle epigrafi i trionfi dei martiri cristiani e primi tra gli spagnoli ascende la cattedra di San Pietro. Eugenio di Toledo ospita le muse atterrite dalla invasione dei Goti. Orosio assurge al concetto d’una filosofia della storia, soggiogando a un solo principio la svariata e affannosa successione degli eventi umani. Isidoro di Siviglia apre con la sua enciclopedica opera ampi orizzonti a tutte le genti dell’Occidente, avide di soddisfare la loro ansia di sapere infinita e tumultuosa,” Va anche precisato che i primi monumenti della letteratura spagnola risentono di una influenza venuta dalla Francia. Sulle prime manifestazioni letterarie spagnole campeggia la poesia epica rappresentata dal Poema del Cid. Il prezioso poema tratta le imprese dell’eroe spagnolo durante l’esilio, nonché il matrimonio delle sue due figlie con gli Infantes de Carriòn, dimostrando nella robusta semplicità della narrazione una felice intuizione del carattere eroico, nonché dei sentimenti spontanei dell’anima umana, e un ben delineato vivo senso di nazionalità. Inevitabile è il parallelo tra questo primo poema spagnolo e il primo francese la Chanson de Roland.
Così è possibile identificare dei tratti comuni per una ricerca appassionata nel trarre dalle esperienze vissute la vis vitale per una creazione artistica che ebbe i suoi inevitabili risvolti nel teatro e a dimostrare l’intensa simpatia per i misteriosi prodigi della sensibilità. (foto: luci ribalta11)

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Luci della ribalta: Parte decima

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

luci ribalta10L’arte della rappresentazione (Italian Edition) Kindle Edition. La lettura è stata, per molte generazioni lo stile di vita di chi riempiva la propria solitudine con la meditazione e l’immaginazione.
Quante volte, infatti, i personaggi erano soliti uscire dalle pagine di un libro e diventare reali? Era un modo per materializzare una prosa a tratti arida e che pure faceva muovere i personaggi che descriveva a volte sin nei minimi particolari e metteva a nudo i loro più riposti segreti.
Forse così è nato il teatro con il guitto che scendeva nell’arena e si immedesimava nella parte del narratore recitante e chi l’ascoltava ritornava al racconto e gli dava un senso, lo vedeva materializzarsi sotto gli occhi e lo seguiva ancor meglio mentre le parole uscivano dalla loro prigione nel chiuso di una pagina tra le tante che ispessivano la pubblicazione.
Oggi questa trasposizione in alcuni casi è impraticabile per via del ritmo che abbiamo imposto al nostro vivere tra il lavoro, le piccole faccende casalinghe, gli affetti familiari che richiedono tempo e attenzioni e quant’altro.
Nell’ecclettismo spaventevole del pensiero contemporaneo è sterile pretesa quella di rincantucciarsi in un angolo e di là occhieggiare umile e incapace di liberi voli perché una lettura può diventare un lusso che non possiamo più permetterci.
Mi riferisco, ovviamente, ai libri letterari, a una letteratura colta, al riaccostarsi ai classici, a farne un motivo di personale appagamento nella maturità e non certo in quel tempo dove si studia e si legge per imposta necessità e non per libera scelta.
E’ un discorso che non è rivolto solo agli altri ma include anche me. Ora credo di essere giunto a qualche pratico risultato usando razionalmente un metodo che molti praticano, ma non tutti bene. Mi servo, cioè, di una sorta di diario quotidiano, non fatto di date, di titoli e di appunti, ma di cose intime e personali, di tutto quel mondo fuggevole di impressioni e di meditazioni e di desideri e di sogni che sorge e s’illumina nelle nostre ore più inerti.
Del libro letto e del sentimento provato, non mi curerò di catalogare il tempo e la dorata e l’origine ma la intensità, la forza di gaudio o di sofferenza. Avrò come un termometro graduale e ogni giorno ascendente del mio spirito.
Allora ogni più fugace e labile lettura troverà modo di mutarsi in elemento della mia cultura e della mia intelligenza. Acquisterò una sempre più interiore abitudine all’analisi, alla scelta, alla riflessione, alla sintesi, in quel cercare e sognare ciò che più vicino mi è e più utile, e insieme una sempre più industre facilità nel rendere per iscritto i miei più minuti pensieri.
Da qui parte la voglia di dare contenuti rappresentativi che permettano di comunicare, di spiegare, di dare un senso alla vita, di saggiare i sentimenti e di renderli ove possibile condivisibili.
E qui entro immancabilmente nel suggestivo mondo dell’arte e dove ogni arte manifesta il desiderio di accostarsi all’arte sorella. I pittori introducono gamme musicali, gli scultori del colore della pittura, i letterati dei mezzi plastici nella letteratura e gli altri artisti calcano le scene e danno corpo alle nostre fantasie. (foto: luci ribalta10)

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Luci della ribalta: parte ottava

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

luci ribalta8Il tocco dell’artista (Italian Edition) Kindle Edition. Il teatro è imitazione del vero. Una realtà che si riempie di meraviglia allo sbocciare di un fiore, al sorgere del sole, alla contemplazione delle notti stellate, alla ricerca di un fraseggio che sappia dare vita e significato alle cose che facciamo e ai rapporti che intratteniamo con i nostri simili. Nel racconto delle cose vissute o osservate negli altri il nostro animo si educa alla comprensione che si ripone nella dominazione armonica della natura.
L’essere umano diventa così un investigatore psichico raffinatissimo che non solo osserva e commenta, raffronta e critica, ma cerca l’imitazione presentando ai suoi simili ciò che sia-mo, ciò che vorremmo essere, ciò che le nostre più intime suggestioni e la mutevolezza dei nostri sentimenti possono disvelare. Così il pensiero cerca una forma attraverso la quale manifestarsi e al tempo stesso esorcizzare le sue paure, il terrore delle cose tenebrose e l’idea stessa della morte. In questo modo cerca d’allontanare l’amaro calice riducendo l’angoscia che lo pervade e cercando di portare la sua mente alle cose belle e all’armonia della propria anima. Questa è la predisposizione più efficace per allontanarci dalle tenebre e presentare ai nostri occhi il sorriso dolcissimo di una primavera di luci e di tinte e che il poeta ci ha richiamati con questi versi:
Quali i fioretti del notturno gelo
Chinati e chiusi, poi che il Sol gli imbianca,
si drizzan tutti aperti in loro stelo:
tal mi fec’io di mia Virtute stanca
Così la mente richiama le belle immagini, le armonie dell’anima e allontana le lugubri cose e le sue dissonanze. E questo frutto del pensiero trova la sua maturazione nell’agire umano sia nel modo d’interpretarne la parte nella vita reale sia nella finzione teatrale.
In entrambi i casi la nostra opera è imperitura e esclusiva e maggiormente si esalta se riu-sciamo ad ispessirla con la fedeltà alla sapienza acquistata con l’occhio sensibile e indaga-tore pur lasciando libera la fantasia di assurgere al più alto lirismo.
Non sono, ovviamente, solo pensieri pittorici, sempre trasmutati in visioni ritmiche e colorite, sotto l’impeto dell’estro e le potenze creatrici del genio, ma sanno anche cogliere l’amaro della vita nelle pieghe meno osservate, nel tratteggio delle feroci ire impastate sovente di vanità, di orgoglio, di miserie e di grettezze. Sono sentimenti connaturati alla natura umana senza escludere alcuno perché ci asserviamo alle nostre miserie che ci prendono e ci tengono alla gola. Ma abbiamo, per nostra fortuna, la capacità di prenderci in giro, di ridere sulle nostre debolezze, e questo esercizio lo affidiamo alla commedia e alla satira e siamo capaci di proporli in uno spettacolo teatrale con un copione nel quale abbiamo riversato tutta la nostra saggezza e sagacia. Sono le poche cose che ci consolano perché sono molte quelle che ci affliggono e facciamo dell’eternità un nulla e del nulla una eternità. E ciò ha così vive radici in noi che tutta la nostra ragione non può rimediare. (foto: luci ribalta8)

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Luci della ribalta: parte settima

Posted by fidest press agency su sabato, 26 agosto 2017

luci ribalta7La scena s’illumina (Italian Edition) Kindle Edition. Uno dei miei sogni chiuso a doppia mandata nel cassetto dei miei ricordi è stato quello di poter avere la capacità di scrivere un’opera che fosse ripresa da un regista o da un drammaturgo per poter calcare in qualche modo gli eventi sia se scorrono lungo un tracciato di celluloide sia a teatro o vice versa.
Questo perché lo spettacolo mi ha sempre affascinato. Intendo, ovviamente, quelle rappresentazioni che riescono a coniugare alla perfezione l’abilità dell’attore e del cast nel suo insieme e a farne una trama avvincente.
Credo che tutto questo non dipenda solo da una mia particolare inclinazione quanto dalla capacità innata negli esseri umani di voler immaginare le storie narrate nei libri dando un’anima e una sembianza ai personaggi descritti dall’autore come se possedessimo la facoltà d’immedesimarci nella parte e dare corpo alle ombre.
Sono altresì convinto che i maggiori capolavori che hanno in qualche modo calcato le scene siano il ricavato di molte letture da parte degli autori teatrali e cinematografici.
Un filone che ho trovato molto interessante, anche perché a me è parso congeniale allo spi-rito dell’arte, sono le opere dei romanzieri e novellisti russi del XIX secolo. Essi, a mio avvi-so, hanno dimostrato ampiamente la carica portentosa che esprimono i loro scritti, le situazioni che rappresentano raccolte da una realtà che è a volte quella personale e quindi misurata con il metro dell’esperienza diretta o desunte da quelle vissute da amici e familiari.
Un argomento che ho rilanciato in alcuni miei scritti è quello che proviene dalla suggestiva monografia di un caso curioso descritto da Leonid Andreief. Si tratta dello sviluppo graduale della follia in un medico nella fase ancora imprecisa del male, quando il germe della demenza si è affermato nel senso che la volontà è quasi nulla e l’uomo sente il bisogno imperioso di fare ciò che l’idea fissa gli suggerisce (nel caso particolare si tratta di assassinare un amico) per quanto la coscienza non sia completamente abolita.
Questo delitto è compiuto dal medico nello stato di semi-coscienza dove vi albergano, conflittualmente, due tendenze contrapposte sino al punto da convincerlo d’essere realmente matto. Da qui le mie riflessioni sulla follia e se essa non fosse solo un atto demenziale ma un codice di comportamento derivante da un’anomalia genetica che inverte i valori ma al tempo stesso fa capire al soggetto, che sta vivendo questa realtà, che qualcosa non funziona nel suo modo di ragionare se la maggioranza dei propri simili è di tutt’altro avviso. Alla fine è così forte il condizionamento proveniente dalle sue alterazioni mentali, e qui parlo soprattutto del mio personaggio, che prevale la violenza e del male che genera se ne fa una ragione e, purtroppo, in favore della sua devianza. Così a mio avviso nasce e vive tra di noi il carnefice che non comprende, e di conseguenza non accetta, i valori condivisi e fa della brutalità la sua ragione d’essere.
E come non ritrovare, a questo punto, il comune filone della trama da me imbastita nelle novelle di Andreief con la sensibilità morbosa, l’ironia fredda e quasi ingenua, la visione allucinante delle anomalie e degli orrori della vita che condividono caratteri predominanti delle nostre storie.
In questo l’Andreief dipinge anche l’isolamento morale dell’uomo per il quale il mondo è divenuto un deserto e la vita un gioco d’ombre. Ciò che forma dunque l’essenza dell’ingegno dell’Andreief è l’impressionabilità estrema, l’audacia nel descrivere i caratteri negativi della realtà, delle malinconie, dei dolori della vita.
Da questo punto di vista egli ha continuato l’opera di Edgardo Poe, del quale l’influenza ha dovuto subire e trapela in modo incontestabile. Egual passione spinge questi due scrittori allo studio della solitudine, del silenzio, della morte. (foto: luci ribalta7)

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