Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for 18 dicembre 2019

Marida Lombado Pijola: L’imperfezione delle madri

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Uscita prevista: 23 gennaio. Un romanzo psicologico di straordinaria finezza, potente, attuale, che parla a tutte le donne. Donne coraggiose e fragili, in corsa costante verso l’emancipazione dal dolore, dal cinismo e dall’egoismo degli uomini che hanno incontrato, dalla loro stessa percezione di inadeguatezza, incapacità, frustrazione e paura.
Agata, Angela e Azzurra sono rispettivamente madre, figlia e nipote. Benché diverse, le tre donne sono legate da vincoli caratteriali e comportamentali che loro stesse stentano a riconoscere, e tutte e tre lottano, in queste pagine, contro le delusioni e i fantasmi d’amore. Agata, solare e ottimista, ha vissuto il naufragio del suo matrimonio con l’uomo che per tutta la vita ha amato e, destabilizzata, ha avuto un crollo psicologico: nella struttura di cura in cui si trova ormai da anni, ha iniziato una relazione con Piergiorgio, che pure l’ha abbandonata. Angela è umbratile e insicura: anche il suo matrimonio con Andrea è finito, per noia e fastidio di entrambi, e ora cerca conforto in chat online dove conosce Piero, di cui si invaghisce ma che col suo carattere ambiguo la fa soffrire molto. Azzurra è bellissima e irruenta, egoista ma anche molto fragile: il suo rapporto con Massi è in precario equilibrio e finisce col fallire davanti alla possibilità di un futuro fatto di impegni e responsabilità. A sostenerla c’è Gioia, amica di sempre, che le confessa il suo amore. Quando tutti i pezzi di queste tre storie si ricompongono, quello che emerge è un mosaico di frustrazioni, di aspettative deluse, di donne che in modi diversi combattono la stessa battaglia: è questo il momento per tutte e tre di ritrovare in sé le certezze per reagire, di ricucire legami e tornare a credere nel futuro. (fonte: la nave di Teseo)

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Ermanno Cavazzoni: Il poema dei lunatici

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Uscita prevista: 16 gennaio. In occasione del centenario della nascita di Federico Fellini, torna in una nuova edizione il romanzo di culto di Ermanno Cavazzoni che conquistò l’attenzione del grande regista, da cui trasse il suo ultimo film La voce della luna.
È la storia di un uomo che si fa chiamare Savini, delle sue peregrinazioni per la pianura padana, e delle congetture fantasiose, condivise con il compare, “il prefetto”, sui fenomeni inspiegabili che abitano la vita quotidiana. Perseguitati nottetempo da una banda di vecchi spioni, Savini e il prefetto fuggono per le campagne. Un’allucinazione fantastica che racconta un’epoca di illusioni e strani sogni, influenzati dalla luna e ha fatto di Ermanno Cavazzoni, con Celati, Zavattini, Ghirri, e Tonino Guerra, uno dei cantori più iconici della pianura padana.“Sono attratto da un racconto che pur provocando continuamente il riso per l’arbitrio che domina sovrano e toglie significato a ogni azione, gesto, pensiero, diventa a tratti straziante per il bisogno disperato di darglielo comunque un significato, perché la sua assenza stringe il cuore di paura, e rende la vita assurda. Un racconto picaresco in una dimensione, in un paesaggio, che sta fra Bosch, il mondo attuale dell’industria, Don Camillo, la pubblicità della Montedison, i ricordi dell’infanzia, in un percorso quotidiano continuamente minacciato da fantasmi interiori, attraversato da brividi d’inferno in una incessante condizione di umiliato e ugualmente esaltato di emarginazione”. Federico Fellini (fonte: la nave di Teseo)

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Roberto Andò: Il bambino nascosto

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Uscita prevista: 16 gennaio. Dopo Il trono vuoto (Premio Campiello Opera Prima, portato sul grande schermo in Viva la libertà), Roberto Andò torna con un romanzo di ribellione e riscatto, incentrato sull’incontro folgorante tra un bambino e un maestro di pianoforte. Ambientato in una Napoli ritrosa e segreta, affidato al ritmo serrato di un giallo insolito, Il bambino nascosto è una storia di iniziazione alla vita adulta, che ha lo sguardo luminoso di due personaggi indimenticabili.
Gabriele Santoro è titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e abita a Forcella. Una mattina, mentre sta radendosi la barba, il postino suona al citofono per avvertirlo che c’è un pacco, lui apre la porta e, prima di accoglierlo, corre a lavarsi la faccia. In quel breve lasso di tempo, un bambino di dieci anni si insinua nel suo appartamento e vi si nasconde. Il maestro – così lo chiamano nel quartiere – se ne accorgerà solo a tarda sera. Quando accade, riconosce nell’intruso Ciro, un bambino che abita con i genitori e con i fratelli nell’attico del suo stesso palazzo. Interrogato sul perché della fuga Ciro non parla. Il maestro di piano, d’istinto, decide comunque di nasconderlo in casa e così facendo avvia la sua sfida solitaria ai nemici di Ciro. Il bambino viene da un mondo in cui non è prevista alcuna educazione sentimentale, ma solo criminale. È figlio di un camorrista. Come accade quando l’infanzia è negata, o violata, Ciro ignora l’alfabeto della propria interiorità. Il maestro di pianoforte è un uomo silenzioso, colto, solitario. Un uomo di passioni nascoste, segrete. Toccherà a lui lo svezzamento affettivo di questo bambino difficile, ribelle a un destino già scritto. Una partita rischiosa in cui, dopo una iniziale esitazione, Gabriele Santoro si getterà senza freni.
Alla fine, come tutte le vere storie d’amore, anche quella del maestro di piano con Ciro diventa possibile, una storia di filiazione o di paternità in cui entrambi sembrano riacciuffare il senso della loro vita. Sino a un esito drammatico in cui, fatalmente, imprevedibilmente, a saldarsi è il conto tra la legge e l’amore. (fonte: la nave di Teseo)

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Storia del Premio “Natale Ucsi”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Il Premio giornalistico nazionale “Natale Ucsi” nasce oltre 25 anni fa dall’idea di un gruppo di amici, affermati giornalisti del territorio scaligero aderenti all’U.C.S.I. (Unione Cattolica Stampa Italiana) di Verona, quale riconoscimento del valore di “notizia” anche alla “cronaca del bene”.Il Premio incontra subito il sostegno dell’Ufficio regionale delle comunicazioni sociali delle Conferenza episcopale triveneta e della Fondazione Cattolica Assicurazioni che da sempre sostiene e rende possibile il Premio, condividendone i principi ispiratori. Negli anni abbracciano l’iniziativa anche Comune di Verona, Ordine Giornalisti del Veneto, Società Athesis, BPV- Banco BPM, fino al patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, che nel 2013 eleva il Premio nato sulle sponde dell’Adige a Riconoscimento “pienamente” nazionale. Dopo la scomparsa, nel 1997, del giornalista Giuseppe Faccincani, il “profe” de L’Arena, il Premio (dedicato a giornalisti e reporter di carta stampata, online, TV e Radio, che attraverso i propri articoli/servizi testimoniano i valori della solidarietà, integrazione sociale, convivenza civile, fratellanza, attenzione verso il prossimo, difesa dei diritti e della dignità umana), viene rinnovato alla sua memoria. Nato a Cadidavid nel 1923, a soli 16 anni Faccincani si dedica al giornalismo, muovendo i primi passi nella redazione di Verona libera, per poi entrare al Corriere del mattino diretto da Pietro Gonella, e nel 1948, nella redazione de l’Arena, di cui diviene capocronista e caposervizio per diverse pagine. Qui rimane fino al 1993, incarichi esterni lo tengono vicino al giornale fino agli inizi del tragico 1997. Fu proprio lui a sostenere l’idea del Premio Ucsi lanciata da Gianfranco Tommasi, veterano dell’Ucsi di Verona, e fin dall’inizio caldeggiata da tutti i soci: «Se riuscissimo a rianimare quel certo modo di intendere la professione che oggi sta cadendo in disuso – diceva – , quel sapere cogliere ogni notizia, anche quelle che non rivelano solo il “mal fare” o “mal essere”, ma anche il bene… Se riuscissimo ad incoraggiare i colleghi a non avere paura di dar voce alla speranza…». Memoria storica della città, Faccincani, già presidente dei giornalisti cattolici di Verona, si impegna nell’attività sindacale di categoria costituendo l’Assostampa di Verona e assumendone la presidenza per oltre un ventennio. Consigliere regionale e nazionale dell’Odg e della Casagit è stato presidente del Cenacolo dei poeti veronesi, per cui ha pubblicato il giornale “El Cenacolo”. Negli anni ’40 vince alcuni concorsi di poesia e pubblica saggi di giornalismo sul dialetto e traduzioni dal latino al dialetto veronese.

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Premio Giornalistico Nazionale: “Natale UCSI 2019”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Verona. «Raccontate “buone notizie” e smascherate le parole false», aveva detto, appena qualche mese fa, Papa Francesco, a una delegazione di giornalisti dell’Ucsi nazionale, ricevuta in udienza per il sessantesimo anniversario di fondazione di quest’ultima.
Un invito raccolto – ovvero un impegno rinnovato – anche nel corso del Premio giornalistico nazionale “Natale Ucsi 2019”,promosso dall’ UCSI-Unione Cattolica Stampa Italiana, sezione di Verona, di cui ieri, nella Sala Arazzi di Palazzo Barbieri, si è tenuta cerimonia di premiazione.Il premio gode del sostegno di Fondazione Cattolica Assicurazioni (per la quale era presente il segretario generale Adriano Tomba), la partecipazione di Banco BPM (presente Piergiorgio Zingarlini) e il patrocinio di Ucsi nazionale, Comune di Verona, Ordine Nazionale dei Giornalisti (presente il consigliere Lucio Bussi), Ordine dei Giornalisti del Veneto (presenti il presidente Gianluca Amadori e il tesoriere Giovanni D’Alessio), cui si aggiunge l’apporto della società editrice Athesis e dell’Ufficio Regionale Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale del Triveneto.Sul podio della XXV edizione i giornalisti Edoardo Rosati del settimanale Gente (Premio Ucsi -Fondazione Cattolica alla Stampa); Matteo Spicuglia del Tgr Rai, vincitore del Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla Televisione in ex aequo con Antonella Ferrara di TV2000; e Azzurra Meringolo Scarfoglio del Gr1 – Rai (Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla Radio), per la quale ha ritirato il premio Elisa Gianni, assistente di Direzione del Festival dei Diritti Umani.E ancora: Giulia Paltrinieri e Lorenzo Pedretti, collaboratori del quotidiano La Stampa (premio speciale under 30 Targa Athesis), Laura Galimberti, collaboratrice del periodico Il Santo dei miracoli (premio speciale Il genio della donna – Banco BPM). Mentre il Premio speciale della Giuria “Giornalisti e società-la professione giornalistica al servizio dell’uomo”, è andato al giornale e progetto sociale Scarp de’ tenis, diretto da Stefano Lampertico.

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L’impeachment di Trump al Senato e il dilemma di McConnell

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Le accuse di impeachment a Donald Trump risulterebbero in una “sentenza di condanna in tre minuti precisi”. Così Jeff Nadler, presidente della Commissione Giudiziaria alla Camera mentre spiega la serietà dei capi di accusa sull’attuale inquilino della Casa Bianca. I democratici hanno deciso su due capi d’accusa dopo le indagini sull’Ucrainagate. Il primo consiste dell’abuso al potere e il secondo di ostruzione al Congresso, ambedue approvati dalla Commissione Giudiziaria con 23 voti favorevoli (tutti democratici) e 17 contrari (tutti repubblicani). L’aula voterà la prossima settimana e in caso di approvazione la palla passerà al Senato nel 2020 per il processo.
Nadler è ovviamente di parte come parlamentare democratico ma le indagini della Commissione Intelligence alla Camera hanno riscontrato chiare evidenze che Trump ha infatti abusato i suoi poteri. Com’è ormai noto, il presidente americano ha chiesto a Volodymyr Zelensky, suo omologo ucraino, di aprire un’indagine su Joe Biden, suo possibile avversario presidenziale alle elezioni del 2020. Così facendo, Trump ha cercato per la seconda volta di usare l’interferenza straniera per influenzare il risultato dell’elezione a suo favore.
La prima occasione avvenne nella campagna elettorale del 2016 quando l’allora candidato Trump chiese pubblicamente ai russi di rilasciare le e-mail di Hillary Clinton. I russi lo fecero mediante Wikileaks. Le indagini di Robert Mueller sul Russiagate hanno chiarito categoricamente che la Russia ha interferito nell’elezione del 2016 per aiutare Trump anche se non furono delineate prove di collusione fra le due parti.Nel caso sull’Ucrainagate però la richiesta di aiuto per essere rieletto ci è pervenuta dalle trascrizioni della telefonata di Trump con Zelensky, confermata anche dal noto whistleblower (informatore). Le testimonianze in audizioni a porte aperte e anche a porte chiuse alla Commissione Intelligence ci hanno confermato il tentativo corrotto di Trump.Come nel caso di Russiagate, Trump ha classificato le recentissime indagini sull’interferenza ucraina di caccia alle streghe. I suoi collaboratori repubblicani alla Camera lo hanno assecondato e hanno fatto di tutto per ostacolare le indagini. Hanno anche criticato i loro colleghi democratici di non dare l’opportunità al presidente di potere difendersi.Quando poi verso la fine delle indagini i leader democratici hanno offerto l’opportunità al presidente di partecipare, l’avvocato della Casa Bianca Pat Cipollone ha inviato una risposta negativa. Trump non invierebbe nessun legale a rappresentarlo. In effetti, Trump ha criticato la metodologia dei democratici e poi non ha accettato il loro invito di giocare la partita.Trump sa benissimo che alla Camera, dominata dai democratici, la partita è perduta e sta scommettendo tutto sul processo al Senato dove lui giocherà in “casa” considerando la maggioranza repubblicana alla Camera Alta. Giocare in “casa” ha il grande vantaggio per Trump poiché si prevede che la maggioranza repubblicana (53 vs. 47) sotto la guida di Mitch McConnell, senatore del Kentucky, non lo condannerà anche per il fatto che tale verdetto richiede 67 dei 100 voti al Senato. Ciononostante le “filosofie” di McConnell e Trump non coincidono sulla procedura. Il presidente del Senato vuole programmare un processo rapido per mettere tutto da parte e ritornare alla sua agenda regolare. McConnell si preoccupa di mantenere Trump alla Casa Bianca ma è egualmente interessato alle elezioni del 2020 per mantenere la risicata maggioranza al Senato. Da ricordare anche che i singoli senatori sono preoccupati dalla loro rielezione. Quindi dovendo scegliere fra il loro futuro politico e quello di Trump non sarebbe una scelta troppo difficile per loro soprattutto per una manciata di senatori repubblicani in Stati in bilico dove Trump non li può aiutare in modo significativo.Trump invece vorrebbe un lungo processo in cui parecchi leader democratici verrebbero al Senato per offrire testimonianze. Questi includono Adam Schiff, il presidente della Commissione Intelligence che tanto ha fatto per l’impeachment alla Camera, la speaker Nancy Pelosi, Joe Biden, ex vicepresidente, e il figlio Hunter. Trump non vuole solo l’assoluzione al Senato ma vorrebbe creare uno spettacolo nella Camera Alta le cui immagini potrebbero essere usate come materiale in campagna politica nell’elezione del 2020. In effetti il Senato sarebbe costretto a divenire una specie di reality per il beneficio personale e elettorale dell’attuale inquilino della Casa Bianca.
Richiedere la testimonianza di leader democratici al processo di impeachment al Senato potrebbe condurre anche alla minoranza democratica a richiedere le testimonianze di simili individui dalla parte repubblicana, come l’attuale vicepresidente Mike Pence e Mick Mulvaney, il chief-of-staff di Trump. Le regole dei processi di impeachment al Senato non fanno parte della costituzione americana ma sono stabilite dalla Camera Alta stessa. Quindi, nonostante la loro minoranza, i democratici potrebbero spingere per fare valere almeno in parte le loro ragioni.McConnell riconosce il pericolo di un’atmosfera di circo che potrebbe emergere con le testimonianze di individui chiave da ambedue le parti. In un pranzo con colleghi repubblicani il presidente del Senato avrebbe espresso le sue preoccupazioni che potrebbero essere dannose a ambedue i partiti ma anche al Senato come istituzione decorosa. Un’incognita da aggiungere sarebbe il comportamento della presenza di John Roberts, presidente della Corte Suprema, il quale, secondo la costituzione americana, dirigerebbe il processo di impeachment a Trump. La presenza di Roberts toglierebbe il timone del Senato a McConnell durante il processo, una situazione poco allettante per McConnell. (Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California)

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Manovra – Castelli: “Piano record da 1,3 Miliardi per disabilità”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

“Vi avevo accennato dei grandi risultati sul tema della disabilità. Voglio ora raccontarvi perché questo è un piano davvero straordinario! Ammontano infatti a 1 miliardo 356 milioni di euro le risorse per la disabilità stanziate in legge di Bilancio, che lunedì sarà in Aula al Senato. Si tratta di un plafond destinato a finanziare diversi interventi attraverso due fondi: il nuovo Fondo per la non autosufficienza e disabilità, introdotto con l’articolo 40 quest’anno per la prima volta, e il Fondo per la non autosufficienza, una misura risalente al 2006 e finanziata in via strutturale ogni anno. La novità principale riguarda il fondo per la non autosufficienza e disabilità, che potrá contare su 580 mln nei prossimi 3 anni, così ripartiti: 80 mln nel 2020 (+30 mln rispetto alla previsione nel testo originario); 200 mln nel 2021 e 300 mln nel 2022; a questi si aggiungono 150 milioni di euro del Fondo per il diritto al Lavoro dei lavoratori disabili e 35 mln di euro del Fondo per il Caregiver familiare. Per quanto riguarda il secondo fondo, lo potenziamo con ulteriori 20 milioni portandolo a 591 milioni di euro.
Stiamo parlando di risorse importanti, mai inserite in modo così incisivo prima d’ora. Era un’altra promessa e siamo orgogliosi di averla mantenuta. Gettiamo le basi per un nuovo modello di welfare e di assistenza, capace di rimettere al centro la persona e di supportare in modo adeguato le famiglie”. Lo ha scritto su Facebook il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Scuola: Legge di Bilancio, organico delle scuole d’infanzia maggiorato di soli 390 posti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

La scuola da 3 a 6 anni continua a essere considerata dai nostri governanti di serie B. Come riporta la rivista specializzata Orizzonte Scuola, “la Manovra potrebbe far aumentare l’organico della scuola di infanzia di appena 390 posti. Si tratta di posti che andrebbero destinati al potenziamento delle attività formative, sulla base dei criteri individuati dalla Legge La buona scuola del 2015. La modifica, voluta dalla maggioranza di Governo, è stata votata dalla commissione Bilancio al Senato”.Secondo il sindacato la cifra relativa agli insegnanti potenziatori è insufficiente, soprattutto se si considera che le sedi scolastiche nelle scuole dell’infanzia sono 13.286 su un totale complessivo di 40.749. Il potenziamento approvato, quindi, porterà un maestro ogni 34 sedi scolastiche. A quanto pare, il decreto legislativo 65/17 della legge 107 continua a essere disatteso, perché questi 390 posti si aggiungono ad altri 800 introdotti con nota Miur 160 41 del marzo 2018. Solo un mese fa era stato approvato un ordine del giorno che impegnava il Governo a valutare la possibilità di ampliare l’organico della scuola dell’infanzia, nei limiti delle disponibilità di bilancio, con ulteriori 3000 posti da riservare al potenziamento. Adesso un organico maggiorato di soli 390 posti è fin troppo al di sotto di ogni ragionevole aspettativa.Anief attende ora l’esito della proposta presentata in Senato come emendamento al Decreto Scuola (as 1633), che ha l’obiettivo di incrementare il numero dei docenti nella scuola dell’infanzia e della primaria. In assenza di significativi interventi legislativi abbiamo chiesto l’attivazione di un concorso straordinario, con numeri decisamente superiori a quelli previsti dalla Legge di Bilancio: ottomila posti di cui tremila all’infanzia. Al Governo la possibilità di riconoscere il valore della scuola dell’infanzia, troppo spesso trascurata, e di accogliere proposte più coraggiose.

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Sicurezza, approvati emendamenti per l’edilizia scolastica

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Manovra, l’annuncio del viceministro Ascani: “Via a un Miur a impatto zero”. Pacifico (Udir): “Positivi investimenti e adeguamenti, ma serve intervenire sugli edifici fatiscenti e non a norma, non solo su quelli che garantiscono certi standard. E occorre tutelare i dirigenti scolastici” Via libera a un “pacchetto” di emendamenti alla manovra riguardanti l’efficientamento energetico e l’edilizia scolastica in Commissione Bilancio. A dare l’annuncio, come riporta la stampa specializzata, è Anna Ascani, vice ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “Saranno interessati – sottolinea Ascani – gli istituti che soddisfano già i requisiti di sicurezza strutturale. Continuiamo a impegnarci per garantire sicurezza ai nostri studenti, ma dobbiamo impegnarci a promuovere ed educare alla sostenibilità. E in più diamo un concreto aiuto agli enti locali per ridurre le spese correnti sulle utenze”. Gli enti locali selezionati potranno intervenire sugli edifici per migliorare ed efficientare le prestazioni energetiche delle scuole, risparmiando anche sulle spese di gestione degli edificI. Inoltre, vengono semplificate le procedure per la gestione dei fondi, in modo da velocizzare gli stanziamenti e gli interventi. “Grazie alle risorse che arriveranno dal ‘Fondo infrastrutture’ – aggiunge Ascani – continueremo a investire in sicurezza, ristrutturazioni e nuove costruzioni”.

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Scuola: Personale Ata

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Anief avvia il ricorso per partecipare alla procedura per la stabilizzazione dei lavoratori delle cooperative. Il sindacato impugna la mancata estensione anche ai collaboratori scolastici precari della scuola statale della procedura di stabilizzazione prevista al momento solo per 12 mila lavoratori delle cooperative di cui D.D.G. n. 2200 del 6 dicembre 2019. Necessario presentare la domanda cartacea predisposta da Anief e aderire entro il 31 dicembre al fine di poter richiedere l’inserimento nelle graduatorie speciali. Requisito: aver prestato almeno 36 mesi di servizio a partire dal 2000. Adesioni on line sul portale Anief. L’ufficio legale del giovane sindacato ha sciolto le riserve e avviato ufficialmente le adesioni alla campagna di stabilizzazione dei collaboratori scolastici che hanno prestato servizio a tempo determinato nelle scuole pubbliche al pari dei lavoratori a tempo indeterminato delle cooperative a tempo pieno o part time. È palese la violazione della direttiva 70/99 UE contro l’abuso dei contratti a termine così come dell’art. 3 della Costituzione italiana che sancisce il diritto alla parità di trattamento per tutti i cittadini. Per queste ragioni, si consiglia a tutti i collaboratori scolastici precari delle scuole statali di presentare la domanda cartacea di partecipazione alla procedura predisposta dal sindacato. Importante aver prestato, comunque, dal 2000 più di 36 mesi di servizio.

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Scuola: Stipendi, aumenti in arrivo con la ricostruzione di carriera

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Mancano solo due settimane per l’inoltro delle ricostruzioni di carriera: sono interessati molti lavoratori della scuola. Prima di tutto i 35 mila insegnanti, assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici immessi in ruolo nell’estate del 2018, che hanno quindi terminato l’anno di prova. A loro si aggiungono alcune migliaia di dipendenti, sempre della scuola con medesime mansioni, che per vari motivi ancora non avevano presentato la documentazione. Poi, ci sono centinaia di migliaia di dipendenti già di ruolo a cui sono stati sottratti illecitamente anni di precariato e che ora possono essere facilmente recuperabili. Marcello Pacifico (Anief): “Dopo le recenti sentenze ottenute dalla Cassazione, rispetto alle pronunce della Corte di giustizia europea, che hanno dichiarato illegittima la norma del Testo Unico che non valuta per intero tutto il servizio effettivamente prestato durante il pre-ruolo (congelando dal quarto anno un terzo del periodo), ci attendiamo un adeguamento del legislatore e della norma prevista dal Ccnl. Nel frattempo, è chiaro che è un diritto dei dipendenti ottenere l’immediata applicazione intera dei periodi di precariato e la restituzione degli aumenti non percepiti, con conseguente aumento nello stipendio”.

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Scuola: Blocco quinquennale sui trasferimenti. Anief: il governo faccia passo indietro

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Annuncio del ministro Fioramonti: “Provvedimento per la continuità didattica”. Pacifico (Anief): “Non è questa la strada. Si assuma in ruolo sui posti vacanti e si favorisca piuttosto la mobilità, per conciliare diritto al lavoro e alla famiglia”. “Nel decreto-scuola varato alla Camera, e ora al Senato, abbiamo già inserito un articolo sulla continuità didattica: tutti coloro che vinceranno il concorso ordinario e straordinario dovranno rimanere presso la sede di inserimento per almeno cinque anni”. L’annuncio del ministro Lorenzo Fioramonti, rilanciato dalla stampa specializzata, non può essere accolto positivamente dal giovane sindacato. Sugli altri provvedimenti annunciati dal titolare del Miur (“Bisogna dare la possibilità di introdurre meccanismi già possibili con l’attuale normativa come i bonus per gli affitti e i buoni per fare la spesa”, ha aggiunto Fioramonti) c’è un cauto apprezzamento di Anief, ma anche la consapevolezza che il personale scolastico, a iniziare da quello fuori sede, non ha bisogno di “gettoni”, ma di un sostegno economico reale e di potersi ricongiungere alla famiglia d’origine se lo desidera.
Contro lo spettro del blocco quinquennale Anief si è più volte espressa. Il vincolo di permanenza per cinque anni, senza la possibilità di trasferimento è una disposizione incostituzionale, approvata nel 2011, con la Legge 106, e modificata dal Parlamento, grazie sempre alla denuncia del giovane sindacato, nel 2013, con la Legge 128/13 quando si riportò a un triennio il blocco dei trasferimenti. Per via del vincolo quinquennale si potrebbe ripetere la stessa ingiustizia perpetrata nei confronti dei docenti ingabbiati dalle diverse procedure di reclutamento e di mobilità attuate all’indomani dell’approvazione della legge 107/2015, voluta dal governo Renzi.
Sebbene quest’anno si sia registrato un altissimo numero di posti vacanti e disponibili, con più di 200 mila supplenze annuali, il Miur non è andato oltre le quote sui trasferimenti fuori provincia, introdotte col contratto sottoscritto a dicembre sulla mobilità del personale. Per colpa proprio della contrattazione integrativa, per l’anno scolastico 2019/20 sono stati previsti il 40% di trasferimenti interprovinciali e il 10% di passaggi di ruolo; per il 2020/21, il 30% di trasferimenti interprovinciali e il 20% di passaggi; per il 2021/22, il 25% di trasferimenti interprovinciali e il 25% di passaggi. L’introduzione di quelle percentuali risibili sui trasferimenti ha portato il M5S, attraverso il primo firmatario Marilotti, ad avviare un’interrogazione all’allora ministro dell’Istruzione.

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Mercato energia e concorrenza. Parole, parole e parole e il macigno del fisco

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Tranne ribaltoni dell’ultimo momento, l’abolizione del mercato tutelato dell’energia è rimandato al 2022. Un percorso che è partito da molto lontano (legge Bersani 1999) e che puntualmente, quando sta per arrivare la scadenza (la fine era prevista dal 1 gennaio 2020), slitta. Due anni, uno slittamento anomalo rispetto alla media di questi provvedimenti (qualche mese, 6 mesi, i più temerari 1 anno) forse perché hanno voluto risolvere in anticipo uno slittamento “breve” che avrebbe comportato un ulteriore rimando… sembra una battuta, ma se:
– pensiamo al fatto che la decisione viene presa a ridosso della scadenza del 1 gennaio 2020, quando si presume che tutti gli attori avrebbero dovuto essere già pronti,
– che la scadenza del prossimo 1 gennaio era frutto di un altro rimando,
– che della totale offerta energetica in un mercato libero i primi provvedimenti legislativi concreti sono del 1999,
– che l’Autorità preposta al passaggio dal mercato tutelato a quello libero è stata istituita nel 1995 (oggi si chiama Arera, ma si è chiamata AEEG fino al 2017),
…. farsi venire il dubbio che il problema più che tecnico sia politico…. sembra una trasparente lettura della realtà.
Politico per queste caratteristiche:
– sia per gas che per elettricità, percentuali intorno al 50% sono quelle di chi ha lasciato fino ad oggi il mercato tutelato a favore di quello libero: dati del Monitoraggio retail 2018 dell’Arera che confermano che siamo ancora in altissimo mare;
– per l’elettricità l’Enel fornisce il 70% dell’energia. Enel che è anche concorrente di coloro che acquistano l’energia da lei… e se viene il dubbio che ci possa essere una posizione dominate di mercato e un conflitto di interessi, non crediamo di essere fuori strada;
– gli operatori in entrambi i settori sono circa 400, un numero spropositato rispetto alle dimensioni del mercato;
– la legge prevedeva l’istituzione di un elenco dei soggetti abilitati alla vendita (in funzione anti-giungla) che al momento non c’è ancora;
– sempre nel Monitoraggio retail 2018 dell’Arera (2), è la stessa Autorità che dà numeri che fanno ben comprendere che siano necessari obblighi informativi più stringenti soprattutto per il mercato dei consumatori.Su tutte queste caratteristiche pesa come un macigno una realtà di fatto che non può che bloccare la concorrenza: il 60-70% del costo della materia prima, elettrica e gas, è costituito dalla componente fiscale. Il mercato, quindi, dovrebbe giocare ad esser tale sul restante 30-40%.
E non ci sembra un caso che questo mercatino oggi si sia essenzialmente espresso basandosi su “ricchi premi e cotillon” piuttosto che sui costi. E non si può escludere che le basse percentuali di passaggio al mercato libero siano frutto anche di questo limitato gioco concorrenziale sui costi. Così come non possiamo escludere che sia per lo stesso motivo che, per tipologia e metodologia marketing e post-vendita delle offerte, spesso siamo sul filo della legalità: come già accade per il mercato delle tlc, anche il mercato energetico punta molto su marketing intrusivi, violenti ed ingannevoli; oltre che illegali: i nominativi delle “vittime” sono reperiti e gestiti in totale mancanza di osservanza delle decisioni di riservatezza degli utenti quando firmano un contratto con un gestore.Ulteriore caratteristica dolente del mercato energetico è la gestione del contenzioso. Che oggi deve passare attraverso un tentativo di conciliazione che si svolge all’Arera, e solo in caso di mancanza di accordo l’utente può decidere di procedere col giudizio ordinario. A parte la tempistica che non è organizzata per far fronte alle urgenze (tagli di luce e gas sono un problema per qualunque tipologia di consumatore), quella ordinaria non prevede (come invece accade per le tlc) che gli importi contestati siano congelati e il servizio continui ad essere erogato fino alla soluzione del ricorso, per cui si sviluppa un braccio di ferro utente/gestore basato sul ricatto “paghi come dico io o taglio e poi, nel caso, ti rimborserò”.Per concludere, in modo particolare per le pratiche commerciali scorrette e la pubblicità ingannevole, l’Autorità preposta (Antitrust) ha tempi jurassici di intervento (anche nei provvedimenti di sospensione temporanea delle pratiche sotto accusa in attesa dei giudizi finali), e multe irrisorie per i gestori condannati. Multe che ai gestori “fanno il solletico”, cioè sono così irrisorie che gli stessi scelgono di mettere in bilancio queste multe pecuniarie che comportano meno esborsi rispetto agli introiti da pratiche scorrette. Debolezza dell’Antitrust che è tale sia per il mercato energetico che per quello tlc.Qualcuno crede che questa situazione (vista ovviamente dalla parte del consumatore essenzialmente domestico e pmi) possa essere risanata con questi due anni di proroga della fine del mercato tutelato? (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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“Columbia Threadneedle Investments, due senior portfolio manager nel team azionario Europa”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Columbia Threadneedle Investments, uno dei principali gruppi di risparmio gestito a livello globale, annuncia la nomina di due nuovi senior portfolio manager nel team azionario Europa. Mine Tezgul è stata nominata co-gestore dei comparti Threadneedle (Lux) Pan European Small Cap Opportunities e Threadneedle European Smaller Companies fund al fianco di Philip Dicken, Head of European EquitiesMine è entrata in Columbia Threadneedle nel 2018 come analista azionario del team azionario Europa. Prima di far parte della società, Mine ha trascorso dieci anni come analista azionario specializzato in mercati sviluppati. Ha poi lavorato in Lansdowne Partners, Sac Global Investors e Highbridge Capital Management. Ha iniziato la sua carriera in Citigroup come analista finanziario nella divisione investment banking.Matthew Van De Schootbrugge è stato promosso gestore responsabile del comparto Threadneedle (Lux) Pan European Equity Dividend in sostituzione di Dan Ison che rimane fund manager del comparto.Matthew è entrato a far parte della Società nel 2011. All’interno del team Sviluppo Prodotti, è stato poi trasferito nella divisione commerciale UK, prima di diventare Executive Assistant del CEO (Chief Executive Officer) nel novembre 2012. Matthew è entrato poi a far parte del team azionario Europa nel settembre 2015, con un focus in utilities, financial, immobili e settore elettrico. Prima di entrare in Columbia Threadneedle, ha trascorso oltre un anno in UBS Global Asset Management, dove ha lavorato nel team di gestione specializzato in clientela istituzionale. Philip Dicken, Head of European Equities in Columbia Threadneedle ha dichiarato: “In Columbia Threadneedle, cerchiamo di premiare e di far progredire i nostri migliori talenti. Sono quindi lieto di annunciare la promozione di Mine e Matt a Portfolio Manager. Mine ha trascorso dieci anni come analista azionario prima di entrare in Columbia Threadneedle lo scorso anno, da allora ha apportato insieme al team un grande valore nella crescita dei nostri fondi europei che investono in società a piccola capitalizzazione. Matt ha ricoperto vari ruoli e responsabilità in Columbia fin dal 2011. È stato nel team azionario europeo negli ultimi quattro anni prima come analista e ora come gestore del fondo Pan European Equity Dividend. Nei mercati azionari sviluppati siamo leader di mercato proprio grazie al valore aggiunto apportato da un efficiente lavoro di squadra, unito a eccellenze e talenti nei nostri team. Sono sicuro che Mine e Matt continueranno questo percorso di successo nei loro nuovi ruoli”.

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5 consigli da seguire per tenere in forma il proprio cuore in inverno

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

L’inverno è il periodo dell’anno in cui amiamo restare in casa, la stagione in cui riduciamo l’attività fisica e le buone abitudini, soprattutto quelle legate al nostro cuore.Il professor Claudio Ferri, già Presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), ci da qualche consiglio pratico e utile di cui fare tesoro, per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari anche in questo periodo:
1. La prevenzione inizia dall’alimentazione, che deve essere quanto più sana ed equilibrata possibile. “Visto che a Natale di solito tendiamo a mangiare di più, prima delle festività impariamo a consumare molta verdura, frutta (intesa anche come noci e mandorle), molto pesce, cereali integrali e pochissimo sale da cucina (meno di mezzo cucchiaino di caffè, raso, in tutto il giorno, senza mai addizionarlo a tavola). Carne rossa, zuccheri e dolciumi, mangiamoli con molta parsimonia sempre, anche nei giorni di festa”.
2. L’attività fisica resta un perenne alleato. “Anche in questo periodo, concediamoci almeno 45 minuti di camminata veloce, aiuta il cuore e a stare bene con se stessi. Evitiamo inoltre di prendere l’ascensore prediligendo le scale”.
3. Oltre la salute fisica, bisogna “coccolare” anche quella mentale. “Approfittiamo delle vacanze: riduciamo lo stress dedicandoci ad attività semplici e stimolanti come leggere, visitare un museo, scrivere o ascoltare musica. La televisione: spegniamola il più spesso possibile”.
4. Impariamo a saper ascoltare il nostro corpo e a coprirci bene. “Vestiamoci sempre a strati, coprendo bene e proteggendo soprattutto le estremità del corpo, come testa, piedi e mani. Attenzione agli spifferi freddi, dunque, soprattutto se si hanno disturbi cardiocircolatori”.
5. Tenere sotto controllo la salute, soprattutto se si cambia altitudine. “Prima di una vacanza, accertarsi di aver misurato la pressione arteriosa e di aver messo in borsa tutti i farmaci che ci occorreranno. L’apparecchio per la misurazione pretoria e della glicemia, se siamo diabetici: portiamoli con noi”.
Questi sono alcuni consigli per affrontare con serenità le feste, soprattutto per quanto riguarda il cuore.

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Shepherd, A., Ivins, E., Rignot, E. et al. Mass balance of the Greenland Ice Sheet from 1992 to 2018

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

In recent decades, the Greenland Ice Sheet has been a major contributor to global sea-level rise1,2, and it is expected to be so in the future3. Although increases in glacier flow4–6 and surface melting7–9 have been driven by oceanic10–12 and atmospheric13,14 warming, the degree and trajectory of today’s imbalance remain uncertain. Here we compare and combine 26 individual satellite measurements of changes in the ice sheet’s volume, flow and gravitational potential to produce a reconciled estimate of its mass balance. Although the ice sheet was close to a state of balance in the 1990s, annual losses have risen since then, peaking at 335 ± 62 billion tonnes per year in 2011. In all, Greenland lost 3,800 ± 339 billion tonnes of ice between 1992 and 2018, causing the mean sea level to rise by 10.6 ± 0.9 millimetres. Using three regional climate models, we show that reduced surface mass balance has driven 1,971 ± 555 billion tonnes (52%) of the ice loss owing to increased meltwater runoff. The remaining 1,827 ± 538 billion tonnes (48%) of ice loss was due to increased glacier discharge, which rose from 41 ± 37 billion tonnes per year in the 1990s to 87 ± 25 billion tonnes per year since then. Between 2013 and 2017, the total rate of ice loss slowed to 217 ± 32 billion tonnes per year, on average, as atmospheric circulation favoured cooler conditions15 and as ocean temperatures fell at the terminus of Jakobshavn Isbræ16. Cumulative ice losses from Greenland as a whole have been close to the IPCC’s predicted rates for their high-end climate warming scenario17, which forecast an additional 50 to 120 millimetres of global sea-level rise by 2100 when compared to their central estimate.

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I ghiacciai della Groenlandia si stanno sciogliendo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Lo fanno a una velocità 7 volte più elevata rispetto agli anni Novanta a causa del global warming. Questa eccezionale situazione, che coincide con lo scenario più pessimistico delle proiezioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), esporrà 40 milioni di persone in più al rischio di inondazione costiera entro la fine del secolo. È questo il risultato di uno studio condotto da un team internazionale di 89 ricercatori appartenenti a 50 Università e Istituti di ricerca, tra cui l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), pubblicato oggi sulla rivista “Nature”.La ricerca è stata realizzata nel quadro di una vasta collaborazione (IMBIE – Ice Sheet Mass Balance Intercomparison) supportata dall’ESA (European Space Agency) e dalla NASA (National Aeronautics and Space Administration).
Il team di ricerca, di cui fa parte il ricercatore dell’INGV Daniele Melini, ha utilizzato 26 misure indipendenti effettuate da missioni satellitari per ricostruire l’immagine più accurata possibile dello stato di salute dei ghiacciai della Groenlandia.“L’INGV”, spiega Daniele Melini, “ha contribuito a questo importante risultato fornendo competenze sulla modellazione matematica della risposta della Terra alle variazioni dei carichi sulla sua superficie, nell’ambito di una collaborazione con Giorgio Spada dell’Università di Urbino. Infatti, lo scioglimento dei ghiacciai alleggerisce la crosta terrestre facendola sollevare; questo effetto, chiamato rimbalzo post-glaciale, può essere calcolato con modelli geodinamici globali e rimosso dai dati osservati per isolare in modo preciso gli effetti dei cambiamenti climatici”.Lo studio mostra che dal 1992 ad oggi la Groenlandia ha perso 3.800 miliardi di tonnellate di ghiaccio, sufficienti a far innalzare il livello globale dei mari di oltre 1 cm. I dati indicano, inoltre, un aumento significativo della velocità con cui i ghiacciai della Groenlandia fondono: dai 33 miliardi di tonnellate l’anno del 1990 ai 254 miliardi l’anno dell’ultimo decennio, corrispondenti a un aumento di oltre 7 volte in 30 anni. Il 2011, in particolare, è stato l’anno in cui si è registrata la massima velocità di scioglimento dei ghiacciai, pari a 335 miliardi di tonnellate l’anno, 10 volte il tasso di scioglimento del 1990.“Nel 2013”, conclude Melini, “l’IPCC aveva previsto un aumento del livello globale degli oceani di 60 cm per il 2100, che avrebbe esposto 360 milioni di persone nel mondo al rischio di inondazioni costiere. Ma i nuovi risultati dimostrano chiaramente che lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia procede a un ritmo più veloce del previsto, corrispondente allo scenario più pessimistico elaborato dall’IPCC, cui corrisponderebbe un aumento globale del livello del mare di ulteriori 7 cm entro il 2100”.

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Due prestigiosi premi internazionali per il neuroscienziato Vittorio Gallese

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Docente di Psicobiologia all’Università di Parma, a suggellare ulteriormente una carriera di studioso caratterizzata da numerosi e importanti pubblicazioni e riconoscimenti. La International Neuropsychoanalysis Society ha conferito al prof Gallese lo Sloan-Menninger-Shevrin Prize 2019, con questa motivazione: “La ricerca di Vittorio Gallese si occupa di neurofisiologia, neuroscienze cognitive, neuroscienze sociali e filosofia della mente. I suoi principali contributi scientifici sono la scoperta dei neuroni specchio insieme ai suoi colleghi di Parma e lo sviluppo di un nuovo modello unificato di percezione e intersoggettività noto come teoria della simulazione incorporata. Attraverso la sua indagine empirica sulle basi neurali della cognizione sociale, Vittorio Gallese ha dato un grande contributo nel gettare nuova luce sul ruolo del corpo nello sviluppo del sé corporeo, non solo in relazione a situazioni intersoggettive più comuni, ma anche in relazione a disturbi psicopatologici come schizofrenia, autismo e disturbi alimentari. La sua indagine teorica ed empirica sulla cognizione incarnata è stata applicata anche all’estetica e al linguaggio”.La Fondazione tedesca Alexander von Humboldt ha invece conferito al prof Gallese l’Humboldt Forschung Preis (Humboldt Research Award), assegnato, sulla base del lavoro complessivo svolto, “a scienziati e studiosi dall’estero le cui scoperte, intuizioni o nuove teorie fondamentali hanno avuto un impatto duraturo sulla loro disciplina, e che si prevede continuino a produrre risultati eccezionali in futuro”. Il premio permetterà al prof. Gallese di trascorrere l’anno prossimo un periodo di ricerca e didattica all’Università di Tübingen, e ciò consentirà di stabilire collaborazioni scientifiche tra l’Ateneo tedesco e l’Università di Parma.

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Decrescita dei consumi in farmacia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

I primi nove mesi del 2019 confermano il trend di decrescita dei consumi in farmacia registrato nei primi mesi dell’anno: da gennaio a settembre la spesa farmaceutica complessiva nel canale farmacia è ammontata ad un totale di 7,8 miliardi di euro per 1,4 milioni di confezioni vendute. I farmaci equivalenti hanno assorbito il 22% del mercato a volumi e il 14% a valori.Per quanto riguarda i consumi rimborsati, le confezioni dispensate a carico del SSN sono diminuite dello 0,6% rispetto ai primi 9 mesi del 2018. A perdere terreno sono stati i prodotti coperti da brevetto (- 5,2% a unità rispetto allo stesso periodo del 2018) mentre cresce, lentamente, il segmento dei farmaci equivalenti (generici puri), con un aumento dell’1,8% rispetto a gennaio-settembre 2018. Sul fronte della spesa rimborsata – sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo del 2018 – i prodotti sotto brevetto hanno registrato una flessione del 6,5%, mentre gli equivalenti hanno quotato una crescita del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.Complessivamente nel canale farmacia a giocare la parte del leone sono i prodotti fuori brevetto che assorbono il 74% delle confezioni vendute nel canale, senza distinzione di classe (61% a valori), ma con una netta predominanza dei brand a brevetto scaduto, che quotano il 70% a volumi e il 76% a valori del relativo mercato fuori brevetto.In particolare, a guidare la classifica dei consumi di equivalenti è la Provincia Autonoma di Trento (43% sul totale delle unità rimborsate SSN a fronte di una incidenza degli off patent sul totale dell’84,2%), seguita da Lombardia (39,3% sull’81,6% di off patent), Friuli Venezia Giulia (37,2% sull’83% di off patent) ed Emilia Romagna (37% sull’84% di off patent). Ultima in classifica la Calabria (20,6% di equivalenti sull’83,4% di off patent rimborsati SSN nei primi 9 mesi del 2019). Poco sopra Basilicata, Campania e Sicilia.Ammonta infine a 829,3 milioni di euro il totale del differenziale di prezzo pagato di tasca propria dai cittadini nei primi nove mesi del 2019 per ottenere il branded a brevetto scaduto invece del generico. Equivalenti in crescita, infine, nel mercato ospedaliero in classe A e H, con i volumi che si attestano nei primi nove mesi dell’anno al 29,5% del totale e valori ex factory che si attestano al 6,7%: un dato tuttavia “teorico” che realisticamente corrisponde al 2,4% in valori al prezzo medio delle forniture ospedaliere, notoriamente effettuate solo per bandi di gara.Anche nel mercato ospedaliero dominano i medicinali senza brevetto, che assorbono complessivamente il 67,7% a volumi e uno striminzito 8,4% a valori, mentre i farmaci in esclusiva (protetti da brevetto o privi di generico corrispondente), assorbono il 32,3% a unità e il 91,6% a valori (prezzo medio).I primi nove mesi del 2019 hanno visto proseguire l’avanzata di successo dei biosimilari sul mercato nazionale: i 29 prodotti corrispondenti ai 13 molecole biologiche a brevetto scaduto (Enoxaparina, Epoetine, Etanercept, Filgrastim, Follitropina alfa, Infliximab, Insulina glargine, Rituximab, Somatropina, Insulina Lispo, Trastuzumab e Adalimumab e Pegfilgrastim biosimilari) hanno assorbito il 28% dei consumi nazionali a volumi (17% il dato consolidato 2018) contro il 72% detenuto dai corrispondenti originator, con una crescita del 109,2% rispetto ai primi nove mesi del 2018, al netto dei nuovi principi attivi biosimilari lanciati a partire da settembre 2018.In quattro casi i biosimilari hanno quasi completamente saturato il mercato di riferimento sostituendosi al biologico originatore: Filgrastim (95,89% del mercato a volumi e (92,91% a valori); Epoetine (84,27% a volumi; (73,45% a valori); Infliximab (83,43 a volumi e 69,63% a valori) e Rituximab (84,79% a volumi e 59,70% a valori).Registrano crescite di rilievo anche le molecole di più recente registrazione come adalimumab o trastuzumab, fino ad arrivare al neonato pegfilgrastim biosimilare, in commercio da febbraio e capace di conquistarsi, in soli 7 mesi, il 18,36% del mercato a volumi (10,65% a valori).Ampiamente diversificato e comunque generalmente in crescita il quadro dei consumi a livello regionale: a registrare il maggior consumo di biosimilari per tutte le molecole in commercio sono la Valle d’Aosta e il Piemonte con una incidenza dei biosimilari del 61,73% sul mercato complessivo di riferimento. Seguono Marche (45,23%), Toscana (45,19%) e Emilia Romagna (44,70%). All’estremo opposto, il minor grado di penetrazione dei biosimilari si registra in Umbria (8,95%), Calabria (12,35%) e Puglia (12,36%)

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Proteine sì, ma quante?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 dicembre 2019

Nell’ambito del progetto di educazione nutrizionale Nutripiatto arrivano le raccomandazioni di SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) per un corretto consumo di proteine.Le proteine, infatti, pur essendo un elemento essenziale nella crescita dei bambini, possono rappresentare anche un pericolo per l’organismo, soprattutto nei più piccoli, con complicanze a livello renale, modifiche dell’appetito e obesità che sono, infatti, i rischi principali di un eccessivo consumo di proteine. I bambini di età inferiore ai 3 anni non devono superare il 12% di apporto proteico giornaliero. A raccomandarlo è la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) che fornisce alcune precise indicazioni alimentari per non cadere in errori che possano compromettere la salute del bambino di oggi e dell’adulto di domani.Fondamentali a tutte le età, ma soprattutto in età pediatrica, le proteine rappresentano “i mattoni” necessari a costruire nuovi tessuti e riparare quelli danneggiati. Sono 5 le categorie alimentari considerate fonte primaria di proteine (carne, uova, pesce, legumi, latte e derivati). A mettere in evidenza la giusta ripartizione nell’arco di una settimana è la SIPPS che raccomanda 4 porzioni di legumi, 4 di pesce, 1 uovo a settimana, 1 porzione di carne rossa, 2 porzioni di carne bianca e 2 porzioni di formaggio.
Le proteine sono in realtà contenute, sebbene in quantità inferiori, anche in altri alimenti: pasta, cereali, orzo, farro, avena, frutta secca, castagne, persino alcuni frutti e ortaggi. Basti pensare che una porzione di crusca di frumento apporta lo stesso quantitativo proteico di un vasetto di yogurt. L’indicazione prudenziale proposta dai LARN (Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana, 2014) per i bambini al di sotto dei 3 anni è prevedere un apporto proteico quotidiano che si trovi all’interno del range 8-12% dell’energia totale e comunque perentoriamente al di sotto del 15% dell’energia totale giornaliera.“Dai 3 anni in poi, sulla base delle indicazioni del Larn – aggiunge la Dott.ssa Lisa Mariotti, Nutrizionista Pediatrica Dipartimento Medicina dell’Infanzia e dell’età Evolutiva ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, consulente nutrizionista SIPPS – per l’apporto proteico, è bene rimanere nell’intervallo di riferimento 12-18% sulle calorie giornaliere. Il pericolo di un consumo eccessivo può portare a complicanze a livello renale, sovrappeso/obesità e modifiche dell’appetito”.Le proteine, dopo l’acqua, costituiscono la parte maggiore dei tessuti per questo sono uno dei principali alimenti indispensabili nella dieta dell’uomo. Hanno una funzione prevalentemente plastica (servono per lo sviluppo, la conservazione e il ripristino delle cellule) e, in misura minore, energetica. In particolare, i fabbisogni proteici di bambini e adolescenti (1-17 anni) sono calcolati per soddisfare le richieste necessarie per la crescita e per il mantenimento di una massa proteica in progressivo aumento.
Nutripiatto è uno strumento di educazione nutrizionale sviluppato da Nestlé e rivolto ai bambini dai 4 ai 12 anni, studiato con il fine di promuovere i principi di un’alimentazione sana e bilanciata. Il progetto prevede un kit composto da un piatto “intelligente” e da una guida didattica che spiega come utilizzare il Nutripiatto e offre idee e consigli per soddisfare i fabbisogni nutrizionali dei bambini, tenendo anche conto delle differenti fasce di età. La guida prevede inoltre capitoli specifici relativi alla corretta idratazione e all’attività fisica da svolgere con gli amici e con i propri animali da compagnia. Per maggiori informazioni visitare il sito: http://www.nutripiatto.nestle.it. Nutripiatto rientra nel progetto internazionale Nestlé for Healthier Kids, che si pone l’ambizioso obiettivo di aiutare, entro il 2030, 50 milioni di bambini a vivere in modo più sano.

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