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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 145

Posts Tagged ‘risoluzione’

Risoluzione Onu, Monte del Tempio di Gerusalemme è solo islamico: l’Italia vota a favore

Posted by fidest press agency su sabato, 14 novembre 2020

Gerusalemme è la capitale dello Stato d’Israele. Una città che ha un legame indissolubile con il popolo ebraico. Cultura, storia e tradizione che niente e nessuno potrà mai mettere in discussione. Neanche l’ennesima risoluzione Onu che ha dichiarato il Monte del Tempio con la sola denominazione islamica: Al-Haram al-Sharim.Ennesima risoluzione ignobile votata dall’Italia, assieme a 139 paesi (quelli europei sono Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Gran Bretagna, Spagna e Svezia).A votare contro sono stati Australia, Canada, Guatemala, Ungheria, Isole Marshall, Micronesia, Nauru e Stati Uniti.L’ambasciatore d’Israele all’Onu, Gilad Erdan, si è chiesto quale sia il fine ultimo di queste risoluzioni: “Qual è lo scopo di queste risoluzioni? Approvando queste risoluzioni non state solo sprecando le risorse dell’Onu. State anche sabotando qualsiasi cambiamento verso una futura pace. Invece di persuadere i palestinesi a scegliere la via dei negoziati e della pace, queste risoluzioni non fanno che incoraggiarli ad arroccarsi nelle loro posizioni intransigenti. Ogni voto a favore di queste risoluzioni rappresenta un ulteriore passo verso la trasformazione delle Nazioni Unite in un organismo irrilevante”.Erdan ha ribadito con forza che la risoluzione sul Monte de Tempio è “uno sfrontato tentativo di riscrivere la storia” che: “Ignora completamente qualsiasi legame tra il popolo ebraico e il Monte del Tempio, e questa è una vergogna. Nessuna risoluzione qui approvata cambierà l’eterno legame tra il popolo ebraico e il luogo più sacro della nostra fede: l’Har HaBayit, il Monte del Tempio. Né cambierà il fatto che il legame ebraico con la città di Gerusalemme risale a migliaia di anni fa e che oggi è più forte che mai. Per anni i palestinesi hanno promosso un linguaggio che prevede solo il termine musulmano Haram al-Sharif escludendo di proposito il termine ebraico per negare la connessione fra l’ebraismo e questi siti. Appoggiando queste risoluzioni, voi condividete la responsabilità di questo comportamento. Ma a differenza di quest’aula che è staccata dalla realtà un numero crescente di paesi riconosce che Gerusalemme è inconfutabilmente la capitale del popolo ebraico e dello stato ebraico”. L’Onu continua a promuovere queste risoluzioni che negano la storia di Gerusalemme. Fra i paesi che più assiduamente ne se mettono a capo c’è l’Indonesia, che nel dicembre 2004 rifiutò l’aiuto di Israele nel post terremoto che colpì il paese asiatico.

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Soddisfazione per approvazione unanime risoluzione didattica Rai

Posted by fidest press agency su martedì, 19 Maggio 2020

“Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione unanime della risoluzione unitaria per il potenziamento dell’offerta didattica in Rai – affermano i parlamentari di FDI commissari di Vigilanza Rai, Federico Mollicone e Daniela Santanchè – in particolare, rivendichiamo le proposte su di un unico canale rivolto alla didattica, sul potenziamento dell’offerta per le classi primarie e sulla necessità di una piattaforma univoca potenziando RaiPlay, un modello che potremmo definire “RaiPlus”, che possa condensare i contenuti delle strutture Rai, in competizione con altri servizi come Netflix, sulle campagne informative per l’alfabetizzazione digitale delle nuove generazioni.”

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Approvazione unitaria risoluzione cultura

Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 Maggio 2020

“Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione della risoluzione unitaria sulle misure per il contrasto delle ricadute economiche dell’emergenza sanitaria nella cultura – dichiarano i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione Cultura, Federico Mollicone, responsabile Cultura e capogruppo di FDI, e Paola Frassinetti, Vicepresidente della commissione – la maggior parte delle commissioni parlamentari fanno da “passacarte” dei decreti del governo ma la commissione Cultura si è distinta per spirito di condivisione e volontà univoca di amplificare l’azione del governo. Ci auguriamo che l’attività parlamentare e, in particolare, quella delle commissioni possa ritornare centrale nel contesto nazionale. La risoluzione è una sintesi dell’ascolto e del dialogo con le categorie della cultura, del cinema, dello spettacolo dal vivo, delle mostre, dell’industria fonografica e discografica, del teatro, dei concerti, dei videogiochi, per poter ripartire, in cui sono presenti numerose nostre proposte: vanno ascoltate le categorie nel processo di programmazione delle aperture, evitando oneri per gli operatori, siglando appositi protocolli sanitari; va aumentata la dotazione del Fondo emergenze e la platea coinvolta; va riformato il Fondo Unico per lo spettacolo, trasformandolo in ampliando i soggetti beneficiari e riformando i criteri; sbloccate le risorse della legge sul cinema e l’audiovisivo; vanno adottate misure di sostegno fiscale per i canoni di locazione degli immobili destinati allo spettacolo, al cinema e alla diffusione della cultura, come musei, gallerie d’arte, pinacoteche e dimore storiche; vanno prolungati i termini di sospensione degli adempimenti tributari e contributivi, anche per il settore culturale; va rafforzata la rete di protezione sociale per i lavoratori dello spettacolo; i voucher cultura vanno estesi a 18 mesi per garantire la migliore programmazione degli eventi e degli spettacoli; vanno adottate iniziative straordinarie per la filiera del libro e i piccoli editori; vanno sostenute le imprese del settore cinematografico, anche prevedendo la cessione a intermediari finanziari dei crediti d’imposta maturati dagli operatori del settore. Considerato anche al parere favorevole del governo, auspichiamo che ora gli impegni inseriti vengano, con urgenza, attuati dal ministro Franceschini”.

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La pena di morte è più piccola e più debole”

Posted by fidest press agency su giovedì, 20 dicembre 2018

“Anche in un tempo segnato da paure, terrorismo, e di scontro a livello internazionale, la pena di morte fa un importante passo indietro. E un segnale importante che viene dalla comunità internazionale che ha confermato con un voto chiaro all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di voler fermare tutte le esecuzioni capitali. 121 paesi hanno votato sì alla Risoluzione per una moratoria universale della pena capitale, 35 sono stati i contrari e 32 gli astenuti. Appena due anni fa, dopo il più grande progresso sulla strada di un mondo senza pena di morte, che aveva visto nel bienni già quattro paesi passare al fronte abolizionista, erano i favorevoli alla Risoluzione erano stati 117. In 24 mesi i contrari in assoluto diminuiscono da 40 a 35. Tra i nuovi voti a favore quelli di Libia e Pakistan, assieme a Niger e Suriname, incoraggiano a pensare che in situazioni dove vi sono state molte condanne a morte in passato e forte è la minaccia terroristica gli stati vogliono delegittimare la violenza e la morte, una risposta alla cultura del terrore. Ha così commentato a caldo, subito dopo il voto, Mario Marazziti, coordinatore internazionale della campagna abolizionista della Comunità di Sant’Egidio. “La pena di morte è più debole, anche se nel mondo, in maniera irresponsabile, c’è chi alza i toni, facendo finta di non sapere che la pena di capitale è inefficace, discriminante, è uno strumento terribile in mano di regimi autoritari, aumenta il livello di violenza ufficiale e diffuso nelle società che la usano, apre la porta a rappresaglie e vendette dove si lavora alla riconciliazione dopo genocidi e guerre civili e, sempre, abbassa l’intera società al livello di chi uccide”ha continuato un una breve nota. “Penso che abbia giocato un ruolo importante la sinergia tra organizzazioni non governative come Sant’Egidio, Amnesty International, Nessuno Tocchi Caino, la Coalizione mondiale contro la Pena di Morte, il governo italiano e la Farnesina, i governi europei ed extra-europei, dalla Svizzera all’Australia al Sudafrica. E che comincia ad affermarsi la coscienza espressa nel nuovo testo del Catechismo della Chiesa Cattolica, che esplicita come “alla luce del Vangelo la pena di morte è sempre inammissibile”.

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Cambiare la risoluzione ONU che danneggia il Made in Italy

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 dicembre 2018

“Un ‘no’ deciso verso una risoluzione che, se dovesse essere approvata, rappresenterebbe un duro colpo per il nostro Made in Italy”. Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione agricoltura è intervenuta oggi presentando una mozione del gruppo Pd in riferimento alla proposta di risoluzione in discussione presso l’Assemblea generale dell’ONU in materia di nutrizione e salute.“Il punto – ha sottolineato Cenni – è l’errore nel meccanismo al centro della risoluzione Onu che vorrebbe applicare una generica etichettatura sui cibi considerati non salutari. Una sorta di ‘alert’ che colpirebbe indiscriminatamente alimenti contenenti grassi, sali, zuccheri e dunque una fetta importante della nostra produzione agroalimentare. Il grave e inaccettabile errore sta nel fatto che questo allarme divide in maniera meccanica i cibi buoni da quelli cattivi. Una classificazione erronea perché non tiene conto della qualità e della quantità del consumo dei medesimi alimenti. Uno studio sull’olio extravergine di oliva toscano IGP – continua la parlamentare Pd – realizzato alcuni anni fa dall’Università di Siena, che dimostra come, consumato in determinate quantità l’olio extravergine di oliva di qualità può dare importanti benefici sulla salute umana. È solo un esempio che dimostra, però, come siano sbagliati provvedimenti generici dal punto di vista della salute, dell’economia e del commercio internazionale”. “Quando parliamo di agroalimentare – ha aggiunto Cenni – parliamo di un settore con oltre 130 miliardi di euro di fatturato, oltre 40 miliardi di export, di imprese, lavoratori, lavoratrici. Parliamo tradizioni, di storia della produzione e della trasformazione agroalimentare, di agricoltura, di piccoli laboratori artigianali e di industria. Parliamo di immagine, costruita in tanti anni di impegno prima di tutto dei singoli agricoltori e trasformatori: quella del Made in Italy”.“Per questo – ha concluso Cenni – siamo a chiedere anche con la nostra mozione una forte iniziativa del Governo in campo diplomatico, per modificare la risoluzione, e un’iniziativa in tutte le sedi necessarie per impedire che un così approssimativo sistema di etichettatura e possibili aumento delle tasse colpiscano il nostro Made in Italy. Il presupposto per ottenere dei risultati in questo campo – ha detto Cenni rivolgendosi al Governo – è la costruzione di alleanze con competenze e con altri Paesi, attività che in questi mesi non mi pare sia stata perseguita con assiduità dal nostro Governo che rischia di portare il Paese in una situazione di forte isolamento. Usciamo da quell’isolamento, perché battaglie come questa, che tutti siamo disponibili a giocare assieme, per il nostro sistema Paese non le possiamo vincere da soli”. (fonte: Agenzia Robespierre)

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Risoluzione Parlamento UE sui precari: subito norme per assumerli

Posted by fidest press agency su lunedì, 4 giugno 2018

Rispondendo alle numerose petizioni riguardanti la lotta alla precarietà e all’abuso dei contratti a tempo determinato, tra cui quelle dell’Anief, il Parlamento europeo in queste ultime ore ha fornito una risposta perentoria. Attraverso una risoluzione – rivolta al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri – sollecita le parti in causa “ad adottare provvedimenti immediati nella sua legislazione per affrontare in modo efficace le pratiche occupazionali che conducono alla precarietà”. Perché “il lavoro precario implica una maggiore esposizione alla vulnerabilità socioeconomica, risorse insufficienti per una vita dignitosa e una protezione sociale inadeguata”. Inoltre, nella risoluzione si evidenzia che “la lotta al lavoro precario deve essere perseguita attraverso un pacchetto strategico multilivello e integrato che promuova norme del lavoro inclusive ed efficaci unitamente a misure efficaci per garantire il rispetto del principio di uguaglianza”. Pertanto, il Parlamento UE “invita la Commissione e gli Stati membri a combattere il lavoro precario, garantendo lo sviluppo di nuovi strumenti e il rispetto coerente della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea”, in primis rispettando la sentenza Mascolo C-22/13 emessa a Lussemburgo il 26 novembre 2014, “nonché l’applicazione concreta della legislazione dell’UE e nazionale a livello nazionale al fine di risolvere il problema del lavoro dignitoso e attuare un approccio basato sui diritti”. Facendo poi esplicito riferimento alla direttiva 1999/70/CE, ricorda che ogni Stato membro ha “l’obbligo di punire tale abuso, compresa, in aggiunta, la possibilità per il lavoratore interessato di ottenere il risarcimento per qualsiasi danno subito in passato”. A questo scopo, sottolinea anche che “l’indennizzo deve essere in ogni caso adeguato ed efficace e deve costituire un risarcimento integrale per tutti i danni subiti”, facendo intendere che introdurre per legge dei “tetti” di risarcimento, come accade in Italia, costituisce un artificio che lede i diritti del precario anche nella fase risarcitoria. Il Parlamento, quindi, invita gli Stati membri a garantire appieno la parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo di lavoro, aggiungendo quindi un’ulteriore conferma alla posizione della Cassazione che apre agli scatti di anzianità anche ai precari. Marcello Pacifico (Anief-Cisal: La posizione assunta dal Parlamento UE è un segnale aggiuntivo e incoraggiante sulla strada intrapresa dal giovane sindacato nella difesa dei diritti dei precari, finalizzati alla loro stabilizzazione e al trattamento equiparato ai colleghi di ruolo a partire dai compensi. Siamo sempre più convinti che fare parte dell’UE non può servire solo alla ricerca del pareggio di bilancio, ma anche a rispettare le indicazioni che giungono da Bruxelles. Continuare ad ignorarle, come è stato fatto sinora, sarebbe immorale ma soprattutto andrebbe a formare, nei confronti dell’Italia, l’etichetta di Paese inaffidabile e opportunista. Speriamo, a questo punto, che la svolta arrivi dal nuovo Governo: se, davvero, si vuole guardare ad un’Europa comune, guidata da valori e norme analoghe, allora si parta dai tanti lavoratori non di ruolo, che non meritano di invecchiare da precari.

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ONU: diritto alla conoscenza e universalità dei diritti umani

Posted by fidest press agency su lunedì, 4 aprile 2016

Altare della patria (3)Roma Il 7 aprile, alle ore 15.00, a Palazzetto Venezia Piazza San Marco 51, Presentazione di “SOS stato di diritto” e della risoluzione ONU. Sposare la causa dello stato di diritto non vuol dire fermarsi solo ad un’operazione giuridica, bensì agire anche per la salvaguardia delle connesse libertà. Daqui, la discussione sullo stato di diritto non può prescindere da quella sul “diritto alla conoscenza” che, dopo il “diritto alla verità”, consiste nel diritto di conoscere in quale modo e per quale motivo i governi prendono determinate decisioni che influiscono sui diritti umani, sulle libertà civili e sulle scelte di politica internazionale.E’ il filo conduttore della nuova campagna promossa da Marco Pannella con il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, in collaborazione con la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI), l’Istituto Affari Internazionali (IAI) ed il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Insieme avvieranno un percorso graduale all’ONU che culmini con una risoluzione in Assemblea Generale che riconosca a livello internazionale la codificazione del diritto umano universale alla conoscenza.“SOS stato di diritto”: la presentazione della risoluzione si terrà giovedì 7 aprile, alle ore 15.00, presso la SIOI – Associazione Italiana delle Nazioni Unite,dove interverranno – tra gli altri – il presidente della SIOI Franco Frattini, il viceministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Vincenzo Amendola, Giulio Terzi presidente del “Global Commitee for the Rule of Law”, il consigliere scientifico dello IAI Natalino Ronzitti, e Elisabetta Zamparutti, membro del Comitato del Consiglio d’Europa per la Prevenzione della Tortura. Sarà inoltre presente all’incontro Matteo Angioli, membro del Consiglio generale del Partito Radicale e di “Non c’è Pace Senza Giustizia”, curatore del volume degli atti della Conferenza “Universalità dei Diritti Umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e l’affermazione del diritto alla conoscenza”.

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Giornata della donna: deputati chiedono misure UE per proteggere le donne rifugiate

Posted by fidest press agency su sabato, 5 marzo 2016

otto donne e un mistero 3Parlamento europeo. In un progetto di risoluzione che sarà posto in votazione martedì 8 marzo, i deputati chiederanno una riforma delle politiche e delle procedure di migrazione e asilo dell’UE per includere misure di genere che garantiscano la sicurezza delle donne in cerca di asilo, spesso in viaggio con bambini piccoli e altre persone a carico. Poco prima della votazione, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi si esprimerà sul tema in Plenaria.Nel testo della risoluzione si richiede che, nel momento di valutare le domande di asilo, le forme di violenza individuali e di genere come lo stupro, la violenza sessuale, le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati o la violenza domestica dovrebbero essere riconosciuti come motivi validi per richiedere asilo in Europa.Tra le misure volte a garantire le esigenze della donna durante tutto il processo di asilo figurano:
zona notte e servizi igienici separati per genere personale e interpreti femminili servizi sanitari di genere come cure prenatali e postnatali e consulenza traumi per le donne che hanno subito violenza di genere
cura dei bambini durante lo screening e il colloquio per la richiesta d’asilo
informazioni per le donne e sul loro diritto di presentare richiesta di asilo indipendentemente dal loro coniuge, come aspetto chiave per l’emancipazione delle donne formazione specifica di genere per il personale, compresa una formazione sulla violenza sessuale, sul traffico e sulla mutilazione genitale femminile.

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La Commissione Ambiente del Senato approva una risoluzione

Posted by fidest press agency su venerdì, 23 ottobre 2015

senato-della-repubblica[1]Di Eleonora Mariano. Per rispondere alla richiesta della Commissione europea, che nel maggio 2015 ha avviato una consultazione pubblica sul tema dell’economia circolare con la finalità di preparare una nuova strategia entro la fine dell’anno, la Commissione Ambiente del Senato ha approvato una risoluzione sull’Economia circolare (scaricabile da QUI) nella quale si evidenzia come l’uso insostenibile delle risorse naturali stia provocando non solo ingenti danni ambientali, ma anche importanti ripercussioni economiche. Nella stessa risoluzione, infatti, si rileva come l’Umanità stia “già superando molti limiti dell’ecosistema planetario causando problemi ambientali seri e preoccupanti: cambiamento climatico, deforestazione, desertificazione, degrado dei suoli, perdita di biodiversità e indebolimento dei servizi ecosistemici”.
Nel documento si affrontano diversi temi, molti dei quali legati al settore foresta-legno-carta come, ad esempio, l’edilizia sostenibile, la progettazione eco-compatibile dei prodotti, l’uso efficiente delle risorse e il Green Public procurement (GPP).
In particolare, per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la risoluzione pone l’accento su come un elemento di grande importanza sia l’applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti pubblici di forniture e negli affidamenti di servizi nell’ambito delle categorie previste dal PAN-GPP (Piano di Azione Nazionale – Politiche acquisti verdi).
Nella risoluzione viene fatto esplicito riferimento al fatto che si dovrebbe prevedere che nei bandi-tipo, sulla base dei quali sono predisposti i bandi da parte delle stazioni appaltanti, siano contenute indicazioni per l’integrazione dei criteri ambientali minimi.
Si ricorda che la certificazione forestale è uno degli strumenti previsti dal PAN-GPP per fornire garanzia dell’origine legale e sostenibile dei prodotti, strumento che assicura un punteggio come criterio ecologico premiante nei bandi (fonte:PEFC Italia)

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Il Parlamento chiede l’etichetta d’origine per i manufatti tradizionali di qualità

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 ottobre 2015

parlamento europeoBruxelles. Nella risoluzione non vincolante che sarà posta in votazione martedì, i deputati chiedono che il regime UE di protezione dell’indicazione geografica (IG) sia esteso dai prodotti agricoli ai beni prodotti localmente e a quelli artigianali incentrati su conoscenze tradizionali. Ciò sosterrebbe lo sviluppo economico locale, rilancerebbe il turismo, rafforzerebbe la fiducia dei consumatori e contribuirebbe a preservare il patrimonio culturale e il know-how tradizionale.”Accolgo con favore l’ampio sostegno del Parlamento all’appello per una migliore protezione del know-how locale. Estendere la protezione delle indicazioni geografiche a livello europeo sarebbe utile non solo per i consumatori, ma anche per il turismo, la cultura, l’occupazione e il commercio. Spetta alla Commissione europea occuparsi del caso, e mi auguro che presenti al più presto la sua proposta, già nell’ambito della strategia di mercato interno della Commissione prevista entro quest’autunno”, ha affermato la relatrice Virginie Rozière (S&D, FR).La risoluzione è stata adottata 608 voti favorevoli, 43 voti contrari e 43 astensioni.La risoluzione chiede alla Commissione di proporre una legislazione per estendere il regime UE di protezione delle indicazioni geografiche (IG) e includere anche i beni prodotti localmente e quelli artigianali, come il cristallo di Boemia e il tartan scozzese, o per l’Italia il marmo di Carrara, le ceramiche di Faenza e quelle di Vietri sul Mare o i gioielli tradizionali di Torre del Greco. I deputati sottolineano come il legame tra il prodotto ed il luogo di produzione sia essenziale al fine di individuare il know-how specifico e definire la qualità, l’autenticità e le caratteristiche del prodotto.

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Dibattito con Mogherini su sicurezza e difesa in vista del vertice di giugno

Posted by fidest press agency su giovedì, 14 Maggio 2015

federica_mogheriniParlamento europeo. I deputati dovrebbero dichiarare, nel corso del dibattito di martedì con il capo della politica estera dell’UE Federica Mogherini, che l’Unione e i suoi Stati membri devono assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza e la difesa, in modo da poter far fronte alle nuove sfide che riguardano le frontiere dell’UE. Il dibattito è un contributo al prossimo Consiglio europeo sulla difesa di giugno.Mercoledì, il Parlamento voterà la risoluzione annuale sulla sicurezza comune dell’UE e la politica di difesa (PSDC). Il progetto, redatto in commissione affari esteri, esorta gli Stati membri a fare un uso più efficace degli strumenti PSDC, a migliorare la coordinazione delle azioni di sicurezza interna ed esterna e a condividere maggiormente le risorse.In un’altra risoluzione, sempre in votazione mercoledì, i deputati dovrebbero proporre un migliore utilizzo dei finanziamenti PSDC, da realizzare anche grazie a una maggiore solidarietà tra gli Stati membri.Dibattito: martedì 19 maggioVotazione: mercoledì 20maggio Procedura: dichiarazione dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (con risoluzione) Conferenza stampa: mercoledì 20 maggio alle ore 10

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Siria: i deputati chiedono una soluzione politica negoziata

Posted by fidest press agency su domenica, 8 settembre 2013

I deputati nel dibattito di mercoledì con il responsabile della politica estera europea, Catherine Ashton, dovrebbero chiedere una soluzione politica negoziata per la Siria, nonostante la possibilità di un’azione militare dopo l’utilizzo di armi chimiche. Oltre due milioni di profughi siriani sono fuggiti dal Paese. L’Aula voterà giovedì una risoluzione sulla Siria.I deputati discuteranno la situazione in Egitto
La plenaria discuterà mercoledì l’attuale situazione di stallo in Egitto con il responsabile della politica estera europea, Catherine Ashton, a seguito delle misure restrittive decise dalle autorità nei confronti dei Fratelli musulmani e delle accuse mosse all’ex Presidente Mohamed Morsi e ad altri leader della formazione politica. Una risoluzione sull’Egitto sarà votata giovedì.Il dibattito in plenaria segue la riunione straordinaria della commissione affari esteri tenutasi il 28 agosto scorso.
Dibattito: mercoledì 11 settembreVotazione: giovedì 12 settembre
Procedura: Dichiarazione dell’Alto rappresentante per la politica estera/vicepresidente della Commissione Hashtag: #Egypt

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Tibet: risoluzione Vernetti

Posted by fidest press agency su giovedì, 9 febbraio 2012

Tibet

Tibet (Photo credit: moniqca)

Ieri mattina la Terza Commissione Affari Esteri ha approvato all’unanimità la Risoluzione sul Tibet presentata dall’on. Gianni Vernetti, deputato del Terzo Polo e già Sottosegretario agli Affari Esteri. Il testo è stato sottoscritto da esponenti di diversi partiti: Veltroni, Tempestini, Corsini, Mecacci del PD; Boniver, Pianetta, Nirenstein, Malgeri del PDL. «Il voto di ieri della Risoluzione sul Tibet – ha dichiarato l’on. Vernetti – è un fatto molto importante che impegna il Governo italiano a sollevare il problema del rispetto dei diritti umani in Tibet in occasione del prossimo vertice Unione Europea-Cina che inizierà il prossimo martedì 14 febbraio a Pechino». «La Risoluzione -ha dichiarato l’on.Vernetti- prende le mosse dai numerosi episodi di repressione violenta da parte delle autorità cinesi di quelle manifestazioni pacifiche che hanno avuto luogo in Tibet in seguito alle ennesime autoimmolazione di religiosi tibetani». «Sono oramai 19 i monaci e le monache tibetane – continua l’on. Vernetti – che si sono dati fuoco per protestare con un gesto estremo contro il governo della Repubblica Popolare Cinese che nega loro i diritti umani fondamentali». «La Risoluzione impegna il Governo a compiere un passo formale nei confronti del Governo Cinese affinché vengano immediatamente interrotte le violenze nei confronti dei religiosi e della minoranza tibetana. Nel testo si chiede, inoltre, al governo cinese di riprendere il dialogo con il Dalai Lama e con i tibetani in esilio e di riaprire il Tibet ai media internazionali» «Infine – conclude l’esponente del Terzo Polo – con il voto odierno il Governo è impegnato anche a farsi promotore presso le sedi competenti delle Nazioni Unite di un’iniziativa di monitoraggio sul rispetto dei diritti umani in Tibet».

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Parlamento europeo: risoluzione controversie

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 ottobre 2011

Il Parlamento europeo invita (2011/2117(INI), la Commissione, a presentare entro la fine del 2011 una proposta legislativa relativa al ricorso alle modalità di risoluzione alternative delle controversie in materia di consumo nell’Unione e sottolinea che è importante che tale proposta sia adottata rapidamente in materie civile, commerciale e familiare. Si ribadisce l’accoglimento con favore dell’armonizzazione di alcune norme per la mediazione e si sottolinea la necessità di definire termini comuni e di applicare garanzie procedurali in tutti i settori dell’ARD (Alternative Dispute Resolution). Vede la necessità di riesaminare le raccomandazioni della Commissione del 1998 e del 2001 nonchè il Codice di condotta. Il Parlamento è tuttavia convinto che l’ADR faccia parte di un’agenda generale “giustizia per la crescita” trasversale a tutti i settori nonchè del parere che qualsivoglia approccio all’ADR debba andare oltre le liti dei consumatori e includere le transazioni civili e commerciali tra imprese (B2B), a prescindere dal fatto che siano effettuate tra imprese private o pubbliche, le controversie familiari, i casi di diffamazione e le altre controversie d’interesse generale o che vedono opporsi parti aventi status giuridico diverso.
Al fine di non pregiudicare l’accesso alla giustizia, si oppone a qualsiasi imposizione generalizzata di un sistema obbligatorio di ADR a livello di UE, ma ritiene che si potrebbe valutare un meccanismo obbligatorio per la presentazione dei reclami delle parti al fine di esaminare le possibilità di ADR (N.d.R.per la mediazione l’Italia ha ricevuto apprezzamenti lusinghieri per l’obbligatorietà di alcune materie); ritiene che non solo la mediazione, ma l’ADR in generale (articolo 8 della direttiva 2008/52/CE) debba influire sui termini di prescrizione e di decadenza. Riconosce, anche, il rischio costituito dalle molte forme di ADR e il rischio di ritardi abusivi nei procedimenti giudiziari. La Commissione poi deve prevedere una sospensione dei termini di prescrizione nel caso di procedure di arbitrato o di mediazione e in certi casi di ADR. Finalmente, ascoltate le ragioni dell’ANPAR di estendere anche all’arbitrato le agevolaz! ioni, le esenzioni fiscali e riduzione delle tariffe, per una più rapida deflazione dei procedimenti nazionali e transfrontalieri. Attendiamo ora solo di essere “sentiti” così come previsto dall’articolo 26 del D. Leg.vo n. 9/11/2007, N. 206 – essendo l’A.N.P.A.R. unica associazione rappresentativa a livello nazionale della professione regolamentata dei mediatori – dal Ministro Palma attraverso il quale proporre nostre osservazioni alla Commissione europea in merito alla proposta di risoluzione del Parlamento europeo.

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Palestina: riconoscimento all’Onu

Posted by fidest press agency su domenica, 25 settembre 2011

Catherine Ashton, British politician

Image via Wikipedia

La prossima settimana a Strasburgo il Parlamento voterà una risoluzione sulla situazione in Palestina. Prima del voto, nel pomeriggio di martedì, l’Aula dibatterà le attività svolte in questa settimana dall’Assemblea Generale dell’Onu con l’Alto Rappresentante per gli Affari esteri, Catherine Ashton. La discussione si concentrerà sul processo di pace in Medio Oriente e sui recenti sviluppi della situazione in Africa settentrionale.
Il Parlamento ha discusso del processo di pace in Medio Oriente a Strasburgo il 14 settembre scorso. La maggior parte degli eurodeputati si hanno concordato sulla necessità per l’Unione europea di riportare Israele e Palestina al tavolo delle trattative, per concordare la soluzione dei due Stati.
Tuttavia, l’Aula si è divisa sul riconoscimento da parte dell’Onu dello Stato palestinese. Alcuni deputati hanno ritenuto che un passo unilaterale avrebbe ostacolato il processo di pace, mentre altri hanno messo in discussione il termine “unilaterale” e sottolineato che il riconoscimento della Palestina potrebbe incoraggiare il dialogo con Israele. Nel corso di un dibattito con Catherine Ashton, l’Aula discuterà delle tensioni tra la Turchia e Cipro e del prossimo vertice sul partenariato orientale, che avrà luogo a Varsavia il 29 e 30 settembre.
• Dibattito: martedì 27 settembre
• Votazione: giovedì 29 settembre
• Procedura: dichiarazione del VP/AR con risoluzione (solo sulla Palestina)

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Persecuzioni in Siria

Posted by fidest press agency su venerdì, 16 settembre 2011

Bashar al-Assad cropped

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Bruxelles, parlamento. L’aumento nell’uso della forza da parte delle autorità siriane contro i manifestanti pacifici, gli arresti di massa, gli assassini extragiuridici, le torture e la brutale e sistematica persecuzione degli attivisti per i diritti umani sono duramente condannati dal Parlamento europeo. “Non possiamo permettere che il regime siriano continui a uccidere la popolazione siriana. Le autorità di Damasco hanno perso qualsiasi legittimità e devono abbandonare la scena immediatamente. Spero che l’opposizione siriana sia unita e offra una valida alternativa per una transizione democratica. Noi europei dobbiamo assumerci la responsabilità di proteggere i civili e la democrazia”, ha detto il Presidente Jerzy Buzek.
Il Parlamento chiede al Presidente siriano Bashar al Assad e al suo regime di lasciare immediatamente il potere e chiede un’inchiesta indipendente e trasparente sulle uccisioni, gli arresti e le torture commessi dalle forze di sicurezza siriane, al fine di perseguire i responsabili in giustizia. Pur accogliendo con favore le sanzioni approvate contro la Siria, incluso il divieto sulle importazioni di petrolio grezzo nell’UE, i deputati sottolineano la necessità di nuove misure che non colpiscano però la popolazione civile. La risoluzione chiede espressamente al Consiglio di sicurezza ONU, e in particolare a Russia e Cina, di condannare l’uso della forza in Siria e imporre sanzioni per mettere fine alla violenza e al regime.

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Caso irisbus: “interpellanza urgente” al governo

Posted by fidest press agency su sabato, 9 luglio 2011

Dopo aver appreso la notizia dell’eventuale chiusura dello stabilimento Irpino Irisbus-Iveco, l’On. Marco Pugliese di Forza del Sud, in mattinata, ha presentato una “interpellanza urgente” al Governo. Interpellanza a prima firma Pugliese – Fallica per sottolineare l’impegno nella tempestiva risoluzione del caso. Nell’interpellanza, Pugliese osserva che, se diverrà operativa la decisione della prossima dismissione della produzione autobus dello stabilimento di Flumeri (AV), causerà un terremoto nel tessuto economico-sociale della Valle dell’Ufita e dell’intera provincia di Avellino. L’azienda conta, infatti, 690 dipendenti con un indotto che supera i 2000 addetti e solo nel 2010 ha investito 8 milioni di euro nella ristrutturazione aziendale che diventano 30 milioni considerando tutti gli investimenti degli ultimi 5 anni. Premesso ciò, l’onorevole Irpino, chiede al Governo, ed in particolare al Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani quali iniziative e provvedimenti urgenti intenderà prendere al fine di scongiurare quanto sopra citato onde evitare che si ripetano gli stessi danni già subiti da altri delicati territori italiani. Altresì l’On. Marco Pugliese fa un appello anche al Governatore della Regione Campania Stefano Caldoro, di far pressione al Governo di utilizzare i fondi FAS per il rinnovamento del parco autobus del trasporto pubblico della Regione Campania che versa in uno stato obsoleto e non rispetta le norme anti-inquinamento e della sicurezza vigenti.

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Libia e i tre mesi di La Russa

Posted by fidest press agency su martedì, 21 giugno 2011

“La partecipazione dell’Italia alla guerra interventista contro la Libia fortemente voluta dai ministri della Difesa e degli Esteri è iniziata alla metà dello scorso mese di marzo, con l’approvazione della risoluzione dell’Onu, e quindi i tre mesi a cui si riferirebbe La Russa sono già passati. Se poi il Ministro ha deciso da solo di proseguire la guerra per altri tre mesi è chiaro che ha scavalcato il Parlamento. A questo punto La Russa deve dire chiaramente quando l’Italia uscirà dalla guerra lampo di cui già lo scorso mese ne aveva annunciato la fine in tre o quattro settimane e invece è diventata un pantano. E’ una decisione che deve prendere subito visto che i primi tre mesi di conflitto con la Libia ci sono costati 700 milioni di euro e questo vuol dire che se prosegue se ne dovranno aggiungere altrettanti e che quindi il costo per le missioni militari all’estero per il 2011 sfiorerà i 3 miliardi di euro, una cifra enorme in confronto degli scarsi risultati ottenuti. Se La Russa non cambia atteggiamento, o il Governo non cambia il Ministro della difesa, prima o poi la Difesa stessa dovrà dichiarare il fallimento. ” Lo dichiara Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm).

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Diritti degli omosessuali

Posted by fidest press agency su domenica, 19 giugno 2011

Dopo che già tanti stati nel mondo hanno compiuto sforzi legislativi affinché anche la legge fosse adeguata alla società, perché troppo spesso, anche nei paesi cosiddetti sviluppati la legislazione arriva troppo tardi rispetto all’andamento ed ai comportamenti dei propri cittadini, anche l’ONU compie un grande slancio per la tutela dei diritti di tutti gli uomini con l’approvazione da parte del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu il 17 giugno di una risoluzione che sin da subito è stata definita ”storica” e che stabilisce la parità dei diritti per tutti gli esseri umani, indipendentemente dall’orientamento sessuale, segnando un progresso significativo di livello mondiale nella battaglia per i diritti degli omosessuali. Il provvedimento che è stato presentato dal Sud Africa, è stato emanato con 23 voti a favore, 19 contrari e tre astensioni, nonostante la forte opposizione da parte degli stati arabi e africani. Di straordinaria significatività la frase contenuta nel testo: ”Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e a ciascuno di loro spettano tutti i diritti e le libertà senza distinzione di alcun tipo” e che apre scenari importanti se al dato persuasivo insito nel provvedimento, comporterà anche effetti nelle legislazione degli stati che ancora sono in ritardo nell’equiparazione universale dei diritti di tutti. Se il mondo fa un passo così avanti, aggiunge Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è ora che anche l’Italia si adegui ed il Parlamento approvi nell’immediato e contemporaneamente due leggi: una contro l’omofobia ed un’altra per la parità di tutte le “unioni civili”. È giunta l’ora, ribadisce D’Agata, che sia realizzato compiutamente nel Belpaese l’articolo 3 della Costituzione.

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Libia: assistenza profughi

Posted by fidest press agency su domenica, 15 Maggio 2011

Dichiarazione del senatore Marco Perduca, co-vicepresidente del senato del Partito Radicale Nonviolento “La drammatica denuncia della dottoressa Boldrini dell’Alto Commissario Onu pei rifugiati di oltre 740mila profughi dalla Libia verso i paesi vicini o in minimissima parte l’Italia non può avere come unica risposta la solita accusa alle lentezze o i presunti disinteressi dell’Unione europea. Già a marzo il Ministro Frattini, a seguito del primo dibattito sulla Libia aveva fatto propri gli impegni che la risoluzione della delegazione Radicale in Senato aveva elaborato e cioè a continuare la propria opera in soccorso delle persone che fuggono dalla Libia verso i paesi vicini sia attraverso azioni dirette, sia sostenendo gli sforzi delle varie agenzie internazionali presenti: dall’Alto Commissario per i diritti umani, il Fondo Mondiale per l’Alimentazione e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni; e a mettere in atto tutte le misure necessarie al fine di fornire assistenza a tutti coloro che fuggono via mare verso l’Italia coordinando coi partner europei eventuali distribuzioni straordinarie anche in altri Stati membri dell’Unione europea in
deroga alla Convenzione di Dublino del 1990. Più volte Frattini ha ripetuto che l’Italia è stata la prima a correre in soccorso dei profughi in Tunisia ed Egitto, oggi, piuttosto che denunciare il trattato di Schengen, occorre mettere i partner europei intorno a un tavolo e avviare un’armonizzazione delle legislazioni sull’asilo che tenga di conto dei più alti standardi del diritto internazionale oltre che della necessità di salvare vite umane anche temporaneamente.

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