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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 137

Archive for 8 agosto 2017

One man show del comico palermitano “Accapputtai ca a lapa”

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

Sasà SalvaggioPalermo 10 agosto 2017 Anfiteatro Villa Belvedere alle 20,30 “Accapputai ca a lapa”. L’attore comico Sasà Salvaggio sarà il protagonista di un one man show in piena regola, dove l’artista analizzerà le differenze e le particolarità del popolo siciliano.
Grazie alla scenografia composta da schermi led, Salvaggio racconterà attraverso foto e video le sue esperienze all’estero, mettendo in evidenza le differenze tra l’America e la Sicilia: dalla nostalgia della nostra terra al linguaggio colorito dei siculo americani. Quasi due ore di piacevole divertimento in salsa sicula e con un linguaggio adatto a tutti. Non mancherà il monologo più richiesto dal pubblico: quello dei venditori ambulanti. Da non perdere anche quello sulla pubblicità, che analizza in maniera ironica le differenze tra gli spot del Carosello e quelli attuali. sorprese.L’ingresso costa 10 euro, 5 il ridotto per i bambini fino a 10 anni. I biglietti si possono comprare al botteghino del teatro. (foto: Sasà Salvaggio)

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Le strade di Cefalù si trasformano nella capitale mondiale del cibo di strada

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

Street foodcefalùCefalù. (Palermo) Dal 9 all’11 settembre 2017 duecento aziende del food e del beverage provvederanno a esporre e a invadere positivamente le strade di Cefalù. Tre giorni di manifestazione che uniranno cibo e cultura. Sono numeri che pesano quelli che accompagnano il Sicily food festival.
La cittadina medievale sarà sezionata in aree tematiche dedicate al cibo e al made in Sicily in tutti i suoi aspetti: moda, musica, arte, artigianato, antichi mestieri, cultura, tradizioni e naturalmente il buon bere.Un evento dal sapore internazionale e che vedrà protagonista totale Cefalù, con i suoi paesaggi incantevoli, i suoi vicoli e il suo mare, che vedranno dividersi in: wine street, beer street, food street, sweet street e il nuovo fish street. Un percorso tra odori, sapori e colori, dove si sommano i confronti tra bartender, i cooking show con gli chef stellati, esibizioni di artisti di strada, concerti e appuntamenti tematici. Tra questi spiccano: il “Tramonto in bollicine” e il “Sigaro sotto le stelle”. Nei prossimi giorni sarà fornito il programma completo.
Sicily food festival è ideato dall’associazione KeFood, con il patrocinio del Comune di Cefalù. Tra gli sponsor dell’evento: Italkali, hotel Costaverde, Sagrim, Electrolux, Agenzia Cassata travel, Amacardo. L’ingresso è gratuito. (foto: Street food, cefalù)

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Bancomat obbligatorio: a settembre decreto con sanzioni

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

bancomatIl viceministro dell’Economia, Luigi Casero, ha annunciato l’intenzione, entro settembre, di firmare il decreto che introduce le prime sanzioni per chi rifiuta un pagamento elettronico.”Bene, era ora che si desse finalmente attuazione a quanto previsto fin dal 22 dicembre 2015, con la legge di stabilità 2016. La proposta dell’on Boccadutri, infatti, prevedeva fin dall’inizio le sanzioni, considerato che senza questa sollecitazione i commercianti avrebbero continuato a rifiutare l’uso del bancomat per importi bassi, come puntualmente verificatosi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Solo dando al cliente la possibilità di segnalare la trasgressione, si faranno passi avanti per avere anche nel nostro Paese sistemi moderni di pagamento, dando al consumatore la possibilità di poter pagare come meglio crede” prosegue Dona.

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Castel Fusano: Dopo gli incendi il caso politico

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

pineta castelfusanoROMA – “L’Assessore all’Ambiente di Roma Capitale, Pinuccia Montanari, chiarisca quanto prima quanto emerge dalla bozza di Delibera che istituisce il nuovo Ufficio Speciale di Coordinamento della Riserva Naturale del Litorale Romano. Secondo quanto si legge infatti nel Bilancio 2016 di Roma Capitale erano disponibili fondi residui pari a 787 mila euro che non sono stati impegnati: disponibilità finanziarie derivanti da Fondi pubblici del Ministero dell’Ambiente che non sono stati spesi e che invece potevano essere decisamente utile a quell’Organismo di Gestione della Riserva che la stessa bozza di Delibera descrive come inefficiente. Un’efficacia talmente scarsa da essere stata anche motivo della revoca del finanziamento ministeriale avvenuta in data 4 ottobre 2016, come si evince da quanto scritto nella stessa bozza di Delibera, e conseguenza dell’istituzione di un nuovo Ufficio: l’Ufficio Speciale che è appunto l’oggetto della bozza. Tra le righe, ma neanche troppo, l’Assessore all’Ambiente di Roma Capitale – la cui bozza di Delibera porta la firma – non solo attua un commissariamento della stessa Sindaca nella gestione dell’antincendio all’interno della Riserva, sottolineando l’inefficienza e l’inefficacia di una gestione fallimentare che non ha neanche impegnato fondi disponibili, ma di fatto mette in piedi un nuovo Ufficio che supplisce ad un Organismo di Gestione decisamente poco valorizzato nella centralità del suo scopo, ovvero la tutela della Riserva. Noi crediamo però che, al di là di una lettura tra le righe, l’Assessore debba chiarire meglio: perché i fondi disponibili non sono stati impegnati? perché non è stato valorizzato il ruolo dell’organismo di Gestione? a chi giova un nuovo “Ufficio Speciale”? L’Assessore non copra le palesi responsabilità di una Sindaca che non tiene sotto controllo alcun aspetto della vita cittadina, ma anzi restituisca a questa città la verità di una narrazione. Roma ne ha bisogno: buona parte della pineta di Castel Fusano è andata distrutta e non esiste ancora, dopo 13 mesi, neanche il Responsabile della Protezione Civile. Di quei finanziamenti si aveva un enorme bisogno. L’Assessore chiarisca e non si faccia intimidire dai rimpasti di Giunta che sembrano essere l’unico momento di operosità di una Sindaca incolore, insapore e inodore. Trasparente. Invisibile. L’Assessore dica la verità alla faccia e si dimostri, come del resto ha anche fatto l’ex Dg di Atac, più dignitosa e più professionale di quanti stanno in Giunta e in una squadra di Governo senza alcun titolo (o con titoli taroccati) e senza alcuna professionalità regressa. L’Assessore si smarchi. Lo faccia per Roma, che ha diritto di sapere”. Così in una nota Marco Palumbo, consigliere comunale Dem di Roma Capitale.

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Rivolta a Fiumicino per il volo EasyJet Roma-Nizza

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

aeroporto-romaAl gate del volo Roma-Nizza, nella notte tra il 4 e il 5 agosto, è scoppiata una rivolta dei passeggeri. Con quattro ore di ritardo, inizia l’imbarco del volo Easy Jet con le persone che passano i controlli e si assiepano nel finger, aspettando di salire sull’aereo. Dopo aver fatto salire tutti la compagnia all’improvviso cancella il volo, scatenando l’ira dei passeggeri, che vengono lasciati a loro stessi a protestare senza ricevere alcuna informazione. Arriva infine la conferma: il volo è stato spostato al giorno successivo alle 14:00 in seguito al malessere di uno dei piloti. Ma non finisce il calvario dei viaggiatori, che ricevono le loro camere d’albergo solamente alle 3 del mattino, a un chilometro di distanza e nemmeno abbastanza per contenere tutti. Decine di persone, nel frattempo, hanno perso coincidenze, eventuali passaggi a casa e prenotazioni in hotel.AirHelp, società che ha aiutato oltre 3 Milioni di passeggeri ad ottenere il rimborso per i loro voli in ritardo o cancellati, ricorda che gli italiani avrebbero diritto a rimborsi per oltre 94 milioni di euro dalle compagnie aeree per questi disagi e hanno tempo fino a 3 anni dall’accaduto per procedere. Un diritto in molti casi sconosciuto ai passeggeri e omesso dalle compagnie aeree (meno del 2% degli aventi diritto ha richiesto ed ottenuto il risarcimento). Tutte le compagnie aeree, comprese le low cost, devono infatti corrispondere da 250€ a fino 600€ di rimborso a prescindere dal prezzo pagato per il biglietto acquistato. Per facilitare le richieste di rimborso, AirHelp ha lanciato il primo Boarding Pass Scanner al mondo funzionante tramite app. Per usare questa nuova funzionalità, ai passeggeri basta semplicemente scannerizzare il codice a barre sulla propria carta d’imbarco utilizzando la fotocamera dello smartphone.

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How to avoid nuclear war with North Korea

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

nuclear warIT IS odd that North Korea causes so much trouble. It is not exactly a superpower. Its economy is only a fiftieth as big as that of its democratic capitalist cousin, South Korea. Americans spend twice its total GDP on their pets. Yet Kim Jong Un’s backward little dictatorship has grabbed the attention of the whole world, and even of America’s president, with its nuclear brinkmanship. On July 28th it tested an intercontinental ballistic missile that could hit Los Angeles. Before long, it will be able to mount nuclear warheads on such missiles, as it already can on missiles aimed at South Korea and Japan. In charge of this terrifying arsenal is a man who was brought up as a demigod and cares nothing for human life—witness the innocents beaten to death with hammers in his gigantic gulag. Last week his foreign ministry vowed that if the regime’s “supreme dignity” is threatened, it will “pre-emptively annihilate” the countries that threaten it, with all means “including the nuclear ones”. Only a fool could fail to be alarmed.
Yet the most serious danger is not that one side will suddenly try to devastate the other. It is that both sides will miscalculate, and that a spiral of escalation will lead to a catastrophe that no one wants. Our briefing this week lays out, step by step, one way that America and North Korea might blunder into a nuclear war (see article). It also lists some of the likely consequences. These include: for North Korea, the destruction of its regime and the death of hundreds of thousands of people. For South Korea, the destruction of Seoul, a city of 10m within easy range of 1,000 of the North’s conventional artillery pieces. For America, the possibility of a nuclear attack on one of its garrisons in East Asia, or even on an American city. And don’t forget the danger of an armed confrontation between America and China, the North’s neighbour and grudging ally. It seems distasteful to mention the economic effects of another Korean war, but they would of course be awful, too. President Donald Trump has vowed to stop North Korea from perfecting a nuclear warhead that could threaten the American mainland, tweeting that “it won’t happen!” Some pundits suggest shooting down future test missiles on the launchpad or, improbably, in the air. Others suggest using force to overthrow the regime or pre-emptive strikes to destroy Mr Kim’s nuclear arsenal before he has a chance to use it.Yet it is just this sort of military action that risks a ruinous escalation. Mr Kim’s bombs and missile-launchers are scattered and well hidden. America’s armed forces, for all their might, cannot reliably neutralise the North Korean nuclear threat before Mr Kim has a chance to retaliate. The task would be difficult even if the Pentagon had good intelligence about North Korea; it does not. The only justification for a pre-emptive strike would be to prevent an imminent nuclear attack on America or one of its allies.
Can Mr Kim be cajoled or bribed into giving up his nuclear ambitions? It is worth trying, but has little chance of success. In 1994 President Bill Clinton secured a deal whereby Kim Jong Il (the current despot’s father) agreed to stop producing the raw material for nuclear bombs in return for a huge injection of aid. Kim took the money and technical help, but immediately started cheating. Another deal in 2005 failed, for the same reason. The younger Kim, like his father, sees nuclear weapons as the only way to guarantee the survival of his regime. It is hard to imagine circumstances in which he would voluntarily give up what he calls his “treasured sword of justice”.If military action is reckless and diplomacy insufficient, the only remaining option is to deter and contain Mr Kim. Mr Trump should make clear—in a scripted speech, not a tweet or via his secretary of state—that America is not about to start a war, nuclear or conventional. However, he should reaffirm that a nuclear attack by North Korea on America or one of its allies will immediately be matched. Mr Kim cares about his own skin. He enjoys the life of a dissolute deity, living in a palace and with the power to kill or bed any of his subjects. If he were to unleash a nuclear weapon, he would lose his luxuries and his life. So would his cronies. That means they can be deterred.To contain Mr Kim, America and its allies should apply pressure that cannot be misconstrued as a declaration of war. They should ramp up economic sanctions not only against the North Korean regime but also against the Chinese companies that trade with it or handle its money. America should formally extend its nuclear guarantee to South Korea and Japan, and boost the missile defences that protect both countries. This would help ensure that they do not build nuclear weapons of their own. America should convince the South Koreans, who will suffer greatly if war breaks out, that it will not act without consulting them. China is fed up with the Kim regime, but fears that if it were to collapse, a reunified Korea would mean American troops on China’s border. Mr Trump’s team should guarantee that this will not happen, and try to persuade China that in the long run it is better off with a united, prosperous neighbour than a poor, violent and unpredictable one.
All the options for dealing with the North are bad. Although America should not recognise it as a legitimate nuclear power, it must base its policy on the reality that it is already an illegitimate one. Mr Kim may gamble that his nukes give him the freedom to behave more provocatively, perhaps sponsoring terrorism in the South. He may also sell weapons to other cruel regimes or terrorist groups. The world must do what it can to thwart such plots, though some will doubtless succeed.It is worth recalling that America has been here before. When Stalin and Mao were building their first atom bombs, some in the West urged pre-emptive strikes to stop them. Happily, cooler heads prevailed. Since then, the logic of deterrence has ensured that these terrible weapons have never been used. Some day, perhaps by coup or popular uprising, North Koreans will be rid of their repulsive ruler, and the peninsula will reunite as a democracy, like Germany. Until then, the world must keep calm and contain Mr Kim.(This article appeared in the Leaders section of the print edition under the headline “It could happen” by The Economist)

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Why so many African presidents are ditching term limits

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

paul kagameRwanda’s president of 17 years, Paul Kagame (pictured), will be re-elected for a third term (the result is not in question). This concludes a process that began in 2015 when his party, the ruling Rwandan Patriotic Front, proposed a constitutional amendment to allow Mr Kagame to outstay the two-term limit. In neighbouring Democratic Republic of Congo the president, Joseph Kabila, has long been mulling a similar ruse. He should have left office last December. In nearby Burundi, Pierre Nkurunziza announced in 2015 that he would stand for a controversial third term as president. A plan to amend or ditch term limits entirely is expected to be announced this autumn. And tomorrow, August 5th, Mauritanians will vote in a constitutional referendum that critics see as paving the way for a third term, too. If they succeed, these presidents will join the ranks of the 13 African heads of state who have successfully rolled back term limits. Why are they doing this? Term limits became common in Africa with the wave of democratisation that swept the continent in the 1990s. Most countries included them in their constitutions after pressure from America and African democracy activists. Today there is widespread support for them. Afrobarometer, a polling firm, found that about three-quarters of people in 34 African countries said that presidential mandates should be restricted to two terms. Rwanda is an exception: nearly 4m Rwandans signed a “spontaneous” petition to let Mr Kagame stay on, and only ten people openly opposed it. But Mr Kagame rules his country through fear. In other countries, such as Burkina Faso in 2014, street protests forced the then president, Blaise Compaoré, to backtrack and flee the country. In 2015 Mr Kabila’s neighbour across the river in Congo-Brazzaville, Denis Sassou-Nguesso, successfully won a referendum allowing a third term—but provoked violent unrest in the process. Burundi has been in bloody turmoil ever since Mr Nkurunziza’s declared his third-term intentions.
Presidents go ahead because they know the costs of doing so are low. Mr Kagame, still feted by foreign donors and prominent world leaders despite his growing authoritarianism, knew he could change the constitution without provoking a backlash from the international community. Mr Sassou-Nguesso made the same calculation. The Congolese president is seen by many, including France, the former colonial power, as a reliable partner, and the country is regarded as an island of stability in an otherwise troubled region. Moreover the rising influence of China means that African presidents know the West’s leverage is weaker than it once was. They also know that its priorities have shifted: combating jihadism is today more important than promoting democracy.
Term limits tend to be respected where democracy is already well established. Weak institutions make it easier for presidents to do away with them. Mr Nkurunziza was helped by a pliant constitutional court. Mr Kagame could count on his rubber-stamp parliament. And in many African countries where presidents have rolled back term limits the strongest institution is the army. Mr Kagame, Mr Nkurunziza and Mr Kabila are former rebel leaders who came to power through military victory; so too is the president of neighbouring Uganda, Yoweri Museveni, who successfully abolished term limits in 2005. The presidents of these central African countries where respect for term limits today is weakest are not by their nature democrats. Elsewhere on the continent, however, the picture is different: in Benin, Burkina Faso, Senegal and Nigeria recent attempts to sidestep term limits have failed. (photo: paul kagame) (font: The Economist)

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Miss Italia: Giaveno elegge Miss Alpitour

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

Selezioni di Giaveno - ph Alberto BardusSelezioni di Giaveno - ph Alberto BardusGiaveno (To) Oltre 1500 persone hanno applaudito e sostenuto con il loro entusiasmo le ragazze di Miss Italia ,in gara per la fascia di Miss Alpitour Piemonte e Valle d’Aosta nella centralissima Via Roma a Giaveno (TO). La selezione si è svolta sotto il cielo di ombrelli colorati che anima l’estate giavenese, su iniziativa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carlo Giacone. La fascia, che vale l’accesso alle prefinali nazionali di Miss Italia al via a Jesolo il 27 agosto sull’emittente La7, è andata alla bella Irene Sicali, torinese di 22 anni iscritta alla facoltà di giurisprudenza, che sogna di diventare un magistrato. Alta 1,68, Irene ha capelli castani e occhi neri ed ha origini siciliane. Seconda classificata Maddalena Manganiello, 24 anni di Aosta, alta 1,74 capelli e occhi castani, amante della boxe. Terza Giulia Carrer, 20 anni di Moncalieri (TO), alta 1,75 capelli e occhi castani, studentessa di ingegneria gestionale al Politecnico di Torino. Quarta Sonia Boscaro, 21 anni di Collegno (TO), alta 1,75 capelli biondi e occhi verdi, studentessa di scienze della comunicazione, modella e hostess. Quinta Claudia Buratto, 25 anni di Rosta, alta 1,75 capelli e occhi Selezioni di Giaveno - ph Alberto Barduscastani, collaboratrice della testata Road2Sport, pratica il taekwondo. Sesta Cristina Racca, 24 anni di Moncalieri, alta 1,70 capelli biondi e occhi azzurri, barista con la passione delle danze caraibiche. Settima classificata Lidia Mancuso, 19 anni di Torino, alta 1,69 capelli biondi e occhi castani, studia amministrazione finanza e marketing, lavora come hostess. Infine Miss Giaveno, Alessia Cervelli, 25 anni di Moncalieri, capelli e occhi castani, lavora come commessa.
Per l’occasione, sulla passerella di Miss Italia è salito anche Marco Sarra, vincitore del concorso internazionale The Best Model of Europe 2016 e modello per Philippe Plein lo scorso mese di gennaio, in occasione della Settimana Mondiale della Moda di Milano. Marco è di Novara, ha 23 anni e studia giurisprudenza all’Università degli Studi del Piemonte Orientale ma il suo sogno è quello di affermarsi nel mondo del cinema. Di recente, ha partecipato ad importanti trasmissioni televisive come Ciao Darwin 7, in onda su Canale 5, e Take Me Out su Real Time. (foto: Irene Sicali, Marco Sarra, selezione Giaveno)

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I nuovi antimoderni

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

Jean-Jacques Rousseaudi Pietro Di Muccio de Quattro. Se ne avessi l’autorità, come ne ho l’ardire, suggerirei a Massimo Fini, del quale “Il Fatto Quotidiano” ha ospitato un paginone su “Rousseau e la lotta al consumismo”, la lettura del libro, fresco di stampa, “A proposito di Rousseau”. L’autore è David Hume, nientemeno: uno che Rousseau lo conosceva fin troppo bene. Questo libro, un gioiello di profondità e leggerezza, arguzia e gravità, pubblicato da Rubbettino, traduce l’originale inglese “Un conciso e genuino resoconto della disputa tra il Signor Hume e il Signor Rousseau: con le lettere che si scambiarono durante la loro controversia” del 1766.
L’articolo di Fini ha per occhiello “Illuministi”. Ma quanto diversi tra loro! Hume, come lui dice di se stesso, era mite, socievole, aperto, brioso, padrone del suo carattere, insensibile all’inimicizia e moderato nelle passioni. Rousseau, invece, bontà sua, si descrive così: “Sento il mio cuore e conosco gli uomini. Non sono fatto come nessuno di quanti ho conosciuto. Mi sono sempre creduto e mi credo ancora, tutto sommato, il migliore degli uomini”. La disputa in questione, pur appartenente al “Secolo dei Lumi”, è tuttavia strettamente attuale perché le citazioni e l’entusiastico commento di Fini riguardo al “Discorso sulle scienze e sulle arti” di Rousseau ripropongono un tipo di attacco alla “Modernità” che in modi e mezzi aggiornati vediamo tutt’oggi scagliare sotto i nostri occhi. Il paradosso di tale attualità sta in questo, che Fini esalta l’intemerata contro l’economia di un pensatore come Rousseau che era (ed è) noto per la sua ignoranza in materia. Massimo Fini individua “la straordinaria modernità di Rousseau, l’antimoderno” nella condanna della ricchezza, dello sviluppo economico, del mercato libero, e cita la preghiera di Rousseau: “O Dio onnipotente, tu che tieni nelle tue mani gli spiriti, liberaci dai lumi e dalle funeste arti e rendici l’ignoranza, l’innocenza, e la povertà, i soli beni che possan fare la nostra felicità e che sian preziosi al tuo cospetto” (sic!).
Hume e Rousseau non erano profondamente diversi soltanto nel carattere, ma anche nel pensiero. Hume credeva nella proprietà privata, nel “governo limitato”, nella libertà sotto la legge, nella cooperazione volontaria, nella moneta e nello scambio, nelle arti e nella raffinatezza. Rousseau sulla proprietà privata esprime giudizi contraddittori, dove l’accetta, dove la condanna. Ma la questione di fondo, come sottolinea Lorenzo Infantino, “è che il modello di società a cui Rousseau è rimasto sempre fedele è quello del collettivismo spartano. Nel ‘Discorso sulle scienze e le arti’ ha definito Sparta una ‘repubblica di semidei più che di uomini’. Il modello spartano è reiteratamente proposto nell’improvvida lettera a d’Alembert. Sparta è il punto di riferimento nel ‘Progetto di costituzione per la Corsica’ dove vengono addirittura proposte l’autarchia e l’abolizione del denaro, nonché il calcolo in natura. L’adozione di Sparta come proprio modello sociale e il rifiuto del denaro, che è il mezzo della libertà individuale di scelta, indicano chiaramente l’obiettivo che Rousseau si prefiggeva. Quanto scritto contro la scienza, le arti, la grande città, e il lusso ne è un mero complemento”.
Hume aborriva il ‘governo popolare’ (si direbbe il populismo di oggi!) perché amava la costituzione inglese, “se non il migliore sistema di governo, perlomeno il più completo sistema di libertà mai visto e conosciuto dal genere umano”, e temeva il potere illimitato e vessatorio. Rousseau negava che il popolo inglese fosse libero perché “i deputati del popolo non sono né possono essere i suoi rappresentanti; nelle antiche repubbliche, e anche nelle monarchie, mai il popolo ha avuto rappresentanti, la stessa parola era ignorata”.
Ognuno può capire da questi semplici accenni a quella celebre controversia tra Hume e Rousseau (celebre perché in Europa erano celebri i disputanti e dunque lo fu la disputa) che la “volontà generale” di Rousseau, messa al servizio della sua ossessione di edificare “il regno della virtù” redimendo il mondo dal male, è un terribile pericolo immanente nella politica. Pure oggi, sebbene equivocato e indefinito, questo pericolo è davanti a noi, benché i nuovi antimoderni non siano che orecchianti, anche inconsapevoli, del vecchio Ginevrino. (fonte Società libera: http://www.societalibera.org – Newsletter – Anno XVII – n. 341 7 agosto 2017)

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Tasse: Per la Cassazione è nulla la cartella emessa dal concessionario non competente per territorio

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

TasseAltro “Stop” da parte di una significativa decisione della Cassazione per la vecchia Equitalia, che come ricorda lo “Sportello dei Diritti”, ha passato le sue competenze dal 1 luglio scorso all’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Con l’ordinanza 19577/17, pubblicata in data odierna dalla sezione tributaria della Suprema Corte, è stato ribadito e precisato il principio secondo cui è nulla la cartella di pagamento emessa dal concessionario del servizio di riscossione se territorialmente incompetente. Per i giudici di legittimità – con la decisione in questione che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene meritevole di diffusione – non trova nessun fondamento il fatto che la cartella esattoriale non sia un atto esecutivo perché tale circostanza non esclude che debba essere emanata solo da un concessionario che opera nel territorio in cui il contribuente iscritto a ruolo ha il suo domicilio fiscale. Nella fattispecie, i giudici di Piazza Cavour hanno accolto il ricorso di una società, che si era vista notificare a cura di Equitalia Esatri S.p.A. una cartella di pagamento di oltre 160mila euro a seguito della liquidazione delle imposte dovute in base alle dichiarazioni. Già in primo grado l’azienda aveva impugnata l’atto impositivo, rilevando la nullità per incompetenza territoriale del concessionario del servizio di riscossione per la provincia di Varese. Ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella regionale della Lombardia pur rilevando l’incompetenza territoriale, avevano ritenuto comunque valida la cartella di pagamento emessa da un concessionario non più competente per l’esecuzione. I giudici di legittimità, ribaltando i verdetti dei gradi di merito hanno ritenuto errate le conclusioni cui è giunta la sentenza della CTR ed hanno accolto il ricorso della contribuente ricordando che già con la sentenza 8049/17, aveva rilevato l’illegittimità dell’atto (in quel caso, un fermo di beni mobili registrati) emesso, «in violazione del criterio determinativo della competenza stabilito dai citati articoli 12, comma 1, e 24, comma 1, del Dpr. n. 602/73, da un concessionario operante in un ambito territoriale diverso da quello in cui è compreso il domicilio fiscale del contribuente e, perciò, territorialmente incompetente». Tale conclusione vale anche per la cartella di pagamento, emessa da un concessionario del servizio di riscossione territorialmente incompetente, «atteso che gli articoli 12, comma 1, e 24, comma 1, del decreto citato, delimitano la competenza per territorio del concessionario con riguardo, in generale, a tutti gli atti successivi alla consegna del ruolo, inclusa, quindi, la cartella di pagamento». L’illegittimità della cartella di pagamento, infatti, deriva dal fatto che «la competenza per territorio a emanare gli atti di riscossione, così come quella a emanare gli atti di accertamento in quanto definisce e delimita, in base a previsioni di legge, il potere spettante a ciascun ufficio non può essere derogata al di fuori delle ipotesi espressamente previste». A nulla vale la circostanza che la cartella di pagamento non sia ancora un atto esecutivo: ciò non esclude, che possa essere legittimamente emanata solo dal concessionario che opera nell’ambito territoriale in cui il contribuente iscritto a ruolo ha il proprio domicilio fiscale.

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Gravidanza a rischio, le nuove linee guida per la prevenzione delle complicanze

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

GravidanzaIn presenza di una gravidanza o di un parto a rischio, ecco cosa fare, quando, dove e come comunicarlo. Sono le indicazioni illustrate nelle Linee di indirizzo clinico-organizzative per la prevenzione delle complicanze legate alla gravidanza, elaborato dal Tavolo tecnico istituito presso AGENAS e composto da rappresentanti del Ministero della Salute, del CNPN (Comitato Nazionale Percorso Nascita), dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Società Scientifiche di settore.
La finalità del documento che analizza cinque patologie tra le più frequenti e importanti durante la gravidanza (Emorragia Post Partum, Sepsi, Ipertensione, Influenza e Obesità) è quello di ridurre la probabilità di errori decisionali di tipo prevalentemente organizzativo, realizzando uno strumento di supporto decisionale a disposizione dei professionisti per migliorare i contesti organizzativi e clinico-assistenziali del percorso nascita. Come identificare le donne a rischio di Emorragia Post partum durante il travaglio e il parto? E’ questo il primo dei quesiti che spiega come un precedente taglio cesareo possa rappresentare un fattore di rischio, in tal caso si raccomanda la necessità di un’ecografia per valutare la sede di impianto del sacco gestazionale come previsto dalla linea guida SIEOG, 2015 da effettuarsi in occasione dell’ecografia ostetrica del primo trimestre in Ambulatorio, Consultori familiari, Pronto soccorso. Attraverso un referto scritto in cui siano accuratamente descritti la localizzazione dell’impianto del sacco gestazionale, i rilievi sospetti o patologici, che devono costituire un motivo di approfondimento diagnostico (dei quali è opportuno allegare la documentazione fotografica) ed eventuali indicazioni per controlli successivi o esami di approfondimento. E ancora, informando la donna di quanto rilevato e riportato nel referto scritto, nonché in caso di diagnosi di scar pregnancy offrire un counseling alla donna per informarla dei rischi legati alla prosecuzione della gravidanza. Il documento è costruito sulla base di singoli Quesiti, a cui vengono fornite risposte attraverso Raccomandazioni, focalizzati sugli aspetti ritenuti più vulnerabili riguardo la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori sanitari. Il contenuto delle Linee di Indirizzo è rappresentato da Tabelle di sintesi agevolmente fruibili nella pratica clinica e organizzativa che analizzano le possibili criticità nelle fasi della gravidanza, del parto e post partum e in alcuni casi anche preconcezionale. Ad ogni Quesito corrispondono risposte sotto forma di Raccomandazioni che fanno esclusivo riferimento a Linee Guida nazionali e internazionali emanate da istituzioni pubbliche e comunque ad evidenze scientifiche fortemente consolidate.
Nel dettaglio, il documento comprende 8 Quesiti relativi all’Emorragia Post Partum con 34 Raccomandazioni correlate, 2 Quesiti relativi alla Sepsi con 4 Raccomandazioni, 9 Quesiti per l’Ipertensione con 24 Raccomandazioni, 3 Quesiti relativi all’Influenza con 15 Raccomandazioni e 14 Quesiti relativi all’Obesità con 26 Raccomandazioni.«Azzerare il verificarsi di eventi avversi, laddove prevenibili e prevedibili, individuando tempestivamente situazioni di alert di condizioni a maggior rischio di complicanze per la mamma e il bambino, garantendo così il trasferimento nel setting assistenziale più appropriato nell’ambito del percorso gravidanza e parto: sono le direttrici delle linee di indirizzo, elaborate da Agenas su mandato del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in seguito ai gravi eventi, avvenuti tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016» dichiara Francesco Bevere, Direttore Generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. «Uno strumento facilmente consultabile dai professionisti sanitari, fortemente voluto dal mondo clinico, il cui apporto è stato determinante nell’individuare e rafforzare eventuali aspetti della sicurezza dell’organizzazione e delle cure ritenuti più vulnerabili e per tracciare percorsi condivisibili, omogenei e replicabili in tutte le aziende sanitarie» prosegue Bevere. (fonte: Doctor33)

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Ottaviani: caos profughi. Presentiamo le denunce

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

frosinoneFrosinone. Dopo l’ultima vicenda verificatasi a Frosinone, nel corso della quale una ventina di profughi, per evitare la multa da parte dei controllori del Cotral, si sono scagliati contro un dipendente dell’azienda di trasporto pubblico, travolgendo anche quanti si trovassero davanti alle uscite del bus, è intervenuto il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, con iniziative clamorose volte a ripristinare la normalità nelle relazioni civili e nella sicurezza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, in cui si stanno registrando, da mesi, situazioni di criticità connesse al comportamento di alcuni profughi. “Qualche tempo fa, quando, come sindaco di Frosinone, ho posto l’accento su alcuni episodi di sopraffazione registratisi all’ingresso del cimitero comunale, da parte di alcuni profughi che, stranamente, facevano la spola, giornalmente, da Fiuggi a Frosinone, venni preso come visionario – ha dichiarato Nicola Ottaviani – La settimana scorsa, però, tutti hanno potuto constatare come quei timori fossero fondati, poiché all’interno di uno dei centri ospitanti di Fiuggi è scoppiato quello che, secondo una lettura superficiale, è apparso come caos, mentre risulta, invece, la conseguenza inevitabile dell’ennesima speculazione, economica e finanziaria, in danno dei contribuenti, oltre che a discapito della stessa solidarietà in materia di assistenza internazionale per i profughi. Quello che è accaduto, dunque, durante l’ultimo fine settimana, a Frosinone, sui mezzi pubblici che transitavano nella zona del capolinea di piazza Pertini, rischia di essere, soltanto, il più recente ma non l’ultimo dei fatti di gravi soprusi subiti dalla nostra comunità locale che, considerata anche a livello provinciale è, di fatto, la vera ed unica comunità ospitante”. “E allora – ha continuato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – dobbiamo ormai ragionare in termini strettamente giuridici, poiché non stiamo discutendo, qui, di chi sia a favore o contro l’assistenza sociale internazionale, nei confronti dei profughi abbandonati in mare dai mercanti di essere umani, ma stiamo discutendo se sia giusto o meno assistere con inerzia all’utilizzo criminale di una legge che sta finendo per alimentare le casse private dei soliti furbetti, senza scrupoli, con un business ormai fuori controllo. In altri termini, se all’interno di un asilo d’infanzia convenzionato un direttore, anziché preoccuparsi di fornire adeguata assistenza agli alunni in fasce, si preoccupa, invece, soltanto di ‘ammucchiare’ bambini dentro le stanze, al fine di aumentare le iscrizioni e gli incassi, è tenuto ad assumersi responsabilità giuridiche rilevanti per la propria condotta, poiché amministra provvidenze pubbliche e genera situazioni di pericolo per i piccoli ospiti, allora lo stesso criterio deve valere per quelle imprese e per quelle associazioni di finto volontariato, che stanno trasformando alcuni settori della nostra comunità in autentiche polveriere sociali e relazionali. Del resto, se alcuni operatori privati percepiscono dallo Stato dai 38 ai 40 euro al giorno, per l’assistenza completa per ogni profugo, per poi abbandonarli a vagabondare quotidianamente, nell’ozio più totale, in giro per i quartieri, dovrà pure esserci un meccanismo minimo per ripristinare la legalità e anche la decenza. A breve, per monitorare quanto sta avvenendo e per attenuare la degenerazione di questo fenomeno, non più tollerabile, istituiremo al Comune di Frosinone – visto che l’assistenza ai profughi non è materia di diretta competenza dei sindaci – un numero verde per segnalare gli episodi e gli elementi che saranno trasferiti alla conoscenza dell’autorità giudiziaria, oltre che della Prefettura e della Questura, affinché le vere espulsioni, almeno dal circuito economico, siano relative a quei soggetti che fanno mercimonio illecito delle disavventure che colpiscono i profughi, unitamente alla presentazione delle denunce verso i singoli soggetti responsabili di sopraffazioni e violenze verso i cittadini, italiani o stranieri, della nostra collettività”. (n.r. Queste sono le conseguenze, a prescindere dagli immigrati, di una società volutamente permissiva che ci ha fatto dimenticare cosa significa ordinato svolgersi della vita di una comunità. Se non corriamo ai ripari la situazione creerà seri danni e, purtroppo, irreversibili).

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19° edizione de “La Notte dell’Orgoglio Marchigiano”

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

Libro inciso per un Duca di Carlo IacomucciFrancavilla D’Ete (FM) venerdì 18 agosto 2017 alle ore 21.00, in piazza Vittorio Emanuele II, si terrà la 19° edizione de “La Notte dell’Orgoglio Marchigiano”. Si tratta di una delle più importanti manifestazioni del periodo estivo, che si svolge nella Provincia di Fermo e coinvolge l’intera Regione Marche. All’interno della manifestazione, vengono premiate le personalità marchigiane che si sono distinte a vario titolo: si tratta di personaggi del mondo della cultura, spettacolo, sport, giornalismo, e altri settori che attraverso la loro professione, in Italia e all’estero, contribuiscono a far conoscere il territorio marchigiano in Italia e nel mondo. Nel corso della serata, verranno consegnate 10 statuette, di cui 2 saranno premi speciali.
Le segnalazioni di possibili candidati sono arrivate dai comuni delle Marche che segnalano le personalità di spicco. Successivamente, una commissione, composta anche da giornalisti, seleziona le personalità da premiare fra le tante nominations. Il cuore della serata è appunto la premiazione dei marchigiani talentuosi nati nella nostra Regione.
Tra i personaggi premiati in questa edizione de “La Notte dell’Orgoglio Marchigiano” c’è anche la nomination per la cultura all’artista Carlo Iacomucci. Il Maestro Iacomucci nasce a Urbino, città in cui frequenta la prestigiosa Scuola del Libro, acquisendo la formazione e l’esperienza necessaria, che lo porterà, nella sua circa quarantennale e prolifica carriera, a maturare, con serietà e costanza, un’alta ricerca artistica e culturale.
Dal 1972 ha partecipato a numerose collettive e personali sia in Italia che all’estero, realizzando anche edizioni d’arte con acqueforti.
Personaggio eclettico e mai uguale a sé stesso, nella sua pluriennale carriera artistica, si è cimentato in percorsi e stili differenti che hanno avuto, come denominatore comune, la tematica del segno attraverso i motivi ricorrenti delle gocce o tracce o segni, che rappresentano la sua inconfondibile impronta. Le sue opere sono il frutto prezioso di una ispirazione e di una esperienza personale, a tu per tu col mondo esterno, dal quale capta il bene e il male. Di conseguenza, i suoi quadri e le sue PaginaTre di Carlo Iacomucciincisioni appaiono come immagini oniriche in cui finzione e realtà, passato e presente si incontrano. Mettendo in evidenza il concetto di movimento, Iacomucci indaga le dinamiche del paesaggio e, invece di presentare una realtà di fatto, presenta una realtà fatta di illusioni e sogni che evocano i regni della nostra immaginazione. Le opere di Iacomucci sono caratterizzate dai colori vivaci, sgargianti e sapientemente mescolati tra loro, che emozionano e, al tempo stesso, trasmettono gioia e allegria. In molte sue opere, sono presenti anche personaggi e oggetti (come ad es. l’onnipresente aquilone) che danno dinamismo ai suoi quadri e, allo stesso tempo, esprimono un significato simbolico, ma anche realistico della natura da difendere.
Nel corso della sua pluriennale carriera artistica, Iacomucci ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti: nel 2011 gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per motivi artistici e culturali con decreto del Presidente della Repubblica; nello stesso anno ha partecipato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia-Padiglione Italia per Regioni, a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2014, ha ricevuto a Roma il premio “Marchigiano dell’anno” e, ultimo, ma non ultimo, il 2 giugno di quest’anno, è stato insignito del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Questo nuovo e ulteriore riconoscimento, con la consegna della prestigiosa statuetta dell’Orgoglio Marchigiano 2017, rende il Maestro Iacomucci, con le sue opere, ben felice di portare avanti e mantenere alto il nome delle Marche in Italia e fuori dai confini nazionali. (Dott.ssa Patrizia Minnozzi) (foto: Libro inciso per un Duca di Carlo Iacomucci, PaginaTre di Carlo Iacomucci)

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Ferrovia Ionica: “Una opportunità per la Crescita Economica e lo Sviluppo del Corridoio Orientale calabrese”

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

Audizione del prof Gabriele BarilettiConferenza relatore prof Gabriele BarilettiUn caso lampante di quanto scellerata sia la politica dei trasporti ferroviari in Italia, affidata al monopolio del Gruppo FS SpA nelle sue articolazioni societarie, è dato dalla attuale gestione della ferrovia ionica e delle sue derivate.
A piè di lista il Ministero si limita a trasferire i cospicui fondi perché la rete rimanga – in qualche modo- in attività. In qualche modo…..come? Intanto attraverso l’attuazione “manu militari” del dogma cosiddetto della “rete snella”, che in molti casi diventa una rete ferroviaria “anoressica”. Un paio di esempi: su una linea a doppio binario percorsa da treni di differenti categorie, quindi con differenti velocità commerciali, la eliminazione dalle stazioni dei binari di precedenza obbliga tutti i treni a viaggiare alla velocità del più lento, ovvero a limitare notevolmente la capacità di trasporto della linea stessa; peggio, su una linea a singolo binario la eliminazione dei binari di incrocio porta a limitare di molto le già limitate capacità della linea ed anche la velocità commerciale dei treni, rendendo la tratta sempre meno allettante ai viaggiatori! I vantaggi? Minore manutenzione degli impianti ….. magari associata ad un costante livello di trasferimento di risorse da parte pubblica che si traduce in un extragettito per il gestore. Questi provvedimenti sulla ionica vanno alla grande!
La tratta fra Metaponto e Sibari, per poi proseguire in direzione di Cosenza e Paola, è elettrificata; la tratta costiera a sud di Sibari, per Crotone e Catanzaro, fin quasi a Reggio Calabria è ancora a trazione diesel. I treni a lunga percorrenza provenienti dal nord abbandonavano però la trazione linea ferroviariaelettrica fin da Taranto! E qui viene in soccorso – si fa per dire – l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF), un classico ente burocratico nazionale nel quale vige il concetto di deresponsabilizzazione e iper-tutela dei suoi componenti: “col NO ti spicci col SI ti impicci”.
Una cosa – se vogliamo – sensata. Peccato che Trenitalia disponga che il sistema sia implementato su tutte le locomotive elettriche dei treni a lunga distanza, ma non sulle locomotive diesel relative agli stessi treni. Anzi, 7 locomotive diesel tra le più potenti, le D445, come questa:vengono attrezzate per la lateralizzazione, ma poi il progetto non prosegue e nessuna locomotiva diesel (seppur predisposta) è omologata per questo nuovo sistema di sicurezza. Effetto?
I treni a lunga distanza tra Milano e la costa ionica della Calabria, avendo disposto Trenitalia che il cambio di trazione anziché a Sibari avvenga a Taranto, semplicemente in mancanza di “lateralizzazione” (che i locomotori diesel lo siano o meno poco importa) vengono semplicemente soppressi. E neppure a Sibari, magari in trazione elettrica, li si fa più arrivare.
Se si prende un orario ferroviario in vigore, come l’orario della circolazione treni viaggiatori presso la stazione di Sibari, diciamo a fine settembre 2017, si scopre che su 86 collegamenti giornalieri totali (alcuni solo feriali altri solo festivi, ecc.) ben 47 sono autobus, soltanto 4 percorrono l’intera ionica tra Reggio Calabria e Taranto (ma non oltre) classificati IC (si fa per dire) gli altri treni o locali o diretti a Cosenza.
automotrice.pnglocomotore.pngChe fare? In seguito a un ragionamento svolto con il dr. Maurizio Compagnone, si concorda di suggerire al Ministero, che solitamente contribuisce all’esercizio dei treni a lunga percorrenza che – in quanto affidati al gruppo FS non riescono per i loro costi a “stare sul mercato” (ad autofinanziarsi), che questo dovrebbe ri-contribuire questi treni, tra Milano e la Calabria ionica…. Non tanto per il gusto di farli girare, quanto piuttosto per partecipare anche in queste neglette lande del Sud allo sviluppo del sistema Paese. A cosa altro serve infatti un sistema ferroviario se non a promuovere l’economia dei territori? Sarebbe anche opportuno che ci si rivolgesse al mercato libero senza troppi lacci e lacciuoli, sia verso quello interno che verso quello estero. Non è certo impossibile trovare degli operatori disposti a svolgere quei servizi che il monopolista non intende svolgere…. A patto che il monopolista – per non perdere questa sua attribuzione – come ha già ampiamente dimostrato di saper fare, non si “metta di traverso” (il riferimento è alla Torino – Milano sulla cui direttrice FS ha reso impossibile un timido accenno di concorrenza, ovvero sulla Bolzano – Verona che la stessa ha reso la vita impossibile a una azienda straniera).
Non sarebbe male invece che, regione Calabria consenziente, da questa linea costiera su un territorio benedetto da Dio ma abbandonato da alcuni uomini, si manifestassero segni di inversione di tendenza del trasporto ferroviario in Italia, che non è né deve essere soltanto lo scintillio delle Frecce in un deserto di abominazione! (Prof Gabriele Bariletti UTP Utenti Trasporto Pubblico – in abstract – fonte: Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana” Maurizio Compagnone) (foto: linea ferroviaria, locomotore, automotrice, Audizione del prof Gabriele Bariletti, Conferenza relatore prof Gabriele Bariletti)

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Il Summer Jamboree ha compiuto 18 anni

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

Summer JamboreeSenigaglia. Il Summer Jamboree ha compiuto 18 anni e non avrebbe potuto festeggiare meglio popolando gioiosamente per 12 giorni l’intera città di Senigallia, con una media di oltre 35mila presenze giornaliere per oltre 420mila presenze complessive durante i 3 giorni di prefestival + 9 di festival, che hanno visto picchi di presenze molto importanti nei due week end e il mercoledì 2 agosto della festa hawaiiana, dove migliaia di ragazzi hanno pacificamente invaso la spiaggia di velluto, oltre all’affluenza mai registrata prima nella storia del Festival di sabato 5 agosto.
Tantissime le novità offerte dalla XVIII edizione del Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’America anni ’40 e ’50 e una dedica: “Nella mia carriera ho girato moltissimo ed ho partecipato a grandi eventi, soprattutto negli States, grandi grandi eventi, ma posso assicurarvi che un Festival come questo non l’ho mai visto in vita mia: è il migliore a cui abbia partecipato!” ha dichiarato Stan Zizka, leader dei mitici Del Satins che si sono esibiti sabato 30 luglio al Foro Annonario.
Un’edizione sempre più social e aperta ad un pubblico sempre più ampio, come dimostrano i dati registrati dalla pagina ufficiale di Facebook, che ha raggiunto i 150.000 fan, con i post sul Summer Jamboree che negli ultimi giorni hanno raggiunto una copertura di oltre 2 milioni di contatti con oltre 1.200.000 interazioni. I video dedicati al Festival postati in questi giorni, dopo il primo trailer di presentazione realizzato dal regista Sergio Canneto e dal suo team, hanno raggiunto le 600.000 le visualizzazioni.
Imponente la proposta artistica con 46 straordinari concerti di Rock’n’Roll, Swing, Rhythm’n’Blues, Rockabilly, Country, Doo Wop, ad ingresso gratuito, hanno visto esibirsi più di 230 artisti (tra musicisti, ballerini e Dj) protagonisti di un carnet grandioso fatto di icone delle origini insieme agli attuali leader della scena internazionale rock’n’roll e swing. 5 i palchi allestiti, di cui 3 nel suggestivo centro storico di Senigallia (Main Stage Foro Annonario, Kraken Stage ai Giardini della Rocca Roveresca, Piazza Garibaldi Stage) a cui si sono aggiunti mercoledì 2 agosto il palco dell’Hawaiian Party sulla spiaggia di velluto in riva al mare Adriatico, e il palco del Teatro La Fenice per la calda notte del Burlesque Show venerdì 4 agosto che è ormai una garanzia in grado di riempire il teatro, così come per i dopofestival alla Rotonda a mare.
Ringraziamenti ed entusiasmo anche da parte degli organizzatori del Festival Angelo Di Liberto e Alessandro Piccinini. Anche gli artisti che si sono esibiti hanno espresso attestati di apprezzamento per l’atmosfera magica ed unica che si respira al Festival.
Un grande grazie anche dall’Australia, da Pat Capocci: “Un festival fantastico, è super cool vedere un’intera città che si diverte e balla a ritmo del rocknroll! Grazie mille per averci invitati!”
I presentatori della XVIII edizione del Summer Jamboree sono stati le magnifiche Eve La Plume e Grace Hall con Jackson Sloan un coloratissimo e professionale trio che ha tenuto il filo conduttore di questo bellissima storia rock’n’roll durata 12 giorni. (foto: Summer Jamboree)

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Scuola – Contratto: a settembre primi incontri coi sindacati con Atto di indirizzo del Miur

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

ministero-pubblica-istruzioneAnief diffida le Organizzazioni Sindacali a firmare l’accordo; nell’intesa raggiunta a novembre, infatti, manca persino il recupero dell’IVC allineata all’inflazione, la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con la valutazione per intero del servizio preruolo nelle ricostruzione di carriera, la rivisitazione degli stipendi per il personale Ata e dell’infanzia/primaria, l’istituzione dell’area della vicedirigenza‎ e l’adeguamento delle norme alle direttive dell’Unione europea.
Pacifico (Anief-Cisal): Quando diventeremo rappresentativi, il prossimo anno grazie alla vicina campagna Rsu del 2018, Anief s’impegna su ogni tema d’interesse dei lavoratori a indire assemblee sindacali in ogni provincia per acquisirne il parere. I contratti non si firmano sulla pelle dei lavoratori; a volte è meglio non firmare e ricorrere al giudice, come per il blocco contrattuale. Tra poche settimane ci saranno le prime riunioni coi sindacati con Atto di indirizzo del Miur; il giovane sindacato Anief diffida le Organizzazioni Sindacali (firmatarie del CCNI) a firmare l’accordo. Nell’intesa raggiunta a novembre manca persino il recupero dell’IVC allineata all’inflazione, la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con la valutazione per intero del servizio preruolo nelle ricostruzione di carriera, la rivisitazione degli stipendi per il personale Ata e dell’infanzia/primaria, l’istituzione dell’area della vicedirigenza‎ e l’adeguamento delle norme alle direttive dell’Unione europea. In assenza di questi presupposti, si chiede un referendum preventivo tra i lavoratori della scuola, in attesa delle prossime elezioni Rsu quando decideranno con il voto il favore alle idee di concertare con il Governo. Nel frattempo invia la diffida per interrompere i termini di prescrizione e richiedere il 7% in più da settembre 2015.
Da quando il contratto è sbloccato, cioè da settembre 2015, doveva essere riallineata l’inflazione all’aumento del costo della vita intercorso tra il 2008 e il 2015, al 50% come prevede la legge. Niente di tutto questo è avvenuto, anzi nell’ultimo DEF l’assegno dell’IVC dovrebbe r‎imanere invariato nelle intenzioni del Governo fino al 2021. Ciò è intollerabile e viola apertamente l’art. 36 della Costituzione. Ma il paradosso è che se si firma il Contratto, il lavoratore prenderebbe solo a partire dal 2018 85€ al netto di 105€ in media mensili che potrebbe percepire se si sbloccasse l’IVC senza firma del contratto vita natural durante. Il che vuole dire, in soldoni, almeno 210€ di aumento rispetto a quelli concordati in caso di firma.
A questo punto ci chiediamo: i lavoratori sono coscienti e favorevoli a quest’ennesimo ricatto dopo aver subito da precari per vent’anni una disparità di trattamento in termini di scatti di anzianità, di ruolo un riconoscimento parziale del servizio preruolo e addirittura la perdita del primo gradino stipendiale se assunti dal 2001?
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, afferma che “È arrivato il momento di chiedere espressamente il loro parere con un referendum dopo una chiara campagna informativa. Quando diventeremo rappresentativi, il prossimo anno grazie alla vicina campagna Rsu del 2018, Anief s’impegna su ogni tema d’interesse dei lavoratori a indire assemblee sindacali in ogni provincia per acquisirne il parere. I contratti non si firmano sulla pelle dei lavoratori; a volte è meglio non firmare e ricorrere al giudice, come per il blocco contrattuale”.
Per questo Anief mette a disposizione un modello di diffida propedeutico per l’adesione al ricorso per sbloccare l’IVC e dare subito ai lavoratori in attesa dei soldi raccolti dallo Stato quanto gli spetta, per non ledere la loro dignità professionale.

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Scuola: Entra di ruolo a 69 anni dopo una vita da precaria ma a 70 anni sarà licenziata senza pensione

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

porto palermoPalermo. Una maestra di Palermo prende il ruolo a 69 anni e, dopo una vita da precaria, a 70 anni sarà licenziata senza pensione. La precarietà continuerà dopo anni di attesa, ma potrà però almeno ricorrere in tribunale per farsi riconoscere gli scatti arretrati e il corretto gradino stipendiale come molti altri ricorrenti Anief che hanno impugnato il decreto di ricostruzione di carriera e fatto valutare dal giudice del lavoro tutto il servizio pre-ruolo per intero subito e ricorso contro lo stipendio inziale percepito durante la supplenza. Aderisci al ricorso per gli scatti e per la ricostruzione di carriera.Pacifico (Anief-Cisal): L’attuale normativa legislativa e contrattuale, lungi dal rispettare le sentenze della Corte di giustizia europea, della Corte costituzionale, della Cassazione a Sezioni Unite, né riconosce gli scatti di anzianità ai precari né la ricostruzione del servizio pre-ruolo per intero. Sulla stabilizzazione e sul diritto al giusto risarcimento che non può essere annoverato nella mera immissione in ruolo in quanto anche atto dissuasivo, Anief continua ad andare Avanti.
Il record sa, purtroppo, di beffa: una maestra di Palermo prende il ruolo a 69 anni e, dopo una vita da precaria, a 70 anni sarà licenziata senza pensione. La notizia, che lascia non poca amarezza, è stata riportata dalla rivista specializzata Orizzonte Scuola. La precarietà continuerà dopo anni di attesa, a questa realtà siamo ormai abituati. Potrà però almeno ricorrere in tribunale per vedersi riconoscere gli scatti arretrati e il corretto gradino stipendiale come molti altri ricorrenti Anief che hanno impugnato il decreto di ricostruzione di carriera e fatto valutare dal giudice del lavoro tutto il servizio pre-ruolo per intero subito e ricorso contro lo stipendio inziale percepito durante la supplenza. Entrerà nei ruoli della scuola materna mercoledì prossimo: classe 1948, una vita spesa tra graduatorie permanenti, poi ad esaurimento e concorsi a cattedra in un ordine di scuola che dal 2009 ha subito una forte riduzione dei posti di lavoro per la scomparsa del maestro prevalente e il ritorno al maestro unico, dell’insegnante specialista in lingua inglese, e la riduzione del tempo scuola da 30 a 24/27 ore. Il risultato: tagli per 40mila posti in dieci anni e i bambini che nella classifica dei rapporti PIRLS sull’apprendimento sono passati dal 5° al 35° posto in poco.Ma lei ha resistito a una vita da precaria e ha vinto la sua battaglia contro la supplentite, per niente risolta dal Governo nonostante l’approvazione di un decreto legislativo ad hoc che, comunque, ad oggi non ha aggiunto alcuna risorsa alla scuola dell’infanzia e della primaria. Ma come tutti i precari, nella scuola italiana che batte tutte le classifiche mondiali per numero di insegnanti over 50, la data per i neo-immessi in ruolo, dovuta anche all’endemica mancata trasformazione di tutti i posti da organico di fatto in diritto, la docente ora dovrà lottare per aver riconosciuto gli scatti di anzianità maturati in regime di precariato e la stessa anzianità dopo il decreto di ricostruzione di carriera.Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “L’attuale normativa legislativa e contrattuale, infatti, lungi dal rispettare le sentenze della Corte di giustizia europea, della Corte costituzionale, della Cassazione a Sezioni Unite, né riconosce gli scatti di anzianità ai precari né la ricostruzione del servizio pre-ruolo per intero. Nell’uno e nell’altro caso raffredda la carriera, ma tale raffreddamento per i giudici del lavoro italiani ormai è palesemente illegittimo e risarcibile grazie ai giudizi intervenuti. Sulla stabilizzazione e sul diritto al giusto risarcimento che non può essere annoverato nella mera immissione in ruolo in quanto anche atto dissuasivo, Anief continua ad andare avanti: sono stati notificati reclami alla Commissione delle Petizioni del Parlamento europeo, denunce al Consiglio d’Europa, ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, mentre l’intera questione del quantum del risarcimento è sotto le lenti nuovamente della Corte di giustizia europea”.

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“Rottamazione delle cartelle esattoriali”

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

fisco2005a«Al Premier Gentiloni e al Ministro Padoan chiedo di informare con celerità sul reale esito della cosiddetta “rottamazione delle cartelle esattoriali”: sono in ballo la tenuta dei conti pubblici e il futuro di molti cittadini e imprese. Per poterne beneficiare occorreva versare la prima rata entro il 31 luglio. Quindi è ora possibile sapere con certezza quanti soggetti hanno effettivamente fruito dell’agevolazione e quanti invece avevano presentato domanda ma non l’hanno attivata. Non si tratta di una questione di poco conto perché il Governo, sulla base delle istanze presentate, aveva quantificato un gettito per l’erario di circa 7,2 miliardi. La domanda che pongo al Governo è se tale previsione sia stata confermata o meno». Lo scrive in una lettera pubblicata del Sole 24 ore il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «La sensazione è che moltissimi che avevano fatto istanza di rottamazione ci abbiano poi rinunciato visto che il meccanismo ideato dal Governo prevede che il debito debba essere saldato in sole cinque rate, delle quali le prime tre, pari al 70% del debito complessivo, con scadenze molto ravvicinate tra loro ed entro il 2017. Normale che molti non abbiano potuto accedere alla rottamazione perché impossibilitati al saldo in pochi mesi di quasi tre quarti del loro debito – afferma in uno dei suoi passaggi il leader di Fratelli d’Italia -. Al problema di equità sociale di questa misura, utile per i potenti e inutile per il popolo, si aggiunge una possibile voragine nei conti dello Stato nel 2017. Il Governo dica subito pubblicamente quanti dei 7,2 miliardi di gettito previsti entreranno veramente dalla rottamazione delle cartelle e come intende colmare il buco che si è probabilmente creato a causa della sua incompetenza. Visto che vorremmo ritrovarci sul collo un’ulteriore manovra correttiva, suggerisco che venga immediatamente riproposto un nuovo provvedimento di rottamazione delle cartelle esattoriali con le necessarie modifiche per renderlo vantaggioso anche ai contribuenti che ad oggi non hanno le risorse necessarie per chiudere le loro pendenze. Una rottamazione – bis, alle stesse condizioni ma con un piano di rientro molto più lungo e concepito per le “persone normali”. Così per una volta, costretto dalla tenuta dei conti pubblici, il Governo Renzi-Gentiloni potrà dar vita a una misura utile agli italiani», spiega Meloni.

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Attacco alla chiesa cattolica a Ozubulu in Nigeria

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

FCO 312 - Nigeria Travel Advice Ed2 [WEB]“E’ oltretutto nel momento in cui si celebrava la Santa Messa, è un affronto alle radici cristiane della civiltà occidentale e alla libertà di tutti. La comunità internazionale deve tenere alta la guardia sulla situazione dei cristiani perseguitati nel mondo, soprattutto in aree di conflitto dove i diritti minimi stentano ad essere tutelati, aiutando queste comunità e difendendone la libertà di espressione”. A dirlo è Paolo Alli, Presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato e deputato di Alternativa popolare in commissione Affari Esteri. “La libertà religiosa – aggiunge – riguarda tutti ed è la base per creare società moderne e inclusive. È ormai diventato necessario e urgente bloccare questa escalation di attacchi contro le minoranze religiose e, in particolare, contro i cristiani. Garantire la libertà è un principio imprescindibile della nostra cultura e della politica italiana che va difeso e affermato laddove persistono regimi dispotici”.
E conclude: “Il Governo italiano, per parte sua, ha posto in essere alcuni strumenti adatti a monitorare la situazione, come il data base per la comparazione tra le legislazioni esistenti nel mondo sulla libertà religiosa e la tutela delle minoranze. Proprio di recente il ministro Alfano ha presentato il nuovo Osservatorio del Ministero degli Affari Esteri sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa”.

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Di populismo si può morire?

Posted by fidest press agency su martedì, 8 agosto 2017

populismoChi ha letto l’interessante libro “Il populismo tra storia, politica e diritto” a cura di Raffaele Chiarelli con i tipi della Rubbettino in vendita nelle librerie da circa due anni, sa bene che la parola “populismo” non è così malvagia come si vorrebbe far credere. Scrive, tra l’altro, Aldo Giannulli: “I movimenti populisti aspirano a presentarsi come portavoce del popolo”. Ne devo dedurre che il “populismo” è una realtà fortemente esistita sia nella storia recente europea sia dagli stessi predecessori di Grillo in Italia come Achille Occhetto, Mario Segni e Marco Pannella. Se poi metto da parte la raccolta di Chiarelli sul pensiero populista, se non altro per non coinvolgerlo nelle mie personali opinioni, devo dedurre che il populismo è una parola che è capace di conciliare le attese popolari per ciò che la politica dovrebbe sostenere e salvaguardare, ma che nei fatti disattende.
Partiamo da ciò che vorremmo sia la politica: un sensore delle aspettative popolari in difesa dei ceti più deboli e per un’equa distribuzione delle risorse, nel garantire la giustizia sociale, la difesa per i più deboli e nel saper mantenere gli impegni che assume con il suo elettorato. Non dimentichiamo che nel mondo su sette miliardi di abitanti almeno il 90% manifesta un disagio esistenziale per colpa di quel dieci per cento di accaparratori ed avide sanguisughe.
E’ forse usato in maniera negativa il populismo se pretendiamo che oltre al diritto alla vita vi sia anche quello a vivere? E cosa significa “vivere?” Vuol dire pretendere dalla società che ti ospita il rispetto di altri diritti: alla salute, ad un tetto dove ripararsi, al libero accesso alle fonti alimentari ed energetiche, all’istruzione, al lavoro, all’assistenza sanitaria e ad un vecchiaia serena.
Se tutto questo si chiama populismo ben venga il populismo. (Riccardo Alfonso direttore centri studi sociali e politici della Fidest)

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