Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 2 novembre 2019

Storia di ieri e cronaca di oggi: La Dichiarazione Balfour

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Se gli antisemiti capissero che fu proprio il loro odio ad accendere la scintilla del sionismo incomincerebbero forse ad aprire gli occhi e a capire che le infamità portate avanti nel corso dei secoli nei confronti del popolo ebraico sono servite solamente, i conti con la storia vera e non quella di comodo o da ignoranti parlano chiaro, a rafforzare l’ideale di emancipazione di un popolo in parte sradicato dalla sua terra. Sì, in parte, perché nonostante quello che continua ad urlare ai quattro venti la propaganda araba, la presenza ebraica nella regione c’è sempre stata e in alcune zone, Gerusalemme compresa, gli ebrei sono stati per molto tempo la maggioranza. Per parlare della dichiarazione Balfour, questo è il tema dell’articolo, bisogna però fare dei passi indietro nel tempo e arrivare a Parigi il 13 ottobre del 1894 quando il capitano Alfred Dreyfus, un eroe dal quale sia il nostro sito che la nostra pagina Facebook prendono il nome, fu ingiustamente accusato di tradimento. Ufficiale di artiglieria ebreo con origini alsaziane assegnato allo Stato Maggiore dell’esercito francese, Alfred Dreyfus fu accusato di spionaggio a favore dell’Impero Tedesco e arrestato. Il processo si tenne in corte marziale tra il 19 e il 22 dicembre, e anche se fu celebrato a porte chiuse la puzza di antisemitismo filtrò fra gli stipiti di quelle porte andando a interessare diverse redazioni dei giornali dell’epoca che scrissero molto sul caso creando un clima di odio dilagante che non solo serviva a condannare Dreyfus, ma anche per accusare l’intera comunità ebraica francese. A seguire quel processo c’era però anche Theodor Herzl che era il corrispondente da Parigi del giornale Neue Freie Presse che ebbe così modo di seguire l’affare Dreyfus e capire quanto l’odio per gli ebrei fosse radicato nella società europea. Proprio perché seguì il processo antisemita per antonomasia Theodor Herzl, che non era un ebreo religioso ma laico e abbastanza assimilato nella cultura e nella società dell’epoca, capì che l’unica via d’uscita da una situazione insostenibile, e i campi di sterminio erano ancora lontani nel tempo, era la creazione di uno Stato degli Ebrei che garantisse la difesa e la sicurezza di un popolo da duemila anni ‘ospite’ mai gradito. Der Judenstaat (Lo stato Ebraico), il saggio che scrisse dopo quella esperienza e sul quale si basa l’idea stessa del movimento sionistico fu pubblicato nel 1896 e appoggiava l’idea che si creasse uno stato ebraico che sottraesse gli Ebrei alle persecuzioni antisemite.Il sionismo, o ritorno a Sion, nome biblico della terra di Israele, nasce dunque come risposta politica e culturale a una delle più famose infamità antisemite. I pogrom zaristi del’800 e dei primi del ‘900 convinsero sempre di più gli ebrei a trasferirsi in quello che all’epoca era un territorio completamente abbandonato, paludoso e riscattato a carissimo prezzo dai proprietari terrieri per bonificarlo con sacrifici che sono entrati nell’epopea della storia ebraica. La dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917, di seguito riportata, altro non è che la presa di coscienza di una situazione di fatto già attiva sul territorio.

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Manovra: Auto aziendali

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Roma “Ho posto il tema dei sussidi ambientali dannosi, ma la norma sulle auto aziendali non l’ho mai pensata così e non l’avrei mai scritta così. In Parlamento, siamo pronti a collaborare con Gualtieri per migliorare un testo che ha visto la condivisione della maggioranza di Governo. E sono certa che con il coinvolgimento del Ministro dell’Ambiente, Costa, sarà possibile scriverla in modo da non penalizzare il sistema produttivo italiano tutelando l’ambiente. Cosa che peraltro ho sempre suggerito di fare, in modo graduale e collegato a investimenti strutturali.
Il tema dei sussidi ambientali dannosi, su cui il MoVimento 5 Stelle lavora da sempre, deve restare centrale. Del resto l’Italia ha sottoscritto impegni internazionali che non possiamo disattendere e non vogliamo siano disattesi.
Per un vero cambiamento epocale vanno messi al centro l’ambiente e le persone, solo così potremo garantire un futuro alle prossime generazioni”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Settantesimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare cinese

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Sono i giorni in cui il Plenum del Partito Comunista Cinese si è riunito per discutere la nuova forma di governance cinese e l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali (il più importante think tank di Pechino) ha organizzato la decima edizione del World Socialism Forum.Visto dall’occidente, fino a pochi anni fa, sarebbe sembrato un incontro fuori dal tempo, ma con la crisi che attanaglia i paesi occidentali e con la poderosa crescita cinese degli ultimi anni, l’incontro assume particolare interesse, anche fuori dalla Cina.
Tra i partecipanti al World Socialism Forum di Pechino alla presenza di una centinaio di esperti, studiosi, accademici e dirigenti politici cinesi ed internazionali vi è anche Francesco Maringiò, 40 anni, di Bologna, studioso della Cina contemporanea ed autore del libro di recente pubblicazione: La Cina della Nuova Era (ed. La città del Sole, 2019), il primo libro in Italia sul 19 Congresso del PC cinese.
La guerra commerciale Cina-Usa, i nuovi equilibri internazionali ed il dibattito sul marxismo cinese sono stati al centro delle relazioni dei vari relatori. Nel suo intervento, Maringiò ha sottolineato alcuni degli aspetti principali del “socialismo con caratteristiche cinesi”: “uno di essi è – ha affermato Maringiò – l’abilità di far vivere assieme ogni significativa riforma assieme al dialogo con la tradizione”. La combinazione di economia di mercato e ruolo dello stato è una costante della politica cinese, non solo una peculiarità delle riforme di Deng. Si hanno chiari esempi anche durante Mao ed il governo dei Qing, nel 18mo secolo. Un altro aspetto, ha sottolineato Maringiò, “è la forte vocazione alla sperimentazione” e la capacità di imparare dagli errori. “Nonostante Trump cerchi di separare economie e paesi avviando un processo di de-globalizzazione – ha infine commentato Maringiò a margine del Forum – la Cina è fortemente interconnessa con i paesi occidentali. E’ impensabile costruire le migliori condizioni di collaborazione e sviluppare le relazioni, se non si conosce nel profondo il loro sistema economico, politico e sociale. Loro hanno una precisa idea del nostro sistema, noi occidentali invece un’idea molto vaga del loro. Per colmare il limite di questa conoscenza la partecipazione al Forum ed il confronto con gli studiosi ed accademici cinesi costituisce una via privilegiata per avere accesso alla più alta elaborazione della classe dirigente di questo grande paese”.

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Msi. Rauti (FdI):l’attualità di Pino Rauti

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Sui temi ambientali oggi Pino Rauti “avrebbe molto da insegnare alla giovane Greta” e sull’emergenza migranti fu lui che “aveva previsto la ‘bomba demografica’ del sud del mondo e le ondate migratorie che avrebbero minacciato i nostri confini e la nostra identità. Ed aveva anche previsto il dramma dei migranti e l’impossibilità di accoglierli tutti. Dalla sua testa e dalla sua elaborazione politica sulle questioni migratorie viene ‘aiutiamoli a casa loro’. E lo abbiamo dovuto ricordare sia a Renzi che a Salvini”. A dirlo, in un’intervista al Secolo d’Italia firmata dal direttore Francesco Storace, Isabella Rauti in occasione del settimo anniversario della scomparsa di suo padre, Pino Rauti. Un Rauti precursore nell’ambientalismo e nell’emergenza migranti, ma anche attualissimo, alla luce delle recenti vittorie del centrodestra, con la sua teoria sullo sfondamento a sinistra: “Non è un generico anticomunismo ma lo sfondamento a sinistra sul terreno delle tematiche sociali. E’ il progetto ‘nazional-popolare’, è la vittoria del consenso popolare contro le oligarchie, la reazione ‘dal basso’ contro il pensiero unico; è la destra che ormai prende più voti nelle periferie e negli strati sociali più popolari” conclude la senatrice Rauti, presidente del “Centro Studi Pino Rauti”.

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Manovra: Serracchiani, Renzi gioca col fuoco

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

“A Renzi sfugge un piccolo dettaglio del quadro politico: a questo Governo non c’è alternativa, se non quella che passa per le urne. Non si illuda di poter tirare la corda fino al punto di rottura senza assumersi tutte le responsabilità”. Lo afferma Debora Serracchiani, commentando l’intervista del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al quotidiano Il Messaggero.
Per Serracchiani “i tempi di Ghino di Tacco son finiti e a Renzi tocca decidere se vuol smettere di giocare col fuoco o se preferisce farsi esplodere con tutto il Governo. Decida presto”.

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Scuola: La legge di Bilancio porterà alla scuola pochi soldi e tagli alle supplenze

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

“Sulla scuola ci aspettavamo un impegno vero, non i soli annunci vuoti di contenuti: dopo il deludente decreto ‘salva precari bis’, contro il quale l’Anief ha proclamato lo sciopero nazionale per il prossimo 12 novembre e chiesto agli altri sindacati di unirsi alla protesta e al sit-in davanti al Parlamento, adesso spunta una manovra che dà al settore davvero poco, producendo pure tagli ad un settore, quello del precariato, che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale e non si andrà di certo ad abbattere con i pochi posti messi a bando attraverso i prossimi concorsi ordinari e riservati”: lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, lamentando le disposizione che il Governo ha deciso per il settore dell’Istruzione e che nei prossimi giorni saranno al vaglio del Parlamento per l’approvazione finale.
La manovra di Bilancio di fine anno si rivela per la scuola davvero poco proficua: in base alle ultime notizie, vengono stanziati appena 11 milioni in più per il “potenziamento della qualificazione dei docenti in materia d’inclusione scolastica” e la miseria di 2 milioni in più per “l’innovazione digitale nella didattica”. Poi ci sono 15 milioni nel 2020 e 20, a partire dal 2021, per il funzionamento delle scuole “che operano in contesti socio-economici svantaggiati”. Per il rinnovo dei contratti dei dipendenti statali, quindi anche docenti e Ata, con la manovra arrivano altri 225 milioni nel 2020 e 1,4 miliardi nel 2021. La bozza di legge di bilancio porta infatti da 1,425 miliardi a 1,65 miliardi i fondi stanziati per il 2020 e da 1,775 miliardi a 3,175 miliardi i fondi per il 2021 destinati ai contratti della pubblica amministrazione. Fondi che, scrive oggi Orizzonte Scuola, non saranno sufficienti per aumenti a tre cifre come promessi dal Ministro. Saranno anche stanziati 5 milioni di euro annui per la creazione di nuove posizioni organizzative del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. C’è, infine, lo sgravio per l’acquisto di quotidiani e periodici: “A decorrere dall’anno 2020, alle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, che acquistano uno o più abbonamenti a quotidiani e periodici, anche in formato digitale, è attribuito, previa istanza diretta al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, un contributo fino all’80% della spesa sostenuta entro l’anno precedente”.
Ma nella manovra figurano pure tagli. Come quello, incomprensibile, che dal 2020 ridimensiona le risorse per attuare le supplenze a tempo determinato del personale docente nei nostri 8.200 istituti scolastici autonomi. Una decisione che cozza decisamente con il record, toccato quest’anno, di 205 mila contratti annuali e con il raddoppio dei supplenti realizzatosi nell’ultimo decennio. “Pensare di invertire la tendenza, a seguito dell’allestimento di concorsi che nella migliore delle ipotesi andranno ad assegnare 48 mila posti in tre anni, appare l’ennesima operazione all’insegna della demagogia”, dice ancora il presidente Anief.

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Trump e l’impeachment: l’attacco come miglior difesa?

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

By Domenico Maceri professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. “Non ho fatto nulla di male” ha dichiarato Donald Trump ai giornalisti recentemente alla luce dell’inchiesta della Camera sul suo possibile impeachment. Il 45esimo presidente ha continuato spiegando che la condotta dei democratici sta causando uno “smantellamento del Partito Repubblicano”.La strategia di Trump per difendersi dall’inchiesta dell’impeachment si basa non solo sulla sua dichiarazione di innocenza ma di incitare anche i repubblicani a difenderlo a spada tratta. Va aggiunto anche il suo contrattacco come ci rivela l’indagine penale aperta dal ministro di Giustizia William Barr sulla nascita dell’inchiesta del Russiagate. Il procuratore speciale Robert Mueller, dopo le sue indagini, ha concluso nel suo rapporto che i russi avevano interferito nell’elezione americana del 2016 per aiutare Trump senza però incolpare la campagna del magnate di reato. Nella seconda parte del rapporto, però, Mueller ha determinato una dozzina di esempi di ostruzione alla giustizia da parte del 45esimo presidente. Mueller ha però scagionato Trump poiché una normativa del ministero di Giustizia sostiene che un presidente in carica non può essere incriminato. In effetti, Trump l’ha fatta franca.Non contento del suo “successo” con Russiagate, Trump ha incoraggiato Barr a investigare l’origine dell’indagine. Il 45esimo presidente ha sempre sostenuto, senza dare prove, che la sua campagna aveva sofferto abusi da parte dei servizi segreti. Barr anche nelle sedute al Senato sulla sua conferma aveva suggerito che aveva intenzione di dare un’occhiata per esplorare se la campagna di Trump fosse stata spiata dai servizi segreti. Da ministro di Giustizia ha fatto esattamente quello. Ha incaricato John Durham, procuratore di esperienza, il quale ha trasformato una procedura amministrativa in un’inchiesta criminale con pieni poteri investigativi. Vuol dire che potrà costringere ex vertici dell’intelligence come James Comey, ex direttore della Fbi, John Brennan, ex direttore della Cia e persino Robert Mueller, emettendo atti di comparizione e possibilmente anche rinviarli a giudizio. In effetti, il ministero di Giustizia indaga la sua stessa agenzia per soddisfare i complotti escogitati da Trump.Nonostante Barr sia un ministro di giustizia fedelissimo al suo capo i problemi legali e soprattutto politici di Trump continuano a dilagare. La denuncia del whistleblower il mese scorso ha chiarito le azioni improprie nella arcinota telefonata di Trump a Volodymyr Zelensky, presidente ucraino. Il presidente americano ha chiesto un favore al suo omologo ucraino di investigare Joe Biden e poi avrebbe dato il via libera agli aiuti americani al governo ucraino. Barr non ha considerato le informazioni meritevoli di indagini. Ha sbagliato poiché la Camera, dominata dai democratici, ha preso in mano le indagini trovando lo smoking gun, la pistola fumante per procedere a un’inchiesta di impeachment.Trump ha reagito come sempre fa. Prima ha negato il quid pro quo, poi con la trascrizione della sua telefonata e le informazioni venute a galla dal whistleblower, dai diplomatici americani Gordon Sondland e William Taylor, si hanno avuto conferme che infatti c’era stato il quid pro quo. Questo consiste di aiuti militari all’Ucraina in cambio dell’inchiesta sulla presunta corruzione di Biden, suo possibile avversario alle elezioni del 2020. Al di là di reclamare innocenza, Trump ha cercato di attaccare il whistleblower, asserendo di avere inventato tutto. Due dei sostenitori di Trump, Jack Burkman e Jacob Wohl, hanno persino offerto un compenso di 50mila dollari a chi possa fornire informazioni per identificare l’informatore per attaccarlo ferocemente e screditarlo.Adam Schiff, l’incaricato dell’inchiesta sull’impeachment, però, è riuscito fino ad adesso a mantenere l’anonimato dell’informatore, conducendo le indagini a porte chiuse. Trump ha incitato i repubblicani a difenderlo e difatti parecchi parlamentari hanno protestato ad alta voce, occupando per parecchie ore la aule riservate alle sedute di inchiesta. Tutto illegale, ovviamente, anche se non pochi parlamentari e senatori repubblicani hanno erroneamente sostenuto che il “povero” Trump non ha possibilità di difendersi, interrogando i suoi accusatori. A correggerli però è stato addirittura l’ex giudice Andrew Napolitano, collaboratore della Fox News, il quale ha spiegato ai conduttori del programma “The View” che Schiff stava conducendo le sue indagini in modo assolutamente legale. Napolitano ha lasciato a bocca aperta i conduttori asserendo che le regole seguite da Schiff erano infatti state approvate dalla Camera sotto la guida dello speaker John Boehner, repubblicano, nel 2015, quando il Gop controllava la maggioranza alla Camera. Napolitano ha continuato che Schiff stava agendo esattamente come un poliziotto che indaga su un possibile reato in segreto e poi una volta determinata la serietà del caso rende pubblica l’accusa.Le regole però importano poco a Trump. Preferisce la fedeltà dei suoi collaboratori e anche quella del ministero di Giustizia che vede come suo strumento personale invece di difensore della costituzione americana. Nei suoi tre anni di presidenza l’attuale inquilino della Casa Bianca è riuscito a circondarsi di assistenti che sanno benissimo che la fedeltà al loro capo significa anche la loro sopravvivenza nel team presidenziale. Alcuni però hanno dimostrato più fedeltà al Paese e non al presidente. Il colonnello Alexander Vindman, massimo esperto di politica ucraina in servizio al Consiglio di Sicurezza, è uno di questi. Vindman ha ascoltato la fatidica telefonata di Trump con Zelensky e ha giudicato il quid pro quo di Trump come inaccettabile e tutt’altro che produttivo per la sicurezza nazionale del Paese. Vindman la vede come il whistleblower ma è venuto allo scoperto e ha testimoniato alla Camera a porte chiuse. Secondo il Washington Post, Vindman ha testimoniato per 10 ore e secondo alcune fonti ha reiterato le preoccupazioni espresse dal whistleblower. Il New York Times cita fonti secondo cui la trascrizione della telefonata con Zelensky rilasciata da Trump esclude dettagli compromettenti. Trump ha attaccato Vindman accusandolo di essere un “Never Trumper” (Nemico di Trump), deridendolo, mettendo in dubbio la sua veracità. Il problema per Trump è che il colonnello Vindman ha servito il Paese per 20 anni, parte dei quali in Iraq, dove fu ferito, ricevendo un “Purple Heart”, una medaglia concessa a membri delle forze armate americane morte o ferite al servizio della Patria. Nonostante i suoi ovvi meriti, Vindman è stato attaccato da Trump perché non gli ha dimostrato fedeltà. Così facendo, il 45esimo presidente si è comportato come è solito fare, mettendo la sua stessa persona al di sopra di tutti i valori condivisi dagli americani, specialmente per quanto riguarda le forze armate che rischiano la vita per il Paese. Il rischio però al momento lo corre proprio lui. La Camera, sotto la guida della speaker democratica Nancy Pelosi, ha appena approvato (232 voti sì, 196 no) la risoluzione che fissa le regole per il possibile impeachment del presidente. Barr, il suo grande difensore, non potrà fare nulla per difenderlo.

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Mostra su Salvador Dalì

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Milano giovedì 7 novembre alle 18 Art Gallery in via Ampère 102 inaugurazione dell’attesissima mostra su Salvador Dalì. La rassegna, intitolata Nel nome del padre e del figlio, organizzata e presentata dal curatore di mostre e grandi eventi Salvo Nugnes, vedrà i contributi anche di altre personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. In primis dell’artista José Dalì, figlio dell’artista più eccentrico mai esistito, che qui porterà diversi scatti inediti che lo ritraggono assieme al padre, oltre che ad alcune sue opere. Interverrà anche il fotografo di fama internazionale Roberto Villa, amico di Pier Paolo Pasolini e di Dario Fo. L’occasione è unica per approfondire, assieme a Josè, degli aspetti del vissuto del genio del surrealismo onirico ed anche alcune delle sue più grandi opere.
“Mio padre e mia madre non avevano il tempo di occuparsi di me- spiega Josè Dalì-, quindi le poche volte che lo vedevo si divertiva a farmi gli scherzi. Qualche volta faceva finta di morire o di sentirsi male, si bloccava per vedere la mia reazione. Oppure cercava di instaurare in me una specie di reazione a catena, mi portava sulla spiaggia di Port Lligat a vedere le rocce erose dal mare e dal vento invitandomi a descrivere il tipo di animale a cui poteva somigliare la roccia”. Ed è proprio attraverso questi giochi che nel giovane Dalì scatta quella scintilla creativa che l’ha poi portato a intraprendere un percorso artistico personale. Accessibile fino a giovedì 21 novembre, è possibile visitare la mostra Nel nome del padre e del figlio dal lunedì al sabato dalle 14.30 alle 19. L’ingresso è libero.

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Castelli: “Con local tax accorpiamo numerosi tributi locali”

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

“Con la local tax accorpiamo i numerosi tributi locali minori, tra quello relativo all’occupazione di suolo pubblico e l’imposta sulla pubblicità, al fine di semplificare la vita ai cittadini e soprattutto alle tante imprese che operano sul territorio. A questa si aggiunge una importante semplificazione per gli ambulanti, perché riteniamo che i mercati locali, specialmente nei piccoli Comuni, rappresentano un’importante spazio di socializzazione. Accorpamento in un unico tributo anche per IMU e Tasi.
Vogliamo semplificare realmente la vita di cittadini e imprese”.
Lo ha chiarito il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, annunciando l’inserimento del pacchetto “Enti Locali” nella Legge di Bilancio.

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L’UNHCR amplia la risposta in Iraq in seguito all’arrivo continuo di rifugiati siriani

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Secondo il personale dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sono oltre 12.000 i rifugiati siriani che hanno cercato rifugio nel vicino Iraq da quando, due settimane fa, ha avuto inizio l’ultimo afflusso. La popolazione rifugiata presso il campo di Bardarash, aperto da poco, ha superato le 11.000 unità e più di 800 persone sono ora alloggiate presso il centro di transito di Gawilan. Entrambi i siti si trovano approssimativamente 150 chilometri a est del confine tra Siria e Iraq. L’UNHCR e le autorità stanno lavorando affinché i rifugiati del campo possano ricongiungersi ai familiari che risiedono nella regione del Kurdistan iracheno (Kurdistan Region of Iraq/KRI).L’UNHCR sta supportando la risposta implementata dalle autorità del KRI lavorando a stretto contatto con esse per preparare altre località all’eventualità che la capacità di entrambi i siti di accoglienza venga superata.Presso entrambi i siti le famiglie rifugiate ricevono i medesimi servizi e assistenza umanitaria: pasti caldi, trasporto, registrazione, alloggio e servizi di protezione. Il personale, inoltre, monitora le necessità di protezione, assicura la protezione dei minori e identifica minori non accompagnati e persone con esigenze particolari già presso i centri di accoglienza lungo il confine. L’UNHCR assicura questi stessi livelli di supporto e assistenza a tutti i nuovi arrivati. L’UNHCR esprime gratitudine a tutte le parti coinvolte nella risposta umanitaria attualmente implementata, compresi le autorità del KRI e tutti i propri partner, i quali lavorano senza sosta per soddisfare le necessità dei rifugiati garantendo loro riparo sicuro, servizi essenziali e protezione. L’UNHCR, inoltre, ha inviato ulteriore personale dalla sede di Baghdad a supportare le unità impegnate a Erbil e Dohuk per rispondere alle esigenze dei nuovi arrivati.

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Al via la campagna crowdfunding di Green Arms

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Green Arms (https://www.greenarms.it/) è una nuova realtà nata per diffondere un modello innovativo di energia condivisa, che permetta a cittadini e imprese di investire in maniera semplice e diretta in progetti energetici a impatto ambientale positivo, beneficiando di interessanti ritorni economici.Green Arms nasce da un’iniziativa dei soci fondatori di Energia Positiva (https://www.energia-positiva.it/), start-up innovativa che già oggi offre ai cittadini la possibilità di produrre e consumare energia proveniente da fonti rinnovabili, aiutandoli a ridurre i costi delle loro bollette e a contribuire alla riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili. Entrando in Energia Positiva, il singolo socio può infatti sottoscrivere quote di impianti fotovoltaici, eolici o idroelettrici ubicati in Italia, per creare un proprio impianto “virtuale” e diventare produttore di energia rinnovabile. Questo con l’obiettivo di ridurre, fino all’eventuale azzeramento, il costo complessivo delle sue bollette energetiche. L’obiettivo di Green Arms è ancora più ambizioso: proporre sul mercato un nuovo veicolo di investimento centrato sulla sostenibilità ambientale (energie rinnovabili, risparmio energetico e mobilità) ove cittadini e imprese possano investire in modo disintermediato e consapevole il proprio risparmio, al fine di supportare la transizione energetica e la produzione di energia rinnovabile sul territorio italiano.Con questa campagna di crowdfunding, infatti, Green Arms ambisce ad aggregare investimenti diretti da soggetti di diversa natura, dai piccoli risparmiatori agli investitori istituzionali, garantendo una remunerazione al capitale da loro investito.La sua attività consisterà principalmente in operazioni di acquisizione di impianti sul mercato secondario e nello sviluppo di nuovi progetti, inerenti installazioni rinnovabili e specifici interventi di risparmio energetico.

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AmTrust Assicurazioni scegli Rgi per il mercato italiano

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

AmTrust Assicurazioni, parte del Gruppo americano leader al mondo nel mercato Medmal (Medical Malpractice), avvia la gestione delle polizze R.C. Professionale Sanitaria in Italia, grazie alla partnership con RGI, leader in Europa nella trasformazione digitale delle Compagnie assicurative, che in un tempo record di soli quattro mesi, ha consegnato in produzione la soluzione PASS_Insurance, policy administration system per le compagnie assicurative vita e danni in grado di garantire un go-to-market rapido ed efficace.
La flessibilità e scalabilità garantita dal motore tariffario, unito alla navigabilità user-friendly della componente di front-end della suite PASS_Insurance, ha consentito infatti a RGI e AmTrust di velocizzare e semplificare i processi di produzione anche per le polizze Medmal, che rappresentano il primo caso d’uso di una nuova linea di business gestita da PASS_Insurance.AmTrust Assicurazioni, vanta una posizione di leadership nel Paese, con oltre il 60% delle coperture di Responsabilità Sanitaria stipulate con enti ospedalieri e più di 100.000 medici assicurati. Un contesto di grande potenzialità dovuta alla recente normativa sull’obbligatorietà delle polizze assicurative in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale, che porterà la Compagnia a sviluppare nuove soluzioni in questo campo.
RGI, fondata ad Ivrea nel 1987 ed oggi leader in Europa nel mercato della trasformazione digitale delle compagnie assicurative, è una società indipendente specializzata nello sviluppo e implementazione di soluzioni modulari di Policy Administration System dedicate a compagnie, banche-assicurazioni, agenti, broker e promotori finanziari, per tutti i canali distributivi e tutte le linee di business. Con un team di circa 1000 professionisti, costantemente in crescita, distribuiti in 21 sedi situate in Italia, Francia, DACH area, Lussemburgo, Irlanda e Maghreb, RGI nei suoi oltre trent’anni di attività ha digitalizzato il business di oltre 100 compagnie assicurative e 300 broker dell’area EMEA.

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Il Presidente David Sassoli in visita a Skopje: “Rimanere sul binario europeo”

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

In occasione della sua prima visita ufficiale al di fuori dell’UE, il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, si recherà nella Macedonia del Nord. La visita a Skopje avrà luogo lunedì e martedì 4-5 novembre. Un viaggio a Tirana, Albania, è previsto per il 2-3 dicembre.In vista della visita a Skopje, il Presidente Sassoli ha dichiarato:”Visitare la Macedonia del Nord, e subito dopo l’Albania, è per me di grande importanza in questo momento. Sappiamo che la popolazione di entrambi i paesi è rimasta profondamente delusa dal fatto che il Consiglio non sia riuscito a trovare un accordo sull’apertura dei negoziati di adesione, a causa del veto di alcuni Stati membri. Comprendiamo e condividiamo questa delusione. L’Albania e la Macedonia del Nord hanno portato a termine le riforme che abbiamo chiesto e ora meritano di essere ricompensati per i loro sforzi straordinari. Vorrei quindi rivolgermi ai cittadini e soprattutto alle giovani generazioni: non rinunciate alla speranza, vi prego di rimanere sul binario europeo. Il Parlamento europeo è con voi.
Con una forte maggioranza di voti, il Parlamento europeo ha infatti ribadito, una settimana fa, il suo pieno sostegno all’apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania. Non restiamo in silenzio, ma esortiamo gli Stati membri dell’Unione europea a prendere una decisione unanime a favore dei negoziati di adesione, nella prossima riunione.Nel frattempo, incoraggiamo entrambi i paesi a proseguire sulla via delle riforme. Siamo convinti che, nonostante il rinvio, questo tempo non sia sprecato. Le riforme intraprese sulla via della piena adesione all’UE sono nell’interesse dei paesi e dei loro cittadini e andranno innanzitutto e soprattutto a beneficio delle giovani generazioni che meritano un futuro migliore”.Durante la sua visita a Skopje, il Presidente Sassoli incontrerà il Primo Ministro della Macedonia del Nord, Zoran Zaev, e il Presidente Stevo Pendarovski. Inoltre, terrà colloqui con i leader dei partiti politici del parlamento, il Presidente dell’Assemblea della Macedonia del Nord, Talat Xhaferi, e terrà un discorso al Parlamento. All’inizio della sua visita, inaugurerà la Casa dell’Europa presso la Delegazione dell’UE nella Repubblica della Macedonia del Nord e parteciperà a un incontro con degli studenti.

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Tasse, la classifica dei Paesi UE con la pressione fiscale più alta

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Passando a considerare la griglia completa dei Paesi, si scopre che a guidare la classifica di quelli più tassati dal fisco c’è la Francia che si conferma il paese dell’Unione europea dove la tassazione (tasse sul reddito e contribuzione sociale) è più elevata, in base ai dati Eurostat del 2018. Nel paese la pressione fiscale è al 48,4%, in aumento dall’anno precedente (48,3%), seguita da Belgio (47,2%, in aumento dal 47%), Danimarca (45,9%, in calo rispetto dal 46,8%), Svezia (44,4%, in calo dal 44,7%), Austria (42,8%, in aumento dal 42,4%), Finlandia (42,4%, in calo dal 43,1%) e Italia (42%, in lieve calo rispetto al precedente 42,1%). I paesi dove il fisco colpisce meno sono Irlanda (23%), Romania (27,1%), Bulgaria (29,9%), Lituania (30,5%) e Lettonia (31,4%). La media europea resta praticamente invariata al 40,3%.Rispetto al 2017 la pressione fiscale è salita nella maggior parte dei paesi (16), in particolare in Lussemburgo (da 39,1% nel 2017 al 40,7% nel 2018) e Romania (da 25,8% a 27,1%).Per quanto riguarda la sola imposta sul reddito, in testa resta la Danimarca (28,9%), seguita da Svezia (18,6%), Belgio (16,8%), Lussemburgo (16,4%), Finlandia (15,9%) e Italia (14,1%). Tuttavia l’ostilità e l’avversione che gli italiani manifestano per le tasse, non nascono solo dall’avvilente constatazione della sempre più marcata sproporzione tra quanto versato e la qualità dei servizi pubblici, sempre più scadenti, che a fronte di ciò viene offerta. A giocare un ruolo determinante sulla sempre più dilagante insofferenza verso il pagamento delle imposte c’è infatti anche la convinzione che la pressione fiscale esistente nel nostro Paese sia sempre più insopportabile. E a confermare questa sensazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, arrivano, anno dopo anno, numeri e statistiche, che non fanno altro che confermare quello che ormai è un incontrovertibile dato di fatto. I dati più aggiornati, ci dicono infatti che nonostante il peso del fisco in Italia sia calato di 0,1 punti, dal 42,1 % del 2017 al 42% del 2018, esso resta comunque il settimo più pesante dei grandi Paesi industrializzati.

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Istat: retribuzioni +0,8% su base annua

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Secondo i dati Istat resi noti oggi, a settembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie sale dello 0,8% su base annua.”Benino, anche se il rialzo degli stipendi poteva essere più alto” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“E’ vero che le retribuzioni sono salite più dell’inflazione di settembre, più di 2 volte e mezza, ma va detto anche che i prezzi si sono molto raffreddati, +0,3% l’indice generale di settembre (Nic), addirittura +0,1% l’indice relativo alle famiglie di operai e impiegati (FOI)” prosegue Dona.”Insomma, proprio grazie all’inflazione bassa, c’era l’occasione per recuperare parte della perdita del potere d’acquisto registrata in questi anni di crisi, -6,6% dal 2007 al 2018, aumentando gli stipendi ed il reddito disponibile delle famiglie” conclude Dona.

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Istat: a ottobre scende fiducia consumatori

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Secondo i dati Istat resi noti oggi, a ottobre la fiducia dei consumatori scende da 112,2 a 111,7. “Male, il rialzo di settembre, insomma, era occasionale. Il calo della fiducia, comunque, non è determinato da una delusione rispetto all’azione del Governo Conte II, dato che migliorano sia le attese sulla situazione economica dell’Italia, anche se dopo il balzo positivo di settembre da -21,4 a -16,2, +5,2 punti, ora il rialzo è solo di 1,2 punti, sia il giudizio sulla situazione dell’Italia, da -63,5 a -56,6, un incremento considerevole di 6,9 punti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Insomma, il giudizio sul Governo Conte è ancora positivo, anche se gli italiani cominciano a dubitare rispetto alle conseguenze sulle proprie tasche della prossima manovra, dato che le attese sulla situazione economica della famiglia peggiorano da -5,7 a -10,7, ben 5 punti in meno” conclude Dona.

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Rapporto nazionale sul condono edilizio

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Roma Il 6 novembre 2019, dalle ore 10.30 nella Sala Capitolare del Senato, Sogeea presenterà il secondo rapporto nazionale sul condono edilizio realizzato dal proprio Centro Studi.Il dossier analizza i tre condoni varati nel 1985, 1994 e 2003 attraverso l’individuazione del numero delle richieste di sanatoria presentate, delle pratiche lavorate e delle istanze ancora in giacenza; della tipologia di archivi esistenti; dell’ammontare delle somme ancora da incassare Comune per Comune. Interverranno: Sandro Simoncini (direttore scientifico Centro Studi Sogeea), Alfonso Celotto (ordinario di diritto costituzionale all’Università degli studi Roma Tre), Livio De Santoli (prorettore per le Politiche energetiche della Sapienza Università di Roma), Salvatore Esposito (vice presidente dell’Associazione nazionale per la tutela dell’ambiente), Mario Occhiuto (delegato politico dell’Associazione nazionale comuni d’Italia all’Urbanistica e ai lavori pubblici), Domenico Perdono (vice presidente con delega all’Edilizia dell’Associazione nazionale giovani costruttori edili), Bernardino Romiti (delegato all’Edilizia del Consiglio nazionale dei geometri).Saluto istituzionale: On. Ignazio La Russa (vice presidente del Senato) Modera: Piero Badaloni

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Barometro CRIF relativo alle richieste di credito da parte delle imprese italiane

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Durante il trimestre appena trascorso, le richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti da parte delle imprese italiane ha segnato una flessione del -3,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. A questo si accompagna anche una significativa flessione dell’importo medio dei finanziamenti richiesti (-4,1%), che relativamente allo specifico trimestre si assesta sul valore più contenuto degli ultimi 6 anni. A determinare questa dinamica involutiva contribuiscono l’incertezza sul quadro macroeconomico generale e il peggioramento degli indicatori di fiducia.Entrando maggiormente nel dettaglio, l’analisi condotta da CRIF mette in evidenza il diverso andamento delle richieste da parte delle Imprese Individuali e delle Società capitali, con le prime che fanno segnare un pesante -9,5% non compensato dalla confortante seppur modesta crescita (+1,1%) delle Società.Un’ulteriore evidenza degna di nota è rappresentata dal calo dell’importo medio delle richieste, che nel III trimestre dell’anno nell’aggregato di imprese individuali e società si attesta a 69.986 Euro. Si tratta dell’importo medio più contenuto dal 2013 ad oggi. Nello specifico, le richieste presentate dalle Imprese individuali hanno visto un importo medio pari a 27.469 Euro, in calo del -5,5% rispetto al III trimestre del 2018, dato che rappresenta il valore più contenuto in assoluto degli ultimi 7 anni. In netta flessione (-6,8%) anche l’importo medio richiesto delle Società di capitali, che si ferma a 95.562 Euro.

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Di scena a Toronto la rivoluzione ICA

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Toronto (Canada) Un altro grande passo verso i mercati d’oltreoceano. Il gruppo internazionale fondato dalla famiglia Paniccia e leader per le vernici innovative e per le soluzioni avanzate dei suoi laboratori R&S nel campo della sostenibilità ambientale, sarà tra i protagonisti del WMS, (Woodworking Machinery & Supply Conference and Expo) 2019 in Canada. Si tratta di un evento di prestigio mondiale, con alle spalle una storia quarantennale, attento alla ricerca sui materiali e sulle prestazioni di ogni componente e dedicata al settore della lavorazione del legno e ai macchinari. L’approdo nel Nuovo Continente dell’azienda marchigiana rappresenta una nuova tappa, dopo l’avvio della controllata canadese ICA North America e la straordinaria vittoria del “The Visionary New Product Awards by AWFS®” 2019, riconoscimento che premia originalità e attenzione al futuro nelle scoperte della green research. La multinazionale italiana, con sede a Civitanova Marche, si conferma oggi come una delle regine del mercato nordamericano. Attesa è dunque la sua presenza al prestigioso teatro della wood industry che si terrà a Toronto dal 31 ottobre al 2 novembre e dove si incontreranno aziende che attraverso creatività, determinazione, perseveranza e abilità affrontano e vincono sfide competitive ed economiche globali, garantendo la fattibilità e la sostenibilità delle loro attività di prodotti in legno per gli anni a venire. Per l’occasione il colosso del Made in Italy metterà in scena una vera e propria rivoluzione green che consente addirittura di tagliare drasticamente le emissioni di CO2 in atmosfera, grazie ai prodotti realizzati con materie prime rinnovabili e sostenibili in tutto il loro ciclo di produzione: Iridea e Arborea BIO. Ma le novità non finiscono qui. Infatti, nel corso dell’esposizione che vedrà la migliore industria del legno fare tappa nella capitale dell’Ontario, sarà possibile conoscere la sorprendente S-MATT, vernice antigraffio, antimpronta e autoriparante, e ammirare i coloranti concentrati INK, i quali, seguendo semplici indicazioni, permettono di ottenere numerose tinte di grande impatto cromatico. In particolare, partendo da 10 primari, si possono avere più di 150 colorazioni pronte all’uso e molte altre tonalità intermedie. L’appuntamento in America Settentrionale è l’ennesima dimostrazione di una politica vincente che vede il dinamico gruppo italiano in progressiva e costante crescita. Il gruppo ICA vanta infatti un rilevante aumento dell’export, oggi al 57%, e supera i 28 milioni di chilogrammi di vernice prodotta per più di 15 mila clienti su scala mondiale. http://www.icaspa.com

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Settore carta: Fedrigoni acquisisce Ritrama

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Fedrigoni S.p.A., gruppo leader in Italia e in Europa nella produzione di carte speciali, prodotti ad alto valore aggiunto per packaging e grafica ed etichette autoadesive. Pressure Sensitive Labels, ha sottoscritto il contratto di acquisizione del gruppo Ritrama, multinazionale italiana di prodotti autoadesivi con siti produttivi in Italia, Spagna, Regno Unito, Cile e Cina. La famiglia Rink, fondatrice del gruppo Ritrama, manterrà la proprietà e la gestione del business di Ritrama in Nord America, continuando la collaborazione commerciale con il resto del Gruppo. Con questa acquisizione, la seconda dall’ingresso di Bain Capital nel capitale del Gruppo, Fedrigoni rafforza la sua posizione di top player in Europa nel settore Pressure Sensitive Labels (dove opera attraverso i brand Arconvert e Manter), unendo la propria eccellenza nelle etichette per il vino, in cui è secondo produttore globale, per il food, l’household e la logistica, all’alta tecnologia applicata ai film adesivi di Ritrama, uno dei principali produttori mondiali per usi pharma, beverages e personal care. Ritrama, attraverso le divisioni graphics e industrial, integra l’offerta del Gruppo Fedrigoni in tali mercati di riferimento.
Nasce dunque un grande player globale nel settore Pressure Sensitive Labels, dove il cliente può trovare ogni soluzione per le etichette autoadesive, sia ad alto contenuto tecnologico che estetico, con un’offerta estremamente capillare e diversificata.
“I business di Arconvert e di Ritrama sono in forte sinergia – conferma Marco Nespolo, amministratore delegato di Gruppo Fedrigoni – operano entrambi con ottimi risultati su mercati in gran parte complementari, Arconvert con un’alta specializzazione nelle etichette autoadesive realizzate con carte speciali, Ritrama con un maggiore expertise nella produzione dei film plastici autoadesivi”.
“La nostra divisione Pressure Sensitive Labels, che sta già registrando performance molto positive, sarà ora più grande, completa e competitiva – prosegue Nespolo – in un mercato in continua crescita in tutti i settori di sbocco e tutte le geografie, a livello mondiale. Ritrama ha un DNA sano, italiano e di vocazione internazionale, come il Gruppo Fedrigoni”.
Ritrama ha registrato ricavi di circa 400 milioni di euro al 31 Dicembre 2018 che si aggiungeranno ai circa 1,2 miliardi di euro di ricavi del Gruppo Fedrigoni nello stesso periodo; a seguito dell’operazione, il fatturato del Gruppo Fedrigoni raggiungerà circa 1,6 miliardi di euro, posizionandolo tra i big mondiali del settore carte speciali per packaging e Pressure Sensitive Labels. Il closing della transazione è previsto per il primo trimestre 2020 ed è soggetto al perfezionamento di determinate condizioni sospensive.
Nell’operazione Ritrama si è avvalsa del supporto di Tamburi Investment Partners quale advisor finanziario, Martinez & Novebaci quale advisor legale e LED Taxand per gli aspetti fiscali. Il Gruppo Fedrigoni si è avvalso del supporto di Rothschild & Co in qualità di advisor finanziario, Latham & Watkins quale advisor legale M&A, Pirola Pennuto Zei e PwC per gli aspetti fiscali e finanziari, BCG per quelli di strategia commerciale, Kirkland & Ellis International LLP per quanto riguarda il finanziamento dell’operazione e Golder per health, safety and environment.

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