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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 130

Archive for 9 aprile 2017

I talami di Orsogna

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

talamotalamo1Orsogna. Martedì dopo Pasqua, 18 aprile, dalle ore 10 si ripeterà uno dei riti religiosi più singolari e fascinosi della tradizione abruzzese, i Talami, quadri biblici viventi interpretati da attori immobili davanti a un fondale affrescato, che mettono in scena episodi del Vecchio e Nuovo Testamento. Ogni quadro è posto su carri agricoli trainati da trattori, tranne il VII, portato a spalla dagli Alpini.
Per dare forza alla manifestazione, da New York a Boston, da Everett a Roccascalegna alla stessa Orsogna, ciascuno ha fatto una cospicua donazione per aiutare i Talami a vivere, trasformando in un gesto concreto l’amore per Orsogna, per l’Abruzzo, e per una delle sue tipicità più significative, che il Ministero del Turismo nel 2011 ha riconosciuto “Patrimonio d’Italia per la tradizione”.
Sono sei i Talami adottati: il primo (che partirà dal Quartiere Li ‘mburze) è stato scelto dalla Mutual Aid Society di New York, una delle più antiche e importanti associazioni di orsognesi negli Stati Uniti d’America; il II Talamo (dal quartiere Quarte de la ville – corso Umberto I) è finanziato dalla Ditta Domenico Travaglini di Roccascalegna; il III (dal Quarte de la ville – via Adriatico) è offerto dagli “Amici di Boston” Rocco e Bina Scenna, P. Gioioso e Sons Inc., Rocco e Serafina D’Angelo, Carmen e Ida D’Angelo, Carmine e Angela Di Flumeri, Worldwide Wine of New England, Frank Pasciuto/Vittorio Tenaglia, Maria (Moda) D’Alleva/Angelo Tummino; il IV Talamo (dal Quarte a balle – piazza Martiri Civili) è finanziato dalla Ditta Giuseppe Gallucci di Orsogna; il V Talamo (Quarte a monte – viale Raffaele Paolucci) è adottato dall’Associazione Sons of Orsogna di Everett in Massachusetts, altra storica associazione con cui sono rimasti sempre forti i legami; il VI Talamo (dal Quarte a balle – via Trento e Trieste) dagli “Amici di Boston” Giovanni e Luisa Saraceni, Cumar – Ivo Cubi, Francesco e Rosalba Paolini, Pasquale e Gianna D’Angelo, Nicola e Gabriella Cipollone, Cassano Family, Circle Laundry – Alex Della Pace, Court House Food. (talamo)

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Taxi/Uber: Il Tribunale ha ragione. La politica ha torto

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

taxi-romaIl Tribunale di Roma ha dato dieci giorni di tempo ad Uber per bloccare la sua attivita’: accolto il ricorso cautelare per “concorrenza sleale” nei confronti dei taxi e dei ncc (noleggio con conducente) che non fanno parte della loro piattaforma, nel merito si vedra’ in seguito. Difficile dare torto al Tribunale, a meno che non ci si metta a gridare senza cognizione di diritto (come purtroppo abbiamo letto da alcune parti), come se la legalita’ democratica fosse una questione di desideri e pancia e non di leggi. Che’ quelle vigenti sono chiare, per esercitare il servizio di taxi (a cui e’ assimilabile Uber) occorre una licenza.
Forse sarebbe stato meglio che il giudice avesse atteso, viste le trattative in corso tra tassisti e governo e le leggi in fieri (che a nostro avviso fanno schifo perche’ contrarie alle necessarie liberalizzazioni), perche’ con questo provvedimento ha dato una marcia in piu’ al potere di trattativa delle corporative associazioni di taxisti, ma lasciamo la considerazione e il dubbio all’accademia. La giustizia non puo’ che essere giustizia, sempre! Il problema -gigantesco- e’ la politica. Sotto due aspetti: quella dei cittadini e quella delle istituzioni. Quella dei cittadini ha diverse performance. Quella delle violente manifestazioni delle corporazioni di taxisti. Quella delle bende sugli occhi -sempre dei taxisti- sulla tecnologia e sul mercato che chiede piu’ servizi e meno costi. Quella di chi sostiene l’illegalita’ in corso da parte di Uber. Quella di chi -come noi – guarda al futuro auspicando norme di liberta’ economiche, superamento delle corporazioni senza lasciare vittime sul selciato: liberalizzando e legalizzando i servizi tipo Uber, comunque valorizzando economicamente le attuali licenze dei taxisti che gli stessi hanno pagato centinaia di migliaia di euro proprio grazie ad un’economia basata solo sulla trasmissione famigliare di rendite di posizione.
Quella delle istituzioni, anche qui con diverse performance. Tra quella ottusa del governo a quella liberalizzatoria dell’Antitrust, fino alla sostanziale latitanza del legislatore, che sembra capace solo di attendere le decisioni del governo (rinunciando, di fatto, al suo potere altro rispetto a quello dell’esecutivo).
Certo, siamo abituati alla politica che va avanti dando una sorta di potere legislativo alla giurisprudenza. Ma fino a quando? Visto che qui non si tratta di una bega di quartiere ma di un problema di politica economica generale, con risvolti europei e transnazionali? (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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Tumori rari: I Sarcomi dei Tessuti Molli (STM)

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

madridMadrid. Le difficoltà di riportare correttamente le evidenze della medicina e delle linee guida al letto del paziente, per una diagnosi e una cura migliore sono fondamentali per ogni patologia ma si è constatato che nel caso dei tumori rari ci sono numerose differenze di approccio tra gli specialisti. Anche i medici più esperti, infatti, se da un lato sono spesso d’accordo dal punto di vista teorico, dall’altro si ritrovano a compiere scelte differenti con i malati, dovendo conciliare numerosi variabili. E’ anche per questa esigenza che PharmaMar ha promosso l’altro giorno a Madrid il simposio internazionale ‘Soft Tissue Sarcoma’, al quale hanno partecipato oltre 400 specialisti di diverse branche, provenienti da vari paesi europei tra cui l’Italia. «E’ significativo che nei casi clinici si vedano risposte molto eterogenee. I migliori centri sui sarcomi hanno eterogeneità di trattamento su casi specifici ma quando si fanno le linee guida c’è altissimo livello di consenso –afferma il prof. Paolo Casali, Direttore struttura complessa oncologia medica 2 dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano- Evidentemente c’è qualcosa da capire meglio nel passaggio dalla decisione accademica al letto del paziente. E’ chiara perciò questa esigenza educazionale ed eventi come il Simposio di Madrid sono particolarmente utili proprio nei sarcomi». Si tratta di un gruppo molto eterogeneo di tumori dei tessuti molli e quindi possono comparire in varie sedi dell’organismo, dagli arti, al torace, all’utero. Tra questi i Liposarcomi rappresentano il 25% dei casi al momento della diagnosi e si suddividono in 3 tipi, tra cui il ‘mixoide’. La trabectedina, farmaco prodotto da PharmaMar, ha un tasso di controllo tumorale del 90% e in seconda linea è la molecola più ampiamente valutata, dimostrando fino ad oggi l’efficacia di trattamento più elevata. Dall’autorizzazione in Europa nel 2007, oltre 50mila pazienti in 80 Paesi hanno beneficiato di questa terapia in tutte le sue indicazioni.La terapia a base di trabectedina è approvata in più di 75 paesi nel mondo
per il trattamento dei STM in fase avanzata, dopo il fallimento della terapia standard con antracicline e ifosfamide o come trattamento di prima linea nei pazienti non idonei a ricevere chemioterapie a base di doxorubicina
I Sarcomi dei Tessuti Molli (STM) sono tumori che insorgono dai muscoli, tendini, sinovie, tessuto adiposo e tessuti connettivi in genere.
Rappresentano l’1% delle neoplasie in età adulta. In Italia si contano circa 3mila diagnosi ogni anno. Sebbene i sarcomi dei tessuti molli siano relativamente rari, rimangono un’esigenza medica insoddisfatta per i pazienti, che spesso non rispondono al trattamento e pertanto hanno una prognosi infausta. L’andamento dell’incidenza è stabile nel tempo, pur con una modesta tendenza all’aumento nelle donne. In relazione all’età evidenzia un primo picco in età pediatrica poi un plateau e successivamente una tendenza all’aumento dell’incidenza piuttosto costante con l’età a partire dai 20 anni con un picco massimo dopo i 60 anni. Sotto il termine di sarcomi dei tessuti molli sono raggruppati più di 50 tipi istologici diversi con caratterizzazioni biologiche specifiche e comportamenti distinti. La mortalità per queste forme è relativamente elevata: a 5 anni la sopravvivenza globale è intorno al 65%. Fondamentale in questo caso è anche l’approccio multidisciplinare, che vede protagonisti con l’oncologo medico anche l’anatomopatologo in fase di diagnosi e il radioterapista al momento della cura. «Nel caso dei sarcomi tutto è più complesso per eterogeneità della malattia –illustra il dr. Angelo Paolo Dei Tos, direttore del Dipartimento interaziendale di anatomia patologica Ulss Marca Trevigiana- La diagnosi è su vetrino, si fa un campione e si osserva al microscopio usando anticorpi e analisi del genoma, la combinazione di tutto porta a una diagnosi il più accurata possibile. Quindi, la diagnostica è arricchita da aspetti biomolecolari, con combinazione di morfologia e genetica, di solito effettuata in centri esperti». La radioterapia è una disciplina clinica che studia l’utilizzo delle radiazioni per cura tumori. E’ importante nell’ambito dei sarcomi, perché si controlla la malattia sia localmente sia se ci sono metastasi. La moderna radioterapia con le conoscenze biologiche ha creato macchine che erogano dosi alte in volumi piccoli. «È come un farmaco da inserire nelle varie fasi della cura al paziente all’interno di una visione multidisciplinare. Erogare piccoli volumi super concentrati significa evitare gli organi sani circostanti e quindi portar al minimo gli effetti collaterali -spiega il prof. Lorenzo Livi direttore della Radioterapia oncologica dell’azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze- Oggi si può far radioterapia supermirata su lesioni metastatiche. Tralasciare la radioterapia oggi è un errore, perché funziona molto bene nel sarcoma a tutti i livelli, preoperatorio per ridurre le grosse masse, nella forma adiuvante post operatoria per ridurre quasi a zero il rischio di ripresa di malattia sulla cicatrice, e infine nelle forme metastatiche per integrarsi ad una linea di chemioterapia. Cosi il paziente ha trattamenti facili e di pochi giorni, pochissimi effetti collaterali con buona qualità di vita e controllo della malattia».

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Scuola – Docenti: dal 2018 per fare il concorso basterà la laurea

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

ministero-pubblica-istruzioneIl CdM ha approvato, in via definitiva, il nuovo sistema selettivo che cambia radicalmente l’attuale modello selettivo. I concorsi, che avranno cadenza biennale, prevedono due scritti (tre per il sostegno) e un orale. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (FIT), terminato il quale si potrebbe entrare in ruolo. Giustamente, le laureate e i laureati potranno partecipare alle prove, a patto che abbiano conseguito 24 crediti universitari specifici. Come mai, invece, lo scorso anno a chi ha presentato lo stesso titolo di studio è stata sbarrata la porta? Perché l’amministrazione ha difeso strenuamente quella decisione anche in Tribunale, che oggi deve ancora esprimere l’ultima parola sulla diatriba giudiziaria? Perché nel 2012 la laurea bastava, nel 2016 non più e nel 2018 sarà invece di nuovo ritenuta valida?
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): un titolo di studio fino a prova contraria non può ‘scadere’ come se fosse un alimento. Ha valore legale, anche se qualcuno vorrebbe far venire meno la preziosa peculiarità. Non può essere sospeso ad tempus: o è valido oppure non è valido. Per una volta, l’amministrazione scolastica ci stupisca, con una lezione di onestà intellettuale: riapra il concorso a cattedre dello scorso anno, dando la possibilità di parteciparvi anche ai quei laureati che ha ingiustamente escluso. In ballo, ci sono tanti giovani che vogliono fare l’insegnante, che hanno studiato per farlo e non meritano questo trattamento ambivalente. Si tratterebbe di una decisione saggia, di cui gli sarebbero grati anche gli studenti, che oggi si ritrovano davanti il corpo docente più vecchio dell’area Ocse. Largo ai giovani, largo al buon senso.

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Focus sulla qualità dell’aria

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

rezzatoRoma, la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA – ONLUS) ha organizza a Rezzato (BS) presso Villa Fenaroli Park Hotel un incontro per fare focus sulla qualità dell’aria e le ricadute che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute pubblica.
L’iniziativa, patrocinata da Regione Lombardia, ha visto la partecipazione degli assessori lombardi Claudia Maria Terzi, Ambiente e Giulio Gallera, Welfare, oltre che dell’On. Mariastella Gelmini, Presidente della Comunità del Garda e Coordinatore lombardo di FI e del Prof. Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale.
L’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal titolo “Ambient Air Pollution: a global assessment of exposure and burden of disease”, pubblicato a settembre 2016, sottolinea la rilevanza dell’inquinamento atmosferico (outdoor e indoor) quale principale fattore di rischio ambientale per la salute della popolazione mondiale. Poiché si stima che nei Paesi sviluppati la popolazione passi il 90% del proprio tempo in ambiente chiuso (case, uffici e scuole), la qualità dell’aria negli ambienti indoor diventa cruciale per la salute e per il benessere. L’inquinamento dell’aria indoor da parte di agenti chimico-fisici e biologici ha effetti sul sistema respiratorio, provoca allergie e asma, disturbi a livello del sistema immunitario e ha inoltre effetti nocivi anche sul sistema cardiovascolare e sistema nervoso oltre che su cute e mucose esposte. I bambini sono i più esposti ai rischi dovuti alla cattiva areazione della casa perché hanno una frequenza respiratoria maggiore a quella degli adulti e il loro sistema respiratorio, in fase di sviluppo, li rende più esposti alle allergie. Nei locali dove soggiornano o riposano è consigliato areare i locali per ottenere il completo ricambio dell’aria ogni 4 – 6 ore. La temperatura ideale per la cameretta del bambino è compresa tra i 18° e i 20° e il tasso di umidità dovrebbe aggirarsi tra il 45% e il 55%.“L’aria è essa stessa ambiente e come tale deve essere preservata e protetta tramite leggi ma anche grazie all’impegno di ognuno di noi e alla nostra costante pressione sull’opinione pubblica, affinché, Stati e Governi di tutto il mondo inizino davvero a percorrere strade virtuose per la salvaguardia del Pianeta e di chi lo abita, uomini, animali e vegetali”, sottolinea il Prof. Alessandro Miani, Presidente di SIMA – ONLUS, che prosegue: “L’incontro odierno è un nostro format che sarà ripetuto in tutte le Province lombarde (il 15 di Maggio saremo a Como) e tutti i Capoluoghi di Regione italiani, per sensibilizzare amministratori locali, PMI e decision makers del territorio, affinché il fare prevenzione sia una parola d’ordine sentita a tutti i livelli”, conclude il Prof. Miani.La Medicina Ambientale è un settore multidisciplinare che abbraccia e coinvolge diverse discipline, tra cui le scienze biomediche, le scienze ambientali, le scienze giuridiche, le scienze economiche, le scienze politiche e sociali, le scienze dei materiali e le scienze delle costruzioni.Il campo di applicazione di questa disciplina comporta lo studio delle interazioni tra l’ambiente e la salute, e il ruolo dell’ambiente nel causare o mediare malattia.La Società Italiana di Medicina Ambientale è stata costituita con l’obiettivo statutario di tutelare la salute umana tramite la salvaguardia e la valorizzazione della natura e dell’ambiente.
Le nostre parole d’ordine sono:
– Fare prevenzione, per evitare che ciò che ci circonda non diventi fattore ambientale, causa di malattia, infortunio o morte prematura;
– Essere di indirizzo tecnico-scienifico, nei confronti di Istituzioni, Enti e amministratori;
– Promuovere politiche e forme di cultura atte a formare, informare e sensibilizzare Parlamento, politica, mass media e popolazione.

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Campidoglio: al via gruppo lavoro per inserire clausole sociali in appalti pubblici

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

campidoglioRoma Promuovere appalti socialmente responsabili, garantendo una giusta convergenza tra la tutela della concorrenza, da un lato, e l’affermazione dei valori sociali della comunità, dall’altro. Con questo intento la Giunta Capitolina ha approvato una memoria che dà mandato al Segretario Generale di istituire e coordinare un gruppo di lavoro, formato da rappresentanti dell’Avvocatura Capitolina e delle altre strutture interessate, che si occuperà di individuare comparti, all’interno delle attività di esternalizzazione al mercato degli appalti pubblici, in cui sia possibile inserire clausole sociali nei documenti di gara. Una volta focalizzati gli ambiti di intervento, si procederà a inquadrare le adeguate modalità applicative. Il gruppo di lavoro potrà così elaborare un documento di indirizzo progettuale, che verrà sottoposto all’approvazione della Giunta Capitolina, per determinare le iniziative utili a promuovere gli appalti socialmente responsabili. I principali aspetti da considerare saranno l’opportunità di occupazione, la garanzia di condizioni di lavoro dignitose e l’inclusione anche con riferimento alle persone con disabilità. Nel complesso lo sviluppo di queste azioni si inserisce pienamente nelle linee programmatiche dell’amministrazione che intende garantire un contesto urbano e sociale ispirato al principio della sostenibilità.“L’inserimento di clausole sociali negli appalti ci consentirà di garantire valori imprescindibili senza rinunciare a una sana concorrenza tra le imprese – spiega la sindaca di Roma Virginia Raggi – In una fase economica così complessa è fondamentale monitorare affinché siano sempre assicurate condizioni lavorative dignitose, senza lasciare indietro nessuno. E in quest’ottica regole chiare e precise costituiscono sempre lo strumento più efficace: il percorso virtuoso che abbiamo avviato con la memoria di giunta produrrà una netta inversione di rotta nel campo della trasparenza e delle tutele”.

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Grey hair linked with increased heart disease risk in men

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

cardiologiaMalaga, Spain. Grey hair has been linked with an increased risk of heart disease in men, in research presented today at EuroPrevent 2017.Ageing is an unavoidable coronary risk factor and is associated with dermatological signs that could signal increased risk,” said Dr Irini Samuel, a cardiologist at Cairo University, Egypt. “More research is needed on cutaneous signs of risk that would enable us to intervene earlier in the cardiovascular disease process.”Atherosclerosis and hair greying share similar mechanisms such as impaired DNA repair, oxidative stress, inflammation, hormonal changes and senescence of functional cells. This study assessed the prevalence of grey hair in patients with coronary artery disease and whether it was an independent risk marker of disease.This was a prospective, observational study which included 545 adult men who underwent multi-slice computed tomography (CT) coronary angiography for suspected coronary artery disease. Patients were divided into subgroups according to the presence or absence of coronary artery disease, and the amount of grey/white hair.The amount of grey hair was graded using the hair whitening score: 1 = pure black hair, 2 = black more than white, 3 = black equals white, 4 = white more than black, and 5 = pure white. Each patients’ grade was determined by two independent observers.
Data was collected on traditional cardiovascular risk factors including hypertension, diabetes, smoking, dyslipidaemia, and family history of coronary artery disease.
The researchers found that a high hair whitening score (grade 3 or more) was associated with increased risk of coronary artery disease independent of chronological age and established cardiovascular risk factors. Patients with coronary artery disease had a statistically significant higher hair whitening score and higher coronary artery calcification than those without coronary artery disease.In multivariate regression analysis, age, hair whitening score, hypertension and dyslipidaemia were independent predictors of the presence of atherosclerotic coronary artery disease. Only age was an independent predictor of hair whitening.“Atherosclerosis and hair greying occur through similar biological pathways and the incidence of both increases with age,” said Dr Samuel. “Our findings suggest that, irrespective of chronological age, hair greying indicates biological age and could be a warning sign of increased cardiovascular risk.” Dr Samuel said asymptomatic patients at high risk of coronary artery disease should have regular check-ups to avoid early cardiac events by initiating preventive therapy.
“Further research is needed, in coordination with dermatologists, to learn more about the causative genetic and possible avoidable environmental factors that determine hair whitening,” she added. “A larger study including men and women is required to confirm the association between hair greying and cardiovascular disease in patients without other known cardiovascular risk factors.”She concluded: “If our findings are confirmed, standardisation of the scoring system for evaluation of hair greying could be used as a predictor for coronary artery disease.”

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Los trabajadores españoles obesos se dan de baja por enfermedad con más frecuencia

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

malagaMálaga (España) Según una investigación realizada en más de 174 000 empleados presentada hoy en EuroPrevent 2017, los trabajadores españoles obesos se dan de baja por enfermedad con más frecuencia que sus compañeros con un peso saludable. El estudio ICARIA (Evaluación del riesgo cardiovascular de Ibermutuamur) está diseñado para analizar los factores de riesgo cardiovascular y su repercusión sobre las bajas por enfermedad en los trabajadores españoles.«En general, se supone que la población activa está compuesta por jóvenes sanos, pero hemos descubierto una elevada prevalencia de factores de riesgo cardiovascular, como tabaquismo, hipertensión o dislipidemia», afirma el Dr. Miguel Ángel Sánchez-Chaparro, investigador del estudio ICARIA en el Hospital Universitario Virgen de la Victoria (IBIMA, Universidad de Málaga, España), y la Drª. Eva Calvo-Bonacho, directora de proyectos de salud, ICARIA, Ibermutuamur, España. «En torno al 6 % de los trabajadores españoles presenta un elevado riesgo cardiovascular, es decir, la probabilidad de que sufran un acontecimiento cardiovascular mortal durante los próximos diez años es del 5 % o más, y se dan de baja por enfermedad con excesiva frecuencia».Este estudio investigó el impacto de la obesidad sobre las bajas por enfermedad y si variaban en función de una buena o mala salud metabólica.En el estudio participaron 174 329 trabajadores sanos que fueron clasificados según su índice de masa corporal (IMC en kg/m2) y según su salud metabólica buena/mala. Se consideró que los trabajadores tenían una salud metabólica mala si presentaban uno o varios de los criterios siguientes: circunferencia de la cintura elevada; alta tasa de triglicéridos o en tratamiento por hiperlipidemia; colesterol HDL (lipoproteínas de alta densidad) bajo; presión sanguínea alta, diagnóstico previo de hipertensión o en tratamiento por hipertensión; o glucosa en ayunas elevada o en tratamiento por diabetesLos datos sobre bajas por enfermedad durante el periodo de seguimiento de un año se obtuvieron de los registros de la mutua aseguradora (Ibermutuamur). Los episodios de baja por enfermedad se dividieron en dos grupos: enfermedades y accidentes no laborales y enfermedades y accidentes laborales.Los investigadores analizaron la relación entre el rango de IMC (<18,5; de 18,5 a 24,9; de 25 a 29,9; de 30 a 34,9; de 35 a 39,9 y >40 kg/m2) y entre el fenotipo metabólico y la baja por enfermedad.La edad media de los empleados fue de 41 años, un 67 % eran hombres y un 49 % realizaban trabajos manuales. La proporción de trabajadores con fenotipos de sobrepeso, obesidad y mala salud metabólica fue del 38 %, 16 % y 10 %, respectivamente.Los investigadores encontraron una relación consistente entre el sobrepeso y la obesidad y las bajas por enfermedades no laborales en los trabajadores con salud metabólica tanto buena como mala. Después de ajustarse por sexo, edad y ocupación, se encontró que la probabilidad de darse de baja por enfermedad era un 37 % superior en los trabajadores con sobrepeso/obesidad y buena salud metabólica y un 71 % superior en los trabajadores con sobrepeso/obesidad y mala salud metabólica que en las personas sin sobrepeso/obesidad.
«Los resultados muestran que los trabajadores con sobrepeso y obesidad tienen más probabilidades de darse de baja por enfermedades no laborales, tanto si su salud metabólica es buena como si no», explican los doctores Sánchez-Chaparro y Calvo-Bonacho. «El incremento en la frecuencia de las bajas por enfermedad y las pérdidas de productividad asociadas se suman a los extensos efectos de la obesidad, que ya es un grave problema de salud».En el caso de las bajas por enfermedades laborales, el riesgo de sufrir enfermedades ocupacionales fue superior en los trabajadores con un IMC de 35 a 39,9 kg/m2 y buena salud metabólica. Este riesgo fue inferior entre los trabajadores con IMC ≥40kg/m2 y buena salud metabólica, y en todas las personas con mala salud metabólica, con independencia de su IMC.Los doctores Sánchez-Chaparro y Calvo-Bonacho afirman: «En el caso de las bajas por enfermedad laboral, nuestros resultados sugieren que el fenotipo con obesidad y mala salud metabólica podría vincularse con algún tipo de exclusión de aquellas profesiones y sectores de actividad que implican trabajos físicamente más activos y, por lo tanto, presentan un mayor riesgo desde el punto de vista de las enfermedades laborales».
Como conclusión, indican que: «Nuestros resultados destacan la necesidad de desarrollar intervenciones eficaces con el objetivo de reducir el impacto de la obesidad epidémica entre la población activa. Los trabajadores con buena salud metabólica que tienen sobrepeso o están en las primeras fases de obesidad pueden ser un grupo diana apropiado para implementar iniciativas sobre la modificación del estilo de vida y así reducir la probabilidad de una transición hacia un fenotipo con alteraciones metabólicas».

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“Legocentrico”: l’ultimo singolo dell’artista Giulia Penna

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

Giulia PennaDal 10 Aprile sarà disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming il brano “Legocentrico”, l’ultimo singolo dell’artista Giulia Penna (distribuito da Rosso al tramonto) che svela il suo nuovo volto. Dopo il successo di “Fuori è già Natale” e “Odio l’estate” il nuovo pezzo segna un cambiamento rispetto al passato. Una svolta e una crescita riconoscibili, sia nel testo che nella sonorità. Supportata da Danti, conosciuto per aver dato il boost giusto alle celebri hit “Andiamo a comandare” e “Che ne sanno i 2000”, Legocentrico ha un ritmo che resta impresso sin dal primo ascolto.
Legocentrico nasce dalla collaborazione tra Giulia Penna e i Two Fingerz che hanno raccontato in musica e parole una delle situazioni più comuni tra i giovani d’oggi: la delusione per un sentimento d’amore mal riposto, l’innamoramento per un ragazzo che conta solo sull’apparenza e sugli aspetti materiali mettendo in secondo piano le vere emozioni. Le strofe descrivono le sensazioni che scaturiscono da un rapporto non contraccambiato, che nasce da un’effimera illusione per trasformarsi in una dura accusa alla superficialità. Giulia Penna è un’artista diventata celebre per i suoi contenuti su Facebook dopo l’ingresso in Web Stars Channel, la prima influencer media company italiana. La passione per la musica nasce ancora prima della fama sui social, si sviluppa e cresce a partire dai 12 anni con l’ingresso nel coro della scuola. Giulia coltiva questo interesse che la porta ad esibirsi in diversi locali romani e presso il Salone Margherita, nel 2014 ottiene i primi riconoscimenti ufficiali vincendo il concorso Giam Academy e classificandosi al secondo posto al Festival di Castrocaro. Nel 2016 ottiene il premio con un suo inedito per la categoria Miglior Canzone Originale al Jerry Goldsmith Awards e scrive “Fuori è già Natale” per la colonna sonora dell’ultimo film di Massimo Boldi.
Il grande riconoscimento che premia la genuinità e la spontaneità di Giulia viene però dalla rete e dal grosso seguito di pubblico che fin dagli esordi (gennaio del 2016) le ha permesso di costruire una solida fan base che oggi conta oltre 500mila fan.

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Premio Lunezia 2017

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

premio luneziaMarina di Carrara. Il Premio Lunezia annuncia una prima svolta nei programmi del futuro. Vista la crescente qualità dei partecipanti alla sezione Nuove Proposte, il progetto è quello di intensificare la promozione dei giovani emergenti, con spazi più ampi durante il Festival e coinvolgimento di grandi autori. Nel 2018 verrà aperta anche una peculiare sezione interpreti. Alla luce di questa progettualità la direzione artistica, grazie alla neo collaborazione con Grazia Di Michele, ha dato vita ad una rosa di affermati autori che si impegneranno a offrire promozione e aiuti artistici ai finalisti del Premio Lunezia Nuove Proposte. Tra essi Cesare Chiodo collaboratore di importanti nomi della musica, Mariella Nava, Bungaro, Fabrizio Moro (quest’ultimo offrirà al vincitore l apertura delle sue serate), e altri Big che la direttrice artistica Loredana D’Anghera si riserverà di comunicare prima della fine di maggio. Ricordiamo che questa promozione è riservata a band e cantautori che potranno iscriversi sino al 12 Giugno, facendo capo al sito http://www.lunezia.it . La direzione artistica è altresì impegnata nella migliore visibilità televisiva del Premio Lunezia 2017, patrocinato dal Ministero della Cultura e che raggiunge il traguardo della XXII Edizione. Le date centrali della manifestazione prevedono la partecipazione di otto finalisti nuove proposte (messi in programmazione da Radio Rai) e sono in programma il 21 e 22 Luglio in Piazza Menconi a Marina di Carrara, serate che vedranno anche i Big premiati. Almeno altre due date collaterali, sempre a Marina di Carrara, saranno annunciate prossimamente e coinvolgeranno altri Big della musica. Il Premio Lunezia 2017 gode della fattiva collaborazione della Pro Loco di Marina di Carrara. La direzione artistica della sezione Big è affidata a Beppe Stanco. (foto: premio lunezia)

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Cinema: “Genuine” di Robert Wiene

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

genuineferrariTorino 9 aprile 2017 ore 21 Cinema Massimo Via Verdi 18. Per il consueto appuntamento CROSSROADS Alberto Ferrari, leader dei Verdena, sonorizza Genuine di Robert Wiene.
L’appuntamento Crossroads – Viaggi musicali di aprile, ciclo dedicato alla stimolante commistione di musica e cinema, propone un imperdibile evento per gli appassionati del genere: Alberto Ferrari Vs Genuine. Dopo un biennio zeppo di musica registrata su disco (i due volumi di Endkadenz) e suonata dal vivo (con tappe in Italia e anche all’estero), i Verdena si prendono una pausa prima di cominciare il lavoro in vista del prossimo album. È approfittando di questa congiuntura che la manifestazione trentina “Transiti” ha immaginato di coinvolgere Alberto Ferrari – cantante, chitarrista/pianista e punto focale della band bergamasca – nella realizzazione di un progetto speciale. In collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema prende forma così la sonorizzazione di Genuine, realizzato nel 1920 da Robert Wiene, dopo Il gabinetto del dottor Caligari. Si tratta di un’opera in cui il regista tedesco riafferma la propria vocazione espressionista, ambientandola in uno scenario nel quale l’atmosfera onirica si fonde con tonalità molto vicine all’horror: un soggetto ideale per la sensibilità artistica di Ferrari, insieme armoniosamente lirica e visionaria in senso psichedelico. Ingresso 7,50/5,00 euro.
Robert Wiene Genuine (Germania 1920, 79’, 35mm, b/n) Il pittore Percy, dopo aver completato il ritratto della sacerdotessa Genuine, ne rimane completamente stregato tanto da rinchiudersi in casa e non vedere più nessuno. Una notte il quadro prende vita e Genuine fugge… (foto: ferrari, genuine)

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Teatro: L’Ascensore – Commedia dell’Assurdo del XXI secolo

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

ascensoreRoma Giovedì 13 Aprile 2017, ore 21.00 FONDERIA DELLE ARTI, Via Assisi 31 prima rassegna italiana di teatro interattivo L’ASCENSORE una Commedia dell’Assurdo del XXI secolo, in cui protagonisti interattivi e decisivi sono gli stessi spettatori. E’ il nuovo progetto de La Siti – Scuola Internazionale di Teatro all’Improvviso nato dalla fantasia di Giorgia Mazzuccato e Maria Beatrice Alonzi: due tra le più brillanti e talentuose menti creative della scena contemporanea. La prima riconosciuta come tale da maestri come Dario Fo, Paolo Rossi, Paolo Poli e Franca Rame, la seconda definita dall’agenzia stampa internazionale AFP “la digital artist italiana”.Nella sua incredibile quotidianità, l’ascensore è sempre stato protagonista dell’immaginario collettivo come luogo d’incontro e scontro, imbarazzo e catarsi.Regia di Giorgia Mazzucato Scenografia interattiva realizzata dal docente Michele Modafferi insieme agli allievi del Centro di Formazione Cinematografico Nazionale di Roma (Scuola di Cinema sul Set) con Marco Allegretti, Maria Beatrice Alonzi, Paolo Berini, Simone Congedo, Simona Faustino Ventapane, Sara Fraietta, Pasquale Guerrera, Silvana Lagrotta, Maria Teresa Robusto, Viviana Valastro, Mauro Vottari.
“Qualche viaggio insieme su e giù nell’ascensore e la personalità viene fuori meglio che sul lettino di Freud”, scriveva il giornalista Dino Basili, “sognate che Bossi resti incastrato per un’ora e mezza in ascensore con Mike Tyson. E che a Mike Tyson Bossi ricordi uno che l’ha picchiato da bambino”, ironizzava Paolo Rossi.Dopo tante parole, ecco che finalmente, nel 2017, all’Ascensore viene dato lo spazio e il riconoscimento che si merita, diventando unico e reale protagonista della scena con “L’Ascensore” il 13 aprile alla Fonderia delle Arti.
Le conversazioni in ascensore sono fenomeni naturali; si dimentica l’autore, si dicono per non dire niente, si chiudono con l’aprirsi di una porta, ma dove vanno a finire?
C’è un ascensore in scena. Dove porta lo decidi tu. Al primo piano c’è un medico? Una famiglia con tre figli, di cui uno biondo? O un tatuatore? E al terzo piano? Un prete? Una bisca clandestina? Dove siamo? In un albergo? Siamo in un noto stabile del centro?
Sarà il pubblico seduto comodamente in platea a decidere dove siamo, e dove porta l’ascensore, con quali personalità mettere in relazione gli attori tra loro, vedendoli vivere nella sala d’attesa o nella hall o nell’atrio.L’ascensore si aprirà su piani, appartamenti e stanze, fino a comprendere tutti i luoghi della dimora umana e la realtà abiterà la scena in uno spettacolo di teatro interattivo, che finirà per somigliare moltissimo a un fenomeno naturale. Ingresso riservato unicamente ai soci (tessera associativa 2 euro). (foto: ascensore)

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Il riordino del gioco pubblico

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

saparRoma mercoledì 12 aprile, alle ore 10:30, al Senato presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, piazza Capranica 72 “Il riordino del gioco pubblico. Tra prospettive di riforma, necessità di innovazione e lotta alle dipendenze”. È questo il titolo del convegno.L’evento sarà introdotto dal Sen. Mario Mauro, componente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, e da Raffaele Curcio, Presidente di SAPAR, l’Associazione Nazionale Servizi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative che in Italia rappresenta più di 1.700 imprese con un indotto di circa 200.000 lavoratori.
Interverranno Alessandro Aronica, vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Pietro Canuzzi, Dirigente Medico presso la Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, il Sen. Mauro Maria Marino, Presidente della Commissione Finanze del Senato, l’On. Pietro Laffranco, componente della Commissione Finanze della Camera, e l’On. Massimo Corsaro, componente della Commissione Bilancio della Camera. Le conclusioni saranno affidate al Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pierpaolo Baretta. (logo: sapar)

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“Il Governo delle Società Partecipate ai sensi del nuovo Testo Unico”

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

campidoglioRoma Mercoledì 12 aprile 2017 ore 9.45 Sala della Piccola Protomoteca, Campidoglio dibattito “Il Governo delle Società Partecipate ai sensi del nuovo Testo Unico”, organizzato dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina di Roma Capitale,
in collaborazione con l’Universitas Mercatorum. Il nuovo testo unico sulle società a partecipazione pubblica (d.lgs. 175/2016, c.d. “TUSP”) ha introdotto una disciplina unitaria di questo particolare tipo di società. Nel corso della mattinata verranno analizzate le più rilevanti novità, muovendo dalle modifiche statutarie che dovevano essere introdotte entro il 31 dicembre 2016, tra cui si annovera il necessario passaggio a un sistema monocratico di amministrazione (amministratore unico invece del c.d.a.). L’analisi verterà poi su altri aspetti altrettanto cruciali delle partecipate: la responsabilità contabile e amministrativa degli amministratori, dei dipendenti e delle p.a. controllanti; la valutazione aziendale dei rischi di gestione nonché i profili aventi rilievo penalistico (anticorruzione e modelli 231); infine, le prospettive di miglioramento del testo unico, in corso di valutazione da parte del Governo che emanerà un decreto correttivo. Programma: Saluti
Marcello de Vito – Presidente dell’Assemblea Capitolina
Francesco Fimmanò – Curatore volume “Le Società Pubbliche” e direttore scientifico Universitas Mercatorum
Interventi
La giurisdizione della Corte dei Conti sulla responsabilità degli amministratori
Stefano Glinianski Magistrato della Corte dei Conti, segretario generale dell’Autorità per gli Scioperi nei Servizi Pubblici Essenziali
Modifiche statutarie e organi amministrativi
Vittorio Occorsio Notaio, Aggregato di Diritto Privato Università Telematica Pegaso
La responsabilità amministrativa Sergio Santoro
Presidente VI Sezione del Consiglio di Stato
I programmi di valutazione del rischio nelle partecipate
Riccardo Tiscini Ordinario di Economia Aziendale, Prorettore Universitas Mercatorum
Anticorruzione e modelli 231 nelle partecipate Fabio Foglia Manzillo Avvocato, Aggregato di Diritto Penale Università Telematica Pegaso.

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Il Direttore Generale della FAO visita il nord-est della Nigeria

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

Fao-RomaRoma. E’ fondamentale intensificare immediatamente l’assistenza umanitaria alle comunità rurali minacciate dalla fame nella regione del bacino del Lago Ciad tormentata dai conflitti. Questo il messaggio lanciato oggi dal Direttore Generale della FAO in occasione della sua visita ad alcune comunità colpite dalla crisi nel nord-est della Nigeria.La situazione di insicurezza nel bacino del Lago Ciad – che comprende parti del Cameroon, del Ciad, del Niger e del nord-est della Nigeria – si è trasformata nella più ampia crisi umanitaria del continente africano. Si stima che, nel solo nord-est della Nigeria, il conflitto abbia costretto 1,9 milioni di persone ad abbandonare le proprie case e i propri mezzi di sussistenza – per la maggior parte – agricoli.Nell’intera regione del Lago Ciad, circa 7 milioni di persone sono a rischio di livelli gravi di insicurezza alimentare durante la stagione di magra, e hanno bisogno immediato di assistenza alimentare e di sostegno ai mezzi di sussistenza.Oltre un milione di returnee (ex- sfollati ora rientrati N.D.T.) e la maggior parte degli sfollati interni, insediatisi in zone di recente diventate relativamente sicure, hanno oggi accesso alla terra e potrebbero beneficiare della prossima stagione delle piogge (che inizierà a maggio) se si riuscirà a far arrivare loro input agricoli sufficienti.
Il Direttore Generale ha poi visitato diversi agricoltori beneficiari del sostegno della FAO nei pressi di Gongolong e di Old Maiduguri nello stato nigeriano di Brono, accompagnato dal Ministro federale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale T.H Audu Ogbeh.
Oltre 1,16 milioni di persone nel bacino del Lago Ciad riceveranno assistenza dalla FAO nei prossimi mesi grazie all’impegno dell’agenzia e dei suoi partner di rafforzare le attività nella regione.Le attività principali comprenderanno: la distribuzione di semi di cerali e di mangime per gli animali, trasferimento di denaro e cure veterinarie. Questo permetterà ai contadini sfollati e a coloro che sono rientrati volontariamente di avere un raccolto sufficiente a rifornire le proprie scorte e a prevenire la perdita di bestiame da parte degli allevatori.Uno dei contadini, Alhaji Mustapha Ali Gaji racconta di quando i ribelli hanno attaccato e occupato il suo villaggio, Fariya, nel governatorato di Jere dello stato di Borno.”Fui catturato e stavo per essere ucciso. Ma sono risuscito a scappare e con l’aiuto della FAO ora sono tornato a fare il contadino. I miei pomodori, l’amaranto e l’acetosella stanno crescendo bene”.
Mentre l’aiuto fornito dalla FAO e da altri partner sarà fondamentale per mitigare l’impatto della crisi, la mancanza di fondi a sostegno dell’assistenza agricola d’emergenza sta mettendo a repentaglio la capacità di raggiungere la maggior parte dei chi ne ha bisogno.Ad oggi, solo un quinto – 12,5 milioni di dollari – dei fondi necessari per sostenere la produzione di cibo nel nord-est della Nigeria è stato raccolto. Oltre 1,1 milione di persone riceveranno input agricoli durante la prossima stagione di semina, ma questo rappresenta poco meno della metà della popolazione da raggiungere.
La FAO ha sviluppato una strategia di tre anni per migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione nel bacino del Lago Ciad, e per migliorare la resilienza delle comunità vulnerabili nelle aree colpite dalla crisi. Con un budget richiesto per i prossimi tre anni di 232 milioni di dollari – 191 milioni per la sola Nigeria nord-orientale – la strategia mirerà a sostenere tre milioni di persone nella regione, soprattutto donne e giovani. (Copyright © PR Newswire Association LLC. All Rights Reserved)

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La Dieta Mediterranea allunga la vita

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

dieta mediterraneaOstuni è una delle prime località turistiche in Puglia d’Italia e centro d’eccellenza di una regione che ha fatto della Dieta Mediterranea una sua bandiera. È qui che ha sede la Fondazione Dieta Mediterranea, nata con lo scopo di sostenere la diffusione e l’adesione alla Dieta Mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO, e di promuovere studi e ricerche atte ad aumentare le conoscenze relative ai componenti della dieta mediterranea, ai principi attivi contenuti ed alle tecnologie di trasformazione non denaturanti. Logico quindi che Ostuni abbia ospitato il meeting dal titolo “International Conference on Mediterranean Diet and Health: a lifelong approach”, promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini. «La scelta della sede è stata anche influenzata dalla presenza a Brindisi della Cittadella della Ricerca, un importante consorzio senza scopo di lucro che facilita la ricerca tecnologica, la creazione di reti e l’internazionalizzazione per le aziende del territorio» spiega Gaetano Crepaldi, Presidente della Fondazione Dieta Mediterranea. «Durante la Conferenza è stato approfondito il ruolo della Dieta Mediterranea, analizzata nelle sue principali componenti, nutrizionale, sociale e ambientale, per il miglioramento della qualità della vita delle persone, e gli effetti benefici per la salute, in relazione a un aumento della speranza di vita e sull’aumento dell’incidenza di patologie quali tumori, diabete, obesità, degenerazioni legate ai processi di invecchiamento, malattie cardiovascolari».
Dieta Mediterranea che oggi è riconosciuta a livello internazionale, come conferma l’italiano Luigi Ferrucci, Direttore Scientifico del National Institute on Aging statunitense. «È stato superato il concetto per cui una caloria è uguale a un’altra, che provenga da proteine, carboidrati o lipidi. Si è infatti compreso che modificando la composizione della dieta si modifica il peso corporeo. Una dieta ricca di proteine e lipidi è più efficace rispetto a una dieta che privilegi i carboidrati, soprattutto quelli con alto indice glicemico. Non è quindi sufficiente una restrizione calorica, che invece deve essere associata a una modificazione della composizione della dieta. È quindi indicata la Dieta Mediterranea, perché prevede un insieme di nutrienti tale da facilitare la perdita di peso e una modificazione della composizione corporea in senso positivo». Ferrucci però precisa che la Dieta Mediterranea deve essere considerata come uno stile di vita e non come uno strumento temporaneo per perdere peso. Anche perché il metabolismo cambia da individuo a individuo e spesso al termine di una dieta spesso si riprende il peso che si aveva inizialmente. «È molto difficile per un soggetto che tende a essere obeso mantenere un peso normale per lungo tempo. L’obesità è una modificazione fisiologica che va oltre la fisiologia: è una patologia, per cui deve essere affrontata come tale. Consigliare al paziente di stare a dieta probabilmente non è sufficiente, c’è bisogno di uno studio del metabolismo e di una personalizzazione nella gestione della persona. Questo perché l’evoluzione ha corretto quei meccanismi che permettevano alla restrizione calorica di essere così efficace. La perdita di peso nel breve termine può essere anche notevole, il problema è che il nostro organismo ha conservato filogeneticamente la possibilità di adattarsi a un ambiente ostile, per cui trovandosi in una situazione che prevede scarsità di cibo, reagisce eliminando parte dei metabolismi non necessari e riducendo i costi della sopravvivenza. Per questo motivo dopo un certo periodo la dieta non funziona più, perché l’organismo regista a essa diminuendo la domanda calorica e lentamente si riguadagna il peso corporeo iniziale».
Essendo uno dei massimi esperti mondiali di geriatria, Ferrucci non si ferma all’associazione dieta-peso corporeo, ma esplora anche il ruolo dell’alimentazione nella riduzione della mortalità correlata all’età. «Il dibattito è ancora aperto riguardo la possibilità di prolungare la vita grazie a una restrizione calorica. Gli studi condotti a riguardo presentano risultati contrastanti. Alcuni, che prevedevano l’assunzione di verdura e pesce e una minore quantità di cibi raffinati, hanno dato risultati più positivi rispetto ad altre ricerche in cui si è utilizzata una dieta più ricca di carboidrati raffinati e zuccheri, però le conclusioni non sono comunque certe. Questo perché le diete funzionano bene nei vermi e negli insetti, ma più si sale nella scala evolutiva, cioè nei topi fino ad arrivare agli umani, la riduzione calorica funziona sempre meno nel ridurre la mortalità correlata all’età». Se quindi consumare pasti frugali non è detto che favorisca la longevità, anche lo studio della composizione degli alimenti non è così semplice. Per esempio, una riduzione del colesterolo in soggetti anziani sani, che presentano livelli di colesterolo nella norma, non sembra avere nessun beneficio nella prevenzione dell’aterosclerosi delle coronarie e dell’infarto del miocardio. Infine, bisogna considerare che negli anziani il metabolismo cambia, tanto che se attorno ai 70-75 anni si ha una riduzione del colesterolo spontanea, questa riduzione è predittiva di mortalità, perché la fragilità induce una riduzione dei lipidi corporei e soprattuto dei lipidi circolanti. In questo caso la ridotta colesterolemia, che avviene progressivamente nell’arco di quattro-cinque anni, è un campanello d’allarme e non un fatto positivo».

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Scoperto gene responsabile della morte improvvisa nei giovani sportivi

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

cuoreDa diversi anni studiano le patologie cardiache ereditarie che possono provocare sincope e morte improvvisa, talvolta anche nei lattanti (sindrome della morte in culla), spesso nei giovani atleti. Si tratta di Peter Schwartz, Direttore del Centro di Aritmia Cardiaca e Genetica Cardiovascolare dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano, e Josef Kautzner, Direttore del Dipartimento di Cardiologia all’Istituto di Medicina Clinica e Sperimentale di Praga. I due cardiologi sono stati i presidenti del simposio internazionale dal titolo “Sudden Cardiac Death”, svoltosi recentemente a Praga (Repubblica Ceca), organizzato dall’Istituto Auxologico Italiano di Milano e dall’Istituto di Medicina Clinica e Sperimentale di Praga e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.«Ancora oggi è difficile individuare le persone che sono a rischio di morte cardiaca improvvisa. Circa la metà delle persone colpite da morte cardiaca improvvisa non aveva ricevuto una precedente diagnosi per malattia cardiaca» spiega Schwartz. «Per fortuna si stanno raggiungendo rapidi progressi nelle conoscenze genetiche che sono alla base di questi eventi».E proprio a riguardo, ricercatori italiani e sudafricani hanno identificato un nuovo gene, chiamato CDH2, che causa la Cardiomiopatia Aritmogena del Ventricolo Destro (ARVC), una malattia genetica che predispone ad arresto cardiaco e che è una delle principali cause di morte improvvisa tra i giovani che praticano sport e tra gli atleti.
Questo è il risultato della collaborazione internazionale, iniziata quindici anni fa, tra il gruppo di Peter Schwartz e Lia Crotti, dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano e dell’Università di Pavia, e quello sudafricano diretto da Bongani Mayosi della Università di Cape Town e del Groote Schuur Hospital (lo stesso dove Christian Barnard proprio 50 anni fa fece il primo trapianto cardiaco).
«Ogni anno in Italia muoiono improvvisamente circa 50 mila persone. Tra le cause di questi decessi nei giovani al di sotto dei 35 anni le forme ereditarie di cardiomiopatia hanno un ruolo preminente» avverte Schwartz. «Nella ARVC il tessuto cardiaco viene sostituito da tessuto adiposo e fibroso. Questo processo favorisce lo sviluppo di aritmie cardiache, quali tachicardia e fibrillazione ventricolare, che provocano perdite di coscienza e arresto cardiaco. Nel caso di fibrillazione ventricolare, senza una pronta defibrillazione elettrica, si ha morte improvvisa in pochissimi minuti».
Questa scoperta è stata fatta partendo da una famiglia sudafricana affetta da ARVC, in cui si erano manifestati più casi di morte improvvisa giovanile. Escluse tutte le cause genetiche fino ad ora note, la Lia Crotti – responsabile degli studi di genetica delle malattie cardiache ereditarie dell’Istituto Auxologico Italiano – ha sequenziato tutte le regioni codificanti del genoma in due soggetti malati della famiglia e, partendo da oltre 13.000 varianti genetiche comuni ai due soggetti malati, è arrivata a identificare il gene responsabile della malattia in questa famiglia. Si tratta del gene CDH2, responsabile della produzione della Caderina 2 o N-Caderina, una proteina fondamentale per la normale adesione tra le cellule cardiache. La mutazione di questo gene porta ad un’alterata produzione di questa proteina essenziale. La scoperta di questo gene è stata validata dai ricercatori italiani e sudafricani trovando una seconda mutazione sullo stesso gene in un altro paziente con ARVC appartenente a una diversa famiglia.
«L’importanza della scoperta è duplice e ha un impatto sia scientifico sia clinico. Da un lato aiuta a chiarire i meccanismi genetici alla base della ARVC, dall’altro rende possibile l’identificazione precoce di molti soggetti ignari di essere affetti da ARVC» aggiunge Schwartz. «Infatti, spesso i segni clinici della malattia diventano chiari solo dopo molti anni. Se in un soggetto in cui viene fatta la diagnosi clinica scopriamo che è portatore di una mutazione sul nuovo gene CDH2, da oggi in poche settimane potremo sapere se altri membri della sua famiglia sono geneticamente affetti e potremo quindi iniziare immediatamente strategie di prevenzione. Questo potrà portare a una riduzione di casi di morte improvvisa nei pazienti con ARVC».

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Artrosi al ginocchio

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

Ginocchio-sano-e-artrosicoPadova. L’artrosi del ginocchio è a tutt’oggi una malattia senza una cura efficace: il trattamento attuale prevede misure generali sostanzialmente sintomatiche ed infine la protesi totale. L’uso di cellule staminali del proprio organismo è sempre più frequentemente utilizzato per il trattamento di patologie cronico-degenerative.
L’Università degli Studi di Padova (UOC di Reumatologia) collabora con un gruppo di esperti europei nel trattamento dell’artrosi di ginocchio con cellule staminali. UOC di Reumatologia partecipa ad una sperimentazione finanziata dall’Unione Europea che prevede l’utilizzo di cellule staminali, come terapia per l’ artrosi del ginocchio. Le cellule staminali sono cellule primitive, non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo di differenziazione. L’uso di questo particolare tipo di cellule del proprio organismo è sempre più frequentemente utilizzato per il trattamento di patologie come l’artrosi, che hanno scarsa tendenza alla guarigione e che tendono a peggiorare nel corso del tempo.
Tale studio prevede la raccolta delle proprie cellule staminali dal grasso periombelicale tramite liposuzione e, in seguito a moltiplicazione ed attivazione delle medesime cellule, la loro successiva iniezione all’interno dell’articolazione del ginocchio.
L’obiettivo dello studio è di valutare la sicurezza e l’efficacia di questa singola iniezione. I pazienti verranno quindi monitorati e visitati periodicamente per i due anni successivi al trattamento. Condizione necessaria alla partecipazione a questo studio è la presenza di un’artrosi lieve o moderata del ginocchio, NON in fase pre-protesica.
I pazienti potranno partecipare allo studio se di età compresa tra i 45 e i 70 anni.
L’eleggibilità per la sperimentazione sarà valutata e definita per ogni paziente secondo criteri clinici ben delineati dal protocollo di studio.
Ciascun paziente arruolato riceverà o un’iniezione di cellule staminali o di un placebo (preparazione a base di sostanze che non hanno nessun effetto terapeutico, usato come confronto con il medicamento attivo, ma che presenta lo stesso aspetto di quest’ultimo).
Gli esami clinici e radiologici saranno eseguiti presso questo istituto.
Pertanto chiunque fosse interessato può rivolgersi al seguente numero 340/1128616 dal lunedì al venerdì dalle ore 14.00 alle 15.00.
Si precisa che la risposta all’avviso da parte dei potenziali pazienti non sarà intesa come un’adesione alla partecipazione, ma solo come un interesse ad ottenere ulteriori informazioni.Nel caso in cui un soggetto fosse ritenuto non idoneo a partecipare allo studio continuerà ad essere seguito secondo normale pratica clinica e riceverà tutte le cure previste per la patologia di cui è affetto senza alcuna limitazione e con la dovuta attenzione.

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Batteri resistenti agli antibiotici

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

parma universitàParma. E’ uno studio, condotto all’Università di Parma, sull’utilizzo della spettrometria di massa per la rivelazione di enterobatteri produttori di carbapenemasi, enzimi capaci di distruggere e quindi di rendere inefficace una particolare e importante classe di antibiotici.Lo studio è stato realizzato dalla prof.ssa Adriana Calderaro in collaborazione con i proff. M. Cristina Arcangeletti, M. Cristina Medici, Carlo Chezzi, Flora De Conto e con i dott. Mirko Buttrini, Maddalena Piergianni, Sara Montecchini, Monica Martinelli, Silvia Covan e Giovanna Piccolo del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma.Gli enterobatteri sono batteri che normalmente fanno parte della popolazione microbica residente nell’intestino ma, in condizioni particolari, possono essere causa di infezioni anche gravi. Alcuni sono resistenti a quasi tutti gli antibiotici a disposizione, rendendo molto difficile trovare una terapia efficace. Le situazioni più gravi si hanno quando questi batteri diventano resistenti anche ad un particolare tipo di antibiotici, i carbapenemi, che rappresentano i farmaci di riferimento per la terapia delle infezioni gravi e invasive da enterobatteri multiresistenti. In questo caso si parla di enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE); la diffusione di questi batteri resistenti è favorita da scarse condizioni igieniche e la loro insorgenza da un uso non appropriato degli antibiotici.
Gli enterobatteri produttori di carbapenemasi si trasmettono principalmente in due modi:
– direttamente da un soggetto infetto e portatore ad un’altra persona, attraverso le mani non pulite;
– attraverso l’ambiente circostante in condizioni igieniche scarse.
Le regole basilari per evitare il contagio sono quindi l’implementazione corretta dell’igiene delle mani e delle precauzioni per evitare la trasmissione veicolata dal personale assistenziale, e un’accurata igiene dell’ambiente di cura e delle attrezzature utilizzate in tale ambiente. Visto il preoccupante incremento delle infezioni da enterobatteri produttori di carbapenemasi in Italia, è stato avviato un sistema di sorveglianza e controllo per fare fronte alla criticità emergente. Risulta quindi evidente come una rapida identificazione di questi batteri possa essere di vitale importanza per la sanità pubblica, a fini sia diagnostici per la cura dei pazienti infetti sia epidemiologici per conoscere rapidamente ed impedire la diffusione di questi batteri.Nello studio realizzato nell’Ateneo di Parma, al fine di identificare rapidamente enterobatteri produttori di carbapenemasi è stata utilizzata la spettrometria di massa MALDI-TOF adottando un protocollo alternativo rispetto a quello comunemente impiegato nella pratica diagnostica di laboratorio.L’importanza dello studio risiede nella semplicità e nella facilità richieste per la preparazione dei campioni e nel tempo (2 ore) richiesto per l’acquisizione dei dati che rendono la tecnica impiegata un metodo accurato e rapido e quindi vantaggioso rispetto ai metodi convenzionali. Questi ultimi prevedono la coltura dei batteri in terreni solidi in presenza di specifici antibiotici, richiedendo personale esperto sia per l’esecuzione sia per l’interpretazione del risultato; inoltre, essendo tali saggi dipendenti dal tempo di crescita dei batteri il risultato e la sua interpretazione sono disponibili solo dopo 1-2 giorni dall’esecuzione dell’indagine.Infine, il metodo messo a punto nello studio risulta particolarmente conveniente anche da un punto di vista economico rispetto ai metodi convenzionali.Tutte queste considerazioni pongono questa metodologia in posizione centrale in ambito microbiologico per il rilevamento di batteri produttori di carbapenemasi.

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Palermo: Le celebrazioni della Settimana Santa 2017

Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2017

messa palermoPalermo 9 aprile 2017. Le celebrazioni della Settimana Santa 2017 iniziano con il Solenne pontificale di domenica e la benedizione delle Palme alle ore 10. Nella stessa circostanza sarà celebrata la 32a Giornata mondiale della gioventù. Anche in tutte le altre parrocchie dell’Arcidiocesi si svolgeranno i riti con le processioni che partiranno da un luogo attiguo le chiese. Le celebrazioni entreranno nel vivo con il Triduo pasquale.
Giovedì 13 aprile 2017, alle ore 9.30 la celebrazione Eucaristica della Messa Crismale, l’unica messa che può essere celebrata nella mattina del Giovedì Santo, con i Sacerdoti diocesani e religiosi dell’Arcidiocesi, quale segno della comunione tra il Vescovo e i suoi fratelli nel sacerdozio ministeriale. Durante la solenne liturgia saranno benedetti gli oli santi. L’olio dei catecumeni, col quale si ungono sul petto i battezzandi prima del lavacro battesimale per infondere la forza, segno della lotta contro il male; l’olio degli infermi col quale si ungono sulla fronte e sulle mani i cristiani seriamente ammalati per infondere forza e sollievo nella malattia; l’olio del Crisma, olio misto a balsamo, con cui vengono unti sul capo i battezzati, sulla fronte i cresimati, sulle mani i sacerdoti, sul capo i vescovi come segno della consacrazione dello Spirito Santo. Nella nostra Arcidiocesi vige da tempo immemorabile la tradizione che l’olio viene donato da alcune parrocchie dell’Arcidiocesi. Alle ore 18, in Cattedrale, durante la Santa Messa “Nella Cena del Signore” che ricorda quell’ultima Cena durante la quale Gesù istituì l’Eucaristia e il sacerdozio ministeriale, si svolgerà il rito della lavanda dei piedi. Alle ore 22 l’Adorazione Eucaristica presso l’Altare della Reposizione.
Il venerdì santo alle ore 7.30, la Liturgia delle Ore con la partecipazione del Seminario Arcivescovile e con quanti, sacerdoti, suore, laici, vorranno unirsi.
Nel pomeriggio, alle ore 18, la Liturgia della Passione con la proclamazione della Passione di Gesù dal Vangelo di Giovanni, la Preghiera universale, lo scoprimento, l’ostensione e l’adorazione della Croce, quindi la Comunione eucaristica. Si ricorda che il Venerdì Santo è giorno di digiuno, di astinenza, di meditazione e di preghiera.
Sabato Santo 13 aprile 2017, alle ore 7.30 la Liturgia delle Ore e alle ore 22.30 la Veglia Pasquale che ricorda la notte santa in cui Cristo è risorto, composta da vari momenti significativi. La benedizione del fuoco, la processione all’altare con il cero pasquale, il canto del Preconio Pasquale, la Liturgia della Parola, la Liturgia battesimale e la Liturgia Eucaristica. Durante la Liturgia battesimale alcuni catecumeni adulti di diversa estrazione sociale, riceveranno i sacramenti dell’Iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima e Confermazione.
Domenica di Pasqua 16 aprile 2017, alle ore 9 la celebrazione Eucaristica al carcere dell’Ucciardone e alle 11 il Solenne Pontificale della Pasqua di Risurrezione e Benedizione Apostolica con annessa l’indulgenza plenaria. (foto: messa palermo)

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