Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 21 novembre 2019

Notte del tango al Roma music fest

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Roma venerdì 22 novembre alle ore 20.00 presso l’Aula Magna dell’Università Valdese, nei pressi di San Pietro Cesare Chiacchiaretta bandoneon & Giampaolo Bandini chitarra, si esibiranno nel concerto finale di Roma Music Fest 2019. I due straordinari musicisti hanno ottenuto successi memorabili in ogni parte del mondo e nelle sale più prestigiose: dall’estremo oriente alle grandi sale di tradizione europea, fino a conquistare letteralmente il pubblico delle due Americhe e in Argentina, patria del tango. Il Duo, punto di riferimento nel panorama concertistico internazionale per grande forza comunicativa unita ad uno straordinario carisma, debutta per l’etichetta discografica DECCA con il CD “Escualo”, dedicato all’opera di Astor Piazzolla. Bandini & Chiacchiaretta hanno collaborato come solisti con le più prestigiose orchestre in tutta Europa, Oriente e Americhe, portando il loro tango in oltre 40 Paesi. La loro peculiarità di vivere la musica in modo totalitario e senza confini li porta a collaborare, sia solisticamente che in duo, con artisti del calibro di Arnoldo Foà, Elio delle Storie Tese, Amanda Sandrelli, Nando Gazzolo, Dario Vergassola, Monica Guerritore, Enzo Iacchetti, Alessandro Haber e musicisti quali Salvatore Accardo, Fernando Suarez Paz, Michele Pertusi, Corrado Giuffredi, Danilo Rossi, Massimo Quarta, Enrico Bronzi, Franca Masu, Enrico Fagone e molti altri.
Roma Music Fest festeggia cosi il 22 novembre, Festa di S.Cecilia protettrice dei musicisti e della musica, e si appresta a fare un bilancio di questa fortunata edizione 2019 rilanciando per il 2020 con un cartellone sempre vario e di altissima qualità, presentando sulla scena romana solisti di grande prestigio internazionale. Il Guitalian Quartet, formazione cameristica sulla scena internazionale da 15 anni, ne cura la Direzione Artistica.

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Il calendario Unsic omaggia Frosolone

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Frosolone, con la sua meravigliosa montagna, conquista il calendario 2020 dell’Unsic, il sindacato datoriale con 2.100 Caf in tutta Italia, Molise compreso (uffici a Bojano, Campobasso, Guglionesi, Molise, Montenero di Bisaccia, Portocannone, San Martino in Pensilis, Salcito, Termoli e Venafro).L’immagine d’epoca della Morgia Quadra, scattata alla fine degli anni Cinquanta dal compianto Augusto Ruberto (tra i massimi esponenti dello scoutismo nazionale e tra i padri della formazione professionale in Italia), oggi restaurata dallo studio grafico di Fortunata Reggio, inquadra in primo piano un gregge di pecore, ormai una rarità persino in questo lembo molisano celebre per l’ultima transumanza a piedi condotta dalla famiglia Colantuono. La foto rappresenta il mese di giugno. Abbinato alla foto c’è un proverbio molisano: “Chi te vo’ bbene vè n’a case, chi te vo’ male te manna a chiamà”.Il calendario dell’Unsic, stampato in 60mila copie e distribuito attraverso le oltre tremila strutture sindacali sul territorio nazionale (Caf, Patronati, Caa, centri di formazione, ecc.), ogni anno rende omaggio a dodici località italiane, per lo più piccoli e suggestivi borghi. Per il Molise è una gradita “prima volta”. (fonte: Forche Caudine)

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Il significato storico della dichiarazione di Mike Pompeo sui territori contesi

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

I giornali italiani, anche quelli che parlano molto di Medio Oriente non perdendo occasione di attaccare “coloni” e “colonie”, non ne hanno quasi parlato, ma si tratta di una notizia davvero storica, che merita di essere oggetto di commento e di riflessione: il segretario di stato, cioè il ministro degli esteri americano Mike Pompeo, evidentemente su indicazione del presidente americano Trump, ha emesso una dichiarazione ufficiale in cui certifica la decisione americana di non considerare “territori occupati” più Giudea e Samaria e Gerusalemme “Est” e quindi di non ritenere che agli insediamenti israeliani in questi territori si debba applicare la convenzione dell’Aia che proibisce spostamenti di popolazione da parte delle potenze “occupanti”. In sostanza, gli Usa non credono più nel mantra di tutti quelli che sentenziano e moraleggiano sul conflitto fra Israele e i palestinisti, cioè che “le colonie sono illegali” e di conseguenza le pianificazioni israeliane di nuove abitazioni sono “crimini di guerra” e (almeno nell’opinione dei più estremisti) la “resistenza” (magari includendo il terrorismo) è giustificato. Da ultimo anche la molto politicizzata e molto antisionista (il che, lo sappiamo significa antisemita) “corte di giustizia” europea ha sentenziato che bisognava etichettare i prodotti provenienti da Giudea e Samaria in meniera diversa da quelli provenienti dal territorio di Israele a ovest della linea verde, in modo che i consumatori potessero rendersi conto del loro carattere “ingiusto”.Queste tesi non hanno nessun serio fondamento né storico né giuridico e Israele, coi suoi sostenitori, le ha sempre rifiutate con ottime ragioni. Le ricapitolo brevemente: non c’è mai stato uno stato palestinese che Israele abbia occupato. Fino al 1918 tutto il territorio che costituisce Israele e i paesi confinanti era da parecchi secoli parte dell’impero ottomano. Dopo la guerra esso fu suddiviso in vari stati dai trattati di pace e poi dall’assemblea della “Società delle Nazioni” (l’Onu del tempo) che all’unanimità costituì il “Mandato britannico di Palestina”, con lo scopo esplicito e unico di fornire al popolo ebraico una “casa nazionale” (eufemismo per Stato) e di favorire “la popolazione e l’insediamento ebraico” in quel territorio che comprendeva l’attuale Israele, Giudea e Samaria e tutta la Giordania. Un primo tradimento degli inglese alla loro missione consistette nello scorporare la “Palestina” dal mandato per destinarlo agli arabi (per cui la divisione in due stati è già avvenuta, quasi un secolo fa). In seguito gli inglesi cercarono di comprarsi la benevolenza araba limitando l’immigrazione israeliana e non reprimendo la guerra che bande arabe facevano contro gli inseguimenti israeliani, fino ad aiutare la loro aggressione del 1948.Lo stato di Israele fu stabilito una seconda volta con la deliberazione dell’Assemblea dell’Onu del novembre 1947, che proponeva (ai termini dello statuto dell’Onu non poteva disporre) una divisione del territorio che fu respinta dagli arabi e poi travolta dalla guerra di indipendenza che Israele vinse. Alla fine di questa guerra si consolidarono delle linee armistiziali (la famosa linea verde) che gli arabi stessi badarono bene a definire nei trattati di armistizio come provvisori, da non considerarsi confini internazionali. La Giordania occupava così anche parti del mandato al di là dei confini che le erano stati assegnati trent’anni prima dai britannici, ma questa occupazione non fu riconosciuta da nessuno nella comunità internazionale, salvo gli stati arabi. Quando Gerusalemme, Giudea e Samaria furono liberate da Israele nella Guerra dei Sei Giorni, non si trattò di un’occupazione, perché non vi era uno stato proprietario (in particolare non esisteva proprio uno stato palestinese) da cui quelle terre potessero essere tolte e “occupate”. Israele ha infatti continuato a parlare di “territori contesi”. I trattati di Oslo non hanno modificato questa situazione: non vi si parla di Stato Palestinese, né si riconoscono occupazioni. Si dice che il destino dei territori contesi sarà deciso alla fine delle trattative e si stabilisce un’”autonomia” palestinese, cosa ben diversa da uno stato.E allora perché i movimenti palestinisti chiamano Giudea e Samaria (ma spesso anche il resto di Israele) “territori occupati”? Semplice, perché desiderano occuparli loro e pensano che la loro volontà costituisca un diritto, anche alla luce della credenza islamica che un luogo in cui si siano insediati, magari anche con la forza, i musulmani sia loro di diritto e che nessun altro debba governarli. Questa è fra l’altro la ragione per cui quando c’era l’occupazione giordana di Giudea e Samaria o quella egiziana di Gaza non hanno mai protestato: gli occupanti erano musulmani, quindi legittimati.E perché gli europei e fino a poco tempo fa anche gli americani e molte organizzazioni internazionali condividono questa menzogna dell’”occupazione”? I motivi sono due. Da un lato si vuole compiacere gli arabi e i musulmani – naturalmente a spese di Israele. Lo si vuol fare per ragioni economiche (il petrolio, gli sbocchi commerciali), per senso di colpa nel ricordo del colonialismo, per avere in cambio appoggio diplomatico. Dall’altro, per odio a Israele e agli ebrei. E’ il vecchio antisemitismo che non si è mai spento, unito all’ostilità che i carnefici provano per le loro vittime, anche quando sono costretti a pentirsene. Entrambi questi aspetti si vedono confrontando le politiche antisraeliane dell’Unione Europea, di Obama, di molti politici e intellettuali “progressisti” col silenzio sulla Cina che opprime il Tibet e Hong Kong, sulla Turchia che ha invaso Cipro (stato membro dell’UE), sulla Russia che ha continuato a fare la potenza coloniale in Cecenia, Georgia, Ucraina.Bisogna dire che l’amministrazione Trump ha saputo abbattere il tabù delle menzogne intorno a Israele. Come per Gerusalemme capitale, così per l’“occupazione”, è impossibile sapere quali saranno le conseguenze politiche a lungo termine. Ma certamente un po’ di luce è entrata nella fitta nebbia ideologica che avvolge la situazione reale del conflitto. Sarà impossibile almeno dare per scontato che Tel Aviv, dove non ha sede né il Parlamento, né il capo dello stato, né la corte suprema, né i ministeri (salvo uno) israeliani, sia la capitale dello stato ebraico. E così non i potrà più considerare ovvio che gli insediamenti ebraici nella terra d’origine (perché “giudeo”, “jew”, “jude” “juif” ecc. vengono dall’essere cittadino della Giudea) siano “colonie illegali”, “occupazione”, “furto della terra araba”. Di questo dobbiamo essere grati a Trump e a Netanyahu che ha saputo costruire un rapporto con lui tale da indurlo a questi passi. Speriamo che entrambi continuino a governare, alla faccia della politicizzazione della giustizia, e a far del bene a Israele. (by Ugo Volli)

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OpenartAward 2019: Premio alla Pubblicità

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Napoli sabato 23 novembre 2019 dalle ore 17.00 ’Istitut Français “Grenoble” (Via Francesco Crispi, 86) Consolato di Francia serata finale di OpenartAward 2019 – Premio alla Pubblicità, concorso nazionale riservato alle aziende nazionali ed europee, che si sono contraddiste nel settore della comunicazione e del marketing.Anche quest’anno, per l’ottava volta, sarà l’attrice Kiara Tomaselli (interprete, tra gli altri, nella scorsa stagione, del pluripremiato film “l’Esodo”) a condurre la serata, inaugurata dal performer Gennaro Patrone, con un omaggio a Totò, e dallo showman Diego Sanchez, con le sue interpretazioni canore. È inoltre prevista la speciale presenza di Lorenzo Licitra, vincitore di X-Factor 2017.Ideato e organizzato da Openart (istituto che da venti anni svolge a Napoli corsi di comunicazione e grafica pubblicitaria), OpenartAward è l’unico premio in Italia nel settore ad avere una valenza “istituzionale”.Negli anni, infatti, il premio ha ottenuto i patrocini di Commissione Europea, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Campania, Comune di Napoli, Camera di Commercio, UNA (Aziende della comunicazione unite), ed è stato insignito dalla medaglia del Presidente della Repubblica nel 2014.Partner dell’edizione 2019 sono Centro Stampa Therapoint, Banca di Credito Popolare, NapoliFilmFestival, ArtistiInVetrina, Cartiere Fedrigoni, Cinemaitaliano.info, IVO digital provider, Planet Stand Creation, LaBuonaTavola Magazine, Be Different, scOOgnizzo.Un ringraziamento speciale è riservato all’Istitut Français Grenoble di Napoli e al Console di Francia a Napoli, Laurent Burin Des Roziers, per la disponibilità ad accogliere la cerimonia di premiazione, dove sarà allestita l’esposizione di tutti i lavori dei finalisti.OpenartAward nasce come premio alla pubblicità, autentico “pretesto” per evidenziare quanto l’enorme potenzialità del settore della comunicazione possa essere traino commerciale per l’economia, ed è rivolto a tutte le aziende italiane che si occupano di comunicazione.
A quest’ottava edizione hanno aderito ben 144 agenzie, di cui 28 provenienti dall’estero, che hanno iscritto 1098 lavori in rappresentanza di 703 brand.La giuria di Openartaward, caratteristica importante e originale del concorso, è costituita per intero da studenti, che frequentano i corsi di grafica e comunicazione pubblicitaria presso l’Istituto Openart di Napoli. Gli allievi hanno, così, l’incredibile opportunità di osservare, analizzare e toccare con mano il lavoro dei grandi professionisti della grafica (oltre che l’onore e l’onere di valutarlo), e, al contempo, i professionisti hanno modo di testare la propria creatività comunicativa su un campione attento alle evoluzioni delle tendenze della comunicazione pubblicitaria. Si crea in questo modo un ponte concreto tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro.Per ognuna delle quattordici categorie in concorso (composta da una short list di otto candidati) sono previste tre targhe (oro, argento e bronzo), e, durante la serata, saranno inoltre assegnati una serie di premi “speciali” messi a disposizione dagli sponsor della manifestazione.La partecipazione a OpenartAward, offre, in ogni caso, un’esposizione mediatica aziendale, e, dunque, un’ulteriore promozione indiretta del prodotto soggetto della pubblicità, con cui si partecipa e, dalla scorsa edizione, i lavori premiati sono pubblicati in uno speciale catalogo. Sono previsti, durante la manifestazione, incontri e iniziative collaterali indipendenti dal premio, per offrire maggiore esposizione alle agenzie, migliorare il contatto tra gli studenti e le aziende, e favorire sinergie tra le agenzie di comunicazione, ampliando il mercato dell’intero comparto.

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Mostra “Looking for Monna Lisa”

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Pavia venerdì 22 novembre alle ore 11 presso la Sala del Camino del Broletto mostra “LOOKING FOR MONNA LISA. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona pop”. esposizione, promossa e organizzata dal Comune di Pavia e curata da Valerio Dehò, celebra il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci e il suo legame con la città.Il percorso, che si snoda nel centro storico, coinvolge quattro importanti sedi – la chiesa di Santa Maria Gualtieri, lo Spazio Arti Contemporanee del Broletto, il Castello Visconteo, la Piazza del Municipio – e presenta opere pittoriche, sculture, installazioni ed esperienze multimediali di artisti contemporanei legate alla celebre figura della Monna Lisa.

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Where are you going to live?

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Dove andrai a vivere? Ho l’impressione che non sono pochi coloro che stanno ponendosi, o lo hanno già fatto o suppongo lo faranno, la domanda sul proprio futuro e quello che è sintomatico incominciano a configurarla da giovanissimi ma non ne sono immuni, al tempo stesso, i più anziani. Inizialmente ho pensato che si trattasse solo di una moda e come tale destinata a durare una stagione per poi rientrare nei ranghi della normalità. Ora non lo penso più e ritengo che si tratti di un problema più serio e duraturo nel tempo. Ne consegue l’interrogativo: perché? E sia chiaro non mi riferisco allo stimolo migratorio legato all’indigenza ma a quanti si sentono indotti ad evadere perché non riescono più a riconoscersi nell’ambiente in cui sono nati. Sono a volte le piccole cose che vanno in uggia e fanno montare sempre più il senso del diverso che non riesce a maturare dove predomina il conservatorismo mentre intorno si annuncia il risveglio di nuove sfide culturali e pratiche di vita e che i residenti non riescono a cogliere nella loro interezza. E non è solo, ovviamente, una questione anagrafica. La differenza e il conformismo sono trasversali. E non è nemmeno una mera diversità di opinioni. E’ qualcosa di più. E’ questa la spinta che porta ad evadere, ad esplorare mondi nuovi, a fare nuove conoscenze a saggiare un rapporto diverso tra coetanei e non solo. Forse il nomadismo è nato proprio da questa spinta ideale, da questa voglia di confrontarsi, di misurarsi, d’esplorare, di conoscere. E’ una sfida contro il tempo, le avversità della natura, le diffidenze degli autoctoni, le difficoltà di adattamento ma anche la consapevolezza di saper accettare la provocazione e di saperla gestire al meglio. A ben riflettere penso che sia l’unico modo per sentirsi realizzato e ad avere una visione della vita più appagante e motivata. (Riccardo Alfonso)

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Cerimonia di apertura del “Children’s Global Summit. I Can”

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Roma 26 novembre 2019 alle ore 17.00 l’evento in programma dal 26 al 30 novembre. La cerimonia di apertura è prevista in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca. Sarà l’occasione per illustrare il progetto I CAN, ispirato dal metodo Design for Change e che in Italia ha preso il nome di IO POSSO!, grazie alla promozione della FIDAE (Federazione degli Istituti di Attività Educative – scuole cattoliche italiane), in collaborazione con CEC (Congregazione per l’Educazione Cattolica del Vaticano) e OIEC (Organizzazione delle scuole cattoliche nel mondo). Alla cerimonia intervengono la Sindaca di Roma Virginia Raggi, la presidente della Fidae (Federazione istituti di attività educative) Virginia Kaladich, la fondatrice del metodo Design for Change Kiran Bir Sethi. Modera Fabio Bolzetta, giornalista e conduttore di Tv2000.

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Manovra: Misiani, modifiche profonde plastic tax

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Antonio Misiani, viceministro all’economia, ha dichiarato che saranno ripensate profondamente alcune misure come quella sulla plastica monouso. “Bene, ottima notizia. Ma la plastic tax va eliminata del tutto. Servono incentivi, non disincentivi, almeno fino a che non sarà dato modo alle aziende di riconvertire i propri processi produttivi e non vi saranno validi sostituti per i consumatori” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Considerato il gettito previsto dal Governo, 1.079,5 mln nel 2020 e 2.191,9 nel 2021, la mera traslazione in avanti dell’imposta di consumo, non considerando, quindi, la diversa elasticità delle curve di domanda, variabile a seconda del bene, è pari a 42 euro nel 2020 e 86 euro nel 2021. Una stangata che, per come è ideata ora la tassa, non porterebbe alcun beneficio all’ambiente ma solo un danno al portafoglio delle famiglie” conclude Dona.

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Diabete: La nuova frontiera dell’efficacia

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Milano, lunedì 2 dicembre 2019 – ore 11.30 Spazio Bou-Tek, Via Maurizio Gonzaga 7. Per le persone con diabete tipo 2 mantenere un buon controllo metabolico è fondamentale per prevenire l’insorgenza di complicanze a lungo termine, ma in Italia solo una persona su due ha un valore di emoglobina glicata nel target richiesto dalle principali linee guida di cura della malattia. In questo contesto rappresenta un grande vantaggio l’arrivo in Italia di semaglutide, farmaco agonista del recettore GLP-1 di ultima generazione.Ne parleremo con:
Angelo Avogaro, Professore di Endocrinologia & Malattie del Metabolismo presso l’Università degli Studi di Padova
Agostino Consoli, Professore di Endocrinologia presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti – Pescara
Stefano Del Prato, Professore di Endocrinologia presso l’Università di Pisa
Carlo Bruno Giorda, Direttore della struttura complessa Diabetologia dell’ASL Torino 5
Francesco Giorgino, Professore di Endocrinologia presso l’Università di Bari Aldo Moro
Basilio Pintaudi, Medico diabetologo presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda
Modera Annalisa Manduca.

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Gestione delle complicanze della chirurgia dell’obesità

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Roma. Parte il corso di perfezionamento per la gestione delle complicanze della chirurgia dell’obesità organizzato da Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) in collaborazione con Medtronic. Dopo l’avvio annunciato da Acoi e Medtronic dei corsi di chirurgia dell’Ernia e Colorettale, oggi partono i corsi di Perfezionamento M.O.S.T. Leakage Management in Bariatric Surgery rivolti a tutti coloro che desiderano perfezionare la loro tecnica chirurgica nell’affrontare una complicanza legata alla chirurgia dell’obesità.
“Medtronic non solo è la società che più di ogni altra nel MedTech investe in innovazione tecnologica, – dice Riccardo Polzoni, Business Unit Director Surgical Innovations Medtronic Italia – ma ha da tempo come focus quello di andare oltre il prodotto e diffondere percorsi di cura di eccellenza per il paziente, che consentano maggiore outcome clinico e minore impatto sul Sistema. Per garantire quindi maggiore efficacia e sicurezza per il paziente a prescindere da dove esso si trovi, abbiamo deciso di affiancare una delle principali Società Scientifiche in Italia, come ACOI, nell’organizzazione di un percorso formativo innovativo, proprio sulla gestione delle complicanze”.
“Gli interventi di chirurgia bariatrica sono raddoppiati negli ultimi dieci anni, comportando un fisiologico aumento dell’insorgenza delle complicanze. Organizzare una rete per la gestione del paziente obeso – conclude il Prof. Marco Anselmino, Direttore UOC Chirurgia Bariatrica e Metabolica, Azienda Ospealiera Universitaria Pisana – è necessario al fine di garantire maggior sicurezza e miglior outcome clinico, soprattutto nell’insorgenza delle complicanze e in quei centri che non sono specializzati nella chirurgia bariatrica. La formazione dei medici di pronto soccorso e di chirurgia generale si rende necessaria per aumentare la tempestività nella diagnosi e nella cura e garantire maggiore sicurezza per i pazienti. Una migliore gestione della complicanza consente infatti maggiore outcome clinico e minore impatto sul Sistema”. Il corso è riservato a 24 discenti suddivisi in 12 coppie formate da 1 chirurgo e 1 endoscopista ed è strutturato in quattro fasi. Una formazione teorica, una sessione virtuale per analizzare i singoli casi dal punto di vista chirurgico ed endoscopico, una live session e proctorship e una giornata di confronto tra docenti.

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Nei telomeri rimane traccia del tempo che passa

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

È fisiologico che i telomeri si accorcino progressivamente con la replicazione del DNA della cellula associato alla sua proliferazione o che si danneggino nel tempo anche in assenza di proliferazione. L’accorciamento eccessivo e il danno ai telomeri costituiscono una minaccia alla stabilità del nostro DNA e la cellula reagisce attivando un allarme molecolare che blocca la proliferazione della cellula danneggiata inducendo la sua senescenza, una forma di invecchiamento cellulare. La cellula senescente perde per sempre la sua capacità di proliferare e di svolgere efficientemente le sue funzioni, e questo impedisce ai tessuti di rigenerarsi. Questo fenomeno avviene inevitabilmente nel normale processo di invecchiamento dell’organismo ma anche a seguito di eventi patologici quali alcune malattie genetiche e i tumori.
Una ricerca precedentemente condotta sempre dal team di Fabrizio d’Adda di Fagagna – responsabile del programma di IFOM Risposta al danno al DNA e senescenza cellulare e ricercatore presso l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR – e descritta sulla rivista Nature Communications nel 2017, aveva rivelato che i telomeri danneggiati inducono la formazione di due specifiche classi di RNA non codificanti, chiamate dilncRNA e DDRNA, che attivano l’allarme molecolare che causa la senescenza della cellula. Grazie allo sviluppo di molecole antisenso complementari a tali RNA i ricercatori sono riusciti a indurre lo spegnimento di questi allarmi in maniera mirata.
Lo studio appena pubblicato su Nature Communications e condotto da IFOM con la collaborazione del CNR-IGM di Pavia e del Karolinska Institute in Svezia, e con il sostegno di Fondazione Telethon e dell’ERC, dimostra in cellule umane in vitro e in vivo in un modello murino di questa malattia come lo spegnimento degli allarmi molecolari ai telomeri tramite queste molecole antisenso prevenga l’invecchiamento precoce caratteristico di questa patologia. “Abbiamo testato le nostre molecole antisenso in cellule umane derivate dalla pelle di pazienti – spiega la ricercatrice IFOM Francesca Rossiello, coautrice dello studio – e nella pelle di un modello murino di HGPS, allungando la vita massima di questi topi di quasi il 50%”. “Ed è stata una soddisfazione – aggiunge Julio Aguado, primo autore della pubblicazione – a distanza di soli due anni dalla nostra scoperta di questi RNA non codificanti, riuscire ad applicare con successo ad una patologia umana il nuovo approccio per la loro inibizione”.Ad oggi, più di una dozzina di farmaci sono stati testati per questa patologia, ma non hanno dato risultati soddisfacenti una volta arrivati in clinica. “Abbiamo osservato effetti positivi di alcuni trattamenti nei modelli murini preclinici, ma gli effetti sui pazienti non sono soddisfacenti. Occorre ripensare e identificare nuove strategie per trattare questa patologia,” afferma Maria Eriksson, ricercatrice del Karolinska Institute, coautrice del lavoro e prima scopritrice, 16 anni fa, della mutazione genetica responsabile di questa condizione.“Questa ricerca, oltre a segnare un avanzamento conoscitivo per la Progeria – conclude Fabrizio d’Adda di Fagagna – apre la possibilità di testare le molecole antisenso per la cura di tante altre patologie umane legate all’invecchiamento e associate al danno ai telomeri, come i tumori, la cirrosi epatica, la fibrosi polmonare, l’aterosclerosi, il diabete, la cataratta, l’osteoporosi e l’artrite. Siamo convinti del potenziale terapeutico di questo approccio e siamo determinati a portarlo sempre più vicino ai pazienti, anche nel contesto oncologico”. Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza il supporto di Fondazione Telethon ed ERC per questa ricerca, e del costante sostegno di AIRC e FIRC al gruppo di d’Adda di Fagagna.

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Glaucoma seconda causa di cecità

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Palermo. Se quando camminate fra la gente urtate senza rendervene conto le persone che incrociate oppure iniziate a vedere degli aloni e notare parole mancanti durante la lettura, non date la colpa all’età concludendo che è normale, dopo i 50 anni, avere qualche disturbo visivo. Meglio fare un controllo oculistico per verificare che non ci siano i classici segnali di una patologia oculare. Il glaucoma, ad esempio, è considerato il ‘killer’ silenzioso della vista proprio perché nelle fasi iniziali non presenta sintomi specifici. Ciò comporta che spesso chi ne soffre non se ne accorge almeno sino a quando la situazione non peggiora.
Perciò, proprio come all’inizio della stagione invernale si effettua un controllo degli pneumatici della macchina, allo stesso modo chi soffre già di glaucoma e anche chi non ha avuto questa diagnosi ma ha 50 anni ed inizia ad avere qualche disturbo visivo, dovrebbe considerare l’inverno come un’opportunità per fare una visita oculistica in modo da scoprire in tempo se soffre o meno di glaucoma, una patologia che aggredisce in modo progressivo ed irreversibile il nervo ottico e che può portare alla cecità. La malattia, che interessa in media il 3% della popolazione con più di 40 anni di età, rappresenta la seconda causa di cecità nel mondo dopo la cataratta. Si prevede che il numero di persone affette da glaucoma nel mondo aumenterà dagli attuali 64 milioni a 76 milioni nel 2020 e a 112 milioni nel 2040. Si calcola che in Italia circa un milione di persone ne siano affette, ma una persona su due ancora non lo sa.
“All’inizio – spiega il professor Salvatore Cillino, direttore dell’Unità di Oculistica dell’Ospedale di Palermo – il campo visivo viene danneggiato nella sua porzione periferica perciò il paziente percepisce poco il problema. Infatti, vede chiaramente tutto ciò che è al centro del suo sguardo. Man mano che il glaucoma progredisce, la percezione dello spazio circostante il punto centrale di fissazione diminuisce e nascono difficoltà in alcune delle attività quotidiane, con un rischio di cadute anche dentro casa o di incidenti stradali”. “Per questo – prosegue l’esperto – è importante sottoporsi con regolarità a controlli oculistici, specialmente in presenza di fattori di rischio come l’età poiché la frequenza del glaucoma aumenta progressivamente con l’avanzare degli anni. È buona norma, per chi ha più di 40 anni, sottoporsi a un controllo oculistico che comprenda anche la misurazione della pressione oculare. Un momento ideale è rappresentato dall’insorgenza della presbiopia. Altri fattori di rischio sono la familiarità, la miopia elevata e le terapie protratte con farmaci cortisonici”.
Anche se la pressione oculare resta il sintomo più evidente del glaucoma, circa il 30% dei pazienti non ha un’alterazione dei valori pressori. Le ricerche hanno ormai appurato, infatti, che alla base di questa malattia c’è anche lo stress ossidativo tanto da farla considerare una malattia neurodegenerativa al pari di Alzheimer e morbo di Parkinson. “È accertato come lo stress ossidativo sia il meccanismo patologico comune a queste malattie neurodegenerative, con presenza di radicali liberi”, afferma il professor Cillino. “Quando non ci sono abbastanza antiossidanti naturali per neutralizzare i radicali liberi, le cellule sane vengono alterate con danni metabolici, alterazioni del DNA e morte. Gli occhi sono particolarmente sottoposti a condizioni di stress ossidativo perché sono esposti alla luce, all’ossigeno e alle sostanze irritanti presenti nell’aria. Questo determina la comparsa, o l’anticipazione, di condizioni quali la secchezza oculare, la cataratta ed il glaucoma. In quest’ultimo caso lo stress ossidativo è in grado di indurre l’apoptosi delle cellule ganglionari, ovvero la morte delle fibre che costituiscono il nervo ottico. Tutto ciò spiega perché la riduzione della pressione intraoculare non è sufficiente a prevenire l’insorgenza del glaucoma in tutti i soggetti a rischio e non riesce ad arrestarne la progressione in tutti i soggetti già malati”.
Sono, quindi, necessarie altre strategie terapeutiche come la neuroprotezione che, affiancate alla riduzione della pressione intraoculare e agendo direttamente sulla cellula neuronale, siano in grado di contrastare la progressiva morte cellulare. La somministrazione di antiossidanti sarebbe appunto in grado di fornire neuroprotezione contrastando il danno ossidativo. “Tra le varie sostanze ad azione antiossidante e bio-energetica – prosegue l’esperto – il Coenzima Q10, noto anche come ubiquinone, è considerato una delle molecole più promettenti. Si tratta di una molecola simile ad una vitamina presente a livello del mitocondrio che partecipa al metabolismo deputato alla produzione di energia all’interno della cellula e che interviene nei meccanismi di rimozione dei radicali liberi. Alcuni studi clinici hanno dimostrato che esercita un’attività neuroprotettiva ed è stato ampiamente studiato in varie forme di neurodegenerazione come la malattia di Parkinson, il morbo di Alzheimer e la corea di Huntington. Il coenzima Q10 è oggi riconosciuto dalla comunità scientifica come un possibile approccio di supporto nel contrastare i complessi meccanismi di danno neuronale causati dal glaucoma”
Fino ad oggi il Coenzima Q10 veniva utilizzato sotto forma di collirio oculare senza conservanti, ma di recente si è resa disponibile anche la formulazione orale da assumere due volte al giorno. Si tratta di una novità importante visto che l’aderenza alla terapia farmacologica dei pazienti con glaucoma viene spesso messa a dura prova dalla necessità di effettuare numerose instillazioni giornaliere con un rischio elevato di discontinuità del trattamento.

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Dermatologia – Cicatrici da acne: prevenire si può

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Secondo i dati dell’indagine conoscitiva sulle abitudini e sugli stili di vita degli adolescenti “Adolescenti e Stili di Vita” realizzata nell’anno scolastico 2018-19 dall’Associazione Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD, su un campione nazionale rappresentativo di 2019 studenti frequentati la classe terza della scuola secondaria di primo grado (1027 maschi e 992 femmine), l’82,4% delle femmine e il 63,2% dei maschi afferma di avere problemi estetici legati ai “brufoli”. I brufoli, così viene chiamata l’acne dai ragazzi, rappresentano il più fastidioso problema estetico per la maggior parte dei ragazzi ma, nonostante ciò, viene poco curata a causa della persistenza del problema che spesso necessita di lunghi trattamenti per essere risolta.Ciò che purtroppo viene spesso trascurato è che l’acne grave, ma anche quella lieve se non opportunamente curata, può generare cicatrici permanenti che possono lasciare sulla pelle: depressioni crateriformi (cicatrici atrofiche) di variabile profondità e, soprattutto sul tronco, rilievi (cicatrici ipertrofiche) di diversa forma e dimensione. Curare l’acne e prevenire la comparsa di cicatrici è possibile, questo è il messaggio di un’iniziativa di sensibilizzazione Galderma “Hai mai pensato che l’acne possa lasciare il segno?” I ragazzi, spesso così parchi di parole, comunicano attraverso il corpo, in primis la faccia, il loro stato. E’ comprensibile quindi che una cicatrice sul volto possa diventare un vero disagio: se ogni altro corredo (trucco, tattoo, piercing ecc.…) è un atto volontario e libero, un’espressione creativa o un simbolo di appartenenza, la cicatrice, al contrario, è un segno “subito”, è ciò che resta di una ferita, una traccia del passato che non si può cancellare, al pari di una sofferenza o di un cattivo ricordo, rimasti impressi, nostro malgrado, nella memoria della pelle. Se poi la cicatrice è il residuo dell’acne, problema cutaneo già vissuto come deturpante e punitivo, va da sé che il disagio che porta si potenzia”. La comparsa delle cicatrici da acne è un fenomeno diffuso, come dimostrato dallo studio “Prevalence and Risk Factors of Acne Scarring Among Patients Consulting Dermatologists in the Unites States”, pubblicato nel 2017 su Journal of Drugs in Dermatology, che prevedeva la somministrazione di una survey a circa 2.000 pazienti negli studi di 120 dermatologi, che ne ha analizzato frequenza e gravità. Il 43% dei partecipanti presentava cicatrici atrofiche da acne, tra cui le cosiddette “cicatrici a colpi di punteruolo”. Secondo i dati raccolti, le persone con acne grave avevano una maggiore probabilità di sviluppare cicatrici, tanto che sono state riscontrate nel 77% dei casi di acne grave, confermando una forte correlazione tra la gravità dell’acne e la comparsa delle cicatrici. Le cicatrici da acne sono state però rilevate anche nel 51% dei casi di acne moderata e nel 28% di acne lieve o molto lieve.“L’acne viene spesso considerata come un transitorio e trascurabile problema estetico sia dai medici ma soprattutto dalle persone, che, come rilevato anche in questo studio, non ricorrono in maniera tempestiva a trattamenti efficaci, probabilmente in parte per l’ampia disponibilità di prodotti coadiuvanti dermocosmetici, ma anche per la credenza diffusa che l’acne sia una fase normale dell’età della crescita” continua Monfrecola. “Al contrario si tratta di una malattia molto complessa dal punto di vista patogenetico, che va assolutamente curata in ogni sua forma perché impatta marcatamente sulla tenuta psicologica di chi ne è affetto. Il primo motivo è che l’acne “si vede”, dato che colpisce con papule, pustole, noduli arrossati viso/scollatura e spalle di persone in fase adolescenziale/giovanile. Ma l’acne può interessare anche il tronco, sia petto che schiena, localizzazioni spesso trascurate dal medico dove i segni cicatriziali sono molto frequenti e marcati. L’acne deve essere curata con costanza e pazienza per lunghi anni tuttavia, anche sotto trattamento, tende ad avere recrudescenze che provocano frustrazione e scarsa aderenza ai consigli terapeutici. Infine, anche in fase di remissione le macchie rossastre o brune delle precedenti lesioni risultano ancora visibili. Solo trattamenti adatti e validati scientificamente, precoci e costanti possono evitare o limitare l’insorgenza di cicatrici deturpanti di viso e tronco”. ( fonte: https://jddonline.com/articles/dermatology/S1545961617P0097X/)

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DigitaLife selezionato tra le proposte di Agis Scuola

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Il film prodotto da Varese Web con Rai Cinema entra nelle proposte di Agis Scuola. Ecco come organizzare una proiezione in ambito scolastico. DigitaLife, il film prodotto da Varese Web con Rai Cinema e Fondazione Ente dello Spettacolo e diretto da Francesco G. Raganato, entra nelle proposte di Agis Scuola, punto fermo nei rapporti tra mondo della scuola e mondo dello spettacolo. Per richiedere di poter organizzare una proiezione del film nella propria città, basta prendere contatto con la produzione inviando una mail all’indirizzo digitalife.film@gmail.com. Ogni anno, infatti, Agis Scuola pubblica e promuove la diffusione del catalogo “Film per le Scuole” che raggruppa schede didattiche sui film adatti alla visione in ambito scolastico di ogni ordine e grado. Il catalogo è reso a titolo gratuito alle scuole che ne facciano richiesta e in tempi utili perché queste possano inserire le proiezioni dei film scelti nel piano dell’offerta formativa.
Nato dall’idea di raccontare come internet e il digitale hanno cambiato la vita di tutti i giorni, il film si compone di oltre 50 storie, scelte tra le centinaia raccolte in quasi due anni di lavorazione. Un racconto collettivo realizzato con i contenuti video generati dagli utenti che tocca diversi argomenti: la nascita di internet, la perdita di una persona cara, il mondo del lavoro in evoluzione, la rinascita dopo una crisi, la ricerca di una felicità perduta, la possibilità di socializzare, viaggiare, condividere esperienze ed emozioni. Ma anche il terrorismo, il mondo dell’informazione, il cyberbullismo. Il tutto con una visione di speranza nel futuro. DigitaLife è uscito nelle sale a gennaio 2019, da allora, per il docufilm, è iniziato un lungo tour promozionale che ha toccato diverse città italiane, riscuotendo un grande successo di pubblico.«DigitaLife che entra nelle aule scolastiche è una notizia che mi riempie di orgoglio. Il pubblico migliore per questo film è rappresentato proprio dai ragazzi e ragazze in età scolare. Sono loro che vivono davvero una vita digitale – afferma il regista di Digitalife, Francesco G. Raganato. Questo film non gli insegnerà nulla, non darà delle risposte, ma gli farà fare tante domande. Dopotutto la scuola serve anche a questo. Quanto a me, sono contento di ritornare in classe in questo modo».
Entusiasta anche Marco Giovannelli, produttore e autore del film: «Siamo appena stati a Padova per l’apertura del festival Digital meet, andremo al Salone dei pagamenti a Milano. Questo dopo aver fatto iniziative e proiezione in quasi tutte le regioni d’Italia. Ogni volta restiamo colpiti dalla risposta degli spettatori. Per i più giovani è un’occasione particolare perché loro sono nativi digitali e conosco relativamente poco il cambiamento, ma il film non ha la propria energia nella tecnologia, ma nelle storie di vita. E queste arrivano a tutti, senza distinzione di età».

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Cercare un lavoro: Ecco di cosa si occupa il cacciatore di teste

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Una sua chiamata può rivoluzionare la carriera di un individuo. Parliamo ovviamente dell’head hunter, ovvero del cacciatore di teste, professionista specializzato nel reclutamento di personale qualificato. Ma quando, per un’azienda, è il caso di rivolgersi a un head hunter? Quali sono le figure professionali che possono essere selezionate da un cacciatore di teste? E come è possibile scegliere l’head hunter giusto per la propria azienda? A spiegarci chi è e lavora il cacciatore di teste Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati.
Chi è, dunque, l’head hunter?
«L’head hunter, in breve, è una figura professionale specializzata nella ricerca e nella selezione del miglior candidato per una specifica posizione» spiega Adami. «Non ci si limita, però, alla pura fase di reclutamento. Ancora prima di procedere con le attività di scouting e di screening dei candidati, tra i compiti del cacciatore di teste vi è infatti anche quello di analizzare le effettive esigenze dell’azienda, in modo da poter individuare davvero il talento più adatto. Le aziende non sempre si rivolgono a noi indicando una figura precisa da ricercare: spesso si limitano a descrivere i propri bisogni le proprie necessità e i propri obiettivi, lasciando che sia l’head hunter a individuare il profilo da ricercare in base a quelle precise esigenze». Il lavoro del cacciatore di teste, quindi, parte ancora prima della vera e propria ricerca e selezione del personale.
Quali sono i profili per cui le aziende si mettono in contatto con un head hunter? «Indubbiamente l’head hunter, non a caso chiamato spesso ‘executive recruiter’, viene contattato innanzitutto quando si parla di posizioni manageriali e direttive.
Soprattutto negli ultimi anni, però, si è capito che contattare il cacciatore di teste può essere premiante anche all’infuori delle pure posizioni manageriali, usufruendo dei suoi servizi per selezionare altre professionisti qualificati. Analisti, sviluppatori, buyer, agenti, tecnici, sono tutti profili che vanno selezionati con cura, per aumentare le probabilità di battere le aziende concorrenti».Affidarsi a un head hunter, quindi, può essere utile in molti casi, anche all’infuori della pura executive search. Resta da capire, però, come individuare il cacciatore di teste giusto per la propria azienda.
Quali sono i punti di forza dei migliori head hunter?
«I cacciatori di teste più efficaci sono quelli che scelgono di specializzarsi in settori specifici» sottolinea Adami «in modo da poter comprendere perfettamente le indicazioni fornite dal committente.Per questo motivo la nostra società di head hunting ad esempio può contare su diverse aree di specializzazione, che spaziano dal Banking al Sales, per arrivare al Fashion e all’IT. In questo modo, oltre da intuire i bisogni dell’azienda cliente e le effettive hard skills dei candidati, l’head hunter può coltivare una rete di contatti ampia ma allo stesso tempo profonda, potendo contare così su un esaustivo bacino di scelta» conclude la cacciatrice di teste milanese.

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Lynred delivers flight-model IR detector to MicroCarb, Europe’s pioneer CO2 monitoring space mission

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Veurey-Voroize, near Grenoble, France. Lynred, a global leader in designing and manufacturing high-quality infrared technologies for aerospace, defense and commercial markets, today announces the delivery of the first flight-model of its largest shortwave infrared detector, NGP, to the MicroCarb space mission. The MicroCarb mission, led by the French space agency CNES, is planned for launch in 2021.“The aim of the MicroCarb mission is to accurately measure the atmospheric concentration of CO2 across the globe, as well as improve our understanding of the mechanisms through which global climate change unfolds,” said François Buisson, MicroCarb project manager at CNES. “MicroCarb is the first mission of its kind in Europe. It gained support from the French government during COP-21 in Paris in December 2015. CNES and satellite manufacturer Airbus Defence and Space set the mission’s stringent requirements through which Lynred’s NGP detector was selected, the only IR detector available with capabilities that met our needs, due to its high-level of performance. We owe this development to the successful collaboration between different teams and Lynred’s skills in advanced technologies as well as its experience and competence in conducting space projects.” Lynred’s NGP detector will be at the center of the high-resolution spectrometer instrument onboard the MicroCarb satellite that will monitor and capture CO2 emissions in the atmosphere. The NGP flight model is the first shortwave infrared (SWIR) detector in a class higher than 1k², the largest ever developed in Europe and delivered for a space mission. Lynred delivered NGP to Airbus Defence and Space (ADS), the prime contractor of the spectrometer instrument for the MicroCarb mission. Lynred has previously collaborated with ADS on space projects, such as Sentinel 2, Sentinel 5 – which will integrate a Lynred NGP detector onboard the METOP-SG platform – and Metimage, among others.“Thanks to the close collaboration between Lynred and Airbus, the NGP detector, designed to match the highly demanding technical needs of the space spectrometer, is ready to embark on MicroCarb,” said Dominique Gillieron, head of earth navigation & science payloads at ADS. “The successful state-of-the-art performance of this large SWIR detector will allow us to meet the challenging objectives of CO2 emission monitoring from space.” NGP is a next-generation panchromatic IR detector designed for earth observation missions, notably for CO2 environmental monitoring. Due to its spectral bandwidth (0.4 – 2.5 µm), the NGP detector is well-suited to capturing CO2 emission and absorption spectral rays. NGP builds upon Lynred’s earlier successful Saturne generation of hyperspectral detectors, offering several performance improvements. These include increasing by a factor of four the number of spectral channels and increasing the spatial resolution. This detector is far more compact; it is half the size of the previous generation, providing more flexibility and cost advantages for system integrators.“Lynred is honored to be part of the Carbon Dioxide Monitoring Mission (MicroCarb), which is essential to observing environmental CO2 emission reductions over the coming years,” said Philippe Chorier, head of business development for space activities at Lynred. “Since our first space mission in 1994, we have continued to significantly invest in R&D in collaboration with French and European Space agencies to ensure that our IR detector designs for space achieve even more far-reaching performance. Lynred is especially proud of its NGP detector. It is tailored to earth observation missions for multispectral or hyperspectral imagery, including spectrometry etc. The NGP detector has all the performance features upon which earth observation scientists and other end-users can rely.” http://www.lynred.com

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Company Profile for Leaseweb USA

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Leaseweb USA, Inc. is a subsidiary of Leaseweb. Leaseweb is a leading Infrastructure as a Service (IaaS) provider serving a worldwide portfolio of 17,500 customers ranging from SMBs to Enterprises. Services include Public Cloud, Private Cloud, Dedicated Servers, Colocation, Content Delivery Network, and Cyber Security Services supported by exceptional customer service and technical support. With more than 80,000 servers under management, Leaseweb has provided infrastructure for mission-critical websites, Internet applications, email servers, security, and storage services since 1997. The company operates 19 data centers in locations across Europe, Asia, Australia and North America, all of which are backed by a superior worldwide network with a total capacity of more than 5.5 Tbps. Leaseweb offers services through its various subsidiaries, which are Leaseweb Netherlands B.V. (“Leaseweb Netherlands”), Leaseweb USA, Inc. (“Leaseweb USA”), Leaseweb Asia Pacific PTE. LTD (“Leaseweb Asia”), Leaseweb CDN B.V. (“Leaseweb CDN”), Leaseweb Deutschland GmbH (“Leaseweb Germany”), Leaseweb Australia Ltd. and Leaseweb UK Ltd.

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GigCapital2, Inc. to Attend the UBS Global Technology Conference

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

New York Hilton Midtown – New York City Monday – Wednesday, December 9-11, 2019 8:30 a.m. – 4:30 p.m. Eastern Time UBS Global TMT Conference. GigCapital Group (“GigCapital”) is a Private-to-Public Equity (PPE) technology, media, and telecommunications (TMT) focused investment group led by an affiliated team of technology industry corporate executives and entrepreneurs, and TMT operational and strategic experts in the private and public markets, including substantial, success-proven M&A and IPO activities. The group deploys a unique Mentor-InvestorsTM methodology to partner with exceptional TMT companies, managed by dedicated and experienced entrepreneurs. The GigCapital Private-to-Public Equity (PPE) companies (also known as blank check companies or Special Purpose Acquisition Companies (SPACs)) offer financial, operational and executive mentoring to U.S. and overseas private, and non-U.S. public companies, in order to accelerate their path from inception and as a privately-held entity into the growth-stage as a publicly traded company in the U.S. The partnership of GigCapital with these companies continues through an organic and roll-up strategy growth post the transition to a public company. GigCapital was launched in 2017 with the vision of becoming the lead franchise in incepting and developing TMT Private-to-Public Equity (PPE) companies. For more information, visit http://www.gigcapitalglobal.com.

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Robins Kaplan LLP Announces Launch of Newly Designed Website

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Robins Kaplan LLP®, a national trial firm, is pleased to announce the launch of its newly designed website, RobinsKaplan.com. The new site features a sleek, full-service digital user experience that highlights our attorneys, firm results, and offers practical industry resources for our clients. “The new RobinsKaplan.com blends the historic values of the firm with the modern digital advances that our clients demand in today’s technology driven world,” said Ronald Schutz, chair of the firm’s Executive Board. “You will see our national reach, history of results, and reputation reflected throughout the website.”

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California Southern University Selects Ellucian Cloud

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 novembre 2019

Ellucian, the leading provider of software and services built to power higher education, today announced a new engagement with California Southern University (CalSouthern). CalSouthern has selected cloud-based Ellucian Colleague, Ellucian CRM Recruit, Ellucian Analytics, and Ellucian Intelligent Learning Platform (ILP) to power its digital transformation and enable campus-wide innovation.
By moving from its homegrown enterprise resource planning (ERP) solution to a Software as a Service (SaaS)-based ERP from Ellucian, CalSouthern will modernize outdated manual processes and the overall constituent experience. Ellucian Colleague SaaS is built for flexibility and will enable the university to provide a more secure and digitally connected campus, enhancing the overall experience for both students and staff. It will also provide the university with continual access to the latest updates and innovative capabilities, letting technical staff shift focus from maintenance to more valuable business process improvements and strategic initiatives.The unified technology framework created by this suite of cloud solutions will enable CalSouthern to provide an enhanced experience for its constituents. Ellucian Analytics and ILP will enable data-informed decision making that will drive student success and increase operational efficiency, while the integration between Colleague and CRM Recruit will help ensure that students are enrolled in the right courses and supported until graduation.

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