Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 29 luglio 2020

Sul territorio pochi farmaci per arginare il Covid-19

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

I medici di famiglia denunciano: non abbiamo armi per curare a casa i pazienti Covid, ma in vista dell’autunno e della possibile ripresa dell’epidemia è indispensabile che possiamo prescrivere farmaci idonei. Le regioni ora vengono loro dietro. In particolare, sull’idrossiclorochina il coordinatore degli assessori alla salute Luigi Icardi ha chiesto al presidente dell’Agenzia del farmaco Domenico Mantoan di rivedere qualcosa, dopo la retromarcia degli ultimi mesi. I risultati ottenuti sui pazienti in Piemonte dimostrano una certa efficacia, la richiesta è di attivare la nota 648 per la prescrizione off label ed un registro di monitoraggio. Che l’esperienza dei medici di famiglia con il Plaquenil non sia del tutto da rivedere lo conferma Roberto Venesia responsabile area farmaco Fimmg, torinese, che chiede per i mmg più poteri prescrittivi e da “pubblico ufficiale” nel garantire un’efficace quarantena di pazienti positivi o sospetti.Partiamo dalle terapie, prima di impostarle è necessario individuare l’infezione da coronavirus. «Il sintomo “maggiore” indicativo è la febbre persistente sopra 37,5° accompagnata o meno da disgeusia; secondo il protocollo attivato in Piemonte, nel giovane senza fattori di rischio si usano tachipirina e medicinali periferici per il controllo della tosse. Ma nel paziente “borderline”, sopra i 50 anni, se i sintomi persistono dopo tre giorni occorre evitare un possibile peggioramento. Ad aprile, a Torino, abbiamo messo a punto con l’ospedale Amedeo di Savoia e con il gruppo dell’Università guidato dal professor Giovanni Di Perri un protocollo che prevede dopo 3 giorni di sintomi, uno maggiore (febbre) e due tre minori (dolori articolari, tosse) l’uso di eparine a basso peso molecolare, che come anti-trombotico noi medici di famiglia possiamo prescrivere in-label, e di idrossiclorochina, prescrivibile invece off-label, nonché eventuale utilizzo di antibiotici. Con l’idrossiclorochina, antimalarico -ammette Venesia- se somministrata per tempo avevamo osservato risultati positivi, ma dopo una serie di esiti dubbi su numeri ampi uno studio su Lancet lo ha ridimensionato e l’indicazione non è stata ripresa da Organizzazione mondiale della sanità e dall’Aifa. Va detto che lo studio, ritrattato da 3 autori, si riferiva per lo più a pazienti con malattia avanzata, in una fase in cui l’azione antivirale è meno efficace. Per capire meglio aspettiamo esiti di studi randomizzati. Un successivo gruppo di lavoro Fimmg nel disegnare un modello di gestione territoriale per tutta Italia ha “attenzionato” degli antivirali (lopinavir, darunavir) con letteratura promettente che però richiedono ricetta specialistica di infettivologo o pneumologo». In sintesi, al momento, il medico di famiglia al di là degli anticoagulanti non ha armi. «Nell’eventualità di una ripresa pandemica, come si è proceduto al distanziamento, all’acquisto di DPI, alla prova della febbre a distanza, per evitare un secondo lock-down si deve armare la medicina generale, remunerando ore in più di personale di studio per tenere gli studi aperti più a lungo, aiutandola ad investire in misure di sanificazione e sicurezza e soprattutto mettendola in condizione di prescrivere farmaci sulla base di protocolli validati a livello nazionale. In Fimmg – aggiunge Venesia – valutiamo di metterci a disposizione in vista della riapertura delle scuole per praticare i test sierologici al personale». Un lavoro che spetta a una medicina generale “ritrovata” più che alle Usca. «Le unità territoriali sono nate per gestire l’emergenza a casa del paziente sintomatico ma erroneamente qualche Asl sembra vederle come strumento per ridisegnare la continuità assistenziale (per inciso, i colleghi prendono 40 euro l’ora contro 25 del medico di guardia, il che può scoraggiare molti aspiranti mmg)».Oltre che per le scuole, ricorda il segretario Fimmg piemontese, i medici di famiglia sono disponibili a creare una rete di “sentinelle” del virus atte ad individuare e circoscrivere i focolai. «Questa rete c’è in Puglia e Piemonte, da noi c’è pure l’assistenza domiciliare codificata ai pazienti Covid nell’accordo integrativo firmato di recente. Ora sarebbe opportuno un passo ulteriore, “sovra-regionale”, una modifica di legge. Al medico di famiglia si dia il ruolo di pubblico ufficiale quando pone in isolamento i pazienti Covid ed i contatti stretti. Oggi per attestare che il contatto di un paziente Covid-19 non deve andare al lavoro pur se asintomatico c’è bisogno della comunicazione del Servizio di igiene e prevenzione dell’Asl che ha i suoi tempi; il mmg potrebbe accorciare i passaggi burocratici ma per legge non può dichiarare in malattia un assistito che malato non è; sarebbe bene poter disporre dei poteri del Sisp, e porre in isolamento l’assistito e che per le violazioni scattassero in tutta Italia le sanzioni penali». By Mauro Miserendino fonte: Doctor33)

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Operazione Vanilla Notes: da Assoholding

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

E’ un’idea innovativa per una veloce iniezione di liquidità alle Imprese. Si chiama Vanilla Notes (https://vanillanotes.it/), ed è l’innovativa operazione, incentivata dal Decreto “Cura Italia”, ideata e promossa da Assoholding – l’Associazione che rappresenta le holding di partecipazione presieduta da Gaetano De Vito –, in collaborazione con Cerved e Studio De Vito, e presentata in diretta nel talk “Operazione Vanilla Notes: art. 55 D.L. n.18/2020 e cartolarizzazione per iniezione di liquidità alle imprese”.Vanilla Notes non è un nome scelto a caso. Semplice come un gelato alla vaniglia è infatti l’operazione per l’utente finale, che si vedrà consegnare “chiavi in mano” le soluzioni espresse dallo strumento. Una specie di “magia” – l’ha definita il Presidente di Assoholding – che andrà a tutto vantaggio delle imprese, in linea con l’attività istituzionale dell’Associazione, tradizionalmente diretta a contrastare le pratiche di evasione fiscale, ma per contro anche ad offrire alle holding approfondimenti e studi sulle migliori opportunità e sui migliori strumenti a salvaguardia della economicità delle loro società. Una “alchimia finanziaria” invece per Igor Dalle Molle, Ceo di Cerved, capace di far evolvere la ‘cartolarizzazione’ in un’attività flessibile, divisa, e vendibile, attraverso le note, appunto. L’operazione Vanilla Notes è quindi uno strumento strutturato, che si poggia saldamente su una norma esistente, l’art. 55 del Decreto “Cura Italia”, permettendo però di potenziarne gli effetti attraverso la messa a sistema di più attività: acquisizione di liquidità, fruizione del credito d’imposta, recupero del credito scaduto, fruizione di consulenza specifica da parte dei professionisti. Questi gli obiettivi di Vanilla Notes: ottenere liquidità immediata dalla cessione allo SPV dei crediti non incassati nei termini e/o incagliati; organizzare una vigorosa attività di recupero di questi crediti; ottenere il credito d’imposta previsto dal decreto “Cura Italia”; rendere possibile la deducibilità fiscale delle perdite sui crediti ceduti.Saranno i professionisti a selezionare tra la propria clientela i soggetti idonei a poter cogliere i vantaggi resi disponibili dall’operazione, attestando la ricorrenza di tutti i suoi presupposti, e ricevendo a tal fine specifico incarico da parte della società veicolo di cartolarizzazione (SPV). Assoholding, Cerved Master Services e Studio De Vito & Associati hanno già presentato l’iniziativa ad una serie di investitori, che hanno manifestato interesse ad investire liquidità immediata. Rimandando infatti al sito http://www.vanillanotes.it per gli aspetti squisitamente tecnici dell’Operazione, qui rileva sottolineare che quello che si propone Vanilla Notes – unire art. 55 e cartolarizzazione – permette di dare una risposta concreta e immediata all’esigenza attualmente più avvertita dal mondo imprenditoriale: l’iniezione di liquidità.

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Verso la chiusura della tendopoli di San Ferdinando

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

“I signori ospiti sono invitati ad individuare una nuova e diversa soluzione abitativa”. È questa la chiosa finale di uno striminzito messaggio che in questi giorni l’Amministrazione Comunale di San Ferdinando ha recapitato agli ospiti della tendopoli. Nella stessa comunicazione, l’ente locale annuncia che sono in corso le procedure di chiusura definitiva di quello spazio concentrazionario.Quando nel marzo del 2019 l’allora ministro degli interni Salvini aveva annunciato e realizzato a furor di telecamere lo sgombero della baraccopoli – lasciando peraltro le macerie del ghetto abbattuto incolte per mesi, con grave degrado dell’ecosistema urbano di San Ferdinando – eravamo stati pressoché i soli a denunciare la miopia politica di sostituire un ‘ghetto’ con un ‘campo’. Ci sembrava una scelta affatto lungimirante, dal momento che le istituzioni e la classe politica hanno il dovere di compiere decisioni coraggiose in grado di apportare trasformazioni sociali di lungo respiro.Confinare dei lavoratori – perché di questo si tratta nella maggior parte dei casi – in un campo, come fossero dei profughi appena arrivati in Italia, mostra tutto il fallimento delle politiche italiane in materia di sviluppo e migrazione. Come abbiamo più volte testimoniato, la maggioranza dei braccianti dispone delle risorse e della volontà di provvedere a una soluzione abitativa dignitosa al pari di ogni altra persona, contribuendo al pagamento di affitto e utenze. Abbiamo provato a stimolare le istituzioni locali – a partire da quella regionale – affinché fosse istituito un fondo di garanzia per ‘accompagnare’ i braccianti stranieri nell’inserimento abitativo diffuso e armonioso nella Piana di Gioia Tauro. Di questo percorso avrebbero beneficiato anzitutto i lavoratori, che spesso non riescono a trovare case in affitto anche per la diffidenza dei proprietari, e gli stessi abitanti italiani della Piana: non dimentichiamo che la provincia di Reggio Calabria è la seconda in Italia per vuoto abitativo, ovvero per patrimonio edilizio pubblico ma soprattutto privato non utilizzato.Invece la sordità delle istituzioni e della classe politica di tutti gli schieramenti e i livelli ha preferito perpetuare il modello ghetto, dove la presenza di braccianti estremamente necessari al tessuto economico locale – lo abbiamo visto soprattutto durante il lockdown, quando frutta e verdura marcivano incolte nei campi – è relegata ai margini della società, in spazi indegni di un essere umano dove d’inverno non c’è riscaldamento che tenga e i servizi igienici non possono soddisfare i bisogni dei numerosi ospiti. Ma soprattutto, la tendopoli è uno spazio che per sua natura nega ogni autonomia alle persone che vi abitano, ratificando ogni giorno che passa il loro statuto politico di non-persone.Siamo lieti che l’Amministrazione comunale, cui certo non possono essere addebitate scelte infauste che pertengono a Regione, Prefettura, Ministero degli Interni – si proponga il superamento definitivo della tendopoli, ma non con queste modalità, attraverso uno sgombero che sa di operazione di polizia, e senza che si sia provveduto a soluzioni alternative per i braccianti di San Ferdinando. Chi non riuscirà a trovare autonomamente una soluzione vivrà per strada? E anche se alcuni degli abitanti della tendopoli verranno inseriti in centri di prima o seconda accoglienza, è lecito trattarli come migranti appena sbarcati in Italia? Dov’è la discontinuità dell’attuale governo rispetto a quello a trazione leghista? È questa la tutela che lo Stato Italiano garantisce ai lavoratori del comparto agricolo? È inaccettabile scaricare sulla pelle di queste persone le mancanze e i fallimenti della classe dirigente, incapace negli anni di trovare una soluzione definitiva alla presenza migrante – stagionale e stanziale – nel territorio della Piana.Se le istituzioni pensano di approfittare della canicola di agosto per compiere sottotraccia questa codarda operazione e poi vantarsi di aver eliminato la vergogna della tendopoli, si sbagliano di grosso. Ci auguriamo che questo governo non compia le stesse operazioni-farsa che hanno visto protagonista l’ex ministro della ruspa. In ogni caso, vigileremo attentamente e attiveremo un’ampia mobilitazione per la difesa dei diritti dei braccianti della Piana.

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Making EU Trade Agreements work to the benefit of businesses and regions

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

EU trade agreements with third countries cover more than 70 markets over the world and offer new opportunities for EU companies, including SMEs. Almost 36 million jobs depend on EU exports, of which at least 6 million have been created directly by exporting SMEs. Europe, more than most other world regions, depends on access to foreign markets for its prosperity, and this trend will only increase further: 90% of world growth will be generated outside the EU by 2020.The growth opportunities opened with those trade agreements will not fully materialize without their full implementation. Despite recent noteworthy improvements in getting the benefits of trade agreements to our European businesses, the interplay between the relevant actors still needs to be further strengthened. Still too many European businesses are not aware of the EU trade agreements, and are not sufficiently well instructed how to use them in practice.Chambers of commerce and regional authorities are essential elements to improving implementation across the EU as they are closest to local businesses and able to provide information relevant to the regional characteristics.The workshop will be an opportunity to look into what hurdles are encountered in the member states, regions, and among the SME community in relation to implementation of FTAs and the challenges for a more effective implementation. In light of the announced focus of the upcoming Commission on improving implementation of trade agreements, the workshop will also look into the role that each level of government could play in that regard. After the presentation of the main findings of the CoR – EUROCHAMBRES survey on the implementation of FTAs and the EPRS analysis on Implementation of CETA, a panel debate will focus on the possible avenues for improving the uptake of existing EU trade agreements by SMEs in all EU member states and regions and thus for making trade and globalisation work as an engine for sustainable growth, employment and industrial renewal.

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Arriva al cinema “Siberia”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

E’ il nuovo film di Abel Ferrara con Willem Dafoe.Descriveil viaggio di un uomo nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione alla ricerca della sua vera natura una produzione Vivo film con Rai Cinema, maze pictures e Piano. Arriva al cinema, dal 20 agosto SIBERIA,alla 70. Berlinale, l’ultimo film di Abel Ferrara – una produzione Vivo film con Rai Cinema, maze pictures e Piano – che segna una nuova collaborazione tra il regista di Il cattivo tenente e Fratelli, da oltre quarant’anni tra le voci più originali e riconosciute del cinema contemporaneo, e Willem Dafoe, dopo New Rose Hotel, Go Go Tales, 4:44 Last Day on Earth, Pasolini, Tommaso. Un film onirico e coraggioso che è anche un’indagine profonda e pericolosa nell’inconscio del suo protagonista.
SIBERIA è un viaggio visionario che ci conduce nella vita di Clint, un uomo tormentato che si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci, nella speranza di ritrovare la serenità. Clint gestisce un piccolo locale, frequentato dai rari viaggiatori di passaggio e dai pochi abitanti della zona. Ma neanche in questo isolamento riesce a trovare pace. Una sera, con la sua slitta e i suoi cani, si mette in viaggio verso il mondo che un tempo conosceva, nel tentativo di affrontare se stesso. Un viaggio nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione, alla ricerca della sua vera natura. SIBERIA è distribuito in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con il media partner MYMovies.it.

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Infermieri under-40 attratti offerte lavoro all’estero

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

«Germania e Regno Unito ci portano via, ogni settimana, ogni mese, decine di giovani valenti colleghi. O forse sarebbe meglio dire che aspirano legittimamente ad inserire nei loro organici le nostre professionalità infermieristiche, tra le più ambite in Europa. Diciamo pure, continua De Palma, che non ci vuole poi molto a convincere un giovane infermiere a decidere di cambiare la sua prospettiva professionale. Sarebbe il caso però di chiedersi, “nelle stanze del potere”, quali sono le ragioni di questa “emorragia che non sembra destinata ad arrestarsi.A parlare, con rabbia e fervore, è Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani, che mette in evidenza i rischi concreti di quella che sta diventando, gradualmente nel tempo, una vera e propria “fuga di cervelli” dal nostro Paese.
Ebbene i motivi sono semplici: in Germania, l’ospedale Maria Hillf di Monchengladbach, propone agli infermieri italiani neo assunti, a tempo indeterminato, uno stipendio di 2900 euro lordi al mese, di norma più di 2000 euro netti, quando un nostro infermiere appena assunto guadagna, in media, tra i 1150 e i 1250 euro. Ma vi è di più: tirocinio linguistico addirittura retribuito con alloggio a 1200 euro al mese, nessun obbligo di conoscenza della lingua tedesca all’inizio. Ma qui ti pagano la formazione, ti permettono di ambientarti e di mettere a frutto le tue capacità, ti assumono se sei bravo e se impari la lingua, insomma ti permettono di crescere. E poi si parla di condizioni lavorative che in Italia sembrano una chimera: aggiornamento professionale costante durante l’anno, immaginiamo quindi formazione interna pagata dall’azienda, e poi iniziative collaterali gratificanti dal punto di vista umano, succulenti premi produttività, mensa di qualità e a basso costo, possibilità di svolgere attività sportive. Insomma valorizzazione dell’aspetto professionale ma non solo …Non sarà forse tutto oro quello che luccica, ma vista la situazione della sanità italiana, ci mettiamo nei panni di un giovane trentenne, infermiere già con una buona esperienza: leggendo questa proposta ci vuole poco a convincersi a preparare i bagagli».

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Trump e gli attacchi a Fauci

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

“Anthony Fauci non ne ha mai azzeccato una”. Ecco il giudizio di Peter Navarro in un editoriale sul quotidiano USA Today sul più noto virologo in America e forse nel mondo. Navarro, come si sa, è il consigliere al commercio di Donald Trump e nel suo articolo rifletteva le critiche affibbiate a Fauci dal suo capo. Dopo la pubblicazione dell’editoriale e le critiche piovute al quotidiano per le inaccurate asserzioni, il direttore della pagina degli editoriali, Bill Sternberg, si è scusato, riconoscendo che alcune parti dell’articolo “erano fuorvianti e prive di contesto”.Il dottor Fauci ha reagito in modo molto diplomatico all’articolo in un’intervista concessa alla Pbs News, la rete di televisione pubblica. Rispondendo a una domanda della conduttrice Judy Woodruff, Fauci ha dichiarato che la Casa Bianca non sta cercando “di screditarlo”, riservando però una stoccata a Navarro, aggiungendo che il consigliere “vive isolato nel suo proprio mondo”.L’attacco di Navarro a Fauci però faceva parte della campagna dell’amministrazione di Trump di mettere dubbi sui messaggi realisti di Fauci ma politicamente poco rassicuranti sul Covid-19 che contrastano con il quadro roseo presentato da Trump. Alla fine però il 45esimo presidente si è reso conto che attaccare Fauci era controproducente ed ha suggerito ai suoi collaboratori di andare piano nei confronti del più noto esperto delle malattie infettive. Trump ha capito che in un confronto fra lui e Fauci la maggioranza degli americani sceglie il medico e specialista invece del politico. Il 65 percento degli americani, infatti, ha fiducia su Fauci. La cifra dovrebbe essere molto più alta ma gli attacchi sul virologo italo-americano hanno avuto effetti non solo su di lui ma hanno anche eroso l’idea che la scienza e la medicina dovrebbero guidare la strategia per affrontare la pandemia e non le parole spesso false e fuorvianti dell’attuale inquilino alla Casa Bianca. Ce lo conferma anche il fatto che il 60 percento degli americani non approva il modo di Trump nell’affrontare la pandemia.Gli attacchi personali ai suoi avversari sono stati l’arma di Trump più efficace e spesso hanno funzionato con individui ma anche istituzioni. Il 45esimo presidente mette in dubbio quello che lui non vede di buon occhio e poi nella sua mente e in quella dei suoi sostenitori riesce a sopraffare i “nemici”. Nel caso di Fauci però non gli è riuscito perché la paura del virus è stata più forte delle asserzioni fasulle dell’attuale presidente. Il virologo ne esce vittorioso, ma come sempre, cauto, anche se ovviamente ferito. Rispondendo alla domanda di una giornalista del New York Times la quale voleva dare uno sguardo ad alcune mail offensive e minacciose ricevute, Fauci ha risposto con un secco “no”.Come spesso avviene quando Trump attacca qualcuno i suoi fedelissimi passano al contrattacco per sostenere il loro capo. Non avremo dunque esempi precisi sulla ferocia degli attacchi ricevuti in privato da Fauci per i quali però è stato messo sotto scorta. Gli attacchi dei collaboratori di Trump sono stati esplicitamente abominevoli. La Casa Bianca ha condiviso anonimamente una lunga lista di commenti fatti da Fauci che dovrebbero dimostrare gli errori commessi dal virologo. Si tratta di una lista molto simile alle ricerche negative su un avversario politico. In particolar modo si cercava di dimostrare che Fauci cambia idea su alcune cose importanti.Interpellato su questi cambiamenti, Fauci ha spiegato che nella scienza si cambia idea quando nuove informazioni vengono scoperte, le quali fanno capire una data situazione in modo più completo. Nulla di nuovo. Le nuove ricerche ci aiutano ad agire in modo migliore. Fauci ammette di avere sbagliato qualche cosa e non ha nessun problema a chiedere scusa. Trump, ovviamente, non sbaglia mai e non chiede mai scusa per niente. Fauci però nella sua lunga carriera ha salvato la vita a migliaia di persone e si è conquistato una reputazione stellare. L’editorialista Maureen Dowd del New York Times lo ha chiamato “un tesoro nazionale”. Anche il senatore Cory Gardner, repubblicano del Colorado, ha usato la stessa espressione, riecheggiata anche dalla Society for Pedriatic Research. In un recente articolo della loro rivista si legge che
Fauci rappresenta il meglio della scienza, medicina e sanità pubblica. Spesso, continua l’articolo, Fauci è chiamato il medico dell’America poiché guida con “integrità” e le sue raccomandazioni sono “basate sulle più solide ricerche scientifiche” e le sue sintesi su qualunque problema si concentrano sempre sui “migliori interessi del Paese”. Trump è tutto il contrario. Tutto quello che fa e dice verte sui bisogni personali e politici.I media hanno cercato di fare scendere Fauci in campo contro Trump ma il virologo italo-americano non ha abboccato. Rispondendo alla Woodruff se considera di avere la fiducia della Casa Bianca, Fauci ha risposto in maniera positiva. Nonostante le parole diplomatiche e la marcia indietro di Trump di attaccarlo, Fauci rimane fiducioso ma con cautela. Il 45esimo presidente, indietro in tutti i sondaggi, ha deciso di riprendere le quotidiane conferenze stampa sul Covid-19. Nel suo più recente intervento ha letto, sempre in modo poco convinto, le raccomandazioni degli esperti, riconoscendo che, come ha detto recentemente Fauci, “la situazione è destinata a peggiorare prima di migliorare”. Ha poi continuato con il suo quadro roseo aggiungendo che il virus “scomparirà” come aveva detto tante volte. Ha poi accettato a malavoglia che l’uso delle mascherine forse può essere “utile” ma non intende imporne l’uso, lasciando la decisione ai governatori. In effetti, nonostante il tono più sobrio Trump non riesce a capire e seguire le raccomandazioni degli esperti i quali erano tutti assenti alla conferenza stampa. La pandemia ha però aperto gli occhi agli americani che per fermare il Covid-19 il populismo deve mettersi da parte per dare precedenza alla scienza. Trump non sembra averlo capito, ignorando che il vero nemico è il virus e Fauci è un vero alleato. (by Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California)

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20 milioni di dollari per contenere gli effetti del COVID-19 nel Sahel

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Banca africana di sviluppo, UNHCR e G5 Sahel si impegnano a sostenere gli sforzi volti ad attenuare l’impatto del coronavirus sui rifugiati e sulle comunità di accoglienza.La salute pubblica e il benessere di rifugiati e comunità di accoglienza nel Sahel sono al centro del più recente accordo tripartito tra Banca africana di sviluppo (AfDB), UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e Paesi del G5 Sahel siglato ieri a Ginevra, Abidjan e Nouakchott. L’accordo permette di implementare una risposta da 20 milioni di dollari di cruciale importanza per contenere gli effetti del COVID-19 nei cinque Paesi della regione del Sahel.Finanziato dal Fondo africano di sviluppo, il progetto consentirà ai governi di Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger – che costituiscono il quadro regionale di cooperazione e coordinamento del G5 Sahel – di rafforzarne le risposte nazionali volte a prevenire la diffusione del COVID-19 e a limitarne l’impatto socioeconomico in una regione in cui la pandemia sta provocando un’emergenza senza precedenti che si somma alle molteplici crisi esistenti. La risposta darà priorità alle attività nelle aree maggiormente colpite da conflitti e violenze, con elevata concentrazione di persone costrette alla fuga e presenza limitata di istituzioni governative.Nel Sahel sono presenti 3,1 milioni di rifugiati, sfollati interni, persone che hanno fatto ritorno e altre a rischio di apolidia. Ad oggi, nella regione si sono registrati 11.000 casi di COVID-19 e 468 decessi ad esso associati nei cinque Paesi. Se, da un lato, le misure emergenziali volte ad arrestare la diffusione della malattia stanno venendo gradualmente e prudentemente revocate viste le riuscite capacità di contenimento, dall’altro, resta essenziale rafforzare la risposta sanitaria a favore delle comunità più vulnerabili. Il progetto, inoltre, mira a rafforzare i sistemi alimentare e di nutrizione, in una regione in cui, secondo le stime delle Nazioni Unite, 5,5 milioni di persone sono a rischio di insicurezza alimentare.In campo sanitario, il progetto supporterà la realizzazione di campagne di sensibilizzazione relative agli effetti del COVID-19, rafforzerà le infrastrutture, la sorveglianza epidemiologica e le attività di gestione dei casi. Inoltre, permetterà l’approvvigionamento di forniture e attrezzature mediche essenziali per la prevenzione, il controllo e le cure dei pazienti affetti da COVID-19.Il progetto ricade nel quadro del meccanismo di risposta al COVID-19 della Banca africana di sviluppo che prevede l’erogazione di fino a 10 miliardi di dollari, principale canale previsto dall’istituzione per assistere i Paesi africani nell’attenuare gli impatti economico e sanitario derivanti dalla crisi. La partecipazione dell’UNHCR al progetto sarà in linea coi principi umanitari di neutralità, imparzialità e indipendenza.Partenariati di questo tipo sono incoraggiati dal Global Compact sui Rifugiati, costituendo essi un quadro per una condivisione di responsabilità più strutturata ed equa. Questo progetto congiunto costituisce un esempio di come il Global Compact possa essere applicato, e funge da modello per altri enti finanziari e dello sviluppo decisi a esplorare e impegnarsi nella risposta alle enormi esigenze generate dagli esodi forzati durante la pandemia.

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Mancano addetti per vendemmia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

“A poche settimane dall’inizio della stagione della vendemmia ancora nessuna risposta concreta è giunta dal governo per rispondere al grido di allarme del settore agricolo, che lamenta la mancanza di manodopera per la raccolta. La sanatoria del ministro Bellanova si è rivelata, come avevamo detto e scritto, inefficace e inutile. Ma purtroppo siamo rimasti inascoltati. La manodopera specializzata che tutti gli anni arriva dall’estero, in particolare dai Paesi dell’est, non è giunta. Il ministro Bellanova, per dare seguito al suo progetto di sanatoria, non ha fatto niente per agevolare il rientro di questi lavoratori. E a tutto ciò si aggiunge il rifiuto, immotivato, alla nostra richiesta di reintroduzione dei voucher. Uno strumento che faciliterebbe l’introduzione al lavoro in agricoltura dei tanti disoccupati italiani che hanno perso il lavoro a causa della crisi provocata dal Covid-19. Una richiesta che arriva da tutto il mondo agricolo e a cui il ministro oppone un netto rifiuto. L’agricoltura ha bisogno di una guida certa e attenta che non può certamente essere rappresentato da un ministro incapace”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra, capogruppo di FdI in Commissione Agricoltura.

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Scopertura straordinaria del Pavimento del Duomo di Siena

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Siena. Dal 17 agosto al 7 ottobre l’Opera della Metropolitana di Siena scopre il magnifico pavimento marmoreo della Cattedrale di Siena.Un “cammino sicuro” anche per i visitatori che potranno ammirare il pavimento nel rispetto dei protocolli di sicurezza.Tra i servizi offerti saranno inoltre disponibili visite guidate durante le quali professionisti del settore, in varie lingue, condurranno i visitatori alla scoperta di questo straordinario capolavoro.La scopertura che si accompagna ai numerosi servizi è stata promossa dall’Opera della Metropolitana.L’itinerario completo OpaSiPass consente, oltre la visita del Pavimento in Cattedrale, quella al Museo dell’Opera in cui si potranno ammirare, nella Sala delle Statue, i mosaici e le tarsie originali di Antonio Federighi con le Sette età dell’Uomo. Nella Sala dei Cartoni, il cui ingresso fiancheggia la magnifica Maestà di Duccio, è visibile la celebre pianta del Pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che permette di avere un quadro d’insieme delle tarsie e del percorso che, dall’ingresso, conduce fino all’altar maggiore. Il biglietto integrato prevede anche l’accesso alla cosiddetta “Cripta”, sotto il Pavimento del Duomo e al Battistero.

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Approvata la legge alla Camera sui sindacati militari. Ora passa al Senato

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Non piace al sindacato che in un comunicato afferma: “Una legge “farsa”, per il Sindacato Aeronautica Militare – SIAM, poiché non riconosce ai lavoratori militari i medesimi diritti sindacali riconosciuti ad altri lavoratori. Dall’intervento della relatrice, On. Corda, emerge che la maggioranza è giunta a questo testo dopo una lunga mediazione. Mediazione, sostiene il SIAM, portata avanti certamente con gli Stati Maggiori, non di certo con i sindacati e con il personale militare. Se da una parte è vero che tutte le associazioni sindacali sono state audite in Commissione Difesa nella fase istruttoria del provvedimento, dall’altra parte, però, si deve prendere atto che nessuna delle osservazioni poste, nessuna, è stata presa in considerazione, a differenza di quelle sostenute dai vertici militari. Ciò emerge anche dagli interventi di alcuni Parlamentari che hanno votato contro il provvedimento che, in varie forme e a più riprese, sottolineano come questo testo non garantisca il pieno esercizio dei diritti invece sanciti dalla Suprema Corte”. L’insoddisfazione si estende, inoltre, alla decisione di affidare la giurisdizione al giudice amministrativo per le condotte antisindacali invece di quello del lavoro. Inoltre, questa norma pone importanti limiti nell’espletamento del mandato sindacale, stabilendo turnazioni restrittive delle cariche e dubbi calcoli percentuali di rappresentatività che fanno perdere sostanza al diritto previsto dalla Corte.Da una parte, quindi, si dice di essere vicini alle forze armate e al suo personale, si promette una legge giusta, con le dovute competenze al giudice del lavoro (come dichiarato dal Ministro DI MAIO), dall’altra si esibisce un testo vergognoso che di fatto consegna ai cittadini in uniforme un sindacato gradito solo agli Stati Maggiori.Una mancanza di coraggio antistorica, conclude il SIAM, che pone questa maggioranza di Governo in una posizione non certamente di consenso agli occhi del personale militare, soprattutto dopo la blindatura del testo di legge avvenuta alla Camera.L’auspicio è che il Senato possa essere più ragionevole e consenta di intervenire in maniera compiuta tenendo conto delle sentenze piuttosto che dei suggerimenti delle sole gerarchie militari.

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COVID-19: ecco perché la fertilità potrebbe diminuire

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Uno studio dell’Università Bocconi pubblicato su Science rileva, guardando alle evidenze storiche sociali, economiche e demografiche, che la fertilità diminuirà a causa dell’incertezza economica e dell’aumento degli oneri a carico delle famiglie per la cura dei bambini. Nel corso della storia, i picchi di mortalità dovuti a guerre e carestie sono stati seguiti da un aumento delle nascite, mentre l’influenza spagnola ha portato a un temporaneo calo della fertilità prima di riprendersi durante un “baby boom”. Contrariamente a questa tendenza storica, l’emergenza sanitaria Covid-19 causerà plausibilmente un calo della fertilità, senza i fattori che hanno portato a un baby boom in passato. Questo è quanto emerge dallo studio “La pandemia di Covid-19 e la fertilità umana” pubblicato dalla rivista Science, la rivista peer-reviewed dell’American Association for the Advancement of Science, a cura dei ricercatori della Bocconi Arnstein Aassve, Nicolò Cavalli, Letizia Mencarini, Samuel Plach e Massimo Livi Bacci dell’Università di Firenze.Gli autori sottolineano le differenze nello sviluppo delle popolazioni e il loro stadio di transizione demografica per trarre conclusioni accurate dalle ricerche esistenti.«Anche se è difficile fare previsioni precise, uno scenario probabile è che la fertilità nel breve periodo diminuirà almeno nei Paesi ad alto reddito», spiega Arnstein Aassve, professore di demografia presso il Centro di Ricerca sulle Dinamiche Sociali e le Politiche Pubbliche Carlo F. Dondena della Bocconi.Questo studio fa parte delle attività di ricerca del Centro Dondena all’interno del Covid Crisis Lab della Bocconi (www.covidcrisislab.unibocconi.eu).

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KLM riprende i collegamenti da Torino

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Torino. KLM Royal Dutch Airlines riattiverà, dal 3 agosto, i voli da e per Torino collegando il capoluogo piemontese ad Amsterdam Schiphol tutti i giorni della settimana.“I nostri clienti vogliono ritornare a viaggiare di nuovo. Stiamo quindi espandendo il network gradualmente e, con tutte le misure sanitarie adottate a bordo e a terra, lo stiamo facendo nel modo più sicuro possibile”, afferma il presidente e CEO di KLM, Pieter Elbers.“Ritornare a volare a Torino è per noi motivo di grande orgoglio e conferma l’importanza del Piemonte per il Gruppo Air France-KLM. Nelle ultime settimane abbiamo messo in campo tutte le misure necessarie per volare in sicurezza e siamo ora pronti a ripartire” dichiara Stefan Vanovermeir, Direttore Generale Air France-KLM East Mediterranean.“Il riavvio delle operazioni di KLM sullo scalo di Torino è un segnale molto importante, che conferma come la ripresa dell’offerta voli stia interessando sempre più anche il comparto internazionale. Essere nuovamente collegati con un hub strategico come Amsterdam Schiphol consente infatti al nostro bacino di riferimento di poter volare verso il resto del mondo, grazie all’ampia gamma di destinazioni offerte dal Gruppo Air France-KLM. Inoltre, il fatto che il collegamento sia operato con 7 frequenze settimanali sin da subito rappresenta un valore aggiunto in termini di offerta, sia per i passeggeri che scelgono di volare da Torino via hub verso altre mete, sia per i visitatori che giungono sul nostro territorio” commenta Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport.Voli da Torino Caselle ad Amsterdam Schiphol KL1556: partenza ore 11h45, arrivo ore 13h40. Volo operato tutti i giorni Voli da Amsterdam Schiphol a Torino Caselle KL1555: partenza ore 09h40, arrivo ore 11h15. Volo operato tutti i giorni La rete europea è studiata in modo tale che il maggior numero possibile di voli si colleghi alla rete intercontinentale del Gruppo Air France-KLM.
Mascherina obbligatoria, igienizzazione dei sedili e di tutte le superfici all’interno dell’aeromobile, ricambio dell’aria ogni 3 minuti tramite sistema di filtraggio dell’aria costituito da filtri anti particolato HEPA, identici a quelli utilizzati nelle sale operatorie, in grado di rimuovere più del 99% dei contaminanti virali e batterici.

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I nuovi treni regionali ibridi a ridotto impatto ambientale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

La banca dell’Unione europea sostiene il piano di investimenti del Gruppo FS Italiane per i nuovi convogli ferroviari destinati al settore del trasporto regionale di Trenitalia. Treni meno inquinanti, più efficienti e per circa la metà destinati al Sud Italia. È questo l’obbiettivo del finanziamento della Banca europea per gli investimenti (BEI) di 450 milioni di euro a FS Italiane (controllante della società di trasporto Trenitalia) annunciato oggi dal Vicepresidente della BEI Dario Scannapieco e dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale di FS Italiane Gianfranco Battisti.Sul totale, la prima tranche di150 milioni di euro è stata già perfezionata attraverso la sottoscrizione di un corporate bond a valere sul Programma EMTN di FS, finalizzato su base private placement, che conferma l’impegno del Gruppo nell’ambito della finanza sostenibile.L’operazione appena sottoscritta finanzierà l’acquisto dei primi 43 convogli ordinati sui 135 totali dell’intero piano di investimenti di Trenitalia.I nuovi treni copriranno le tratte interne in numerose regioni italiane (tra cui Calabria, Lazio, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta); 135 convogli ibridi, appunto, con tre o quattro carrozze passeggeri. L’investimento complessivo di Trenitalia per tali tipologie di treni è di circa 960 milioni per il rinnovo della flotta regionale in quelle tratte in cui l’elettrificazione delle linee non è ancora stata completata. I treni saranno equipaggiati con motori di ultima generazione per linee non elettrificate, con pantografo per linee elettrificate e con batterie per percorrere l’ultimo miglio su linee non elettrificate evitando così l’uso del carburante e le relative emissioni in prossimità dei centri abitati.Per la BEI, l’operazione risponde completamente alla nuova missione di “banca del Clima”, il cui obbiettivo è quello di mobilizzare 1.000 miliardi di nuovi investimenti di contrasto al cambiamento climatico in tutti i settori economici nel decennio 2020-2030.Per FS Italiane il deal amplia la gamma di strumenti di finanza sostenibile cui il Gruppo fa ricorso dal 2017 e che contempla da quest’anno non solo green bond pubblici ma anche loan e operazioni di private placement ispirate ai principi ESG e volte a finanziare progetti a ridotto impatto ambientale e che incentiveranno il trasporto su rotaia.“Abbiamo una lunga tradizione di lavoro con il Gruppo Ferrovie dello Stato: ricordo ad esempio che la BEI è stata negli scorsi decenni il principale finanziatore dell’Alta velocità ferroviaria Napoli-Milano. Negli ultimi anni questa tradizione è continuata e si rinnova ora con un’operazione che permetterà a milioni di passeggeri di viaggiare su treni nuovi e assai meno inquinanti rispetto al passato, nel rispetto della missione che la BEI si è data di banca del Clima”, ha commentato Dario Scannapieco, Vicepresidente della BEI.

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Nuovi progetti ACS per i cristiani pakistani oppressi dalla povertà e dal coronavirus

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Faisalabad, nella provincia del Punjab, è una delle tre diocesi pakistane che beneficiano di un programma di aiuti di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) per oltre 5.000 tra le più povere famiglie del Paese minacciate dal coronavirus. In Pakistan i contagi sono, ad oggi, 270.000.ACS ha fornito aiuti alimentari a più di 500 famiglie della città che maggiormente patiscono gli effetti economici provocati dal COVID-19. Mentre alcune ONG locali hanno rifiutato di fornire provviste di emergenza ai non-musulmani, i partner dei progetti della fondazione pontificia ACS presenti sul territorio hanno distribuito più del 70% degli aiuti ai cristiani, prevalentemente impiegati nei lavori più umili e peggio retribuiti. I pacchi alimentari, in particolare, rappresentano solo una parte di una serie di progetti di sostegno per Faisalabad correlati all’emergenza COVID-19, i quali includono anche la distribuzione di dispositivi di protezione individuale per 46 sacerdoti e 100 catechisti della diocesi. Tali strumenti hanno consentito loro di servire, in condizioni di sicurezza, i fedeli in maggiore difficoltà per la pandemia. I progetti comprendono inoltre un programma di borse di studio a sostegno dei bambini più bisognosi di 20 scuole cattoliche diocesane. La fondazione ha curato anche una campagna di sensibilizzazione attraverso radio locali, poster e dépliant per quanti non hanno accesso ad internet. Caritas Pakistan Faisalabad ha collaborato con la fondazione pontificia per il progetto, e Aneel Mushtaq, Segretario Esecutivo della Caritas locale, ci ha descritto l’effetto dell’iniziativa. «Questo contributo che voi di ACS avete dato ha aiutato la gente a salvarsi dalla fame. Molti di loro non avevano niente da mettere sul tavolo per nutrire le proprie famiglie ed erano in una situazione veramente allarmante».

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Biodiversità: insetti a rischio

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Non può esserci agricoltura senza biodiversità, per questo bisogna agire in modo rapido per proteggere i nostri ecosistemi – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. La crisi del coronavirus ha mostrato la nostra vulnerabilità e l’importanza di ripristinare il giusto equilibrio tra natura e attività umana. Le prove dell’impoverimento della biodiversità e degli effetti dei cambiamenti climatici sono già evidenti. Una delle conseguenze più preoccupanti è la diminuzione degli insetti impollinatori, come le farfalle e le api, messe in pericolo da cattive pratiche quali l’uso indiscriminato di pesticidi e l’abbandono delle colture.Gli insetti sono i piccoli braccianti che la natura mette a disposizione dei coltivatori: senza di loro l’agricoltura non potrebbe produrre frutti. L’innalzamento delle temperature sta inoltre causando la scomparsa di alcune specie adatte ai climi freddi, a favore di altre che preferiscono temperature più calde – spiega Tiso.La nuova Strategia sulla Biodiversità 2030 dell’Unione Europea ha l’obiettivo di proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi. Per arrestare il declino degli uccelli e degli insetti si raccomanda in particolare di ridurre l’uso dei pesticidi chimici in genere, dimezzando quali più pericolosi.
Pochi giorni fa, tuttavia, la Corte dei conti europea ha avvertito che le attuali politiche non sono sufficienti per proteggere gli insetti impollinatori, sempre più a rischio per colpa dei pesticidi, mentre gli Stati membri fanno pressione per ridurre ulteriormente i vincoli ambientali. Ci troviamo ancora una volta di fronte al paradosso di un’Europa che si impegna a fare dell’agricoltura biologica una priorità, mentre gli Stati membri remano in direzione contraria rifiutando di adottare misure più stringenti. Per tradurre in realtà gli obiettivi della nuova strategia europea per la biodiversità, c’è bisogno di un deciso cambio di passo e di mentalità.

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L’UNHCR sottolinea l’urgente necessità che gli Stati pongano fine alla detenzione illegittima di rifugiati e richiedenti asilo, durante la pandemia da COVID-19

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, oggi rivolge un appello agli Stati affinché rilascino con urgenza i rifugiati e i richiedenti asilo in stato di detenzione illegittima e arbitraria. È necessario che gli Stati si assicurino che i propri interventi siano in linea col diritto internazionale e che, nel corso della pandemia da coronavirus, i rifugiati vulnerabili non siano esposti a situazioni di rischio maggiore e non necessario.“I rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni non devono essere puniti o penalizzati per il semplice fatto di esercitare il loro diritto fondamentale di cercare asilo”, ha dichiarato Gillian Triggs, Assistente Alto Commissario UNHCR per la Protezione. “L’imposizione di misure volte a contrastare il COVID19 non ne giustifica la detenzione arbitraria all’arrivo, la quale non solo aggrava il dolore di persone che hanno già sofferto, ma mina anche gli sforzi volti a limitare la diffusione del virus”. Nell’ambito del ruolo ricoperto in seno al Comitato Esecutivo del Network ONU sulle Migrazioni, e in qualità di co-leader del Gruppo di lavoro sulle alternative alla detenzione (Working Group on Alternatives to Detention), l’UNHCR rilancia l’appello del Network agli Stati affinché riaffermino il proprio impegno ad adottare un approccio alla detenzione di rifugiati e migranti nuovi arrivati basato sui diritti umani e dare priorità a misure alternative che non privino delle libertà.L’UNHCR accoglie con favore gli sforzi positivi finora profusi da alcuni Stati che hanno rilasciato rifugiati e richiedenti asilo durante la pandemia. Tali sforzi dimostrano l’applicabilità di alternative comunitarie e forniscono una traccia per lo sviluppo di nuovi approcci a lungo termine basati sui diritti umani in materia di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo.

L’adeguatezza degli approcci varierà a seconda dei contesti, ma essi dovrebbero includere, tra gli altri, il deposito o la restituzione della documentazione; osservanza di obblighi ragionevoli e proporzionati; domicilio presso un luogo specifico; soggiorno presso centri di accoglienza aperti o semi-aperti o accordi di presa in carico in seno alla comunità.Tuttavia, alcuni Stati utilizzano la pandemia per giustificare il ricorso a misure sempre più regressive, tra cui la detenzione di numeri elevati di rifugiati e richiedenti asilo per periodi arbitrari o più lunghi di quanto previsto, o senza accesso a un processo imparziale.L’UNHCR esprime preoccupazione per i numerosi rifugiati e richiedenti asilo in stato di detenzione che spesso sono costretti a vivere in spazi segnati da condizioni di sovraffollamento e precarietà igienica nei quali è impossibile praticare misure di distanziamento sociale e fisico e che dispongono di accesso limitato o nullo a servizi adeguati di assistenza sanitaria e acqua potabile. In una fase in cui i motivi di ansia correlati alle condizioni di salute e benessere sono in aumento, in alcuni centri di detenzione le tensioni stanno per raggiungere un punto di non ritorno.Ai sensi del diritto internazionale e in linea con le indicazioni dell’UNHCR, il ricorso alla detenzione di rifugiati e richiedenti asilo a fini amministrativi deve costituire un’ultima spiaggia, in assenza di alternative praticabili, e per uno scopo legittimo, per esempio, per verificare l’identità di una persona, condurre un colloquio preliminare alla procedura di asilo, laddove vi siano motivi di preoccupazione significativi sul piano della sicurezza o laddove vi siano forti motivi di credere che probabilmente una persona si darà alla latitanza.Il ricorso alla detenzione deve basarsi su valutazioni individuali, essere soggetto a tutele procedurali, e avvenire conformemente a e con l’autorizzazione di normative e limiti chiaramente definiti. I periodi di massima detenzione dovrebbero essere definiti e i richiedenti asilo immediatamente rilasciati una volta che i motivi che ne giustificano la detenzione non sono più validi. In nessun caso i minori devono essere trattenuti in centri di detenzione per migranti. Si tratta di una misura che non può mai essere considerata nell’interesse superiore del minore, il quale deve rappresentare una considerazione di primaria importanza ai sensi della Convenzione sui diritti dell’infanzia.L’adozione di misure temporanee da parte degli Stati per gestire gli ingressi dei nuovi arrivati, quali l’imposizione di periodi di quarantena o di restrizioni agli spostamenti, a causa della pandemia da COVID19, è comprensibile. Tuttavia, le restrizioni imposte su tali basi dovrebbero durare solo per i periodi strettamente necessari ad assicurare lo stato di salute dell’individuo interessato.L’UNHCR si rivolge agli Stati affinché adottino le seguenti misure immediate volte a scongiurare l’insorgere di una catastrofica epidemia da COVID19 nei centri di detenzione:
Rilasciare immediatamente tutti i rifugiati e i richiedenti asilo detenuti in condizioni arbitrarie e illegittime, compresi coloro che si trovano in stato di detenzione pre-espulsione laddove le deportazioni siano state sospese.
Sviluppare e implementare alternative comunitarie alla detenzione, anche in relazione a quella di rifugiati e richiedenti asilo nuovi arrivati.Migliorare le condizioni nei luoghi di detenzione mentre si preparano misure alternative, e assicurare che l’UNHCR continui ad aver accesso a richiedenti asilo e rifugiati trattenuti al loro interno.

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“Fuga. Due ruote, la strada, il diabete”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

E’ un romanzo originale tratto da una vera pagina di sport, ispirato dall’avvincente e affascinante storia di un gruppo di ciclisti professionisti accomunati da una particolarità. Sono tutti persone, e atleti, con diabete mellito di tipo 1: il Team Novo Nordisk.
Tutto nasce da un giovane ciclista con diabete di tipo 1, Phil Southerland, che innamoratosi da bambino della bicicletta, e avendo sperimentato in prima persona gli effetti benefici dello sport e dell’attività fisica sulla propria malattia, convince l’amico Joe Eldridge, anche lui giovane con diabete, a dare vita, nel 2005, a una squadra ciclistica. L’idea è di trasferire la loro l’esperienza di vita e di sport, condividendola con tutte le persone affette da diabete. Nel 2008, il passaggio al professionismo e, nel 2012, l’incontro con Novo Nordisk e la nascita del Team Novo Nordisk, sulla base di un obiettivo che accomuna lo sportivo americano e la multinazionale danese: ispirare, educare e incoraggiare le persone con diabete in tutto il mondo e dimostrare che la malattia non deve impedire ad alcuno di realizzare i propri sogni. Oggi il Team Novo Nordisk è una squadra sportiva internazionale composta da ciclisti con diabete a tutti i livelli agonistici, guidata dalla prima e unica squadra professionistica al mondo interamente composta da corridori con diabete. Il Team Novo Nordisk è parte del programma Changing Diabetes®, il progetto globale di Novo Nordisk per migliorare la qualità di vita del mezzo miliardo di persone che oggi hanno il diabete e di quelle a rischio di sviluppare questa malattia. È Luca Gregorio, giornalista con l’amore per lo sport e il ciclismo a raccontare questa storia: la lotta al diabete, i sogni, la fuga, la passione, la vita di tutti gli atleti professionisti del Team Novo Nordisk, in particolare dei due italiani in squadra – il veterano Andrea Peron, alla sua ottava stagione in maglia Novo Nordisk, autore all’esordio alla Milano Sanremo del 2015 di uno straordinario exploit, in fuga solitaria per oltre 200 chilometri, e il più giovane Umberto Poli, quarta stagione la sua, ma autore di un’impresa simile a quella del suo compagno, quando nel 2017, da atleta più giovane in corsa nella classicissima che apre la stagione professionistica mondiale, fece parte del gruppo in fuga per la maggior parte dei 298 chilometri da Milano a Sanremo.Andare in fuga diventa dunque, per il Team Novo Nordisk, un obiettivo e una missione. Da vivere con il sorriso. In questo libro, disponibile on line sui siti di Novo Nordisk, AGD Italia, Aniad e Associazione Ciclismo e Diabete, prendono vita le storie e le testimonianze dirette di alcuni ragazzi, si comprende meglio la storia della squadra e si capiscono quali siano i traguardi da raggiungere.

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Rivoluzionato il concetto di shopping online

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

Il lockdown ha rivoluzionato il concetto di shopping online, passato in poche settimane da alternativa a necessità anche per quella fetta di popolazione che ne era poco avvezza. Negli ultimi tre mesi si stima siano stati circa 2.5 milioni i nuovi utenti (1 su 5 del totale dei cosiddetti “web shopper”) che, complice la chiusura di gran parte degli esercizi commerciali, hanno effettuato acquisti via internet. Un’accelerazione decisa, che sembra poter proseguire anche ad emergenza finita. Lo dimostrano due dati: la percentuale di chi ritiene internet ormai indispensabile per poter fare acquisti (il 64%) e il saldo tra quanti pensano di continuare ad acquistare online e coloro che acquistavano già prima (positivo e pari al 9% – dato medio settoriale). Questo è quanto emerge dall’Osservatorio Compass, società di credito al consumo del Gruppo Mediobanca, dedicato proprio allo shopping online e ai nuovi trend d’acquisto.Ma quali sono i prodotti che hanno attirato più nuovi utenti? Al primo posto l’arredamento (57%), seguito da cibo e bevande (55% con punte del 62% nella fascia d’età 55-75 anni) e le bici tradizionali (50%). L’e-bike attira sempre di più soprattutto in seguito al ripensamento della mobilità urbana in atto, anche nell’e-commerce (pur con piccoli numeri di acquirenti, si stima che l’e-commerce abbia giocato un ruolo rilevante). E i motivi che spingono ad optare per l’e-commerce? Per circa 8 italiani su 10 sono la libertà di poter acquistare quando si vuole e la comodità di comprare da casa. Tra i prodotti più venduti online in generale (tra piattaforme, siti di catene di distribuzione, siti specializzati e siti di negozi) regna l’intrattenimento, con musica e film e giochi per il computer e videogiochi (84% degli intervistati li compra solo sul web).L’e-commerce sembra giunto, quindi, al suo momento di massimo splendore anche se nel mese di giugno il 64% degli intervistati dichiara di aver effettuato almeno un acquisto in negozio (escludendo gli acquisti alimentari e bevande). Che cosa hanno acquistato? Soprattutto abbigliamento, calzature e accessori (57%), ma anche prodotti per animali domestici (25%), seguiti da libri e riviste (20%) e da prodotti di bricolage, abbellimento e manutenzione della casa (17%). Le ragioni per preferire il negozio all’e-commerce? Per circa 8 italiani su 10 sono legate al fatto di avere il prodotto immediatamente a disposizione e poterlo vedere e provare.E per il futuro? Con l’emergenza, il 63% degli intervistati ritiene che internet sia diventato indispensabile per fare acquisti, ma non solo. Per il 60% è ormai diventato fondamentale per lavorare o studiare, tanto che il 38% degli intervistati sente anche la necessità di riorganizzare la propria casa per ricavare uno spazio adatto per lavorare comodamente in smart working. In generale, che sia online o meno, il 20% degli italiani coltiva progetti per il 2020 che richiedono un pagamento a rate o un finanziamento.

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Decreto End of Waste sugli pneumatici fuori uso

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 luglio 2020

UNIRIGOM: “Dopo quasi quattro anni di gestazione, non possiamo che accogliere positivamente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto End of Waste sugli pneumatici fuori uso. Un nuovo positivo passo per l’industria del riciclo che però comporterà inevitabilmente difficoltà applicative ed oneri a carico delle imprese del settore, da individuare, valutare ed affrontare fin dalle prime fasi di implementazione per porre in essere opportune misure e soluzioni. Il Decreto presenta inoltre diverse imprecisioni e alcune limitazioni alla possibilità di generare nuovi prodotti dagli pneumatici dismessi, non sufficientemente motivate né da un punto di vista tecnico, né ambientale”. E’ questo il commento di UNIRIGOM, l’Unione Nazionale delle Imprese che effettuano la frantumazione ed il trattamento degli pneumatici fuori uso (PFU) e che aderisce a FISE Unicircular, alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto End of Waste che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto della gomma vulcanizzata derivante da pneumatici fuori uso, necessaria per la commercializzazione e il suo impiego come prodotto.La principale criticità è oggi legata alla necessaria riorganizzazione delle modalità operative degli impianti e all’incremento dei costi che questi dovranno sostenere per rispettare quanto previsto dal nuovo decreto. In particolare, la gestione dei lotti, secondo le nuove regole, obbligherà gli impianti alla riorganizzazione delle aree di stoccaggio della cosiddetta gomma vulcanizzata granulare (GVG) che cessa di essere rifiuto; operazione che potrà implicare anche la riduzione dei quantitativi gestibili. L’accertamento di conformità alle specifiche del Decreto andrà infatti effettuato separatamente e specificamente per ciascun lotto, non superiore a 1.000 tonnellate.
L’Associazione evidenzia che questo comporterà maggiori costi complessivi per accertare la conformità del campione di gomma: questo significa che, almeno nel primo anno in cui il campionamento dovrà essere più frequente, tale onere andrà a incidere in modo significativo sui costi complessivi e ciò comprimerà ulteriormente i già ridotti margini di profitto delle imprese produttrici del granulo.Altro aspetto che sicuramente comporterà la lievitazione dei costi di gestione è l’obbligo per ciascun impianto di dotarsi di un “sistema di lavaggio dei rifiuti, idoneo a rimuovere le impurità dalla superficie degli pneumatici”. La formulazione generica di questa previsione potrebbe generare, nelle Autorità preposte al rilascio e al controllo delle autorizzazioni, differenti interpretazioni, con conseguenti impatti difformi sul territorio.Il nuovo regolamento stabilisce inoltre che il prelievo di campioni avvenga solamente su granuli del diametro compreso tra 0,8 e 2.5 mm, non tenendo in conto i prodotti di GVG aventi diversa classificazione granulometrica (polverini 0-0,8 mm, granulati 1-4 mm, ecc.). A tale riguardo, sarebbe stato opportuno fare riferimento alla norma UNI CEN 14243 (in cui è riportata la definizione di granulo e degli altri prodotti di GVG), anziché a quella UNI 10802, relativa al campionamento dei rifiuti in generale. By Marco Catino

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