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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 26 marzo 2017

Al via in Liguria il progetto ‘Green & blue’, per cammini e percorsi ciclabili

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

turismo liguria2turismo liguria1Con un finanziamento di circa 340 mila euro, è stato approvato dalla giunta regionale della Regione Liguria, su proposta degli assessori al Tempo Libero Stefano Mai e al Turismo Gianni Berrino, il progetto ‘Green & blue’, per cammini e percorsi ciclabili.
Tra i diversi progetti deliberati, la Giunta destina oltre 58mila euro al Cai per la segnaletica informativa lungo l’Alta Via dei Monti Liguri e il Sentiero Liguria.
Il progetto ‘Green & blue’ rientra tra i tre progetti interregionali approvati di recente dal Mibact e comprende, oltre alla Liguria, anche Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto.
L’Assessore al Turismo Gianni Berrino spiega le finalità del progetto : ” L’outdoor – spiega l’assessore Berrino – si sta affermando come filone turistico in grado di attrarre moltissimi appassionati da tutto il mondo, in ogni stagione dell’anno. Creare un’offerta turistica di tipo ‘esperienziale’, che sappia mettere a sistema anche le attrattive delle regioni limitrofe, costituisce un volano formidabile per la promozione delle eccellenze del nostro territorio a 360°: dal mare ai monti, dall’enogastronomia alla cultura dei nostri borghi medioevali. Inoltre, su mia proposta, sono stati stanziati 56mila euro per il progetto ‘Turismo attivo’ che ha come obiettivo la creazione di una rete di offerta outdoor, mettendo a sistema i percorsi cicloturistici, mountain bike ed escursionistici”. (Christian Flammia con foto) (foto: turismo liguria)

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Goldman Sachs all’arrembaggio della nave di Trump

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

trump11Molti negli Usa si riferiscono all’amministrazione Trump con l’appellativo “Government Sachs” in quanto ha imbarcato un numero impressionante di personaggi che, in vario modo, hanno lavorato o collaborato con Goldman Sachs, la più chiacchierata banca d’affari americana. Dall’esplosione della crisi globale la banca ha scalato molte posizioni nella lista delle banche americane più esposte in derivati finanziari over the counter fino a conquistare la terza posizione con oltre 45,5 trilioni di dollari di valore nozionale.
Rispetto alle prime due, la Citigroup e la JP Morgan Chase, c’è una “piccola” differenza. Essa vanta il peggiore rapporto in assoluto tra il valore dei derivati e gli asset (gli attivi), che sono soltanto 880 miliardi di dollari. Il che significa che per ogni dollaro di asset, la GS ha quasi 52 dollari di derivati, mentre la Citigroup ne ha 28,5 e la JPMorgan 20. Per cui, se queste due ultime non navigano in mari tranquilli, per la GS il mare rischia di essere sempre in burrasca. Sono dati significativi quanto preoccupanti tanto che anche l’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), l’agenzia di controllo delle banche americane, a fine settembre 2016 ha affermato che il rapporto tra l’esposizione dei crediti e il capitale di base (credit exposure to risk-based capital) era del 433% per Goldman Sachs, rispetto al 216% della JP Morgan e al 68% della Bank of America. Sempre secondo il citato rapporto, sei anni dopo l’entrata in vigore della riforma finanziaria Dodd-Frank, che obbligava le banche a sottoscrivere tutti i contratti derivati attraverso piattaforme regolamentate, la GS mantiene ancora il 76% dei suoi derivati in otc non regolamentati. Si tratta della percentuale più alta tra tutte le banche quotate a Wall Street.
Come è noto l’opacità dei derivati otc ha giocato un ruolo determinante nella crisi finanziaria, in quanto le banche in quel periodo avevano in gran parte sospeso di farsi credito reciprocamente sospettando buchi nascosti. Di conseguenza le stesse hanno cercato di garantirsi contro eventuali crolli accendendo polizze presso le grandi assicurazioni, in particolare con il gigante AIG. Solo di recente è diventato noto che circa la metà dei 185 miliardi di dollari versati dal governo americano per salvare la citata AIG è andata a beneficio delle grandi banche “too big to fail”. Infatti la GS ne avrebbe ricevuti ben 12,9 miliardi. Crediamo non debba sorprendere il fatto che la GS sia sempre stata al centro delle grandi indagini per far emergere i responsabili della crisi globale, né tanto meno il conoscere che la banca sia stata in prima fila nel tentativo di bloccare tutte le riforme del sistema bancario e finanziario americano. E’ sorprendente, invece, che il presidente Trump continui a reclutare molti dei suoi uomini tra gli ex leader della GS. Da ultimo il suo team economico si è “arricchito” con l’arrivo di Dina Power, presidente della Fondazione della Goldman Sachs.
Ma la nomina più provocatoria indubbiamente è quella di Jay Clayton a capo della Security Exchange Commission (SEC), l’agenzia governativa preposta al controllo della borsa valori, l’equivalente della nostra Consob. Clayton è un importante avvocato che ha lavorato per la GS, cosa che la di lui moglie fa ancora. Si tratta della stessa SEC che ha multato più volte Goldman Sachs per operazioni illegali di vario tipo: nel 2010 una multa di 550 milioni di dollari per operazioni fraudolente con titoli tossici immobiliari subprime e un’altra di 11 milioni nel 2012 perché alcuni suoi analisti avevano segretamente favorito dei clienti ben selezionati.
Anche la Federal Reserve nell’agosto 2016 le ha inflitto una sanzione di 36,3 milioni di dollari per aver usato informazioni confidenziali risultanti da operazioni di controllo fatte dalla stessa Fed. Per non dire della condanna a pagare 120 milioni per manipolazioni fatte sui tassi di interesse comminata nel dicembre dell’anno scorso dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC), l’agenzia che ha il compito di controllare le borse delle merci e delle relative operazioni in derivati finanziari. Non è un caso, quindi, che nelle settimane passate alcuni senatori americani abbiano chiesto alla Goldman Sachs di rendere pubbliche le sue attività di lobby contro la legge di riforma Dodd-Frank e di conoscere l’ammontare dei profitti risultanti dalla sua cancellazione. Si ricordi che tra i primi provvedimenti del presidente Trump c’è stata l’abrogazione della citata legge. Evidentemente, purtroppo, il presidente americano ha dimenticato quando da lui stesso detto qualche settimana fa: “Per troppo tempo, un piccolo gruppo nella capitale della nostra nazione ha raccolto i compensi governativi, mentre la gente ne ha sostenuto le spese. Washington ha prosperato, tuttavia il popolo non ha condiviso la sua ricchezza”. E’ il classico esempio di quanta distanza a volte c’è tra il dire e il fare.
(Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista)

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Come sarà la Chiesa dopo Papa Francesco?

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

lateranense_ingressoMentre il Papa celebra la sua visita all’arcidiocesi di Milano alla Pontificia Università Lateranense si discute dei segni dei tempi e del suo magistero;”creativa” e “contenta”, la Chiesa in uscita del pontefice argentino sarà una Chiesa che non avrà paura di confrontarsi con la cultura del business: “Gesù ha detto a San Pietro “pasci le mie pecore”, non “conta le mie pecore”. Cosa metterà radici del pontificato di Papa Francesco? Mentre si celebra la visita apostolica del Santo Padre presso l’arcidiocesi di Milano se ne è discusso con padre Enzo Fortunato (Sacro Convento di Assisi); don Fabio Rosini (direttore della Pastorale vocazionale della Diocesi di Roma), Michael Castrilli (Docente di Church Management alla Villanova University, Pennsylvania) e don Stephen Fitcher (Centro di ricerca applicata all’Apostolato della Parrocchia del Sacro Cuore di Haworth, New Jersey) in una conferenza pluriprospettica, parte del programma del secondo giorno del Festival Internazionale della Creatività nel Management Pastorale: “La proposta della Chiesa è spesso volta a ricordare delle regole, non all’autonomia”, ha detto don Fabio Rosini: “Questo non va bene. Un buon padre spirituale non è colui che ti dice quale è la volontà del Signore: questo è paternalismo; un buon padre è colui che ti mostra il modo di trovare gli strumenti per camminare da solo”.
La Chiesa del futuro dovrà dunque essere creativa, che pratichi “la risposta d’amore ad una chiamata: perché la Chiesa non vive di progetti, ma di mete”, ha continuato don Rosini: “E i giovani di oggi sono una generazione senza padre che improvvisa la propria esistenza; un buon cuoco non è colui che cerca di fare un piatto perfetto, ma chi apre il frigorifero e improvvisa una cena con quel che c’è”. In questo senso, dunque, la Chiesa non deve avere paura di coltivare un dialogo con la cultura del mondo, del business, un dialogo fecondo: “La Chiesa fra vent’anni la penso come un luogo di coinvolgimento spirituale, di ascolto; che parli meno, che ascolti di più”, ha detto Mike Castrilli: “Che cammini nel senso dato da Papa Francesco: quando penso a lui penso subito alla frase “non abbiate paura”. E la Chiesa non deve avere paura di imparare dal business, e il business deve imparare dalla Chiesa: perché Gesù non ha detto a San Pietro “conta le mie pecore”, ma gli ha detto “pasci le mie pecore”; ciba il mio gregge, fallo crescere”.Papa Francesco sta ponendo l’attenzione sulla testimonianza: chiede che i pastori siano più esemplari che meritevoli. E le resistenze al cambiamento sono normali in ogni processo”, ha detto padre Enzo Fortunato: “Serve la consapevolezza di star facendo bene, di andare avanti nonostante tutto. Serve trovare un modo per far agire dentro di sé la grazia di Dio, trovare un modo perché si esprima nel mondo. Solo così la Chiesa potrà essere una chiesa contenta: voi siete contenti?”, ha interrogato il pubblico, nell’allegria, il frate francescano di Assisi. “La Chiesa non è perfetta, non esistono cristiani perfetti, nemmeno il Papa è perfetto; siamo tutti in cammino. Proprio per questo”, ha detto il rev. Steven Fitcher, “mi preoccupano le divisioni fra i vescovi”.

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San Gimignano, Apertura della Chiesa di San Lorenzo in Ponte

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

San Lorenzo in PonteDal prossimo 25 marzo sarà finalmente aperta al pubblico la Chiesa di San Lorenzo situata in via del Castello, vicino a Piazza della Cisterna. Nel 2011 il Comune di San Gimignano ha acquisito gratuitamente dal Demanio dello Stato la proprietà della Chiesa, procedendo nel 2016-17 a un organico intervento di restauro e adeguamento strutturale finalizzato alla sua fruizione museale e al suo inserimento nel circuito dei Musei Civici.
Al recupero dello straordinario monumento ha collaborato la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Siena, Grosseto e Arezzo.
Grazie a questa prima esperienza nazionale di concreta applicazione del federalismo demaniale culturale, un bene così prezioso, parte integrante del Sito Unesco “Centro Storico di San Gimignano”, rimasto per secoli di uso privato, chiuso e in stato di abbandono, diviene oggi patrimonio della comunità di San Gimignano e dei milioni di turisti che visitano la città e il suo territorio.
La Chiesa di San Lorenzo in Ponte, risalente al XIII secolo, è in stile romanico ed è costituita da un’unica navata coperta con tetto a capriate di legno, con presbiterio rialzato a volta. Fin dall’inizio del XIV secolo la chiesa recava sul fianco sinistro un piccolo portico, o una semplice tettoia, per riparare dalle intemperie l’affresco raffigurante la Madonna col Bambino, del quale rimane oggi solo il volto della Vergine, riconducibile, secondo alcuni studiosi, all’attività giovanile di Simone Martini. Fu proprio a causa della devozione popolare verso questa sacra immagine che, all’inizio del Quattrocento, fu decisa la costruzione o l’ampliamento del portico lungo il fianco della chiesa, venendo così a formare, in adiacenza ad essa, un oratorio. Intorno al 1413 l’intero edificio fu interessato da una straordinaria decorazione a fresco eseguita dal pittore fiorentino Cenni di Francesco di ser Cenni, formatosi nell’ambito del pittore giottesco Andrea di Cione di Arcangelo, detto l’Orcagna. Il tema del ciclo è quello della vita ultraterrena che si lega alla figura del santo titolare, Lorenzo, cui è concesso salvare le anime del Purgatorio. Suggestivi dettagli raffigurano dunque il mondo ultraterreno attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Dopo questo periodo, iniziò per San Lorenzo in Ponte un lungo e progressivo declino, fino a perdere lo status di chiesa ed essere alienata a privati e destinata ai più vari usi che determinarono anche la perdita di gran parte della decorazione a fresco. Acquisita dal Demanio dello Stato nel 1929, è stata oggetto nei decenni seguenti di varie vicissitudini, che ne hanno sensibilmente ridotta la fruizione pubblica.
La riapertura al pubblico della chiesa si svolgerà sabato 25 marzo alla presenza delle autorità, con il seguente programma.
Alle ore 15.30, presso il Teatro dei Leggeri (Piazza Duomo): Saluti istituzionali da parte di: Giacomo Bassi, Sindaco di San Gimignano; Monica Barni, Vicepresidente della Regione Toscana; Anna Di Bene, Soprintendente SABAP Siena, Arezzo e Grosseto. Seguirà una tavola rotonda sul tema “Il patrimonio culturale fra recupero, valorizzazione e leva di sviluppo territoriale”; interverranno: Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura ed Istruzione del Parlamento Europeo; Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario del MIBACT con delega per l’UNESCO; Roberto Reggi, Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio; Evelina Christillin, Presidente dell’ENIT; Giuseppe Costa, Presidente Opera-Civita; Marco di Luccio, Responsabile Sviluppo Beni – FAI. Sulla tematica “Un esempio di attuazione del federalismo demaniale culturale. La Chiesa di San Lorenzo in Ponte a San Gimignano” si confronteranno: Carolina Taddei, Assessore alla Cultura del Comune di San Gimignano; Felicia Rotundo, Funzionario storico dell’arte della SABAP Siena, Arezzo e Grosseto; Valerio Bartoloni, Dirigente del Settore Cultura del Comune di San Gimignano; Marilena Caciorgna, docente presso l’Università degli Studi di Siena; Fabrizio Iacopini, restauratore.
Alla conclusione dei lavori, all’interno del San Lorenzo, si svolgerà la cerimonia inaugurale e la visita guidata alla chiesa.
Dal 26 marzo la chiesa sarà visitabile con lo stesso biglietto di ingresso di tutti i Musei Civici di San Gimignano, anche tramite ausilio di supporti multimediali appositamente realizzati.
La nuova acquisizione della Chiesa di San Lorenzo in Ponte al sistema dei Musei Civici di San Gimignano si inserisce all’interno di una serie di iniziative culturali promosse dal Sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi e dall’Assessore alla Cultura Carolina Taddei, con il coordinamento del Dirigente del Settore Servizi alla Cultura del Comune Valerio Bartoloni, con l’intento di valorizzare i monumenta della città. L’organizzazione è a cura di Opera – Civita, gestore dei Musei Civici di San Gimignano.

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Istruzione – Sostegno: il Parlamento approva il parere ma dal prossimo anno si complica l’integrazione scolastica

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

ministero-pubblica-istruzioneIn attesa dell’ultimo verdetto del Governo sulle deleghe alla Legge 107/15, le commissioni parlamentari licenziano delle richieste di modifica senza tenere conto delle ripetute denunce dell’Anief e delle famiglie degli allievi: da settembre, il personale docente continuerà a essere utilizzato per 30 per cento dell’organico come precario, su posti in deroga, con oltre 52mila posti liberi assegnati fino al 30 giugno; arrivano nuove regole sulle ri-certificazioni che, senza alcuna copertura finanziaria e opportune risorse umane per le équipe mediche, sconvolgeranno la vita di 260mila alunni disabili; rimane anche in vita il blocco decennale per gli insegnanti di sostegno che, in questo modo, risultano assegnati alla scuola e non più agli alunni.Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il modello che si sta andando a determinare sugli insegnanti di sostegno contrasta la loro motivazione e li discrimina rispetto ai colleghi, addirittura rispetto ai neo-assunti, i quali vanno incontro a un blocco triennale sulla disciplina. Parlare di continuità didattica in queste condizioni significa solo fare demagogia. L’unico aspetto positivo è che viene riconosciuto il servizio pre-ruolo nel computo del blocco decennale su sostegno. Ma si conferma l’anomalia del riconoscimento dello stesso servizio nell’ipotesi di mobilità 2017: motivo per cui Anief lancerà ricorso, avendo già vinto nei tribunali.

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Il canone del telefono fisso va pagato ogni mese e non dopo 28 giorni

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

telefono“La decisione dell’Agcom che ha stabilito che il canone del telefono fisso va pagato ogni mese e non dopo 28 giorni ci soddisfa pienamente, in linea con la battaglia che Ap ha portato avanti in Parlamento. Avevamo infatti già sottoposto la questione al Governo nei giorni scorsi, attraverso una specifica interrogazione in commissione Finanze alla Camera, proprio perché contrari a questa discutibile operazione portata avanti unilateralmente da diverse compagnie telefoniche a discapito della trasparenza e della chiarezza verso gli utenti e a danno di milioni di famiglie e imprese”. Così il capogruppo di Ap in commissione Finanze alla Camera, Filippo Piccone.
“Sollecitiamo il Governo a continuare a vigilare sui modi in cui le imprese fornitrici di servizi di telecomunicazioni, che ovviamente sono essenziali per cittadini e imprese, modificano i contratti. Di fronte ai ricorsi e alle probabili contestazioni, ci aspettiamo che l’Esecutivo si ponga al fianco di Agcom e a difesa dei consumatori”.
Per Dino Cimaglia, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori: ” E’ una delibera dell’Autorità per le Comunicazioni che ha stabilito per la telefonia fissa la fatturazione deve essere mensile, mentre per la telefonia mobile la cadenza non può essere inferiore ai 28 giorni.
“Bene che alcune regole siano state messe nero su bianco dall’Authority, ma si poteva fare di più. Sul credito residuo, ad esempio, le compagnie dovrebbero mettere a disposizioni degli utenti tutte le opzioni elencate, dall’sms alle app, così da dare un’ampia gamma di scelta ai clienti. Rispetto alla cadenza di fatturazione non inferiore ai 28 giorni per la telefonia mobile, si tratta di una mera ratifica di quanto già deciso dalle compagnie”.

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Bach e La Stagione Armonica, diretta dal Maestro Sergio Balestracci

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

padovaPadova giovedì 30 marzo 2017, alle ore 20.30, presso la Chiesa degli Eremitani, Piazza Eremitani, 9 a cura de La Stagione Armonica, diretta dal Maestro Sergio Balestracci per l celebrazioni per il V centenario dell’affissione delle novantacinque Tesi di Lutero ed intende valorizzare i risvolti liturgico-musicali determinati dalla Riforma protestante.
Il Concerto Solenne costituisce il momento centrale e saliente del Progetto Wittenberg: per il V centenario della Riforma protestante, un ampio programma che si propone di gettare un ponte interconfessionale, improntato al dialogo interreligioso, per un’estesa e originale iniziativa di riconciliazione tra Chiesa cattolica e Chiese riformate, nel solco del magistero di Papa Bergoglio e raccogliendo le sensibilità provenienti dalle Chiese protestanti.
La sera del giovedì 30 marzo 2017 La Stagione Armonica, le magnifiche voci del soprano Valentina Coladonato, del contralto Andrea Arrivabene, del tenore Mirko Guadagnini e del baritono Sergio Foresti, con il Coro e l’Orchestra della Stagione Armonica, sotto la direzione di Sergio Balestracci eseguirà la Cantata “Ich hatte viel Bekümmernis” BWV 21 e il Magnificat in re maggiore BWV 243 di Johann Sebastian Bach.
Mirando alla finalità, filologicamente fondata, di restituire le atmosfere e tonalità musicali del tempo di Bach, saranno utilizzati strumenti copie di quelli originali dell’epoca del grande compositore.La scelta di queste due famose composizioni del grande musicista tedesco è dettata dall’intento di individuare pagine musicali al tempo stesso significative della sensibilità luterana e importanti rispetto ad una visione ecumenica cristiana, quale il nostro tempo richiede. La cantata BWV 21 appartiene al periodo di Weimar (1708-1717) e fu eseguita in quella città la terza domenica dopo la Trinità del 1714, il 17 giugno. Con ineguagliabile efficacia l’autore rappresenta l’afflizione dell’anima, per la quale già nel primo coro si profilano le consolazioni divine che nella seconda parte, nel dialogo tra Cristo e l’anima porteranno al misero mortale la dolcezza della grazia: il soliloquio smarrito dell’anima disperata si scioglie lentamente nella parola divina di salvazione che sgorga spontanea dal profondo della coscienza. Dolori e pianti svaniscono, i gemiti divengono grida di giubilo, la creatura abbandonata trova infine il conforto e la gioia celeste; la lode di Dio chiude la cantata con il coro Das Lam, das erwürget ist, scintillante compimento finale del disegno divino. La seconda versione del Magnificat, in latino, risalente agli anni 1728-1731, appartiene al fecondo periodo di Lipsia, dove questo cantico era in uso sia in tedesco che in latino. Entrato nell’uso romano fin dai tempi di San Benedetto, il Magnificat era stato accolto con favore dalla chiesa luterana e in questo programma funge da brano di chiusura in un aperto auspicio di riconciliazione. Anche in quest’opera gli episodi pieni condotti da orchestra e coro a cinque voci, si alternano con arie solistiche con strumenti obbligati o con il solo basso continuo, in un crescendo che culmina naturalmente con il Gloria Patri.L’iniziativa ha raccolto l’adesione di una vasta e qualificata rete di soggetti istituzionale e culturali, quali l’Università degli Studi di Padova, la Facoltà Teologica del Triveneto, la Chiesa Luterana di Venezia e Abano, il Goethe Institut e l’Istituto di Cultura Italo-Tedesco.L’evento, i cui proventi saranno devoluti interamente in beneficenza dalla Rotary Foundation per l’eradicazione della poliomielite, è stato ideato, promosso ed organizzato dall’Accademia Galileiana e il Rotary Club di Padova, assieme ai Rotary Club della provincia padovana ed al Rotary Distretto 2060.I biglietti sono in vendita, al costo di 10 euro.

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Terza edizione del seminario Per una manifattura di qualità

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

Duomo_e_Battistero_di_ParmaParma Mercoledì 29 marzo, dalle ore 16 alle ore 18, nell’Aula K8 del nuovo Polo Didattico di via Kennedy, si terrà la terza edizione del seminario Per una manifattura di qualità – Investimenti in conoscenza, apertura al mondo, legami col territorio, organizzato dalla Cattedra Jean Monnet in Economia Industriale Europea dell’Università di Parma.
Dopo i saluti del Pro Rettore vicario Giovanni Franceschini e di Luca Di Nella, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, Franco Mosconi, titolare della Cattedra Jean Monnet dell’Università di Parma, dialogherà con Paolo Barilla (Vice Presidente Barilla S.p.A.), Alessandro Chiesi (Region Europe Head Gruppo Chiesi) e Giampaolo Dallara (Presidente Dallara Automobili).
L’iniziativa costituisce il terzo atto della riflessione sulla “Manifattura di qualità” avviata dalla Cattedra Jean Monnet nel marzo 2015 quando, alla presenza del Rettore Loris Borghi, parteciparono Luca Barilla, Andrea Chiesi e Andrea Pontremoli; nel marzo 2016, sempre alla presenza del Rettore, intervennero Guido Barilla, Alberto Chiesi e Giampaolo Dallara.

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London property – getting on the ladder

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

london propertyOver several decades, London has established itself firmly as a global city to rival any other. Reflecting this, London property has also become one of the go to places for investors from across the world. 2016 alone saw £4.6 billion worth of investment from Asia into the London property market according to Savills1, while Q3 2016 saw £685 million worth of investment from the US2.Alongside investment in commercial property, interest in residential London property has also spiked across the globe. Fitzrovia, Belgravia, Mayfair – the names of these neighbourhoods are synonymous with elegance and class globally, and they are neighbourhoods where pockets are deep. Interest in being part of the luxury London brand has contributed to substantial growth in London property prices over the long-term, with the latest data showing 7.5% growth in the year to December 20173.While this investment is great for the city, and is actively changing the face of London with destinations on what were once the peripheries such as Canary Wharf and the Greenwich Peninsula becoming ever more important, it also means the market has become increasingly competitive.Whether investing in London to generate income, or simply to own and inhabit your own slice of the city, competing with investors in what has become a global market place can be challenging. As many of those new to the market have found, often a property has already sold by the time it appears in the estate agents window.
Once an investor has found the right property in the right location and at the right budget, a second challenge is to ensure the property is as good on the inside as it looks on the outside.Arriving in London from certain directions could leave you with the impression that you’re entering a hypermodern city – full of glass towers and new build apartments. While this is true to an extent, what also makes London great are the countless historical buildings and neighbourhoods that give the city such character.
Buying these properties and in these neighbourhoods can deliver an investor a property full of style and historical features, but it also means detailed surveys will need to be undertaken. Historical buildings bring with them their own unique challenges. Listed buildings for example, may bring with them certain obligations to maintain the property to certain standards, or within certain parameters. Further to this, investors will need to consider any local planning restrictions or listings which may impact future plans for the property.On the other side of the equation, investors should also remember that London is an incredibly dynamic and fluid city, with a skyline that is constantly growing. Investors need to consider the impact of potential future developments upon their property. Will the view of the river that can be enjoyed today, be a view of the back of another tower tomorrow? While it’s hard to keep track, recent reports suggest in excess of 400 skyscrapers are currently being planned across London4. Investors need to find out how many, if any, of these will be being constructed in their neighbourhood and consider how comfortable they are with that.
The Buying Agents, based in London, is an award winning property search and acquisition company covering London, the UK and popular destinations in Europe. It provides a personal one to one service to home buyers and investors, active in the prime property market for nearly 15 years with a focus on London but also covering other exclusive parts of the UK, France and Monaco. With a wide range of properties available (which you won’t find in the estate agent windows), The Buying Agents offers a full, bespoke service, taking investors from initial searches, to managing the move, exchanging contracts and opening the door to London property. (photo: london property)

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Elezione nuovo Ministro Provinciale di Sicilia

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

gaspare la barberaIl Capitolo Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Sicilia, riunito dal 20 al 25 marzo 2017 presso l’Oasi Francesca di Pergusa (EN), ha eletto oggi
nuovo Ministro Provinciale fra GASPARE LA BARBERA, di anni 64, nato a Palermo, da 6 anni Guardiano della Comunità Francescana di Evangelizzazione di Montevago (AG) e già Ministro Provinciale dal 2001 al 2009.Oggi i frati siciliani sono 62 con 13 conventi di cui 8 sono parrocchie,11 giovani in formazione, 5 frati a Roma a servizio dell’Ordine e della
Segreteria di Stato della Città del Vaticano, 2 Case di Spiritualità, 1 Casa per Anziani e la grande Biblioteca Francescana e l’Officina di Studi Medievali presso la Basilica di San Francesco d’Assisi in Palermo. Lo spirito missionario di alcuni frati siciliani partiti per il Messico nel 1977, in questi 40 anni, ha prodotto la nascita di una nuova Provincia Religiosa con 62 frati messicani, 11 conventi e 45 giovani in formazione. (foto: gaspare la barbera)

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Madrid: racconto del design italiano

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

madridMadrid 29 marzo 2017 Calle Mayor, 86 Istituto Italiano di Cultura presenta Milano Design Film Festival en colaboración y con el apoyo del Instituto Italiano de Cultura de Madrid presenta una selección de ocho títulos dedicados a la narración del design italiano. La selección presenta una panorámica de las producciones cinematográficas más recientes, junto con tres “intervenciones” no tan actuales, de los más interesantes directores de cine italiano de género. El Made in Italy debe su notoriedad al especial connubio entre el hacer artesanal y el hacer industrial propio de la totalidad de la calidad del diseño y de las realizaciones, en los diferentes campos de producción. Un planteamiento que, desde siempre, preserva el toque “humano” y que ha unido la creatividad de los más reconocidos maestros italianos e internacionales del pasado con la audacia visionaria de las empresas italianas. Una actitud heredada también por las nuevas generaciones, que siguen recogiendo los aspectos más inmateriales del proyecto para transmitirlos en la vida cotidiana. Y en el mundo.
EN Milano Design Film Festival in collaboration with and supported by the
Italian Institute of Culture in Madrid presents a selection of eight films dedicated
to Italian design. The choice includes several most recent movie productions
together with three older « cameos », filmed by some of the most interesting Italian
directors of this category. Made in Italy is known for the special bond between
manufacture and industry that can be seen in the quality of the drawings and
in the creations, in the different production fields. The « human » touch has always
been maintained and the creativity of the most famous Italian and International
masters of the past has been united to the visionary initiative of the Italian
companies. The new generations have inherited this attitude that collects the
most immaterial aspects of the project and transfers them into everyday life
and into the world.

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L’Europa che vorremmo e quella che è

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

europa comunitaria2A poche ore dalla ricorrenza dei trattati di Roma è davvero impietosa la fotografia attuale dell’Unione Europa. La verità infatti – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – è che siamo davvero molto distanti dal progetto di Altiero Spinelli.
La U.E. di oggi è un insieme di interessi particolari che non hanno fatto altro che allontanare la possibilità di una cultura e di un mondo comune nel quale sentirsi a casa pur stando fuori dai propri confini tradizionali.
Tra le categorie maggiormente ingannate dal sogno europeo ci sono senza dubbio gli agricoltori. A loro è stato infatti promesso un mondo fatto di tutela ambientale, di biodiversità e di dignità per chi si occupa di fare il lavoro più importante del mondo: sfamare il pianeta. La direzione presa fino ad ora è però quella opposta e a testimoniarlo in modo chiaro c’è una Pac creata appositamente per sfamare gli interessi delle multinazionali e penalizzare i bisogni delle PMI agricole.
Nonostante tutto questo però – conclude Tiso – come Confeuro abbiamo sempre creduto nel progetto europeo e sappiamo che oggi più che mai è importante lavorare assiduamente per rilanciare il sogno europeo e per non lasciare spazio a chi, giocando con la pancia del Paese, vorrebbe rinchiudersi nel proprio recinto.

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Progetto “Safe Health and Water Management” a Torino

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

torino5gTorino Lunedì 27 marzo una delegazione libanese sarà a Palazzo Cisterna nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale “Safe Health and Water Management – Libano”. Il progetto, di cui la Città metropolitana di Torino è capofila, è volto a realizzare interventi di miglioramento nell’uso e distribuzione dell’acqua per il consumo umano e agricolo nei territori maggiormente colpiti dall’emergenza profughi provenienti dalla Siria (quasi il 30% del totale della popolazione libanese). L’iniziativa è finanziata con il fondo per la cooperazione internazionale dell’Autorità d’ambito torinese ATO3 e cofinanziata dai partner italiani e libanesi: il Comune di Torino, il Coordinamento Comuni per la pace Co.Co.Pa., l’United Nations Development Programme e supportato dal Ministro degli Affari sociali Libano.. È il proseguimento di un intervento di cooperazione analogo realizzato nel 2005 nel sud del Libano con il coinvolgimento degli stessi partner territoriali.
Lunedì a partire dalle 9 la sindaca metropolitana Chiara Appendino riceverà la delegazione nella sala Consiglieri di Palazzo Cisterna e farà gli onori di casa insieme a Fadi El Assaad, capodelelegazione libanese e presidente dell’Unione delle otto municipalità coinvolte nel progetto.La zona individuata per le azioni del progetto Safe Health and Water Management è l’area di Wadi Khaled nel nord del Libano, composta da 8 comuni raggruppati nell’Unione dei Comuni di Wadi Khaled dove l’afflusso massiccio di profughi dalla Siria ha aumentato il numero dei residenti nella zona e aggravando la già precaria situazione idrica della zona.

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Convegno nazionale “Immunoterapia nei tumori del polmone e dell’urotelio, a che punto siamo?”

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

tumore polmoneRoma, 27 marzo, ore 13 Hotel NH Collection Vittorio Veneto (Corso d’Italia 1) convegno nazionale “Immunoterapia nei tumori del polmone e dell’urotelio, a che punto siamo?”
In sede congressuale è prevista la conferenza stampa a cui parteciperanno il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM, il prof. Mauro Truini, presidente SIAPEC-IAP (Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica), il prof. Paolo Marchetti, direttore dell’Oncologia Medica all’Ospedale Sant’Andrea di Roma, e la prof.ssa Licia Rivoltini, Direttore del Dipartimento Tumori Umani all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
in Italia vivono quasi 87.800 persone dopo il tumore del polmone e 253.850 dopo quello della vescica. Si tratta di due delle neoplasie più frequenti (rispettivamente la terza e la quinta), che fino a poco tempo fa non presentavano reali alternative terapeutiche se diagnosticate in fase avanzata. Oggi, dopo più di 20 anni senza significative novità, l’immuno-oncologia, che ha già evidenziando risultati importanti nel melanoma, sta modificando lo standard del trattamento anche in questi tumori. E questo nuovo approccio entra nella sua seconda “era”.

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Nutrizione preventiva nel Lazio

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

regione-lazioRoma lunedì 27 marzo, dalle 9 alle 13, presso la sede della regione in via della Pisana a Roma, un convegno con i massimi esperti del settore.
L’obiettivo è creare una rete che metta in comunicazione la grande distribuzione, la ristorazione collettiva, farmacie, istituzioni, fino ad arrivare al singolo cittadino, per meglio veicolare i principi basilari di educazione alimentare. Questo, alla luce del recente accordo siglato da Governo e Regioni sul documento “Valutazione delle criticità nazionali in ambito nutrizionale e strategie d’intervento 2016-2019”. Un testo che riconosce per la prima volta un ruolo operativo fondamentale in ogni Asl del Paese.
La Regione Lazio, anche attraverso l’azione del Presidente della commissione Politiche sociali e Salute, Rodolfo Lena, ha promosso e sostenuto il progetto “Okkio alla Ristorazione”, che è stato la base di partenza del documento sottoscritto dalla Stato-Regioni. Questo progetto, approvato dal ministero della Salute attraverso il Centro Controllo Malattie, è stato avviato nel novembre 2012 in sei regioni (Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Sicilia, Veneto), sviluppando una fattiva collaborazione tra 56 Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) e circa 200 Aziende di ristorazione collettiva (che producono in Italia circa due miliardi di pasti l’anno) per promuovere ed implementare la diffusione e conoscenza di corrette informazioni nutrizionali tra gli operatori e l’adozione di adeguati stili alimentari da parte di tutti gli utenti.
Il convegno di lunedì prossimo intende muovere ulteriori passi avanti, offrendo sia una panoramica degli studi più attuali in tema di educazione alimentare, sia idee concrete per promuovere campagne mirate a un maggior consumo di frutta e verdura e a una sensibile riduzione del sale negli alimenti cucinati.
“Poco sale, ma iodato”, sarà uno degli slogan usati dal dottor Giuseppe Ugolini (Asl Roma 2), che tratterà nello specifico il tema della iodoprofilassi e dei “pasti sicuri” fuori casa per le persone affette da Celiachia. I lavori saranno introdotti dal professor Francesco Riva, Presidente dell’associazione Educazione Alimentare, e aperti dallo stesso Lena. Gli interventi previsti nel corso della mattinata saranno moderati dal professor Antonino De Lorenzo, dell’Università degli Studi di Tor Vergata.
Il convegno si chiuderà con una tavola rotonda sulle reti di collaborazione integrata che si stanno sviluppando attualmente nel Lazio, mentre le conclusioni saranno affidate alla direzione regionale Salute e Politiche sociali – Area Prevenzione e Promozione della Salute.

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Ruggero Cappuccio alla Federico II parla di Drammaturgia e Vita

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

Università di Napoli “Federico II”JPGNapoli lunedì 27 marzo alle 16 nell’Aula Magna Piovani del Dipartimento di Lettere dell’Ateneo, in via Porta di Massa, Ruggero Cappuccio terrà un incontro con studenti e docenti nel quale discuterà del suo articolato percorso di uomo di teatro e del ruolo di Direttore del Napoli Teatro Festival.
All’incontro, curato e moderato da Mariano d’Amora (docente di Drammaturgia Teatrale), interverranno il Prorettore della Federico II Arturo De Vivo, Giancarlo Alfano (coordinatore corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo), ed Ettore Massarese (docente di Discipline dello Spettacolo Teatrale).
Mercoledì 29 marzo sarà la volta di James Rushbrooke che interverrà sul tema ‘Fin dove è lecito spingere la ricerca?’. L’appuntamento è alle 16 nell’Aula Magna Piovani.
Gli incontri si svolgono nell’ambito delle attività del nuovo corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria.

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Teatro: “Non ti fissare. Tu chiamale se vuoi ossessioni”

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

non ti fissareRoma fino al 2 aprile 2017 Teatro Trastevere via Jacopa de’ Settesoli, 3 martedì-sabato h 21.00, domenica h 17.30 la compagnia “Come risolvere in 2”, dopo i successi di “Cuori Monolocali”, “Sessolosé” e “Appese a un filo”, torna in scena con “Non ti fissare. Tu chiamale se vuoi ossessioni”, esilarante spettacolo sulle compulsioni, manie e stranezze che più o meno consapevolmente riguardano ognuno di noi.
Protagonisti di questa originale ed irriverente commedia ambientata in un’area di sosta di una non identificata autostrada, il consolidato ed affiatato gruppo formato da Alessandro Di Somma, Maria Antonia Fama, Ermenegildo Marciante e i nuovi interpreti Lidia Miceli e Francesco Bonaccorso. Un cast di bravissimi attori diretti dalla giovane regista Velia Viti, coadiuvata alle scene da Paolo Carbone scenografo tra i più apprezzati del panorama romano (vincitore del Premio Cerami 2015), portano in scena con sottile umorismo l’universo irrazionale e tragicomico delle ossessioni.
Debolezze imbarazzanti, strane fissazioni e segreti inconfessabili: amici immaginari, gesti scaramantici, l’ossessione per il lavoro, per il sesso o per i social network, il terrore della solitudine o quello di ammalarsi.
Frizzante ed ironico “Non ti fissare. Tu chiamale se vuoi ossessioni” strizza l’occhio alle commedie inglesi di Nick Hornby e alle atmosfere surreali della comedy americana, brillantemente scritto a quattro mani dal collaudato duo Maria Antonia Fama e Lorenzo Misuraca, due giovani autori che in questo nuovo allestimento si divertono a mettere in luce i lati più nascosti della nostra generazione.
In scena un autista ipocondriaco, una donna sola, un erotomane, una workaholic, un iperconnesso. Una meta da raggiungere. Un guasto da riparare. Cinque personaggi costretti a condividere una lunga notte nel bel mezzo del nulla. Ognuno reagirà in maniera diversa all’imprevisto, ma l’incontro tra cinque menti stra-ordinarie darà vita a situazioni altrettanto inaspettate, dai risvolti esilaranti, in un mix tragicomico sempre pronto ad esplodere.
Paure, ansie, paranoie, paturnie, ossessioni, compulsioni, fisse, manie, fobie, ognuno ha le sue “Non ti fissare” le porta in scena con ironia pungente, sarcasmo e un pizzico di sentimento per sdrammatizzarle, riconoscerle e riderci su. (foto: non ti fissare)

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La Vitamina D è fondamentale per la salute scheletrica

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

vitamina-DMa sembra avere un ruolo importante anche in patologie extrascheletriche quali malattie cardiovascolari, diabete mellito e cancro. Ipotesi che in prima battuta è sostenuta da svariati studi scientifici che rilevano una associazione tra condizione di carenza di vitamina D e patologie croniche extrascheletriche, ma che andrebbe approfondita avviando su larga scala trial in doppio cieco coinvolgendo sia pazienti con ipovitaminosi D che pazienti con un adeguato stato vitaminico. Il dibattito sul tema è stato aperto al World Congress On Osteoporosis, Osteoarthritis And Musculoskeletal Diseases (WCO-IOF-ESCEO) in corso a Firenze (23 – 26 Marzo).La vitamina D, ormone che il corpo umano sintetizza quotidianamente attraverso la pelle grazie all’esposizione solare, è, insieme al calcio e alle proteine, uno dei tre fattori che aiutano a preservare la massa ossea. Nello specifico la Vitamina D consente l’ottimizzazione della disponibilità di calcio e la stimolazione diretta del tessuto muscolare indispensabile per prevenire il rischio di cadute e fratture, un’eventualità che diventa più concreta con l’avanzare dell’età.
“Generalmente per garantirsi la quantità giusta di vitamina D basterebbe esporre al sole testa, braccia e gambe tre volte alla settimana, il 70% della popolazione italiana però ne è carente. – spiega Maria Luisa Brandi, Professore di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo Università degli studi di Firenze – Nei casi, quindi, come ad esempio negli over 65 la cui cute è meno ‘recettiva’ rispetto a quella di un giovane, in cui non si riesca quindi ad assumerne la quantità necessaria attraverso le vie naturali, mettendo a rischio la salute delle ossa, il medico può suggerire la supplementazione di Vitamina D”.
Negli ultimi anni, la scoperta che molti tessuti e cellule del sistema immunitario presentano il recettore per la vitamina D (Vitamin D Receptor, VDR) ha aperto nuovi orizzonti sulle molteplici funzioni di questo ormone. L’analisi della letteratura scientifica sembra confermare che un adeguato stato vitaminico D non è importante solo per la prevenzione di fratture e patologie ossee come l’osteoporosi ma potrebbe influenzare positivamente l’incidenza di patologia croniche extrascheletriche come vari tipi di tumore, diabete, malattie cardiovascolari e autoimmuni.“Dall’analisi della letteratura scientifica sono emersi dati estremamente interessanti sul ruolo della carenza di vitamina D nello sviluppo e nella prognosi di alcune neoplasie – dichiara il Professor Francesco Bertoldo, Responsabile della Struttura Funzionale Malattie del Metabolismo Scheletrico e Minerale – dell’Università degli Studi di Verona – In primo luogo alcuni studi dimostrano come la vitamina D giochi un ruolo importante nella regolazione della crescita delle cellule tumorali e nel modulare il controllo del sistema immunitario sul il cancro. In secondo luogo, i dati epidemiologici in nostro possesso hanno dimostrato un aumento della prevalenza di diversi tipi di cancro – seno, prostata e colon – nelle aree settentrionali dell’emisfero – continua Bertoldo – Dato che ci suggerisce un legame tra la quantità di esposizione ai raggi UV e, di conseguenza, la sintesi attraverso l’epidermide della Vitamina D. Infine è emerso che tra i pazienti oncologici vi è un’elevata prevalenza di bassi livelli di Vitamina D”.Un numero sempre maggiore di pubblicazioni rivela inoltre che la carenza di vitamina D sia correlata anche d un aumento del rischio di patologie cardiovascolari. Le osservazioni che sia la pressione arteriosa sistolica sia diastolica (PAS e PAD, rispettivamente) aumentino con la distanza dall’equatore e che alcuni eventi come il numero di ricoveri ospedalieri aumentino in alcune stagioni, suggeriscono che la vitamina D potrebbe svolgere un ruolo nel modulare sia la salute che la mortalità cardiovascolare.
“Allo stato attuale le evidenze che legano la vitamina D alla salute cardiovascolare sono numerose sebbene limitate a studi meccanicistici – precisa la Professoressa Brandi – Anche per quanto riguarda la sua applicazione oncologica, nonostante vi sia un’elevata prevalenza di carenza di Vitamina D nei pazienti affetti da cancro, è necessario fare degli approfondimenti. Sarebbe pertanto assolutamente auspicabile che le evidenze e le esperienze della supplementazione di Vitamina D nelle aree cardiovascolare e oncologica potessero essere confermate da studi su larga scala idealmente tra individui a rischio di ipovitaminosi D”.

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Monsignor Dario Edoardo Viganò: Papa Francesco non è un esperto di marketing, ma un uomo di popolo radicato in Cristo

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

papa francesco“Al Festival Internazionale della Creatività nel Management Pastorale il prefetto della Segreteria per la Comunicazione del Vaticano illustra i pilastri della riforma: “Multimedialità, progettualità, apostolicità”. Quella che stiamo facendo per i media vaticani non è la riforma di Papa Francesco: è un progetto che va avanti da decenni e che finalmente arriva a compimento”: si apre con Monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione del Vaticano la seconda giornata del Festival Internazionale della Creatività nel Management Pastorale, la tre giorni di conferenze, dibattiti, eventi di formazione alla Pontificia Università Lateranense; da tutto il mondo sono giunti alla Pul ricercatori, preti, religiosi, fedeli laici per cercare di rispondere alla domanda: “Quale Chiesa fra vent’anni?”
Per Monsignor Viganò, la domanda ha a che fare innanzitutto col servizio che gli è stato affidato: “Non si può progettare come sarà la Chiesa fra vent’anni e poi chiedere a Dio di realizzarla per noi. Noi dobbiamo porci in posizione di ascolto e capire: verso dove sta andando lo Spirito? Che direzione ha? Cosa sta già realizzando? Proprio per questo l’idea che abbiamo è quella di rinnovare la relazione fra Vaticano e tecnologia, c’è tanto lavoro da fare nella comunicazione della Chiesa: pensiamo ai social”, ha continuato Viganò: “La Chiesa è lì dove sono gli uomini e le donne e dunque noi siamo naturalmente lì: ma a fare cosa? A favorire, a partire da quella dimensione, l’incontro reale fra le persone”.
In questo, ha spiegato Viganò, il primo vero testimone è Papa Francesco: “Chi continua a pensare che il Pontefice sia un buon venditore, un esperto di marketing, sbaglia; papa Francesco comunica così perché è un uomo radicato in Cristo, un uomo fedele; un uomo di popolo che sa stare con le persone: il Papa sente molto, fa quel che sente ed è proprio questo, a volte, a mettere in crisi le organizzazioni e le agende, come quando si fermò a pregare in maniera vaticanoimprevista sul muro di Betlemme. Mi ricordo di quando Dario Fo, che certo non era un chierichetto, lo difese e gli tributò la sua stima proprio “contro” coloro che descrivevano il Pontefice come uno stratega della Comunicazione: ed è proprio perché Francesco è così radicato nell’esperienza di Dio che non ha paura dei cambiamenti, perché è libero da quella frase mortifera che è “si è sempre fatto così”. Questa è una patologia, è l’esperienza di chi si sente fragile, di chi ha paura di cambiare perché sa che il cambiamento mette in gioco sé stessi”.Da questa fedeltà derivano quelli che monsignor Dario Viganò ha definito “atti trasformativi”: il primo è stato al momento dell’elezione del Pontefice argentino: “Il Papa è creativo perché la creatività è la capacità di trovare strade inedite, fino a quel momento non previste né prevedibili. Quando è stato eletto il Papa ha fatto tutto ciò che era ritualmente previsto, tradizionalmente accettato e verosimilmente atteso: si è affacciato alla finestra, c’era il drappo rosso, c’è stato il tempo dell’attesa. Poi, ha chiesto che i fedeli benedissero il proprio vescovo nella preghiera: ecco l’elemento creativo, di novità, che ha dato un senso nuovo all’intera esperienza”.
Come trasformare dunque, in questo spirito, l’assetto della struttura di comunicazione del Vaticano? “Tre sono i pilastri” che sta seguendo monsignor Viganò: “Alla base di tutto c’è la trasparenza finanziaria. Poi, primo: multimedialità: da molti media a multi-media; noi abbiamo risorse e strumenti che vanno ripensati: ad oggi col digitale è possibile fondere le forme tradizionali, le radio, le tv, i giornali; secondo, la progettualità: prima si lavorava per silos verticali, ora noi puntiamo ad integrare i servizi non con una logica verticistica ma strutturandoli attorno a funzionalità e obiettivi; terzo e più importante, il criterio dell’apostolicità: un’informazione vaticana che sia vicino a dove ci sono le ferite, le povertà, gli umili e gli ultimi, alla ricerca di soluzioni nuove e adeguate”.www.festivalpastoralecreativa.com

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Stati Uniti d’Europa: La cicala e la formica

Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2017

cicalaItaliani distesi su un triclinio a bere Falerno, circondati da leggiadre danzatrici o danzatori? Non e’ così come non è vero che il presidente dell’Eurogruppo, Jerome Dijsselbloem, abbia detto che i Paesi del sud Europa spendono in donne e alcol. Notizia totalmente manipolata, a confermare che i quotidiani servono a vedere che giorno è, e i telegiornali a sentire le previsioni meteo; ci aggiungiamo la rete sociale (social network) che ha un notevole numero di webeti. La frase esatta di Dijsselbloem, in un’ intervista ad un giornale, a proposito di bilanci pubblici e’ stata “Io non posso spendere tutti i miei soldi in alcool e donne e poi chiedere aiuto a lei. Questo principio vale a livello personale, locale, nazionale ed anche a livello europeo”. Non e’ certo un’espressione raffinata ma il senso è chiaro: alcuni Paesi da una parte chiedono soldi dall’altra li sperperano. L’Italia ha un debito pubblico di 2.388 miliardi di euro, vale a dire che ognuno di noi ha sulle spalle un debito di 38 mila euro; far debito significa dover pagare interessi che, negli ultimi dieci anni, sono arrivati a 760 miliardi di euro. Una montagna di soldi! Chi ci ha evitato il tracollo? La BCE, cioe’ la Banca centrale europea, che con una serie di operazioni (piano anti spread, quantitative easing) ha tagliato gli interessi sul nostro debito. A queste operazioni europee di alleggerimento del nostro debito, dovrebbero corrispondere iniziative del nostro Paese: recupero dell’evasione da una parte e razionalizzazione della spesa dall’altra. Ricordiamo che l’evasione fiscale e’ stata di 352 miliardi dal 2010 al 2014, con un picco di 217 miliardi nel 2013-2014, vale a dire 108 miliardi l’anno e che l’evasione previdenziale (pensioni) e’ stata di 157 miliardi in 15 anni, cioe’ 10 miliardi l’anno; questo e’ un settore sul quale il Governo Formicadovrebbe intervenire con la massima urgenza; l’altro e’ quello della razionalizzazione della spesa pubblica (spending review); un esempio di questa attività riguarda le 7.181 società partecipate da Stato, Regioni e Comuni, delle quali 1.279 hanno più amministratori che dipendenti e 1.800 hanno un fatturato al di sotto del milione di euro. Cottarelli, ex commissario alla spending review, affermava che dalla riduzione e ottimizzazione delle partecipate si otterrebbero 2-3 miliardi di euro. Esempi ce ne sono in abbondanza e, se vogliamo far riferimento al Comune di Roma, potremmo prendere in considerazione l’Atac (azienda dei trasporti romani) che ha un debito di 1,35 miliardi di euro e offre un servizio del tutto insufficiente. Si potrebbe liberalizzare, cioe’ mettere in concorrenza l’attività di trasporto pubblico con una gara europea, ma la sindaca Raggi ha dichiarato che l’Atac è il fiore all’occhiello di Roma. Se si vuole continuare a “banchettare” non ci si può lamentare di chi ci bacchetta. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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