Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 17 novembre 2019

Riunioni delle commissioni e dei gruppi politici. Bruxelles

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Bruxelles Audizioni dei candidati commissari. La Conferenza dei presidenti (presidente del PE e leader dei gruppi politici) avrà uno scambio di opinioni con i tre vicepresidenti esecutivi della Commissione europea (Valdis Dombrovskis, Margrethe Vestager e Frans Timmermans) e deciderà sull’esito delle audizioni dei commissari designati (giovedi).
Migranti / Libia. La commissione per le libertà civili e la sottocommissione per i diritti umani valuteranno le condizioni dei richiedenti asilo in Libia, alla luce della situazione nel paese, in particolare per i presunti legami tra i gruppi armati e il crimine organizzato e per le condizioni nei centri di detenzione. Tra gli interventi previsti, quelli di rappresentanti del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), della Commissione, del UNHCR, dello IOM, di Medici senza frontiere e quello di David Miliband, presidente del International Rescue Committee (IRC).
Stato di diritto / Ungheria. La presidenza finlandese del Consiglio dell’UE riferirà alla commissione per le libertà civili in merito all’ultima discussione in seno al Consiglio sulla procedura legata all’articolo 7, paragrafo 1 del Trattato, contro l’Ungheria, volta a stabilire se esista un chiaro rischio di grave violazione dei valori dell’UE. Questa è la prima discussione di fondo sull’argomento nell’attuale legislatura (giovedì).
Eurozona. Il presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno discuterà degli ultimi sviluppi nell’area euro con la commissione per i problemi economici e monetari, sul tavolo il rallentamento economico e il completamento dell’Unione bancaria, in particolare per quel che riguarda la creazione del sistema europeo di assicurazione dei depositi (lunedì).
Assemblea ACP-UE. Membri del Parlamento europeo e parlamentari di 78 paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico si incontreranno a Kigali, in Ruanda, per la 38a Assemblea ACP-UE. Al centro dei dibattiti, i cambiamenti climatici e la sicurezza alimentare, i fenomeni migratori, la crescita sostenibile e l’accordo post-Cotonou (da domenica 17 a giovedì 21).
Convenzione sui diritti dell’infanzia. Il Parlamento organizza una conferenza di alto livello per celebrare il 30 ° anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, per discutere dei progressi compiuti negli ultimi tre decenni e riflettere sulle sfide che i bambini e i giovani affrontano oggi. L’evento sarà aperto da Sua Maestà la Regina del Belgio, dal Presidente del Parlamento David Sassoli e da David Bisbal, cantante spagnolo ed Ambasciatore dell’UNICEF (mercoledì).
Preparazione della plenaria. I gruppi politici prepareranno la sessione del 25-28 novembre a Strasburgo, in cui i deputati dovranno eleggere la nuova Commissione europea, sulla base del programma e del Collegio dei commissari presentato da Ursula von der Leyen. Inoltre, discuteranno del prossimo vertice UE del 12-13 dicembre e della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP25 che si terrà a Madrid. I deputati sono chiamati a votare il bilancio 2020 dell’UE. La sessione prevede, infine, la cerimonia di assegnazione del Premio LUX 2019 e una seduta solenne con Oleg Sentsov, premio Sacharov 2018, recentemente rilasciato dal carcere.
Agenda del Presidente. Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli incontrerà martedì il presidente della Commissione delle Conferenze episcopali europee, il Cardinale Jean-Claude Hollerich, ed il Presidente della Conferenza delle Chiese europee Rev. Christian Krieger. Mercoledì il Presidente Sassoli incontrerà Sua Maestà la Regina del Belgio.
Briefing pre-sessione. Il servizio stampa del PE terrà un briefing con i portavoce dei gruppi politici del Parlamento europeo alle 11.00 di venerdì (sala Anna Politkovskaya, centro stampa, Bruxelles.

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Grohe Zero – Obiettivo: neutralità CO2 entro il 2020

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Düsseldorf. Da circa 20 anni il tema della sostenibilità ambientale è considerato un elemento imprescindibile nella strategia aziendale di GROHE. Già nel 2000 il brand internazionale, leader nelle soluzioni complete per il bagno e sistemi per la cucina, aveva deciso di adottare “principi e linee guida per la sostenibilità ambientale” al fine di migliorare costantemente tutti i prodotti, i processi produttivi e i servizi a tutela dell’ambiente. Da allora, GROHE ha imposto nuovi standard di settore, adottando un approccio alla sostenibilità a 360 gradi, che coinvolge i propri impiegati, fornitori, clienti, processi produttivi e prodotti, così come e il contributo sociale fornito dall’azienda. Con l’obiettivo di diventare il primo produttore nel settore idrotermosanitario a raggiungere la neutralità nell’emissione di CO2 entro il 2020, GROHE ha ancora una volta rafforzato il proprio impegno: lo scorso luglio infatti, tutti i cinque stabilimenti GROHE, così come i centri logistici presenti in Germania, sono stati riconvertiti e sono oggi alimentati con energia elettrica verde, come parte dell’iniziativa “GROHE ZERO”. Il prossimo aprile 2020, con l’inizio del nuovo anno fiscale, GROHE controbilancerà le emissioni di CO2 inevitabili, realizzando due progetti di compensazione.Questa iniziativa è direttamente ricollegabile alle diverse misure attivate presso gli stabilimenti GROHE, finalizzate alla riduzione a lungo termine delle emissioni di carbonio e alla conservazione delle risorse: GROHE ha investito in impianti di cogenerazione, ha ricevuto la certificazione Silver dal German Sustainable Building Council per l’ampliamento dello stabilimento di Klaeng, in Tailandia, e ha costruito un laboratorio sperimentale all’avanguardia a Hemer, in Germania. Inoltre, GROHE utilizza tecnologie avanzate che favoriscono l’aumento della sostenibilità, come per esempio la stampa 3D su metallo, introdotta quest’anno, che permette di risparmiare sui materiali utilizzati.Come risultato, GROHE ha aumentato del 24% la propria efficienza energetica e dal 2014, anno in cui l’azienda si è dotata di un programma per la sostenibilità ambientale, ha ridotto del 40% le emissioni di gas serra, superando ampiamente di almeno il 20% gli obiettivi prefissati per il 2021.
GROHE supporta due progetti di compensazione per controbilanciare le emissioni di CO2: nel nord dell’India, il funzionamento di una centrale idroelettrica consente di rimpiazzare l’energia elettrica derivante da centrali a carbone. In Malawi, stato africano privo di sbocchi sul mare, è stato avviato un progetto per consentire la riparazione e la manutenzione di pozzi trivellati utilizzati per ottenere acqua potabile. Grazie ad alcuni progetti accuratamente selezionati, GROHE sostiene attività che si basano su criteri estremamente rigorosi, come ad esempio lo Standard Gold, sviluppato sotto l’egida del WWF. Oltre a evitare la produzione di CO2, queste misure contribuiscono a favorire uno sviluppo più sostenibile, ecologico e sociale nell’ambito dei progetti ambientali.

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La ripresa si è fermata, ma le aziende italiane restano solide

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Indici di redditività in calo, fatturato in aumento in termini nominali (+4,1%, l‘anno prima era 4,4) ma nella sostanza fermo ai livelli del 2017, valore aggiunto cresciuto (+4,1%) a ritmi più ridotti dei costi del lavoro (+5,6%), con effetti negativi sulla produttività e sui margini, tempi e ritardi nei pagamenti di nuovo peggiorati, dopo una lunga fase di miglioramento: la ripresa delle PMI, che durava dal 2013, nel 2018 ha perso slancio e ha continuato a perderlo anche nella prima parte del 2019. Eppure, nonostante la congiuntura non più favorevole, le aziende italiane sono finanziariamente sempre più solide.A dirlo è il Rapporto Cerved PMI 2019, presentato oggi a Osservitalia in collaborazione con Borsa Italiana, che fotografa lo stato di salute economico-finanziaria delle piccole e medie imprese italiane dal punto di vista dei bilanci, della demografia, del credito e del debito commerciale, del rischio di default, grazie al vasto patrimonio di informazioni di Cerved integrato con i sistemi di rating, di score e dai modelli previsionali sviluppati dall’azienda. Il focus quest’anno è dedicato al nuovo Codice della crisi, a cui Cerved ha contribuito in qualità di partner scientifico del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili nell’elaborazione degli indici della crisi.Le procedure di allerta previste dal nuovo Codice mirano a un’emersione anticipata delle crisi aziendali, con lo scopo di risanare società per cui la difficoltà è temporanea e rendere più rapida e meno costosa l’uscita dal mercato per quelle in cui è invece irreversibile. Il rispetto degli ‘obblighi organizzativi’ previsto dalle nuove norme richiederà alle imprese di dotarsi di sistemi di autovalutazione per monitorare il proprio rischio di default. Ciò comporterà investimenti non trascurabili in sistemi di risk management, formazione e per nominare gli organi di controllo, con maggiori costi per ogni PMI compresi tra 20 e 40 mila euro all’anno. I benefici per il sistema potrebbero comunque superare i costi e raggiungere i 10 miliardi di euro (contro 6 miliardi di spesa) se le PMI coglieranno quest’opportunità per migliorare la loro gestione economico-finanziaria.Secondo il precedente Rapporto, in Italia nel 2017 la ripresa economica si era consolidata, con un’accelerazione dei ricavi e della redditività delle imprese, in un contesto di grande solidità finanziaria. I dati del nuovo Report di Cerved, giunto alla sesta edizione, indicano invece come nel 2018 e nella prima parte del 2019 la crescita del fatturato e dei profitti si sia fermata, senza però incidere negativamente sui profili di rischio delle aziende, ulteriormente migliorati rispetto all’anno precedente.Anche nel prossimo triennio, secondo l’analisi, le PMI italiane continueranno a evidenziare profili solidi, pur crescendo poco in ragione di una congiuntura economica debole, al di sotto di un punto percentuale in termini reali: nel 2019, infatti, i fatturati segneranno una netta frenata e accelereranno leggermente nel successivo biennio, mentre la redditività lorda sarà sostanzialmente ferma per poi crescere a ritmi lenti. Gli indici di redditività subiranno un’ulteriore flessione: nel 2021, al termine del periodo di previsione, il ROE si attesterà al 10,4% (dall’11% del 2018). Ciononostante, il rafforzamento patrimoniale e il calo della rischiosità dovrebbero proseguire, anche se più lentamente rispetto al passato.

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Studenti universitari e nuove tecnologie

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Gli studenti di Scienze Politiche e Ingegneria sono consapevoli dei cambiamenti apportati dalle nuove tecnologie alla società? Sono pronti per diventare i decision maker di domani? A che punto è la formazione universitaria su questi temi? Su un campione di 300 studenti (58% donne e 42% uomini) con età media di 23 anni, provenienti principalmente dalle facoltà di Scienze Politiche e Ingegneria di diverse università italiane, risulta che il 56% non ha mai sentito parlare di “democrazia digitale” ad esclusione da chi proviene da facoltà giuridico-economiche, dove la percentuale si abbassa sensibilmente. Interessanti i dati relativi al grado di coinvolgimento degli studenti nelle decisioni politiche, da cui emerge che a livello europeo il 36% non si sente per nulla coinvolto, mentre a livello nazionale il dato scende al 25%, fino ad arrivare a livello locale con la misura del 22%.L’indagine realizzata da Adl Consulting, nasce con l’obiettivo di indagare a che punto è la formazione in Italia rispetto a tematiche come blockchain, intelligenza artificiale e democrazia digitale, e se le Istituzioni e le Università hanno saputo trasferire alle future gene­razioni la portata e le potenzialità dell’impatto dell’era digitale sul rapporto tra istitu­zioni pubbliche e comunità, imprese e rappresentanti d’interesse.
Come evidenziato dal Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, nella prefazione alla ricer­ca: “comprendere le percezioni degli studenti di Ingegneria e di Scienze politiche diventa necessario al fine di anticipare i cambiamenti e disporre di una classe dirigente all’altezza”.A sorprendere è l’insufficiente conoscenza e l’inadeguata comprensione delle tecnologie che stanno cambiando gli attuali paradigmi della società. Dalle risposte raccolte risulta che il 75% non ha mai letto libri sulla blockchain, mentre solo il 61% è entrato in contatto con articoli e libri sull’intelligenza artificiale. Nonostante questi dati piuttosto allarmanti, gli studenti vedono in modo entusiasta l’applicazione della tecnologia nei diversi ambiti della società (84%).Pubblicata all’interno della ricerca “L’era della democrazia digitale, una sfida per cittadini, imprese e politica”, l’indagine ha coinvolto le università Sapienza di Roma, LUISS Guido Carli, Università di Cassino, Università degli Studi di Milano, Università di Padova, Università di Parma e Università di Trento.
“Gli studenti sono un target “speciale” in quanto rivestono il doppio ruolo di cittadini e futuri professionisti e, in molti casi, di ambassador tecnologici nel contesto familiare e accademico. La scelta di intervistare giovani universitari provenienti da percorsi differenti ci ha permesso di riflettere su target che presentano caratteristiche distinte per tipologia di studi e caratteristiche di apprendimento” afferma Claudio Di Mario, Founding Partner & CEO di Adl Consulting, società di consulenza strategica, public affairs e comunicazione istituzionale specializzata in attività di digital lobbying e advocacy. Ne L’era della democrazia digitale, una sfida per cittadini, imprese e politica, come scrivono gli autori nell’introduzione alla ricerca, si indaga come a fronte di un’innovazione digitale che ha cambiato quasi ogni aspetto della nostra vita privata, la democrazia e le sue pratiche (in primis in termini di legislazione e di governo) siano ancora fortemente ancorate al modello tradizionale della democrazia rappresentativa costituzionale classica; tuttavia, il potenziale innovativo della rivoluzione digitale ha già iniziato a cambiare fortemente la relazione tra istituzioni e cittadini (per esempio attraverso l’uso di piattaforme di partecipazione), così come la modalità in cui gli stessi cittadini, le imprese o i rappresentanti di interessi stanno ripensando il dialogo con i decisori pubblici (per esempio attraverso il cosiddetto digital lobbying).

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Modelli di lavoro e trasformazione digitale

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Microsoft ha presentato oggi per la prima volta a Milano i risultati di un’indagine europea sull’evoluzione dei modelli di lavoro e sull’approccio di manager e dipendenti alla trasformazione digitale. Il cambiamento è la nuova normalità: il 95% dei dirigenti italiani ha dichiarato che la propria azienda è stata recentemente coinvolta in un processo d’innovazione, in primis di natura tecnologica (54%). E tra le sfide che le organizzazioni del nostro Paese hanno dovuto affrontare spicca proprio l’assenza di un’adeguata cultura tecnologica (50%), seguita dalla difficoltà di un vero cambiamento culturale (35%), due istanze strategiche per il successo di qualsiasi progetto di trasformazione digitale.Sebbene le persone facciano spesso fatica ad accettare i cambiamenti, dallo studio è emerso che migliorare la cultura sul posto di lavoro possa portare enormi benefici al business. Infatti, le aziende fondate su una “cultura dell’innovazione”, generalmente definita come cultura in cui si supportano e si promuovono nuove idee, hanno il triplo delle probabilità di raggiungere una crescita a doppia cifra: il 22% degli intervistati italiani delle aziende più innovative ha infatti dichiarato di aspettarsi una crescita a doppia cifra nel corso dei prossimi cinque anni, rispetto al 7% delle aziende meno innovative. Inoltre, queste aziende riescono ad attrarre e trattenere più facilmente i talenti: la maggior parte dei lavoratori di queste società (90%) intende restare in azienda, rispetto al 62% di chi lavora in organizzazioni con una cultura meno innovativa e che vede maggior turnover.
Secondo i risultati dell’indagine, il modo migliore per trasformare la cultura aziendale è cambiare le abitudini di lavoro e le modalità di relazione. Gli italiani hanno infatti dichiarato di sprecare il 59% del proprio tempo in riunioni ed email inutili, interruzioni non necessarie e ricerca delle informazioni. Lo studio ha evidenziato come un giusto mix di tecnologia avanzata per la produttività e la collaborazione e di cultura innovativa possa contribuire notevolmente a ottimizzare i tempi, aiutando i dipendenti a dedicarsi alle attività più importanti, a concentrarsi sui propri compiti e a realizzare il proprio potenziale. Gli italiani che hanno l’opportunità di lavorare in modo più fluido e focalizzato, e di conseguenza di rendere le proprie attività più efficienti, hanno tre volte più probabilità di essere felici sul posto di lavoro (58% vs 16%).Dall’analisi delle aziende più innovative emerge che un fattore importante, non solo per la produttività dei dipendenti, ma anche per la crescita del business, è la possibilità di collaborare in modo semplice ed efficace con colleghi, partner e clienti: il 90% degli intervistati italiani considera la collaborazione all’interno dei team di lavoro un elemento strategico per la crescita aziendale e l’88% crede che collaborare con i propri partner sia vitale per lo sviluppo del business.Nelle realtà più innovative, i tool di collaborazione semplificano lo scambio di informazioni e il coinvolgimento dei dipendenti nei processi decisionali: il 62% degli italiani che accedono a questi strumenti dichiara infatti di trovare semplice la condivisione di informazioni, contro il 20% di chi non vi accede, e il 54% afferma di organizzare facilmente riunioni, rispetto al 20% di chi non può avvalersi dei tool di collaborazione.Infine, una cultura innovativa aiuta i dipendenti a sentirsi liberi di esprimere la propria opinione (75% vs 42%) e accettare più serenamente di commettere errori (62% vs 37%), fattori che, in un mercato in rapida evoluzione, sono necessari per garantire l’innovazione, la creatività e la crescita, sia personale sia a livello aziendale. Una lezione che Microsoft ha imparato bene sotto la guida di Satya Nadella, come emerge dal libro “Hit Refresh”.

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“Va bonificata la riforma della Bonifica siciliana”

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Ad affermarlo con un gioco di parole è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), forte degli ottimi risultati gestionali e di efficienza, che autogoverno e sussidiarietà garantiscono enti consortili in tutta Italia, come dimostrato anche in questi giorni di emergenza idrogeologica.
“E’ la cronaca di una riforma sbagliata – prosegue il DG di ANBI – perché quanto perseguito dalla Regione Sicilia con il disegno di legge, che prevede la creazione di un consorzio unico, significa di fatto la nascita di un’ulteriore agenzia regionale, negando principi fondamentali come quello della partecipazione in difformità con quanto previsto dall’Intesa Stato-Regioni del 2008. Non solo – insiste Gargano – il progetto di riforma nulla dice sui debiti accumulati dagli enti consortili nel corso di pluriennali commissariamenti, né sulle prospettive di sostenibilità gestionale, anzi gravandola di ulteriori funzioni, attualmente attribuite ad altri enti ed i cui oneri non potrebbero certo essere a carico dei consorziati e delle imprese agricole. A fronte di tali considerazioni -conclude Gargano – proponiamo di ripartire dai contenuti dell’Intesa Stato-Regioni del 2008, recependo il profondo disagio che tutti i protagonisti della filiera, dalla Rappresentanza dei cittadini a quella delle Imprese e dei Lavoratori, hanno con forza manifestato al Presidente della Giunta Regionale Siciliana.

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Manca lo “status di Roma capitale”

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

“Che Milano cresca del 9,7% e Roma la metà dimostra quanto il peso che il ruolo di Capitale, priva di poteri speciale e risorse adeguate, incida sullo sviluppo della città. Sono anni che Fratelli d’Italia denuncia il processo di desertificazione aziendale dell’area vasta di Roma, che allontana gli investimenti a causa di una pluralità di problemi che si sommano al gigantismo delle funzioni cui Roma deve adempiere diminuendone efficienza e capacità attrattiva. Leggi speciali per Roma di cui si parla da anni, e di cui favoleggiano i 5stelle, a oggi non ce ne sono. Tutti i dlgs che derivano dalla 42 sono rimaste lettera morta perché Roma è priva di poteri speciali e perché le risorse economiche che pure erano previste sono state eliminate. E la proposta dei 5 stelle non aggiunge nulla. Desta quindi stupore l’enfasi con la quale Di Maio parli di un disegno di legge governativo, della cui esistenza a Palazzo Chigi non c’è traccia. C’è una bozza di proposta di legge sulla quale stanno lavorando i 5stelle alla Camera della quale vale la pena citare solo l’ultimo articolo di invarianza finanziaria: ‘Le amministrazione interessate provvedono all’attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi oneri o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’…
Esiste un Osservatorio Parlamentare per Roma che sta svolgendo un lavoro importante, costruttivo e trasversale, di cui fanno parte tutti i partiti, che lavora nell’unico interesse della Capitale e della nazione. Faccio appello al Sindaco Raggi, al M5S e alla Lega nord per collaborare più efficacemente e affidare a questo organismo, che non appartiene a nessun partito, il compito di formulare la proposta più giusta per offrire all’attuale e a qualunque altro sindaco gli strumenti per far rinascere Roma”.

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Storie di Sibling, il punto di vista di chi vive e cresce con un fratello raro

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Roma, 21 novembre 2019 – Ore 14,30-17,30 Auditorium Ministero della Salute – Lungotevere Ripa, 1. Dare voce a migliaia di sorelle e fratelli che affrontano le problematiche legate alle malattie rare, spesso in completa solitudine, è l’obiettivo primario del Progetto “Rare Sibling” nato dall’esperienza, quasi decennale, dell’Osservatorio Malattie Rare che spesso si è occupato di questi temi dal punto di vista giornalistico.Il Progetto vuole contribuire a migliorare la qualità di vita complessa di ogni componente dei nuclei familiari influenzati dalle malattie rare, sensibilizzando e informando sulla condizione dei sibling attraverso le attività di storytelling e le attività dedite alla promozione dell’aggregazione, del confronto, dello scambio tra rare sibling, oltre alla raccolta e diffusione di best practice di gestione di gruppi di supporto o laboratori di counseling svolti in Italia o all’estero.Durante l’incontro sarà presentata la pubblicazione “La mia storia è quella di mio fratello” che raccoglie i risultati del lavoro realizzato con le associazioni di pazienti e con tanti fratelli e sorelle che si sono resi disponibili per raccontare le loro storie.Il Convegno prevede il seguente Programma provvisorio
Ore 14,30 – Registrazione dei Partecipanti
Ore 15 – Apertura dei lavori e Saluti Istituzionali Sen. Paola Binetti, Presidente Intergruppo Parlamentare Malattie Rare, neuropsichiatra infantile
Ore 15,15 – Un anno di Rare Sibling: i dati raccontano le storie Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttore Osservatorio Malattie Rare
Laura Gentile, Psicologa e Psicoterapeuta, responsabile scientifica del Progetto Rare Sibling
Ore 15,45 – La storia di Alessia ed Emanuele
Ore 16,00 – “Rare Siblings – La Sfida della cura durante noi” Margherita Urgeghe, Consigliera Associazione Italiana Sindrome X Fragile
Ore 16,15 – L’impegno sul campo Bianca Maria Lanzetta, Consigliere Nazionale ANFFAS Onlus, Carla Ferrazzoli, Consigliere Comitato Siblings Onlus, Tizia D’Auria e Maria Caterina Pugliese, Parent Project APS
Modera Antonella Patete, giornalista esperta in temi sociale e autrice delle storie di pazienti

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I miliardari contro Warren e Sanders: fra egoismo e giustizia sociale

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

“Alcuni credono che la migliore maniera di affrontare l’accumulazione della ricchezza sia di permettere al governo di prendersela tutta”. Così ha risposto Mark Zuckerberg all’idea di Bernie Sanders di eliminare i miliardari.Sanders, come si sa, è uno dei principali candidati alla nomination del Partito Democratico con tendenze alla sinistra, come suggerisce la sua scelta di dichiararsi socialista democratico. Anche Elizabeth Warren, senatrice del Massachusetts, l’altra candidata tendente a sinistra con idee molto simili a Sanders, ha fatto dichiarazioni che hanno suscitato l’interesse e la preoccupazione degli ultra ricchi. Ambedue Sanders e Warren aumenterebbero le tasse a questi benestanti.La Warren userebbe questi aumenti per finanziare in buona parte il suo piano di Medicare-for-All, la sua riforma sanitaria, che coprirebbe tutti gli americani. Bill Gates, il fondatore e padrone di Microsoft, ha come Zuckerberg, espresso costernazione al piano della Warren dichiarando che gli costerebbe 100 miliardi, una buonissima parte della sua fortuna.La Warren ha giustamente corretto l’imprenditore, chiarendo che il suo piano costerebbe solo 6 dei 107 miliardi di dollari del patrimonio di Gates, ossia il 6 percento circa. Una cifra simile dovrebbe essere sborsata da Jeff Bezos, padrone di Amazon, il cui patrimonio è valutato a 111 miliardi. Il “povero” Zuckerberg dovrebbe invece contribuire 4,2 miliardi alle casse del tesoro. La senatrice del Massachusetts sarebbe disposta a incontrarsi con Gates e forse anche con gli altri miliardari e spiegare loro in persona che gli effetti del suo piano li toccherebbero relativamente poco.Gates però non si preoccupava solo della sua situazione personale ma ha anche detto che gli aumenti alle tasse causerebbero “meno crescita” e sarebbero una cattiva idea non solo per gente come lui ma anche per l’economia americana. Un editoriale del New York Times ci fa notare però che quando Gates fondò la sua azienda l’aliquota massima era del 70 percento, anche se molti pagavano di meno a causa di tante detrazioni disponibili ai benestanti. Non è stato un problema per Gates di fondare la sua compagnia e di avere moltissimo successo.Le tasse sono diminuite notevolmente negli ultimi decenni con le vittorie repubblicane al livello federale. I più ricchi americani pagano solo il 33 percento del loro reddito mentre anni fa la cifra era del 51 percento. I tagli apportati dalla più recente riforma fiscale dal presidente Donald Trump però non hanno avuto un effetto positivo sull’economia secondo l’International Monetary Fund. Hanno avuto però un effetto molto positivo per i conti in banca degli ultra ricchi come Trump. Il 45esimo presidente lo ha riconosciuto quando ha ricordato ai suoi amici benestanti in un discorso nella sua resort di Mar-a-Lago in Florida che con la sua legge sono “divenuti molto più ricchi”. I tagli alle tasse approvati dai repubblicani beneficiano in grandissima maggioranza i ricchi e spesso aumentano il deficit oltre che ridurre programmi sociali per la classe media e i poveri.Pagare miliardi di dollari non fa piacere a nessuno ma quando a uno gliene rimangono in tasca molti altri non dovrebbe essere un grosso sacrificio. Si tratta infatti di giustizia sociale. La Warren spiegò perché i benestanti dovrebbero pagare di più in un suo memorabile discorso nel 2011 quando considerava la sua corsa per il Senato. Dopo essere stata accusata di causare una “guerra di classe” per le sue idee fiscali progressiste Warren rispose dicendo che se uno ha costruito “una fabbrica di successo” lei gli offre i suoi complimenti. Il successo dell’azienda, però, sarebbe stato impossibile senza le strade costruite dai contribuenti, senza i dipendenti istruiti dalla società, senza la sicurezza pagata dalla società e senza i mercati messi a disposizione della società. Quindi una parte dei profitti dovrebbero essere indirizzati alla società stessa che ha favorito e permesso il successo dell’azienda. Si tratta solo di giustizia, secondo Warren.Questa idea di responsabilità fiscale fu ripresa anche dal presidente Barack Obama da candidato presidenziale nella campagna del 2012 per spiegare anche lui le sue idee progressiste. Obama usò in un discorso un linguaggio che echeggia esattamente quello della Warren. L’allora candidato Obama disse che i ricchi “hanno il dovere di contribuire” alla società perché dopotutto il loro successo è dovuto non solo al loro talento ma anche agli “aiuti ricevuti” dai loro maestri e altri. Hanno ricevuto aiuto dalla società che ha creato “l’incredibile sistema americano” che ha permesso al talento imprenditoriale di fiorire. Il successo non è dovuto solo all’individuo, continuò Obama, ma anche al fatto che le cose si fanno in gruppo.Negli ultimi decenni le disuguaglianze economiche fra ricchi e poveri sono aumentate in maniera stratosferica. I miliardari non dovrebbero affatto protestare quando Warren o Sanders segnalano loro l’importanza di contribuire di più per aiutare a mantenere e migliorare il sistema americano che gli ha permesso di creare la loro fortuna. Attaccare Warren o Sanders rappresenta anche un strategia perdente per gli ultra ricchi poiché li fa apparire piccoli e egoisti in confronto a questi due candidati politici che lottano per ridurre la disuguaglianza e creare programmi che beneficino la società. Ovviamente Gates, Bezos, Zuckerberg preferiscono dare una parte della loro fortuna in beneficenza il che li farà sentire psicologicamente felici. Quando pagano al governo invece perdono il loro controllo e questo beneficio psicologico. Una piccola perdita per aiutare a creare una società più giusta come propongono Sanders e Warren. (by Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California)

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18 novembre: Giornata europea degli Antibiotici

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

«Curare le infezioni causate da batteri resistenti è difficile – spiega Alessandro Marocchi, direttore del Laboratorio dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba -, in quanto gli antibiotici normalmente utilizzati hanno perso efficacia ed è necessario ricorrere ad altri antibiotici. Questo può ritardare l’individuazione della terapia più appropriata e causare complicazioni che possono anche portare alla morte del paziente. Inoltre può essere necessaria una maggiore assistenza sanitaria e il ricorso ad antibiotici alternativi e più costosi, che tra l’altro possono avere effetti collaterali più gravi». Il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, WHO) ha dichiarato che la resistenza antibiotica è una delle emergenze sanitarie mondiali, che deve essere affrontata con estrema urgenza. I batteri resistenti agli antibiotici causano una lunga serie di infezioni: infezioni delle vie urinarie, polmonite, infezioni cutanee, diarrea, infezioni del torrente sanguigno. La sede dell’infezione dipende dai batteri coinvolti e dalle condizioni del paziente. Per i pazienti ricoverati all’interno di strutture ospedaliere esiste il rischio di infezioni non collegate al motivo del ricovero. Purtroppo, in Italia l’antibiotico-resistenza è raddoppiata tra il 2005 e il 2014. L’ospedale di Erba in questi anni è riuscito a contenere il problema: se, ad esempio, consideriamo Klebsiella pneumoniae,i ceppi isolati dai pazienti nel corso del 2018 sono solo per il 7% resistenti ai carbapenemi (in Italia 26,8%), con un massimo dell’11% nei degenti: possiamo forse dedurre che nella nostra realtà i carbapenemi, tipicamente di utilizzo ospedaliero e riservati ai casi più gravi, vengono impiegati correttamente. Un altro gruppo di antibiotici utilizzati prevalentemente in ambito sanitario sono le cefalosporine di III generazione: ci possiamo rendere conto di questo se consideriamo le percentuali di resistenza di E. coli ad esse. La resistenza complessiva osservata a Erba nello stesso periodo è del 15% (28,7 in Italia), ma sale dal 9% delle infezioni ambulatoriali al 21% delle infezioni in pazienti degenti ed al 34% negli ospiti di RSA. Un altro esempio di pressione selettiva causata dagli antibiotici è osservata, sempre in ceppi di E. coli, nel caso della resistenza ai fluorochinoloni, utilizzati spesso al di fuori delle degenze ospedaliere. Nella realtà di Erba il 40% di E. coli è resistente (41,7 in Italia): ma nei casi ambulatoriali è solo il 32%, sale al 43 nei degenti e raggiunge il 74 nelle RSA. I veramente pochi casi di Acinetobacter baumannii hanno resistenze combinate nel 72% (in Italia 75,7%): anche qui la pressione selettiva delle terapie antibiotiche sembra indicare il suo effetto: dal 20% di resistenze in casi ambulatoriali al 67% di casi ospedalieri, e al 92% di casi in RSA. (Per approfondimenti sui dati relativi all’ospedale Sacra Famiglia è possibile visionare il sito http://www.fatebenefratelli.it).Oltre alle attività comuni a tutte le strutture Ospedaliere nella lotta alle infezioni ospedaliere, presso l’Ospedale Sacra Famiglia di Erba si è avviata anche una collaborazione con i Medici di Medicina Generale dell’ordine dei medici della provincia di Como denominata “Microbiologia clinica partecipata”: è un portale di studio e informazione che mira a sviluppare una cultura condivisa sulle problematiche esistenti nell’area di riferimento, ovvero un forum dove i microbiologi e gli specialisti ospedalieri condividono con i MMG dati epidemiologici, conoscenze scientifiche, dubbi e soluzioni agli eventuali problemi che si possono presentare nel corso delle attività. Questa attività mira a uniformare e condividere azioni preventive e scelte organizzative / terapeutiche che tanta parte hanno nel caratterizzare le antibiotico resistenze presenti in un territorio.

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Banche in crisi e salvataggi in Ue

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

“Ormai è più evidente che le regole europee sugli aiuti di Stato per salvare le banche in crisi in Germania si interpretano, mentre in Italia si applicano. Come riporta oggi ‘Il Sole 24 Ore’, Bruxelles sarebbe pronta ad autorizzare il salvataggio di Stato della NordLB, settima banca tedesca, giunta al collasso da oltre venti miliardi di sofferenze. Fratelli d’Italia non è la prima volta che denuncia questa discriminazione e proprio in occasione dell’audizione della commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, in Commissione Finanze al Senato nel maggio scorso contestammo la decisione di Bruxelles che impedì il salvataggio di Tercas attraverso il Fondo Interbancario, privato, rispetto ad un atteggiamento più favorevole verso la Germania e le banche tedesche. Allora registrammo la secca smentita della commissaria, ma oggi siamo costretti a prendere atto di una realtà diversa, visto che alla Germania sarebbe consentito l’utilizzo di risorse, pubbliche, dei Land tedeschi per salvare la banca NordLB. Non appena sarà varata la nuova Commissione europea rivolgeremo formale protesta, affinchè le regole siano fatte rispettare per tutti in Europa. Intanto, siamo costretti ad assistere allo stallo della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, di cui non si hanno notizie anche se tutti i gruppi hanno comunicato i rispettivi componenti. Un silenzio pesante che è calato soprattutto da quando Matteo Renzi è entrato nella maggioranza di governo. Si tratta soltanto di una coincidenza?”. Lo dichiarano il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Luca Ciriani, e il senatore di FdI, Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro.

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No alla criminalizzazione dell’educazione sessuale in Polonia

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Il PE chiede al Parlamento polacco di respingere la controversa proposta di legge. Nel testo, approvato con 471 voti favorevoli, 128 contrari e 57 astensioni, i deputati hanno condannato il progetto di legge polacco che intende criminalizzare l’educazione sessuale ai minori. In Polonia, l’iniziativa di emendare una legge contro la pedofilia minaccia gli insegnanti con una pena detentiva fino a tre anni e sono state avanzate proposte per aumentarla fino a cinque anni.Il Parlamento europeo ha condannato tali sviluppi in Polonia, volti a disinformare nonché stigmatizzare e vietare l’educazione sessuale. Ha poi invitato il Parlamento polacco ad astenersi dall’adottare il progetto di legge proposto, che può essere visto come un altro tentativo in Polonia di limitare i diritti sessuali e riproduttivi, come il diritto all’aborto. Proteggere i giovani dagli abusi attraverso una migliore educazione. Nella risoluzione si incoraggiano gli Stati membri a introdurre nelle scuole un’educazione sessuale e affettiva completa e adeguata all’età dei giovani. Inoltre, il Parlamento ha sottolineato come la mancanza di informazioni e di educazione in materia di sessualità metta a rischio la sicurezza e il benessere dei giovani, rendendoli più vulnerabili e meno preparati dinanzi allo sfruttamento sessuale, agli abusi e alla violenza, comprese la violenza domestica e forme di abuso online.Insegnare ai giovani relazioni basate sull’uguaglianza di genere, sul consenso e sul rispetto reciproco può essere il mezzo per prevenire e combattere gli stereotipi e la violenza di genere, l’omofobia e la transfobia. Riconoscendo l’importante ruolo svolto dalla società civile nella trasmissione dell’educazione sessuale, il Parlamento ha anche chiesto che siano messi a disposizione delle organizzazioni interessate dei finanziamenti adeguati a livello europeo, sia attraverso il programma Diritti e valori per il 2021-2027, sia attraverso altri progetti pilota.Infine, si invita il Consiglio ad affrontare le presunte violazioni dei diritti fondamentali in Polonia, nel contesto delle sue attuali audizioni sulla situazione nel Paese, conformemente all’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea.

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Digital & Export Business School di UniCredit

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Brescia 18 novembre 2019 presso la sede API Industria, prenderà il via il tradizionale percorso formativo della Digital & Export Business School di UniCredit, giunto con questo appuntamento al suo nono anno.L’iniziativa è articolata in tre mezze giornate di lezioni e approfondimenti, tenute da specialisti della banca ed esperti provenienti dal mondo della ricerca e dell’imprenditoria, per fornire ad export manager e imprenditori approfondimenti e spunti di riflessione sul rapporto tra export e digitalizzazione, sulle nuove geografie per l’export, sulle strategie di marketing a supporto del posizionamento all’estero, su big data, intelligenza artificiale, machine learning e e-commerce. Un approfondimento sarà dedicato anche a temi quali la contrattualistica e la fiscalità internazionale, il credito documentario e la digital trade chain.Sarà possibile seguire le lezioni in diretta streaming da 37 sedi Confapi e UniCredit distribuite su tutto il territorio nazionale, grazie al collegamento da remoto via webinar. Una piattaforma di instant-feedback consentirà l’interazione con i docenti in tempo reale da ogni location. Nel Lazio verranno coinvolte le sedi di Roma e Latina.
La Digital&Export Business School è uno dei percorsi di formazione offerti dalla Banking Academy di UniCredit, il programma di financial education e formazione su innovazione, export e digitalizzazione che la banca offre gratuitamente a clienti e non.
UniCredit vanta una presenza capillare garantita da banche leader in 14 mercati strategici e uffici di rappresentanza in 18 Paesi nel mondo, e mette a disposizione delle imprese unità specializzate, come gli International Center, in grado di proporre ai clienti un’offerta completa di servizi e prodotti di supporto ai processi di internazionalizzazione.
La Confederazione italiana della piccola e media industria dal 1947 tutela e promuove la piccola e media industria privata italiana. 83mila sono le imprese che applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti da Confapi e che impiegano quasi un milione di addetti. Le Pmi del sistema Confapi rappresentano un modello non soltanto industriale ed economico, ma anche culturale e sociale. Centro di aggregazione nel quale l’imprenditore svolge anche una funzione guida all’interno del territorio di appartenenza in termini di conoscenza dei fabbisogni e delle specificità nonché del mercato del lavoro.

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Adyen lancia la sua soluzione per l’emissione di carte

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Amsterdam. Adyen, la piattaforma internazionale di pagamento scelta da Aziende leader a livello mondiale, ha annunciato l’ampliamento della sua offerta con il servizio di emissione di carte. Adyen Issuing, questo il nome della soluzione, consentirà alle aziende clienti della piattaforma olandese di fornire carte virtuali e/o fisiche ai propri clienti. Le carte emesse da Adyen potranno essere utilizzate online, in-app, in store o essere integrate nei mobile wallet.Adyen Issuing soddisferà le più disparate esigenze dei clienti, offrendo loro la possibilità di emettere carte per svariati contesti d’uso: ad esempio, i marketplace potranno effettuare trasferimenti verso queste carte che, a loro volta, i clienti potranno utilizzare ovunque; oppure le agenzie di viaggio online avranno la possibilità di servirsi di carte virtuali per effettuare erogazioni a compagnie aeree e alberghi.Per le aziende le carte rappresentano una modalità molto efficace per connettersi con partner e clienti. Adyen Issuing potrà offrire loro numerosi vantaggi in questo senso:
● Una piattaforma globale unificata che offre ai propri clienti anche una soluzione di emissione di carte all’avanguardia, in grado di soddisfare le loro esigenze presenti e future.
● Una tecnologia API avanzata, che offre ai clienti il controllo sull’onboarding e la possibilità di personalizzare le carte con il proprio marchio.
● Potenti API in tempo reale che consentono ai clienti di essere integrati nel flusso di autorizzazione e di controllare l’esperienza del titolare della carta.
● Perfetta integrazione con l’acquiring di Adyen per ridurre i tempi di autorizzazione delle carte e aumentare la trasparenza del flusso di cassa.
● Le carte emesse dal cliente tramite Adyen sono mobile wallet friendly e possono essere utilizzate per l’acquisto online, in-app e in-store.

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Trasporti ed ecologia

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Nel 2015 i camion che hanno percorso l’Europa hanno emesso 366 milioni di tonnellate di anidride carbonica e, dal 1990, il settore dei trasporti, è l’unico a non aver registrato un notevole calo nelle emissioni di gas serra. Le ricerche condotte nel 2014 hanno evidenziato come, il settore dei trasporti, sia responsabile della produzione di circa il 21% di anidride carbonica dell’Unione Europea. Per fare però un quadro che davvero dimostri il vero impatto dei trasporti, è necessario valutare i dati in base alla tipologia di mezzo: van e auto sono responsabili per il 15% delle emissioni di CO2 mentre i camion per il 6%. Non solo, questi dati non tengono conto della crescita dei volumi dei trasporti in corso dagli anni 90’; considerando questo aspetto e valutando ad esempio l’emissione di CO2 per tonnellate al chilometro, si nota che, già nel 2012, essa era cinque volte inferiore rispetto al 1990.Raben Group, uno dei protagonisti europei nel settore dei trasporti e della logistica -di cui Raben SITTAM fa parte, è costantemente impegnato nella ricerca di innovazioni e tecnologie che possano ridurre i danni al nostro pianeta. Essendo leader di mercato nel settore della logistica, il Gruppo ha potuto constatare come, un approccio eco-sostenibile, possa portare vantaggi sostanziali tanto all’azienda quanto all’ambiente.Oltre ad ottimizzare i trasporti, Raben Group, presta molta attenzione alla formazione dei propri driver, organizzando corsi di eco-guida (eco-driving) nei quali possono imparare come essere ecologici al volante. Seguire questi consigli significa consumare meno carburante e, contemporaneamente, emettere meno anidride carbonica.

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Giffoni Opportunity: School Experience Festival

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Riprende il suo viaggio e, dopo aver coinvolto migliaia di studenti in Veneto e Calabria, sarà a Nuoro (Sardegna) dal 19 al 22 novembre. L’iniziativa fa parte del Piano Nazionale Cinema per la Scuola, in quella cioè che è la collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) e il Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo (Mibact).A coordinare la terza tappa del festival itinerante sarà l’Impresa Sociale “Nuovi Scenari”, diretta da Giuseppe D’Antonio, che insieme al team di Giffoni gestirà le numerose attività rivolte agli oltre 2000 studenti degli istituti secondari di II grado del territorio sardo. Saranno proprio i ragazzi a valutare i film in concorso, selezionati tra un rosa di oltre 1000 opere e dedicati a un pubblico dai 14 ai 20 anni.Si parte con le storie raccontate dai lungometraggi di Feature Experience, in programma: IL CORAGGIO DELLA VERITÀ di George Tillman, CAFARNAO – CAOS E MIRACOLI di Nadine Labaki e BLINDED BY THE LIGHT di Gurinder Chadha.
Dedicata a registi italiani e internazionali è, invece, la sezione Short Experience con 7 cortometraggi in gara: BROTHER di Beppe Tufarulo, IL PRIMO GIORNO DI MATILDE di Rosario Capozzolo, PUPONE di Alessandro Guida, SELFIES di Claudius Gentinetta, SONG SPARROW di Farzaneh Omidvarnia, THE BOX di Dusan Kastelic e CLEPTOMAN di Giuseppe Casapulla.Mentre sono 13 gli short movie proposti da associazioni e istituti scolastici di tutta Italia per Your Experience: L’APPUNTAMENTO (THE DATE) dell’associazione Zuccherarte – regia Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli, OPEN UP di Lapo Mamoli, LOVE, LIFE + SAUSAGES dell’associazione di volontariato tra cittadini e famiglie con disabilità “La Primula” di Roma – regia Matteo Vitelli, BIG TROUBLE IN SABUCINA dell’I.I.S.S. Mottura – regia Andrea Marchese, LOST IN PRATO dell’Istituto Statale “Gramsci- Keynes” – regia Roberto Valdes, OFFLINE dell’Istituto Superiore Michele Sanmicheli – regia Luca Sartori, LA GROTTA DEGLI AMANTI del Liceo Classico Statale “Ugo Foscolo” – regia Luca Piermarteri, ABBRACCIAMI INVECE dell’I.S. POLO TECNOLOGICO – regia Francesco Pileggi, SOLO UN GIOCATTOLO dell’I.I.S. Niccolò Machiavelli – I.C. Iqbal Masih – I.I.S. Schiapparelli/Gramsci – I.C. Mattei Di Vittorio – regia Lorena Costanzo, EGANA del liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” – regia Luca Dal Canto, IL PASSAGGIO della cooperativa sociale Totem – Progetto “Spunti di Svista” – regia Michele Orlandi, IN GAME dell’I.I.S.S. “Don Luigi Milani” e dell’I.C. “Rita Levi Montalcini” – regia Luca Moltisanti, chiude LA FAMIGLIA K del liceo scientifico “Talete” e del liceo “Dante Alighieri” – regia Adriano De Bonis, Mario Bassetto, Paolo Moscatelli, Viola Iurilli e Alessandra Annunziata.Spazio anche ai laboratori: tre i format per far entrare ragazzi e docenti nel mondo del cinema e delle nuove tecnologie. Il primo, GRANDI STORIE IN POCHI MINUTI, è rivolto agli studenti e intende focalizzare l’attenzione sugli elementi alla base della realizzazione di un film. Il secondo, DIGITAL PROF, si pone nell’ambito delle attività che School Experience propone per la formazione dei docente. L’obiettivo è quello di guidare in un’esperienza di apprendimento utile al consolidamento delle competenze digitali. Chiude MOVIE LAB, una lezione di cinema interattiva per permettere ai ragazzi di comprendere il linguaggio audiovisivo, dandogli la possibilità di costruire una scena cinematografica.La terza tappa di School Experience si chiuderà venerdì 22 novembre, alle ore 20:00, presso l’Auditorium dell’Istituto Tecnico Commerciale “Salvatore Satta” alla presenza dell’intera cittadinanza, della comunità studentesca e delle istituzioni. Durante l’evento sarà presentato il cortometraggio ideato e interpretato dagli studenti di Nuoro con la guida della video factory di Giffoni.

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Scuola: Organici e tempo scuola insufficienti

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Riempire gli enormi “buchi” di organico del personale scolastico e predisporre una quota aggiuntiva per incrementare il tempo scuola e i cicli d’istruzione, al fine anche di ridurre la dispersione scolastica. È questo il filo conduttore che ha portato il sindacato Anief a presentare una serie di emendamenti presentati al Disegno di legge di Bilancio 2020 AS 1586, ora all’esame della V Commissione del Senato. Le richieste vanno dall’utilizzo razionale di posti liberati con “Quota 100” alla cancellazione dell’organico di fatto; dal miglioramento del rapporto alunni-docenti per la formazione delle classi al ripristino dell’insegnamento per moduli nella scuola primaria; dall’avvio dell’Educazione motoria nella scuola primaria all’obbligo scolastico sino alla maggiore età e anticipandone l’inizio a 5 anni; dall’insegnamento curricolare dell’educazione civica all’attivazione dei posti in organico profilo AS e C del personale ATA, di un corso di formazione rivolto al personale, della mobilità professionale per le graduatorie 2010 e l’indizione nuove procedure concorsuali, sino al ripristino di organici adeguati e di supplenze senza gli attuali vincoli.Sono molte e tutte ampiamente motivate le richieste sindacali di modifica della manovra di bilancio, nelle parti in cui si affronta il problema degli organici del personale, fortemente ridotti e quindi da rimpolpare il prima scuola, e del tempo scuola che a seguito delle ultime riforme ha subìto un decremento che è alla base del mancato arretramento della dispersione scolastica. Tra le disposizioni rivendicate dal sindacato figurano quelle di accantonare i posti lasciati liberi dal personale che ha lasciato anticipatamente il lavoro attraverso “Quota 100”, cancellare l’organico di fatto, ad iniziare dai posti in deroga di sostegno e delle sezioni primavera; di migliorare il rapporto alunni-docenti per la formazione delle classi; di ripristinare l’insegnamento per moduli nella scuola primaria, rifacendosi al modello vigente fino alla Legge 133/08, anche sulla base dei deludenti risultati indicati nei rapporti PIRLS sulle capacità di lettura e sui processi di apprendimento degli alunni del primo ciclo; di introdurre in modo obbligatorio e istituzionale la pratica dell’Educazione motoria nella scuola primaria; di estendere l’obbligo scolastico sino alla maggiore età e anticipandone l’inizio a 5 anni anziché a 6 anni. Sempre nello stesso ambito, il giovane sindacato ha chiesto di introdurre l’insegnamento curricolare dell’educazione civica, intesa come disciplina autonoma e non inglobata in altre materie; attivare i posti in organico profilo AS e C del personale ATA, prevedendo in questo modo la possibilità, prevista da diversi anni nel contratto collettivo nazionale di categoria, di fare elevare professionalmente assistenti e collaboratori scolastici; di prevedere anche un corso di formazione rivolto al personale, la mobilità professionale per le graduatorie 2010 e l’indizione nuove procedure concorsuali. Infine, sempre per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, Anief chiede di ripristinare gli organici su livelli numerici decisamente maggiori degli attuali e l’attivazione di supplenze senza gli attuali vincoli, a iniziare dalla riattivazione delle supplenze brevi sin dal primo giorno di assenza del titolare.

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Sostegno, il 41% degli studenti cambia insegnante rispetto all’anno precedente

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

Organico e strutture. Limiti endemici della scuola italiana che, probabilmente, diventano più drammatici quando coinvolgono gli alunni con disabilità. Recentemente – come riporta la stampa specializzata – si è levata l’ennesima voce autorevole per sottolineare le carenze e la retorica di un’istruzione inclusiva, nel corso del convegno “Inclusione e Scuola, la tutela del diritto allo studio”, svoltosi alla Camera e promosso da Giusy Versace, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità e Disabilità di Forza Italia. È quella di suor Anna Monia Alfieri, componente della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI.
Nell’anno scolastico 2017/2018 (Focus Miur settembre 2018), ha fatto notare nella sua relazione, che gli alunni con disabilità che frequentavano le scuole statali di ogni ordine e grado erano 245.723, il 3,1% del totale della popolazione studentesca, con un aumento percentuale rispetto alla rilevazione precedente (+0,2%), e un aumento complessivo rispetto all’anno scolastico 2014/2015 pari a circa l’8,4%. Per i 272mila studenti che ne avrebbero diritto ci sono solamente 156mila insegnanti di sostegno, 40mila dei quali sono “in deroga”, ovvero senza studi di specializzazione. Il 41% degli alunni cambia docente rispetto all’anno precedente, il 12% addirittura durante lo stesso anno, scrive l’Istat. E, come se non bastasse, solo il 32% è accessibile dal punto di vista delle barriere fisiche, mentre appena il 18 per cento lo è per la presenza di ostacoli senso-percettivi.Qualche soluzione c’è e il sindacato Anief l’ha prospettata in più occasioni. Recentissima è la richiesta di proposte emendative, sul sostegno, alla Legge di Bilancio 2020. Proposte che sono state presentate martedì scorso. Ma non solo. “Ci aspettiamo anche – sottolinea il leader del sindacato autonomo, Marcello Pacifico – che al Miur distribuiscano in modo equo e ragionato i posti di corsi di specializzazione, a differenza di quanto è stato fatto in occasione dell’ultima tornata.

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Legge di Bilancio, stipendi piccoli anche per colpa di norme sbagliate

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

L’organizzazione sindacale chiede, in particolare, di andare a modificare l’articolo 23, comma 2 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, eliminandola frase “in modo selettivo, ad una quota limitata di dipendenti”; inoltre, si chiede di mettere mano al comma 1-bis dell’articolo 52 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, cancellando le parole “secondo principi di selettività” e “attraverso l’attribuzione di fasce di merito”. Queste modifiche permetterebbero, spiega il sindacato nella motivazione dell’emendamento n. 13.2.1, di andare incontro al personale contrattualizzato della P.A., che “ha visto negli anni preclusa la possibilità di avanzamento stipendiale, poiché da una parte i rinnovi contrattuali sono rimasti bloccati per lungo tempo e nel contempo sono stati eliminati gli adeguamenti stipendiali per anzianità di servizio”. Il sindacato autonomo ritiene pertanto necessario adottare immediati “interventi legislativi”, attraverso la manovra di fine anno, finalizzati a “favorire un percorso di recupero salariale attraverso la valorizzazione in via prevalente dell’esperienza maturata, della professionalità e dell’anzianità di servizio”.
Anief chiede anche di migliorare il trattamento economico del personale pubblico allineando il salario minimo dei dipendenti al tasso annuo di inflazione reale, certificato dall’Istat e accertato dal Ministero dell’Economia. Una disposizione sempre più necessaria per recuperare il “blocco contrattuale avvenuto tra il 2008 e il 2016 e la progressiva perdita d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici in contrasto con gli articoli 36 e 39 della Costituzione”: per tali motivi, l’associazione sindacale rappresentativa del comparto Scuola chiede “il riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale, del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 14%”, specificando che“la norma non comporta maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Il sindacato chiede anche che “in via sperimentale, le università statali” possano “incrementare, oltre il limite di cui all’art. 23, comma 2 del decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 75, l’ammontare della componente variabile del fondo per il trattamento accessorio del personale, costituita dalle risorse determinate dai contratti collettivi. Il maggiore onere è a carico dei bilanci degli Atenei”. Il via libera al trattamento accessorio personale universitario avrebbe “lo scopo di dare compimento all’art. 63, comma 5, del CCNL 2016-2018 rimasto inattuato a causa della mancata emanazione dei decreti attuativi previsti. Eppure, la norna dice che“a decorrere dal 1° gennaio 2018 e sino al 31 dicembre 2020, in via sperimentale, le Università statali” possono “incrementare, oltre il limite di cui all’art. 23, comma 2 del medesimo decreto legislativo, l’ammontare della componente variabile del presente Fondo, costituita dalle risorse di cui al comma 3, in misura non superiore ad una percentuale della sua componente stabile, costituita dalle risorse di cui ai commi 1 e 2”.

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61st American Society of Hematology Annual Meeting

Posted by fidest press agency su domenica, 17 novembre 2019

ALX Oncology, a clinical-stage immuno-oncology company developing therapies to block the CD47 checkpoint mechanism, today announced that ALX148 clinical results have been selected for presentation at the 61st ASH Annual Meeting & Exposition, December 7 – 10, 2019, Orange County Convention Center, Orlando, FL.“This year’s ASH meeting will be an opportunity to provide important clinical updates on our CD47 program in hematologic malignancies,” said Sophia Randolph M.D., Ph.D., Chief Medical Officer of ALX Oncology. “We are excited to share the first clinical efficacy data from the combination of ALX148 with rituximab, showing that ALX148 maximizes clinical activity with a best-in-class safety profile. We are committed to further development of this agent with the potential to transform standards-of-care for patients with cancer.”

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