Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for 16 ottobre 2021

Vivere la magia d’autunno nei glass cube sul Lago di Dobbiaco

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Gli Autumn Lovers vivono un’esperienza privilegiata nel foliage delle Dolomiti dai glass cube degli Skyview Chalets del Toblacher See (BZ), circondati dai colori dei boschi e vegliati dal cielo stellato. Il paesaggio si tinge di oro, rosso e giallo e le foglie, sentendo l’inverno che incombe, si preparano a cadere. Il panorama è spettacolare come non mai e le cime più alte iniziano a tingersi timidamente di bianco. In autunno le Dolomiti, dai glass cube ecologici in vetro e legno degli Skyview Chalets del Toblacher See (BZ), diventano un vero e proprio paradiso per tutti coloro che vogliono rilassarsi in un’atmosfera particolarmente evocativa e godere del paesaggio del Lago di Dobbiaco, tra i colori e i profumi di stagione, e la magia del foliage, che diventa una romantica esperienza di cromoterapia en plen air. Gli Skyview Chalets, tutti indipendenti e riservati, si trovano nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, e hanno la particolarità di accogliere gli ospiti sotto un tetto che scompare per lasciare entrare lo scintillio delle stelle e i colori dell’autunno. Un’esperienza coinvolgente, che continua passeggiando lungo il percorso panoramico intorno al Lago di Dobbiaco, o semplicemente immersi nelle calde acque dell’idromassaggio sul terrazzo del proprio Chalet. A poca distanza dagli Skyview Chalets si possono raggiungere i parchi naturali Tre Cime di Lavaredo e Fanes-Senes-Braies per passeggiate rigeneranti, magari con gli amici a quattro zampe, per i quali sono stati creati tre chalet ad hoc. Invece, per degustare i migliori sapori altoatesini c’è il ristorante Il Fienile, che propone deliziose pietanze abbinati a vini nati da coltivazioni biologiche.Fino al 24 ottobre 2021, con l’offerta Super Autunno: soggiornando per almeno 3 notti nello Chalet Superior si ha uno sconto esclusivo del 10%. L’offerta comprende un aperitivo di benvenuto con vista sul lago, la possibilità di trascorrere la notte sotto il cielo stellato nel glass cube e una colazione lunga e regionale con prodotti BIO da degustare direttamente allo Chalet. Il prezzo parte da 256 euro per notte per 2 persone.

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Film “A white white day – Segreti nella nebbia”

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Il trailer ufficiale del film “A white white day – Segreti nella nebbia” di Hlynur Pàlmason, arriverà nelle sale italiane dal 28 ottobre 2021 distribuito da Trent Film. Il cineasta islandese Hlynur Pàlmason torna sul grande schermo con un’opera seconda ricca e articolata, premiata come miglior film al 37° Torino Film Festival dalla giuria presieduta da Cristina Comencini e con una candidatura agli European Film Awards per il miglior attore protagonista a Ingvar Sigurdsson, vincitore del Rising Star Award al Festival di Cannes. Il film è stato inoltre designato dall’Islanda agli Oscar® 2020 come Miglior Film Internazionale. Al centro della vicenda un’intrigante storia di vendetta e amore incondizionato, avvolta dalle nebbie e dai ghiacci islandesi. In questo paesaggio spettrale vive Ingimundur (Ingvar Sigurdsson), capo di polizia in congedo dopo la scomparsa della moglie in un inspiegabile incidente stradale. Quando viene ritrovata una scatola con alcuni effetti personali della donna, Ingimundur inizia a sospettare che lei lo tradisse con un uomo del posto. Lentamente la ricerca della verità diventa ossessione e l’uomo inizia a mettere in pericolo se stesso e i propri cari. La trama del film si snoda “In una remota cittadina della gelida Islanda, Ingimundur è un capo di polizia in congedo dopo la scomparsa della moglie in un inspiegabile incidente stradale. Quando viene ritrovata una scatola con alcuni effetti personali della donna, Ingimundur inizia a sospettare che lei lo tradisse con un uomo del posto. Lentamente la ricerca della verità diventa ossessione e inevitabilmente l’uomo inizia a mettere in pericolo se stesso e i propri cari”.

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Il cambiamento climatico incide sulla performance finanziaria delle banche

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

A cura di Paul Smillie, Analista del credito senior, Rosalie Pinkney, Analista del credito senior e Natalia Luna, Analista senior investimenti tematici di Columbia Threadneedle Investments. Nel suo storico discorso del 2015, Mark Carney, allora governatore della Bank of England, invocò lo spettro di un “momento Minsky”, un crollo dei prezzi degli attivi causato dalla crisi climatica. All’epoca le sue parole parvero distopiche e sembrarono evocare una prospettiva distante. Oggi, tuttavia, appaiono più preveggenti. Una folta schiera di banche centrali teme che il cambiamento climatico possa scatenare la prossima crisi finanziaria. Per questo motivo, le autorità di vigilanza in Europa e nel Regno Unito stanno già iniziando a esaminare la resilienza delle banche al cambiamento climatico, valutando sia le probabili tensioni derivanti dalla transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio nei prossimi decenni, sia l’impatto di condizioni meteorologiche estreme. Per il momento, tuttavia, l’ansia delle autorità monetarie non si riflette nei mercati azionari o obbligazionari, che sembrano relativamente poco influenzati dal rischio climatico. Eppure nei prossimi anni il cambiamento climatico potrebbe diventare un motore chiave della performance finanziaria e un fattore importante per gli investitori che valutano le banche. I rischi per gli utili non mancano neppure nel breve termine, mentre nel medio periodo è probabile che gli istituti con maggiori esposizioni legate al clima dovranno far fronte a requisiti patrimoniali più elevati, per non parlare dei rischi reputazionali. Ma non è solo una questione di rischio. Guardando avanti di qualche anno, potrebbero anche esserci opportunità per le banche che guidano il finanziamento della transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio. In effetti, si stima che gli investimenti e i finanziamenti verdi potrebbero raccogliere fino a 50 miliardi di dollari di ricavi nei prossimi 5-10 anni.Finora, tuttavia, vi sono poche indicazioni che le banche stiano riducendo i prestiti legati ai combustibili fossili, on l’importante eccezione del carbone. Gli investitori potrebbero però iniziare presto a distinguere tra leader e ritardatari, grazie ai migliori dati estratti dalle informative obbligatorie. Inoltre, l’engagement degli azionisti e l’attivismo delle ONG potrebbero ripercuotersi in tempi brevi sulle valutazioni delle azioni bancarie. Abbiamo condotto un esercizio di engagement con più di 50 banche a livello globale, ponendo domande sulla strategia climatica e sulla gestione del rischio climatico e facendo seguito con una serie di incontri. Abbiamo riscontrato così l’emergere di alcune chiare tendenze. A livello generale, alcune banche britanniche, olandesi e svizzere si distinguono in positivo. Le banche nordiche, francesi, spagnole e giapponesi sono leggermente indietro, mentre quelle irlandesi, tedesche, italiane e cinesi sono in ritardo. Abbiamo iniziato a tenere conto dell’esposizione delle banche ai rischi climatici nella nostra ricerca. Il cambiamento climatico non incide ancora sugli utili o sui requisiti patrimoniali delle banche, ma potrebbe farlo già tra due o cinque anni. Dato che nella nostra valutazione delle aziende adottiamo un orizzonte prospettico di due anni, incorporiamo questa dimensione nella nostra ricerca obbligazionaria e assegniamo i relativi rating alle banche. Queste valutazioni cominciano a influenzare la costruzione del portafoglio. A nostro avviso, non passerà molto tempo prima che gli investitori inizino a operare una distinzione tra leader e ritardatari. Ciò creerà un’opportunità per gli investitori attivi, premiando al contempo le banche che hanno agito tempestivamente per affrontare il cambiamento climatico con un costo competitivo del capitale. (abstract) http://www.columbiathreadneedle.it

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Le conoscenze degli italiani sulla previdenza

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Sono ancora decisamente insufficienti e lacunose le conoscenze degli italiani in materia di previdenza, e sono anche tra le principali cause di scelte errate e di una incorreggibile mancanza di pianificazione finanziaria: questo emerge da un recente sondaggio di Moneyfarm – società internazionale di investimento con approccio digitale – in collaborazione con Progetica – società indipendente specializzata in educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale – nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca dedicato alla previdenza in Italia. Sul tema pensione anche l’ultimo Rapporto Consob sulla ricchezza delle famiglie italiane ha sottolineato con forza quanto sia aumentata la vulnerabilità degli italiani per effetto della crisi innescata dalla pandemia. Oltretutto negli ultimi mesi in Italia la liquidità detenuta sui conti correnti ha raggiunto livelli record, per un totale di oltre 1.780 miliardi. Record sicuramente dovuto alla grande incertezza del momento, ma anche all’educazione finanziaria insufficiente degli italiani, inconsapevoli in primis dei benefici di investire in modo diversificato i propri risparmi anziché tenerli fermi sui conti correnti, e dei tassi prossimi allo zero, se non negativi, che rendono drammaticamente infruttuosi i risparmi fermi in banca. Inconsapevoli anche dell’importanza della pianificazione finanziaria: il futuro non è sufficientemente tenuto in considerazione nelle scelte di investimento e, in particolar modo, nelle scelte legate alla pensione. Moneyfarm e Progetica hanno chiesto, per esempio, agli italiani quali e quanti sono i fattori che possono determinare l’importo dell’assegno pensionistico poiché non conoscere o conoscere solo parzialmente questi elementi è un grande fattore di rischio che potrebbe portare i futuri pensionati italiani a scontrarsi con la dura realtà di un assegno significativamente inferiore alle proprie aspettative. La maggior parte degli intervistati stima che la propria pensione pubblica andrà da un minimo di 800 euro a un massimo di 3.000 euro, e solo il 12% stima che ammonterà a 1.200 euro, importo che, a oggi, coincide con la pensione media nel nostro Paese (fonte Istat), ma che, con tutta probabilità, in futuro potrebbe essere solo un miraggio. Con l’ineluttabile regressione del sistema del welfare, legato a trend più che noti (in Italia si nasce di meno, si inizia a lavorare più tardi in un mondo del lavoro sempre più precario e si vive sempre più a lungo) si è creato quel micidiale mix demo-socio-economico che rovescia gli equilibri consolidati su cui, un tempo, gli italiani facevano affidamento. Entriamo nei dettagli del sondaggio Moneyfarm-Progetica. Soltanto il 4% conosce tutti i fattori che impattano sull’importo dell’assegno pensionistico ossia: anzianità contributiva (il numero di anni lavorati), stipendio, aumento della speranza di vita, andamento del PIL e tipo di lavoro. Venendo ai singoli fattori, più dell’80% degli intervistati conosce l’impatto dello stipendio (80,7%) e dell’anzianità contributiva (81,1%) sugli importi, ma soltanto 1 su 3 (34,4%) sa che l’aumento della speranza di vita avrà un effetto diretto sull’assegno pensionistico. Il concetto di per sé sarebbe intuitivo: più cresce la speranza di vita, minore sarà l’importo dell’assegno perché i contributi versati dovranno essere sufficienti per un maggior numero di anni. E in un paese longevo come l’Italia – dove l’aspettativa di vita per un uomo è 79,7 anni e per una donna di 84,4 (fonte dati Istat) -, non è certo un fattore da tenere in scarsa considerazione. Soltanto 1 italiano su 4 (25,6%) sa che anche il PIL avrà un impatto sull’assegno pensionistico: al diminuire del PIL nazionale, diminuirà l’assegno pensionistico. Ancora, soltanto 1 su 5 (20,5%) sa che il tipo di lavoro che svolge, e il relativo regime contributivo, avrà un effetto. Solo il 4% degli intervistati, una percentuale davvero irrisoria, è consapevole del fatto che tutti questi fattori avranno un impatto sull’assegno pensionistico. La combinazione di risposte che emerge con maggiore frequenza (24%) è il numero di anni lavorati e lo stipendio percepito.In questo scenario complesso, in cui, soprattutto in ambito previdenziale, le nozioni da conoscere sono svariate e spesso tecniche, dove la mancanza di consapevolezza lascia sempre più spazio a scelte errate a causa di bias comportamentali e visioni di breve termine, il modo migliore per aiutare i risparmiatori a fare una corretta pianificazione finanziaria per gli anni della pensione è ancora la consulenza. In Italia, purtroppo, solo una porzione ridotta della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ha accesso oggi a un servizio evoluto di gestione del risparmio e a una consulenza indipendente. Questo dato è ancor più rilevante visto il livello (basso) di educazione finanziaria della popolazione. Eppure, mai come in questo momento i risparmiatori italiani hanno bisogno di una consulenza finanziaria di alta qualità e libera da conflitti d’interesse. (abstract)

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“Previsioni inflazionate”

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

A cura di Jeffrey Cleveland, Chief economist di Payden & Rygel. Come economisti, siamo costantemente spinti a fare previsioni. Tuttavia, siamo d’accordo con l’assunto: “È difficile fare previsioni, specialmente sul futuro”. Questa affermazione si rivela particolarmente vera se pensiamo all’insolita incertezza economica e alla volatilità generata dal Covid-19. Allora cosa deve fare un investitore, dubbioso sul futuro incerto? L’approccio migliore è quello di concentrarsi meno sulle previsioni e più sull’eliminazione dei preconcetti. Una migliore comprensione di ciò che fa girare il mondo potrebbe aiutare gli investitori ad evitare errori di gestione di un portafoglio finanziario.In primo luogo, gli investitori spesso interpretano gli aumenti dei prezzi come segnali sicuri di inflazione. Tuttavia, mentre gli aumenti dei prezzi possono essere sintomi di inflazione, non tutti gli aumenti dei prezzi lo sono. Può sembrare banale, ma è un concetto essenziale.Per esempio, l’improvvisa variazione della domanda di prenotazioni delle vacanze ha fatto aumentare le tariffe aeree e i prezzi degli alloggi in hotel. Ma l’aumento dei prezzi rappresenta un cambiamento improvviso nel comportamento dei consumatori di fronte a un’offerta limitata (c’è solo un numero limitato di camere d’albergo). D’altro canto, invece, l’inflazione è un fenomeno in cui tutti i prezzi aumentano mentre il potere d’acquisto del denaro diminuisce.Come capire la differenza? Un modo è guardare ai driver degli indici dei prezzi al consumo. Negli Stati Uniti, per esempio, solo una manciata di categorie ha contribuito alla maggior parte dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) nel 2021. Un esempio simile si è verificato in Europa nel 2021, quando i prezzi del settore dei beni di consumo hanno guidato l’inflazione, a causa di colli di bottiglia della produzione di fronte alla domanda dei consumatori e al recupero delle spedizioni. D’altra parte, invece, la crescita dei prezzi dei servizi è rimasta stabile. In secondo luogo, gli investitori si preoccupano della recente e rapida crescita degli aggregati monetari. E giustamente. I bilanci delle banche centrali sono cresciuti enormemente negli ultimi due anni. Non vogliamo giustificare a tutti i costi le banche centrali, ma invitiamo a non saltare a conclusioni affrettate basate sui loro bilanci, poiché la storia mostra come assumano uno scarso valore predittivo rispetto all’inflazione dei prezzi al consumo, dal momento che quella delle banche centrali rappresenta solo una fetta dell’offerta complessiva di denaro e di credito. A questo si ricollega un timore: come possono gli Stati Uniti sostenere un altro programma di spesa multimiliardario sulla scia del pacchetto da 4.000 miliardi di dollari varato alla fine del 2020? Il diavolo, come sempre, è nei dettagli. La cifra di 3,5 trilioni di dollari di cui si parla a Washington D.C. sarà estesa su dieci anni e finanziata, almeno in parte, dalle tasse, oltre che da nuovi prestiti. Terzo punto sono i timori sull'”inflazione salariale”. Elemento su cui siamo scettici. In primo luogo, in qualità di lavoratori dipendenti come lo sono io, ci opponiamo all’espressione “inflazione salariale”. L’aumento dei compensi commisurato alla crescita della produttività non dovrebbe essere temuto, bensì accolto con favore. I manuali di economia che propagandano una stretta correlazione tra aumento dei salari e dei prezzi al consumo sembrano ormai superati. Negli ultimi tre decenni, il legame tra i due fattori si è indebolito. Una più rapida crescita dei salari, che mettiamo in conto con la ripresa dell’economia, è perfettamente coerente con una bassa e stabile inflazione dei prezzi al consumo.In conclusione, sappiamo che gli investitori nutrono il desiderio irrefrenabile di interrogare gli economisti su “dove sarà l’inflazione” tra uno, tre, cinque e persino dieci anni. Ma la verità è che nessuno può saperlo e che spesso la cosa migliore che possiamo fare è, molto più umilmente, impegnarci a dissipare i preconcetti. Non è molto, ma può aiutare gli investitori a evitare mosse di portafoglio che li portino fuori strada.

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Comgest sigla un accordo di distribuzione con Banca Consulia

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Comgest, società di asset management indipendente e globale, con una forte specializzazione nella gestione azionaria responsabile quality growth e con EUR 40,9 miliardi di euro in gestione a fine giugno 2021, amplia ulteriormente la propria capacità di distribuzione e sigla un accordo con Banca Consulia, leader nella consulenza finanziaria con un modello di servizio fortemente incentrato sulla consulenza evoluta. Grazie a tale accordo, l’intera gamma di Comgest in Italia sarà collocata dagli oltre 150 consulenti finanziari dislocati su 47 uffici territoriali di Banca Consulia. Comgest detiene una gamma di strategie concentrata ma di alta qualità, interamente dedicata ai mercati azionari. I consulenti finanziari di Banca Consulia potranno quindi accedere a 13 strategie di Comgest, con lunghi track-record, che coprono le principali macro-regioni e segmenti di capitalizzazione (Europe, Europe Opportunities, Europe Smaller Companies, World, Emerging Markets), ma anche singoli paesi (America, China, India, Japan) attraverso il peculiare approccio quality growth di Comgest.La clientela di Banca Consulia avrà accesso anche ad una strategia differente rispetto alle precedenti – Comgest Growth Global Flex – che combina l’abilità di selezione di aziende di Comgest con il portafoglio della migliore strategia azionaria globale, cui vengono applicate delle coperture quantitative da modelli proprietari su indici azionari e valute in modo da aumentare la stabilizzazione di portafoglio, cercando di creare un rendimento svincolato dagli indici di riferimento.“Siamo molto soddisfatti di aver siglato questo accordo di partnership con Banca Consulia, una realtà leader nella consulenza finanziaria che ci consente un ulteriore radicamento sul mercato italiano”, ha dichiarato Gabriella Berglund, Branch Manager di Comgest Italia, che aggiunge: “In Italia riscontriamo un interesse crescente per il nostro profilo di boutique indipendente che guarda al lungo periodo, in grado di costruire portafogli a bassa volatilità e che non sono legati al contesto del mercato”.Gestiti in modo fortemente attivo, i fondi di Comgest presentano portafogli molto concentrati, in genere composti da 30/50 titoli. Lo stock-picking si concentra su società che offrono una considerevole crescita degli utili e che, nel lungo periodo, permettono di ottenere performance al di sopra del benchmark di mercato, con livelli di rischio inferiori. Il processo d’investimento è decorrelato dai benchmark, dai settori e dalle aree geografiche, e si focalizza sui fattori di crescita specifici di ciascuna società. L’esperienza ha dimostrato che l’applicazione dell’analisi fondamentale e il mantenimento di un orizzonte di investimento a lungo termine sono fattori essenziali per individuare società in grado di generare una crescita a due cifre degli utili per azione.

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Robeco: più prudenza contro la turbolenza dovuta al rischio stagflazione

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

A cura di Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco.Ci si trova in un periodo di stagflazione, ovvero una combinazione di “stagnazione” e “inflazione”, quando il rallentamento della crescita economica e il conseguente aumento della disoccupazione coincidono con una fase di rialzo dei prezzi. La stagflazione è particolarmente sfavorevole per le obbligazioni corporate, dato che l’inflazione ne erode le performance mentre il deterioramento delle condizioni economiche accresce la probabilità di un default degli emittenti. Dato che i mercati hanno rivisto al rialzo le probabilità di stagflazione per l’economia globale, crediamo che questo sia il momento giusto per ridurre in chiave tattica il rischio sovraponderando la liquidità rispetto al credito fino a quando i timori di stagflazione non si placheranno. Il tema della stagflazione che sta prendendo piede nelle discussioni di mercato perderà forza solo se la crescita globale tornerà a sorprendere al rialzo, se vi saranno indicazioni di un alleggerimento delle pressioni sulle catene di produzione, o ancora se le imprese riusciranno ad adattarsi al rincaro delle materie prime e ad annunciare comunque un aumento dei margini nei prossimi trimestri.Purtroppo, la stagflazione pone le banche centrali di fronte a un dilemma, non trovandosi nella posizione di intervenire per contrastare l’aumento dell’inflazione – ad esempio riducendo l’offerta di moneta nell’economia – senza pregiudicare un’incipiente ripresa economica e aggravare ulteriormente la disoccupazione. Da molti anni le valutazioni obbligazionarie sono sostenute in parte dalla liquidità immessa dalle autorità monetarie nell’economia mediante i programmi di acquisti di obbligazioni (QE). Per effetto dell’ingente liquidità in eccesso fornita dalle banche centrali i mercati del credito hanno subito una compressione in termini di ampiezza e di velocità straordinarieAd esempio, negli ultimi 18 mesi lo spread delle obbligazioni high yield (ossia il loro differenziale di rendimento rispetto ai titoli di Stato con rating AAA) è sceso da 900 a 298 punti base. Ci ritroviamo così con mercati del credito che fanno registrare valutazioni elevate in una fase iniziale di espansione del ciclo economico, in modo apparentemente disconnesso dal ciclo finanziario. Le obbligazioni high yield e investment grade evidenziano il tipo di andamento che ci aspetteremmo di norma alla fine del ciclo economico, quando in realtà siamo al principio della fase intermedia. Questo scenario però lascia ben sperare per le azioni appena la situazione comincerà a migliorare. Con i mercati che di solito anticipano il ciclo economico di nove mesi, una svolta nel sentiment sul fronte macro potrebbe essere dietro l’angolo, per cui gli investitori devono adattarsi velocemente. Una volta che le pressioni sull’offerta si alleggeriranno, le sorprese macro inizieranno ad aumentare e la redditività delle imprese si consoliderà, e per questo ci aspettiamo che le azioni continuino a sovraperformare i titoli high yield. Un altro problema è che le banche centrali dei mercati sviluppati non fanno più mistero della necessità di iniziare a riassorbire la liquidità in eccesso, riducendo gli acquisti di titoli che hanno puntellato i prezzi delle obbligazioni corporate. La BCE concluderà probabilmente il suo programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) nel 2022, mentre il famoso “dot plot” della Fed suggerisce un primo rialzo dei tassi nel 2022. In un contesto di riduzione della liquidità in eccesso, e con la Fed che stenta potenzialmente a dissociare il tapering dalla stretta monetaria nella sua comunicazione ai mercati, il rischio di ribasso associato alla duration nel credito è in aumento, mentre il rischio al rialzo di un’ulteriore compressione degli spread è in diminuzione. In caso di crescita del PIL statunitense superiore al trend, le azioni sarebbero in una posizione migliore per trarne beneficio. Se la crescita del PIL USA restasse al di sopra del trend nel 2022 e 2023, i titoli azionari finirebbero plausibilmente per sovraperformare le obbligazioni high yield. La Fed prevede un’espansione del PIL del 3,8% nel 2022, una stima più prudente rispetto alla previsione di consenso del 4,2%. Ciò corrisponderebbe a un livello di 55 punti per l’indice ISM manifatturiero statunitense, dove qualsiasi cifra superiore a 50 implica un’espansione economica. Se però il tanto atteso dato dell’ISM dovesse scendere al di sotto di 55, allora il potenziale vantaggio dell’azionario rispetto all’high yield comincerebbe a diminuire. Nel complesso, preferiamo ridimensionare in chiave tattica il rischio di portafoglio per resistere alla turbolenza associata alla possibilità di una stagflazione, finché dura. Intravediamo però un potenziale in un sovrappeso sulle azioni rispetto alle obbligazioni high yield una volta che i mercati avranno una visione più chiara delle prospettive macro favorevoli per il 2022.

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Istat: produzione industriale agosto -0,2% su mese, zero su anno

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, la produzione industriale ad agosto scende dello 0,2% sul mese precedente e resta invariata su base annua.”Dati non negativi. Il calo su luglio, infatti, è fisiologico nel mese di agosto. L’aspetto positivo, invece, è che, dopo che a luglio per la prima volta si erano recuperati i valori pre-pandemia del gennaio 2020, anche ad agosto si resta in territorio positivo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Secondo il nostro studio, infatti, ad agosto la produzione non solo è superiore dell’1,5% su febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, traguardo raggiunto spesso nei mesi precedenti, ma per la seconda volta il livello resta superiore anche nel confronto con gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, anche se di un lieve +0,1%. Certo il percorso di crescita è ancora lungo. Si conferma, infatti, che la produzione resta inferiore sia andando indietro di due anni, rispetto ad agosto 2019, -0,7%, che di tre, -2,1% su agosto 2018” conclude Dona.

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La gestione proattiva del rischio COVID-19 mitiga l’impatto sul business

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Studio “Global Risk Landscape” realizzato da BDO su un campione di 500 C-level in tutto il mondo (e 200 in Europa) per capire come abbiano gestito durante lo scorso anno la prolungata situazione di incertezza causata dalla pandemia, quali siano stati gli adattamenti effettuati sul loro modello di business per adeguarsi alle circostanze eccezionali e quali ostacoli abbiano dovuto superare per garantire continuità alle loro attività. Queste le principali evidenze: A livello globale, il 53% delle aziende che hanno deciso di affrontare i rischi derivati dalla crisi pandemica ha registrato impatti minori sul business rispetto a chi ha preferito evitarli Solo poco più della metà (il 53%) dei rispondenti nel 2020 contemplava una “crisi sanitaria globale” all’interno dei fattori di rischio e, di questi, il 58% ha affermato che questo è stato di aiuto nella gestione della pandemia. In ogni caso, ben il 90% dei rispondenti ha ammesso che quanto accaduto lo scorso anno ha portato a una rivalutazione complessiva dei fattori di rischio per l’azienda. Il Covid-19 ha portato a un aumento degli investimenti aziendali nella trasformazione digitale (per il 57% del campione) e a una maggiore focalizzazione sugli aspetti ESG: il 24% dei rispondenti ha infatti migliorato le proprie performance di sostenibilità ambientale, per esempio riducendo la loro “carbon footprint”, mentre il 20% ha ridefinito l’impatto sulla comunità del proprio business, diventando maggiormente responsabile dal punto di vista sociale. Nel prossimo futuro, il rischio maggiore è quello di un rallentamento dell’economia e di una ripresa più lenta del previsto, indicato dal 41% degli intervistati In Europa, il 25% dei manager coinvolti ha dichiarato un impatto della pandemia “minore” o “molto minore” rispetto alle stime iniziali, ma solo il 52% delle aziende prevedeva una crisi sanitaria tra gli scenari di rischio La tecnologia è stata indicata come un fattore importante per prevedere future fonti di rischio: tuttavia solo il 16% delle aziende in Europa utilizza questo tipo di strumenti. Per questo motivo, il 34% del campione ha aumentato gli investimenti in nuove tecnologie e nella trasformazione digitale, accompagnando questa strategia ad altri cambiamenti come l’adattamento del proprio modello di business al nuovo scenario (per il 30%) e il consolidamento della supply chain (per il 27%).https://www.bcw-global.com/

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Mobilità post covid

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Nei prossimi 10 anni, 1 Italiano su 2 (53%) si dice pronto a rivedere completamente le proprie abitudini in termini di mobilità. Lo conferma una ricerca BVA-Doxa per l’Osservatorio “Change Lab, Italia 2030” realizzato da Groupama Assicurazioni – prima filiale del Gruppo francese Groupama e tra i principali player del settore assicurativo in Italia – che ha lanciato in questi giorni una nuova offerta Mobilità, in grado di soddisfare le mutate esigenze post pandemia.Questa soluzione – disponibile da ottobre 2021 per tutti i clienti della Compagnia – prevede nuove garanzie finalizzate a proteggere la persona in tutti i suoi spostamenti, per muoversi in completa sicurezza utilizzando car sharing, bici, monopattini e mezzi pubblici.Le nuove garanzie Mobilità riguardano, in particolare: la responsabilità civile (durante la circolazione in aree pubbliche, in caso di danni involontariamente causati per guida di veicoli, con o senza motore, non soggetti all’obbligo di assicurazione RCA; o in caso di circolazione a bordo di un’auto condivisa con altre persone, come passeggero); gli infortuni (che potrebbero verificarsi durante la guida di veicoli, con o senza motore, non soggetti all’obbligo di assicurazione RCA; durante la circolazione come passeggero su un’auto condivisa con altre persone; a bordo dei mezzi di trasporto pubblico o, infine, come pedone); l’assistenza (che prevede il servizio di Soccorso Stradale per mezzi di trasporto con o senza motore, ma non soggetti all’obbligo di assicurazione RCA e il rimborso del costo di servizio Taxi). Ogni garanzia può essere estesa all’intero nucleo familiare. Se oggi – complice ancora la paura del Covid – persiste una certa reticenza ad utilizzare mezzi di trasporto condivisi, il trend si inverte decisamente guardando al prossimo decennio, con un forte incremento delle formule alternative di mobilità: secondo i dati dell’Osservatorio Groupama, più di 6 Italiani su 10 (62%) si dichiarano pronti alla shared mobility; 4 su 10 (40%) ad utilizzare mezzi diversificati in base alle esigenze di movimento; il 36% si mostra disposto ad avvalersi esclusivamente di mezzi ecologici, mentre 9 su 10 sognano auto full electric. La flessibilità è ormai un “must”: 3 Italiani su 10 sentono l’esigenza di un’assicurazione legata più alla persona che ai singoli mezzi di proprietà; una polizza in grado di coprire tutti gli spostamenti, compresi quelli realizzati attraverso i servizi di sharing.

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Come e quanto leggono gli italiani dopo la discontinuità del 2020?

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Il 2020 ha cambiato i consumi culturali degli italiani e, sul fronte della lettura, ci sono stati alcuni segnali incoraggianti. Ma dopo cosa è successo? Saranno presentati il 14 ottobre al Salone internazionale del Libro di Torino i risultati di un ampio progetto di ricerca sulla lettura nella popolazione italiana tra 0 e 75 anni, frutto della collaborazione tra il Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e l’Associazione Italiana Editori (AIE).Quanto si legge, quanto si ascolta? Si continua, come era avvenuto lo scorso anno, a leggere e ascoltare di più in digitale rispetto al passato? E i bambini e i ragazzi tra 0 e 14 anni – una fascia di età importante i cui comportamenti vengono in questa ricerca analizzati in profondità – leggono di più o di meno di prima? E cosa leggono sulle pagine o sugli schermi?Sono alcuni dei temi che saranno affrontati nel convegno Leggere in pandemia #1 – Nuovi percorsi di lettura degli italiani che si terrà in Sala Blu dalle 15.30 alle 16,30. Intervengono, con la moderazione di Paolo Conti (Corriere della Sera), Giovanni Peresson (Ufficio studi di AIE), Ricardo Franco Levi (presidente di AIE), Marino Sinibaldi (presidente del CEPELL). Atteso in questa occasione il Ministro della Cultura Dario Franceschini, che parteciperà in fase di conclusione.

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Ottava edizione di “Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole”

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

La campagna nazionale, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle secondarie, in Italia e all’estero, è all’ottava edizione e dà appuntamento dal 15 al 20 novembre 2021. L’invito è lo stesso ormai atteso da migliaia di alunni, insegnanti, volontari, anno dopo anno: ideare e organizzare iniziative di lettura a voce alta, sia in presenza che online, per condividere e accendere nelle studentesse e negli studenti il piacere di leggere.“Dopo la grande adesione dello scorso anno nonostante le limitazioni legate all’emergenza sanitaria, e alla luce dei dati che hanno dimostrato la vitalità e la tenuta del settore editoriale, è con rinnovato entusiasmo che ci prepariamo a tornare nelle scuole con Libriamoci”, annuncia il presidente del Centro per il libro e la lettura Marino Sinibaldi, presentando questa edizione del progetto, promosso dal Ministero della Cultura, attraverso il Centro per il libro e la lettura e dal Ministero dell’Istruzione – Direzione generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione. “Sappiamo che soprattutto in periodi complessi e di sfide inedite, come quello che stiamo vivendo, è importante confrontarsi, condividere idee ed emozioni – prosegue Sinibaldi – e i libri, la lettura fatta e vissuta tutti insieme, sono un’occasione imprescindibile”.Non mancano i filoni tematici ai quali, eventualmente, docenti, lettori e alunni, possono ispirarsi per le loro attività: Il gioco del mondo – L’omonimo titolo del romanzo di Julio Cortázar è la suggestione da cui nasce il primo dei filoni tematici di Libriamoci, dedicato alle tante possibilità di interpretazione del mondo che ci circonda. Rientrano qui letture che riguardano temi di attualità ambientali, politici e sociali: il mondo è quello di cui ogni giorno facciamo esperienza e che si modifica sotto i nostri occhi, un ecosistema in continuo divenire da capire e a cui adattarsi. Trasversale e modulabile, è un filone tematico adatto a ogni ordine e grado, dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado. Il gioco dei sé – Il gioco dei se di Rodari si apriva alle infinite possibilità dell’immaginazione mentre il nostro, che cambia se in sé, guida alla ricerca e alla costruzione del proprio io attraverso la lettura. Romanzi di formazione e biografie sono i generi più indicati a questo secondo filone tematico, particolarmente adatto a studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado, colti nel momento più delicato del percorso di crescita personale. Giochi diVersi – Combinare parole e suoni dando vita a espressioni e forme sempre diverse. I Giochi diVersi sono quelli che coinvolgono il genere poetico, classico e contemporaneo. Dalle filastrocche adatte ai giovanissimi lettori della scuola materna fino alle raccolte poetiche che formano gran parte della programmazione scolastica superiore. Partecipare a Libriamoci è semplice: gli insegnanti interessati, che come sempre hanno la massima libertà nella scelta delle opere da leggere e negli argomenti da approfondire, dovranno soltanto iscriversi alla Banca dati sul sito libriamoci.cepell.it, a partire da oggi, lunedì 11 ottobre, e registrare le proprie attività di lettura. Dopo la convalida delle iniziative inserite, sarà possibile scaricare dalla propria area utente in banca dati l’attestato ufficiale di partecipazione. Inoltre, se i docenti hanno piacere di ospitare in classe un lettore volontario, in presenza o a distanza, potranno farne richiesta alla segreteria organizzativa compilando l’apposito modulo disponibile sul sito. Il sito libriamoci.cepell.it, fulcro digitale della campagna, consentirà di visualizzare, su una cartina dell’Italia, le attività inserite nella Banca dati e fornirà suggerimenti di lettura, bibliografie tematiche, un elenco di buone pratiche da condividere, materiali utili da scaricare e notizie

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Istruzione: Italia maglia nera dell’Europa

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Il sindacato ricorda che le disposizioni utili a recuperare il terreno rispetto ai Paesi europei e avanzati possono realizzarsi nei prossimi anni grazie ai fondi del Recovery Plan. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, afferma che “i quasi 18 miliardi del Pnrr per l’Istruzione devono avere come priorità l’innalzamento del livello della didattica e il maggiore coinvolgimento dei nostri giovani nel mondo della scuola: l’obbligo scolastico va allargato fino alla maggiore età, oltre che anticipato a 5 anni. Inoltre, vanno cancellate le assurde disposizioni del Dpr 81/2009, che hanno trattato la Scuola e l’Università come se fossero uffici o caserme da dismettere. Bisogna recuperare con estrema urgenza, anche attraverso leggi ad hoc, il tempo scuola, gli organici del personale e gli istituti scolastici che avevamo prima del dimensionamento incentrato su logiche di spending review e non sui bisogni formativi dei nostri giovani e della formazione permanente degli adulti”. Se non si agisce in fretta, utilizzando al meglio il sostegno che l’UE dà ai suoi Paesi membri, la situazione potrà solo peggiorare. Quanto accaduto negli ultimi anni è emblematico. È cresciuto, infatti, il divario con l’Unione Europea sui livelli di istruzione: i dati Istat pubblicati in queste ore dicono che in Italia solo il 20,1% della popolazione (di 25-64 anni) possiede una laurea contro il 32,8% nell’Ue. Inoltre, in Italia, nel 2020, la quota di diplomati è pari a 62,9% (+0,7 punti rispetto al 2019), un valore decisamente inferiore a quello medio europeo (79% nell’Ue27) e a quello di alcuni tra i più grandi paesi dell’Unione. Le laureate in discipline scientifiche sono la metà dei maschi. “Il numero dei docenti e Ata italiani – continua il sindacalista autonomo – va individuato sulla base dei bisogni, aumentando proprio laddove la dispersione è più acuita. E andando anche ad agire per ridurre il divario di genere in determinati studi. Servirà, certamente, pure incentivare i lavoratori del settore, dando loro degli stipendi degni del ruolo che svolgono, con 350 euro di aumento, più altri 100 euro per recuperare l’inflazione, oltre che specifiche indennità, anche di rischio. Come pure cancellare la supplentite. E introdurre, infine, forme di carriera e norme eque sulla mobilità oggi contrassegnata da vincoli che – conclude Pacifico – calpestano il diritto alla famiglia”.

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Traent a Internet Festival, la rivoluzione è in corso

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Nel terzo ciclo di appuntamenti organizzato dalla start up Traent all’Internet Festival di Pisa sono stati protagonisti l’arte e il digitale. Due linguaggi in continua evoluzione, sempre più interconnessi tra loro. Una riflessione audace su quello che appare come un profondo cambiamento in corso nel settore.”Il valore dell’arte digitale continua ad aumentare – spiega Serena Tabacchi, Direttrice e Co-fondatrice del MoCDA – La società ha fatto acquisire anche a un file, seppur intangibile, un valore monetario. L’arte digitale farà sempre più parte della nostra vita, in quello che vediamo e percepiamo nelle città. E la decentralizzazione credo che sarà il futuro dei musei: vedere arte digitale diventerà un fatto quotidiano di cui avremo la proprietà e saremo i promotori di questa nuova corrente artistica. Anche in questo incontro che abbiamo tenuto si è parlato di tecnologia, un elemento molto attuale, all’interno di una sede che ha un passato storico come Casino de’ Nobili. Vedremo sempre di più l’unione di fisico e digitale, il “Phygital”. Con l’elemento importante però della certificazione”Sul tema è intervenuto anche Arturo Galansino, Direttore Generale Fondazione Palazzo Strozzi: “Firenze è una città che ha già avuto rivoluzioni d’arte nel passato. Non vedo quindi perché non possa accogliere quella rivoluzione artistica che sta avvenendo in questi mesi, legata alla tecnologia, e che si svilupperà maggiormente più avanti. E’ un fenomeno interessante – dice il Direttore – che sta esplodendo davanti agli occhi di tutti, a cui noi operatori del settore artistico guardiamo con interesse. Ci sono già applicazioni importanti nella vita di tutti i giorni. La tecnologia potrà aiutare i musei ad esempio nella documentazione e nella gestione, ma anche a livello artistico presto potremo assistere a qualcosa di molto bello. Non escludo – conclude Galansino all’incontro di Traent – una mostra su questi temi in futuro. L’arte digitale è iniziata più di cinquant’anni fa, come con la videoarte. Ora con le nuove tecnologia è un fenomeno ancora aurorale. Aspettiamo che si storicizzi ancora un po’ e poi torneremo su questi argomenti”.

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Emendamenti al decreto infrastrutture

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

“Gli emendamenti al decreto Infrastrutture presentati da FdI alla Camera dei Deputati risultano determinanti per affrontare anche la ricostruzione dei 9 comuni della provincia di Catania colpiti dal sisma di Santo Stefano, del 26 dicembre 2018, perché applicano la normativa nazionale (decreto Legnini) anche in Sicilia”. Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Tiziana Drago, riguardp gli emendamenti presentati nei giorni scorsi dai deputati Varchi, Trancassini, Prisco, che contengono anche alcune fondamentali indicazioni sottoposti dalla parlamentare siciliana.“Sono 3 gli emendamenti al decreto che riguardano gli interventi sulle strutture commissariali su tutto il territorio italiano che gestiscono gli eventi calamitosi – spiega la senatrice Drago – il primo si riferisce all’aggiunta all’art 16 della proroga dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2024 dello stato di emergenza in conseguenza dell’evento sismico che ha colpito il territorio dei Comuni etnei Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea; il secondo, della proroga del Commissario straordinario di Catania al 31 dicembre 2023 e dell’estensione della normativa nazionale dei poteri straordinari per gli interventi e le opere urgenti e di particolare criticità, esercitabili in deroga a ogni disposizione di legge; infine, sempre all’art 16 introduce l’impegno per i Commissari straordinari di redigere un cronoprogramma triennale degli interventi previsti e degli impegni di spesa programmati, con relazione a consuntivo a cadenza annuale sullo stato di avanzamento e la realizzazione degli stessi interventi, in modo da introdurre più efficienti parametri di valutazione”. “Ciò consentirà da un lato di velocizzare l’iter per la realizzazione delle opere, dall’altro di agevolare i residenti nelle sospensione di tributi e mutui – sottolinea Tiziana Drago – in generale, di adottare un modus operandi uguale su tutto il territorio nazionale, senza che ci siano penalizzazioni di natura geografica o di valutazione discrezionale su quali eventi calamitosi ritenere applicabile una via emergenziale, eliminano ogni disparità di trattamento sia per i territori che per i terremotati”. “In virtù di questo percorso avviato – conclude la parlamentare di FdI– l’obiettivo finale auspicabile sarà quello realizzare un’organica legge-quadro che possa modernizzare ogni procedura emergenziale”.

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Il bla, bla delle parole che di fatto ci negano un nuovo modello di sviluppo

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

È storia di questi giorni, ma è stata storia che si ripete a ogni generazione, quella di parlare di un “nuovo modello di sviluppo”. Non pochi sono coloro che si sono guardati bene dallo spiegarci con chiarezza cosa s’intende dire concretamente e, soprattutto, quali conseguenze possono derivarne per l’uomo che lavora, per la famiglia e per i ceti più deboli. È come dire che siamo insoddisfatti del modo come viviamo e vorremmo qualcosa d’altro, ma il passo che dobbiamo compiere mette in gioco molti interessi consolidati e che alla prova dei fatti non vorremmo rinunciarci. È questo l’effettivo nodo gordiano che non riusciamo a sciogliere e c’induce a gestire l’esistente guardando l’oltre solo con il pensiero. Finché non ci chiariamo le idee, e siamo con esse conseguenti, rischiamo di definirci con le parole ma non con i fatti. In tali condizioni una maggiore cautela sarebbe di rigore. “Io non nego – precisa Ferrarotti – che il concetto di partecipazione abbia lontane implicazioni di ordine filosofico e religioso”. “Inoltre mi sembra che non si possa prescindere dalla situazione economica e politica in cui versiamo”. “Non è per niente il caso di gridare allo scandalo, perché tutto è ridotto alla politica”. Al contrario. Si tratta invece di capire se la politica è cosa troppo importante per lasciarla, in esclusiva, nelle mani dei professionisti politici. “E questa presa di coscienza avrà la sua ragione d’essere se sarà assunta coralmente, se l’uomo della strada se ne farà carico, se riuscirà a coglierne il senso e a comprenderne l’importanza”. (Riccardo Alfonso)

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Le ragioni del degrado ambientale

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

“Il degrado ambientale è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per il creato.” È un problema grave se consideriamo che le diverse forme di vita interagiscano con l’atmosfera e gli oceani nella regolazione del clima, per ripulire l’acqua dagli inquinamenti e nel mantenere un bilanciamento microbico e controllare gli agenti patogeni dannosi. Tutti questi fremiti esistenziali richiedono, per Franco Fornari, un’analisi più accurata delle cause. Mi chiedo, a questo punto, se anche lo stimolo verso la ricerca tecnologica, gli studi scientifici e le scoperte che ne sono derivate, non siano anch’esse una risposta alla paura della morte che spesso, se non sempre, condiziona l’essere umano sia per cercare di capire cosa lo attende di là della vita sia per volerla penetrare sollevando, anzitempo, il velo per dominarla ed esorcizzarla. La riflessione che abbiamo espunto da Fornari in due suoi libri: “Psicanalisi della situazione atomica” (Ed. Rizzoli) e “Psicanalisi della guerra” (ed. Feltrinelli) sembra andare in questo senso. È un tema, per altro, che non si discosta di molto dal capire l’origine della violenza e dei modi anche subdoli in cui si appalesa. (Riccardo Alfonso dal libro “Il pendolo” Edizioni Fidest)

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L’ansia di costruire l’effimero

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

L’essere umano sembra restare abbacinato dalle meravigliose scoperte che la scienza ha fatto per penetrare la natura e sembra rassegnato a pagarne un prezzo altissimo asservendo l’ambiente, che lo circonda, ai suoi personali interessi. Tutto questo spiegamento di forze conquistatrici “dell’industria umana”, quest’ansia trasformatrice per costruire l’effimero, sulle ceneri del creato, è diventato una spinta compulsiva per una corsa verso il niente e null’altro. Annota Nicole: “Se sono stati così numerosi gli uomini che hanno chiuso gli occhi, così a lungo, davanti alla sfida ecologica, forse é perché la minaccia mondiale obbliga ciascuno alla coerenza e al realismo responsabili della saggezza e dell’amore”. “Amore vero per sé, amore vero per i propri figli e per la propria discendenza, amore vero per la natura, per il Pianeta e per tutti i suoi esseri viventi, amore vero per quel genio umano che ha esercitato come lo merita, in favore della vita e non con barbarie.” E soggiunge, in altra parte del suo libro: “Oggi, l’uomo “mondano” fa fatica a svegliarsi dal suo sogno, ad aprire gli occhi davanti ad una resistenza imprevista”. “Questa resistenza non proviene da teorie morali, né dalla violenza avversa, ma dalla vulnerabilità stessa della sua preda”. “I limiti della terra, della natura, della materia, si oppongono, molto umilmente, all’illimitato della sua volontà di potenza”. “Una potenza che non costruisce, ma distrugge, fa terra bruciata intorno a sé e oltre”. Abbiamo trascurato, “ribelli, increduli, desiderosi di godere, e di credere infinita la nostra preda e ora, siamo posti con crudezza al cospetto della vera natura del nostro essere e del nostro divenire”. Non vorrei pensare che il male profondo, che corrode l’umanità, debba riassumersi con le parole di San Basilio di Cesarea, quando esclama: “L’uomo è un animale la cui vocazione è divenire Dio.” Questa voglia di potenza e di dominio sulla natura e sui propri simili non potrà sortire, alla fine, che la distruzione della sua aberrazione ideologica. (Riccardo Alfonso dal libro “Il pendolo” Edizioni Fidest)

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La distruzione dell’ecosistema sa di antico

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Se mettiamo un campo a coltura intensiva, se seghiamo gli alberi più del dovuto, se continuiamo a costruire megalopoli, noi finiamo con l’annullare gli ecosistemi causando la distruzione degli habitat naturali e le specie che vi vivono sono condannate all’estinzione. Se ciò accade in dimensioni modeste la natura riesce a sopportare il vulnus. Ma se procediamo con le grandi opere, senza porci un confine, il danno finisce con lo sfuggire al controllo ambientale. Questo decadimento è diventato più evidente negli ultimi due secoli e ha dimostrato i limiti oltre i quali noi mettiamo in gioco tutto, non solo per le generazioni presenti, ma soprattutto per quelle future. Lo scriveva a Madame de Grignan Madame de Sévigné già nel 1680, allorché annotava: “Ieri sono andata Buron e ne sono ritornata la sera; sono stata sul punto di piangere vedendo la degradazione di quella terra. C’erano i boschi più belli del mondo, mio figlio in occasione del suo ultimo viaggio, gli ha inferto gli ultimi colpi di scure. Inoltre, ha voluto vendere un boschetto di squisita bellezza; tutto questo è deplorevole. Ne ha ricavato ottocento scudi, e un mese dopo non aveva più un centesimo. È impossibile comprendere quello che fa.” Nel suo recente libro “Verde come la speranza” (San Paolo edizioni) Nicole Ėchivard fa sentire forte il suo messaggio ecologista. Si richiama allo stesso stupore che in passato ha visto la distruzione sistematica dell’ecosistema. Ancora una volta cita Madame de Sévigné allorché scrive: “Tutte queste driadi afflitte che vidi ieri, questi vecchi fauni che non sanno più dove nascondersi, tutti questi corvi antichi che dimorano da duecento anni nell’orrore di questo bosco, queste civette che nell’oscurità annunciavano con i loro gridi funesti le disgrazie di tutti gli uomini, tutto questo ieri elevò dei lamenti che mi ferirono il cuore, e chissà, forse qualcosa di queste vecchie querce ha anche parlato. “Una folle cupidigia ha rotto l’incanto”. (Riccardo Alfonso dal libro “Il pendolo” Edizioni Fidest)

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Lavoro domestico e salario minimo

Posted by fidest press agency su sabato, 16 ottobre 2021

Oltre il 60% degli anziani ha un reddito complessivo al di sotto dei 20 mila euro annui, ovvero al di sotto di circa 14.600 euro annui spendibili (al netto delle tasse), e oltre un quarto è addirittura sotto i 10 mila euro annui. L’Osservatorio DOMINA sul Lavoro Domestico riscontra che l’introduzione del salario minimo aumenterebbe i costi annui del +41,1% nei casi di utilizzo solo per 25 a settimana senza convivenza, fino ad un +91,5% nel caso di 54 ore settimanali con convivenza. Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, le elaborazioni dell’Osservatorio DOMINA sul lavoro domestico evidenziano come il costo medio di un’assistente alla persona già oggi non sia sostenibile per la maggior parte dei pensionati italiani, che quindi devono essere sostenuti dai figli o attingere ai risparmi. L’introduzione del “salario minimo” anche per i lavoratori domestici renderebbe di fatto impossibile questa spesa per le famiglie italiane, alimentando inevitabilmente il lavoro nero. Considerando che già oggi il lavoro domestico registra il 57% di irregolarità, l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre gli oneri per le famiglie, non certo aumentarli.

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