Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 15 novembre 2019

“Venezia, non è una città, non è un villaggio, non è una metropoli né ha mai aspirato ad esserlo”

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Pubblichiamo, in parte, l’accorata lettera di una nobildonna che vive a Venezia e che ha la ventura, non certo gradita, di veder morire una città unica nel mondo affogata prima che dalle acque dalle speculazioni e dalle ruberie e dalla cecità di stato.
Venezia è una realtà unica al mondo, sospesa nel tempo tra il sogno, l’incantesimo e la storia, è la realizzazione concreta e tangibile di una sola e grande opera d’arte composta, non dimenticatelo mai voi che guadate le immagini sul media, anche dai noi veneziani, uomini e donne, giovani e vecchi, del passato e del presente che la vivono giorno per giorno e la conservano e custodiscono nei fatti e nella memoria.I veneziani sono coloro che vi sono nati, coloro che hanno scelto di viverci, coloro che hanno dovuto abbandonarla, coloro che dopo averci studiato hanno deciso di adottarla, e di tutti coloro che prima di vantarsene hanno deciso di viverla in un incredibile intreccio di spettacolari luci e complesse difficoltà. Siamo in tanti, molti di più di quanti vorrebbero farvi credere per giustificare una funzionale diminuzione dei servizi prioritari.A Venezia si nasce ancora, si miei cari, tra le onde della marea di ieri sera, i primi vagiti di tanti cuccioli d’uomo si facevano sentire nel non lontano ospedale di San Giovanni e Paolo. Mentre tutti in famiglia facevamo fronte alla grande tempesta di vento, acqua e mare che violentemente si era scagliata su Venezia e la nostra dimora, tra le prime come un guerriero di punta nella laguna Nord a tagliare il vento che viene dal nord, ho avuto l’impressione che la casa si fosse trasformata in una nave che solcava i mari del nord. Intorno a noi devastazione, distruzione, vaporetti, barche e gondole affondate e strozzate alle paline, altre totalmente fuori controllo sopra le fondamenta a pochi centimetri dai ponti e dai palazzi. I canali morbidi e silenziosi di Venezia trasformati in fiumi in piena. Gli esercenti, le scuole, ogni attività al piano terra devastata ed in ginocchio. Gli squeri divelti dalla laguna trasformatasi in mare aperto. Non è stato facile il risveglio questa mattina, stremati dalla paura e dalla stanchezza, ma soprattutto afflitti dalla rabbia perché ancora oggi dopo anni di parole e investimenti incredibili fatti, il rispetto della laguna che deve necessariamente passare dalla conoscenza dei suoi flussi e dei suoi equilibri non è stato ancora affrontato con la dovuta serietà e concretezza.
Ma come è possibile che in Olanda sin dal 1200 l’uomo riuscì ad arginare il fiume Amstel e l’oceano con la realizzazione di un sistema strutturato di argini e canali, recuperando circa un quinto dell’area della terraferma nel paese (circa 6.500 km²). Buona parte del territorio, come l’intera provincia di Flevoland è costituita da polders , tra cui molti del XII secolo, ovvero da terreni prosciugati e strappati al mare, a paludi costiere e lagune e che adesso sono bonificati e protetti dalle dighe. Senza il drenaggio continuo e la protezione di queste dune costiere, circa metà dell’Olanda sarebbe coperta dal mare o dai diversi fiumi che l’attraversano: l’oceano! Nel 1932 con la costruzione della Afsluitdijk, ossia la diga di sbarramento, fra la Frisia e l’Olanda Settentrionale il mare è stato nuovamente separato e trasformato nel lago Ijsselmeer. Quest’ultimo, in parte prosciugato ha dato poi origine alla provincia di Flevoland. Fra il 1958 e il 1986 si attuò il noto piano Delta, una mastodontica operazione per chiudere i bracci di mare e limitare al massimo i rischi di inondazione. E nel 1997 è stata conclusa la diga di Stormvloedkering.
Due emergenze assolute per Venezia se volete che resti patrimonio italiano, altrimenti è meglio che ritorni ad essere Repubblica Marinara della Serenissima indipendente al più presto da questo stivale che la tratta come un sassolino, appunto, nella scarpa:
Emergenza moto ondoso per tutti veneziani e turisti;
– Blocco navi veloci nel bacino di San Marco;
– Studio concreto delle conseguenze del Mose e di tutti i lavori fatti e conseguenze sul delicato equilibrio preesistente della laguna;
– Predisposizione di rimedi subito e non per forza milionari;
– E soprattutto ascoltare i veneziani e coloro che la vivono. (Contessa – Chiara Modica Donà Dalle Rose)

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Le musiche della Cappella Sistina

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Roma sabato 16 novembre 2019 alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza (Piazzale Aldo Moro 5, Roma) per la stagione della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti, concerto dei Tallis Scholars diretti da Peter Phillips. La Cappella Sistina risplendeva non soltanto per gli affreschi dei più grandi pittori ma anche per le composizioni dei più grandi musicisti dell’epoca.
La polifonia cinquecentesca è uno dei culmini della musica di tutti i tempi, sia nel campo profano – a cui la IUC dedica in questa e nella prossima stagione il ciclo dei Madrigali di Gesualdo da Venosa – sia nel campo sacro, a cui è dedicato questo concerto, che offre una straordinaria panoramica sui maggiori compoasitori di musica da chiesa del tempo, che venivano convocati a Roma dall’Europa intera per fornire la musica alle funzioni celebrate nella Cappella Sistina dal papa in persona.
The Tallis Scholars sono stati fondati nel 1973 dal loro direttore Peter Phillips e sono il complesso vocale di musica polifonica più celebre al mondo. Grazie all’attento lavoro sull’intonazione e sulla fusione delle voci sono in grado di raggiungere una purezza e una chiarezza di suono assolute, presto divenuta la loro cifra stilistica. Tengono circa 70 concerti l’anno nelle maggiori sale, chiese e festival d’Europa, America del Nord e del Sud, Australia ed Estremo Oriente. Con la musica scritta per la cappella Sistina hanno un legame speciale, tanto che nel 1994 sono stati invitati a cantare per inaugurare i restaurati affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. Pochi mesi prima avevano celebrato il quarto centenario della morte di Palestrina con un concerto nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, ove Palestrina era stato maestro di cappella. Ma hanno collaborato anche con Sting e Paul McCartney.
Il più universalmente noto dei maestri della Sistina è indubbiamente Giovanni Pierluigi da Palestrina, che costituisce l’asse portante di questo concerto: invece di eseguire un’intera sua Messa, i Tallis hanno avuto l’originale idea di mettere insieme la musica di una Messa attingendone le varie parti da cinque diverse Messe di Palestrina, che durante il concerto saranno intercalate da altri brani composti da altri maestri. Il primo in ordine cronologico è Josquin Des Prez, il più grande rappresentante della scuola fiamminga, che prestò servizio presso la Sistina alla fine del Quattrocento e incise il suo nome su un muro della cappella, dove si può ancora leggerlo. Sempre seguendo l’ordine cronologico, dopo di lui vengono il francese Elzéar Genet detto Carpentras – oggi è pressoché dimenticato, ma le sue Lamentationes Jérémie, di cui verrà eseguita la prima parte, erano uno dei brani musicali più famosi del Cinquecento – e lo spagnolo Cristóbal de Morales, quindi finalmente Costanzo Festa, il primo italiano in grado di rivaleggiare con i grandi polifonisti d’oltralpe. L’ultimo in ordine cronologico è Gregorio Allegri, che intorno al 1630 compose un brano destinato a restare leggendario per secoli, il Miserere, di cui i papi erano talmente gelosi da proibire severamente di farne copie e portarle fuori dalla Sistina, finche Mozart, dopo averlo ascoltato una sola volta, fu in grado di trascriverlo per intero a memoria!

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La scaleup italo-olandese Wonderflow fra i vincitori della EIT Digital Challenge 2019

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Bruxelles. C’è anche un’azienda italo-olandese, Wonderflow, fra le dieci migliori scaleup europee, così come selezionate da EIT Digital nell’ambito della EIT Digital Challenge 2019, conclusasi lo scorso fine settimana a Bruxelles.Wonderflow il cui quartier generale è ad Amsterdam, ma i cui fondatori, Riccardo Osti, Giovanni Gaglione e Michele Ruini sono italiani, e che mantiene il reparto di ricerca e sviluppo (una ventina di persone) a Trento, si è aggiudicata il secondo posto nella categoria Digital Industry in quella che è stata l’edizione finora più partecipata della Challenge: vi hanno gareggiato 279 scaleup provenienti da 33 paesi, con una crescita del 40% rispetto al 2018. Wonderflow si occupa di analizzare i dati dei consumatori online, ed estrapola informazioni utili dai feedback e dalle recensioni dei clienti delle aziende per elaborare analisi utili all’innovazione dei prodotti e alle strategie di marketing. Fra i suoi clienti figurano aziende di primo piano quali Huber, Samsung, DHL, Philips, Lavazza.
L’EIT Digital Challenge si rivolge alle scaleup delle tecnologie digitali europee incentrate sulla rapida crescita del loro business in Europa e nel mondo. Le dieci aziende premiate si uniranno all’EIT Digital Accelerator, che è stato appena riconosciuto come uno dei cinque migliori acceleratori pubblici mondiali e il programma con la migliore portata pan-europea, e “Top 4 European Accelerator” nel rapporto Startup Heatmap Europe. Inoltre, il primo classificato in ogni categoria riceve un premio in denaro di 50.000 euro.Oltre a Wonderflow, fra i 25 finalisti in gara nella serata finale, figurava un’altra scaleup con sede in Olanda ma team e fondatori – in gran parte – italiani, ReaQta, che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale per prevenire e combattere le minacce informatiche.
10 iniziative di primo piano per rafforzare il futuro digitale dell’Europa in 5 categorie. I 25 finalisti hanno presentato le loro innovative soluzioni digitali a giurie composte da specialisti di tecnologia, investitori, dirigenti di alto livello di aziende tecnologiche europee ed esperti di EIT Digital. Dopo un attento esame del mercato e del potenziale di internazionalizzazione del modello di business di ciascun concorrente, i giudici hanno selezionato 10 vincitori in cinque categorie che rappresentano le aree di interesse strategico di EIT Digital: Digital Tech, Digital Cities, Digital Industry, Digital Wellbeing e Digital Finance.
Le 10 migliori scaleup deep tech europee sono:
1° posto: Oculavis (DE) – Remote Service Platform, con applicazioni AR e AI personalizzabili
2° posto: Wonderflow (NL) – Aiuta le aziende ad estrarre le informazioni utili dal feedback dei clienti
Digital Tech
1° posto: R3 (DE) – Tecnologia wireless ad alte prestazioni per applicazioni industriali mission-critical
2° posto: QuoScient (DE) – Piattaforma di sicurezza informatica completamente automatizzata per la gestione dei processi operativi
Digital Wellbeing:
1° posto: Mecuris (DE) – Piattaforma per protesi e ortesi personalizzabili e stampate in 3D
2° posto: SidekickHealth (IS)- Piattaforma terapeutica digitale per prevenire e gestire le malattie croniche
Digital Cities:
1° posto: CERBAIR (FR) – Rilevamento e neutralizzazione dei droni tramite radiofrequenza
2° posto: LORIOT (CH) – Fornitore di infrastrutture sicure e scalabili a lungo raggio per l’Internet of Things
Digital Finance:
1° posto: Zelros (FR) – AI e tecnologia Machine Learning, per aiutare le assicurazioni ad aumentare l’efficienza delle vendite
2° posto: Minna Technologies (SE) – Piattaforma di gestione degli abbonamenti per le banche retail

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Medicina di genere e Medicina di precisione

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Roma, 27 novembre ore 11.30 Palazzo Theodoli Bianchelli – Sala Conferenze – Piazza Parlamento 19 Onda presenta il libro bianco, realizzato grazie al supporto di Farmindustria, dedicato quest’anno alla Medicina di genere e alla Medicina di precisione. La Medicina di genere si basa sulle diversità tra donna e uomo che influenzano lo stato di salute, la diagnosi, la cura oltre che l’attitudine alla prevenzione. La presa di coscienza delle differenze tra i generi nell’ambito della salute ha ottenuto un nuovo importante risultato con il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere, uno dei presupposti della Medicina di precisione che tiene conto delle peculiarità, genetiche e non solo, di ogni persona. Nasce così la possibilità di una medicina su misura grazie anche a terapie personalizzate, più rispondenti alle specifiche esigenze del singolo paziente, quindi più efficaci e sostenibili. Intervengono:
On. Rossana Boldi, Vicepresidente Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati, On. Fabiola Bologna, Capogruppo della Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati, Sen. Paola Boldrini e Sen. Maria Rizzotti, Membro Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica, Alessandra Carè, Responsabile Centro di riferimento per la medicina di genere, Istituto Superiore di Sanità, Roma Francesca Merzagora, Presidente Onda Raffaella Michieli, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, Venezia Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria.

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L’afrobeat di Seun Kuti sbarca in Italia

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Al via sabato 23 novembre il primo tour italiano nei club del musicista nigeriano Seun Kuti, figlio più giovane del pioniere dell’afrobeat Fela Kuti. Seun ha inaugurato la sua carriera subito dopo la morte prematura del genitore nel 1997, assumendo la guida della band paterna, gli Egypt 80, a soli quindici anni. Come il padre, Seun lotta con la musica per l’affermazione del proprio popolo. Oluwa Seun Anikulapo Kuti è ora un’icona dell’Africa militante che vuole emergere con le proprie forze e la propria cultura, contro l’ingiustizia, la corruzione e l’arroganza del potere. Dal padre Fela, conosciuto anche come “The Black President”, Seun ha ereditato non solo la passione e il talento musicale, ma, anche l’impegno politico e sociale. L’afrobeat di Seun Kuti, infatti, è permeato dalla storia della black music, con inflessioni rap e new soul in un succedersi di suoni e messaggi che hanno attualizzato e amplificato il retaggio culturale paterno. La sua musica fatta di polifonie sincopate, bassi profondi e suggestioni ritmiche, trasporta e coinvolge l’ascoltatore tra voci, fiati, chitarre e percussioni. “Voglio fare l’afrobeat per la mia generazione -commenta l’artista- invece che ‘alzati e combatti’, il messaggio deve diventare: alzati e pensa”. Sassofonista e cantante, il giovane Kuti cita fra i propri ispiratori Miles Davis, il musicista e poeta afro-americano Gill Scott Heron, i rapper Timbaland e Dr. Dre, pur restando osservatore dei canoni classici del filone black. In un’epoca in cui l’afrobeat è riscoperto e citato in molteplici ambiti musicali contemporanei, dall’Hip-Hop alla techno e a tutta la tropical music, Seun Kuti & Egypt 80 rappresentano l’autentica radice originale, seppur rafforzata dalla giovane energia e da una notevole apertura a contaminazioni artistiche.Con lui, la storica formazione Egypt 80, -“La più infernale macchina ritmica dell’Africa tropicale” -, nome inventato da Fela nel 1977, rifacendosi all’antica civiltà egizia. Sul palco Oluwa Seun Anikulapo Kuti (voce, sax, tastiere), Adebowale Osunnibu (sax), Ojo Samuel David (sax), Adedoyin Adefolarin (tromba), Oladimeji Akinyele (tromba), Joy Opara (voce, danza), Iyabo Adeniran (voce, danza), David Obanyedo (chitarra), Oluwagbemiga Alade (chitarra), Kunle Justice (basso), Shina Niran Abiodun (batteria), Kola Onasanya (conga), Wale Toriola (percussioni) e Okon Iyamba (shekere).Durante i concerti è prevista una selezione dalla discografia dell’artista, dal primo album “Many Things” del 2008 fino all’ultimo EP “Night Dreamer Direct-To-Disc Sessions” registrato in presa diretta con i brani dall’ultimo disco ‘Black Times’, candidato ai Grammy Awards come miglior album world e contenente anche un featuring con Carlos Santana.Il tour è realizzato in collaborazione con Django Concerti.Le date del tour:
sabato 23 novembre, Linecheck Festival, Base, Milano
giovedì 28 novembre, Locomotiv, Bologna
venerdì 29 novembre, Monk, Roma
sabato 30 novembre, Il Volo del Jazz Festival, Teatro Zancanaro, Sacile (PN)
domenica 1 dicembre, Teatro Miela, Trieste

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Il 2020 sarà l’anno di Chiara Lubich

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Roma Lunedì 18 novembre alle 12.00 presso la Sala Stampa Estera (Via dell’Umiltà, 83 – Roma), si terrà la conferenza stampa con la presenza di Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Giuseppe Ferrandi, direttore Museo storico del Trentino, Maurizio Gentilini, autore della biografia di imminente uscita “Chiara Lubich, la via dell’unità tra storia e profezia” (Città Nuova Ed.). Modera Paola Severini Melograni, giornalista. . Dal 7 dicembre 2019 partiranno da Trento, città natale di Chiara Lubich, una serie di eventi per celebrare in tutto il mondo i cento anni dalla nascita della fondatrice del Movimento dei Focolari (1920-2008).Insignita del Premio UNESCO per l’Educazione alla Pace (Parigi 1996), del Premio Diritti umani del Consiglio d’Europa (Strasburgo 1998) ha ricevuto anche diciassette cittadinanze onorarie, tra le quali Roma, Firenze, Torino, Milano, Palermo, Buenos Aires e sedici lauree ad honorem da parte di università di quattro continenti.Personalità carismatica, Chiara Lubich continua ad ispirare milioni di persone, organizzazioni e movimenti con una spiritualità che parla a tutti perché mette al centro la fraternità della famiglia umana.“Desideriamo che questo centenario favorisca un incontro vivo con la persona di Chiara e il suo messaggio, oggi particolarmente attuale e fecondo – spiega Maria Voce –; un incontro che può avvenire nelle migliaia di persone che si spendono per un mondo più unito e in pace; nei movimenti economici, politici e culturali nati dalla sua spiritualità, come l’Economia di Comunione o il Movimento Politico per l’Unità; nelle centinaia di progetti sociali, ambientali e umanitari che contribuiscono a un mondo più unito e giusto”.Promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino e dal Centro Chiara Lubich, con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento e sotto gli auspici del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, la mostra avrà luogo nella cornice suggestiva della Galleria Bianca. “Il percorso espositivo – spiega Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino – intende ripercorrere le tappe significative della vita della Lubich attraverso documenti, scritti autografi, testimonianze fotografiche, video e istallazioni multimediali. La mostra racconterà l’avventura spirituale, culturale e sociale di questa figura che, dal contesto trentino negli anni della seconda guerra mondiale, alle sfide del mondo globalizzato, è stata promotrice instancabile di una cultura della fraternità tra i popoli”. La mostra sarà visitabile durante tutto il 2020 e prevede anche una sezione distaccata a Tonadico, nella Valle del Primiero. Sono previsti, nei continenti extraeuropei, allestimenti ad essa collegati che riprodurranno l’esposizione in corso a Trento. Inoltre la Fondazione Museo storico del Trentino e il Centro Chiara Lubich/New Humanity in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca promuovono il concorso “Una città non basta. Chiara Lubich cittadina del mondo”: un’occasione per gli studenti delle scuole di primo e secondo grado per approfondire il pensiero di Chiara Lubich alla luce degli eventi nazionali e internazionali che hanno caratterizzato la storia del Novecento.

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Un nuovo direttivo per Anso

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Tre conferme e due novità per il direttivo di ANSO. L’assemblea dell’Associazione Nazionale della Stampa Online ha rinnovato il gruppo di editori che la guideranno per i prossimi tre anni. Alla guida della realtà espressione di un centinaio di testate locali digitali è stato confermato Marco Giovannelli, direttore di Varesenews e presidente della Varese web srl. Con lui sono stati confermati il suo vice Matteo Rainisio, ceo di Edinet e Vincenzo Cifarelli, fondatore di Netnews. Due new entry con Giacomo Di Girolamo, direttore di Tp24, la testata online più seguita in Sicilia Occidentale e Riccardo Di Nardo, amministratore unico della società editoriale Informa srl.
Le testate aderenti ad ANSO, che sta per compiere 16 anni, coprono tutto il territorio nazionale da Aosta a Trapani, passando per la Sardegna con un giornale storico che si accinge a compiere 20 anni, e via via una presenza in quasi tutte le regioni. Con sede a Milano, l’associazione svolge un importante lavoro di rappresentanza delle istanze delle piccole testate digitali. Servizi legali, di consulenza del lavoro, analisi del mercato, gestione delle problematiche con Facebook e Google. ANSO ha poi una serie di convenzioni e un rapporto privilegiato con un network pubblicitario a cui aderiscono tanti soci.Il lavoro più importante è il networking che permette ai soci di avere una relazione stretta tra loro potendo contare sulla sinergia che la rete permette. Negli ultimi mesi è iniziata una partnership con Google che ha inserito l’associazione all’interno del programma GNI, Google News Initiative. Questo ha permesso di sviluppare due nuovi progetti: ALocal, una sorta di agenzia stampa interna che consente alle testate di conoscere in tempo reale le notizie del proprio territorio che sono state trattate in altre zone del Paese. Inoltre il sistema permetterà di velocizzare la possibilità di gestire le relazioni con le testate giornalistiche nazionali interessate ad avere materiali multimediali prodotti dai giornali locali aderenti ad ANSO. Il secondo progetto, di quality journalism sarà dedicato ai piccoli borghi in Italia. Un progetto giornalistico che racconterà con strumenti avanzati storie, numeri, dinamiche sociali ed economiche dei luoghi meno noti.Il rinnovo del direttivo arriva dopo un triennio in cui l’associazione ha avuto una presenza costante su tutti i tavoli istituzionali, ma anche nelle varie iniziative in Italia e fuori. Rappresentanti dell’associazione hanno partecipato al festival del giornalismo di Perugia, a Figilo in Puglia, a Digit a Prato, a eventi nel Cilento, nel Veneto e tanti altri posti. ANSO ha avuto un ruolo importante all’interno dell’ottava edizione del festival Glocal a Varese appena concluso. Grazie alla sinergia con Google è stato possibile realizzare due panel internazionali di grande spessore con la presenza di Richard Gingras, numero uno di Google News.
Il presidente di Anso è Marco Giovannelli, 60 anni viterbese di origine, vive a Varese dal 1978. Vice presidente è Matteo Rainisio, 42 anni, Ceo e fondatore della Edinet, società che si occupa di progetti digitali.
Seguono come componenti del direttivo Vincenzo Cifarelli, 40 anni, di Corato (Ba). Laurea targata IULM a Milano, è sempre stato nel Web Advertising, ricoprendo vari ruoli operativi.
Giacomo Di Girolamo, 42 anni è direttore di Tp24, la testata on line più seguita in Sicilia Occidentale, con più di 800.000 lettori al mese.
Riccardo Di Nardo, 60 anni, direttore responsabile di catanzaroinforma.it, testata nata nel 2004 che ha circa 8.500.00 pagine viste e nel 2019 oltre 2 milioni di utenti unici. Conta anche dei supplementi di cosenzainforma.it, lameziainforma.it, crotoneinforma.it e calabriainforma.it. Di Nardo, oltre ad essere direttore delle testate, è anche amministratore unico della società editoriale Informa srl.

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È da oggi possibile candidarsi ad Amgen Scholars

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

E’ il programma di Fondazione Amgen che permette agli studenti più meritevoli delle facoltà medico-scientifiche di lavorare per due mesi su progetti in ambito biomedico e biotecnologico, presso gli istituti di ricerca europei più prestigiosi. Amgen Scholars è un’iniziativa che, ogni anno, offre a 75 studenti universitari di tutta Europa, e a centinaia di studenti in tutto il mondo, il privilegio di inserirsi in prestigiosi team internazionali per immergersi in un contesto sperimentale di altissimo livello. Grazie a questa opportunità gli studenti potranno confrontarsi sugli aspetti concreti che animano la ricerca scientifica. L’inserimento in gruppi di lavoro di alto profilo consentirà ai giovani talenti di comprendere concretamente il significato della “sperimentazione”: dallo studio di lavori svolti da altri, alla ricerca di una strada per fare ulteriori passi avanti; dallo sviluppo di nuove idee, all’individuazione di percorsi innovativi e mai provati prima. Lo sviluppo di intuito e creatività è accompagnato dalla possibilità di utilizzare un mondo di strumenti sofisticati e di tecnologia avanzata che danno la percezione di quanto sia complesso, ma allo stesso tempo affascinante, il mondo della ricerca.L’Italia si colloca tra i primi cinque Paesi in Europa per numero di candidature al programma: negli ultimi due anni sono state circa 100 le domande degli studenti italiani e 30 i giovani talenti del nostro Paese che, a partire dal 2009, hanno potuto prendere parte al progetto nelle più prestigiose Università europee; a questi vanno aggiunti due studenti che hanno partecipato al programma presso istituti in Giappone. In tutto il mondo sono 24 le Università cui il programma Amgen Scholars ha destinato nel corso di oltre 16 anni 74 milioni di dollari: tra questi atenei l’Harvard University di Cambridge (Massachusetts), il National Institutes of Health di Bethesda (Maryland), l’Università di Cambridge e la Stanford University di Stanford (California), o ancora l’University di Melbourne, l’University di Toronto e tante altre.Anche l’Europa non è da meno. Tra le Università che hanno aderito al progetto, infatti, figurano Istituti che si collocano ai primi posti nella classifica internazionale come l’Università di Cambridge, l’ETH di Zurigo, l’Istituto Pasteur di Parigi, il Karolinska Institutet di Solna (nei pressi di Stoccolma) o la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera.I 4.000 universitari che, a partire dal 2007 hanno potuto migliorare le proprie conoscenze e competenze in campo biomedico e biotecnologico provengono da 750 tra College e Università di tutto il mondo. Da quando è stato istituito, il programma Amgen Scholars ha raggiunto importanti traguardi: oltre il 97% degli studenti ha proseguito nella carriera universitaria per poi assumere ruoli strategici in campo accademico, industriale e governativo in tutto il mondo, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti (tra cui la Rhodes Scholarship, il NIH Director’s New Innovator Award e una presenza nell’elenco di Forbes dei 30 Under 30 in Healthcare).
Il programma Amgen Scholars, al quale ci si può candidare fino al 3 febbraio 2020, rientra tra le iniziative formative che Fondazione Amgen sostiene, a livello mondiale, per favorire la cultura scientifica tra le nuove generazioni, e che comprende, altri due programmi riservati rispettivamente a insegnanti e studenti delle scuole superiori, Amgen Teach e Amgen Biotech Experience (ABE).A favore di questi tre programmi e di ulteriori iniziative scientifiche a livello locale, l’investimento complessivo sostenuto dalla Fondazione Amgen in Italia, a partire dal 2014, è stato di 500mila euro, mentre la cifra destinata in tutto il mondo allo sviluppo dei Progetti Amgen Scholars, Amgen Teach e ABE ammonta a oltre 150 milioni di dollari. http://www.AmgenScholars.com

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Il sistema bancario sta per essere superato

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Le tecnologie oggi disponibili – ma non ancora diffuse – indicano che il sistema bancario, è del tutto inutile, superfluo, superato. In futuro potrà restare in piedi non perché sia necessario, ma forse perché i regolatori vorranno evitare i costi sociali connessi al suo superamento. Il sistema bancario svolge essenzialmente tre macro funzioni ai quali corrispondono tre linee di business:
1) agevola i trasferimenti monetari (bonifici, carte di credito, ecc.) ricavandone commissioni in base alle transazioni monetarie;
2) presta denaro, guadagnando dal differenziale fra i tassi d’interessi (in un modo molto diverso da quello che la maggioranza delle persone credono, ma l’argomento ci porterebbe troppo fuori tema);
3) distribuisce prodotti d’investimento ricavando commissioni.
Di queste tre linee di business, la prima è palesemente in esaurimento. I costi per le transazioni monetarie si approssimeranno molto rapidamente allo zero. Tecnicamente non servono più le banche per trasferire grandi somme di denaro in modo sicuro e rapido da una parte all’altra. Le grandi aziende dell’informatica sono in una posizione decisamente migliore per sfruttare l’unico modo di fare profitti attraverso le transazioni: guadagnare dai dati, non dalle commissioni (almeno fino a quando questa follia continuerà ad essere normativamente consentita, ragionevolmente ancora per molti anni purtroppo).
Con i tassi d’interesse negativi, prestare denaro è un’attività sempre meno profittevole. La crisi del 2008 non ci ha consegnato solamente un mondo di tassi d’interesse negativi, ma ci sta consegnando qualcosa di ancora più rivoluzionario: la consapevolezza ormai diffusa che il denaro si crea dal nulla. Una quindicina d’anni fa, quando scrivevo che il denaro non è una merce ma una convenzione sociale, molti non comprendevano. Anni di inondamento di liquidità sui mercati finanziari da parte delle banche centrali stanno mostrando molto chiaramente che l’accesso al denaro potrebbe essere regolato da semplici algoritmi. Non c’è nessun bisogno di una infrastruttura burocratica e largamente inefficiente che seleziona chi merita o meno l’accesso al credito.
Rispetto al punto precedente, ci vorrà molto più tempo prima che l’accesso al credito venga completamente disintermediato, ma non vi è alcun dubbio che quella è la strada. In ogni caso, questa linea di business oggi è molto poco produttiva.
La terza linea di business sopra indicata è quella che – da tempo – consente alle banche di produrre utili. La creazione e commercializzazione di prodotti e servizi per l’investimento finanziario.
Anche questo settore è in profonda trasformazione. In parte per le stesse motivazioni (rendimenti negativi sui mercati e la tecnologia che abbassa i costi dei servizi d’investimento) alle quali si aggiunge la pressione regolamentare che spinge sempre di più nella direzione della trasparenza, in particolare la trasparenza sui costi.
Parliamoci chiaro: il business del risparmio gestito si fonda sostanzialmente sull’ignoranza dei clienti. Le banche riescono, in media, a drenare dai risparmi dei clienti circa il 2% all’anno, solo ed esclusivamente perché i clienti non hanno piena consapevolezza dei costi.
La regolamentazione sui costi ex-post entrata in vigore quest’anno, sebbene abbia mostrato una sostanziale inefficacia dovuta alla scaltrezza del sistema bancario unita agli evidenti limiti della Consob, tenderà sempre di più a rendere espliciti i costi in questo settore e conseguentemente i clienti, specialmente quelli più facoltosi, tenderanno a spostarsi su prodotti più efficienti come gli ETF che hanno circa un decimo dei costi rispetto ai portafogli finanziari medi.
La soluzione è chiaramente quella indicata da tempo, fra gli altri, da Paolo Sironi, uno dei più importanti esperti mondiali di Fintech e della trasformazione del sistema finanziario (riferimento mondiale per IBM sul tema dell’intelligenza artificiale applicata ai mercati finanziari). Sironi sostiene che le banche debbano passare da un modello che prevede la distribuzione di prodotti e servizi finanziari ad un modello che prevede la vera consulenza, in particolare basata sugli obiettivi di vita di clienti (Goal Based Investing).
Il pensiero di Sironi è molto profondo ed articolato e si fonda su alcuni cambiamenti nei modelli teorici di funzionamento dei mercati finanziari e più in generale dell’economia. I modelli tradizionali si basano su un’eccessiva semplificazione degli agenti economici e del contesto decisionale. Non vedono l’uomo partendo dalle sue reali caratteristiche biologiche e non hanno mai inglobato i concetti di incertezza fondamentale e di tempo irreversibile. Due concetti che sono invece alla base della Teoria della Trasparenza dei Mercati Finanziari proposta da Sironi. Partendo da questi nuovi presupposti è chiaro che vendere prodotti finanziari fondati su teorie superate, in un contesto, fra l’altro, di sempre più elevata trasparenza, diventa suicidario. L’unica scelta saggia sarebbe quella di guardare in faccia alla realtà e comprendere che quella strada porta necessariamente a sbattere. Sebbene la soluzione sia evidente, la realizzazione non è facile.Passare da un modello di distribuzione di prodotti e servizi ad un modello consulenziale richiede due asset che non s’improvvisano: credibilità e competenze.
Nel medio lungo termine, le banche, così come le conosciamo adesso, sono morti che camminano. Non hanno più alcuna ragione sostanziale di esistere (perché offrono servizi facilmente disintermediabili dalle tecnologie attuali) e l’unico settore che ancora genera una certa redditività è fondato su una visione teorica superata e sulla scarsa trasparenza. L’unico modello di business che potrebbe “salvarli” sarebbe quello di una vera consulenza, ma questo richiede un cambio di cultura aziendale improbo e molto difficilmente realizzabile.(Alessandro Pedone, responsabile Aduc per la Tutela del Risparmio)

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Il consumismo 2019? Può fare male. Ci si può difendere?

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Oggi la tecnologia innovativa ci viene proposta in continuazione, ed ha ragion veduta. In un mondo dove ci sono miliardi di persone disposte ad acquistare un telefonino che costa più di 1.000 euro e che poi viene utilizzato per servizi svolti anche da un telefonino che costa meno di 200 euro… non c’è da stupirsi di nulla. “Status symbol” o “moda” che dir si voglia, questo lo hanno capito in tanti, tant’è che la maggiore economia emergente si muove proprio in questo ambito. La parte del leone, per quanto riguarda il mezzo, si chiama “app”, il proponente ovviamente è una “start-up”.
Oggi parliamo di una “start-up” emergente, di un giovane italiano emigrato e cresciuto in Australia e che poi ha deciso di tornare in Italia… contesto che fa ancora più colpo perché è controcorrente rispetto all’andazzo in vigore nel settore e non solo, a significare che “tornare in Italia conviene” (per chi ci crede….). E’ una “app” che parte dall’Italia ma ha aspirazioni mondiali, una “app” che viene presentata come un grande aiuto per la nostra economa quotidiana: è in via di creazione un circuito per i piccoli acquisti, dagli articoli per bebè ai piccoli viaggi, financo biglietti ferroviari e chi più ne ha più ne metta. Caratteristica: pagamento rateale senza interessi, con spese zero, anche di eventuale ingresso nel circuito. Il commerciante viene pagato subito e chi gestisce il circuito recupera il denaro a rate, che se vengono non rispettate alla scadenza, possono generare interessi anche fino al 10% (occhio!… nel caso…) (2).
A nostro avviso una sorta di mix tra la finanza islamica e le presunte (e spesso malefiche) “genaliate” che si trovano in Rete. Ovviamente non c’é un “buono” che presta soldi, ma c’é un metodo di fare business a metà tra il low-cost e il giro di soldi (che col tempo – non si po’ escludere visto ciò che ci offre questo mercato – potrebbe trarre benefici dalla gestione e vendita dei dati, dalla pubblicità, etc.).Insomma: un business come un altro, di quelli oggi alla moda. Il problema che vogliamo sollevare/ricordare, e che sostanzialmente prende occasione da questa nuova “app” che a primo acchito sembra molto conveniente per il consumatore, è del consumismo in sé. Siamo inondati di offerte di automobili impensabili per le finanze medie che circolano tra i comuni mortali, e che ti porti sotto casa o davanti al bar per qualche centinaio di euro al mese. Così come siamo inondati di offerte rateali per ogni tipo di acquisto che, però, hanno tutte la caratteristica di costare qualcosa in commissioni varie. La “app” di cui stiamo parlando non dovrebbe avere spese. Tutti contenti?
Domanda: siamo sicuri che questo metodo più economico e più accattivante non sia essenzialmente foriero di nuove e più facili uscite di soldi (anche quando scarseggiano) dalle tasche dei consumatori? Per prodotti e servizi che vengono acquistati grazie alla nuova convenienza? E che se non vengono acquistati stiamo bene come prima fatta salva la permanenza di qualche prurito che ci era sopraggiunto per la convenienza dell’acquisto piuttosto per l’acquisto in sé?
Non abbiamo intenzione di fare dissertazioni sul vantaggio di “essere” piuttosto che “avere”. Le lasciamo alle filosofie del caso, che non mancano. Ma il fatto che le economie (emergenti, e quindi quelle del e per il nostro futuro) debbano fondarsi quasi esclusivamente sul consumo, inducendolo in tutti i modi possibili e immaginabili anche quando praticarlo porterebbe a restrizioni dei propri equilibri… ci lascia perplessi come nel caso dell’acquisto di un telefonino a più di 1.000 euro per usarne le funzioni di quello che costa meno di 200. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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Governo. Di Maio: che disastro!

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

“Lo scudo penale dice che se inquini, se causi la morte di qualcuno o se c’è un incidente sul lavoro, non ne rispondi”. E’ una recente dichiarazione del ministro Luigi Di Maio, in merito alle acciaierie di Taranto e alle responsabilità penali dei commissari governativi Ilva e di Arcelor-Mittal.Se non fosse una dichiarazione priva di senso, potremmo ricordare il titolo di un film: Licenza di uccidere. Priva di senso, diciamo, perché l’attività dei commissari e di Arcelor-Mittal riguarda il piano ambientale e la messa in sicurezza degli impianti stessi, nulla a che vedere con la morte di qualcuno o di un incidente sul lavoro.Ricordiamo agli smemorati di turno che, quando Di Maio era vicepremier, riammise lo scudo penale.Ma il disastro della politica del Di Maio non si ferma qui: è andato in Cina a perorare le esportazioni italiane, ed è tornato con un sostanziale nulla di fatto, quando il presidente francese Emmanuel Macron, in visita nello stesso periodo, ha sottoscritto accordi commerciali per 15 miliardi di dollari, dopo che, nel marzo scorso, aveva venduto una commessa Airbus per 30 miliardi di euro.
Esportiamo in Cina valori per 7,6 miliardi ma ne importiamo per 19 miliardi, un rapporto di due volte e mezzo a favore della Cina. La chiusura delle acciaierie di Taranto, auspicata dal M5S, porterà in Italia maggiore acciaio cinese.Forse Di Maio si accontenterà delle esportazioni di arance siciliane in Cina, ma qualcuno dovrebbe informarlo che la Cina è tra i maggiori produttori di arance, in particolare della varietà Tarocco, quella siciliana. Infatti, la Cina è il terzo Paese produttore al mondo di arance, che soddisfano il consumo interno.Sempre in Cina, Di Maio si è dato dello statista, cioè di persona che ha una profonda esperienza, teorica e pratica, dell’arte di governare uno Stato. Il bello è che in molti ci credono. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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Dati sui prezzi dei terreni agricoli

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

L’andamento dei prezzi della terra mantiene il segno positivo per il secondo anno consecutivo, senza discostarsi da quanto emerso nella precedente indagine curata come sempre dalle sedi regionali del CREA, Politiche e Bioeconomia. In sostanza i valori fondiari a livello medio nazionale registrano un leggero aumento (+0,2%) con incrementi più robusti in Piemonte, Lombardia e Toscana, mentre le regioni centro-meridionali si posizionano su variazioni positive più contenute.Segno negativo solo per Umbria, Campania, Basilicata e soprattutto Veneto (-1%) dove continua il processo di assestamento dei valori medi regionali.Appaiono in controtendenza soltanto i prezzi per terreni adatti a colture di pregio – in primis la vite – dove il successo commerciale crea in molti casi un forte aumento della domanda con conseguente rialzo dei valori fondiari.Di fatto le contrattazioni per terreni adatti a vigneto o altre produzioni di pregio, in zone che hanno saputo avvantaggiarsi del crescente interesse dimostrato dai consumatori per i prodotti di qualità, dominano il mercato fondiario e rappresentano i casi, purtroppo abbastanza infrequenti, in cui la domanda supera l’offerta. Nel resto delle aree agricole esiste una potenziale offerta molto consistente che non si tramuta in vendita a causa del livello dei prezzi giudicato poco appetibile…

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Settima Giornata della Trasparenza

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Parma lunedì 18 novembre, con inizio alle 9.30, nell’Aula Magna della Sede Centrale dell’Ateneo (via Università 12), si svolgerà la settima Giornata della Trasparenza, il convegno pubblico organizzato da Università e Aziende sanitarie di Parma al fine di presentare le azioni realizzate per garantire trasparenza e correttezza ai procedimenti delle rispettive gestioni amministrative, non solo in adempimento agli obblighi normativi, ma anche per contribuire alla promozione di una cultura di legalità ed etica pubblica.
L’edizione 2019, dal titolo Modelli e paradossi della trasparenza amministrativa fra riforme e concreta gestione amministrativa, sarà moderata da Monica Cocconi, docente di diritto amministrativo e Delegata del Rettore all’anticorruzione e alla trasparenza, e sarà aperta dai saluti del Rettore Paolo Andrei, del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi, della Direttrice Generale dell’Azienda Unità Sanitaria Locale Elena Saccenti e del Prefetto Giuseppe Forlani. Seguiranno gli interventi di Michele Malanca, Direttore del Servizio Internal Auditing AUSL/AOU di Parma (Audit interno e Trasparenza nelle Aziende Sanitarie di Parma), Giovanni Bladelli, Direttore del Servizio Integrità e Trasparenza AUSL/AOU di Parma (Trasparenza e gestione operativa nelle Aziende Sanitarie di Parma), Enrico Carloni, Ordinario di Diritto amministrativo dell’Università di Perugia e autore, insieme a Raffaele Cantone, del libro Corruzione e anticorruzione. Dieci lezioni (Il diritto di accesso generalizzato e la persistenza degli obblighi di pubblicazione), e Alessia Pellicciari, studentessa dell’Ateneo e referente in città dell’Associazione Cortocircuito (La trasparenza verso la componente studentesca). L’evento, aperto a tutta la cittadinanza, è oggetto di formazione obbligatoria per personale direttivo, dirigenti, componenti della Unità Organizzativa Anticorruzione e Trasparenza.

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La formazione del caregiver per il benessere del paziente oncologico

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

La maggior parte dei pazienti oncologici quando inizia le terapie impara a convivere con un piccolo dispositivo colorato che è la porta di accesso più sicura ai farmaci. Uno studio e le attività messe in atto dall’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) dimostrano che anche il caregiver opportunamente formato è equiparabile all’operatore per la gestione dei PICC (Peripheraly Inserted Central Catheter). E’ il catetere venoso centrale ad inserzione periferica, tecnicamente chiamato PICC che garantisce maggiore sicurezza biologica a paziente e operatore sanitario: non danneggia le vene periferiche della persona ammalata, l’operatore non rischia punture accidentali e stravasi di farmaci, e riduce le infezioni.L’IRE, grazie ad un gruppo di lavoro guidato da Paolo Basili, coordinatore infermieristico, e un team di infermieri specializzati in accessi venosi, ha posto un attenzione particolare alla gestione di questo importante dispositivo per l’infusione di chemioterapici da oltre un decennio: un unico ambulatorio dedicato per impianto e gestione dei PICC; un database che registra e monitora l’impianto per tutto il tempo della gestione ed utilizzo; una intensa attività formativa dedicata agli operatori dell’IRE, del territorio nazionale e persino provenienti dall’estero. Il risultato osservato è che si riducono le infezioni, le ospedalizzazioni, le interruzioni di terapie e si aumenta la consapevolezza e l’empowerment di tutti gli attori coinvolti nel percorso di cura.
Il rischio maggiore legato alla presenza degli accessi venosi centrali è rappresentato dalle infezioni sistemiche che si accentua nelle persone immunodepresse, come è possibile che siano i pazienti oncologici in alcune fasi del percorso di cura. Si è riusciti ad ottenere una riduzione di infezioni nei pazienti portatori di PICC attraverso la corretta esecuzione della medicazione settimanale ed un corretto approccio al sistema. Attraverso la formazione e l’informazione si è visto ulteriormente ridotto il rischio di questa temuta complicanza. La Direzione Sanitaria IFO in collaborazione con la Direzione Infermieristica, tecnica e riabilitativa e con il responsabile Qualità e Risk Management ha promosso una serie di iniziative finalizzate a: riduzione del rischio infettivo, formazione continua degli operatori, ed empowerment dei caregiver attraverso il “trasferimento di istruzioni utili” alla persona che si prende cura del paziente a casa, aiutandolo nella gestione della malattia. Con tale lavoro si è ottenuto così una riduzione degli accessi settimanali ed una riduzione del tasso di infezioni. Nel dettaglio, si è condotto uno studio randomizzato su 170 pazienti al fine di valutare la sicurezza e l’efficacia di formare in modo specifico un caregiver volontario e scelto dal paziente stesso, per effettuare la medicazione a domicilio.

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UNC: no alla plastic tax, ma no a speculazioni sui prezzi

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Per Confindustria, la plastic tax determina un aumento medio pari al 10% del prezzo di prodotti di larghissimo consumo, con un impatto sulla spesa delle famiglie stimabile in circa 109 euro annui.”No alla plastic tax. Siamo assolutamente contrari e confermiamo le preoccupazioni di Confindustria sul rischio di indebolire la domanda interna. Per questo chiediamo la soppressione dell’art. 79 della manovra” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Sia chiaro, però, che diciamo anche no alle speculazioni sui prezzi. Infatti, se prendiamo per buoni i dati contenuti nella Nota tecnica della Legge di Bilancio, allora il gettito previsto dal Mef è di 1.079,5 mln nel 2020 e 2.191,9 nel 2021, peraltro non considerando nel 2021 le riduzioni di Irap e Imposte indirette, che porterebbero il gettito 2021 a 1.781,5. Ebbene, la mera traslazione in avanti dell’imposta di consumo, considerato che in Italia ci sono 25 mln e 494 mila famiglie, è pari a 42 euro nel 2020 e 86 euro nel 2021″ prosegue Dona.”Qualunque importo superiore, quindi, come i 109 euro stimati da Confindustria, implica o stime sballate da parte del Mef o un ricarico sui consumatori finali superiore alla mera traslazione dell’imposta di consumo, ossia speculazioni sui prezzi, che ovviamente considereremmo inaccettabili” conclude Dona.

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Picasso: l’arte come atto storico

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Milano Martedì 10 dicembre, ore 17.00 Sala Conferenze – Piano Terra Via Duccio di Boninsegna 21/23. La travolgente creatività di Picasso ha attraversato tutta la vicenda artistica novecentesca con la potenza di una irresistibile forza d’urto, con la dirompente capacità di chi scelse la trasformazione della realtà al posto che la sua rappresentazione, utilizzando spregiudicatamente i più raffinati strumenti della tradizione pittorica occidentale e le folgoranti sintesi dell’arte negra che si andava scoprendo proprio in quegli anni nei suoi stringenti valori formali. Nel 1907, con le Damoiselles d’Avignon, inaugurò il cubismo, cancellando con un gesto di suprema e spregiudicata sicurezza secoli di tradizione pittorica. Dopo questo quadro nulla sarebbe più stato come prima.

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Castelli: “Reddito di cittadinanza è politica attiva”

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Quanti attacchi abbiamo ricevuto sugli aspetti più importanti del Reddito di Cittadinanza. Oggi si concretizza un altro tassello a dimostrazione che questo strumento è una politica attiva del mercato del lavoro con l’obiettivo di ricollocare le persone. Dal 15 novembre l’Inps renderà disponibili i moduli di richiesta dell’agevolazione che consente alle imprese che assumono di ricevere un incentivo pari alla differenza tra le 18 mensilità e le mensilità percepite. Lo abbiamo sempre detto: il reddito di cittadinanza serve a dare una seconda opportunità a chi è rimasto indietro ed è una e di contrasto alla povertà.Ecco come stanno le cose, fatelo sapere a tutti”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, in un post su Facebook.

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Anno Scolastico all’Estero: Stati Uniti primo paese di destinazione

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

MB Scambi Culturali si prefigge di conciliare il valore dello scambio culturale con l’importanza dell’aspetto linguistico di questa esperienza, dando ai ragazzi la possibilità di trascorrere fino a un anno scolastico in America studiando in un paese dove la lingua parlata è la lingua madre. Gli Stati Uniti non possiedono un sistema scolastico nazionale ma decentralizzato, che affida piena autonomia ai singoli Stati. Il quadro generale in cui si inserisce l’anno scolastico all’estero è tracciato nel Rapporto 2019 dell’Osservatorio di Intercultura: sempre più scuole mandano i ragazzi – oggi sono 10.200, +38% rispetto al 2016, ma soprattutto +191% sul 2009) – a studiare oltreconfine, e il primo paese di destinazione è proprio gli Stati Uniti (24%) seguito da Spagna (11%), Regno Unito (10%) e Canada (7%). A partire sono soprattutto le ragazze (61%), che provengono in prevalenza dai Licei (74%, +4% dal 2016), ma anche da Istituti Tecnici (30,7%+7%), e Professionali (27%, +12%).
Novembre è il mese del Programma Exchange: per vivere l’esperienza di un periodo di studi negli Stati il Programma Exchange è una scelta molto indicata perché permette una full immersion totale nel vero made in USA. L’elemento fondamentale è la famiglia volontaria in cui il ragazzo viene inserito, che viene attentamente selezionata in base alle caratteristiche del candidato. La ricerca della famiglia ideale per trascorrere l’esperienza di exchange student è fondamentale. Il programma per studiare in America può essere semestrale o annuale. Ogni High School americana segue da vicino i progressi didattici del ragazzo e l’organizzazione americana invia un report per ogni studente riguardante l’andamento scolastico e il grado di adattamento nella host family.
L’obiettivo di MB è dare ai ragazzi un’esperienza che possa far loro vivere la vera esperienza americana. Trovi qui maggiori informazioni: https://www.mbscambi.com/descrizione-anno-scolastico-all-estero/promo-novembre-stati-uniti/

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Italia: Dobbiamo rilanciare il Sud attraverso la corretta amministrazione

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

L’obiettivo? In Calabria bisogna sostenere, lo sviluppo e l’attuazione di progetti e programmi dedicati alla circular economy. Ciò significa non solo iniziative in grado di promuovere il riciclo ma anche capaci di prevenire ed eliminare la produzione di rifiuti, migliorare l’efficienza d’uso delle risorse e sostenere la circolarità in tutti i settori economici dell’Unione.
Di questo ne parleremo, con gli amministratori calabresi, nel convegno organizzato dal movimento d’opinione regionale Un’Altra Storia che si terrà nella città di Cosenza, il giorno 15 Novembre 2019, alle ore 17,00, presso l’hotel Royal in Via Medaglie D’oro. Modera Gianfranco Bonofiglio direttore La Voce Cosentina, introduce Vincenzo Granata coordinatore Flat Tax Cosenza e Vicepresidente Vicario ATO Cosenza, intervengono Salvatore Pichierri Democrazia Mediterranea, Mimmo Bilotta Economista, Domenico Ziccarelli Assessore Ambiente Comune di Rende, Raffaele d’agostino consigliere comunale Gioia Tauro, Paolo Calabrese Sindaco di San Martino di Finita, Angelo Barbiero consigliere comunale di Pedivigliano, Francesco Falsetti Cleto, Claudio Albanese consigliere comunale Pedivigliano, Gioacchino Lorelli Sindaco di San Pietro in Amantea. Conclude Maximiliano Granata Presidente del Consorzio Valle Crati .(Il Presidente Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata)

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High inflation continues to affect African pay packets, uncertainty in Middle East continues

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 novembre 2019

Despite inflation forecasted to increase 10 percent in 2020, employers in Egypt are expected to offer employees a real salary increase of 2.8 percent. This follows a year in which wages shrunk 0.7 percent in 2019.Meanwhile, in the Middle East, Saudi Arabia saw the biggest real increase in salaries in 2019 but is expected to plummet in the rankings in 2020. Real salary increases are forecast to reach 2.4% on average, a long way short of the 5.8% increase that was seen in 2019.“Inflation has risen significantly throughout the Middle East as the stable commodity prices boost domestic demand. This has seen Saudi Arabia, UAE and Qatar all drop out of the global top ten as rising inflation cuts into the real salaries of workers in the region,” explained Kilfedder.(font: ECA International http://www.eca-international.com)

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