Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for 19 dicembre 2019

Ivass: altri 14 siti fake per rc auto

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

L’Ivass ha segnalato oggi di aver individuato altri 14 siti irregolari che distribuivano polizze assicurative false.”E’ un bollettino di guerra. I siti fake sono ormai diventati un’emergenza. A fronte di 50 siti irregolari individuati nel 2017 e 103 nel 2018, quest’anno siamo già arrivati a 168, con un incremento del 63,1% rispetto al 2018 e del 236% rispetto al 2017″ afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”E’ evidente che serve un intervento del legislatore, sia per inasprire le pene per questi truffatori che per non attenuare le pene per il consumatore che in buona fede sottoscrive polizze false” prosegue Dona.”Abbiamo chiesto inutilmente di modificare l’art. 193 del Codice, che fa di tutta un’erba un fascio e che fa scattare le stesse pesanti sanzioni pecuniarie sia per chi consapevolmente decide di non assicurare il proprio veicolo che per chi è vittima di una truffa. Va distinto, invece, chi agisce con dolo dall’incauto automobilista che, semmai, è responsabile di colpa per negligenza. Giuste le regole in materia di confisca, fino al comprovato pagamento del premio di assicurazione, un modo per garantire la sicurezza e gli altri automobilisti. Diverso è multare chi credeva suo malgrado di essere assicurato con una sanzione che varia da 849 a 3.396 euro” conclude Dona.

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Contratti: Fp Cgil, firma definitiva per 130 mila medici e dirigenti Ssn

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Sottoscritto oggi definitivamente il nuovo contratto nazionale dei circa 130 mila medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale. Dopo l’intesa raggiunta il 24 luglio, le consultazioni e il via libera definitivo da parte del Consiglio dei ministri dello scorso 21 novembre, oggi sindacati e Aran hanno firmato in via definitiva il contratto. “Dopo 10 anni di attesa e molte difficoltà nella contrattazione – afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi – siamo riusciti a restituire un contratto a 130 mila professionisti che, con le poche risorse disponibili, ristruttura tutto il sistema degli incarichi, coniugando il riconoscimento delle carriere professionali all’offerta di salute per la cittadinanza”. Per Filippi, “ora sono fondamentali le risorse per il prossimo contratto, relativo al triennio 19/21, in discussione nella legge di Bilancio, ma soprattutto è indispensabile quel piano assunzionale straordinario che la Cgil richiede da mesi, necessario per salvare i servizi sanitari. Le soluzioni trovate nel Patto della salute appena sottoscritto, non sono sufficienti a colmare la grave emorragia di personale che abbiamo subito in questi anni”, conclude il dirigente sindacale.

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L’uomo forte vagheggiato dagli italiani

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Dopo la caduta rovinosa del fascismo e la fine della Seconda guerra mondiale la politica italiana ha imboccato quella che possiamo definire la “democrazia compromissoria” e che ha caratterizzato gran parte della storia politica italiana fondata sulla costituzione del 1948. È stato un percorso che si è interrotto negli anni Novanta con il passaggio alla “democrazia maggioritaria”. La svolta è stata segnata dalla riforma elettorale del 1993 che ha aperto la strada all’evoluzione bipolare del sistema politico rappresentativo con la designazione di un candidato alla Presidenza del Consiglio. Da quella fase storica, relativamente recente, ci siamo resi conto che è mancata a tutt’oggi, sia pure necessaria per via dell’integrazione europea, una forma di governo statale in grado di assicurare stabilità, efficienza decisionale e chiaro funzionamento della responsabilità politica dei governanti. E’ che ci siamo imbattuti, lungo questo percorso, da un Governo e da un Parlamento fortemente condizionato da “poteri diversi da quello statale” che ne limitano la sua azione riformatrice. E considerato che la capacità del popolo elettore è stata imbrigliata da un apparato politico e culturale fortemente deficitario in chiave decisionale, il disagio sta diventando critico sino al punto che si auspica una guida più incisiva e capace di limitare le interferenze esterne per porre mano ad una riforma del sistema paese per favorire le esigenze fondamentali della società. In questa fase cruciale il fattore tempo è fondamentale. Avverto, infatti, l’urgenza di un cambiamento ma si paventa, rilevata, purtroppo, solo da pochi che si possa finire dalla padella nella brace perché l’uomo solo al comando può essere una buona cosa ma è molto raro ai tempi nostri dove prevalgono i pifferai alias imbonitori di turno. (Riccardo Alfonso)

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Il nuovo modo di fare banking passa dal tradizionale al personale

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Nell’attuale scenario italiano, affinchè le piccole e medie imprese riescano ad affermarsi sul mercato, è necessario che si trovino nella condizione di potersi focalizzare sul core business, dunque di poter contare su servizi su misura, accessibili e sicuri che semplificano la gestione di tutti i processi aziendali che sono a supporto delle attività di progettazione, sviluppo, vendita e distribuzione di prodotti e servizi. In questo contesto è fondamentale che chi offre servizi finanziari comprenda quanto sia strategico focalizzarsi sulla user experience, che non deve significare semplicemente proporre una valida esperienza di utilizzo di un certo servizio o prodotto, ma garantire che questa esperienza sia personalizzata e possa crescere e modellarsi quotidianamente in funzione delle reali necessità dell’utente. Ed è qui che si inserisce il tema dell’open banking – che genera una vera e propria rivoluzione, sia per le istituzioni finanziarie tradizionali, incalzando l’adozione di metodi innovativi, sia per le aziende, abilitandole alla crescita ma allo stesso tempo richiedendo loro un cambiamento interno della mentalità tipica aziendale.

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Scuola Anief: basta attaccare gli insegnanti per coprire le mancanze dello Stato

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

L’ultima polemica accesa da Tito Boeri, ex presidente dell’Inps, sul reclutamento dei docenti con il sottosegretario De Cristofaro sulle pagine di Repubblica è pretestuosa, frutto di un’analisi errata del problema che continua a nascondere gli effetti di una politica economica che con la precarizzazione del sistema nazionale di istruzione ha allontanato l’Italia dalle classifiche qualitative internazionali. Lo afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale di ANIEF. Bisognerebbe lodare, premiare, questi cavalieri del lavoro, questi insegnanti che in zone economicamente depresse, a rischio, difficilmente raggiungibili, ad alto tasso di abbandono scolastico continuano a credere in una missione che è giornalmente sconfessata da chi parla ex cathedra. E invece secondo l’economista Tito Boeri, correlando le retribuzioni su base nazionale al costo della vita, i docenti del Sud prendono uno stipendio più alto rispetto a quelli del Nord. Lo stesso Boeri, inoltre, criticare fortemente le scelte operate nello stabilizzare insegnanti già inseriti nel contesto didattico.Una scuola migliore, però, si ottiene stabilizzando gli organici e attribuendo gli stessi non secondo formule matematiche, ma in base alle esigenze del territorio, certamente non con classi pollaio o con i posti in deroga o negati sul sostegno, né in edifici non a norma e in aule non digitali, dove il tempo scuola è stato ridotto perché la politica non vuole investire ma risparmiare e dove oltre 200 mila posti all’anno sono assegnati ai precari per esigenze di cassa contro la normativa europea e in spregio alla continuità didattica. Un’università migliore si ottiene ripristinando la figura del ricercatore a tempo indeterminato senza far fuggire i cervelli all’estero dopo migliaia di euro spesi per la formazione.
Una società migliore si ottiene investendo nel sapere in risorse umane e finanziarie e non con la sua svendita nei mercati del tempio per avere un “tesoretto” creato dallo snaturamento dei pilastri della nostra costituzione.

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Carlo Zanda: Quando Primo Levi diventò il signor Malabaila

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Nelle biografie di Primo Levi manca un capitolo, il capitolo dello pseudonimo. Era l’estate del 1966 e Levi, dopo i successi di Se questo è un uomo e La tregua, si trovò all’improvviso di fronte alla necessità di inventarsi un nome fasullo per poter pubblicare il suo terzo libro, giudicato troppo leggero. Glielo chiedeva il suo editore. Alla fine Levi accettò e scelse di firmare Storie naturali con il nome che campeggiava sull’insegna di un elettrauto di corso Giulio Cesare, a Torino.In Quando Primo Levi diventò il signor Malabaila Carlo Zanda racconta questo capitolo mancante, restituendo il giusto rilievo a uno snodo esistenziale cruciale, e non soltanto per ciò che comporta la rinuncia alla propria identità per qualsiasi uomo. Vediamo allora Levi recarsi ogni mattina al lavoro di chimico, rintanarsi la notte nello studio per evadere dal tran tran quotidiano, muoversi come un marziano in un mondo, l’editoria, che lo considera un intruso.
In questa vicenda convergono alcuni dei motivi più significativi della biografia umana e letteraria dell’autore de I sommersi e i salvati: il bisogno di non restare chiuso nel ruolo di testimone della Shoah; il conseguente progetto coltivato con tenacia di diventare uno scrittore vero, riconosciuto come tale, capace di inventare storie e personaggi; infine, l’applicazione della dottrina appresa ad Auschwitz, che diventerà la sua regola di vita da individuo libero, per cui «il primo ufficio dell’uomo è perseguire i propri scopi con mezzi idonei, e chi sbaglia paga».Sullo sfondo, l’ombra dei ripetuti rifiuti (affettivi, razziali, sentimentali…) subìti sin da ragazzo da chi del nome era stato privato ad Auschwitz, come indelebilmente testimoniava il numero tatuato sull’avambraccio sinistro.288 pagine €13,00 Neri Pozza editore
Carlo Zanda è nato a Cagliari, vive a Milano. Giornalista professionista, ha lavorato in numerosi quotidiani e periodici. Al centro della sua attività di ricerca c’è l’interesse per le storie apparentemente di poca importanza. Ha pubblicato con Marcos y Marcos Un bel posticino. La Spoon River di Hermann Hesse (2012) e Una misteriosa devozione. Storie di scrittori e di cani molto amati (2014). Attualmente sta lavorando a una vicenda che si svolge a Roma nell’estate del 1944.

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Ralf Rothmann: Il dio di una estate

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

È il 1945 e la dodicenne Luisa Norff, sfollata da Kiel con la madre e la sorella Billie, trascorre l’estate nel podere della sorellastra Gudrun e di suo marito Vinzent Landes, assistente del governatore del Gau locale, una delle regioni amministrative della Germania nazista.
Mentre Kiel, con il suo porto militare, subisce continui attacchi, nel podere a meno di un’ora di macchina dalla città non è ancora caduta nemmeno una bomba dall’inizio della guerra.La giovane Luisa passeggia perciò per i boschi senza timori di sorta, cercando di adattarsi alla sua nuova vita lontana dalla città in fiamme. A tenerle compagnia, gli inseparabili libri, come Via col vento, riletto già tre volte; e i nuovi amici, come Ole, la cui madre per vivere fabbrica parrucche in un laboratorio pieno di scatoloni da cui spuntano ciocche di capelli; e Walter, il mungitore dagli occhi limpidi e verdi, sempre cosí gentile con lei.Col passare del tempo, tuttavia, una serie di domande sempre piú inquietanti si affacciano nella mente della giovane Luisa: chi sono i prigionieri con le divise di fustagno a strisce che, rasati a zero e smagriti, lavorano sul ciglio della strada sorvegliati da guardie armate? Quali terribili colpe hanno commesso? Che cosa accadrà a lei e alle donne della sua famiglia quando i russi invaderanno la Germania, come si vocifera sempre piú spesso in paese? Che cosa ne sarà di Walter, chiamato a fare l’autiere giú al lago Balaton, in una unità di rifornimenti? Ma, soprattutto, che fine ha fatto Billie, la sua vanesia e beffarda sorella che ha osato avere una tresca con Vinzent sotto gli occhi dell’inflessibile Gudrun, attiva nella Lega delle donne e Führerin locale? 224 pagine. Neri Pozza Editore
Ralf Rothmann (1953) è uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco, vincitore del Premio Francoforte-Bergen, del prestigioso Literaturpreis der Konrad-Adenauer-Stiftung e, nel 2013, del Friedrich-Hölderlin-Prize. I suoi romanzi sono tradotti in piú di dieci lingue.

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Renia Spiegel: Il diario di Renia 1939 – 1943

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

(In uscita il 23 gennaio) Renia Spiegel nacque il 18 giugno 1924 a Uhryn´kowce, da una famiglia ebrea di estrazione borghese, e crebbe nella tenuta di suo padre sul fiume Dniester vicino al vecchio confine rumeno, insieme a una sorella di otto anni più giovane di lei, Ariana.
Nell’agosto 1939, a seguito dell’invasione nazista della Polonia, Renia venne separata dalla madre e dalla sorella Ariana, che si rifugiarono a Varsavia, e si trasferì nel piccolo appartamento dei nonni a Przemys´l. Mentre la guerra infuriava, Renia iniziò un diario: «Ho solo voglia di un amico. Di qualcuno a cui poter parlare delle mie inquietudini e gioie quotidiane. Qualcuno che provi quel che provo io, che creda a quel che gli dico e non riveli mai i miei segreti. Nessuna persona potrebbe mai essere un’amica così, ed è per questo che ho deciso di cercare un confidente sotto forma di diario».
Inizia così un documento straordinario, in cui vengono raccolte le speranze e i sogni di una ragazza adolescente: dalle banali vicissitudini di scuola ai segreti con le amiche, fino all’amore per Zygmunt Schwarzer, figlio di un importante medico ebreo.
Quando nel luglio 1942 venne istituito il ghetto di Przemys´l, Renia vi si trasferì insieme ad altri 24.000 ebrei. Dopo circa due settimane, Schwarzer fece evadere segretamente Renia dal ghetto e nascose lei e i suoi genitori nella soffitta della casa di uno zio, per aiutarli a evitare la deportazione nei campi di concentramento. Successivamente un informatore anonimo riferì del nascondiglio alla polizia nazista, che giustiziò la diciottenne Renia insieme ai genitori di Schwarzer, il 30 luglio 1942. La madre, la sorella e Schwarzer sopravvissero alla guerra ed emigrarono negli Stati Uniti, portando con loro il diario di Renia e mantenendolo segreto, fino ad oggi. Traduzione dal polacco a cura di Anna Blasiak e Marta Dziurosz Traduzione in italiano di Alessandra Maestrini e Clara Nubile Euro 18,00 336 pagine.Neri Pozza Editore.
Renia Spiegel è nata da una famiglia ebrea in Polonia nel 1924. Ha iniziato il suo diario all’inizio del 1939, poco prima dell’invasione della Polonia da parte degli eserciti tedesco e sovietico. Nel 1942 fu costretta a trasferirsi in un ghetto, ma fu fatta evadere di nascosto dal suo fidanzato e si nascose in una soffitta con i genitori di lui. Fu scoperta dalla Gestapo e assassinata il 30 luglio 1942.
Elizabeth Bellak (nata Ariana Spiegel), nata nel 1930, è stata un’attrice bambina un tempo soprannominata «La Shirley Temple polacca». Nel 1942 lei e sua madre fuggirono a Varsavia, e poi in Austria, arrivando infine a New York City, dove vive oggi. Ha conservato il diario della sorella per 70 anni, finché sua figlia ha voluto leggerlo e si è battuta per tradurlo e pubblicarlo negli Stati Uniti.

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Hostmate: gli affitti brevi dal volto umano

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Si muove e cresce nel punto di tangenza tra mondo immobiliare e turismo: stiamo parlando di Hostmate (www.hostmate.it), società nata per offrire ai proprietari di appartamenti un servizio professionale che permetta loro di conciliare il carico della gestione operativa con le opportunità offerte dagli affitti di breve periodo, il tutto con semplicità e trasparenza.Gli affitti brevi stanno vivendo un vero e proprio boom in Italia: il Bel Paese è al terzo posto al mondo per numero di annunci presenti su Airbnb (400mila). Lo scorso anno 9 milioni 600mila persone hanno scelto Airbnb per soggiornare in Italia. Nel 2016 il guadagno complessivo degli host italiani è stato di 621 milioni di euro.Secondo alcune stime, il mercato degli affitti brevi in Italia potrebbe interessare circa un milione di immobili, con un fatturato possibile di 4.1 miliardi di euro.Come gestire e massimizzare, però, le numerose opportunità di guadagno che si prospettano per i proprietari di appartamenti? Gli affitti di breve periodo si sono dimostrati un’alternativa innovativa e più remunerativa rispetto all’affitto di lungo termine (dal 25 al 50% in più, in media), ma quasi sempre i proprietari non hanno il tempo di gestire in modo adeguato tutte le operazioni, non hanno dimestichezza nell’approccio ai canali digitali e alla comunicazione legata all’alloggio e non hanno nemmeno la possibilità di aggiornarsi in modo coerente rispetto alle normative vigenti. Senza contare le problematiche poste dalla pulizia e da altri aspetti, come quelli manutentivi.Per questo motivo è nata Hostmate: per semplificare la vita dei proprietari immobiliari italiani attraverso soluzioni di messa a reddito e gestione completa degli immobili.Fondata nel febbraio 2017 da un gruppo di amici con esperienze professionali molto eterogenee, è presto cresciuta fino a divenire un primario attore sul mercato nazionale.Tra i punti di forza, la gestione ancora “umana” del cliente-proprietario, che viene seguito da persone in carne e ossa, ossia da veri Account Manager che si occupano di verificare lo stato dell’appartamento, con annesso servizio fotografico professionale e creazione (e messa online) dell’annuncio per le piattaforme Airbnb e Booking effettuato da copywriter ed esperti di marketing digitale.Hostmate si occupa quindi della selezione e gestione degli ospiti durante il soggiorno, gestisce le prenotazioni, garantendo un supporto multilingua (l’85% degli ospiti è straniero), massimizzando l’occupazione dell’appartamento stesso. Gestisce inoltre check-in e check-out, offrendo servizio di pulizia e lavanderia.Hostmate è attiva anche nella gestione di eventuali emergenze, mettendo a disposizione una rete di professionisti in grado di risolvere qualsiasi problematica in tempo reale.I founder credono così tanto al progetto che si sono spinti oltre, omaggiando i proprietari di una polizza assicurativa dedicata per il primo anno di attività.Dichiara Felipe Aguilera, Marketing Director: “Al momento Hostmate è operativa su Milano, Venezia, Cinque Terre, Torino. Stiamo progettando la nostra espansione su altre zone d’Italia. Da qui a cinque anni vogliamo passare da 100 appartamenti attualmente gestiti a 1000”.

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Grande successo dell’Italian Sustainability Photo Award

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Gratuito e aperto a fotografi sia nazionali che internazionali, ISPA è il primo concorso in Italia dedicato ai temi ESG (Environmental, Social and Governance, ideato da Parallelozero, agenzia foto-giornalistica internazionale specializzata nella produzione di contenuti visuali per il mondo dell’editoria e del corporate, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla Sostenibilità Ambientale, la Sostenibilità Sociale e sulla Governance Sostenibile. Nate nell’ambito economico/finanziario, da qui la collaborazione con PIMCO, tra le principali società di gestione di investimenti obbligazionari al mondo, main sponsor del concorso, queste tre dimensioni della sostenibilità sono in generale sinonimo di impegno e consapevolezza.Il premio ISPA nasce per raccontare storie italiane, scelte consapevoli, idee innovative, soluzioni coraggiose. I valori ai quali si ispira il premio diventano sempre più patrimonio comune a cui tendere ed è per questo che i fotografi di tutto il mondo sono invitati a produrre immagini potenti e visionarie che parlino di speranza e di progresso verso un futuro più sostenibile.
Una prestigiosa giuria, composta da fotografi, photo editor e giornalisti internazionali premierà la migliore foto e il migliore reportage e sceglierà un progetto fotografico da sostenere concretamente, finanziandolo con un grant di 10 mila euro. I vincitori saranno annunciati il 30 marzo 2020 mentre i partecipanti avranno tempo fino al 28 febbraio 2020 per caricare foto e storie sul portale http://www.ispaward.com.
Presieduta da Tiziana Ferrario, giornalista e conduttrice televisiva, la giuria sarà composta da Davide Monteleone, fotografo e tre volte vincitore del World Press Photo; Ami Vitale, Nikon Ambassador e fotografa del National Geographic Magazine; Manila Camarini, Chief Photo Editor per D La Repubblica ed Emma Bowkett, Director of Photography al Financial Times FT Weekend Magazine.Le candidature sono ancora aperte e lo resteranno fino al prossimo 28 febbraio 2019.

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Appello a Franceschini per aumento fondi ai Teatri

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

“Lanciamo un appello al ministro Franceschini affinché nella lettura alla Camera della legge di bilancio venga introdotto un aumento dei fondi destinati ai Teatri di rilevante interesse culturale (TRIC) di almeno 20 milioni di euro, su cui FDI già ha presentato emendamenti al passaggio al Senato, garantendo equità e trasparenza nell’attribuzione. Il mancato aumento rischia di minare la stabilità produttiva di molti dei TRIC, tra cui il Teatro Eliseo – su cui fu posto un vincolo proprio da Franceschini per la garanzia delle finalità artistiche della struttura per il bene della comunità culturale nazionale e romana – con possibili rischi per la situazione dei lavoratori, a cui va la nostra solidarietà. Presenteremo emendamenti e ordini del giorno affinché i TRIC, presidi di arte e cultura, ricevano i giusti finanziamenti. Il sistema dei teatri pubblici e privati in Italia è nettamente sottofinanziato rispetto la media europea: l’Italia, per fare un esempio, non supera lo 0,2% del PIL mentre la Francia supera l’1% per cento.” È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura e responsabile Cultura del partito, deputato Federico Mollicone.

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DHL Global Connectedness Index: la globalizzazione regge nonostante le tensioni

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

DHL Global Forwarding e la NYU Stern School of Business hanno rilasciato l’update del GCI, il Global Connectedness Index, che evidenzia gli sviluppi chiave nei flussi internazionali di capitali, del commercio, delle informazioni e delle persone. Il nuovo rapporto mostra come la contrazione dei flussi dei capitali internazionali abbia causato una leggera flessione della connessione a livello globale nel 2018. Tuttavia, nonostante i forti venti contrari nella geopolitica e nel commercio globale, il GCI si è mantenuto vicino al suo record raggiunto del 2017. Il mondo risulta oggi più connesso che in quasi tutti gli altri momenti della storia, senza segni di un’ampia inversione di tendenza della globalizzazione, fino ad oggi.”Lo scambio internazionale consente ad aziende in tutto il mondo di collaborare e cogliere nuove sfide e opportunità”, commenta Mario Zini, CEO di DHL Global Forwarding Italy “Mentre le attuali tensioni geopolitiche potrebbero interrompere seriamente le connessioni a livello globale, i dati aggiornati del report 2019 mostrano come la maggior parte dei flussi internazionali siano rimasti incredibilmente resilienti finora. In definitiva, ciò che vediamo oggi è l’evoluzione della globalizzazione, non il suo declino. I decision-maker devono guardarsi bene da titoli di giornale fuorvianti”. L’aggiornamento del DHL Global Connectedness Index è stato calcolato sulla base di oltre 3,5 milioni di punti di dati sui flussi da Paese a Paese. L’index fornisce una copertura completa dal 2001 al 2018, insieme a un’analisi parziale della prima metà del 2019. Il rapporto mostra anche una flessione nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, tracciando il forte calo del commercio tra questi due, nonché un esame delle recenti affermazioni secondo cui la globalizzazione sta cedendo il passo alla regionalizzazione.
Guardando al futuro, il report 2019 aggiornato rileva che tutti e quattro i flussi misurati dal DHL Global Connectedness Index – commercio, capitali, informazioni e persone – si trovano attualmente di fronte a forti venti avversi. L’aumento delle barriere e l’incertezza sull’apertura futura stanno iniziando a comportare costi significativi. Allo stesso tempo, un’indagine sulle percezioni della globalizzazione rivela che molte persone non si rendono conto di quanto sia effettivamente limitata la connessione globale. Mentre il mondo è più connesso che in tutti momenti precedenti della storia, la maggior parte degli affari si svolge ancora all’interno dei confini nazionali piuttosto che guardare oltre. Il rapporto evidenzia come queste percezioni esagerate in merito alla globalizzazione possano portare a decisioni distorte nel mondo degli affari o a sottovalutare il significativo potenziale offerto da una potenziale crescita della connessione globale.

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Sara Assicurazioni abbraccia il digitale in totale sicurezza grazie a Cisco

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Cisco annuncia che Sara Assicurazioni, importante compagnia di assicurazioni nel panorama italiano, si è affidata alle sue soluzioni di cybersecurity per supportare e garantire all’azienda una trasformazione digitale sicura. La scelta di Sara Assicurazioni è nata dall’esigenza di affidarsi ad un partner autorevole e di fiducia che potesse accompagnare l’azienda nel percorso di digitalizzazione a 360° intrapreso nel corso del 2018 e che potesse garantire piena sicurezza sia all’interno che all’esterno del perimetro aziendale. Sara Assicurazioni ha, infatti, intrapreso un percorso evolutivo della propria infrastruttura tecnologica e IT con l’obiettivo di portare innovazione in tutta l’azienda e tenere il passo con un mercato altamente competitivo. La prima fase di questo percorso è coincisa con l’implementazione di un’architettura completamente in cloud. Il passaggio alla “nuvola” ha portato sin da subito effetti positivi e oggi tutti gli agenti di Sara Assicurazioni sono dotati di strumenti gestionali mobile che permettono loro di essere sempre operativi. Ad esempio, tramite un tablet connesso a Internet tramite Vpn, gli agenti possono emettere qualsiasi prodotto assicurativo, raccogliere contratti, fare proposte a nuovi clienti e fornire tutto il supporto necessario ai loro clienti, senza doversi appoggiare all’agenzia fisica.Il passaggio alla piattaforma cloud, che comunque garantiva già determinati standard di sicurezza, ha naturalmente amplificato l’attenzione verso il tema della cybersecurity, non soltanto in termini di protezione, ma anche di analisi e prevenzione.
La collaborazione prevede una soluzione a più livelli. Grazie all’utlizzo di un’architettura SDN (Software Defined Network), è più semplice e veloce accedere alle risorse in cloud, garantendo flessibilità e agilità, mentre la combinazione delle soluzioni Cisco Meraki e Cisco Umbrella – secure internet gateway – permette di creare una prima linea di difesa in grado di bloccare le minacce e garantire un elevato livello di protezione anche per gli utenti che accedono in mobilità. Inoltre, attraverso le dashboard cloud di Meraki MX, è possibile tenere monitorate le attività degli utenti per analizzare, prevenire e gestire al meglio le criticità.

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Il veleno antisemita e l’anticomunismo viscerale

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Se facciamo convergere le luci della ribalta al tempo dell’ascesa al potere dei nazisti in Germania dobbiamo convenire, a proposito della questione ebraica, che non pochi pensavano si potesse essere alleati della Germania, senza remore, una volta stabilito che i nemici dell’occidente erano gli ebrei e i comunisti. E in subordine a questa linea di pensiero si poteva pensare che solo la Germania avesse la sufficiente determinazione e forza per rimettere in sesto le sorti del mondo restituendo agli ariani il primato sulle altre razze. Qui parliamo della “ricomposizione razziale” dell’Europa centrale. Nella migliore delle ipotesi gli ebrei potevano emigrare nel Madagascar. Era definita, per gli strateghi del terzo Reich, come la “soluzione finale territoriale”. Si parlò anche di un “centro nazionale ebraico” in Palestina mentre nello stesso tempo non si escludeva un’emigrazione in massa degli ebrei negli U.S.A. se non altro per esercitare una pressione su Roosevelt (come emerge chiaro dal diario di Goebbels). Giungemmo, quindi, alla vigilia della seconda grande guerra mondiale con queste contrapposte ideologie, interessi di bottega e rivalità, e i primi martiri. Sta di fatto che la guerra e la sorte degli ebrei erano intimamente legate. Lo stesso console generale americano a Berlino Raymond Geist con una lettera al suo governo datata il 5 dicembre del 1939 segnalò la possibilità che i tedeschi si stessero preparando allo “sterminio degli ebrei”. Si reputava, sia pure nel pieno di un conflitto, la possibilità che vi erano margini per una trattativa. Se questa occasione fosse stata colta le sorti della guerra, probabilmente, avrebbero assunto una diversa svolta. Sarebbe stato, se non altro, un modo per placare i conflitti tra la Germania e i suoi vicini.
Si trattava ora di capire gli schieramenti posti in campo e se non era più naturale un’alleanza contro il nemico comune, dal punto di vista del grande capitale, rappresentato dall’U.R.S.S., o quella “di minore importanza” contro un annessionista pericoloso, qual era la Germania nazista, dove si profilava una contesa tutta interna al mondo del capitale con il liberalismo anglosassone e statunitense.
La ragione ultima era abbastanza evidente. L’homo aeconumicus voleva prevalere sugli altri per la ben nota legge del profitto. Sullo sfondo si maturava anche la lotta per l’egemonia del mondo che per i tedeschi si poteva realizzare mediante il possesso del territorio russo e delle sue enormi potenzialità energetiche. (Riccardo Alfonso)

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Il lavoro sporco di pulizia etnica della Germania e la buccia di banana polacca

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

La Polonia divenne, per gli occidentali, la classica goccia d’acqua che fece traboccare il vaso della tolleranza per le politiche annessioniste della Germania Hitleriana. Spinse gli anglofrancesi a un gesto clamoroso di rivolta in opposizione a un dialogo, con i nazisti, sino allora mantenuto su livelli molto concilianti e permessivi. Vennero ad un ultimatum e ad una dichiarazione di guerra che sembravano interessare a ben pochi e meno che mai ai diretti interessati. I francesi erano tranquilli dietro la loro linea Maginot e i tedeschi, lo stesso, giacché si stava profilando una “guerra” di posizione e non di movimento. Diventava l’occasione propizia per far lavorare le diplomazie e per studiare onorevoli percorsi per ristabilire la pace in Europa.
Forse a peggiorare le cose vi concorse il patto russo-tedesco per la spartizione della Polonia. Stalin, d’altra parte, non nascondeva la sua ammirazione per Hitler nonostante che li dividesse, in modo radicale, la loro concezione ideologica e il loro modo di esprimere una presenza nel mondo esclusiva e dominante.
Una simpatia non certo ricambiata da Hitler il quale già pensava di rabbonire gli inglesi e i francesi per poi spingersi in una sorta di guerra santa contro i sovietici.
Non vi riuscì e allora cercò di piegare le resistenze anglo-francesi con una spettacolare offensiva che in poche settimane mise in ginocchio la Francia e, in pratica, annientò l’armata inglese inviata sul continente per dare il suo appoggio agli alleati francesi. Questo fu anche il trionfo di una tecnica militare innovativa, rispetto al passato. (Riccardo Alfonso)

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Le tecniche di guerra fuori dagli schemi tradizionali

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

La campagna d’Italia di Napoleone ed ancor prima le vittorie romane sui “barbari” offrirono, in passato, un piccolo saggio di quanto fosse efficace l’adozione di strategie militari fuori dagli schemi tradizionali. Lo stesso accadde nella guerra d’indipendenza d’America con coloni male armati e un esercito inglese i cui ranghi erano formati da soldati professionisti e ben addestrati. I tedeschi fondarono la loro strategia militare nell’accentuata mobilità delle loro truppe, nel predominio dei cieli e con l’uso spregiudicato degli u-boats nei mari. Le caratteristiche offensive più importanti di questi mezzi navali erano la velocità di superficie, la grande manovrabilità ed il numero di torpedini trasportate. In questo modo uno sbarramento, per quanto imponente, poteva essere aggirato e vanificato come lo fu la linea Maginot. I tedeschi persero, invece, quando s’impantanarono alla periferia di Leningrado e scelsero una guerra di posizione, di muro contro muro, mentre nelle retrovie si alienarono le possibili simpatie dei conquistati con le loro brutalità, con la loro arroganza e pretesa di considerarsi una razza superiore.
Nello stesso tempo l’apertura di due importanti fronti ad Est e a Nord non facilitò di certo la pur grande capacità di penetrazione dell’esercito tedesco. Per giunta Hitler si mostrò molto esitante con gli inglesi anche perché, sotto sotto, era conscio che se si fosse avventurato alla conquista delle Gran Bretagna avrebbe dovuto spendere molte risorse in uomini e mezzi, mentre il suo obiettivo finale restava sempre l’U.R.S.S. nei confronti della quale non poteva distrarre, più del dovuto, il suo potenziale bellico. Pensò, invece, di riservare agli inglesi un trattamento particolare affidandolo alle sole forze aeree. I ripetuti bombardamenti, a suo avviso, sarebbero stati in grado di fiaccare il morale dei britannici e renderli inattivi il tempo giusto per avere le mani libere ad est. Il tutto si rivelò, a dispetto degli iniziali successi, in un fallimento e alla perdita d’ingenti forze aeree.
Per quanto riguarda la campagna di Russia sembra quasi che la storia non sia più la maestra di vita poiché nulla o poco insegnò ai tedeschi, quanto era accaduto ai Francesi con Napoleone e, per contro, alla saggezza dei conquistatori romani che puntarono, soprattutto, nel rendersi amici i popoli assoggettati. Si preferirono i molti nemici per ricavarvi molti onori, ma il prezzo fu pagato caramente. Le popolazioni locali si rivoltarono contro, si organizzò un’efficace resistenza e la logica della terra bruciata, da lasciare alle armate tedesche avanzanti, fece il resto. Anche in questo caso l’Unione sovietica ritrovò un insperato legame unitario proprio al cospetto da questo nemico venuto alla conquista delle sue terre. La difesa di Leningrado fu un esempio classico di questo spirito nazionalistico, spuntato d’incanto, che superò le stesse ideologie e precetti demagogici del comunismo bolscevico, pur svolgendovi, beninteso, un ruolo non secondario. La vittoria militare dei sovietici divenne, quindi, più di un trionfo comunista, ma una mistura capace di tenere uniti e combattivi etnie diverse e spesso, nel passato, ferocemente avverse. (Riccardo Alfonso)

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Roberto Pazzi: Un giorno senza sera

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Uscita prevista: 16 gennaio. Per la prima volta raccolta in volume, con molti inediti, l’opera in versi (1966-2019) di uno dei più apprezzati poeti e narratori italiani. “Roberto Pazzi sceglie in Un giorno senza sera il meglio di cinquantatré anni di poesia. Nato nel 1946, è uno dei pochissimi della sua generazione ad aver praticato con qualità e credibilità equivalenti poesia e narrativa, erede in questo doppio registro di autori come Pasolini, Bevilacqua, Bassani, Delfini, D’Arrigo, Ottieri, Testori, Bufalino, Volponi, Maraini e Morante. La scrittura di Pazzi, fin dall’incontro adolescente con un mentore d’eccezione come Vittorio Sereni, è stata sempre predisposta ad abbattere ogni barriera fra mito e storia, reinvenzione d’autore e autenticità documentaria, una prospettiva che favorisce l’osmosi fra i due domini della poesia e del romanzo. Poche storie poetiche sono votate a un’oralità di specie drammaturgica, fra dialogo e monologo, come quella di Pazzi. Prima di tutto, però, Roberto Pazzi è un poeta originale, che non soggiace ai capricci dell’epoca ma che crede profondamente nel valore della poesia come mezzo primario di dialogo e di comunione.” Alberto Bertoni. (fonte: la nave di Teseo)

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Aldo Buzzi: Opere

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Uscita prevista: 30 gennaio. Dal Taccuino dell’aiuto-regista a Parliamo d’altro, passando per l’ormai proverbiale L’uovo alla kok, tornano finalmente in libreria, per la prima volta raccolte in un unico volume, tutte le opere di Aldo Buzzi (1910- 2009), amatissimo “maestro nascosto” della nostra letteratura. Condotta sulle carte dell’archivio personale di Buzzi, questa edizione comprende un’ampia scelta di scritti rari o inediti, una cronologia della vita e delle opere, e un’introduzione firmata da Antonio Gnoli. Un percorso lungo quasi un secolo, affascinante e inafferrabile, che mescola con apparente noncuranza appunti di viaggio, riflessioni gastronomiche e memorie autobiografiche. Eclettico, (auto)ironico, imprevedibile, Buzzi conduce il lettore dalla Roma cinematografica di Fellini e Lattuada alla New York dell’amico Saul Steinberg, dalla Russia di Čechov all’Italietta carducciana, in un montaggio serrato di tempi, luoghi, persone e stati d’animo. collana i Venti – poesia. (fonte: la nave di Teseo)

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Amin Maalouf: Le Crociate viste dagli arabi

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Uscita prevista: 23 gennaio. Una nuova edizione per un classico contemporaneo, assente da molti anni dai nostri scaffali. Il primo libro di Amin Maalouf, un long seller che è diventato un punto di riferimento per più generazioni di lettori. Con una nuova introduzione dell’autore. Luglio 1096: fa molto caldo sotto le mura di Nicea. All’ombra dei fichi, nei giardini fioriti, circolano notizie inquietanti: una truppa formata da cavalieri, fanti, ma anche di donne e bambini, marcia su Costantinopoli. Si dice che portino, cucite sulla spalla, delle croci in tessuto. Dicono che vengono a sterminare i musulmani fin dentro Gerusalemme. Resteranno due secoli in Terra santa, saccheggiando e massacrando in nome del loro dio. Un’incursione barbara compiuta dall’Occidente contro il cuore del mondo musulmano segna l’inizio di un lungo periodo di decadenza e oscurantismo, e la violenza di quell’attacco continua a farsi sentire ancora oggi. Nell’intento di dare delle crociate un’immagine nuova e diversa, Amin Maalouf ha fatto ricorso agli scritti degli storici arabi, molti dei quali sconosciuti in Europa, gettando al di là della barricata uno sguardo che ci riserva non poche sorprese: un affresco a colori violenti, ma anche un monito inquietante per i nostri tempi. collana le Isole. (fonte: la nave di Teseo)

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Claudio Martelli: L’antipatico. Bettino Craxi e la grande coalizione

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 dicembre 2019

Uscita prevista: 16 gennaio. In occasione dei 20 anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, il ritratto inedito dell’uomo politico e dell’amico intimo, raccontato da chi ne ha conosciuto e vissuto l’ascesa e il declino. “Bettino Craxi era antipatico perché incarnava la politica in un’epoca di crollo delle ideologie e di avversione ai partiti. Perché non temeva né di macchiarsi di una colpa né di affrontare l’odio. Perché era alto e grosso, ribelle e autoritario e anche se tendeva alla pace e sorrideva sembrava sempre in guerra. Perché diceva quel che pensava e faceva quel che diceva, anche le cose spiacevoli. Perché affascinava o irritava coi suoi proverbi popolari o mostrandoti l’altra faccia della luna; perché era sospettoso e coraggioso, razionale e realista fino al cinismo. Perché era sicuro, troppo sicuro di sé, e per dieci anni ha guidato la politica italiana e per quattro il governo coi migliori risultati. Perché sfidò gli USA di Reagan e l’URSS. Perché tenne in scacco la Dc e il PCI alternando coerenza e spregiudicatezza. Perché affrontò il partito del potere e del denaro.
“Oggi, a distanza di vent’anni dalla sua morte, è possibile e anzi necessario ripensare Craxi e recuperare il suo lascito, per colmare il vuoto lasciato dal riformismo socialista e dal socialismo liberale. La sua figura suscita ancora tante domande e comprenderla può fornire tracce importanti per capire la crisi della sinistra, della democrazia liberale e l’irruzione del populismo e del nazionalismo in Italia e nel mondo. Questo libro non è una biografia, piuttosto il profilo umano e intellettuale di un leader e il manifesto politico che nel labirinto di intenzioni, di successi e di tracolli di un’’epoca appena passata districano i fili che la connettono alle contraddizioni e agli interrogativi dell’attualità.” Claudio Martelli (fonte: la nave di Teseo)

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