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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for 13 dicembre 2019

Nissoli (FI): Comites/Il Governo rinvia la democrazia per mancanza di budget!!! Ma abbiate un minimo di rispetto!

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Roma “Ieri, il Sottosegretario agli Esteri, on. Manlio Di Stefano, ha risposto alla mia interrogazione in cui chiedevo certezza sulla data delle elezioni dei Comites che normalmente dovrebbe essere, a scadenza naturale, il 17 aprile 2020.Il Sottosegretario nella sua risposta non ha dato alcuna certezza, anzi ha evidenziato che le elezioni sono “strettamente condizionate dalla disponibilità di adeguate risorse finanziarie, rispetto alle quali potrà essere decisiva la manovra di bilancio in corso di esame da parte delle Camere”.
Una risposta inaccettabile per un Paese democratico! Infatti, non dovrebbe essere il Governo stesso ad assicurare il minimo budget per il funzionamento della democrazia? Immaginate se ad un Comune italiano si dice che il rinnovo del Consiglio comunale è subordinato alla legge di bilancio!? Insomma, se vogliono emarginare gli italiani all’estero dai loro diritti politici lo dicano chiaramente! Votare no, ma le tasse si! Beh questo sinceramente mi lascia senza parole, spero che il Governo, invece, trovi presto le parole adatte per indicare un cambiamento di rotta, un ravvedimento che lo porti a rispettare i connazionali che vivono all’estero e che, spesso, hanno dato lustro a quell’Italia che hanno dovuto lasciare per mancanza di lavoro!” Lo ha dichiarato l’on. Fucsia Nissoli Fitzgerald (FI), eletta nella Circoscrizione Estera – Ripartizione Nord e Centro America.

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“Get Brexit done” Boris Johnson si aggiudica le elezioni. Possibili impatti

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. Tre anni fa, in un fine settimana di inizio estate, Boris Johnson viveva una lacerante indecisione. A poche settimane dal referendum che avrebbe deciso le sorti della Brexit, ancora non si era espresso: ma il voto era ormai vicino, ed era tempo di prendere una decisione, che sarebbe stata resa pubblica in un editoriale sul Daily Telegraph, uno dei più influenti giornali conservatori. Così, per schiarirsi le idee, Johnson decise di scrivere due articoli: uno nel quale sosteneva la necessità di restare nell’UE e un altro nel quale sposava la causa della Brexit, l’articolo che poi decise di pubblicare.La scelta che Johnson prese durante quel fine settimana ha condizionato la politica e la storia recente della Gran Bretagna e dell’Unione Europea. Il suo contributo è stato, secondo molti osservatori, cruciale nel condizionare il referendum sulla Brexit, soluzione che era osteggiata dal suo stesso partito. Per spiegare il voltafaccia al suo rivale e compagno di scuola David Cameron scelse un’immagine di Rudyard Kipling: “Scusami, la Brexit finirà schiacciata come una rana sotto un erpice. Ma questa era la scelta che dovevo fare…”. A tre anni dal referendum, sotto un erpice sono invece finite moltissime delle convenzioni della politica britannica, la cui geografia è uscita sconvolta dalle ultime elezioni. David Cameron non è più in politica e il partito Conservatore, riorganizzato da Johnson intorno a una agenda concentrata sulla Brexit, ha stravinto un’elezione trionfando in molte zone del Paese storicamente di sostegno ai laburisti. L’etoniano Johnson ha conteso al socialista Corbyn i voti della “working class” in moltissime località che non avevano un rappresentante conservatore anche da 50 o 70 anni.
Il Partito Laburista, che ha subito la peggiore sconfitta degli ultimi trent’anni, ha pagato gli errori strategici nel posizionarsi rispetto alla questione politica più importante per gli elettori. Al contrario Johnson è riuscito a polarizzare il voto delle persone favorevoli alla Brexit e il desiderio – condiviso da coloro che avevano votato “leave”, ma non solo – di chiudere il più presto possibile la questione, dopo tre anni di stallo e crisi. Boris Johnson è riuscito nel capolavoro politico di non farsi associare con la gestione della crisi politica e istituzionale da parte del suo partito sotto la guida di Theresa May e di presentarsi come l’uomo in grado di risolvere lo stallo, spostando la piattaforma del suo partito verso una forma inedita di nazionalismo. “Chiudiamo la Brexit” questo è stato il mantra che ha ripetuto come un’ossessione.
Ma possiamo considerare veramente chiusa la questione? Probabilmente no. L’unica certezza è che la Brexit avverrà veramente e che la maggioranza a Westminster ha i margini e la compattezza per gestire il processo politico senza più ripensamenti. Boris, galvanizzato da una vittoria più ampia delle aspettative, ha parlato di “un mandato chiaro” e ha fatto trapelare l’intenzione di procedere a tappe forzate per rispettare la deadline di dicembre. L’accordo che Johnson ha siglato con l’Unione Europea, tuttavia, è di fatto un modo per rimandare alcune delle questioni più rilevanti da un punto di vista economico, politico e finanziario. Le parti in causa avranno ora fino a dicembre 2020 per definire i propri rapporti. Questo particolare è ovviamente di grande rilevanza nel valutare l’impatto della Brexit sui mercati nel medio termine:
1. È possibile che nei prossimi mesi alcune catene del valore subiranno le conseguenze dell’incertezza legata al negoziato ed eventualmente di nuove regole. Non bisogna inoltre sottovalutare la sfida operativa e logistica che la Brexit pone sulle amministrazioni pubbliche, per continuare a garantire una circolazione senza intoppi delle merci.
2. In questo momento è impossibile escludere la possibilità di una “Brexit dura”, ovvero una Brexit senza accordo commerciale: un’eventualità che probabilmente si rifletterebbe in senso negativo sul mercato.
3. Questa incertezza è legata a un processo politico e negoziale che vivrà di varie fasi. È prematuro in questo momento prevedere quale sarà la nuova postura delle parti.
In definitiva è ragionevole immaginare che la “fase 2” della Brexit resterà un potenziale fattore di mercato almeno per un altro anno. Ci possiamo aspettare che il tema comincerà ad assumere maggiore rilevanza man mano che la scadenza di dicembre si avvicina senza che le parti abbiano definito un accordo. Tuttavia. è plausibile che il risultato elettorale possa agevolare l’apertura di una nuova fase nel rapporto tra UK e UE: eliminando complessità del processo politico. Boris Johnson è ora forte di un chiaro mandato, mentre l’Unione Europea potrebbe assumere un atteggiamento più benevolo ora che la possibilità di invertire il processo Brexit è affievolita. D’altra parte, Johnson non ha mai avuto mano libera per spiegare che tipo di Brexit desiderasse veramente, oscillando tra posizioni più morbide e più oltranziste a seconda dell’opportunità politica, ora finalmente avrà la possibilità di chiarificare meglio la sua agenda. Sicuramente il risultato elettorale rimanda eventuali criticità e sarà importante valutare come le parti approcceranno il negoziato.C’è poi la questione del confine Nord Irlandese. Stando all’accordo che Johnson dovrebbe approvare, si dovrebbe risolvere la questione stabilire un confine non intrusivo nel Mar d’Irlanda. Va da sé che questa operazione presenta più di una criticità. Per citare un documento del ministero dell’Interno britannico pubblicato dal Financial Times, sarà una sfida “strategica, politica e operativa”.Più in generale, il successo dei partiti nazionalista in Scozia e nell’Irlanda del Nord sta a testimoniare che il progetto unitario e unitarista di Johnson (One Nation Conservative Party) ha più di qualche ostacolo: l’Inghilterra sembra oggi aver preso una direzione marcatamente diversa dal resto dell’Unione. Per ovviare a queste difficoltà Johnson metterà mano al portafoglio, allargando i cordoni della spesa pubblica: nel medio termine è da valutare l’effetto sugli spread per l’obbligazionario governativo, anche se un ritorno alla spesa potrebbe avere un effetto positivo sulla crescita.Nel breve periodo, il Pound e il FTSE hanno celebrato con un mini-rally (anche perché è scongiurato l’aumento della tassa sui profitti presentato dai Laburisti). Guardando al futuro, la situazione oltre manica merita di continuare a essere guardata con attenzione. E considereremo tutti questi aspetti quando si tratta di valutare il nostro posizionamento su azionario e bond governativi britannici, che resta comunque limitato.

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Dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo sul voto in Gran Bretagna

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

“Mi congratulo con Boris Johnson per il successo nel voto di ieri. Adesso ci aspettiamo che il nuovo parlamento di Westminster approvi in fretta l’accordo con la UE per una Brexit ordinata entro il 31 gennaio del 2020. Dopo l’approvazione del Parlamento britannico dell’accordo con la UE sarà il Parlamento Europeo ad esprimere il suo voto a gennaio”.”Saremo vigili -continua il Presidente dell’Europarlamento- sull’attuazione degli accordi, in particolare per quanto riguarda i diritti dei cittadini dell’UE che vivono nel Regno Unito e di quelli del Regno Unito che si trovano in altri Stati membri. Il Parlamento Europeo auspica -conclude David Sassoli- relazioni future molto strette tra Unione europea e Regno Unito e continuerà ad agire in modo responsabile durante la nuova fase negoziale, nel rispetto dei valori fondanti e dei principi della nostra Unione e in ferma difesa degli interessi dei cittadini e degli Stati europei”.

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Elezioni UK: commenti flash di Investec AM

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Commento di John Stopford, Portfolio manager del Global Multi-Asset Income Fund di Investec AM. Prevediamo un ulteriore recupero della sterlina e delle azioni domestiche inglesi con il calo dell’incertezza e la rimozione del rischio di coda di politiche non favorevoli al mercato ̶ sebbene buona parte di questo sia già prezzato, visti i sondaggi prima delle elezioni. L’incertezza politica del Regno Unito si è manifestata in investimenti deboli da parte delle imprese, che hanno contribuito negativamente alla crescita del PIL per cinque degli ultimi otto trimestri e un mercato immobiliare modesto, con i prezzi delle case che non sono riusciti a tenere il passo con l’inflazione. La vittoria dei conservatori ha fornito una certa chiarezza economica per il breve termine, poiché il Regno Unito lascerà finalmente l’UE e gli investimenti netti del settore pubblico torneranno a livelli storicamente elevati. Crediamo che i mercati inizieranno a prepararsi per una crescita di Boris Johnson. Ciò tenderebbe a sostenere i rendimenti dei titoli di Stato (il Regno Unito è uno dei mercati dei titoli di Stato più costosi che copriamo) e una sterlina più forte. Tuttavia, riteniamo che il rally sarà limitato, perché c’è la possibilità di una rapida transizione post-Brexit verso un’ulteriore incertezza sulle future relazioni commerciali del Regno Unito con l’UE.Per limitare l’impatto dell’incertezza elettorale sul portafoglio, il Global Multi-Asset Income Fund è posizionato con un peso relativamente basso sugli asset domestici del Regno Unito e sulla sterlina.
Commento di Ken Hsia, Portfolio manager dello European Equity Fund di Investec AM. Una maggioranza dei conservatori era diventata sempre più realtà con l’avvicinarsi delle elezioni favorendo così un rafforzamento graduale della sterlina. Sicuramente questo esito elettorale riduce le incertezze ma è anche vero che restano da stabilire i termini finali della Brexit e di un qualsiasi accordo commerciale con l’UE. Pertanto, mentre ci aspettiamo un rimbalzo importante da quelle società che si riferiscono al mercato domestico e che avevano abbassato i propri prezzi per essere più competitivi sui mercati europei, non ci aspettiamo un impatto immediato sulle entrate o gli investimenti delle società britanniche.
Manteniamo un posizionamento di portafoglio neutrale rispetto alla Brexit. Gran parte della nostra esposizione al Regno Unito riguarda le società multinazionali che traggono la maggior parte dei loro ricavi all’estero, anche se deteniamo Lloyds Bank e il gruppo edilizio Berkeley Group. Riteniamo che entrambi i titoli rappresentino asset di qualità scambiati con uno sconto che dovrebbe beneficiare della riduzione dell’incertezza economica.

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“Sei come il profumo del caffè”

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

E’ l’album di esordio di Davide Marchi, cantautore sanguigno appartenente alla cosiddetta area emiliana, che strizza un occhio al rock internazionale. Sette canzoni vere e proprie, inquadrabili nel genere musicale tradizionale melodico italiano, arrangiate da Roberto Padovan (già co-produttore artistico di Luca Bonaffini) che spaziano da temi come amore e amicizia, fino a toccare argomenti più intimisti con punte di esistenzialismo. Tracce eccellenti, nessuna esclusa dove, a volte, atmosfere sudamericane e trasgressioni soul s’intrecciano in brani bellissimi come “Intensamente noi” e “Se avessi due ali per volare”, regalando all’ascoltatore energia e dolcezza.
(Long Digital Playing Edizioni Srls 2019).
Modenese, classe 1971, Davide Marchi è un grintoso songwriter che, fin da ragazzino, impugna la chitarra conoscendo – attraverso le amicizie e le radio – la musica dei cantautori italiani.Debutta come batterista, suonando per un’orchestra di ballo liscio e musica popolare, con la quale lavora per ben due anni, riuscendo così a pagarsi gli studi universitari che gli valgono una laurea breve come operatore zootecnico presso la facoltà di veterinaria. Ma la sua strada è segnata: la musica, tra pop melodico e rock d’autore, diventa sempre più importante finché, prima collaborando con Marco Baroni poi con la cantante emergente Sara Ciutto (che nel 2015 pubblica un suo brano intitolato “Tutti i desideri”) pubblica il suo primo singolo in veste di solista: “Briciole”.Il singolo piace e raggiunge 84.000 visualizzazioni su YouTube. L’album, composto da sette brani inediti, è un insieme di scatti rubati alla vita quotidiana, grazie a una sorta di macchina fotografica del tempo tra memoria e speranza, dove amore e amicizia, autostima e riscatto sociale, desideri e paure, fantasia e realtà, si mescolano in un gioco raffinato di melodie delicate e graffianti dentro le quali saltano e danzano testi raffinati ma pieni di energia.
Un po’ come il profumo del caffè….

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The Economist this week: Boris Johnson and the Conservative victory

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

“We have published a special edition with our analysis of Britain’s astonishing general election. As we went to press, Boris Johnson was heading for a majority of around 80 seats, the largest Conservative victory since the days of Margaret Thatcher. Under Jeremy Corbyn, meanwhile, Labour has suffered its worst result since 1935. The vote marks a profound realignment in British politics. For the first time since the referendum of 2016, it is clear that Britain will leave the European Union. The party of the rich has buried Labour under the votes of working-class northerners and Midlanders. And, after a decade of weak or non-existent majorities, Britain has a prime minister with immense personal authority and a free rein in Parliament.” (by Zanny Minton Beddoes, Editor-in-Chief)

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La Gran Bretagna sceglie la Brexit

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Londra. Boris Johnson ha vinto la scommessa. Gli elettori gli hanno dato un’ampia fiducia. In base agli ultimi exit ha ottenuto 368 seggi su 650 alla Camera dei Comuni mentre il suo diretto avversario laburista Jeremy Corbyn non è andato oltre i 191 e segnando un declino peggiore del previsto per i Labour. Ora, ha dichiarato Boris Johnson, usciremo formalmente dall’Ue il 31 gennaio 2020. E la sterlina vola. La proclamazione degli eletti avverrà tra breve e con essi il numero esatto dei componenti dei vari schieramenti. In Italia la prima a congratularsi, per la vittoria dei conservatori britannici, è stata Giorgia Meloni, presidente dei Fratelli d’Italia, scrivendo su Twitter: «Congratulazioni a Boris Johnson per la grande vittoria. Ancora una volta la coerenza paga, ora la volontà del popolo britannico sarà finalmente rispettata. A noi il compito di difendere gli interessi italiani in un nuovo rapporto di cooperazione con il Regno Unito».

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Restare umani in un mondo che cambia

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

GerusalemmeGerusalemme. “Le nuove sfide antropologiche: tra memoria e visione del futuro” è il tema di un convegno internazionale organizzato l’11 e 12 dicembre 2019 nell’ambito delle attività di Formazione Integrale dell’Università Europea di Roma, presso il Pontificio Istituto Notre Dame di Gerusalemme. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di tracciare un’immagine, quanto più precisa, della realtà sociale ed etica contemporanea. I relatori hanno dedicato particolare attenzione all’esperienza della memoria collettiva e individuale, offerta dalla ricerca archeologica, e alle prospettive etiche rivolte al futuro.Per questo la conoscenza dei luoghi, degli spazi, delle rovine della città e della terra nel suo insieme sono così importanti, sia sul piano scientifico dei Religious Studies, sia su quello della comunicazione e del turismo.
Proseguire e sviluppare progetti di ricerca su Gerusalemme e la Terrasanta significa coinvolgere una pluralità di discipline e di temi e consolidare collaborazioni con gli altri soggetti presenti, a partire dalle università israeliane e dallo Studium Biblicum Franciscanum, punto di riferimento chiave per l’elaborazione del l’archeologia cristiana”.Fra i vari interventi, nel convegno si è parlato delle nuove sfide antropologiche, frutto degli sviluppi della scienza e della tecnologia.
L’uomo, di fronte al rischio di essere ridotto a spettatore passivo di flussi informatici, sembra perdere quella posizione di centralità che gli veniva attribuita dalla tradizione umanistica rinascimentale per approdare a un nuovo umanesimo che da più parti viene indicato, appunto, come un Post-umanesimo. Emerge, allora, la necessità di strutturare un’analisi filosofica delle dinamiche antropologiche al fine di rendersi in grado di interpretare prima e gestire poi, i repentini cambiamenti dei paradigmi esistenziali imposti dallo sviluppo tecnologico. Affinché l’uomo del Post-umanesimo rimanga sempre e comunque uomo”.Padre Alberto Carrara, L.C., Direttore del Gruppo di ricerca in Neurobioetica (GdN) e Membro della Pontificia Accademia per la Vita, ha parlato dell’Intelligenza artificiale.“La sfida che l’I.A. pone – ha detto Padre Carrara, non è solo di carattere gestionale. Essa Gerusalemme1.JPGinterpella la stessa autocomprensione di noi stessi come esseri umani e ci permette di riconsiderare, ancora ed in modo più approfondito, la perenne domanda su chi, ciascuno di noi, è, cioè ci permette di continuare ad indagare ed esplicitare la nostra costituzione”.Secondo Padre Carrara “il potenziale che l’evoluzione degli algoritmi offre oggi all’umanità può, da una parte suscitare entusiasmo e speranza, dall’altra anche gravi preoccupazioni. Non c’è dubbio che la nostra storia è legata allo sviluppo della tecnologia e, nell’ultimo secolo, alla crescita esponenziale delle innovazioni computazionali. È urgente una riflessione interdisciplinare in materia che sia in grado di offrire lo stato dell’arte, le reali evoluzioni prossime, le applicazioni positive e i pericoli dell’utilizzo dell’I.A”.Nel corso del convegno si è parlato anche del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, con un intervento di Padre Rafael Pascual, L.C., Professore ordinario di Filosofia Teoretica e Direttore scientifico del Master in Consulenza Filosofica e Antropologia Esistenziale presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. “L’uomo – ha ricordato Padre Pascual – non può fare un uso arbitrario, capriccioso, della natura, dell’ambiente, delle risorse, ma deve fare un uso responsabile. L’uomo non è il padrone della natura, ma casomai l’amministratore. Inoltre, deve condividere questo patrimonio della natura, che gli è affidato, con gli altri, anche con le future generazioni. Possiamo parlare di casa comune e di buon vicinato, allargando il discorso a livello planetario, o anche di solidarietà ambientale”. seconda foto: Pontificio Istituto Notre Dame di Gerusalemme copyright Univerità europea di roma)

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Incontro con Koichi Yamamoto: Static-Dynamic

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Roma Martedì 17 dicembre ore 10 – Rufa Dipartimento di Arti visive – A cura di Umberto Giovannini Esposizione: Static-Dynamic di Koichi Yamamoto – opening 17 dicembre 2019 – ore 18 17 dicembre 2019 – 16 gennaio 2010 – A cura di Fabrizio Pizzuto Fondazione Pastificio Cerere – via degli ausoni 7, RUFA – Rome University of Fine Arts presenta l’esposizione Static-Dynamic di Koichi Yamamoto, ospitata negli spazi della Fondazione Pastificio Cerere, via degli Ausoni 7, a partire dal 17 dicembre fino al 16 gennaio 2020.L’inaugurazione della mostra, curata da Fabrizio Pizzuto, si terrà il 17 dicembre alle 18 e sarà preceduta, alle ore 10 della stessa giornata, da un incontro formativo dell’artista con gli studenti del corso di Arti visive RUFA, curato dal docente Umberto Giovannini.Il lavoro di Koichi Yamamoto si basa soprattutto sull’utilizzo della tecnica dell’incisione. Spazia con disinvoltura tra la tecnica del monotipo, del bulino e dell’acquaforte e in alcuni lavori è presente anche la chine collè. Le incisioni diventano tuttavia pretesto per un percorso tra le immagini. Appare un livello tridimensionale inaspettato: il lavoro si trasforma in oggetti, in particolare in aquiloni, adatti al volo.
Koichi Yamamoto è un artista che fonde tecniche tradizionali e contemporanee in modo da sviluppare approcci unici e innovativi al linguaggio delle arti grafiche. Le sue stampe esplorano i temi del sublime, della memoria e dell’atmosfera. Ha lavorato su molte scale, dalle piccole lastre di rame meticolosamente incise ai grandi monotipi. Ha esposto in numerose mostre d’arte a livello internazionale. Ha insegnato alla Utah State University e all’Università del Delaware ed è attualmente professore associato all’Università del Tennessee, Knoxville.L’incontro e la mostra nascono dall’iniziativa dei docenti Umberto Giovannini, Gianna Bentivenga, Maria Pina Bentivenga, Emiliano Coletta e Fabrizio Pizzuto.Orari di apertura: dal lunedì al sabato, ore 15 – 19Pausa natalizia: dal 21 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 compresi.

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THIS IS US: Summertime4Children 2019

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Padova Sabato 14 dicembre alle 21.00 e domenica 15 dicembre 2019 alle ore 17.30 arriva al Gran Teatro Geox di Padova il tradizionale concerto di solidarietà dei Summertime Choir. 45 cantanti, 22 orchestrali, 10 ballerini e una band di 5 elementi si esibiranno per raccogliere fondi per Medici con l’Africa Cuamm e l’Associazione Nuova Famiglia Addis Beteseb O.N.L.U.S.. Guest star dell’evento: Jermaine Paul, Cassandra Sotos e Loren Allred.Doppia data quest’anno per il tradizionale concerto di solidarietà organizzato da Summertime Choir, formazione padovana diretta da Walter Ferrulli, che, in oltre ventinove anni di attività, ha viaggiato per l’Italia e l’Europa con i suoi concerti, coinvolgendo migliaia di spettatori, arrivando anche ad esibirsi per quattro anni consecutivi davanti a Papa Giovanni Paolo II in occasione del concerto di Natale in Vaticano. Il coro ha partecipato anche numerose trasmissioni televisive, tra le quali, l’Ice Christmas Gala, davanti a 10mila persone al Mediolanum Forum e la più recente apertura dell’ultima edizione di Italia’s Got Talent.
Sul palco si sono dati appuntamento 45 cantanti, 22 orchestrali, 10 ballerini e una band di 5 elementi, che incanteranno il pubblico con un repertorio che, viaggiando tra picchi di energia e calore e momenti più intimi e delicati, approderà verso i più svariati generi musicali: christian rock, successi pop rivisitati, venature funk e la potenza degli arrangiamenti gospel. Il tutto impreziosito dai tre special guest di questa edizione Jermaine Paul, vincitore di The Voice USA e candidato al Grammy con Alicia Keys, Cassandra Sotos, violinista rock e classica in tour mondiale con la star indiana Arjit Singh, e Loren Allred, voce originale della canzone “Never Enough”, direttamente dal musical che ha sbancato il botteghino in tutto il mondo “The Greatest showman”. «Senza mai dimenticare le nostre radici, continuiamo il nostro viaggio percorrendo nuove strade che mettono in luce gli aspetti più forti, radicati e sinceri della nostra formazione musicale – racconta Walter Ferrulli – Il nostro spettacolo diventa ogni anno più eclettico, non dimenticando le radici gospel del nostro coro e degli arrangiamenti dei brani, e sempre più internazionale grazie alla fiducia che questi artisti di grandissima caratura ripongono in noi. L’importanza di questo concerto per noi è inoltre arricchita dalle iniziative che sosteniamo grazie all’attività anche di tutti questi mesi di preparazione: contribuire ai progetti di Medici con l’Africa Cuamm e Nuova Famiglia rende tutto ancora più speciale» Il ricavato del concerto sosterrà la riabilitazione e la fornitura di attrezzature per la Neonatologia dell’Ospedale Centrale di Beira, in Mozambico, dove Medici con l’Africa Cuamm opera da diversi anni, gravemente danneggiato dal ciclone Idai che si è abbattuto sulla città lo scorso marzo.
Biglietti Poltronissima vip 50€, Poltronissima 40€, Platea I 30€, Platea II 25€, Tribuna gold (poltrona I livello) 25€, Tribuna numerata (poltrona II livello) 15€.

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Giappone terra di geisha e samurai

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Monza, in Villa Reale (dal 30 gennaio al 2 giugno) Il meglio di due grandi collezioni private, unito per offrire un viaggio iniziatico in Giappone, paese la cui cultura e le cui arti affascinano da sempre, per grandissima varietà e raffinatezza.Il percorso espositivo, messo a punto da Francesco Morena, propone uno spaccato delle arti tradizionali dell’arcipelago estremo-orientale attraverso una precisa selezione di opere databili tra il XIV e il XX secolo, tutte provenienti dalla raccolta di Valter Guarnieri, collezionista trevigiano con una grande passione per l’Asia orientale, alle quali si uniscono, in questa speciale occasione, alcuni kimono della raccolta di Lydia Manavello, collezionista trevigiana esperta conoscitrice di tessuti asiatici.
La mostra è prodotta da ARTIKA, con il Patrocinio del Comune di Monza. Il percorso si sviluppa per isole tematiche, approfondendo numerosi aspetti relativi ai costumi e alle attività tradizionali del popolo giapponese.
La parte centrale dell’esposizione non poteva che essere dedicata al binomio Geisha e Samurai. Il Giappone tradizionale è infatti un paese popolato di bellissime donne, le geisha, e audaci guerrieri, i samurai. La classe militare ha dominato il paese del Sol Levante per lunghissimo tempo, dal XII alla metà del XIX secolo, imponendo il proprio volere politico ed elaborando una cultura molto raffinata la cui eco si avverte ancora oggi in molti ambiti. La geisha, o più in generale la beltà femminile così come la intendiamo noi (volto ovale cosparso di cipria bianca, abiti elegantissimi e modi cadenzati), ha rappresentato per il Giappone un topos culturale altrettanto radicato, dalle coltissime dame di corte del periodo Heian (794-1185) alle cortigiane vissute tra XVII e XIX secolo, così ben immortalate da Kitagawa Utamaro (1753-1806), il pittore che meglio di ogni altro ha restituito la vivacità dei quartieri dei piaceri di Edo (attuale Tokyo).
Dal mondo degli uomini a quello, affollatissimo, degli dei, sintesi di credenze autoctone e influenze provenienti dal continente asiatico. Il Buddhismo, in particolare, di origini indiane, è giunto nell’arcipelago per tramite di Cina e Corea. Esso ha permeato profondamente il pensiero giapponese, soprattutto nella sua variante dello Zen, che in questa sezione è testimoniata da un gruppo di dipinti nel formato del rotolo verticale raffiguranti Daruma, il mitico fondatore di questa setta.
Questo affascinante avvicinamento all’arte e alla cultura nipponica continua introducendo alla quotidianità del suo popolo: dalle attività di intrattenimento come il teatro Kabuki, dall’utilizzo del kimono alla predilezione degli artisti giapponesi per la micro-scultura. Di quest’ultima troviamo esempio nel nucleo di accessori legati al consumo del fumo di tabacco.
Di grande fascino è la presenza lungo il percorso espositivo di un certo numero di kimono dalla Collezione Manavello, alcuni disseminati tra le sale, altri esposti in un unico salone in un allestimento piuttosto spettacolare che vuole dare giusto rilievo a questi notevoli manufatti artistici.
Una sezione della mostra è riservata al rapporto tra i giapponesi e la natura, che nello Shintoismo, la dottrina filosofica e religiosa autoctona dell’arcipelago, è espressione della divinità. Questa relazione privilegiata con la Natura viene qui indagata attraverso una serie di dipinti su rotolo verticale, parte dei quali realizzati tra Otto e Novecento, agli albori del Giappone moderno.
A metà dell’Ottocento, dopo oltre due secoli di consapevole isolamento, il paese decise di aprirsi al mondo. Così, nel volgere di pochi decenni, il Giappone avanzò con convinzione verso la modernità. Intanto europei e statunitensi cominciarono ad apprezzare le arti sopraffini di quel popolo e molti giunsero a scoprire il mitico arcipelago. Il mutato scenario portò così molti artisti ad adottare tecniche e stili stranieri, e molti artigiani a produrre opere esplicitamente destinate agli acquirenti forestieri.
Tra le forme d’arte inedite per il Giappone di quei tempi, la fotografia d’autore occupava senz’altro un posto d’elezione. Gli stranieri che visitavano l’arcipelago molto spesso acquistavano fotografie per serbare e condividere un ricordo di quel paese misterioso e bellissimo. È il caso dello sconosciuto che ha acquisito il nucleo esposto in mostra, il quale ha annotato in lingua spagnola, a margine delle fotografie, le descrizioni dei luoghi e delle attività raffigurate nei suoi scatti.
L’ultima sala è riservata ad una delle forme d’arte più complesse e insieme più affascinanti del Giappone, la scrittura. Grandi paraventi ornati di potenti calligrafie concludono l’esaltante percorso espositivo.

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Scuola: I Sindacati hanno rifiutato il tavolo e fake news

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

L’Amministrazione Capitolina garantisce ai lavoratori impiegati nei servizi di ristorazione educativa e scolastica di Roma Capitale il rispetto dei livelli occupazionali. Invita dunque a fermare il proliferare di fake news che rischiano di generare disorientamento nei lavoratori e nei cittadini, invitando nuovamente i sindacati a sedersi al tavolo con l’Amministrazione in dialogo con le aziende per affiancare l’iter riguardante ogni singolo lavoratore. La nuova gara d’appalto, recentemente aggiudicata, contiene infatti una clausola sociale fortemente voluta dall’Amministrazione per tutelare i lavoratori attualmente impiegati nei servizi, una risorsa che si vuole conservare all’interno delle strutture educative e scolastiche per tutelare la persona, nonché la continuità e la qualità dell’offerta per i più piccoli.Il Dipartimento Politiche Educative e Scolastiche di Roma Capitale ha coerentemente da subito incardinato un tavolo con le aziende aggiudicatarie della nuova gara d’appalto, riscontrando da parte loro l’impegno ad assorbire il personale ad oggi impiegato nei servizi rispettando la clausola sociale a garanzia dei livelli occupazionali. L’avvio del nuovo appalto è programmato a gennaio.Come è noto, nonché ribadito in tutte le sedi, l’attuale gara d’appalto è vigilata dall’Anac nel quadro rigoroso che questa Amministrazione ha voluto adottare in materia di appalti. Ciò nell’ottica di garantire massima trasparenza della procedura nonché massime sicurezza e qualità dei servizi offerti. Nel corso delle costanti interlocuzioni con l’Autorità, l’Amministrazione non ha mai ricevuto rilievi che facessero ipotizzare, neanche lontanamente, l’adozione di un ritiro in autotutela. Inoltre, al contrario delle fake news diffuse in queste ore, la nuova gara d’appalto per la ristorazione educativa e scolastica di Roma Capitale non è stata mai impostata sul criterio del massimo ribasso, bensì, come voluto dall’Amministrazione, sempre basata sull’offerta economicamente e qualitativamente più vantaggiosa per garantire la migliore offerta per i più piccoli. Il costo medio a pasto del nuovo appalto risulta, tra l’altro, superiore al precedente. Nessun tipo di ricorso risulta in atto nella fase di aggiudicazione della presente gara. Appare dunque ingiustificata la richiesta di ritirare tale procedura in autotutela.L’Amministrazione Capitolina ha regolarmente convocato le sigle sindacali maggiormente rappresentative del settore, per condividere nella massima trasparenza l’avanzamento della procedura e delle interlocuzioni, invitando i rappresentanti a sedersi ad un tavolo al fine di affrontare insieme gli aspetti contrattuali di ogni singolo lavoratore. Tuttavia, i sindacati non hanno voluto partecipare.
Risulta dunque stonata la mobilitazione orchestrata da alcuni sindacati, che in queste ore chiamano i lavoratori in piazza invece di partecipare al tavolo.Infine, l’Amministrazione ha rispettato scrupolosamente l’accordo siglato a settembre con i sindacati tanto da aver richiesto all’Avvocatura Capitolina, come previsto dall’accordo stesso, il parere in merito agli approfondimenti di natura tecnico legale legati alle misure proposte. Il parere è stato tuttavia negativo. L’esito è stato già comunicato direttamente ai sindacati. L’Amministrazione porta avanti l’iter della gara d’appalto in massima trasparenza ed è impegnata nel garantire massima chiarezza, a beneficio innanzitutto dei lavoratori oggi altrimenti a rischio di ricevere notizie false o strumentali.

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Scuola: Cellulari in classe, un’arma a doppio taglio

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Come riporta La Stampa, per quanto riguarda l’uso di smartphone e tablet è allarme social: ne sono prove “lo scandalo dei tweet filo-nazisti del professore di Siena e il cyberbullismo che dilaga tra i giovani. Giuristi ed esperti di formazione studiano le cause dell’escalation e si dividono sui provvedimenti”. Il problema è da ricercare nell’uso improprio dei telefonini in classe. “Sono trascorsi dodici anni da quando una circolare del ministero della pubblica istruzione ha formalmente vietato i cellulari a scuola durante le ore di lezione, ma da allora la situazione è progressivamente finita fuori controllo tra atti di bullismo prima ripresi con gli smartphone poi condivisi sui social network e studenti sorpresi a copiare i compiti”.Sempre a La Stampa, il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha affermato che il cellulare in classe per copiare o studiare “è come un’arma in tasca”. Dunque, c’è da indagare sulle opportunità e i rischi degli smartphone a lezione. Il fatto è che cellulari, adolescenti e scuola, in Italia, “sono tre parole per il momento ancora prive di un legame che non sia confuso, vago e contraddittorio”. A partire dalla politica: i ministri che si sono susseguiti hanno avuto idee discordanti. Valeria Fedeli del Pd, ad esempio, “quando era ministra dell’Istruzione, voleva i telefonini nelle scuole e docenti preparati per insegnare a usarli in modo consapevole e corretto: gli smartphone come strumento didattico”. Inoltre, si legge su Il Sole 24 Ore, i docenti “devono riprendere in mano la didattica, basandola sul recupero delle relazioni umane e staccandosi dall’uso del digitale a tutti i costi: per i ragazzi la tecnologia è completamente trasparente, deve tornare a essere uno strumento, non un fine. Non c’è altra strada se non recuperare l’umano”. È stato detto solo qualche giorno fa a Bergamo, nel corso degli Stati generali della scuola digitale, promossi dal Centro studi ImparaDigitale. Secondo il sindacato, l’utilizzo massiccio e invadente di queste tecnologie, anziché elevare le conoscenze e in generale l’apprendimento, si sta rivelando sempre più un ostacolo all’evoluzione e al miglioramento, soprattutto tra le nuove generazioni.

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Scuola: internalizzazione ex-LSU/ATA e appalti storici: finalmente si parte!

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Finalmente, dopo più di vent’anni di lotte, è appena stato pubblicato sul sito del MIUR il bando (in allegato) che permette l’internalizzazione degli ex-LSU e dei lavoratori degli appalti storici nei ruoli di collaboratori scolastici della scuola statale.Lo sfruttamento messo in opera dalle cooperative in tutti questi anni è al termine. La storia dei lavoratori ex-LSU e degli appalti storici della scuola sono la dimostrazione che una lotta giusta, caparbia e condotta in solitaria da USB, paga. Questo, mentre sindacati come cgil cisl e uil hanno osteggiato in ogni modo il processo di internalizzazione, attraverso azioni di scoraggiamento dei lavoratori, istigazione ad una insensata e scellerata “guerra” tra lavoratori dello Stato e lavoratori delle cooperative, scherno nei confronti di USB e rallentamento dei già complessi lavori istituzionali che hanno portato a questo risultato, dimostrando ancora una volta di difendere interessi che non sono certo quelli dei lavoratori: come si può ostacolare un processo che migliora le condizioni di lavoro di una categoria sfruttata e umiliata? Nonostante le azioni scriteriate contro i lavoratori delle cooperative, lunedì arriveremo al bando per l’assunzione! USB è pronta ad assistere i lavoratori nella delicata fase di compilazione delle domande. Le nostre strutture sul territorio nazionale sono già al lavoro per assicurare una consulenza dedicata e accurata sin dal primo giorno. USB, però, non considera conclusa la lotta. Occorre proseguire per assicurare ai lavoratori di essere assunti in regime di full time e nelle province dove da sempre prestano servizio, garantire ai lavoratori privi dei requisiti dei dieci anni la possibilità di far valere il servizio svolto ai fini delle graduatorie ATA, così da partecipare ai bandi statali per le assunzioni e l’avvio di un secondo bando sui posti residuati per l’assunzione di chi ha almeno 5 anni di servizio.Siamo certi che l’assunzione dei lavoratori ex-LSU e appalti storici sia il primo, fondamentale passo per lo smantellamento del sistema di privatizzazione del lavoro pubblico: questo risultato, raggiunto con fatica e costante impegno da USB, rappresenta un passo decisivo verso l’internalizzazione di tutti i lavoratori che, alle dipendenze di cooperative, prestano servizio presso enti pubblici – dalla scuola agli ospedali ai tribunali – con le stesse mansioni e gli stessi doveri dei colleghi direttamente assunti dallo Stato, ma senza gli stessi diritti, senza le stesse garanzie e senza lo stesso salario.La nostra lotta continua, assistendo i lavoratori che finalmente vengono internalizzati e aprendo e continuando le lotte per l’internalizzazione di tutte le altre categorie di lavoratori che operano nel pubblico, ma sono sfruttati da aziende private!

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Scuola – Pensioni: a breve la circolare Miur con la scadenza delle domande

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

È imminente l’emanazione della circolare del Miur con la definizione dei dettagli e le indicazioni per la cessazione dal servizio per l’anno scolastico 2020-2021 per gli insegnanti e il personale ATA che cesseranno il servizio dal 1° settembre prossimo. La circolare Miur definirà le scadenze delle domande sia di cessazione sia di proroga in servizio. Il personale docente e Ata dovrà presentare la domanda di cessazione dal servizio mediante l’apposita funzione di Polis; a tal proposito, si ricorda a tutti di registrarsi o di controllare le credenziali per l’accesso, successivamente si potrà completare la procedura con l’inoltro telematico all’Inps. Per i requisiti per l’accesso alla pensione scuola si confermano quelli dello scorso anno, compresa la cosiddetta “pensione quota 100”. Sono confermati fino al 2026, per effetto del decreto-legge 4/2019 convertito nella Legge 28 marzo 2019 n. 26, i requisiti contributivi e di età anagrafica attualmente previsti, senza ulteriori incrementi legati all’aumento della c.d. “speranza di vita”. “Come sindacato – ha spiegato Marcello Pacifico, presidente Nazionale Anief – “Quota 100” è trattamento definito “al limite del ricatto”, verso chi ha lavorato una vita e ora, a un passo dal traguardo, si trova a pagare un pegno. Tanto più che quella dell’insegnante è una professione complessa e gravosa. Chi opera nella scuola è sottoposto a uno stress psico-fisico derivante dal rapporto diretto con gli studenti. È un lavoro usurante, non solo per chi insegna nei nidi e nella scuola dell’infanzia: anche i docenti della primaria e della secondaria dovrebbero poter accedere all’Ape Social”. E avere la possibilità di lasciare il servizio, senza decurtazioni, a 62, 63 anni, come avviene ancora oggi in Europa. Basti pensare a cosa avviene nella vicina Francia, con un milione e mezzo di persone in piazza contro la riforma pensionistica che ha in mente il presidente Macron. Riforma che, se passasse in toto, modificherebbe il sistema pensionistico, lasciandolo comunque migliore, più equo e conveniente di quello italiano”.

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Design italiano: l’arredo “Made in Italy”alla sfida mondiale del Low Cost

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Milano. Oggi chi è alla ricerca di complementi d’arredo per personalizzare la propria casa può trovare una scelta molto vasta di articoli, di cui molti a prezzi contenuti e dal design moderno, proposti da grandi e piccole catene di distribuzione oppure su diversi portali online. Molti non sanno però che il costo contenuto nella maggior parte dei casi è dovuto al fatto che vengono prodotti all’estero, soprattutto in Cina, utilizzando materiali di bassa qualità.Il legno utilizzato nei complementi d’arredo ad esempio non è più tale già da molti anni e si usano molti materiali compositi.Per quanto riguarda invece i complementi in metallo la situazione diventa disastrosa in quanto per abbattere i costi vengono impiegati metalli o leghe di bassa qualità ed in spessori molto contenuti.Inoltre molto spesso la lavorazione e rifinitura delle parti in metallo è molto scarsa ed approssimativa, verniciatura compresa. Ciò comporta che tutti questi complementi d’arredo low cost hanno una durata molto breve e tendono a rovinarsi e deteriorarsi in poco tempo.Metalli che tralatro sono stati spesso scoperti essere contaminati da sostanze tossiche, pericolose per la salute umana.L’altra faccia della medaglia è rappresentata da complementi d’arredo di design prodotti in italia da marchi più o meno noti ma caratterizzati da prezzi molto elevati destinati ad una nicchia di mercato ristretta.
Il problema è che negli ultimi anni tante aziende italiane si sono spostate all’estero e il vero Made in Italy oggi è più difficile trovarlo.
Tuttavia a ben cercare si riesce ancora a trovare qualche piccolo produttore illuminato, che realizza ancora in Italia i suoi oggeti di design, curando ogni piccolo particolare, alla ricerca continua della qualità, con la sfida al contempo di riuscire ad offrire prezzi contenuti.
Tra questi piccoli produttori possiamo citare ad esempio Ceart (www.ceartcasa.it), una preziosa piccola azienda artigiana con sede a Cornuda, in provincia di Treviso, che produce direttamente nel suo laboratorio articoli in metallo moderni e classici come ad esempio orologi da parete, appendiabiti, portaombrelli, porta riviste, portascottex, etagere, tavolini ecc.Nel laboratorio tutto il ciclo produttivo avviene nel laboratorio a partire dal taglio laser del metallo, viene utilizzato acciaio dolce in lamine di vari spessori, alla piegatura, saldatura, rifinitura, verniciatura e assemblaggio finale dei vari elementi.Complementi d’arredo che possono vantare realmente il Made in Italy, a differenza di molti altri articoli simili che si trovano oggi nei negozi oppure online.Un vero e proprio laboratorio del design italiano, che tiene alta la bandiera dell’Italia nel mondo e che ancora resiste agli attacchi dell’oriente, della bassa qualità e del basso costo.
Punto di forza della produzione dei laboratori di Ceart sono sicuramente gli orologi da parete, che rappresentano circa il 20% di tutto il catalogo.Orologi da parete moderni, dal design raffinato ed esclusivo, con ben oltre 90 modelli disponibili in varie forme, dimensioni e colori.Forme che possono essere quelle dell’albero della vita, oppure di ruote, farfalle e molte altre.Per non parlare delle colorazioni disponibili, che sono ben 16, per un metallo che viene verniciato con una speciale vernice bicomponente che garantisce un’ottima resa cromatica e sopratutto in lunga resistenza della stessa. Forme, colori, materiali e nomi che combinate in modo creativo come solo i designer italiani sanno fare vanno a creare una collezione unica al mondo di un complemento d’arredo importante come l’orologio da parete. (fonte: comunicatistampa.net)

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Consulta FNOPI dei Cittadini-Pazienti

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Due protocolli d’intesa della Federazione con Fais Onlus (Federazione delle Associazioni di Incontinenti e Stomizzati) e Fincopp (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico). Le due Associazioni identificano nell’infermiere l’unica figura in grado di promuovere progetti di informazione e comunicazione su incontinenza e stomia che facciano emergere le buone prassi e il rapporto “preferenziale” tra personale infermieristico e pazienti; far conoscere, attraverso gli infermieri, la realtà degli stomizzati e l’importanza della condivisione in tutte le sue forme, attraverso una specifica azione di sensibilizzazione culturale mediante il quotidiano agire professionale per affermare un più alto livello di inclusione sociale e contrastare lo stigma. E per questo li vogliono a fianco per elaborare con loro proposte per il Governo e per le Regioni e per attivare, anche attraverso i singoli Ordini provinciali, incontri pubblici e/o convegni sull’incontinenza e le disfunzioni del pavimento pelvico, sul territorio nazionale, regionale e locale.Fais Onlus ha chiesto alla FNOPI di aiutare la Federazione a ridurre le diseguaglianze presenti sul territorio nazionale in riferimento alla presa in carico delle persone portatrici di stomia. Di istituire un tavolo tecnico per l’elaborazione di un documento da proporre alla Conferenza permanente Stato Regioni e Province autonome, che preveda anche l’inserimento delle prestazioni infermieristiche in stomaterapia nei nomenclatori regionali.Di supportare la costituzione di un tavolo permanente sull’incontinenza presso il ministero della Salute che lavori per rendere operative le indicazioni previste dall’accordo sul “Documento tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale” sancito nel gennaio 2018 dalla Conferenza Stato-Regioni, anche per promuovere progetti di informazione e comunicazione su incontinenza e stomia che facciano emergere le buone prassi e il rapporto “preferenziale” tra personale infermieristico e pazienti.
Altra sinergia è quella necessaria per far conoscere, attraverso gli infermieri, la realtà degli stomizzati e l’importanza della condivisione in tutte le sue forme, attraverso una specifica azione di sensibilizzazione culturale mediante il quotidiano agire professionale per affermare un più alto livello di inclusione sociale e contrastare lo stigma.

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Le diete proteiche aumentano il rischio di malattia renale cronica

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Secondo uno studio olandese e uno coreano pubblicati su Nephrology Dialysis Transplantation, le diete ricche di proteine, oggi in voga per chi vuole dimagrire e aumentare la massa muscolare, sarebbero dannose per i reni in soggetti con funzionalità renale apparentemente normale. Nello studio olandese, Kevin Esmeijer, del Leiden University Medical Center, e il suo gruppo di lavoro, hanno raccolto i dati alimentari di 4.837 pazienti di età compresa tra 60 e 80 anni con una storia di infarto miocardico. L’età media della coorte era di 69 anni e la velocità di filtrazione glomerulare media stimata (eGFR) era di 82 mL/min/1,73m2. Per l’intera coorte, l’assunzione totale media di proteine è stata di 71 g/die, di cui circa due terzi da proteine animali e un terzo vegetali. L’analisi dei dati ha mostrato che, nella popolazione considerata, le persone che hanno assunto più proteine hanno subito un declino più rapido della funzione glomerulare.
Nello studio coreano, il gruppo di lavoro di Jong Hyun Jhee, della Yonsei University di Seoul, ha analizzato l’effetto che una dieta ricca di proteine ha avuto sull’iperfiltrazione renale e sulla riduzione della funzionalità renale in 9.226 individui, con età media di 52 anni. I pazienti sono stati classificati in quartili in base all’assunzione giornaliera di proteine, valutata tramite un questionario, e la prevalenza dell’iperfiltrazione renale è risultata essere significativamente più alta tra quelli nel più alto quartile di apporto proteico. Anche in questo studio, inoltre, la diminuzione media annua di eGFR è stata maggiore nelle persone posizionate nel quartile più alto di assunzione giornaliera di proteine. «Questi risultati ci portano a dedurre che un maggiore apporto di proteine possa essere un fattore di rischio indipendente per l’iperfiltrazione renale, che può accelerare il deterioramento della funzione renale» concludono gli autori. «I dati emergenti in individui e popolazioni suggeriscono che l’iperfiltrazione glomerulare associata a una dieta con alto contenuto di proteine possa portare a un rischio maggiore di sviluppare una malattia renale cronica o possa accelerare la progressione di una patologia esistente» scrivono in un editoriale di accompagnamento Kamyar Kalantar-Zadeh, della University of California, e alcuni colleghi.
(fonte: doctor33)

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Imprese: Istat, 4 su 10 hanno connessione a internet veloce

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Secondo l’Istat, le imprese con almeno 10 addetti che accedono a internet con connessioni veloci sono il 41%, ma solo il 13,8% ha connessioni con almeno 100 Mbps. Solo il 13,7%, poi, effettua vendite on line.”Numeri decisamente insufficienti. L’E-commerce è l’unica forma distributiva a registrare incrementi stabili a due cifre. L’ultimo dato Istat, relativo ad ottobre, segna un +16,6%. Non effettuare vendite on line, quindi, significa non essere all’altezza delle richieste del mercato e dei consumatori” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Rispetto alle connessioni internet veloci, invece, è spesso la nostra rete infrastrutturale a non essere all’altezza rispetto alle richieste delle imprese e delle famiglie. In particolare, ancora troppo poche le commessioni FTTH, che sono quelle che garantiscono una velocità maggiore e l’arrivo della fibra ottica fino alla presa telefonica dentro l’impresa” prosegue Dona.
L’associazione di consumatori ricorda che, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Agcom, gli accessi alla rete fissa in rame sono ancora superiori al 50%. Nel periodo giugno 2015 – giugno 2019 gli accessi tramite tecnologia FTTC sono cresciuti di +6,52 milioni di unità, mentre quelli FTTH di appena +720 mila. (Ufficio stampa: 338/4031534 (Mauro Antonelli)

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Minori stranieri e cittadinanza

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

“Una riforma della cittadinanza italiana, da lungo attesa e più volte rinviata, è necessaria per rispondere alle legittime richieste di riconoscimento e piena partecipazione alla vita civica proveniente dai tanti minori e ragazzi figli di migranti, nati e/o cresciuti in Italia e già parte integrante della società”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, in occasione dell’iniziativa di presentazione presso la Sala Conferenze della Camera dei Deputati del documentario Waiting, di Stefano Di Polito, prodotto con Domenico Calopresti. Al 1 gennaio 2018 – sottolinea Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – in Italia i minori con background migratorio, con cittadinanza italiana per acquisizione o ancora stranieri, sono 1 milione e 316mila: di questi il 75% è nato in Italia, 991.000 in tutto[1]. Nelle scuole italiane, nell’anno scolastico 2017/2018, gli studenti e le studentesse con cittadinanza non italiana (CNI) sono 841.719, 1 studente su 10, e il 63,3% è nato in Italia (dati MIUR). La regione con il maggior numero di studenti CNI è la Lombardia (oltre 213 mila), mentre 1 su 8 risiede in Emilia Romagna, che è la regione con la percentuale più alta di studenti CNI sul totale regionale, il 16%. Anche Veneto, Lazio e Piemonte hanno percentuali e levate e accolgono circa 80 mila studenti CNI ciascuna. All’iniziativa, introdotta dall’On. Andrea Giorgis, Sottosegretario al Ministero della Giustizia, e dall’On. Giuseppe Brescia, Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, hanno preso parte rappresentanze di ragazzi e ragazze di origine straniera tra i quali CONGGI (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane), Movimento Italiani senza Cittadinanza, QuestaèRoma e Rete G2 – Seconde Generazioni, e il Tavolo Saltamuri. Save the Children chiede che nell’ambito dell’iter delle proposte di legge attualmente in corso alla Camera dei Deputati sia data preminenza all’ascolto dei diretti interessati e che si possa arrivare presto alla definizione di nuove norme, più adeguate alla società in cui viviamo. “È infatti necessario superare una legge ormai obsoleta che mette migliaia di bambini e adolescenti nati e/o cresciuti in Italia in condizione di svantaggio, sbarrando loro la via alla cittadinanza prima del compimento della maggiore età – ha proseguito Raffaela Milano -. Come già sottolineato più volte in passato, l’approvazione della riforma costituirebbe un passo avanti verso il rispetto e la promozione dei principi di superiore interesse dei bambini e degli adolescenti, non discriminazione, pari opportunità, nonché di giustizia, umanità, inclusione e pace, sanciti dalla Costituzione della Repubblica italiana e dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

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