Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 22 aprile 2021

Lo scambio di due capolavori di Beato Angelico

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Il prestito del Giudizio Finale del Beato Angelico (Vicchio del Mugello, c. 1395 – Roma, 1455) per la grande mostra “Dante. La visione dell’arte” in programma al Museo civico di San Domenico a Forlì, ha favorito un accordo di collaborazione tra la Direzione regionale Musei della Toscana, il Museo di San Marco a Firenze da un lato, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e il Servizio Cultura Turismo e Legalità del Comune di Forlì dall’altro. L’intesa è stata approvata e sostenuta dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, che insieme a Gianfranco Brunelli – Direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì – ha ideato e diretto la mostra, curata da Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca. In base a tale accordo, per tutta la durata della mostra forlivese, si realizzerà lo scambio tra il capolavoro dipinto dal grande frate pittore domenicano per la chiesa del convento fiorentino camaldolese di Santa Maria degli Angeli a Firenze – conservato dall’epoca delle soppressioni presso il Museo di San Marco a Firenze – e il dittico con la Natività e l’Orazione nell’Orto, donato alla città di Forlì nella prima metà dell’Ottocento dall’abate Melchiorre Missirini (Forlì, 1773 – Firenze, 1849), grande erudito dai molteplici interessi, noto in particolare per essere stato a lungo segretario di Antonio Canova, ma soprattutto appassionato collezionista di volumi, dipinti, disegni, medaglie, bozzetti e sculture che lasciò alla natia città di Forlì tra il 1837 e il 1840. Il capolavoro del Beato Angelico del Museo di San Marco è oggi in eccellenti condizioni di conservazione, dopo l’intervento di restauro condotto nel 2019 da Lucia Biondi grazie al contributo del Rotary Firenze Certosa. La sua assenza temporanea dalla Sala del Beato Angelico, completamente rinnovata di recente grazie alla generosità dei Friends of Florence, sarà compensata dall’inedita presenza del prezioso dittico di Forlì nel contesto dell’ambiente che rappresenta una sorta di santuario mondiale dell’arte del grandissimo artista domenicano. Si tratta di una graditissima, proficua collaborazione che prosegue una tendenza in tal senso inaugurata alla fine di settembre del 2019 con l’arrivo a San Marco dal Museo del Prado dell’Annunciazione di Robert Campin, in occasione dei 150 anni del Museo. L’auspicio di tutti è che i fiorentini e i turisti italiani e stranieri possano presto vedere di persona questo ulteriore capolavoro dell’artista, esemplare della fase della sua attività più attenta ai rinnovati modelli della visione rinascimentale.

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Sassoli: Impegno reciproco vitale per il successo del partenariato orientale

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Parlando durante la riunione dell’Assemblea parlamentare Euronest, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha detto del partenariato orientale:“Al centro del vostro lavoro ci sono valori condivisi – rispetto dei diritti umani, stato di diritto, democrazia. Questi valori non sono solo valori dell’Unione europea, ma valori europei comuni, che aprono la strada allo sviluppo politico, sociale ed economico”.“Affinché il nostro partenariato abbia successo, è necessario un grande impegno reciproco, in particolare quando si tratta di stato di diritto, lotta alla corruzione, riforme amministrative e giudiziarie. E questo non è sempre stato il caso. Permettetemi di sottolineare che siamo pronti a intensificare la cooperazione con tutti i partner interessati, come dimostrano gli accordi nazionali attuali e in preparazione. Ma è necessario un impegno credibile e costante da parte di ciascuno dei paesi del partenariato orientale per ottenere il vero potenziale della nostra cooperazione”.“Dall’inizio della pandemia, il Parlamento europeo è stato un grande sostenitore della solidarietà con i nostri partner e nostri vicini, tra cui i paesi del partenariato orientale, che hanno un ruolo speciale per noi. Deve essere molto chiaro che non usciremo da questa crisi sanitaria, finché anche coloro che sono accanto a noi, non ne saranno usciti. Con diverse varianti del virus che si diffondono in tutto il mondo, sarebbe un’illusione pensare il contrario”.“In questo contesto, l’Unione europea ha riassegnato in un tempo record una quantità significativa di fondi per i paesi del partenariato orientale. Il sostegno si concentra sul settore sanitario, così come sull’attenuamento delle conseguenze sociali della crisi e sulla garanzia della ripresa economica”.“Quest’ultimo anno è stato un anno difficile per i paesi del partenariato orientale. Un conflitto militare ha opposto due dei nostri paesi partner. Ha causato la perdita di molte vite e molta sofferenza tra la popolazione. Ci ha ricordato che nessun conflitto è congelato. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per sostenere la pace e pensare a una soluzione globale e sostenibile per i conflitti nella regione. Potete contare sul sostegno del Parlamento europeo in questo senso”.“Negli ultimi giorni, si è verificato una preoccupante presenza di truppe russe ai confini ucraini e nella Crimea annessa illegalmente. La Federazione russa dovrebbe fare un passo indietro, cessare le provocazioni e rispettare i principi e impegni internazionali. Come voi tutti, sono preoccupato del deterioramento delle condizioni di salute di Alexeï Navalny”

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Sassoli: Troppa povertà in Europa

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo ha sostenuto che:“Decine di milioni di europei che erano sulla soglia della fascia di povertà sono oggi al di sotto, e decine di milioni di europei che erano ceto medio basso sono adesso sulla soglia della fascia della povertà. Questi cittadini e queste cittadine reclamano dignità. È un tema cruciale per le forze politiche democratiche, perché se non lo affrontiamo in modo strutturale ed efficace, verremo travolti, se non dalla rabbia di certo dall’indifferenza”.Il Presidente dell’Eurocamera ha ribadito l’importanza del Piano Next Generation per la ripresa delle regioni meridionali: “È importante che un progetto di lungo periodo, strategico per il paese come il Next Generation EU venga discusso e condiviso a tutti i livelli possibili. Con il Next Generation EU possiamo abbandonare una volta per tutte la retorica (sbagliata) del sud come un gigantesco villaggio vacanze permanente. Le Regioni meridionali esprimono eccellenze in molti campi”.In conclusione Sassoli ha sottolineato che:“Dobbiamo essere consapevoli che c’è grande dolore e incertezza in tutta Europa. Non soltanto per la precarietà delle condizioni materiali di vita, ma anche per altri fattori, tra cui il gigantismo delle imprese transnazionali che cercano di sottrarsi ad ogni controllo e ad ogni responsabilità’, il rischio di una digitalizzazione necessaria ma senza regole, il trasferimento di “sovranità” ai Consigli di Amministrazione. Per questo sarà importante il lavoro regolatorio che L’Unione europea farà in materia digitale e fiscale nei prossimi mesi”.“Dobbiamo assumerci la responsabilità di rinnovare il nostro patto democratico e il legame con i nostri cittadini. E dobbiamo farlo sapendo che i cittadini vogliono essere ascoltati, essere coinvolti nella vita politica, partecipare pienamente alla democrazia. Per questi motivi, mi sembra che la Conferenza sul futuro dell’Europa sia una straordinaria e necessaria opportunità per un dibattito dal basso sul nostro futuro comune”.

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Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Il Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo 2021, pubblicato dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) e giunto alla sua XV edizione, evidenzia che in una nazione su tre si registrano gravi violazioni della libertà religiosa. Secondo lo studio, presentato oggi ufficialmente a Roma e in altre grandi città in tutto il mondo, questo diritto fondamentale non è stato rispettato in 62 dei 196 Paesi sovrani (31,6% del totale) nel biennio 2018-2020. «In 26 di queste nazioni si soffre la persecuzione», dichiara Alessandro Monteduro, Direttore di ACS Italia. «Nove Paesi per la prima volta si sono aggiunti alla lista: sette in Africa (Burkina Faso, Camerun, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Mali e Mozambico) e due in Asia (Malesia e Sri Lanka). La causa principale è la progressiva radicalizzazione del continente africano, specie nelle aree sub-sahariana e orientale, dove la presenza di gruppi jihadisti è notevolmente aumentata», prosegue Monteduro. Violazioni della libertà religiosa si sono verificate nel 42% delle nazioni africane. Burkina Faso e Mozambico rappresentano due casi eclatanti. «Questa radicalizzazione non si limita tuttavia all’Africa. Il Rapporto – sottolinea Monteduro – descrive il consolidamento di un network islamista transnazionale che si estende dal Mali al Mozambico, dalle Comore nell’Oceano Indiano alle Filippine nel Mar Cinese Meridionale, il cui scopo è creare un sedicente califfato transcontinentale». Il Rapporto evidenzia una nuova frontiera: l’abuso della tecnologia digitale, delle cyber networks, della sorveglianza di massa basata sull’intelligenza artificiale (AI) e sulla tecnologia del riconoscimento facciale per assicurare un maggiore controllo con finalità discriminatorie. Questo fenomeno è evidente soprattutto in Cina, dove il Partito Comunista sta reprimendo i gruppi religiosi con l’ausilio di 626 milioni di telecamere di sorveglianza con tecnologia AI e con l’aiuto dei sensori degli smartphone. Anche i gruppi jihadisti stanno impiegando la tecnologia digitale per favorire la radicalizzazione e per il reclutamento di nuovi terroristi. In 42 Paesi (21% del totale), abbandonare o cambiare la propria religione può determinare gravi conseguenze legali e/o sociali, con uno spettro di possibili conseguenze che va dall’ostracismo familiare alla pena di morte. La ricerca di ACS denuncia anche l’incremento della violenza sessuale impiegata come un’arma contro le minoranze religiose, in particolare i crimini contro donne adulte e minorenni le quali vengono rapite, violentate e costrette a ripudiare la loro fede per abbracciare coattivamente quella maggioritaria. Il 67% circa della popolazione mondiale, pari a circa 5,2 miliardi di persone, vive attualmente in nazioni in cui si verificano gravi violazioni della libertà religiosa. Fra di esse vi sono quelle più popolose: Cina, India e Pakistan. Anche la persecuzione religiosa da parte dei governi autoritari si è intensificata. La promozione della supremazia etnica e religiosa in alcune nazioni asiatiche a maggioranza indù e buddista ha contribuito a intensificare l’oppressione ai danni delle minoranze, riducendone spesso i componenti a livello di cittadini di seconda classe. L’India rappresenta il caso più eclatante, ma tali politiche vengono applicate anche in Pakistan, Nepal, Sri Lanka e Myanmar. In Occidente si registra una diffusione della “persecuzione educata”, secondo l’espressione coniata da Papa Francesco per descrivere il conflitto fra le nuove tendenze culturali e i diritti individuali alla libertà di coscienza, conflitto a causa del quale la religione viene relegata nel ristretto perimetro dei luoghi di culto. Il Rapporto fa cenno anche al profondo impatto della pandemia da COVID-19 sul diritto alla libertà religiosa. A fronte di una tale emergenza, i governi hanno ritenuto necessario imporre misure straordinarie, applicando in alcuni casi limitazioni sproporzionate al culto religioso, specie se confrontate con quelle imposte ad altre attività secolari. In alcuni Paesi, come ad esempio il Pakistan e l’India, gli aiuti umanitari sono stati negati alle minoranze religiose. La pandemia è stata utilizzata specie nei social network quale pretesto per stigmatizzare alcuni gruppi religiosi accusati di aver diffuso o addirittura causato la pandemia.

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Calcio Superlega. La meraviglia e la rabbia di chi guardava da un’altra parte

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Per qualche giorno l’Italia sembra tornata un Paese “normale”, come tanti auspicano da tanto. I titoli mediatici rilevanti, invece che su covid e dintorni, sono tutti per la Superlega del calcio, un torneo a cui dovrebbe partecipare il gotha del settore, club scelti in base a fatturato, numero tifosi e blasone. Ipotesi che ha subito fatto avanzare banche con finanziamenti miliardari da una parte, mentre dall’altra le lamentele di chi ne sarà escluso per mancanza essenzialmente di soldi. A contorno una umanità – legata ad un tifoseria che nasce da bambini per le squadre più famose – che sembra sia vissuta finora guardando da un’altra parte. Una bella umanità, ma “distratta”: per passione e piacere, ha fatto finta di non vedere e capire che il motore del calcio è il business. Che se, per esempio, arriva un riccone dall’America e si compra una squadra più o meno famosa e più o meno in difficoltà, non lo fa per la passione dei tifosi, ma per fare soldi e, magari, anche un po’ di gloria che poi gli servirà per fare ulteriori soldi; ese per fare questi soldi deve schiacciare qualche tifoso, lo schiaccerà.Per noi non c’è niente di male che sia così. Anche perché non potrebbe essere altrimenti per gli spettacoli che muovono milioni di persone.Basta saperlo.E c’è da sfatare un mito che oggi forse ritroviamo in qualche racconto e film. Se da ragazzino giochi a pallone con la maglia del tuo club preferito e sogni di diventare una star, sappi che, anche se sei bravino, ci sarà una possibilità su un miliardo di vedere il tuo sogno realizzato: la logica del merito c’è, ma soggiace a quella del business, dove si diventa ricchi se sei già ricco. Basta saperlo.Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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Percorsi di videoformazione on line da parte delle aziende

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Com’è cambiata la formazione per le imprese durante il 2020, l’anno della pandemia? Quali sono gli strumenti utilizzati per la formazione a distanza? Quali le priorità da soddisfare per rimare al passo coi tempi in questa fase di emergenza sanitaria? A queste domande sono state chiamate a rispondere le imprese coinvolte nella survey Fòrema 2021. Lo studio annuale promosso dall’ente di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova, diretto da Matteo Sinigaglia. Un’indagine incentrata sui cambiamenti nel mondo della formazione avvenuti nell’ultimo anno, l’anno dell’emergenza Covid-19. “La ricerca è stata completata a gennaio 2021. Ha coinvolto 104 aziende, +20% rispetto alla stessa ricerca effettuata ad inizio 2020”, spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema. “Realtà rappresentative del sistema industriale e delle specializzazioni produttive venete. Coinvolte per il 47% piccole imprese, 39% medie imprese e per il 14 % grandi imprese. A queste è stato chiesto come il Covid abbia modificato i fabbisogni formativi rispetto allo scorso anno, come vengono valutate le nuove metodologie formative a distanza e alcune opinioni rispetto ad alcuni temi di frontiera. I settori coinvolti sono stati diversi, a partire dal metalmeccanico (quasi 50% degli intervistati), per proseguire con i settori moda, sport e calzatura, edilizia e costruzioni, cartotecnico, legno e arredo, alimentare, gomma e plastica, commercio e grande distribuzione, servizi innovativi e tecnologici”.Il 2020 è stato anche l’anno in cui i sistemi formativi hanno sperimentato le nuove modalità di erogazione dei percorsi. Dalla videoformazione sincrona (compresenza a distanza dei partecipanti), alle varie forme di elearning asincrono (pillole o tutorial online), all’implementazione di sistemi completi per la gestione del ciclo formativo (LMS – learning management system). L’approccio alla video formazione “in diretta” appare più semplice rispetto all’elearning asincrono (42% vs 35%), e in generale l’utilizzo dei nuovi canali non sembra rappresentare un ostacolo (solo il 16% li vede come un limite) alla formazione. Per le aziende manifatturiere i temi prioritari sono ancorati al mondo fabbrica. Dall’impatto della digitalizzazione dei processi (21%) e dall’esigenza di portarli ad efficienza (19%), ai conseguenti interventi di aggiornamento delle competenze del personale (20%). Il tema della sostenibilità è più sentito in questo rispetto al resto dei settori (16%). Il 2021 è anche l’anno del nuovo bilancio dell’Unione Europea e dei programmi di finanziamento che verranno messi a disposizione delle Regioni e dei Paesi membri. Secondo le imprese, l’utilizzo dei fondi per la formazione dovrà essere indirizzato prioritariamente alla riconversione professionale (reskilling) e apprendimento permanente (50% priorità alta o massima), alla qualità dell’offerta di competenze sul territorio (39%), all’inclusione sociale attiva dei gruppi svantaggiati (36%). Per contro i temi dell’accesso al mercato del lavoro e alle opportunità formative mostrano la minore incidenza relativa. FÒREMA Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone.

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Sace: sostegno tradizionale all’export e all’internazionalizzazione

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

“Il nostro mandato, nel corso dell’anno passato, è stato oggetto di un’evoluzione oltre il sostegno tradizionale all’export e all’internazionalizzazione, con una SACE sempre di più in prima linea nel supporto alla competitività del Sistema Paese”. Questo il commento dell’Amministratore Delegato di SACE Pierfrancesco Latini, intervenuto alla sessione straordinaria per l’attrazione degli investimenti esteri della Cabina di Regia per l’Italia Internazionale, organizzata dai Ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dello Sviluppo Economico. “In un 2020 particolarmente complesso abbiamo mobilitato risorse per 46 mld di euro tra le nostre attività tradizionali a sostegno dell’export e dell’internazionalizzazione, in crescita rispetto all’anno precedente nonostante il contesto, e la nuova operatività di Garanzia Italia e Green New Deal. Il tutto al servizio di circa 15.000 imprese, di cui oltre il 90% PMI e MID corporate”.“SACE in questo ambito – prosegue Latini – è peraltro già in grado di supportare lo sviluppo infrastrutturale sul territorio domestico. Interviene con le proprie garanzie a sostegno del sistema finanziario per la realizzazione di progetti di rilevanza strategica destinati ad esempio al rafforzamento del sistema di trasporto nazionale, alla diversificazione delle fonti energetiche e al potenziamento delle reti di telecomunicazione. A questo si aggiunge l’ampio programma di garanzie domestiche previsto dal Decreto Liquidità, in corso di implementazione con apposito Decreto attuativo, nonché l’operatività legata a progetti green in grado di agevolare la transizione ecologica italiana”. “Ma il nostro ruolo a supporto della capacità del Paese di attrarre gli investimenti internazionali va oltre le garanzie finanziarie. Negli ultimi anni abbiamo lavorato accanto a grandi EPC esteri – le società di ingegneria e costruzioni internazionali – e alle filiere d’impresa. Intervenendo da un lato a supporto finanziario degli EPC favorendone una presenza stabile in Italia, dall’altro sostenendo proattivamente lo scouting di fornitori italiani (in particolare PMI) attraverso iniziative di business matching. L’insediamento degli EPC esteri in Italia può essere davvero strategico, sia per lo sviluppo di un loro business a livello locale, sia per favorire l’accesso diretto alle filiere di eccellenze italiane, presso le quali reperire le expertise e le tecnologie per competere con successo in gare internazionali”. “In conclusione: sostegno all’export partendo dalle vocazioni settoriali nazionali, quelli del Made in Italy e delle filiere produttive a cui si aggiunge un impegno trasversale per le infrastrutture e l’innovazione digitale. Tutto questo per creare un sistema più competitivo, più attrattivo e più sostenibile”.“Questo – conclude – è in sintesi l’impegno che SACE sta mettendo in campo. Un impegno che è parte di uno sforzo collettivo e di sistema che ci vede tutti orientati, istituzioni, finanza e imprese, in un gioco di squadra diretto a un unico obiettivo: quello della ripartenza anche attraverso una maggiore competitività e attrattività del nostro Sistema Paese”.

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Impresa sostenibile, pratiche a confronto

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Un report e un congresso nel mese di giugno per fotografare esperienze, best practice, criticità e strade possibili di una trasformazione sostenibile che in Italia stenta a decollare. È ormai necessario che le imprese contribuiscano al miglioramento e allo sviluppo socioeconomico delle comunità in cui operano. Si tratta di abbracciare una prospettiva di lungo periodo che includa nel loro business anche una dimensione sociale e ambientale, secondo un approccio inclusivo e trasparente. È questo che si intende per “Impresa sostenibile”: un obiettivo necessario quanto ancora lontano nel nostro Paese.Secondo una recente indagine Istat tra le 4,4 milioni di imprese italiane, poco più di un milione è interessata ad avviare un percorso di “trasformazione sostenibile”, ovvero, ad esempio, a migliorare il benessere lavorativo, ridurre l’impatto ambientale, sostenere iniziative di interesse collettivo e attività a beneficio dei territori.In realtà solo una esigua minoranza di imprese ha metabolizzato la necessità di questa trasformazione radicale e conquistato la flessibilità per aggiornarsi in maniera continua e capillare. Sono queste le Imprese “driver” (non arrivano allo 0,3×1000 del sistema): esempi capaci di influenzare le altre. Le Imprese “performer” (non arrivano all’1,7×1000 del sistema) stanno lavorando per diventare “driver”. Il 4% delle Imprese sono “follower”, ci stanno cioè ancora pensando. Il restante 95,8%, soprattutto PMI, nel migliore dei casi, ha sentito parlare di sostenibilità d’impresa ma non crede ancora nella necessità della trasformazione sostenibile in tempi rapidi.La sostenibilità è quindi un termine spesso abusato nel linguaggio comune e dalle Imprese, visto che, ad oggi, sono in realtà poche quelle che sanno realmente come praticarla e beneficiarne; infatti non arrivano a 2.000 i Bilanci di Sostenibilità redatti dalle stesse classificati da ConsumerLab (Centro Studi specializzato nella promozione della cultura della sostenibilità).I dati Istat elaborati per il congresso evidenziano due trend paralleli: crescono la consapevolezza dei Cittadini e l’importanza della reputazione aziendale negli acquisti ma le Imprese non sanno come valorizzarle. Ora, per la prima volta in Italia, un autorevole comitato scientifico, formato da dodici consolidati esperti in questa tematica e presieduto dal professor Luca Bernardo, direttore del Dipartimento Medicina dell’Infanzia e dell’Età Evolutiva Ospedale Fatebenefratelli-Sacco, e dal professor Carlo Gaudio, presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), si riunisce per innescare la scintilla della trasformazione sostenibile in Italia. È proprio con questo obiettivo, infatti, che dal 10 al 12 giugno 2021 si apriranno le porte della prima edizione di FUTURE RESPECT. Impresa sostenibile, pratiche a confronto, organizzato su piattaforma digitale e in presenza dallo Stadio di Domiziano di Roma. Si tratta del primo grande congresso nazionale pensato per uno scambio di idee e un confronto di esperienze tra Imprese, Esperti e Consumatori per dare concretezza alla trasformazione sostenibile delle Società che credono nel futuro.«La trasformazione sostenibile, quella vera – spiega Francesco Tamburella coordinatore del Comitato Organizzativo – è la chiave della concorrenza perché, come emerge da oltre 3500 interviste realizzate tra il 2017 e il 2020, i Cittadini-Consumatori scelgono e sceglieranno sempre di più sulla base del merito e dei valori, diventando sempre meno “convincibili” attraverso la pubblicità tradizionale, i testimonial e la rincorsa al prezzo più basso. Il COVID è stato un acceleratore che ha messo in evidenza la fragilità del nostro sistema. La necessità di equilibrio, di tutela delle risorse, di non considerare il profitto come l’unico fine dell’azione si sono fatte strada nella consapevolezza delle persone. I Cittadini vogliono una società che si prenda cura delle persone».Come emerge dalle pagine del Report, il problema reale è che Imprese e Cittadini-Consumatori non si sono ancora incontrati: le prime redigono bilanci di sostenibilità complicati e spesso illeggibili, i secondi non ricevono le informazioni adeguate capaci di sensibilizzarli e renderli consapevoli a scegliere e premiare il merito. La soluzione è far incontrare le Imprese e i Cittadini-Consumatori sul piano della trasformazione sostenibile. L’unico modo è quello di uscire dalla retorica del green-washing e far conoscere le buone pratiche della sostenibilità. Allo stesso tempo, è necessario fare assieme alle Imprese un grandissimo sforzo di comunicazione per raggiungere i Cittadini-Consumatori; più saranno informati, più sceglieranno secondo i meriti delle Imprese, più la sostenibilità diverrà un valore competitivo che va ben oltre la tutela dell’ambiente abbracciando legalità, progresso sociale e cultura civile.«La parola Sostenibilità è un paniere di significati, quindi messo da qualche parte fa la sua figura e certamente coglie qualche punto debole – sottolinea Francesco Tamburella – Le Imprese tendono a sfruttare il concetto senza attività reali e concrete; il risultato è la strumentalizzazione del termine, degradandone la portata, distorcendone il significato, impoverendone l’efficacia».Ed è proprio con questo obiettivo che quattro grandi realtà – Markonet, Idea Congress, Time4Child e Consumerlab – hanno ideato Future Respect, un Congresso tra addetti ai lavori ma aperto al pubblico, per promuovere la cultura della sostenibilità, ossia per sensibilizzare i Cittadini-Consumatori sulla necessità di adottare comportamenti responsabili, tanto nello stile di vita quanto nelle scelte di acquisto. Future Respect ha una grande ambizione: mettere insieme i campioni della rinascita per proporre riferimenti utili e aprire la strada a chi non vuole rimanere indietro e, allo stesso tempo, raccogliere valutazioni per dare risposte e cercare soluzioni con cui affrontare il futuro incerto e fragile, cominciando dalla crisi pandemica, di cui ancora non è stato centrata la genesi e misurato l’impatto.«Solida (crea valore), per bene (crea valore senza vizi occulti, danni collaterali e rischi non calcolati, nella legalità), lungimirante (pensa al futuro) e generosa (condivide il valore creato con chi le permette di prosperare) è l’identikit dell’Impresa che abbraccerà la trasformazione sostenibile emergendo competitiva dalla crisi del modello economico che il Covid ha accelerato ma non causato. Siamo ad una svolta che farà la differenza sul rilancio dell’economia italiana e sulla competitività del made in Italy nel mondo» conclude Francesco Tamburella. https://congresso.future-respect.it/

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Canadian Awards 2021: il premio più ambito dai produttori mondiali di olio d’oliva

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Montreal (Canada) Quest’anno, c’è un nuovo modo per i produttori di olio d’oliva per focalizzare l’attenzione dei consumatori canadesi e degli acquirenti di tutto il mondo: il Canada International Olive Oil Competition (CIOOC), uno tra i premi più ambiti dai produttori d’olio d’oliva. Con giudici provenienti da nove paesi diversi, la giuria del Canada IOOC è tra le più qualificate a livello internazionale. Il Canada, classificatosi al secondo posto nella classifica U.S. News & World Report Best Countries 2020 e sesto nella più recente classifica Forbes Best Countries for Business, è a livello internazionale, il mercato che le aziende produttrici di olio d’oliva dovrebbero più tenere in considerazione. Secondo l’international Olive Council, infatti, le importazioni di olio d’oliva in Canada sono letteralmente esplose, a partire dal 2005, in particolare per quanto riguarda gli oli d’oliva extra-vergini.”Sono in costante aumento I consumatori canadesi che acquistano oli extravergini di oliva di alta qualità, – conferma Karen Rapp di Toronto, componente della giuria del Canada IOOC – i concorsi come il CIOOC aiutano ad aumentare la consapevolezza dei consumatori ed il riconoscimento del prodotto di qualità oltre che ad aprire le porte del mercato canadese ai produttori internazionali.””Poiché sempre più produttori di olio d’oliva – aggiunge Fil Bucchino di Toronto, componente della giuria del Canada IOOC, certificato dall’ONAOO – si concentrano sulla qualità e la produzione si espande in nuovi paesi, i concorsi internazionali hanno fornito un eccellente veicolo di consapevolezza sia per i produttori che per i consumatori. Come canadese e degustatore di olio d’oliva, è per me un onore continuare a sostenere questo prezioso dono della natura insieme al CIOOC”. “Trovare olio d’oliva di qualità – sottolinea Emily Lycopolus da Victoria, sommelier di olio d’oliva (livello 2) e componente della giuria del Canada IOOC – in Canada è spesso impegnativo, il CIOOC aumenta la credibilità dei marchi, permettendo ai produttori di distinguersi sugli scaffali e aumenta la fiducia dei consumatori. Questo concorso rappresenta per i produttori una eccezionale opportunità, in termini di visibilità, nell’attuale panorama internazionale delle competizioni di olio d’oliva”.Completano la giuria, alcuni componenti internazionali, come l’israeliano Ehud Soriano del Kibbutz Magal, un consulente ed esperto certificato dall’Università di Jaén. Il Canada IOOC accoglie con favore la partecipazione di qualsiasi olio extravergine di oliva standardizzato di alta qualità venduto nei negozi al dettaglio, proveniente da qualsiasi parte del mondo, purché sia prodotto con olive raccolte nell’anno di raccolta 2020-21. In una degustazione organolettica ‘al buio’, gli esperti giudicheranno la qualità dell’olio d’oliva utilizzando una scheda di valutazione basata su quella ideata da Mario Solinas dell’international Olive Council. In contemporanea sarà giudicato anche il packaging dell’olio d’oliva. La registrazione al Canada IOOC 2021 è aperta fino al 30 aprile e saranno considerati validi i campioni pervenuti a Montreal entro le ore 17:00 del 10 maggio. Maggiori informazioni e il modulo di iscrizione sono disponibili sul sito ufficiale dell concorso: http://www.canadaiooc.com

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Identità Informi … Dove non ci sono mani Di Mauro Marino e Stefano Donno

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Singolare pubblicazione l’ultima uscita editoriale de I Quaderni del Bardo Edizioni. L’autore/ editore Stefano Donno mette tra parentesi il verso, e affida la sua narrazione di contenuti alle immagini, alla fotografia digitale, lasciando che completi il senso della pubblicazione la forza per versi di Mauro Marino. Il libro ha per titolo “ Identità Informi … Dove non ci sono mani” ed è a firma per l’appunto di Stefano Donno e Mauro Marino. Mentre prendeva forma e corpo, questo libro pare abbia cominciato a vivere di vita propria, ma soprattutto sembra che si sia posto autonomamente l’obiettivo di raccontare come due attori con due linguaggi e grammatiche differenti, sentano la Realtà che si trovano ad agire e vivere. L’amore, la notte, i corpi, le parole, le esperienze, i ricordi, sono le chiavi per accedere a quello che l’Esistenza in fondo è, ovvero un mistero talvolta sconosciuto anche a chi dice di amarla, assaporarla, di sentirne il flusso. Certamente tutta un’illusione, che queste pagine vogliono far cadere, per potersi poi finalmente riappropriare autenticamente di sé e degli altri, nell’incontro, nel dono! (…) Le cose non hanno significato, hanno esistenza, tutto si compone intimamente come gli elementi chimici nei corpi viventi. Donno racconta digitalmente idee e fantasmi, quella spaventosa realtà nascosta ai più, la materia digitale con le sue simmetrie e asimmetrie e un linguaggio carico di particolari rivestimenti ritmici; e questa sua poetica personale, matura, oggi certo promossa, si lascia leggere aperta, inquieta, problematica, in cammino tra frammenti, resti, decomposizioni, fantasmi. Donno libera la carica che si cela sotto le cose, risignificandola in quel nunc aeternum che è l’attimo, e ricomincia il suo pellegrinaggio verso una meta, verso un’altra meta che è impossibile prevedere. (dal blog di Carlo Franza su Il Giornale.it) “La poesia di Mauro Marino cerca compiutamente la vita, la rincorre, la scompone, la ricompone. La vita è incontro, è spazio condiviso, è compartecipazione, è slancio vivido, vibrazione compagna. La poesia di Mauro è ascolto, un prestare attenzione alle sollecitazioni degli altri. La sua poesia è etica di comportamento, intesa come pane cereale che si spezza tutti assieme, per avere la ragione e la forza di resistere, per avere fiato, trasalimento. La sua poesia è coralità, perché tutti assieme dobbiamo salvarci la vita.” (Marcello Buttazzo su Salento Poesia)

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Scuola: Diritto dei supplenti “brevi” e “covid” a percepire la Retribuzione Professionale

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Non ci sono dubbi sulla fondatezza delle tesi da sempre sostenute dall’Anief e supportate dall’ordinanza della Corte di Cassazione, che ha confermato l’impossibilità di discriminare il lavoro precario nella scuola anche riguardo la retribuzione del personale con contratti di supplenza “breve e saltuaria”. Stavolta a darne piena conferma e ad accogliere i ricorsi patrocinati in tutta Italia dagli Avvocati Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi, con il supporto sul territorio dei nostri legali, sono i Tribunali del Lavoro di Bari (Avv. Mariaconcetta Milone), Catania (Avv. Marco Di Pietro), Foggia (Avv. Maria Rosaria Calvio), Parma (avv. Irene Lo Bue), Roma (Avv. Salvatore Russo), Velletri (Avv. Salvatore Russo) e Venezia (Avv.ti Maria Maniscalco e Denis Rosa). Circa 20 nuove sentenze che evidenziano come “la retribuzione professionale docenti – la quale ha natura fissa e continuativa e non è collegata a particolari modalità di svolgimento dell’attività di docenza – rientra tra le “condizioni di impiego” che, ai sensi della clausola 4 dell’Accordo quadro collegato alla direttiva 1999/70/CE, il datore di lavoro, pubblico o privato, è tenuto ad assicurare agli assunti a tempo determinato i quali non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive” e, dunque, va riconosciuta anche in caso di contratti a termine per supplenze brevi e saltuarie.

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Scuola: Oggi in CdM il decreto Covid. Governo dà ragione ad Anief non si apre al 100%

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

“Bisogna ora monitorare tracciamenti, completare vaccini, aumentare classi e plessi”, dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. All’articolo 3, le norme per comparto istruzione e ricerca. Dal 26 aprile, didattica in presenza per infanzia, primaria, media. Per le superiori, dal 50 al 75% nelle zone rosse, dal 60 al 100 % nelle zone arancioni e gialle, tranne che in presenza di focolai. Per alunni disabili e BES sempre in presenza su richiesta anche con classe in DAD. Per Università e Afam, lezioni in aula tranne che in zona rossa per studenti per anni successivi al primo. Lauree ed esami in presenza, ma a scelta degli Atenei.Oggi si ufficializzerà la retromarcia del Governo sul rientro in blocco degli alunni il prossimo 26 aprile: il Consiglio dei Ministri approverà la decisione, presa ieri nell’incontro Stato-Enti Locali, di ridurre la percentuale di studenti delle superiori in presenza nelle zone gialle e arancioni dall’annunciato 100% al 60%, dopo le osservazioni del sindacato. Il motivo principale sarebbe quello dei mezzi di trasporto, come da Anief denunciato, che non garantiscono di potere fare spostare in sicurezza due milioni e mezzo di studenti. Secondo Anief ha fatto bene il Governo a rivedere la sua decisione iniziale, perché l’intransigenza si sarebbe scontrata, come in passato, con i problemi non risolti.Nessun ritorno in classe per tutti: le scuole superiori potranno adottare “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica” affinché sia garantita, in zona rossa, la presenza “ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75%” mentre in zona gialla e arancione la didattica in presenza deve essere garantita “ad almeno il 60% e fino al 100%” Niente deroghe dalle Regioni: unica eccezione alle deroghe, i focolai del virus. Lo prevede il decreto legge anti Covid19 che oggi approverà il Cdm.

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Scuola. Sedi di presidenza 2021/2022: Nessun aumento

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Nei giorni scorsi si è svolto l’incontro la l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali per la definizione dell’organico per l’anno scolastico 2021/2022 che dovrebbe definire le sedi vacanti e disponibili a disposizione della mobilità dei dirigenti e le nuove assunzioni in ruolo per i candidati dell’ultimo concorso per dirigente scolastico del 2017, alla luce anche dell’emendamento Udir presentato e approvato nell’ultima Legge di bilancio, che prevede la rimodulazione dei parametri che determinano il sottodimensionamento di un’istituzione scolastica. Purtroppo, e ancora una volta inaccettabile, sembra che l’amministrazione non tenga nella dovuta considerazione i sacrifici e l’impegno che tutti i dirigenti scolastici hanno profuso per il buon funzionamento della scuola specialmente negli ultimi due anni scolastici causa pandemia Covid-19; sembra infatti che, oltre alla beffa riguardante il problema della retribuzione, taglio del FUN e mancata firma dei CIR con conseguente non integrale pagamento della retribuzione di posizione e risultato parte variabile, non si voglia intervenire neanche sul grave problema della mobilità e dell’abuso delle reggenze. Infatti, pare non si voglia dare seguito a quanto previsto nella Legge di bilancio, la cui modifica dei parametri garantirebbe la presenza di circa 400 nuove sedi normo dimensionate, già in reggenza, da rendere disponibili sia per la mobilità che per le nuove assunzioni. Udir fa presente che la situazione oramai è diventata insostenibile, sia per i vincoli imposti dalle attuali regole della mobilità che, essendo tarate per i concorsi a carattere regionale, limitano a un massimo del 30% la disponibilità di sedi da destinare alla mobilità interregionale sia perché in un momento così difficile per la scuola non si può ignorare il fatto di avere in graduatoria oltre 800 vincitori di concorso e non poter garantire a tutti una sede, di fatto disponibile, ma affidarla in reggenza.Udir ritiene necessario, per il bene della scuola, modificare l’attuale situazione garantendo la disponibilità, con trasparente evidenza pubblica, del 100% delle sedi vacanti e disponibili che saranno liberate dai dirigenti che andranno in quiescenza e le sedi che di fatto con i nuovi parametri saranno normo dimensionate.Per questo, attraverso una serie di Emendamenti presentati in parlamento, sia in sede di esame del Decreto sostegni che al Disegno di Legge di conversione del DL. 1/04/2021 n.44, ha chiesto la modifica del tetto del 30% che limita i posti destinati alla mobilità interregionale, una deroga causa situazione emergenziale del vincolo triennale che di fatto non permette la mobilità dei neo immessi in ruolo, ma anche l’immissione di tutti i vincitori in graduatoria del concorso 2017, ma anche la conferma a regime dei parametri sulle scuole normo dimensionate non trascurando il problema della responsabilità sulla sicurezza e la retribuzione.

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Scuola: Precari, rischio stallo

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Il timore di ritornare in classe in condizioni disastrose, con le limitazioni imposte dal Covid, è forte. Ne parla oggi l’Ansa, prevedendo nomine dei “precari, valzer di cattedre, assenza di docenti fino a dicembre, classi con 29/30 alunni, con tutte le limitazioni e le difficoltà che impone il Covid, è forte. Ripropone uno scenario che si ripete da troppo tempo e che si è visto anche nei primi mesi di quest’anno scolastico. Anche perchè circa 25 mila professori quest’anno andranno in pensione”.Il rischio di ritrovarci dopo l’estate con un docente su tre precario stavolta è alto. Ancora di più perché “i primi risultati del concorso straordinario per 32 mila posti da poco concluso, mostrerebbero che tanti non hanno superato le prove. In questi giorni, inoltre, si stanno definendo gli organici delle classi per il prossimo anno e il malumore dei dirigenti scolastici è forte”. In questo scenario, complicato dall’emergenza pandemica in atto, “il tema del reclutamento nella scuola è certamente uno di banchi di prova più complicato per il Governo. Anche perchè il nodo è squisitamente politico: nella maggioranza le posizioni sono diametralmente opposte”.Per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, “in questa maggioranza dobbiamo trovare una unità, sia la scuola il luogo in cui il paese ritrova la sua unità, non possono esserci le forze che difendono i vecchi e chi difende i giovani”, ha spiegato il ministro.Anief ritiene corretta la posizione del professor Bianchi: è bene che si trovi una soluzione immediata, perché il rimedio alla supplentite va trovato prima che la situazione diventi ingestibile.

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Piano scuola per la banda ultra larga

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

“Vogliamo precise garanzie sui tempi di attuazione del nuovo piano scuola per la banda ultra larga. Le chiederemo al Governo, ma anche alla Regione e a chi realizzerà il servizio. Siamo stanchi dei ritardi accumulati finora, di questo passo rischiamo che il piano scuola resti lettera morta”. Lo afferma Michele Pianetta, Vice Presidente all’Innovazione di ANCI Piemonte e membro della commissione Innovazione di ANCI nazionale.Il piano scuola ha stanziato oltre 400 milioni di euro per il il miglioramento della connettività nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, nonché per il collegamento di tutti i plessi delle scuole primarie e dell’infanzia statali ubicati nelle cosiddette «aree bianche», che saranno oggetto di interventi infrastrutturali nell’ambito del Piano BUL.“Si tratta di quelle aree in cui, per i prossimi tre anni, non è previsto alcun investimento privato – spiega Pianetta -. Quello della banda larga veloce è un treno che non possiamo perdere e che consentirà di garantire l’erogazione di connettività fino a 1 Gigabit/s in download e una banda minima di 100Mbit/s a circa 35 mila plessi scolastici in tutta Italia”.Intanto, Infratel Italia, soggetto attuatore del Piano Scuole, ha proseguito l’attività di pianificazione degli interventi, chiedendo agli operatori aggiudicatari del bando di trasmettere i piani di attivazione per il periodo maggio-settembre 2021 prima della sottoscrizione dei contratti, che avverrà nei prossimi giorni. Con nota prot. n. 9068/2021 il Ministero dell’Istruzione ha fatto sapere che il servizio verrà erogato tramite la fornitura di un apparato utente in fibra ottica (CPE) all’interno dell’edificio scolastico, compresa la fornitura in opera di cavi, tubi e materiali di installazione e di cablaggio, la realizzazione del collegamento fisico sulla rete comunale e nazionale con punti di erogazione del servizio individuati dagli operatori affidatari, l’assistenza tecnica e la manutenzione per un periodo di 5 anni. Già nelle prossime settimane i soggetti che realizzeranno i lavori effettueranno i primi sopralluoghi negli istituti. L’obiettivo è quello di completare il piano entro il 2023 e di collegare 5.000 istituti entro settembre 2021, dunque con la ripresa dell’attività scolastica.“In questo momento – prosegue il vicepresidente all’Innovazione, Michele Pianetta – è quanto mai opportuno che vi sia un coordinamento fra tutte le iniziative che si stanno sviluppando sui territori per garantire la connettività degli edifici scolastici, evitare sovrapposizioni e dispersioni di risorse. A tal proposito è indispensabile il coinvolgimento diretto dei Comuni, a partire dalla verifica della mappatura della connettività già esistente, al fine di delineare al meglio le implementazioni necessarie”.“Nell’ultimo periodo – conclude – ci siamo accorti di come lo smart working e la didattica integrata, per quanto strategici, rischino di diventare un’utopia di fronte agli impedimenti oggettivi causati dalla lentezza delle connessioni internet. Si tratta di una questione che ci sta particolarmente a cuore e che continueremo a presidiare, se necessario chiedendo un incontro a Fastweb (soggetto affidatario dei lavori in Piemonte) già nelle prossime settimane: non possiamo permetterci ulteriori ritardi”.

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PA – Firmato l’atto d’indirizzo per il contratto del comparto funzioni centrali, entro l’anno tocca a Sanità e Scuola

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Dopo la sottoscrizione nei giorni scorsi all’Aran dell’accordo per rinnovare comparti e aree pubbliche, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle funzioni centrali. “Nei prossimi giorni – ha spiegato la Funzione Pubblica – l’Aran potrà convocare le organizzazioni sindacali per l’avvio delle trattative. Se non ci saranno intoppi, il contratto si potrà chiudere entro la primavera, per consentire l’arrivo in busta paga degli aumenti entro la fine del 2021”. Il prossimo contratto in via di approvazione dovrebbe essere quello della sanità, il cui atto di indirizzo è in fase di definizione da parte delle Regioni. Poi sarà la volta anche dalla Scuola, dove opera il più alto numero di lavoratori della Pa, con oltre 3,3 milioni di dipendenti. Decisiva, ai fini di questo passaggio contrattuale, è stata la sottoscrizione di Cisal e della maggior parte delle confederazioni sindacali della stipula dell’accordo quadro sulla definizione dei comparti, che disciplina il corretto inserimento del personale nei singoli settori, anche questo preludio dell’avvio delle trattative per il rinnovo dei contratti delle varie categorie.Un altro passo in avanti verso il rinnovo dei contratti del pubblico impiego: la novità arriva con la firma da parte della Funzione Pubblica del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle funzioni centrali, vero preludio della sottoscrizione dei vari Ccnl della pubblica amministrazione, alcuni dei quali bloccati da più anni. Una situazione di stand by resa ancora più pesante dalla crisi della pandemia. “Mi auguro – ha detto il ministro Brunetta – che lo sblocco delle trattative consenta la conclusione dei contratti collettivi, almeno quelli riferiti ai comparti (funzioni centrali, sanità, istruzione e funzioni locali), con i relativi aumenti in busta paga entro la fine dell’anno, per chiudere poi i contratti della dirigenza nei primi mesi del 2022″.Presto prenderà quindi il via la dei vari comparti pubblici. Compresa quella che porterà, si spera entro la fine dell’anno corrente, all’aumento in busta paga per un milione e trecentomila dipendenti della scuola, quindi docenti, assistenti amministrativi, tecnici, Dsga, collaboratori scolastici, educatori, guardarobieri e tante altre figure professionali che operano negli istituti scolastici e nei convitti nazionali. Da un punto di vista normativo, la nuova piattaforma contrattuale a già a buon punto, con una serie di accordi sottoscritti, come quello per la didattica a distanza, che si è adeguata alla pandemia da Covid19, con cui stiamo convivendo ormai da oltre un anno. Servono comunque ancora adeguamenti, a partire dal ricorso meno difficile allo smart working, ma anche al diritto alla disconnessione, alla tutela dei lavoratori fragili, a una nuova organizzazione dell’orario di lavoro.

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Gravi disagi sulle autostrade siciliane

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

È sempre più disastrosa la situazione in cui versano le autostrade Messina-Palermo e Messina-Catania.Su queste autostrade sta indagando sia la Magistratura, che ha già sequestrato 22 viadotti della Messina-Palermo, sia il Ministero dei Trasporti, che ha inviato l’ispettore ing. Placido Migliorino, responsabile dell’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma della Direzione Generale Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali per verificare lo stato delle tratte. Migliorino ha già depositato il verbale relativo alla Messina-Palermo e a breve depositerà quello relativo alla Messina-Catania. Lunghi tratti di entrambe le autostrade sono ritenuti pericolosi e sono stati oggetto di restrizione e limitazione della velocità di percorrenza, altri, verosimilmente, lo saranno a breve. Restrizioni e deviazioni che determineranno ulteriori disagi a tutti coloro che transitano regolarmente sulle due principali autostrade siciliane. Federconsumatori ha scritto al Consorzio per le Autostrade Siciliane (CAS), all’Assessorato Regionale Infrastrutture, Mobilità e Trasporti e alla Direzione Generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali per chiedere di affrontare la questione in modo da minimizzare i disagi per i cittadini.Adesso che la situazione si fa di giorno in giorno più insostenibile Federconsumatori Sicilia e Federconsumatori Nazionale hanno deciso di inviare delle segnalazioni ad ART e AGCM affinché questa vicenda venga affrontata in fretta e in modo finalmente efficace e risolutivo per i cittadini, da anni costretti ad affrontare disagi e disservizi su quelle che sono state definite le tratte peggiori d’Italia. Alla luce di tali criticità Federconsumatori chiede una immediata la sospensione (o quanto meno una forte riduzione) dei pedaggi pagati dagli utenti nei tratti oggetto di rallentamenti e restrizione, nonché la convocazione di un tavolo di confronto permanente sugli investimenti necessari a rendere le due autostrade siciliane sicure e conformi alla normativa vigente.

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Nuovi modi di lavorare

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Le aziende che stanno pensando a nuovi modi di lavorare e a un ritorno sicuro in ufficio sono già a buon punto, ma una solida cultura aziendale sarà la componente chiave che renderà sostenibili nuove modalità di lavoro nel lungo termine. Secondo la ricerca Workforce of the Future di Cisco, le esperienze, che vanno dalla comunicazione frequente ed efficace fino a un maggiore riconoscimento e sviluppo professionale, sono tutte aree all’interno di una matrice culturale aziendale in cui i dipendenti si sentono più soddisfatti.Mentre molti lavoratori a distanza si sentono responsabilizzati e stimati dai loro manager e dai team nel fare il loro lavoro, c’è ancora una minoranza significativa che è preoccupata di essere abbandonata. Un dipendente su sei non si sente sicuro di poter svolgere il proprio lavoro da casa senza un’ampia supervisione e, mentre metà dei dipendenti si sente apprezzata, l’altra metà crede che i propri risultati siano trascurati.L’opportunità di crescita lavorativa è un’altra importante questione, con il 45% dei dipendenti che è preoccupato che il fatto di non sedere vicino al proprio manager avrà un impatto sui loro obiettivi di carriera. Una leadership comunicativa sarà dunque fondamentale per superare la sfida della vicinanza, oltre a mantenere un senso di stabilità e autonomia. L’83% dei dipendenti concorda sul fatto che i dirigenti aziendali devono comunicare di più, soprattutto con una forza lavoro distribuita. La formazione e lo sviluppo delle competenze continuano ad essere in primo piano per le persone che, oggi più che mai, sono chiamate ad occuparsi di tecnologia nel loro lavoro quotidiano. Quasi quattro dipendenti su cinque (84%) vogliono che i dirigenti aziendali diano priorità alla formazione sulle tecnologie e sulle competenze digitali, con il 59% che si dichiara preoccupato poiché secondo loro la situazione non migliorerà nella nuova normalità.La pandemia ha cambiato per sempre il modo in cui lavoriamo, con i dipendenti che ora vogliono una maggiore libertà e possibilità di scegliere dove e quando lavorare – un mix tra l’essere in ufficio e il lavorare da remoto. Man mano che le aziende definiscono i loro modelli di lavoro ibrido, si trovano a dover implementare soluzioni su misura a lungo termine che trasformino veramente le esperienze dei dipendenti, indipendentemente dalla loro posizione, e supportino la produttività.Sebbene il 54% ritenga di avere la dotazione tecnologica necessaria per lavorare da casa, c’è ancora una percentuale significativa che non lo pensa. Dotare i dipendenti degli strumenti adeguati per connettersi e collaborare è una parte fondamentale di questo viaggio. Le piattaforme di collaborazione basate sul cloud, come Cisco Webex, supportate dall’intelligenza artificiale e dall’analisi avanzata che abilitano funzionalità come il riconoscimento facciale, le trascrizioni e le traduzioni, giocano un ruolo chiave nel riunire i team dispersi e nel promuovere maggior coinvolgimento virtuale e innovazione.

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Dottorato di ricerca honoris causa a Sofia Corradi, la “mamma” del programma Erasmus

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

Il riconoscimento accademico è stato conferito in diretta streaming dalla rettrice Antonella Polimeni in occasione del 718° anniversario di fondazione della Sapienza Martedì 20 aprile alle ore 11.00, nella Sala Senato della Sapienza, si è tenuta la cerimonia di conferimento del dottorato di ricerca honoris causa in Psicologia sociale, dello sviluppo e della ricerca educativa a Sofia Corradi, ideatrice del Programma Erasmus per la mobilità degli studenti tra le università europee. La cerimonia è stata aperta dalla prolusione della rettrice Antonella Polimeni seguita dall’allocuzione di Fabio Lucidi, preside della Facoltà di Medicina e psicologia e dall’elogio di Pietro Lucisano, coordinatore del corso di dottorato in Ricerca educativa e psicologia dello sviluppo. Al termine Sofia Corradi ha tenuto in diretta streaming la Lectio magistralis dal titolo “Da studentessa di Giurisprudenza a mamma Erasmus”. Durante l’evento, che ha coinciso con il 718 esimo anniversario di fondazione dello Studium Urbis, è stato proiettato un video-documentario sulla storia della Sapienza dal 1303 fino all’inaugurazione della prima storica sede del palazzo della Sapienza. “Oggi – ha detto la rettrice Antonella Polimeni, nella sua prolusione -attribuendole il titolo accademico di Dottore di ricerca, intendiamo riconoscere a Sofia Corradi di aver saputo contribuire a questo processo di cambiamento con una straordinaria capacità di visione e condivisione, impegno sociale e capacità organizzativa. Nel giorno del 718 anniversario della sua fondazione, la Comunità universitaria della Sapienza è, dunque, orgogliosa di riaccogliere una delle sue laureate più illustri tra i suoi dottori di ricerca”.

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Covid-19: Come cambiano i comportamenti dei vaccinati?

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2021

L’indagine pianificata dalla Sapienza Università di Roma e dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I ha coinvolto gli operatori delle strutture sanitarie dell’Azienda, sottoposti alla seconda dose di vaccino COVID Pfizer-BioNTech fino al 30 marzo 2021. Al personale è stato somministrato un questionario sulle misure di protezione contro SARS-CoV-2 e i soggetti che hanno volontariamente risposto, tra il 2 ed il 17 aprile 2021, sono stati 731, di età compresa tra i 24 ed i 69 anni.“Il messaggio principale che deriva dall’indagine è che la maggioranza degli intervistati non ha cambiato le proprie abitudini dopo la vaccinazione. In particolare, ben il 94% dei soggetti ha dichiarato che dopo la seconda vaccinazione contro Covid-19 non è cambiata la frequenza con la quale indossa la mascherina chirurgica o di comunità, in ambienti chiusi e con persone diverse dai familiari e conviventi. Solo il 4% ha ammesso di aver ridotto leggermente tale abitudine. Circa l’89% ha dichiarato che, dopo la seconda vaccinazione contro SARS-CoV-2, non ha cambiato la frequenza con la quale indossa la mascherina FFP2 o la doppia mascherina in ambienti chiusi e con persone diverse dai familiari e conviventi e la frequenza con la quale indossa la mascherina (chirurgica, di comunità o FFP2) all’aperto.Dopo la seconda vaccinazione contro il Covid-19, la frequenza con la quale il soggetto si lava le mani con acqua e sapone o le disinfetta con soluzione idroalcolica per almeno 20 secondi non è cambiata nel 94% degli intervistati, così come il rispetto del numero massimo di 6 persone all’interno della sua abitazione, escludendo familiari e conviventi. Infine, la frequenza con la quale il soggetto ha dichiarato di rispettare il distanziamento fisico di almeno 2 metri all’aperto non si è modificata nell’86% dei soggetti, mentre è diminuita leggermente nel 13% dei soggetti intervistati.Sono risultati importanti che dimostrano come la consapevolezza di non abbassare la guardia neanche anche dopo la vaccinazione sia ampiamente diffusa”.Questo hanno dichiarato i Coordinatori della ricerca, il professor Domenico Alvaro, Direttore del DAI di Medicina Interna e Specialità Mediche e Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria e la Professoressa Stefania Basili, Direttrice della unità operativa complessa di Medicina Interna dell’Umberto I.

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